More stories

  • in

    Masters 1000 Monte Carlo: Sinner cede a Rune nel rush finale del terzo set, dopo una battaglia feroce

    Jannik Sinner a Monte Carlo (foto Instagram)

    Perdere così fa male, dopo un inizio scintillante, dopo aver dominato il primo set con una prestazione eccellente, una progressione di una potenza ed efficacia mostruosa. Purtroppo dall’avvio del secondo set, e poi complice anche un’interruzione per pioggia di 50 minuti, il match di Jannik Sinner nella semifinale del Masters 1000 di Monte Carlo si è complicato terribilmente e Holger Rune è salito, prendendo sempre più smalto e campo, servendo meglio e vincendo con maggior sicurezza i propri turni di servizio nel terzo set, finendo per vincere nel rush finale. 1-6 7-5 7-5 lo score conclusivo a favore del danese dopo quasi 3 ore di battaglia feroce, non sempre tecnicamente al top – tantissimi saranno gli errori finali, più del doppio dei vincenti – ma assolutamente avvincente per agonismo e intensità. Il successo porta il classe 2003 danese in finale, a sfidare Andrey Rublev per il titolo del primo 1000 su terra in stagione. Jannik ha giocato una grande partita, ha lottato con forza fisica, testa e buon tennis contro un avversario altrettanto tosto, bravo a spostare l’inerzia dell’incontro a suo favore dopo un inizio terribile e prevalere in un terzo set carico di tensione.
    Holger è stato fisicamente superiore, è cresciuto via via che il match avanzava, è sembrato più fresco nel terzo set e soprattutto ha gestito meglio la pressione e il discreto caos con gli spalti, da lui voluto e “gestito” per mettere ulteriore pressione all’azzurro. Di sicuro Sinner non ama i contesti del genere, come successe in passato nel match perso (anche quello in rimonta) contro Tiafoe a Vienna. Tuttavia sarebbe ingiusto attribuire ad Holger solo meriti “a-la-Connors”: il contesto l’ha certamente agevolato, ma è corretto sottolineare anche i meriti tattici di Rune. Holger dal secondo set è stato più efficace col servizio, sia per punti diretti che per migliori percentuali in campo, mentre Sinner ha ricavato sempre meno, servendo troppe seconde che poi ha dovuto gestire prendendosi bei rischi, non sempre ripagati. Inoltre l’aspetto tecnico che ha girato totalmente l’incontro a favore del danese è stata la posizione in campo. Era il tema più critico analizzato nel pre-partita, e il campo ha ampiamente confermato la teoria.
    Nel clamoroso inizio di Sinner ha pesato tantissimo la sua abilità nello spingere subito a tutta forzando immediatamente, grazie un servizio efficace, ad una risposta molto profonda ed aggressiva. Colpi d’inizio gioco che gli hanno permesso di liberare la potenza e velocità del suo braccio, soprattutto col diritto, con i piedi molto vicini alla riga di fondo. Rune era con le spalle al muro, non aveva letteralmente il tempo di trovare una contro mossa, era sbattuto fuori dal campo e aggredito da pallate micidiali per profondità, velocità e potenza. Angolate e precise. Una morsa micidiale che l’ha schiacciato. Senza appello. Si aspettava una reazione di Rune, ed è arrivata.
    Holger è stato bravissimo ad approfittare di un paio di errori col diritto di Sinner all’avvio del secondo set. Errori banali, non forzati, in momento in cui c’era tanto vento e pioveva, una combinazione di cose che hanno fatto perdere sicurezza a Jannik. È stato un attimo, ma l’azzurro si è irrigidito, lo si è visto subito da come abbia perso anche la prima di servizio, è il primo segnale di tensione nel suo gioco. In quel preciso momento Rune ha cambiato i suoi drive, ha avuto quel filo di tempo in più per caricare col diritto e col rovescio dei colpi centrali, nemmeno così veloci ma carichi di spin, che sono stati sufficienti ad allontanare dalla riga di fondo l’azzurro. Meno sicuro e con palle meno rette da controbattere, Sinner ha perso il comando del tempo di gioco, ha perso un metro di campo e non è più riuscito a comandare gli scambi, a tirare quelle accelerazioni con i piedi vicini alla riga che erano state mortali per Rune. Un cambio tattico semplice che ha mandato fuori ritmo Sinner all’avvio, incapace di ritrovare con delle variazioni la miglior posizione. Rune ha variato di più, tra top, palle corte, improvvise pallate, mentre Sinner ha continuato a spingere, a cercare grande velocità, ma sbagliando di più e senza l’aiuto del servizio, stasera meno efficace rispetto alle giornate precedenti. Con questa combinazione di fattori avversi, ha perso la posizione ideale, è stato costretto a rischiare molto di più perché Rune ha tirato su un vero e proprio muro difensivo, di grande qualità, e quindi è finito più spesso sotto pressione, sbagliando.
    Era stato bravissimo a riprendersi il contro break nel finale secondo set, ma purtroppo nel 12esimo game ha di nuovo perso il servizio, e il set. Lì la partita si è fatta difficilissima perché nel terzo Rune ha iniziato a servire per primo e ha servito meglio, ha messo grande pressione all’azzurro. Lo dimostrano le sei palle break (MP incluso) strappate in risposta, contro le zero di Sinner. Jannik ha trovato le giocate migliori, le più spettacolari, con più rischio, facendo saltare il pubblico, ma ha anche commesso più errori e spesso si è fatto sorprendere dalle palle corte del rivale.
    È un boccone amaro da mandare giù, perché la partita era iniziata benissimo mostrando una netta superiorità. Ma anche perché se si fosse arrivati al tiebreak, la spinta di Jannik avrebbe anche potuto prevalere sul punto secco. Tuttavia nel terzo set Rune è stato più solido, più forte al servizio e si è meritato il successo. Sinner nonostante la sconfitta si conferma ormai tennista di vertice, pronto alla lotta, irriducibile nonostante un avversario davvero forte e “cattivo” agonisticamente. Dovrà riflettere sulle cause che non gli hanno consentito di riprendere il controllo del gioco, è lì che ha perso la partita. Ne vedremo ancora molte di sfide tra i due. Saranno battaglie avvincenti.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    La seconda semifinale di Monte Carlo 2023 scatta con un discreto vento, un cielo meno minaccioso e i riflettori accesi, e Sinner alla battuta. Rune cerca subito la palla corta, evidente la sua tattica (rivelata anche nell’intervista di ieri sera): non lasciare Jannik colpire da fermo, dal centro, dalla sua posizione preferita. Molto aggressivo l’azzurro, spinta a tutta col diritto pronto a scattare in avanti, e prima palla forte al corpo, meglio non dare troppo angolo in risposta all’avversario. Ottimo avvio per Jannik, 1-0. Anche Rune gioca un buon turno di servizio, più cauto nella spinta, anche per il vento contrario che abbassa le traiettorie. Proprio col vento a favore infatti Sinner nel terzo game ha qualche problema di controllo, come sul 15 pari quando in avanzamento è costretto a una demivolée troppo complicata. Si salva dal 15-30 con una prima Top, e poi vince una schermaglia sotto rete, chiamato avanti dal danese. È importante riuscire a battere Holger in queste giocate sul net, perché mentalmente lo costringe a spingere e prendere più rischi, e con questo vento non è affatto comodo picchiare la palla a tutta. Il diritto di Sinner continua a funzionare a meraviglia, come in tutto il torneo, potente e aggressivo, anche se un po’ meno profondo in quest’avvio rispetto al match contro Musetti perché lavora un filo la palla viste le condizioni. 2-1 Sinner. Molto molto MOLTO bene Jannik nel quarto game: prima tira una pallata di diritto ingestibile inside out sulla palla rallentata dal nastro, quindi costringe Rune e rincorrere dai teloni con un pressing bestiale. 0-30! Ancora un forcing a tutta, comanda Jannik, ha lui in mano il tempo di gioco, e Holger è timido col rovescio, sbaglia. 15-40, prime palle break, per Sinner. Le annulla Rune, un bel servizio e un buono scambio, condotto senza paura. Il BREAK arriva alla terza chance, con un doppio fallo del danese, che sente troppo la pressione della posizione molto avanzata dell’azzurro. 3-1 avanti Jan, 18 minuti. Più dello score, è la sensazione di controllo dei tempi di gioco e della profondità dei colpi, soprattutto con la risposta al servizio, che fa sentire avanti Sinner. Jannik col diritto dal centro fa “le buche per terra”, con una combinazione di precisione e potente entusiasmanti. Corre il via quinto game, 40-0, poi arriva un errore di tocco e un doppio fallo. È il momento di chiudere il game, non rimettere mentalmente in corsa Rune. Ci riesce con una prima al T, imprendibile. Ottimo Sinner, 4-1 in 22 minuti di dominio del gioco. Holger è in difficoltà al servizio, con la prima non riesce a fare la differenza mentre la risposta di Jannik è continua, asfissiante, non lo lascia mai libero di impostare il gioco. 15-40, due chance per il doppio break! Vola via il diritto all’uscita dal servizio di Holger sulla seconda. CINQUE-UNO SINNER. Enorme la differenza di intensità spinta tra i due, tutta a favore dell’azzurro, e non ha sbagliato praticamente niente, nonostante la grande forza impressa sulla palla. Serve per il primo set Jannik, e serve ottime seconde palle, esterne, precise. 40-15 e doppio Set Point Sinner! Rune si avvicina a Bernardes, cadono un po’ di gocce e cerca un’improbabile interruzione (scorretto il danese ad interrompere il ritmo di Jannik così!). Non si fa intimorire Sinner, prima al corpo, due passi avanti e diritto inside out che lascia fermo il rivale. 6-1 Sinner. SPETTACOLARE prestazione, dominante. 58% di prime in campo, ma 12 punti su 14 trasformati, e ancor più impressionanti i punti in risposta. Nullo in pratica Rune in risposta, solo 7 su 24. Nello scambio Jannik ha tenuto sempre l’iniziativa, Rune ha solo rincorso.
