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    Eni torna in Formula 1 con il Team Alpine

    Il Team Alpine F1 ed Eni hanno annunciato oggi una storica collaborazione che segna il ritorno di Eni nel Circus della Formula 1 per la prima volta in oltre due decenni e il ricongiungimento con il Team Enstone.
    La partnership è più ampia in quanto il Renault, Eni e il Team Alpine F1 lavoreranno insieme per testare nuovi prodotti a base di bio-carburanti per le corse.
    Infine il Gruppo Renault ed Eni esploreranno le potenziali sinergie nel campo della mobilità e delle soluzioni energetiche, con l’obiettivo di fornire soluzioni di trasporto sostenibili e migliorare l’esperienza dei clienti.
    Luca de Meo, CEO di Renault, ha così commentato sul suo profili LinkedIn: “L’Italia è sempre stata uno dei mercati più importanti per Renault Group, e credetemi, sono assolutamente obiettivo 😉. Per Renault, collaborare con partner italiani è quindi una scelta naturale, ma questa volta c’è qualcosa di davvero speciale. Sono entusiasta di annunciare la nostra partnership con Eni per affrontare la sostenibilità su più fronti: dall’espansione della rete per la mobilità elettrica alla sperimentazione di biocarburanti all’avanguardia nell’ambiente più sfidante al mondo: la Formula 1!
    Con Eni che si unisce ad Alpine come sponsor, trasformiamo la F1 in un laboratorio ad alte prestazioni per il futuro dei carburanti sostenibili.
    Ma non è tutto. La nostra partnership si estende anche alle soluzioni di mobilità intelligente, con Renault che fornisce veicoli e servizi per il programma di car-sharing ‘Enjoy’ di Eni—perché la sostenibilità inizia nelle nostre città.
    E per alimentare questa trasformazione, stiamo anche accelerando lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica per veicoli elettrici in tutta Europa! Unendo la nostra esperienza, puntiamo a costruire una rete di ricarica competitiva e innovativa, rendendo la mobilità elettrica più accessibile ed efficiente.
    Le grandi sfide richiedono alleanze ambiziose. Oggi possiamo dire che stiamo passando dalle parole ai fatti!
    Stay tuned, la Champions League dell’industria europea diventa sempre più competitiva!”.

    Flavio Briatore, Executive Advisor del Team Alpine F1, ha così commentato: “È con immenso orgoglio che diamo il benvenuto al ritorno di Eni in Formula Uno con il BWT Alpine Formula One Team. Eni ha costituito una grande parte della nostra storia in questa squadra e, in passato, è stata anche un importante partner in Formula Uno. Condividiamo obiettivi e finalità comuni, soprattutto per quanto riguarda l’efficienza energetica, la sostenibilità e i futuri prodotti a base di bio-benzina. Averli di nuovo a bordo del BWT Alpine Formula One Team è fantastico e non vediamo l’ora di fare molte cose interessanti insieme in futuro, sia in pista che fuori”. LEGGI TUTTO

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    Ilmor 265E, il motore V8 che ha rivoluzionato le 500 Miglia di Indianapolis

