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    Ferrari, se un anno dura 24 ore

    Una Ferrari col cuore diviso. Weekend di F1 a Montreal (Canada) e 24 Ore di Le Mans segnati sul calendario di Maranello, con ambizioni un po’ diverse. Sul tracciato dedicato alla memoria di Gilles Villeneuve non ci si aspettano miracoli dalla Rossa, per una McLaren che dovrebbe dominare la scena e vivere nell’atteso dualismo Oscar Piastri-Lando Norris. Si confida nella vena creativa di Charles LEGGI TUTTO

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    Piero Ferrari commenta l’esclusione di Imola dal calendario 2026 e dice: “Cercherò di dare una mano”

    Piero Ferrari

    Piero Ferrari, in un’intervista esclusiva a Leo Turrini, ha commenta l’esclusione del Gran Premio di Imola dal calendario F1 2026, ufficializzato qualche giorno fa da FIA e Formula 1.
    Il figlio del Drake ha però aggiunto: “Cercherò di dare una mano”. Immaginiamo per farlo rientrare in calendario.
    Qui sotto qualche altro passaggio importante del Q&A con Turrini per “Il Resto del Carlino“.
    “Non sono sorpreso perché conosco le dinamiche che governano il cosiddetto Circo a quattro ruote”, ha spiegato Ferrari che però ha poi aggiunto: “Questo non è un verdetto definitivo”.
    Ci potrebbero quindi essere ancora margini per recuperare. Su questo, Piero Ferrari, che si trova in Canada per seguire da vicino la Scuderia fondata da papà Enzo, ha detto: “Da fuori trovo interessante l’idea di promuovere una rotazione tra i circuiti classici europei […] la globalizzazione è un fenomeno che ha ormai contagiato lo sport business, non solo l’automobilismo. Per fare un esempio, quando ero giovane io mica si correvano Gran Premi nelle terre del gas e del petrolio, oggi invece abbiamo il Gp del Bahrain, il Gp del Qatar, il Gp dell’Arabia Saudita, il Gp di Abu Dhabi…”.

    E infine ha aggiunto: “Bisogna usare la fantasia per conciliare tradizione e modernità. Io sono convinto che Imola riavrà il suo posto, magari in forme nuove. Per quel poco che posso, cercherò di dare una mano”.
    Per leggere l’intervista completa di Leo Turrini a Piero Ferrari, vai su ilrestodelcarlino.it LEGGI TUTTO

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    Piero Ferrari commenta l’esclusione di Imola dal calendario 2026 e dice: “Cercherò di dare una mano”

    Piero Ferrari

    Piero Ferrari, in un’intervista esclusiva a Leo Turrini, ha commenta l’esclusione del Gran Premio di Imola dal calendario F1 2026, ufficializzato qualche giorno fa da FIA e Formula 1.
    Il figlio del Drake ha però aggiunto: “Cercherò di dare una mano”. Immaginiamo per farlo rientrare in calendario.
    Qui sotto qualche altro passaggio importante del Q&A con Turrini per “Il Resto del Carlino“.
    “Non sono sorpreso perché conosco le dinamiche che governano il cosiddetto Circo a quattro ruote”, ha spiegato Ferrari che però ha poi aggiunto: “Questo non è un verdetto definitivo”.
    Ci potrebbero quindi essere ancora margini per recuperare. Su questo, Piero Ferrari, che si trova in Canada per seguire da vicino la Scuderia fondata da papà Enzo, ha detto: “Da fuori trovo interessante l’idea di promuovere una rotazione tra i circuiti classici europei […] la globalizzazione è un fenomeno che ha ormai contagiato lo sport business, non solo l’automobilismo. Per fare un esempio, quando ero giovane io mica si correvano Gran Premi nelle terre del gas e del petrolio, oggi invece abbiamo il Gp del Bahrain, il Gp del Qatar, il Gp dell’Arabia Saudita, il Gp di Abu Dhabi…”.