    Secondo set, Rune to serve. La pioggia è più fitta, ma squarciata da raggi di sole. Nervoso Holger, un doppio fallo e poi esagera nella spinta col diritto, non gestendo bene il vento, sembra in confusione tattica. Ritrova un paio di prime profonde, 1-0 Rune. Nel secondo game arriva il primo vero regalo di Jannik, un diritto sparato largo. Ne segue un altro, diritto tirato lungo cross, un po’ di fretta nella spinta. 15-40, improvvisamente deve affrontare due palle break. Bene sulla prima: servizio esterno, diritto lungo linea profondo con poco rischio e via avanti a chiudere di volo (quinto punto sulla rete su sette discese). Seconda palla sul 30-40… se la gioca col pilota automatico Jan, diagonale di rovescio in controllo, è Holger a sbagliare per primo e si tira una racchettata sulla gamba, per la frustrazione della chance persa. Un po’ distratto Sinner in questo game, altro errore di volo su di un passante veloce ma centrale. Terza PB Rune. Uff, che rischio.. la risposta di Rune era vincente ma esce di poco, su di una la prima di Jannik profonda. Ancora il diritto tradisce l’azzurro, quarta chance di break da difendere. Lungo scambio, al centro, è Jannik che cerca di uscire con un’accelerazione di rovescio che, purtroppo, esce. BREAK Rune, 2-0 e servizio dopo un game di oltre sette minuti. Il break è arrivato per troppi errori col diritto di Sinner, che inizia male anche il terzo gioco, con una stecca e poi una botta lunga. Sembra aver perso la distanza ideale dalla palla, ora sbaglia per primo nello scambio. La condizioni restano complicate, folate di vento, gocce di pioggia. 3-0 Rune, attento a non sbagliare niente, quasi da “pallettaro d’antan”, mentre Sinner forzando ha sbagliato troppo, perdendo la sicurezza totale dell’avvio. Al cambio di campo il gioco di ferma, Bernardes chiama una pulizia delle righe, diventate scivolose. Rune si avvicina a Mouratoglou ma non può farlo, essendo il coach dall’altra parte del campo. Fa freddo, i due si coprono, attendono. Il gioco è sospeso, i due tornano negli spogliatoi, le righe sono pericolose. Si riparte alle 19.57, dopo 59 minuti, Sinner serve sullo 0-3. Jannik ha ritrovato più precisione nella spinta, il secondo punto è uno scambio micidiale di 28 colpi, vinto dall’azzurro. Ottima la ripartenza di Sinner, quattro punti e resta in scia sul 1-3. Sull’angolo aperto e palla veloce Rune è in difficoltà a contenere Sinner, 30 pari. Smorfie sul viso di Holger, è teso. E infatti sparacchia male col diritto incrociato sulla pallata veloce dell’azzurro, 30-40, palla del contro break! Purtroppo Jannik stecca un diritto. 4-1 Rune, assalto respinto. Il danese rispetto al primo set riesce ad alzare maggiormente la parabola e trovare discreta profondità, questo non permette all’italiano di spaccare la palla, e sbaglia colpi che nella parte iniziale gestiva con totale agio. Con un regalo di Holger su di una seconda non ficcante e poi una bella prima palla, siamo 2-4. È salita la percentuale di prime e di trasformazione di Rune, che si porta agilmente 5-2. In questa fase Sinner non riesce a travolgere di forza il rivale, sbaglia per primo senza tirare a tutta, come se l’errore sulla palla del contro break non sfruttata l’avesse un po’ bloccato. Ottimo Holger ora, non sbaglia più niente nello scambio visto il ritmo minore dell’azzurro, lo chiama pure a rete e si prende il punto. 0-30. È comunque fondamentale tenere questo game di servizio per, eventualmente, iniziare per primo il terzo set. Il servizio aiuta Jannik, 30 pari, quindi ritrova finalmente un grande schema offensivo, rovescio cross velocissimo e via a chiudere di rete con lo smash. 4 punti di fila, e 3-5. Ore Rune serve per il secondo set. Il primo punto è un lungo scambio, non cede campo Sinner ed è Holger a sbagliare. Altro diritto lunghissimo di Rune sulla risposta lenta ma profonda di Sinner. 0-30! Il pubblico è tutto dalla parte dell’azzurro, la tensione è massima. Il Passante di Sinner! Uno lento, difficile da gestire, poi quello lungo linea vincente. 0-40, tre palle del Contro Break!!! Splendido Jannik, grande profondità col rovescio, è Rune a sparare fuori. BREAK Sinner! Che testa l’azzurro, è riuscito mettere grande pressione al rivale, il cui braccio è andato in tilt. Serve Jan sul 4-5. Dura, durissima la partita adesso, si gioca a ottima velocità, nessuno dei due retrocede. Sul 15 pari un pessimo doppio fallo, un regalassimo di Jannik in questa fase così cruciale. Altro duro scambio, sbaglia di rovescio Rune e 15-40, ci sono Due Set Point per il danese. Via il primo, sbaglia di rovescio Holger; BRAVO! Holger comandava lo scambio, molto profondo, ma con diritto cross sposta il rivale, si apre il campo e infila un vincente da tre quarti campo. 40 pari. Si salva Sinner, 5 pari, tre game di fila e rimonta completata (parziale di 13 punti a 5). Rune zittisce il pubblico col dito, gli spalti non gradiscono. “Non aiuti nessuno così” gli intima Bernardes… Continuando a litigare col pubblico, Holger si carica a-la-Connors… trova anche un Ace e si porta 6-5. Inizia male Jannik il dodicesimo game, prima il nastro gli porta via un diritto, poi arriva male su di una smorzata non perfetta, 0-30 e poi 15-40. Altri due Set Point per Rune. Annulla il terzo con una prima al centro; stavolta sbaglia col rovescio Jannik, 7-5 Rune. Si va al terzo set. L’azzurro ha pagato il brutto inizio, ma soprattutto i troppi errori in scambio (25 in totale, tantissimi) e un modesto 57% di punti con la prima, davvero troppo pochi.
    Terzo set, Rune inizia alla battuta. Sembra essersi calmato, spinge con forza e non polemizza con gli spalti. 1-0 Rune. Sui teloni il danese in risposta, il suo game plan ora è scambiare tanto, portare il match sul fisico visto che in difesa ha tirato su il “muro”. Jannik trova un buon game, anche una variazione con la palla corta ottima. 1 pari. Nel quarto game la durezza degli scambi è micidiale, sul 15-30 Sinner ha bisogno di tirare 3-4 pallate per provocare l’errore del rivale, che in questo momento è davvero tostissimo da dietro. Con una bella palla corta sul 30 pari Holger si prende una palla break delicatissima. Ace! Esterno, nel momento più importante. Fa il pugno l’azzurro al suo angolo, la lotta è dura e lui c’è. Con un diritto cross formidabile per angolo e velocità, finalmente Jannik torna a “piegare le gambe” ad un Holger irriducibile. Ma che risposta poi di Rune, per la parità. Altissimo livello in questa fase. NOOO, che errore di Sinner, dopo la palla corta non trova precisione nel passante lungo linea. Altra Palla Break per Rune. Paziente Jannik, con la seconda imbastisce lo scambio e forza l’errore del rivale. Che Battaglia! Punto su punto, un vero braccio di ferro, con Sinner che annulla anche la terza chance di break. Dopo quasi 11 intensi minuti, Jannik trova il punto del 2 pari. Quinto game, inizia male Rune col doppio fallo, quindi subisce un grande attacco dell’azzurro col diritto, chiuso alla perfezione di volo. 0-30! Seconda palla… si prende il rischio Holger col diritto uscendo dal servizio e gli va bene. 15-30. Servizio esterno e poi diritto vincente, molto bene Rune, si porta 3-2. Dopo il sofferto turno di servizio precedente, ora Sinner trova un buon game, con prima sicura e diritto ficcante. 3 pari. La faccia contrariata di Sinner dopo aver sbagliato un affondo sul 15 pari è il segnale evidente di come ogni punto adesso conti tantissimo. Si rifà nel punto seguente, con una rincorsa all’indietro premiata da un passante no-look incredibile. 4-3 Rune, grazie al servizio e tanta forza fisica in campo. Un bel vincente a testa, poi un doppio fallo per Sinner, non ci voleva. 30 pari. Sbaglia col diritto Sinner, e rischia di prendersi pure la palla in testa a gioco fermo per la rigiocata del rivale. Attenzione, palla break sul 30-40, e non c’è la prima in campo… Rischia Rune la risposta, ma sbaglia di metri. La prima non entra più nel game, commette un altro doppio fallo, troppo vivace la seconda. Altra palla break da difendere. La gioca con grande attenzione Jan, spinge senza esagerare, apre a tutta l’angolo e alla arrivare l’errore di rovescio del danese. FINALMENTE torna la prima di servizio, mancava da un po’. 4 pari. Con tanta, tantissima sofferenza e altre due PB cancellate, si entra nel rush finale. Velocissimo Rune, quattro spallate e si porta 5-4. Purtroppo Jannik sul 30-0 sbaglia una volée a campo aperto, poi non tocca bene su di una smorzata – ben eseguita -, un game che pareva liscio si complica terribilmente. Ne esce bene con un lungo linea perfetto, improvviso, non lo giocava da un po’ e sorprende Holger. Altro errore in chiusura, dopo essersi ottimamente aperto il campo. Vantaggi. Rune è a due punti dalla vittoria. Stavolta la palla corta non sorprende Jannik, e con una bella prima in “kick”, siamo 5 pari. Come si cava dalla buca Sinner, nonostante due erroracci, è fenomenale, chiaro segno della forza mentale raggiunta dall’azzurro. Nemmeno il sesto turno di battuta del danese nel set va ai vantaggi, 6-5. Come si salva Sinner nel primo punto del game, una mezza volata incredibile e poi bel riflesso. Un punto pesantissimo, confermato da un servizio vincente. Non fortunato Jannik sul 30-15, il nastro rallenta la sua palla, si avventa e chiude di volo Rune. 30 pari. Scambio duro col rovescio, sbaglia per primo Sinner. 30-40 e Match Point Rune!!! Altro lungo scambio, purtroppo il primo a sbagliare è Jannik col diritto. Game Set Match Rune. Un vero peccato perdere così un match iniziato benissimo, con una superiorità schiacciante. Purtroppo il match si è complicato e nella lotta è venuta fuori la grinta e potenza del danese, sicuramente più scaltro ed efficace col servizio nel terzo set.