    1994 Penske PC-23 – Illustrations by Tony Matthews

    L’Ilmor 265E, noto anche come Mercedes-Benz 500I Pushrod V8, è una pietra miliare nell’ingegneria motoristica che ha lasciato un segno indelebile nel mondo delle corse automobilistiche. Questo motore a combustione interna, alternativo a ciclo Otto, a quattro tempi e sovralimentato, ha giocato un ruolo fondamentale nel trionfo del Team Penske durante la leggendaria 78a edizione delle 500 Miglia di Indianapolis, il 29 maggio 1994. La sua progettazione avanzata, la potenza straordinaria e l’affidabilità lo rendono un esempio senza pari di ingegneria ad alte prestazioni, capace di riscrivere la storia delle competizioni automobilistiche.
    Caratteristiche Tecniche
    Al cuore dell’Ilmor 265E troviamo un motore V8 a disposizione pushrod, che abbinava un sistema di sovralimentazione progettato per massimizzare la potenza e l’efficienza. Il design pushrod, sebbene tradizionale in alcuni ambiti, consentiva una gestione della combustione particolarmente precisa, ottimizzando la risposta all’acceleratore e garantendo una potenza costante in condizioni di gara estreme. Questa configurazione rappresentava una combinazione di semplicità e performance, elementi chiave per affrontare la lunga e impegnativa distesa del circuito di Indianapolis.
    La sovralimentazione, attraverso un turbocompressore, consentiva al motore di sprigionare una potenza impressionante, aumentando notevolmente la velocità e la capacità di accelerazione della vettura. Questa caratteristica era essenziale in una competizione come le 500 Miglia, dove ogni frazione di secondo può fare la differenza tra vittoria e sconfitta. Inoltre, la costruzione del motore si distingueva per l’uso di materiali di alta qualità e una precisione di assemblaggio che garantiscono un’eccezionale durata e affidabilità sotto condizioni di stress massimo. La capacità di mantenere performance elevate anche sotto temperature e sollecitazioni estreme era un altro dei punti di forza che ha reso l’Ilmor 265E un’arma vincente nelle mani dei piloti.
    Vittoria Storica
    Il 29 maggio 1994, il Team Penske, uno dei più titolati nel panorama delle corse automobilistiche, ha dominato la 78a edizione delle 500 Miglia di Indianapolis, grazie all’utilizzo dell’Ilmor 265E. La vittoria di Al Unser Jr. ha rappresentato una delle più grandi imprese nella storia recente di questa competizione. Il motore, con il suo straordinario potenziale, ha permesso al team di essere competitivo su ogni tipo di superficie del circuito, adattandosi perfettamente alle necessità di potenza e affidabilità durante le 200 giri di gara. Questa vittoria ha avuto un valore simbolico, non solo per il successo immediato, ma anche per il consolidamento della reputazione di Ilmor come leader nel settore dei motori da competizione. La capacità di adattarsi alle sfide tecniche di una gara così prestigiosa ha posizionato il motore 265E come uno dei più importanti sviluppi tecnologici nella storia dellecorse automobilistiche.

    Non solo il team Penske ha conquistato la vittoria in questa edizione delle 500 Miglia, ma ha anche consolidato il proprio status nel motorsport grazie all’affidabilità e alle performance senza pari dell’Ilmor 265E. Questo motore, con la sua combinazione di innovazione e prestazioni estreme, ha saputo esprimere al meglio le ambizioni e le capacità di uno dei team più vincenti nella storia delle corse.
    L’Ilmor 265E non è semplicemente un motore ma un’icona di innovazione, performance e successi sportivi. La sua progettazione avanzata e le incredibili prestazioni che ha garantito, soprattutto in occasione della 78a edizione delle 500 Miglia di Indianapolis, lo rendono uno dei motori più significativi nella storia delle competizioni automobilistiche. Un esempio perfetto di come la tecnologia possa cambiare il destino di una gara e, più in generale, della storia del motorsport.
    Ogni dettaglio, dalla sua progettazione all’applicazione in gara, evidenzia la passione e la maestria con cui è stato realizzato, dimostrando che, nell’alta competizione, ogni millisecondo conta e ogni scelta ingegneristica fa la differenza. L’Ilmor 265E è un simbolo di eccellenza, capace di ispirare le future generazioni di ingegneri e appassionati del mondo delle corse.
    Scritto da: Alessandro De Paola LEGGI TUTTO

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    Honda e Red Bull: i veri motivi dietro al loro divorzio