    E infine ha aggiunto: “Bisogna usare la fantasia per conciliare tradizione e modernità. Io sono convinto che Imola riavrà il suo posto, magari in forme nuove. Per quel poco che posso, cercherò di dare una mano”.
    Per leggere l’intervista completa di Leo Turrini a Piero Ferrari, vai su ilrestodelcarlino.it LEGGI TUTTO

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    Piero Ferrari commenta l’esclusione di Imola dal calendario 2026 e dice: “Cercherò di dare una mano”

    Piero Ferrari

    Piero Ferrari, in un’intervista esclusiva a Leo Turrini, ha commenta l’esclusione del Gran Premio di Imola dal calendario F1 2026, ufficializzato qualche giorno fa da FIA e Formula 1.
    Il figlio del Drake ha però aggiunto: “Cercherò di dare una mano”. Immaginiamo per farlo rientrare in calendario.
    Qui sotto qualche altro passaggio importante del Q&A con Turrini per “Il Resto del Carlino“.
    “Non sono sorpreso perché conosco le dinamiche che governano il cosiddetto Circo a quattro ruote”, ha spiegato Ferrari che però ha poi aggiunto: “Questo non è un verdetto definitivo”.
    Ci potrebbero quindi essere ancora margini per recuperare. Su questo, Piero Ferrari, che si trova in Canada per seguire da vicino la Scuderia fondata da papà Enzo, ha detto: “Da fuori trovo interessante l’idea di promuovere una rotazione tra i circuiti classici europei […] la globalizzazione è un fenomeno che ha ormai contagiato lo sport business, non solo l’automobilismo. Per fare un esempio, quando ero giovane io mica si correvano Gran Premi nelle terre del gas e del petrolio, oggi invece abbiamo il Gp del Bahrain, il Gp del Qatar, il Gp dell’Arabia Saudita, il Gp di Abu Dhabi…”.

    E infine ha aggiunto: “Bisogna usare la fantasia per conciliare tradizione e modernità. Io sono convinto che Imola riavrà il suo posto, magari in forme nuove. Per quel poco che posso, cercherò di dare una mano”.
    Per leggere l’intervista completa di Leo Turrini a Piero Ferrari, vai su ilrestodelcarlino.it LEGGI TUTTO

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    Hamilton vota Vasseur: “Qui per lui e per vincere. Non ho dubbi”

    Rinfrancato. Sarà stata la visita dei giorni scorsi al celebre numero 10 di Downing Street a Londra, dove il primo ministro britannico Keir Starmer l’ha accolto con alcuni bambini della sua fondazione Mission 44 per parlare di inclusione e combattere la dispersione scolastica («un privilegio essere ascoltato su questi argomenti: la scuola con me ha fallito, non deve succedere» le sue parole). Sarà l’aria di Montreal, ovvero la pista forse LEGGI TUTTO

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    F1, Hamilton: “Montreal è una delle mie gare del cuore”

    Lewis Hamilton è entrato nel paddock del Circuito Gilles-Villeneuve di Montreal con un volto che faceva trasparire un po’ di tristezza: saranno forse i risultati al di sotto delle aspettative oppure le voci su Fred Vasseur (leggi qui) a non far dormire sonni tranquilli al sette volte campione inglese. HAMILTON Lewis (gbr), Scuderia Ferrari SF-25, portrait during the Formula 1 AWS Gran Premio del Made in Italy e Dell’Emilia-Romagna 2025, Emilia Romagna Grand Prix 2025, 7th round of the 2025 FIA Formula One World Championship from May 16 to 18, 2025 on the Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari, in Imola, Italy – Photo Antonin Vincent / DPPI – credits: @Scuderia Ferrari Press Office