    [7] Jannik Sinner vs [6] Holger Rune (non prima ore: 15:30)ATP Monte-Carlo Jannik Sinner [7]655 Holger Rune [6]177 Vincitore: Rune ServizioSvolgimentoSet 3J. Sinner 15-0 30-0 30-15 30-30 30-405-6 → 5-7H. Rune 15-0 30-0 30-15 40-15 40-305-5 → 5-6J. Sinner 15-0 30-15 30-30 40-30 40-404-5 → 5-5H. Rune 15-0 30-0 40-04-4 → 4-5J. Sinner 15-0 30-0 30-15 30-30 df 30-40 40-40 40-A df 40-40 A-403-4 → 4-4H. Rune 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 ace3-3 → 3-4J. Sinner 0-15 15-15 30-15 40-152-3 → 3-3H. Rune 0-15 df 0-30 15-30 30-30 40-302-2 → 2-3J. Sinner 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-401-2 → 2-2H. Rune 15-0 30-0 40-0 40-15 40-301-1 → 1-2J. Sinner 15-0 30-0 30-15 40-150-1 → 1-1H. Rune 15-0 15-15 df 30-15 40-15 40-300-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2J. Sinner 0-15 0-30 15-30 15-40 30-405-6 → 5-7H. Rune 15-15 30-15 40-15 ace5-5 → 5-6J. Sinner 0-15 15-15 15-30 df 15-40 30-40 40-40 A-404-5 → 5-5H. Rune 0-15 0-30 0-403-5 → 4-5J. Sinner 0-15 0-30 15-30 30-30 40-302-5 → 3-5H. Rune 15-0 15-15 30-15 40-152-4 → 2-5J. Sinner 15-0 30-0 30-15 30-30 40-301-4 → 2-4H. Rune 15-0 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-401-3 → 1-4J. Sinner 15-0 30-0 40-00-3 → 1-3H. Rune 15-0 30-0 40-0 40-150-2 → 0-3J. Sinner 15-0 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 40-A0-1 → 0-2H. Rune 15-15 30-15 30-30 40-300-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-155-1 → 6-1H. Rune 15-0 15-15 15-30 df 15-40 30-404-1 → 5-1J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 df3-1 → 4-1H. Rune 0-15 0-30 15-30 ace 15-40 30-40 40-40 40-A df2-1 → 3-1J. Sinner 15-0 15-15 df 15-30 30-30 40-30 40-40 A-401-1 → 2-1H. Rune 15-0 30-0 30-15 40-151-0 → 1-1J. Sinner 0-15 15-15 30-15 40-150-0 → 1-0
    0 ACES 45 DOUBLE FAULTS 565/116 (56%) FIRST SERVE 56/86 (65%)42/65 (65%) 1ST SERVE POINTS WON 38/56 (68%)29/51 (57%) 2ND SERVE POINTS WON 16/30 (53%)11/14 (79%) BREAK POINTS SAVED 4/7 (57%)16 SERVICE GAMES PLAYED 1518/56 (32%) 1ST SERVE RETURN POINTS WON 23/65 (35%)14/30 (47%) 2ND SERVE RETURN POINTS WON 22/51 (43%)3/7 (43%) BREAK POINTS CONVERTED 3/14 (21%)15 RETURN GAMES PLAYED 1613/27 (48%) NET POINTS WON 15/25 (60%)19 WINNERS 2044 UNFORCED ERRORS 4171/116 (61%) SERVICE POINTS WON 54/86 (63%)32/86 (37%) RETURN POINTS WON 45/116 (39%)103/202 (51%) TOTAL POINTS WON 99/202 (49%)216 km/h MAX SPEED 222 km/h193 km/h 1ST SERVE AVERAGE SPEED 196 km/h148 km/h 2ND SERVE AVERAGE SPEED 161 km/h LEGGI TUTTO

  • in

    Lo schema provato da Sinner a Monte Carlo

    Jannik Sinner

    Uno degli aspetti più intriganti del frequentare un torneo è la possibilità di vedere i giocatori in allenamento. Ancor più a Monte Carlo. I capi dedicati al training di Sinner, Djokovic e compagnia si trovano nelle terrazze più alte del Country Club, in posizione meravigliosa baciata dal sole e più al riparo dal vento rispetto al centrale e al campo due. Ieri un’orda di appassionati ha pacificamente invaso quei courts, ci voleva tutta la concentrazione di Jannik Sinner per restare focalizzato sulla palla e sul lavoro tecnico e tattico, perché il baccano di ragazzi e non toccava punte davvero notevoli…
    Medvedev e Rublev si sono allenati insieme, ma dopo una ventina di minuti di scambi discreti, perlopiù diritto vs diritto, i due hanno un po’ “svaccato”, facendo a gara a chi toccava la smorzata più corta e spettacolare, ridendo e abbassando di brutto i ritmi. Cervara osservava il mare e Daniil parlava più con la moglie Daria, seduta in panchina, che col coach.
    Interessante invece ammirare Ben Shelton, finora mai visto dal vivo. Impressionante l’esplosività muscolare del ragazzo, scattava sulla palla con una potenza e reattività micidiale. È un atleta naturale, potente, elastico, un po’ disordinato per come spesso approccia la palla, come se volesse spaccarla ad ogni colpo. Ha fatto una sessione di servizio e affondo molto precisa: due tubi di palle nel rettangolo del servizio, uno all’angolo esterno, il secondo sulla riga laterale più arretrato. Quello era il target da colpire, con un servizio non così veloce ma terribilmente carico di effetto “kick”, con la palla che saltava altissima, e via dentro con un attacco di diritto in contro piede, cercando la rete con due passi più simili a due grandi balzi. Notevole l’effetto, la sua palla salta altissima rimbalzando dopo il servizio… Visto dalla rete del campo è stato piuttosto impressionante, il ribattitore avrà “da divertirsi”…
    La parte più interessante del giro tra i campi di allenamento è stata osservare il lavoro tattico di Jannik Sinner. Dopo molti mesi, il nostro talentoso Top10 torna sul “rosso”, forte di una prima parte di stagione eccellente. Jannik sta dimostrando match dopo match, torneo dopo torneo, il profondo lavoro svolto negli ultimi mesi sul piano atletico e tecnico, che lo ha reso sempre più tosto e competitivo. Sotto gli occhi vigili di coach Vagnozzi, Sinner ha provato uno schema da terra classico: dal centro lo sparring giocava una palla piuttosto profonda, centrale, bella carica di spin, che costringeva Jannik a fare un passettino all’indietro per trovare lo spazio per colpire. Il diritto di Sinner era altrettanto carico di spin, veloce e assai profondo, un colpo che gli consentiva immediatamente di riprendersi lo spazio perso all’indietro; quindi un immediato passo vigoroso in avanti, altri due passi sulla palla più corta dello sparring e via una bordata micidiale col diritto cross dal centro, praticamente imprendibile, o ritornata così corta da essere chiusa senza problemi. Lo stesso schema è stato provato anche col rovescio, identico ma attaccando col rovescio cross. Più lavoro col diritto a dire il vero.
    Una tattica classica ma sempre efficace quando ben eseguita perché ti consente di guadagnare campo e aprire gli angoli avendo allontanato l’avversario dalla riga di fondo. Con la potenza dei due fondamentali di Sinner e l’intensità messa in campo, reggere questo pressing sarà una discreta gatta da pelare per tutti.
    Vagnozzi durante il lavoro osservava molto e parlava poco, consigliando a Jannik di stare attento alla chiusura della testa della racchetta a fine movimento, per terminare  lo slancio il più “rotondo” possibile. C’era concentrazione, applicazione, sudore ma anche ottimi risultati in quella sessione di lavoro. Il ritmo imposto da Sinner, osservato da un metro, è impressionante, come l’uscita della palla dalle sue corde. Jannik ha sempre avuto un tennis intenso, ma col lavoro è riuscito a portarlo su livelli stellari.
    Potente, sicuro, sciolto e continuo, questo Sinner 2023 sembra prontissimo ad esplodere la sua classe anche sul rosso. Non resta che ammirarlo qua a Monte Carlo e poi negli altri tornei, dove sarà certamente uno dei giocatori da battere.
    da Monte Carlo,Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    JC Ferrero racconta Alcaraz: “Non so quanti Slam vincerà, ma sono sicuro che lascerà un segno importante”