    Il 2026 rappresenterà una data spartiacque per la storia della F1, ma non solo. La rivoluzione telaistica e motoristica dell’anno prossimo, infatti, metterà la parola fine alla collaborazione tra Red Bull e Honda, che tante soddisfazioni ha portato e sta portando a entrambi i protagonisti. In un articolo apparso su Motorsport.com, il giornalista britannico Ronald Vording ha ricostruito ragioni e passaggi di un divorzio che, comunque vada, farà storia.
    Dal Covid ai trionfi di Verstappen
    La pandemia di Covid-19 che nel 2020 è esplosa in tutto il mondo ha avuto conseguenze importanti anche sulle decisioni prese nel mondo del motorsport. Tra queste, una delle più clamorose fu quella annunciata da Honda il 2 ottobre 2020, con il colosso giapponese a smarcarsi completamente dalla F1 e dai propri partner Red Bull e, di conseguenza, Alpha Tauri al termine della stagione 2021. A quel punto, per il team di Milton Keynes una sola strada risultò percorribile, dal momento che intorno a sé si trovò praticamente ad avere terra bruciata, come spiegato da Christian Horner.
    “Non avremmo avuto un motore dalla Mercedes e con la Ferrari non eravamo sicuri di quanti cilindri avremmo avuto! Avevamo già lavorato con la Renault e tornare indietro non ci sembrava giusto. Quindi siamo stati quasi costretti a prendere una strada diversa. La nostra idea era di acquisire la proprietà intellettuale del motore Honda e di costruire, assemblare e curare noi stessi la PU omologata fino alla fine di questo ciclo. Quando abbiamo iniziato a capire qual era lo scenario, abbiamo capito che era sempre più complesso. Il processo non riguardava solo la produzione dei motori, c’era molto di più. Bisogna avere a che fare con una catena di fornitori e cose del genere”.
    Una situazione complicata, dunque, per Red Bull. Per fortuna di Horner e dei suoi uomini, le conseguenze della pandemia su Honda si rivelarono meno pesanti di quanto pronosticato, e i giapponesi si trovarono a tornare sui propri passi. In questo modo, si è riusciti da entrambe le parti a trovare una soluzione, con una collaborazione che arriverà fino al termine del campionato che sta per iniziare. Dal 2026, però, tutto cambierà, e sicuramente ci saranno conseguenze importanti per tutti gli attori.
    Honda voleva Red Bull anche per il 2026, ma a Milton Keynes si erano già mossi
    “Le normative 2026 con metà della potenza fornita dal motore a combustione e l’altra metà dall’ibrido ha molto interessato sia Honda che Honda Racing-. Ci attrae anche la direzione verso i carburanti sostenibili. Per tutte queste cose, abbiamo deciso di tornare ufficialmente in Formula 1. Ma quando abbiamo formalmente interrotto le nostre attività in Formula 1, Red Bull ha fondato la sua società di power unit. Di conseguenza, non c’era più lo spazio per riaprire una collaborazione”.
    Queste parole di Koji Watanabe, presidente di HRC, danno l’idea della situazione che i giapponesi hanno dovuto affrontare nel momento in cui sono dovuti arrivare a prendere una decisione importante. Scadendo il contratto di fornitura con Red Bull nel 2025, occorreva in pratica decidere cosa fare di un rapporto che ha portato gloria, successi e tanto pregio alla Casa del Sol Levante. Si è valutata anche la possibilità di produrre la componente a combustione interna nelle strutture inglesi e quella elettrica in Giappone, ma ben presto si è arrivati alla conclusione che tutto ciò sarebbe stato un handicap piuttosto che un vantaggio.

    A quel punto, è risultato evidente come la prosecuzione del rapporto oltre il 2025 fosse impossibile, e il Red Bull Powertrains, la branca che andrà ad occuparsi della progettazione e della implementazione delle nuove PU, andrà a lavorare con Ford, segnando il ritorno del marchio dell’ovale blu in F1. Honda, invece, andrà ad equipaggiare le vetture Aston Martin, e questo potrebbe avere ripercussioni importanti, soprattutto considerando l’arrivo a Silverstone di Adrian Newey.
    Honda, Aston e… Max?
    Ora, è evidente che questa separazione porterà a conseguenze importanti per entrambe le realtà. In particolare, già ha fatto scalpore il passaggio di Adrian Newey alla corte di Lawrence Stroll, lavorando praticamente già sul prototipo del 2026. È evidente che la squadra british green non abbia nessuna voglia di farsi trovare impreparata in vista di questo “nuovo inizio”, e le sue sirene potrebbero attrarre anche l’altro tassello che ha portato alla costruzione di quel puzzle praticamente invincibile (fino a giugno 2024) chiamato Red Bull.
    Max Verstappen, infatti, sembra ormai essere il prossimo target del magnate canadese e dei suoi uomini. Un suo passaggio in Aston Martin segnerebbe un momento epocale, e pare che l’offerta fatta all’olandese sia di quelle che non si possono rifiutare. Il pilota di Hasselt, inoltre, andrebbe a ricongiungersi proprio con Honda, con cui ha ottenuto tutti i suoi quattro titoli. Sarebbe certamente una bella storia da raccontare; restiamo in attesa, ma la sensazione è che la separazione tra Red Bull e Honda continuerà a portare con sé diversi strascichi, anche oltre il 2025. LEGGI TUTTO

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    Com’era il rapporto tra Leclerc e Sainz?

