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F1, Binotto torna a parlare di strategia: “Non sono convinto che quello che abbiamo fatto fosse sbagliato”

Mattia Binotto, in un’intervista esclusiva a Motorsport.com, ha parlato a 360 gradi della Ferrari. Il Team Principal della Scuderia di Maranello ha ricordato il percorso iniziato nel 2017, le difficoltà del 2020 e 2021, per poi soffermarsi sul difficile momento attuale tornando a parlare delle scelte criticate scelte strategiche di alcune gare.

Qui sotto vi riportiamo solo alcuni brevi passaggi dell’intervista che troverete completa su motorsport.com.

Una squadra di F1 che finisce nella seconda metà dello schieramento impiega almeno quattro o cinque stagioni per tornare a vincere. Come siete riusciti dal 2020 al 2022 a ribaltare la situazione?
Mattia Binotto: “In Formula 1 non esiste la bacchetta magica. In realtà non credo che ci sia voluto un anno o due, quello che stiamo ottenendo in questa stagione è il risultato di un percorso iniziato molto tempo fa, precisamente nel 2017. Lì è iniziato un costante lavoro di crescita che ha sempre avuto come obiettivo il migliorare noi stessi, un processo che ha coinvolto l’organizzazione, le competenze, l’esperienza, la metodologia, gli strumenti e le risorse, dal simulatore alla galleria del vento ed altro ancora. Quindi ci è voluto del tempo, e credo sia stato un lungo viaggio. Ora, potresti dire, va bene, avete iniziato bene nel 17, 18 e 19, ma poi c’è stato il 2020 che può essere considerato un passo, anzi, tre passi indietro. Come mai? Penso che nel 2020 abbiamo semplicemente incasinato il nostro progetto, e poi tutto è stato congelato all’inizio della stagione. Immaginiamo se la Mercedes fosse stata congelata nella prima gara della stagione: cosa sarebbe accaduto? Ho sempre creduto che la nostra squadra è in grado di svilupparsi, è capace di fare una buona macchina e di lottare, ma se il progetto viene bloccato alla prima gara, e in qualche modo hai commesso degli errori, rimani lì per tutto il campionato e finisci sesto nel mondiale Costruttori. Ma quel risultato non ha rispecchiato le reali capacità della squadra. Penso che questo sia il primo punto”.

C’è chi sostiene che il ritorno al vertice della Ferrari non sia stato poi così una sorpresa, considerando che avete potuto iniziare a lavorare un po’ prima dei vostri avversari diretti sul progetto 2022, godendo anche di ore in più di galleria del vento. È una giusta valutazione o no?
MB
: “Non credo sia ingiusta, ma neanche corretta. Abbiamo iniziato a sviluppare l’auto del 2022 tutti nello stesso periodo, ovvero a gennaio 2021, quando finalmente è stato possibile iniziare a simulare e ad entrare nelle gallerie del vento con le nuove auto. Prima non potevamo farlo. Quindi è una questione di quante risorse e priorità vengono assegnate al progetto. È probabile che le due squadre che stavano lottando per il campionato 2021 abbiano dovuto apportare ulteriori sviluppi nel corso della scorsa stagione, ma anche abbiamo lavorato più del previsto sulla vettura della scorsa stagione poiché eravamo in lotta con la McLaren e lo siamo stati fino alla fine del campionato. Ci sta che Mercedes e Red Bull abbiano messo qualche energia in più sul 2021, ma per il resto delle squadre tutti hanno avuto le nostre stesse risorse e diciamo le stesse opzioni, ovvero dare priorità al 2022, ma i risultati sono stati diversi”.

In merito alla power unit, la crescita in termini di prestazioni è stata impressionante, ma l’affidabilità è venuta meno. Avete spinto molto sul fronte della performance a causa del congelamento dei motori scattato ad inizio stagione?
MB: “Non credo che abbiamo spinto troppo perché spingere sulle prestazioni non è mai abbastanza, ma sicuramente abbiamo dato priorità alle performance piuttosto che all’affidabilità. Cosa significa: che probabilmente siamo arrivati al limite del tempo per l’omologazione. Poi bisogna ricordare che anche sul fronte power unit c’è stata una restrizione del numero di ore che si possono utilizzare al banco prova, e queste restrizioni hanno avuto un impatto sul nostro lavoro. Quando non c’erano limiti, bastava aumentare il lavoro ai banchi prova, sia in termini di prestazioni che di affidabilità, ma oggi, essendo dei vincoli di ore, sei costretto a fare delle scelte”.

“Abbiamo spinto i limiti delle prestazioni oltre quello che sarebbe stato un normale piano di affidabilità, e questo perché sapevamo che sarebbe stato importante recuperare il divario sulla concorrenza prima che arrivasse il congelamento per quattro stagioni, consci che le problematiche relative all’affidabilità possono sempre essere risolte in un secondo momento. Con questo non voglio dire che siamo arrivati alla prima gara pensando di essere del tutto inaffidabili, non è stato così. Nei test invernali non sono emersi problemi, ma sapevamo di non avere una situazione ideale. In più i problemi che abbiamo avuto in pista che non erano emersi nelle simulazioni al banco, credo siano imprevisti tipici di un progetto nuovo, e c’è da metterli in conto, non sono sorpreso del tutto da quanto avvenuto”.

Come valuti gli errori di strategia che ci sono stati nella prima parte di stagione? Pensi che siano necessari dei cambiamenti su questo fronte?
MB
: “Come prima cosa, credo che ci sia sempre un modo per migliorarsi, non puoi essere perfetto e non lo sarai mai. Non ho dubbi sulla necessità di fare sempre dei passi avanti, dobbiamo migliorarci sull’aerodinamica, sul telaio, sulla power unit, sulla strategia e tutti gli aspetti che si possono migliorare. Detto questo, credo di avere una grande squadra che si occupa della strategia e non credo sia un nostro punto debole. Gare come Monaco, Silverstone o Paul Ricard sono state giudicate problematiche su questo fronte, ma io non vedo il gruppo come un problema, perché credo che abbiamo anche preso decisioni giuste”.

“Non sono convinto che quello che abbiamo fatto fosse sbagliato, credo che abbiamo preso quelle che erano le decisioni giuste nel momento in cui sono state prese, e a volte si sono rivelate sfortunate, non sbagliate. E se guardiamo all’operato del nostro team di strategia, a volte hanno fatto anche grandi cose, migliori degli avversati. Ad esempio, in Austria avevamo la strategia giusta, al contrario dei nostri avversari, così come avevamo probabilmente la migliore strategia in Francia prima dell’errore di Charles. Al Paul Ricard abbiamo avuto il coraggio di portare due set di medie in gara, e per fare una scelta di questo tipo non devi essere non solo bravo, ma anche coraggioso. Quindi, nel complesso, abbiamo una buona squadra e non credo che questo sia un punto debole. Potremmo ricominciare a discutere, ancora una volta, di Monaco, Silverstone e Paul Ricard: dal mio punto di vista credo siano state decisioni difficili, forse sfortunate, ma non sempre sbagliate. Quindi non credo che sia una nostra debolezza in questo momento”.

Qui sotto vi riportiamo solo alcuni brevi passaggi dell’intervista che troverete completa su motorsport.com.

Fonte: https://www.circusf1.com/2022/08/f1-binotto-torna-a-parlare-di-strategia-non-sono-convinto-che-quello-che-abbiamo-fatto-fosse-sbagliato.php


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