    Juan Carlos Ferrero con Carlos Alcaraz

    Juan Carlos Ferrero ha parlato del suo assistito Carlos Alcaraz in una lunga intervista concessa al collega francese Cedric Rouquette, nella quale ripercorre gli inizi con un “Carlito” 12enne, passato alla sua accademia per un torneo junior, fino ai giorni nostri, l’essere n.1 del mondo e accostato ai più grandi dell’epoca moderna. Il pensiero di Ferrero è fluido, preciso, analizza le situazioni e risponde in modo chiaro, convinto della forza del suo giovane pupillo e della strada che stanno facendo insieme. Questo è il punto focale della loro avventura finora straordinaria: vanno nella stessa direzione, si fidano l’uno dell’altro e le discussioni sono sempre costruttive verso l’obiettivo di eccellere. Potrebbe sembrare banale, ma non lo è affatto, visto che il rapporto tra coach e giocatore è spesso molto complesso da costruire e mantenere nel tempo. Molto interessante anche il pensiero del campione di Roland Garros 2003 in merito al tennis di oggi: troppa potenza cercando di chiudere il punto senza alcuna flessibilità o capacità tattica. Un gioco monocorde dal quale ha cercato di allontanare il più possibile il suo assistito, che in effetti ha gioco davvero offensivo e vario. Fu bellissimo infatti osservare i due in allenamento nelle mattine delle NextGen Finals 2021: scambi a grande velocità, ma anche continui stop and go. Parlavano, gesticolavano, si muovevano sul campo mimando colpi e schemi di gioco. Venivano provati, definiti, ma anche più volte cambiati, per inserire novità e rendere il suo tennis sempre più completo e imprevedibile. Gli occhi di JC brillavano mentre lo osservava dall’angolo del campo. Forse, immaginava già di vederlo colpire in una finale importante, pregustandosi un futuro radioso.

    “Quando giochi non pensi a fare l’allenatore in futuro” inizia Ferrero, focalizzandosi sul proprio percorso da coach. “Tutto è partito dall’aver fondato e diretto un’accademia (ad Alicante, in Spagna), quando ancora ero in attività. Questo è stato forse il modo ideale per preparare il passo successivo dopo il mio ritiro. Essere il direttore di quest’accademia, vedere i giocatori lì, dare loro consigli, è stato probabilmente un modo per iniziare a essere coinvolto nell’allenamento. Il primo periodo della mia carriera da allenatore è stato con Alexander Zverev, sei mesi nel 2017-2018. È stato bello, un modo per me di tornare sul Tour dopo cinque anni. È stata una grande esperienza e mi ha fatto pensare che avrei dovuto essere coinvolto in un progetto più completo, più difficile, allenare e preparare un ragazzo di grande talento. È stato un bel traguardo, ho potuto preparare le mie conoscenze di allenatore con queste esperienze”.
    Molto decisa la risposta di JC su quel che è diventato il tennis negli ultimi anni: “In questo momento sento che ci sono troppi tennisti che “distruggono” il gioco, non costruiscono il punto. Colpiscono, colpiscono, colpiscono, il più velocemente possibile, per finire il punto. Allo stesso tempo, volevo formare Carlos in un altro modo, stiamo cercando di fare del nostro meglio in questo scopo“.
    Uno dei punti di forza di Alcaraz per Ferrero è il saper giocare in molti modi: “La prima cosa che ho intravisto osservando un giovane Carlos è come poteva essere adattato. È molto difficile trovare un giocatore a cui puoi dire di giocare in modi molto diversi, e poi riesce a farlo in partita. Esempio: per battere Daniil Medvedev nella finale di Indian Wells, abbiamo fatto un piano, e questo piano non era normalmente un piano che Carlos ha sempre. Era un po’ simile, ma non uguale. Carlos è stato in grado di eseguirlo e vincere, anche nettamente. Una delle cose più belle è successa quando aveva 15 anni e già si allenava con giocatori molto più bravi di lui, come Dominic Thiem a Rio de Janeiro. In quel momento Thiem era molto forte, Carlos un ragazzo, ma ha adattato la sua velocità alla velocità di Thiem, che era molto più veloce di quanto normalmente colpisse. Pochissimi possono farlo”.
    Il fatto di essere più imprevedibile rispetto a un Djokovic o un Nadal è un punto di forza, ma pericoloso: “È così bello poter giocare in tanti modi, ma può anche essere una trappola. Quando era più giovane, usava tutte le sue opzioni ma non nell’ordine giusto. In quel momento potevo dire qualcosa di molto preciso a Carlos, ma non avevo idea di cosa sarebbe successo dopo in campo. È difficile giocare con l’ordine giusto quando si hanno tutti questi strumenti. Essendo più maturo ora, più esperto, riesce a mettere tutto insieme e funziona, anche se continuiamo a lavorare. Il suo tennis è lontano dall’essere al 100% del proprio potenziale“.
    Alcuni pensano che Alcaraz sia l’incarnazione del tennista “2.0” perché racchiude punti di forza di Djokovic, Nadal e Federer. Ferrero è cauto, ma… “Lui non ha copiato nessuno, possiamo dire che prendere i migliori esempi disponibili per aggiungerli al tuo gioco, è assolutamente corretto. Il movimento di Federer, la mentalità di Nadal e così via. Cerchiamo di prendere dettagli dai giocatori quando pensiamo che siano super bravi, per aggiungerli al nostro gioco. Ma sai, Carlos ha dovuto sentire in passato che era il nuovo Nadal, ecc… Era molto pesante come aspettativa da reggere. In un certo senso eravamo così orgogliosi, sì, che la gente lo pensasse, ma non era facile per lui e per me sentirlo dire tutto il tempo. L’unica cosa che posso dire è che pensa in grande. Molti giornalisti mi chiedono se può vincere 22 Slam. Non lo so. Quello che so è che è in grado di fare grandi cose per il tennis. Lasciamolo giocare e provare. Se vince il secondo Slam, gli chiederemo quando sarà il terzo. Sarà sempre una grande pressione. Quindi può fare come hanno fatto gli altri? Non lo so, ma sono sicuro che lascherà un segno importante“.
    Si torna al momento in cui i due sono conosciuti: “Aveva 12 o 13 anni quando l’ho visto per la prima volta. Stava giocando nella mia accademia, un torneo che abbiamo. La gente parlava già di lui. ‘C’è un ragazzo che gioca in modo diverso in queste categorie, fa cose strane’. Così sono andato a vederlo. Era così magro, non aveva alcuna forza! Ma si vedevano già le palle corte, amava andare a rete, giocava anche un po’ di chip-and-charge sulle risposte, era diverso perché provava a fare gioco, non solo a vincere. Non era un classico giocatore di 12 o 13 anni. Quello mi colpì subito. Poi dopo qualche tempo arrivò il momento di decidere se allenarlo. È stata una decisione importante da prendere. Era l’opposto di quello che ho vissuto con Zverev in passato. Non era più una vita di jet privati e hotel di alto livello. Ho parlato con mia moglie e la mia famiglia. Una cosa che mi ha aiutato è che viveva a un’ora da casa mia. E il suo manager, Albert Molina, è un ragazzo che conosco da molto tempo. Ho un ottimo rapporto con lui. Costruire un progetto dall’inizio è stato qualcosa di importante per me. La famiglia ha detto OK, siamo partiti. Non sono stato io a chiedere di allenarlo, è stato il manager, è venuto, ha chiesto se il progetto poteva funzionare per me perché sapeva che era qualcosa di diverso da Sascha. Si vedeva che Carlos giocava davvero bene, ma sapevamo di dover costruire tutto, costruire una squadra, preparare la famiglia, ecc. La cosa più importante, da quel momento, è stata che abbiamo costruito una squadra fantastica intorno a lui”.
    La squadra intorno a Carlos è per Ferrero uno dei punti di forza: “Il preparatore fisico e il fisioterapista sono della mia accademia, Juanjo Moreno e Alberto Lledo. C’è anche Alejandro Garcia a Murcia. Albert Molina è il manager. La psicologa è Isabel Balaguer. Juanjo Martinez è il medico. Le persone della mia accademia sono state coinvolte contemporaneamente a me”.
    Ferrero è convinto che il rapporto tra i due sia una delle chiavi del loro successo: “Cervara (coach di Medvedev, ndr) dice che il tennis in sé è la parte più facile del lavoro? Ha ragione. La connessione con il giocatore è decisiva. Allenare deve essere più importante che colpire palle, portare asciugamani, fare esercizi. Devi parlare assolutamente di tutto con il tuo giocatore. Se parli solo di tennis fai un burnout… La nostra relazione, io e Carlos, è così al 100%. Se litighiamo? È normale. Ha il suo carattere, forte. Per essere un buon giocatore, è decisivo averlo. Una cosa che ha veramente è che pensa in grande. ‘Sono in grado di farlo’, questa è la sua mentalità. Mi diceva sempre quando sentiva di essere pronto a vincere qualcosa di nuovo. Ogni passo, mi ha detto. ‘Penso che ora sono pronto’. Me lo disse prima di vincere un Futures quando aveva 15 anni. Quando si è sentito pronto per vincere un Grande Slam, me l’ha detto di nuovo ed è successo”.
    Ferrero pensa che il confronto sia decisivo, senza malizie o voglia di rivalsa da entrambe le parti, anche quando qualcosa non è andato come sperato: “Certamente ci sono cose che so che accadranno in futuro perché ci sono già passato. A volte gli ho detto che avrebbe sbagliato facendo certe scelte. Ha comunque preso la sua direzione e a volte ho dovuto finalmente dirgli ‘Te l’avevo detto’. Ma non se la prende perché tra di noi il rapporto è limpido. Ecco come stanno le cose: lo lascio anche libero di sperimentare le cose perché è ancora così giovane e solo così impara”.
    Da quel che si vede in campo, la curva di apprendimento di Carlos Alcaraz tende davvero all’infinito…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    L’ATP svela il calendario 2024, confermata la struttura di questa stagione