    Carlos Sainz e Charles Leclerc | credit: @Scuderia Ferrari Press Office
    Xavi Marcos, ex ingegnere di pista di Charles Leclerc, ha rilasciato alcune rivelazioni circa il vero rapporto tra il monegasco e Sainz in Ferrari. Inoltre, ha svelato la maniera in cui Leclerc avrebbe reagito alla notizia dell’ingaggio di Hamilton, che dalla prossima stagione sostituirà proprio Carlos Sainz alla guida della monoposto Ferrari.
    Quando lo sport è una passione così grande che se ne vorrebbe parlare continuamenteEbbene sì, per molti lo sport è una passione immensa, che porta e ha portato tantissime persone a praticarlo, ma anche a parlarne, magari attraverso un sito web dedicato. Se il piano è questo, allora il consiglio è di affidarsi a Ionos, uno dei leader nel settore della registrazione domini e dei servizi di Hosting WordPress. Ionos offre soluzioni affidabili per aziende, professionisti e privati che desiderano creare una presenza online solida e professionale. Registrare un dominio con Ionos è uno step fondamentale per costruire un’identità digitale unica e riconoscibile. Oltre alla registrazione del dominio, Ionos offre una gamma completa di servizi per la gestione dei siti web, tra cui email professionali, strumenti per la creazione di portali e pagine e soluzioni avanzate per e-commerce. Una delle caratteristiche più innovative tra quelle offerte dal brand è l’integrazione con l’Intelligenza Artificiale, che semplifica e automatizza la gestione di qualsiasi sito web. Grazie a questa tecnologia, gli utenti possono generare e modificare il proprio sito con pochi clic, ricevendo suggerimenti utili in tempo reale per ottimizzare design e contenuti. Affidarsi a Ionos vuol dire scegliere un provider innovativo e affidabile, che mette a disposizione un supporto tecnico disponibile 24/7 e una serie di strumenti avanzati per ottenere il tanto ambito successo in rete.
    Leclerc e Sainz andavano d’accordo?Oltre a generare un entusiasmo contagioso, l’approdo di Hamilton in Ferrari ha sollevato più di qualche dubbio circa la convivenza del 7 volte campione del mondo con il compagno di squadra Charles Leclerc, sul quale la scuderia di Maranello ha sempre puntato con decisione. Il pilota di Monte Carlo è cresciuto proprio nell’Academy della Ferrari ed è sempre stato legato al Cavallino Rampante. L’arrivo di Hamilton, però, potrebbe rimettere tutto in discussione e influire sul delicato rapporto tra compagni di squadra. Ma qual era il rapporto di Charles Leclerc con gli altri compagni di scuderia prima che arrivasse Lewis Hamilton?Secondo Xavier Marcos, Leclerc avrebbe imparato tantissimo da Vettel, suo primo compagno di squadra. Con Sainz, invece, le cose sono cambiate: lo spagnolo è un pilota molto costante, che lavora tanto e che preferisce non mischiare amicizia e lavoro. Il rapporto tra i due, infatti, è sempre stato piuttosto formale, ma anche abbastanza corretto. Leclerc e Sainz non sono sempre andati d’accordo, ma anche quando hanno discusso lo hanno fatto in modo costruttivo, ha svelato Xavi Marcos. Quando la Ferrari ha annunciato l’accordo con Hamilton, poi, Leclerc è sembrato contento, dando a tutti l’impressione di aver preso bene la notizia. Charles ha subito iniziato a pensare a tutto ciò che avrebbe potuto imparare da Lewis e a come sfruttare la sua presenza in Ferrari per crescere dal punto di vista professionale, ha aggiunto Marcos. LEGGI TUTTO

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    F1, Pino Allievi: Qualcuno in Ferrari ha definito Hamilton “il messia”

    Qualcuno in Ferrari ha definito Hamilton “il messia”, come a dire che il team pende già dalla sua parte. E’ questo quanto sostiene Pino Allievi, nella sua rubrica “Gas a tavoletta” su Autosprint.Lewis Hamilton in pista a Fiorano – credits: @Scuderia Ferrari Press Office