    Il pilota della Ferrari ha partecipato alla conferenza stampa piloti, in vista del weekend di gara.
    “Quella di Montreal è una delle mie gare del cuore”, ha detto Hamilton che poi ha anche aggiunto: “Ho conquistato la mia prima vittoria sull’Isola di Notre-Dame. Ricordo quanto è stato incredibile tagliare per primo il traguardo, e da allora Montreal ha sempre avuto un posto speciale per me.”
    Tra le cose che il campione inglese ama di più di questa pista c’è sicuramente il tracciato, ma anche la vicinanza con i tifosi: “Il circuito è emozionante, con i muretti tutto intorno, ma è incredibilmente veloce per essere una pista cittadina e le frenate sono davvero impegnative, ti fanno salire l’adrenalina,” ha spiegato. “Ma quello che amo davvero sono le tribune: qui sono più vicine alla pista che in qualunque altro circuito. Alla curva 10 o alla 2 sembra quasi di frenare tra le braccia del pubblico, ed è una sensazione bellissima. Qui ho sempre sentito un grande sostegno, e ora che corro per la Scuderia Ferrari HP penso che ne avrò ancora di più, anche perché qui c’è una forte comunità di lingua italiana. Stiamo lavorando sodo per regalarci – e regalare a loro – un bel risultato questo weekend.”

    Con 19 stagioni di Formula 1 alle spalle, a Hamilton è stato chiesto come pensa sia oggi il debutto nella massima categoria per i piloti più giovani: “È una domanda molto interessante,” ha risposto l’inglese che poi ha anche concluso dicendo: “Penso che ci siano similitudini e differenze tra quando ho iniziato io e oggi. Credo che per un rookie le monoposto di oggi siano difficili da guidare quanto lo era la mia nel 2007. Ma sono anche convinto che allora fosse più semplice la vita fuori dall’abitacolo. I media erano meno reattivi, i social non esistevano, quindi nemmeno gli abusi che spesso ne derivano, e probabilmente c’era più tempo per crescere con calma. In sostanza penso che i ragazzi di oggi siano molto maturi, ma che debbano anche crescere molto in fretta”. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, è sempre più caos: le polemiche di Hamilton e le tentazioni di Leclerc. In Canada la resa dei conti

    Alla ricerca del vero Hamilton, ma soprattutto di speranze per non dover buttare via l’ennesima stagione dei rimpianti. La Ferrari nel Gp di Canada, a Montreal, si gioca praticamente tutto e spera di ritrovare una pace sempre più incrinata dai suoi protagonisti.  Nessuno, alla vigilia del mondiale 2025, poteva immaginare che i primi mesi in rosso per il talento di Stevenage potessero essere LEGGI TUTTO

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    Formula 1, In Canada c’è il 60% di probabilità che entri una Safety Car

    Qual è la percentuale di ingressi della Safety Car nei Gran Premi del Canada disputati a Montreal? La prima volta è stata nel 1997, quando l’eroe di casa Jacques Villeneuve finì contro il celeberrimo “muro dei campioni” al secondo giro.credits: @Scuderia Ferrari Press Office

    La percentuale di ingressi della Safety Car nelle gare di Formula 1, disputati a Montreal sul circuito Gilles Villeneuve, è molto alta: 60%. La prima volta fu nel 1997, quando l’eroe di casa Jacques Villeneuve (Williams) finì contro il celeberrimo “muro dei campioni” al secondo giro.
    L’ultima lo scorso anno (2024), quando Carlos Sainz venne a contatto con Alexander Albon. L’edizione 2011 vide cinque ingressi della vettura di sicurezza, e quella corsa divenne anche la più lunga della storia, essendo durata 4 ore 4 minuti e 39 secondi.

    A vincere fu Jenson Button, a meno di 75 km/h di media. A un Gran Premio del Canada, quello del 1973 sulla pista di Mosport Park, è legata la prima volta di una Safety Car in Formula 1 – se si escludono le undici edizioni della 500 Miglia di Indianapolis dal 1950 al 1960, incluse nel calendario del Mondiale –. Fu un mezzo disastro, poiché il pilota che la conduceva, Eppie Wietzes, uscì mancando il leader della corsa finendo per condizionarne il risultato. LEGGI TUTTO