    L’infografica dell’ATP sul lancio del nuovo calendario

    L’ATP ha svelato una bozza ben definita di quella che sarà la stagione 2024. Non molte le variazioni rispetto a quella in corso: si scatterà come sempre a gennaio con la United Cup, chiusura a novembre con le ATP Finals, alla quarta edizione a Torino. Ancora da confermare la sede per le NextGen ATP Finals, mentre la settimana per il torneo Olimpico a Parigi è la n.31, dal 27 luglio, in contemporanea al 500 di Washington. Saranno 5 i Masters 1000 che saranno disputati su 12 giorni: Indian Wells, Miami, Madrid, Roma e Shanghai.
    Al momento oltre alle Finals l’unico torneo in Italia è il Masters 1000 di Roma. Un possibile spazio per un altro evento nel Belpaese potrebbe arrivare in autunno nella settimana 42 (dal 14 ottobre), visto che il 250 di Mosca risulta ancora “sospeso” per i noti fatti bellici, o in aprile (settimana n.16, dal 15 aprile) visto che l’evento 250 di Banja Luka non è stato confermato. In quella settimana primaverile, oltre al 500 di Barcellona e al 250 di Monaco di Baveria, si giocherà un altro 250 su terra battuta in Europa, da stabilire. Possibilità per Napoli o Firenze, dopo l’esperienze del 2022?
    Complessivamente sono previsti 63 tornei in 29 paesi differenti. Ecco gli spostamenti principali e novità del 2024 rispetto alla stagione in corso:
    –  A gennaio, nella prima settimana di tornei, oltre alla United Cup e al 250 di Pune, è previsto anche un altro 250 in Australia, con sede da definire
    –  L’Abierto de Tenis Mifel di Los Cabos (Messico), è spostato da luglio al 19 febbraio, la settimana precedente al 500 di Acapulco. Sarà disputato la stessa settimana del 250 di Doha e del 500 di Rio de Janeiro
    –  Non si giocherà a Banja Luka, resta libera la casella del 14 aprile per un ATP 250 su terra battuta in Europa
    –  Confermati i sei tornei su erba pre-Wimbledon, a cui seguirà il classico appuntamento di Newport
    –  A settembre torna nella disposizione “classica” la leg asiatica: nella settimana n.38 oltre alla Laver Cup (Berlino), si disputano due 250, uno a Zhuhai e l’altro a Chengdu, ai quali seguiranno i tornei 500 di Pechino e Tokyo (che torna in contemporanea all’evento della capitale cinese) e poi il Masters 1000 di Shanghai su 12 giorni
    –  Non confermato il torneo di Tel Aviv, quest’anno il 5 novembre appena prima delle Finals; si giocherà a Stoccolma il 3 novembre, insieme a Metz (due ATP 250)
    Così Andrea Gaudenzi, Presidente dell’ATP: “Ci sono pochi sport che affascinano i fan tutto l’anno e in così tanti mercati globali come il tennis. Facciamo del nostro meglio nel creare le migliori esperienze possibili per i fan così come i giocatori, dentro e fuori dal campo. Dalla United Cup in Australia alle Nitto ATP Finals di Torino, sarà un’altra stagione feroce e avvincente nell’ATP Tour nel 2024″.
    Ultima nota per la Coppa Davis. Lo scorso autunno ATP e ITF annunciarono una forte collaborazione per migliorare la storica competizione a squadre per nazioni, con un’azione congiunta per rendere prestigio e visibilità al torneo. Poi è arrivata la clamorosa rottura del contratto tra ITF e Kosmos, con l’edizione di quest’anno interamente organizzata dall’ITF sulla falsa riga dell’edizione 2022, vista l’impossibilità di apportare cambiamenti immediati. È stato annunciato un rinnovamento dell’evento, ma a guardare il calendario ATP, non si vedono novità all’orizzonte, almeno come numero di slot a disposizione: settimana n.5 dopo gli Australian Open (insieme al 250 di Montpellier) per i turni di qualificazione; quindi si va alla settimana 37 (dopo US Open) per le Finals Group stage, e la finale alla settimana 47, dopo le ATP Finals di Torino. A giudicare dallo spazio lasciato alla Davis nell’annata 2024, la volontà di “rilanciare” l’evento dando una maggiore visibilità e importanza sembra già archiviata…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Archeo Tennis: 22 marzo 1973, la prima sfida Evert vs. Navratilova