    Charles Leclerc è stato definito, sicuramente un po’ troppo prematuramente, come “il predestinato”. Ora c’è chi sostiene che, in Ferrari, qualcuno ha già definito Lewis Hamilton come “il messia”. A scrivere in questi termini è Pino Allievi in un articolo dal titolo “Dentro ai derby in rosso”, sul numero 5 del settimanale Autosprint.
    Il giornalista, ex Gazzetta dello Sport, ha ripercorso un po’ la storia di celeberrime coppie Ferrari del passato, per poi arrivare a parlare della sfida interna in casa Ferrari tra Leclerc ed Hamilton. Allievi parla del pilota inglese come di un vero e proprio “brand”, sbarcato a Maranello con un stuolo di manager e collaboratori vari con l’obiettivo di conquistare l’ottavo titolo mondiale e ribadire di essere il migliore di sempre.
    Stando sempre ad Allievi, qualcuno in Ferrari avrebbe già definito Hamilton “il messia”, come dire che il team pende già dalla sua parte. Legato a questo c’è ovviamente la “difficile” posizione di Leclerc.
    Sempre nel suo approfondimento su Autosprint, Allievi scrive: “Il fatto che qualcuno abbia detto che ‘l’arrivo di Hamilton fa bene a Leclerc perché lo farà crescere’, è una cosa che Charles potrebbe non aver gradito.

    Se da un lato infatti Hamilton ha già vinto tanto, Leclerc ha bisogno di battere il nuovo compagno di squadra, per difendere la sua reputazione in Ferrari e in Formula 1. Una sconfitta – ha chiosato letteralmente Allievi – lo caccerebbe tra gli eterni secondi”. LEGGI TUTTO

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    La leggenda John Surtees, dal motoclismo alla Formula 1

    John Surtees – credits: Ferrari.com
    Nel panorama degli sport motoristici, dove l’audacia si fonde con la velocità e la passione alimenta ogni sorpasso, emerge una figura leggendaria, un’icona il cui nome risuona attraverso le epoche: John Surtees. La sua storia è un racconto di trionfi e sfide, un esempio di come la determinazione e il talento possano condurre un individuo a conquistare vette inimmaginabili.

    La carriera nel motociclismo
    Nato l’11 febbraio 1934 a Tatsfield, nel Surrey, Inghilterra, John Surtees ha iniziato la sua carriera nel motociclismo negli anni ’50, un’era in cui le due ruote erano sinonimo di libertà e avventura. Il suo talento era evidente fin da subito, e la sua abilità nel domare le moto da corsa lo ha portato rapidamente alla ribalta. Nel 1956, Surtees ha conquistato il suo primo titolo mondiale nella classe 500cc con la MV Agusta, un successo che ha ripetuto per altri sei anni consecutivi, un dominio che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del motociclismo. La sua capacità di controllare le moto ad alta velocità, la sua precisione nelle traiettorie e la sua audacia nel superare gli avversari lo hanno reso un pilota temuto e rispettato da tutti.
    Il passaggio alla Formula 1
    Dopo aver raggiunto l’apice del successo nel motociclismo, Surtees ha deciso di intraprendere una nuova sfida: la Formula 1. Nel 1960, ha fatto il suo debutto nel campionato automobilistico con la scuderia Ferrari, un team leggendario che ha rappresentato per lui un’opportunità unica. La transizione dal motociclismo alle auto non è stata semplice, ma Surtees ha dimostrato di possedere il talento necessario per eccellere anche in questa nuova disciplina. La sua passione per la velocità e la sua determinazione nel superare i propri limiti lo hanno portato a migliorare costantemente, fino a raggiungere il culmine della sua carriera nel 1964. In quell’anno magico, Surtees ha conquistato il campionato del mondo di Formula 1, diventando così l’unico pilota nella storia ad aver vinto titoli mondiali sia nel motociclismo che nella Formula 1. Un’impresa straordinaria che ha consacrato la sua leggenda e lo ha reso un’icona immortale dello sport.

    L’eredità di John Surtees
    La carriera di John Surtees è stata costellata di successi, ma anche di sfide e tragedie. Nel 2009, ha subito la perdita del figlio Henry in un tragico incidente durante una gara, un evento che ha segnato profondamente la sua vita. Nonostante il dolore, Surtees non si è arreso e ha continuato a coltivare la sua passione per le corse, dedicandosi anche a iniziative volte a migliorare la sicurezza nel motorsport. La sua esperienza e la sua competenza sono state preziose per promuovere l’adozione di misure di sicurezza più rigorose, contribuendo a proteggere la vita dei piloti. Oggi, John Surtees è considerato una leggenda dello sport, un esempio di talento, coraggio e determinazione. La sua storia continua a ispirare generazioni di piloti e appassionati di motorsport, ricordando loro che con passione e impegno è possibile superare qualsiasi ostacolo e raggiungere traguardi straordinari.
    John Surtees è un’icona intramontabile dello sport, un pilota che ha saputo lasciare un’impronta indelebile nel mondo delle corse. La sua capacità di eccellere sia sulle due che sulle quattro ruote è un’impresa unica, un record che difficilmente sarà eguagliato. La sua vita è un esempio di come la passione, il talento e la determinazione possano condurre un individuo a realizzare i propri sogni, superando ogni limite e diventando una leggenda. John Surtees rimarrà per sempre un simbolo di eccellenza nel motorsport, un campione che ha saputo conquistare il cuore di milioni di appassionati in tutto il mondo.
    Scritto da: Alessandro De Paola LEGGI TUTTO