    Chris Evert e Martina Navratilova

    22 marzo 1973, una data fondamentale nella storia del tennis. Esattamente 50 anni fa in quel di Akron, Stati Uniti, andò in scena la prima sfida di quella che sarebbe diventata la più grande rivalità della storia della disciplina: Evert vs. Navratilova. Nessun altro duello nel tennis femminile (e non solo) vanta altrettanti episodi e di così grande importanza storica e tecnica. Martina e Chris infatti si sono affrontate per ben 80 volte, incluse 14 finali di tornei del Grande Slam.
    Il 22 marzo di 50 anni fa, davanti a poche centinaia di tifosi nella cittadina operaia dell’Ohio, per nulla conosciuta per il tennis, la 18enne Chris Evert sconfisse negli ottavi di finale la 16enne cecoslovacca Martina Navratilova col punteggio di 7-6 (5-4) 6-3. Fu il primo episodio di una rivalità leggendaria, che ha segnato il tennis femminile in modo indelebile.
    “Non è stato notato da nessuno tranne che dalle due giocatrici la partita del primo turno ad Akron, una vittoria per 7-6 (5-4) 6-3 di Evert su una paffuta ceca di nome Martina Navratilova”, scrisse il commentatore dell’epoca Bud Collins nella suo libro ‘La storia del tennis’, “Quell’incontro iniziale è stato solo il primo passo nella brillante rivalità che in 16 anni vide ben 80 partite”.
    Le due regine del tennis, tanto forti quanto diverse sul piano tecnico, stilistico e caratteriale, hanno dato vita a una rivalità intensa, ricchissima di episodi di grande livello, dominando il tennis femminile tra anni ’70 e ’80. Sembravano create apposta per distinguersi, in tutto e per tutto, e battagliare in campo dando vita a un contrasto di stile totale e quindi uno spettacolo sublime. Precisa e geometrica dalla riga di fondo Chris, funambolica e attaccante verso la rete Martina; più fredda e calcolatrice l’americana, esuberante ma fragile la ceca. Col rovescio Chris poteva colpire una monetina dall’altro lato del campo, tanto era pulita e sicura negli impatti; con le sue volée Martina riusciva a trovare angoli straordinari, frutto di un istinto ed equilibrio senza pari. Ogni loro match è stato un campionario quasi esaustivo di quello che due donne potevano inventare, con talento e tecnica, su di un campo da tennis. In un documentario di ESPN del 201o, chiamato “Unmatched”, le due ripercorrono alcuni passi della loro storia, che le ha viste grandi avversarie ma allo stesso anche amiche sincere.
    “Il mio sogno era quello di giocare sempre con i migliori, e ho avuto modo di affrontare te (Chris, ndr) al primo turno ad Akron”, ha detto Navratilova all’amica-rivale nel documentario. “È stato come un sogno diventato realtà perché ero riuscita a misurarmi con la prossima numero 1 al mondo. Il mio obiettivo per la partita era che tu ricordassi il mio nome”. Eccome se poi se l’è ricordato…
    “Mi sentivo nervosa all’inizio della partita perché avevo sentito parlare di te”, confessa Chris a Martina. “Avevo sentito che eri pericolosa, un po’ grezza ancora come stile ma con un grande gioco al volo, un tennis offensivo e versatile nonostante la giovane età. Sapevi come colpire ogni colpo. Ti sei mossa bene, ma non così bene come in seguito, perché pesavi almeno 20 chili in più!”.
    “Ero davvero ingrassata!” conferma Martina, “Quando sono arrivata negli Stati Uniti, sono ingrassata… tipo 20 libbre in due settimane! A causa di ciò, ero così stanca”.
    “Ricordo di essermi sentita davvero minacciata dal suo gioco, e pensai ‘Ragazza, se mai si rimetti in forma, sarai pericolosa, da non sottovalutare.’”
    Evert finì per vincere quel torneo a Akron, battendo Olga Morozova 6-4 6-4 in finale. Le due si ritrovano poi a St.Petersburg, su terra battuta americana, stavolta in semifinale. La spuntò ancora Evert, con lo score di 7-5 6-3. Chris vinse le loro prime cinque sfide; Martina strappò il primo successo contro la statunitense nel 1975, nei quarti di finale del torneo di Washington, al tiebreak decisivo. Quella vittoria per Navratilova fu un vero finale thrilling: il punteggio di 3-6 6-4 7-6 (5-4) fu deciso da un singolo punto, “sudden death” sul 4-4 del tiebreak, che risultò essere quindi un match point simultaneo per entrambe le giocatrici. In seguito il formato del tiebreak venne cambiato con la classica differenza di due punti per arrivare al successo.
    Nelle 80 partite della loro straordinaria rivalità, Navratilova guida con 43 vittorie contro le 37 di Evert. La vittoria più netta di Evert su Navratilova è stata un “doppio bagel”: 6-0 6-0 nella finale di Amelia Island, in Florida, nel 1981; quelle più secche di Navratilova su Evert sono state tre per 6-2 6-0: quello della finale dei Virginia Slims Championships del 1983, poi sempre nel 1983 a New York e la finale del torneo di Amelia Island del 1984.
    Considerando tutte le finali, Navratilova ha chiuso con un bilancio a suo favore di 36 a 25. Nei tornei dello Slam, sempre Navratilova conduce per 14-8, e nelle finali dei Major Martina ha vinto 10 sfide contro le 4 di Chris. Nelle finali di altri eventi non Slam, la rivalità si è chiusa in pareggio con 19 vittorie a testa. Passando alle sfide sulla varie superfici, Evert ha vinto 11 delle 14 partite giocate sulla terra battuta, ma altrove conduce Navratilova: 9-7 sul cemento, 10-5 su erba e 21-14 su tappeto indoor.
    50 anni fa, in una cittadina dell’Ohio, si scrisse la prima pagina di uno dei veri libri d’oro del tennis.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Vika e Aryna, due visioni diverse sulle tensioni negli spogliatoi dei tornei WTA

    Aryna Sabalenka

    Acque sempre più agitate sul tour WTA. La clamorosa rivelazione di Lesia Tsurenko, ritiratasi da Indian Wells prima di affrontare Sabalenka poiché in preda a una crisi di nervi dopo aver discusso col CEO del tour femminile Steve Simon, ha di fatto scoperchiato una pentola che bolle all’impazzata, con tensioni notevoli tra le giocatrici per la questione della guerra e del trattamento riservato alle tenniste ucraine ma anche russe e bielorusse. Non che gli spogliatoi “rosa” siano sempre stati tranquilli, ma adesso la tensione sembra aver raggiunto livelli preoccupanti. Infatti se da un lato le giocatrici del paese invaso militarmente dalle armate di Putin si sentono poco tutelate, ora anche quelle dei paesi incriminati si sentono vittima di discriminazione, odio e tensione crescente. Una situazione incandescente, ma non tutte la vivono così. È interessante confrontare i pensieri delle due bielorusse Vika Azarenka e Aryna Sabalenka, che stanno attraversando momenti non facili, nell’occhio del ciclone per il sostegno del proprio paese alla guerra in corso, ma con un feeling personale diametralmente opposto.
    La campionessa degli Australian Open Aryna Sabalenka così ha parlato alla stampa, in merito alla tensione tra le giocatrici in questa fase storica: “La situazione è davvero, davvero difficile per me perché non ho mai affrontato così tanto odio negli spogliatoi“, ha confessato. “Certo, ci sono sempre molti hater su Instagram quando perdi le partite, ma negli spogliatoi non avevo mai affrontato una cosa del genere. È stato davvero difficile per me constatare che ci sono così tante persone che mi odiano davvero senza motivo, perché non c’è alcun motivo. Voglio dire, non ho fatto niente”.
    Più che litigi con altre tenniste, Aryna ha avuto degli scambi poco amichevoli con persone dell’entourage di alcune tenniste ucraine: “Ho avuto alcuni.. non direi veri litigi, ma delle strane conversazioni, non con le ragazze, ma con i membri della loro squadra. È stato difficile. È stato un periodo difficile. Ma ora forse sta migliorando”. Probabilmente le durissime parole di Lesia Tsurenko e poi del suo coach hanno fatto detonare la situazione, arrivando forse alla rottura necessaria per un confronto e quindi, si spera, una ripartenza con meno tensione.
    Sabalenka ha anche ammesso che, con poche eccezioni, la maggior parte delle giocatrici si limita a ignorarsi a vicenda: “Stavo lottando con questa situazione perché mi sentivo male, come in colpa per qualcosa. Non è bella l’atmosfera negli spogliatoi con alcune delle ragazze ucraine. Ma poi ho capito che non è colpa mia, che non ho fatto loro niente di male. Sono abbastanza sicura che il resto degli atleti russi e bielorussi non abbia fatto nulla agli ucraini. Mi sono appena resa conto che sono solo emozioni e ho bisogno di ignorarle e concentrarmi su me stessa con la consapevolezza di non aver fatto niente di male. Alla fine non posso controllare le emozioni degli altri. Sembra che tutti si ignorino a vicenda”.
    “Questa tensione non coinvolge tutte in realtà, sto ancora parlando con alcune delle ucraine, ma ci sono alcune delle ragazze che sono davvero aggressive contro di noi. Quindi sto solo alla larga da loro” conclude Aryna.
    Di tutt’altro tenore invece le parole di Viktoria Azarenka in risposta alla n.1 Swiatek, secondo la quale è crescente la tensione negli spogliatoi: “Personalmente, non ho visto quella tensione. È chiaro che ci sono alcune giocatrici che hanno sentimenti e comportamenti diversi. In generale, non condivido la stessa visione di Iga. Incoraggerei Swiatek a dare un’occhiata alle cose che sono accadute prima che di fare commenti”.
    L’esperta tennista di Minsk non solo smorza i toni, ma invita la stessa Swiatek ad avere presto una conversazione per affrontare i loro punti di vista. “Come membro del Player Council, sarei molto felice di presentarle e insegnarle tutto ciò che è stato fatto in precedenza” afferma Vika. “E penso che sarebbe un modo molto più appropriato per avere quella conversazione. La questione è cresciuta fin troppo, tanto da diventare durante le conferenze stampa quasi più interessante rispetto allo sport stesso. Non va bene“.
    Punti di vista davvero differenti tra le due giocatrici bielorusse. A questo punto sarebbe più interessante – e utile – una presa di posizione chiara e inequivocabile da parte della WTA, visto che la scorsa settimana le dichiarazioni di Steve Simon sono state a dir poco vaghe e troppo prudenti.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Masters 1000 Indian Wells: Alcaraz sconfigge Sinner e vola in finale. Jannik ha avuto un set point sul 6-5

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Un buon Jannik Sinner non basta ad arginare l’esuberanza, efficacia e qualità di Carlos Alcaraz sul sintetico di Indian Wells. È il 19enne di Murcia il secondo finalista dell’edizione 2023 del primo Masters 1000 stagionale, ha sconfitto l’azzurro col punteggio di 7-6(4) 6-3 e sfiderà domani Daniil Medvedev. In caso di vittoria sul russo (alla quarta finale consecutiva sul tour!), Carlos tornerà anche n.1 nel ranking superando Novak Djokovic. Alcaraz ha meritato il successo stanotte, ha condotto il match con il suo tennis fatto di grandi rischi, tempi di gioco rapidissimi, attacchi perentori, molte variazioni e difese straordinarie.
    “Charlie” è stato complessivamente più aggressivo e più efficace di Sinner in ogni fase di gioco, a partire dal servizio: ha chiuso l’incontro con il 72% di prime in campo, ricavando il 73% di punti, mentre Sinner ha pagato un modesto 50% di prime in campo, un dato troppo basso per far partita pari a questo livello, davvero altissimo. Ma non è stato solo il rendimento della battuta a scavare la differenza tra i due. È corretto sottolineare che Alcaraz è stato superiore nella condotta del match poiché è riuscito a portare la partita sui binari a lui più favorevoli, bravissimo a non dare ritmo all’azzurro, nel prendersi grandi rischi con tempi di gioco quasi azzerati, non consentendo a Jannik di entrare nello scambio di ritmo in progressione. Infatti appena Sinner è riuscito a “tenere fermo” Carlos portandolo a scambiare dritto per dritto a velocità massima, ha vinto la maggior parte dei punti, praticamente tutti quelli oltre 10 tiri. Bravo è stato Alcaraz nello scappare da questa morsa, rischiando subito un gran punto, o con un attacco, sempre mettendo immediata pressione all’azzurro con ottime aperture di campo fin dall’uscita dal servizio. Continue variazioni, incluso qualche improvvisa pallata carica di spin, pur di non giocare scambi prolungati. Una tattica rischiosa, che gli ha fatto perdere la bussola a metà del primo set, ma che alla fine l’ha portato alla vittoria con 26 punti vincenti e 32 errori, contro il 14-23 di Jannik.
    Alcaraz sul sintetico si conferma superiore a Sinner, 3 vittorie su 3 match disputati a livello ATP. Ha fatto lui maggiormente la partita, come dimostra anche il vantaggio di un break nel primo set, poi recuperato da un ottimo Sinner con uno strappo di qualità, approfittando di una piccola pausa del rivale. Jannik può recriminare per il set point avuto in risposta sul 6-5, ma lì ha giocato un bell’attacco Carlos, e quindi nel tiebreak lo spagnolo è stato davvero incisivo. Al contrario, Sinner nel tiebreak non ha brillato. Ha pagato ogni volta in cui non messo la prima, e quindi una scelta errata sul cercare a tutti i costi di colpire col diritto da sinistra, nonostante la risposta di Carlos fosse troppo angolata
    Sottolineati i meriti indubbi di Alcaraz, questa semifinale conferma che a questo livello Sinner non può permettersi un rendimento mediocre col servizio. È necessario mettere più del 60% di prime, ideale due su tre, e trasformare in punti almeno un 70%. Sono i numeri con i quali ha sconfitto Fritz. E come contro l’americano, quando è riuscito a forzare il gioco sul ritmo, sulla progressione, diventa quasi irresistibile, vista la sua grande condizione fisica, l’abilità nello spingere ad alta velocità trovando controllo e profondità. Per imporre questo tipo di pressione, i colpi di inizio gioco restano decisivi. Stanotte anche in risposta è stato meno efficace, ha pagato ogni volta in cui Alcaraz ha trovato una prima palla esterna molto precisa, o una seconda carica di effetto “kick”, che Jannik non è riuscito a schiacciare con forza trovando profondità. Sinner deve portare a casa l’eccellente torneo disputato, l’ottima semifinale raggiunta, la conferma che con questa forma atletica e tipo di gioco può essere vincente e a tratti dominante. Il primo set assai equilibrato, nel quale è riuscito a rimontare ed arrivare anche a set point, nonostante una giornata al servizio non eccellente, conferma quando sia diventato forte e pericoloso Sinner. Contro un grande Alcaraz, si può perdere.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Sinner inizia la seconda semifinale al servizio. Un buon game, spinge col diritto (colpo che sta funzionando benissimo nel torneo) e anche un Ace, 1-0. Risponde con la stessa moneta Alcaraz, prime in campo, piedi sulla riga e via a spingere forte col diritto. 1 pari. Nonostante un doppio fallo, cercando grande velocità con la seconda palla, Jannik vince un buon terzo game, assai rapido nel coordinarsi dopo il servizio e difendersi sulle risposte aggressive dello spagnolo. La palla corre davvero veloce, entrambi spingono con massima intensità fin dai primi giochi. Clamoroso il secondo punto del quarto game, vinto dall’azzurro, una progressione micidiale che sbaraglia Carlos. La sensazione è che quando il punto si allunga, Sinner sia superiore, mentre Alcaraz tende ad aprire immediatamente l’angolo e sparare a tutta subito. 2 pari. Jannik affronta la primissima situazione complicata sul 15-30, ma trova un Ace provvidenziale. Sul 30 pari però commette il secondo doppio fallo del match, ecco la prima palla break dell’incontro. Ace! Che freddezza e classe Jan. La posizione molto aggressiva in risposta alza la tensione in Sinner che commette un altro doppio fallo. Stavolta la prima palla non entra, e la seconda è preda di una risposta cross violenta di Carlos, che forza l’errore di Sinner. BREAK Alcaraz, 3-2 e servizio. Il primo calo alla battuta costa carissimo all’altoatesino. Al contrario l’allievo di JC Ferrero usa benissimo la prima palla esterna, veloce ma soprattutto carica di effetto, che rende complicato per Jannik entrare con forza nella palla e trovare profondità. Con una volée da metà campo fenomenale per controllo, Carlos trova il punto del 4-2. Ritrova sicurezza l’azzurro, a zero resta in scia 3-4, ma il “problema” è trovare un gran game in risposta per riaprire il parziale. La chance arriva: due errori di Alcaraz, classici unforced, e 0-30. Con una risposta aggressiva, Sinner strappa il punto dello 0-40, tre palle del contro break! Altro grave errore col diritto in spinta per Carlos e… CONTRO BREAK! 4 pari, il set torna in equilibrio. Ancora out il diritto di Alcaraz, diventano 10 i punti di fila vinti da Jannik. E poi 11 con un paio di “manate” col diritto ingestibili di Sinner. Si butta avanti e interrompe l’emorragia “Charlie”, ma con un bell’attacco col diritto Jannik chiude il nono game e completa il sorpasso, 5-4. In questa fase lo spagnolo non riesce a contenere la combinazione di velocità e profondità, è sotto 15-30, ma la risposta di Jannik è lunga di un niente. Il servizio aiuta Carlos, 5 pari. La palla è “infuocata”, entrambi trovano accelerazioni clamorose, grande spettacolo in campo. Sul 6-5, Sinner pressa e forza gli errori del rivale che ai vantaggi concede un Set Point! Se lo gioca attaccando con la palla corta Carlos, Jannik non trova la direzione giusta. Il parziale si decide al tiebreak. È Charlie a strappare il primo punto in risposta, sfruttando una seconda palla di Jannik non così incisiva, 3-1. Sbaglia col rovescio Alcaraz, troppa fretta nello spingere una palla molto lenta (in recupero) dell’azzurro. Si gira 3 pari. Un nastro fortunato per l’iberico, ma l’azzurro non si scompone. 4 pari quando scocca l’ora di gioco. Un errore col rovescio cross, in difesa sulla risposta molto aggressiva di Alcaraz, costa a Sinner il punto del 4-5. Poi l’azzurro sbaglia posizione in campo, facendosi trovare impreparato dopo aver tirato a tutta ma senza chiudere il punto. 6-4 e doppio Set Point Alcaraz. Chiude Carlos con un rovescio incrociato straordinario, 7 punti a 4. Peccato per il Set Point non trasformato, ma soprattutto per quei due errori dal 4 pari nel “decider”. Grande equilibrio e spettacolo in campo, un set molto equilibrato. Ha vinto un punto più del rivale Sinner, ma solo il 51% di prime palle in campo, troppo poco.
    Secondo set, Alcaraz scatta al servizio. Forte del primo set appena vinto, spinge con sicurezza e muove lo score. Il quarto doppio fallo del match costa a Sinner un pericoloso 15-30 in avvio. Arriva il quarto Ace in soccorso. Carlos è “on fire”: prima trova un passante in corsa di diritto assurdo, trovando equilibrio e controllo da metri fuori dal campo; quindi spinge forte al centro e provoca l’errore di Jannik. C’è la palla break per lo spagnolo. Se la gioca male Sinner, si sposta a sinistra per colpire col diritto ma la traiettoria in arrivo è troppo angolata e non trova la palla. BREAK Alcaraz, 2-0 e servizio. Tutto prova, e tutto gli riesce, pure quella palla corta col diritto che finora non aveva portato a niente di buono. La chiave per  Sinner è “tener fermo” l’avversario bloccandolo nello scambio di ritmo, costruendo la progressione e non lasciando che il rivale possa aprire il campo e affondare subito. Infatti così l’azzurro vince due punti in risposta, ma Alcaraz chiude il game con un lob fantastico dopo uno scambio mozzafiato. È il colpo del match, un piccolo “uppercut” al morale di un Sinner in questa fase soverchiato dall’aggressività e tempi di gioco minimi del rivale. 3-0 Alcaraz. L’altoatesino interrompe finalmente la striscia di Carlos, 1-3. Dal suo angolo lo incitano a provarci, a non aver paura di sbagliare. Ma Alcaraz in questa fase è imprendibile, serve molto bene (73% di prime) e prende il rischio immediatamente, Sinner non riesce a tenerlo fermo e costruire. Una risposta errata, su di una seconda palla molto profonda e carica di spin, provoca l’errore in risposta di Jannik. 4-1 Alcaraz, a due passi dalla vittoria e dalla finale di Indian Wells. Inizia male il sesto game l’azzurro, cerca in tutti i modi di colpire col diritto anche su una palla molto angolata – come l’errore che ha pagato caro nel tiebreak – quindi un altro errore in scambio, 15-30. Si aggrappa alla progressione allungando gli scambi, l’aspetto tecnico nel quale finora è stato superiore nel match. Con una difesa e contrattacco micidiale, Alcaraz strappa il punto del 30-40, palla del doppio break… E la prima di Jannik latita… Rischia a tutta in risposta Carlos, ma la palla gli esce di poco. Le PB diventano due, super-aggressivo l’iberico. Lo aiuta il servizio, una bella botta esterna. Ma non molla la presa Alcaraz, divora l’ennesima seconda di servizio e strappa la terza chance di break. Con coraggio si butta avanti, rischia a tutta trovando la riga e si salva ancora Jannik. Con tantissima fatica, Sinner resta in contatto portandosi 2-4. Improvvisamente – come nel primo set sullo stesso punteggio – arrivano alcuni errori di Alcaraz, 0-30. A differenza del primo parziale, stavolta la battuta aiuta il murciano, con 4 punti di fila, praticamente senza giocare, si porta 5-2. Jannik non crolla, resta in scia ma ora Alcaraz serve per il match. Ace a 219 kmh, quindi una palla corta all’uscita dal servizio, ottima, e quindi passante cross terrificante. 30-0. Troppo bravo. Sinner non molla, entra coi piedi in campo e trova un gran diritto vincente. Con l’ennesima mazzata a tutto rischio e tempi di gioco azzerati, è 40-15 e doppio Match Point. Passante vincente, annulla il primo Jan. Chiude al secondo, con un diritto dal centro. Bravo Carlos, grande prestazione e finale meritata. È la sua terza finale a livello M1000, trova il tennista più “caldo” e se vince tornerà n.1. Sarà una grande finale. Jannik ha ceduto a un tennista oggi complessivamente superiore. Ha pagato un modesto 50% di prime, ma come condotta di gara l’iberico è stato superiore. Bravo Carlos.