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    L’evoluzione dei 10 attuali team F1, dalle origini ad oggi

    Un viaggio nella storia, attraverso l’evoluzione degli attuali 10 team di Formula 1, dalle loro origini ai giorni nostri.Infografica: x.com/F1

    La Formula 1 non è solo un campionato automobilistico: è l’apice del motorsport, dove velocità, tecnologia e passione si mescolano per creare uno spettacolo senza pari. Ogni stagione, la griglia di partenza si arricchisce di nuovi protagonisti, ognuno con una propria storia che rispecchia non solo la competizione sportiva, ma anche l’evoluzione tecnologica, l’ingegneria e la strategia gestionale. Questo nostro viaggio nella storia delle Scuderie F1 ci permette di comprendere non solo l’evoluzione dei team, ma anche l’essenza stessa della Formula 1: una battaglia continua tra ingegno umano e velocità pura.
    Evoluzioni Team F1, Ferrari: il mito senza tempo
    La storia della Scuderia Ferrari affonda le sue radici nel lontano 1929, quando Enzo Ferrari fondò la squadra come divisione sportiva della Alfa Romeo. Dopo il debutto in Formula 1 nel 1950, la Ferrari è diventata la scuderia simbolo della competizione, rappresentando l’eccellenza del motorsport italiano. Con 16 titoli mondiali costruttori e 15 titoli piloti, la Ferrari è la squadra con il maggior seguito di tifosi in tutto il mondo. La passione per le corse, l’ingegneria di alta qualità e una continua spinta all’innovazione hanno permesso alla Ferrari di dominare la scena della F1 per decenni. Ogni vittoria è celebrata come una vittoria dell’Italia, e la “Rossa” continua a essere un simbolo di eccellenza, alimentando la competizione con nuovi progetti e talenti.
    Red Bull: l’astro nascente
    La Red Bull è una delle storie più straordinarie nel panorama della Formula 1. Fondata nel 2005, questa scuderia austriaca ha rapidamente conquistato la vetta del motorsport grazie a un approccio audace e innovativo. Dopo l’acquisizione del team Jaguar Racing (ex Stewart Grand Prix), la Red Bull ha investito enormemente in tecnologia e in un vivace programma di scouting, che ha portato alla scoperta di piloti come Sebastian Vettel e Max Verstappen. Con 6 titoli mondiali piloti e 4 costruttori, la Red Bull ha scritto una delle pagine più brillanti della F1 moderna. Il suo dominio nell’era turbo-ibrida, in particolare, è frutto di una continua spinta all’innovazione e un team sempre pronto a sfidare i giganti come Ferrari e Mercedes. La Red Bull è diventata sinonimo di strategia brillante e di successi che sembrano destinati a durare nel tempo.
    Mercedes: la potenza tedesca
    La Mercedes ha una lunga storia nelle corse, risalente agli anni ’50, quando le sue vetture dominarono la scena con piloti leggendari come Juan Manuel Fangio. Tuttavia, è dal 2010 che la casa tedesca ha avviato una nuova era di successi senza precedenti, con il ritorno in F1 via Brawn Gp, ex Honda, BAR e Tyrrell. Da allora, la Mercedes ha dominato l’era ibrida con 7 titoli mondiali costruttori consecutivi dal 2014 al 2020. Il team tedesco ha spinto al limite le tecnologie del motore ibrido, stabilendo nuovi standard di prestazione e affidabilità. Grazie a piloti come Lewis Hamilton, che ha dominato la F1 negli ultimi anni, la Mercedes si è imposta come uno dei riferimenti indiscussi nel motorsport.
    Evoluzioni Team F1, McLaren: la leggenda britannica
    Fondata nel 1963 da Bruce McLaren, questa scuderia britannica è una delle più titolate della storia della F1, con 8 titoli mondiali costruttori e 12 piloti. La McLaren ha sempre rappresentato il cuore dell’innovazione, sia in pista che fuori. La squadra ha lanciato numerose tecnologie pionieristiche, come l’introduzione delle prime monoscocche in fibra di carbonio, una vera rivoluzione per la sicurezza dei piloti. Nel corso degli anni, la McLaren ha avuto piloti leggendari come Ayrton Senna, Alain Prost, Mika Häkkinen e Lewis Hamilton, tutti protagonisti di battaglie memorabili. Nonostante alcuni periodi di difficoltà, la McLaren è sempre riuscita a risalire la china, mantenendo un posto d’onore nella storia della Formula 1.
    Alpine: la rinascita francese
    La storia dell’Alpine è strettamente legata a quella di Renault (ex Benetton e Toleman), che ha debuttato in Formula 1 nel 1977. Dopo la parentesi Lotus e il ritorno in F1 sempre come Renault, il marchio ha subito un processo di rebranding nel 2021, assumendo il nome Alpine per sottolineare la sua connessione con la tradizione automobilistica francese. Con un passato di successi, tra cui i titoli mondiali conquistati da Fernando Alonso nel 2005 e 2006, l’Alpine sta cercando di tornare ai vertici, focalizzandosi su una tecnologia innovativa e sulla valorizzazione di giovani talenti. La scuderia è pronta a rinnovare la sua competitività, mirando a recuperare il terreno perduto nel corso degli ultimi anni.
    Aston Martin: il ritorno di un marchio storico
    L’Aston Martin ha una lunga storia nel mondo delle corse, ma la sua partecipazione alla Formula 1 ha avuto una parentesi lunga e complessa. Dopo un periodo di assenza, nel 2021 la scuderia britannica è tornata in F1 con un nuovo progetto che ha preso il posto del team Racing Point, già ex Force India e in origine Jordan Grand Prix. Il marchio, celebre per la sua eleganza e il design raffinato, ha portato con sé un forte patrimonio di successi nelle corse automobilistiche. Con un forte impegno nell’ingegneria e nel design delle vetture, l’Aston Martin ha come obiettivo quello di tornare a essere una forza dominante, facendo leva su prestazioni elevate e una filosofia che unisce tradizione e modernità.

    Racing Bulls: radici italiane
    Il team RB, nato come Minardi F1 Team e più recentemente conosciuto come Toro Rosso e poi AlphaTauri, ha avuto un percorso interessante all’interno della Red Bull. Fondato nel 2006, il team ha avuto la missione di fornire una piattaforma per i giovani piloti, e nel corso degli anni ha avuto il merito di scoprire talenti come Sebastian Vettel, che ha poi vinto il campionato del mondo. Dopo il rebranding a AlphaTauri nel 2020, il team ha continuato a crescere, consolidandosi come un’importante realtà nella griglia di partenza. Pur essendo sempre stata una scuderia di “seconda fascia”, la Racing Bulls ha spesso sorpreso per il suo spirito competitivo e la sua capacità di lottare contro squadre più potenti.
    Evoluzioni Team F1, Williams: la tradizione britannica
    Gp Italia F1 1995, Monza: Hill, Williams, Head, Newey | foto: Andrea Gallazzi – CircusF1Fondata nel 1977 da Frank Williams, la scuderia è stata per decenni una delle forze dominanti della Formula 1. Con 9 titoli mondiali costruttori e 7 piloti, la Williams ha scritto la storia del motorsport con una filosofia che ha sempre puntato sull’ingegneria e sullo spirito di squadra. Nonostante le difficoltà economiche e i periodi di crisi, la Williams è riuscita a mantenere la sua identità come uno dei team più rispettati. La sua resilienza e passione sono la chiave per comprendere il suo status nella storia della F1, un patrimonio che non si dimentica facilmente.
    Evoluzioni Team F1, Haas: la nuova sfida americana
    Fondata nel 2014, la Haas è l’esempio di come un team giovane possa entrare in Formula 1 e competere ad alti livelli. Grazie alla partnership con Ferrari, Haas ha avuto un buon inizio, mostrando fin da subito di essere in grado di inserirsi nella lotta per i posti di centro-griglia. Pur essendo ancora un team giovane, la Haas ha mostrato grandi potenzialità e una determinazione a far crescere il proprio progetto.
    Sauber F1 Team: l’eccellenza svizzera
    Il Sauber F1 Team, fondato da Peter Sauber nel 1993, è una scuderia svizzera che ha avuto un impatto notevole nella Formula 1. Con una reputazione per la qualità e l’affidabilità, Sauber ha saputo sviluppare vetture competitive, portando alla luce talenti come Kimi Räikkönen. Nel 2019, Sauber ha cambiato nome in Alfa Romeo Racing, ma ha mantenuto la sua identità e la sua tradizione nel motorsport. Oggi continua a essere un attore importante nella competizione. Dopo la fine dell’accordo con Alfa Romeo, il 15 dicembre 2023 il team svizzero ha annunciato il nuovo nome per la stagione 2024 di Formula 1: Stake F1 Team Kick Sauber. Questo segna il ritorno del nome Sauber nel campionato per la prima volta dal 2018. Tuttavia, il 1° gennaio 2024 è stata scelta la denominazione definitiva Stake F1 Team, mentreKick Sauber è rimasto il nome del telaio. Nonostante ciò, nell’elenco ufficiale dei partecipanti della FIA, il team è registrato con il nome completo.
    Un futuro di emozioni
    La Formula 1 è uno sport in continua evoluzione, dove ogni stagione porta con sé sfide sempre nuove. I team, con la loro storia, le loro vittorie e i loro fallimenti, sono il cuore pulsante di questo sport. In un panorama sempre più competitivo e tecnologicamente avanzato, la battaglia tra le scuderie si fa ogni anno più affascinante, mentre nuove storie si intrecciano con quelle del passato, creando un ciclo che continua a incantare milioni di tifosi in tutto il mondo. La leggenda della Formula 1 si rinnova, e ogni team è una parte essenzial di questa straordinaria epopea.
    Scritto da: Alessandro De Paola LEGGI TUTTO

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    F1, Ecclestone: “Hamilton avrà molti nemici in Ferrari e non è più motivato”

    Leclerc e Hamilton – credits: @Scuderia Ferrari Press Office

    In una lunga intervista a ‘The Telegraph‘, dove Bernie Ecclestone non esita a definire Donald Trump “la cosa migliore che potesse capitare al mondo”, l’ex numero uno della Formula 1 ha parlato di Lewis Hamilton affermando che, in Ferrari, potrebbe avere molti nemici, a causa della posizione di Charles Leclerc in squadra.
    “Piero Ferrari lo ha portato lì (in Ferrari, ndr) e pensa ancora di aver fatto la cosa giusta”. Ha esordito così Mr. Ecclestone, parlando dell’arrivo di Hamilton a Maranello.
    L’ex Boss indiscusso del Circus ha poi anche aggiunto: “Spero che sia così. Spero che non si siano buttati a capofitto e che finiscano per rimpiangere di non averlo fatto”.
    Dopo 12 lunghi anni alla Mercedes, Hamilton, a 40 anni suonati, è alla ricerca di una nuova sfida con la Ferrari, nella speranza di conquistare l’ottavo titolo mondiale piloti. Solo tre piloti di 40 anni o più, nella storia della Formula 1, ci sono riusciti: l’ultimo è stato Jack Brabham nel 1966.
    Dopo l’ultima difficile stagione con la Mercedes, dove Hamilton ha dato l’impressione di essere un po’ demotivato, il suo recente arrivo a Maranello ha mostrato un pilota “rinato” e con una gran voglia di tornare ai vertici della Formula 1. Tuttavia, Ecclestone ritiene che il sette volte campione del mondo sia tutt’ora demotivato: “Ho una mia teoria al riguardo – ha detto a The Telegraph -. Non è l’età dei piloti, ma da quanto tempo fanno la stessa cosa. Lewis ha perso la motivazione. Se non avesse mai vinto un campionato del mondo, sarebbe stato diverso, perché allora ci sarebbe stato un incentivo a vincerne uno. Ma ne ha vinti sette”.

    Ecclestone, Hamilton e i nemici dell’inglese in Ferrari
    Parlando poi di Charles Leclerc, alla sue settima stagione in Ferrari, Ecclestone non ha esitato a ritenere che, a causa del solido legame del monegasco con il team, Hamilton avrà dei “nemici” alla Ferrari aggiungendo poi anche: “Lewis si mette in mostra in un modo tale da risultare antipatico. Come un ragazzo che ha vinto qualche titolo mondiale e ha qualche dollaro in banca pensa di potersi vestire come vuole. Io non sono un suo fan su questo. Ha molto talento come pilota. Non capisco perché faccia tutte queste altre ‘sciocchezze’. Deve uscire dal mondo della musica e da qualsiasi altra cosa”. LEGGI TUTTO