    [1] Carlos Alcaraz vs [11] Jannik Sinner ATP Indian Wells Carlos Alcaraz [1]76 Jannik Sinner [11]63 Vincitore: Alcaraz ServizioSvolgimentoSet 2C. Alcaraz 15-0 ace 30-0 30-15 40-15 40-305-3 → 6-3J. Sinner 15-0 15-15 15-30 30-30 40-305-2 → 5-3C. Alcaraz 0-15 0-30 df 15-30 30-30 40-304-2 → 5-2J. Sinner 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-404-1 → 4-2C. Alcaraz 15-0 15-15 30-15 30-30 40-303-1 → 4-1J. Sinner 15-0 30-0 30-15 40-153-0 → 3-1C. Alcaraz 15-0 ace 30-0 30-15 30-30 40-302-0 → 3-0J. Sinner 0-15 15-15 15-30 df 30-30 ace 40-30 40-40 A-40 40-40 40-A1-0 → 2-0C. Alcaraz 15-0 30-0 30-15 40-15 40-300-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1Tiebreak0-0* 0*-1 1*-1 2-1* 3-1* 3*-2 3*-3 4-3* 4-4* 5*-4 6*-46-6 → 7-6C. Alcaraz 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 ace 40-40 40-A 40-40 A-405-6 → 6-6J. Sinner 15-0 30-0 30-15 40-155-5 → 5-6C. Alcaraz 15-0 15-15 15-30 30-30 40-304-5 → 5-5J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-15 40-304-4 → 4-5C. Alcaraz 0-15 0-30 0-404-3 → 4-4J. Sinner 15-0 30-0 40-04-2 → 4-3C. Alcaraz 0-15 15-15 30-15 ace 40-153-2 → 4-2J. Sinner 15-0 15-15 15-30 30-30 ace 30-40 df 40-40 ace 40-A df2-2 → 3-2C. Alcaraz 15-0 15-15 30-15 40-15 ace1-2 → 2-2J. Sinner 15-0 15-15 30-15 30-30 df 40-301-1 → 1-2C. Alcaraz 15-0 30-0 30-15 40-15 40-300-1 → 1-1J. Sinner 15-0 30-0 40-0 ace 40-150-0 → 0-1 LEGGI TUTTO

  • in

    Il miglior servizio dell’era moderna

    Nick Kyrgios

    Stilare classifiche dei migliori giocatori, colpi, ecc è sempre una tentazione irresistibile, anche per giocatori, coach e addetti ai lavori. Negli ultimi tempi il dibattito sul migliore di sempre è animatissimo, visto che Djokovic e Nadal dopo aver superato e staccato Roger Federer (primo tennista a toccare 20 Slam) stanno battagliando per terminare la propria carriera davanti a tutti per numero di Majors.
    Stavolta sui social si è animato un piccolo dibattito su di un colpo in particolare: il servizio. La battuta è diventata sempre più decisiva nel tennis moderno, colpo con il quale puoi ottenere non solo un punto diretto ma indirizzare i propri game, mettendo grande pressione all’avversario. Ormai senza una prima e seconda palla di qualità, non è possibile competere ad altissimo livello.
    Il “sasso” è stato lanciato dal loquace coach francese Patrick Mouratoglou, che interpellato su quale sia il miglior servizio dell’epoca moderna ha compilato la propria personale top5. Questa la sua lista:
    1° Nick Kyrgios
    2° John Isner
    3° Andy Roddick
    4° Ivo Karlovic 
    5° Pete Sampras

    Molti sono i “big server” assenti, Goran Ivanisevic per esempio, ma anche Boris Becker e Roger Federer non figurano tra i suoi migliori. Per questo, Brad Gilbert (oggi analista per ESPN dopo esser stato a lungo coach di vari giocatori tra cui Andre Agassi) ha formulato una sua classifica, dividendo – a nostro avviso giustamente – i suoi migliori in decadi differenti, visto che sono cambiati non solo i tempi ma anche i materiali. Ecco i top3 al servizio di Gilbert:
    80s – 90s:
    1° Pete Sampras
    2° Boris Becker
    3° Goran Ivanisevic

    2000
    1° Roger Federer
    2° Andy Roddick
    3° Ivo Karlovic

    2010-2020
    1° John Isner
    2° Nick Kyrgios
    3° Roger Federer

    Altri servizi da menzionare:
    1° Richard Krajicek
    2° Milos Raonic
    3° Wayne Arthurs
    4° Mark Philippoussis
    5° Greg Rusedski

    È un tema molto interessante, e sul quale ovviamente non è possibile trovare un accordo assoluto su quale sia il migliore. È da valutare il colpo in sé? O forse è più giusto premiare l’impatto del servizio sul gioco, risultati e carriera del giocatore? Se si parla del colpo singolo, allora si dovrebbero prendere in considerazione soprattutto i numeri, come Ace, percentuali varie. In questo caso i record pazzeschi di Isner, Karlovic e Ivanisevic sono assolutamente inarrivabili. Tuttavia vedendo l’impatto sul gioco, allora le cose cambiano e big servers come Kyrgios, Sampras e Federer entrano di diritto nel dibattito.
    Personalmente, se devo esprimere un parere, ritengo che il servizio vada valutato non solo per l’efficacia del colpo astratto dal gioco quanto per l’impatto che ha sul rendimento del tennista, cioè quanta parte della prestazione e delle vittorie sono venute dalla qualità della battuta. Non è determinante avere un servizio da Ace in serie se poi nei momenti decisivi questo fa cilecca e non ti porta punti quando davvero contano (penso per esempio alle fasi decisive della finale ’92 di Wimbledon, con Ivanisevic che nei game chiave non trova mai l’Ace, ma gli esempi potrebbero essere molti, come i tanti tiebreak persi in carriera da Isner e Karlovic nonostante la loro battuta). Per questo, credo che il miglior servizio dell’epoca moderna, e singolo colpo più decisivo in assoluto, sia quello di Pete Sampras. Nessun giocatore dagli anni ’80 ad oggi ha avuto una battuta capace di spostare così tanto gli equilibri a suo favore, una sentenza nei momenti chiave del match. Quando “Pistol” prendeva ritmo e metteva la testa avanti, era finita. Chiedere ad Andre Agassi, quello che ha avuto la miglior risposta…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO