More stories

  • in

    La politica USA si muove contro le norme anti-covid, possibile apertura per Djokovic a Indian Wells e Miami?

    Novak Djokovic

    Si apre uno spiraglio alla partecipazione di Novak Djokovic al cosiddetto “Sunshine Double” di Indian Wells e Miami del prossimo marzo, ma il super campione serbo non è direttamente coinvolto nella faccenda. Nessuna norma ad personam, è la politica negli USA a mettere in seria discussione la legge che vieta fino all’11 maggio 2023 l’ingresso negli Stati Uniti d’America per i non cittadini statunitensi non vaccinati contro il Covid-19.
    Allo stato attuale delle cose, gli stranieri che non hanno ricevuto una completa vaccinazione contro il virus che ha provocato la pandemia non possono entrare nel paese nord americano fino all’11 maggio prossimo, quando la norma decadrà e quindi ci sarà completa libertà di accesso. Molti politici USA sono assai critici contro l’allungamento del blocco all’ingresso, deciso alcuni mesi fa dall’amministrazione Biden per l’impennata di casi Covid-19 in Cina, visto che nella quasi totalità degli altri stati sono state eliminate norme simili, inclusi quelli più fermi nelle normative anti-covid (Nuova Zelanda e Australia, per citarne due).
    Il politico repubblicano Thomas Massie ha posto formalmente una richiesta per revocare prima possibile il requisito del vaccino per l’ingresso negli USA. “Gli USA devono guidare il mondo libero, ma in realtà stiamo crollando all’indietro. Centinaia di Paesi hanno politiche sui vaccini più liberali di quella degli USA, tutti i maggiori stati e quelli a noi confinanti. (…) Se arriva qualcuno al nostro confine che ha sintomi di Covid ma è stato vaccinato, ok, non c’è problema entra pure! Portaci una nuova variante o qualsiasi cosa sia, sei benvenuto… Ma se sei un tennista sano che non è stato vaccinato, devi startene fuori dal nostro Paese. Questo è il messaggio che stiamo mandando. La nostra politica è vecchia di almeno due anni. La US Travel Association riconosce tutto questo”. Diretto quindi il riferimento allo status di Djokovic, perso ad esempio come persona a cui non è consentito l’accesso. Tuttavia non si tratta di una richiesta “per Djokovic”, ma per aprire a tutti i viaggiatori che vorrebbero tornare negli Stati Uniti ma che dovranno attendere a metà della prossima primavera con le norme in vigore.
    Infatti le associazioni che promuovono il turismo negli USA stanno facendo pressione con tutti i propri mezzi per spingere la politica a rivedere le posizioni restrittive. In una nota ufficiale hanno dichiarato di aver “a lungo sostenuto la rimozione di questo requisito e non vedono alcun motivo per attendere fino alla scadenza di maggio dell’emergenza sanitaria pubblica, in particolare poiché i potenziali visitatori stanno pianificando viaggi primaverili ed estivi”. Affermano inoltre che “Gli Stati Uniti sono l’unico paese che ha ancora questo requisito per i visitatori internazionali quando non c’è più alcuna giustificazione di salute pubblica”.
    Tutto questo sta aumentando le pressioni sul presidente Biden affinché riveda la posizione della sua amministrazione. Nel periodo pasquale infatti una vacanza negli USA è un classico per moltissimi turisti da tutto il mondo, che scelgono le spiagge della Florida, i grandi parchi, le città più moderne o le bellezze della California, solo per citare alcune delle mete più ambite.
    Vedremo se la crescente pressione sull’amministrazione Biden porterà a un passo indietro sulla norma restrittiva. Netta anche la posizione di Tommy Haas, direttore del torneo di Indian Wells: “Sarebbe bello veder accorciare i termini di queste norme e così far venire Djokovic a giocare Indian Wells e Miami. Penso che lui voglia giocare, quindi dovremmo dargli una possibilità. Speriamo di poterlo avere con noi. Vista la situazione attuale, ai miei occhi sarebbe una vergogna se non potesse venisse a questi eventi, se non gli fosse permesso di venire”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Toni Nadal: “Tsitsipas ha sbagliato tattica contro Djokovic a Melbourne, puntando sulla velocità solo Federer poteva farcela”

    Toni Nadal

    Affrontare Djokovic ad alta velocità aprendo molto gli angoli è una tattica suicida, ed è costata la sconfitta a Tsitsipas nell’ultima finale degli Australian Open. Questo il parere di Toni Nadal in un’articolo pubblicato sul quotidiano iberico El Pais, del quale lo “zio” più famoso del tennis è apprezzato opinionista da qualche tempo. Oltre a dirigere la nota Academy del nipote a Maiorca, Toni periodicamente commenta i fatti salienti del tour Pro sulle colonne del giornale di Madrid. Riportiamo il suo qualificato parere in merito alla finale di Melbourne, e come invece decise con Rafa di affrontare il serbo prima della finale di US Open 2013, match nel quale Novak partiva ampiamente favorito ma che, invece, vide trionfare lo spagnolo.
    “Ciò che Djokovic ha ottenuto è tanto sorprendente quanto ammirevole” scrive Toni Nadal. “Che 15 anni dopo quel 2008 in cui ha alzato il suo primo Major a Melbourne, sia stato capace di rifarlo di nuovo per la decima volta (per la ventiduesima nel computo totale) e con un livello tennistico così impressionante dovrebbe ugualmente stupire il popolo del mondo del tennis e tutti i tifosi. In questa edizione è stato praticamente ingiocabile, disputando un torneo impeccabile dall’inizio alla fine. Il suo gioco è senza dubbio il più completo del circuito, che gli permette di giocare sia in attacco che in difesa. È deciso e combatte fino allo sfinimento. Risponde con una serenità sorprendente nei momenti di massima tensione. Impressiona per la sua ambizione e la conseguente voglia di continuare a migliorare”.
    Ecco il punto in cui tratta su come Tsitsipas ha provato ad affrontare il serbo, a suo dire con un approccio errato. “Pur riconoscendo l’enorme difficoltà del confronto e le poche garanzie offerte da qualsiasi strategia da adottare, credo che il suo approccio iniziale sia stato sbagliato. Nel primo set il giocatore di Atene ha voluto giocare contro Novak faccia a faccia, con colpi veloci e aggressivi, cambiando continuamente la direzione dei suoi tiri. Con questa condotta ritengo sia impossibile battere il balcanico a meno che tu non sia Roger Federer. Batterlo in velocità è una tattica quasi suicida, come abbiamo visto in quel veloce primo set in cui il giocatore greco sembrava tanto sconcertato quanto incapace di mettere in difficoltà il rivale”.
    Toni racconta quindi un aneddoto del 2013, quando suo nipote Rafael sfidò Novak a New York, sconfiggendolo in finale nonostante si giocasse sul sintetico. “Ricordo il giorno prima della finale con Djokovic agli US Open 2013, i dubbi che io e Rafael avevamo e la decisione che alla fine abbiamo preso. Per batterlo abbiamo pensato di non aprire troppo gli angoli o di cambiare velocemente direzione e giocare, invece, più al centro. Aumentare l’apertura del campo, le lunghe percorrenze e la velocità negli scambi non potevano che provocare una risposta ancora più aggressiva, inesorabile e quasi definitiva da parte di Djokovic. Quindi abbiamo pensato di giocare più lentamente, al centro del campo e con convinzione di perseguire questa tattica di sfinimento. Fortunatamente per noi, Rafael è uscito vincitore, ma ricordo quella finale come una di quelle più difficili mai giocate da mio nipote”.
    È un punto di vista interessante quello di “zio” Toni. Effettivamente Tsitsipas, pur avendo un tennis offensivo, non ha l’anticipo di Roger Federer, che proprio grazie a tempi di gioco estremamente rapidi ha spesso battuto Djokovic, portandolo all’estremo in epiche battaglie negli Slam, nonostante un certo gap di età a favore del serbo. Tuttavia è anche corretto affermare che rallentando molto il gioco, le incredibili capacità difensive e di resilienza in campo di Djokovic sarebbero state forse ugualmente superiori a quelle di Stefanos. Quindi, in qualsiasi modo la si voglia guardare, la partita per il greco restava un muro troppo difficile da superare visti i suoi mezzi e le straordinarie qualità (e forma) del fortissimo avversario.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Claudio Zimaglia è ad Adelaide con Djokovic

    Zimaglia con Djokovic (foto da Sport Klub)

    Novità nel team di Novak Djokovic: nei primi allenamenti del campione serbo ad Adelaide a suo fianco non c’è Ulises Badio ma Claudio Zimaglia, noto fisioterapista  torinese che ha collaborato per anni con Riccardo Piatti e quindi con Milos Raonic e Jannik Sinner. Recentemente era a fianco di Brandon Nakashima.
    Lo riporta il portale serbo Sport Klub, secondo il quale Badio dopo 5 anni di collaborazione con il 21 volte campione Slam non avrebbe trovato un accordo per il 2023. Non ci sono ancora notizie precise sul rapporto tra Novak e Claudio, ma vista l’importanza quasi maniacale che Djokovic riserva alla sua condizione psicofisica, sembra improbabile che quella con Zimaglia sia solo una collaborazione “spot” per la trasferta australiana.
    In bocca al lupo a Zimaglia per questa nuova prestigiosa avventura LEGGI TUTTO

  • in

    Norrie: “L’uomo da battere nel 2023? Djokovic”

    Novak Djokovic

    Il britannico Cameron Norrie ha alte aspettative per il prossimo anno. Dopo aver disputato la semifinale a Wimbledon nel 2022, “Cam” non si pone limiti, pensando di aver ancora ampi margini di miglioramento nel proprio tennis e puntando ad entrare tra i migliori 5 al mondo. Per l’anno che sta per iniziare è sicuro: l’uomo da battere sarà Novak Djokovic. Ecco alcuni passaggi dell’intervista rilasciata a Eurosport UK.
    “Il mio più grande sogno? Voglio essere il numero uno al mondo, questo il mio massimo obiettivo” afferma Norrie. “Ovviamente ci sono molte cose che devo realizzare prima, non sono ancora stato tra i primi cinque, quindi questo è un obiettivo che voglio tenere a mente ogni volta che scendo in campo ad allenarmi, per cercare di migliorare a tal punto da poter diventare il miglior giocatore del mondo. È un obiettivo difficile, una lunga strada da percorrere. Chiunque può dire di voler essere il numero uno, ma negli ultimi anni sono riuscito ad alzare costantemente il mio livello, sento che sto giocando bene a tennis ma che ci sono molte cose in cui posso migliorare. Con alcuni grandi giocatori che per l’eta inizieranno a calare, ci sono molte possibilità e opportunità per vari giocatori. Mi sento tra i migliori giocatori del mondo, mi alleno con loro, vinco e gioco partite serrate. Sono esattamente dove voglio essere e voglio restarci. Sono una persona che non è mai veramente soddisfatta”.
    “Voglio migliorare in tutto. All’inizio della preseason vuoi concentrarti molto sull’aspetto fisico e passare molto tempo in palestra per diventare più forte perché durante l’anno giochi molte partite ed è difficile fare quel lavoro, quindi il mio primo obiettivo è essere pronto con il fisico, anche se vincere è le esibizioni è interessante, alla fine sono dei tornei molto divertenti da disputare. Comunque la cosa principale è essere pronto per l’Australia. Vorrei anche alzare il mio livello a rete e cercare di andarci più spesso; un altro aspetto su cui lavorare sono i drop shot“.
    Obiettivi molto ambiziosi. Per realizzarli è necessario battere i migliori. Su chi sia l’avversario più difficile, quello che per Cameron sarà l’uomo da battere nel 2023, la sua idea è chiara: “Djokovic è l’uomo da battere il prossimo anno. Ha avuto una stagione fantastica giocando un numero limitato di tornei. Ho molto rispetto per lui, è incredibile quello che ha fatto per concludere l’anno, e come lo ha fatto. A Wimbledon e non solo è quello da battere, è il favorito e so dovrò fare i conti anche con lui”. LEGGI TUTTO

  • in

    Mouratoglou: “Avremo alcune stagioni interessanti, nessuno sarà in grado di dominare”

    Patrick Mouratoglou

    Patrick Mouratoglou, noto coach francese, ipotizza un futuro prossimo assai incerto nel tennis maschile di vertice, ricco di sorprese e grandi battaglie. A suo dire nemmeno il fenomenale Alcaraz ammirato quest’anno sarà in grado di dominare il tour, e dovrà vedersela sia con la generazione di Medvedev e i suoi coetanei, con i più giovani come Rune e Sinner, ma ancora con gli ultimi colpi in canna di Djokovic e Nadal.
    “Non credo che la generazione di Tsitsipas, Medvedev e gli altri ragazzi sarà completamente cancellata, non penso che la nuova generazione di Holger (Rune), Alcaraz e Sinner e così sarà l’unica a vincere i tornei dello Slam”, afferma il coach. “Penso che ci sarà una grande lotta tra due generazioni in futuro. Nessuna generazione – e ce ne sono state così tante – è mai riuscita a far fuori Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic. Nessuno. Sono i tre più grandi di tutti i tempi. Questo non si ripeterà a breve”.
    Continua il coach part-time di Tsitsipas e Rune: “Ora è un momento molto interessante perché nessuno è dominante. I grandi vecchi non stanno giocando così tanti tornei, c’è una nuova generazione già vincente (Medvedev, Rublev, Tsitsipas, Zverev, ecc) e c’è una seconda nuova generazione già pronta, quella di Holger, Carlos Alcaraz, Felix Auger-Aliassime, Jannik Sinner. Sono due generazioni diverse che giocheranno l’una contro l’altra per molti anni, proveranno a vincere i tornei dello Slam e questo rende il prossimo futuro ricco di aspettative e interessante. La nuova generazione è migliore di quella meno nuova? Non lo so, lo vedremo”.
    I migliori della generazione “di mezzo” quest’anno hanno fallito nel vincere tornei dello Slam. Ecco la spiegazione di Mouratoglou: “In parte sono stati sfortunati, dovevano ancora affrontare il grande Rafa e il grande Novak e hanno perso molto contro di loro, sconfitte che hanno danneggiato la loro fiducia. La generazione più giovane, Holger e Alcaraz, per il momento non ha dovuto affrontare questo, quindi hanno ancora la convinzione di poter fare qualsiasi cosa, questa per loro è una grande risorsa. Il prossimo anno dovranno sfidare anche i grandi vecchi, vedremo cosa succederà”. LEGGI TUTTO

  • in

    ATP Finals 2022: un’edizione equilibrata (o forse no…)

    Il Pala Alpitour a Torino

    Nadal, Ruud, Auger-Aliassime e Fritz nel gruppo verde. Tsitsipas, Medvedev, Rublev e Djokovic in quello rosso. Questi i “magnifici otto” delle ATP Finals 2022, al via oggi al Pala Alpitour di Torino, seconda edizione del Master di fine stagione in Italia. L’anno scorso andò in scena un’ottima edizione, storica per molti versi, soprattutto per il nostro tennis che riuscì a portare in campo due azzurri, lo sfortunatissimo Matteo Berrettini e il subentrante Jannik Sinner, bravo a regalare spettacolo contro Hurkacz e Medvedev. Quest’anno di azzurro ci sarà solo il campo di gioco, troppi gli intoppi e difficoltà per i nostri in stagione. E siamo anche onesti: è bellissimo abituarsi a vincere e primeggiare, speriamo tutti che il 2023 possa essere l’anno “buono” per alzare finalmente uno Slam al maschile dopo oltre 40 anni da Panatta ’76 a Parigi, ma l’aver vissuto le gesta di 2 italiani alle Finals è stata una splendida eccezione, non la regola. Speriamo lo possa diventare.
    Tornando all’edizione che sta per scattare con Ruud vs. Auger-Aliassime nella sessione pomeridiana, che torneo sarà? I vari protagonisti sono assai cauti. Nessuno si sbilancia, anche per il fatto che molti dei protagonisti al via arrivano in questo finale di stagione così così, o almeno con qualche dubbio sulla propria condizione. “Tutti possono vincere, mai come quest’anno” afferma Medvedev. Ha ragione? Sì, perché nessuno parte battuto, e quando arrivi tra i migliori otto vuol dire che qualcosa di importante in stagione l’hai assolutamente combinato. Tuttavia, andando ad analizzare come i vari protagonisti si presentano al via a Torino, si può tracciare un’ipotesi plausibile di che quel andremo a vedere, aspettando le conferme (o smentite) del campo, e la sensazione è che di equilibrio, in realtà, ce ne sarà assai di meno di quel che i protagonisti dicono.
    Auger-Aliassime è il n.3 del gruppo verde, ma è assolutamente il più “lanciato” e in forma dei quattro protagonisti. La sua striscia incredibile di vittorie in quest’autunno ha scritto una piccola pagina di storia, ha spazzato via dalla sua “bio” quell’alone di perdente nelle finali e l’ha issato con pieno merito tra i migliori del mondo. Migliorato al servizio, più continuo e incisivo in risposta, Felix è diventato un tennista tosto e completo, con un gioco non così brillante ma terribilmente lineare ed efficace. Pochi punti deboli, tanta sostanza e intensità. A-la-Nadal, il mantra che Zio Toni è riuscito ad inculcare nel classe 2000 canadese. È forse azzardato dire che dominerà il gruppo, ma è certamente più in forma di Ruud e di Nadal. Contro il norvegese parte nettamente favorito; contro Rafa sarà da valutare come il suo tennis pulito impatterà le palle arrotate e complesse del fortissimo rivale. Potrebbe pagare lo scotto dell’esordio, ma sembra ormai maturo e pronto a vincere anche in un torneo del genere.
    Ruud è calato vistosamente dopo mesi e mesi grandissime prestazioni. Un martello. Classico che sia arrivato a novembre con le pile scariche dopo cotanta sostanza. Ha dimostrato più volte di essere competitivo contro i grandi, ma faccio fatica vederlo vincente nel torneo, e pure nel girone. Possibile che si giochi un successo contro Fritz, l’altro esordiente nel torneo del girone verde. Fritz non ha niente da perdere, un grande servizio ma anche precisi limiti caratteriali che l’hanno fatto crollare più volte in grandi occasioni. Gli auguriamo di tirare fuori gli artigli e sorprendere, ma è plausibile che si giocherà con Ruud l’unica possibile partita da vincere nel gruppo.
    Nadal… è Nadal. Campionissimo, immortale, anche nel mettere le mani avanti. Vero che questo torneo non l’ha mai vinto, per vari motivi. Vero che non ci arriva ovviamente in forma, ma prima di darlo per morto è sempre bene pensarci mille volte. Indoor gli altri hanno più chance di batterlo, le sue arrotate fanno meno male. Il fisico non è più quello dei bei tempi, ma la testa lo accompagnerà sino all’ultima palla della sua carriera. Possibile che arrivi primo o secondo nel girone, e in semifinale si vedrà il suo destino. Se troverà Medvedev o Djokovic, allora il suo torneo potrebbe finire lì.
    Nel gruppo rosso c’è un trio in piena corsa e un “vaso di coccio”. Rublev è evidentemente l’anello debole, difficilmente vincerà un match. Nell’anno che sta terminando è tra le delusioni stagionali, non tanto per i risultati ma per la netta difficoltà di evolvere e completare il suo gioco. Ormai tutti hanno capito come scardinare il suo pressing, troppo monocorde e mono dimensionale per essere davvero vincente. Sembra difficile vederlo battere Medvedev, Tsitsipas o addirittura un Djokovic tanto silente quanto fortissimo. Già, Djokovic.
    Novak è rientrato in autunno e ha vinto subito. Convincendo. È arrivato ad un passo dal terminare imbattuto il suo rientro sul tour, rimontato da un Rune indomabile a Parigi. Bravissimo Holger, un vero martello in condizioni psicofisiche strepitose, ma non  capita tutti i giorni che “Nole” conceda il fianco alla rimonta. La sensazione è che Djokovic, a meno di problemi fisici, sia il più forte in gara e il favorito del torneo. Non sarebbe affatto un sorpresa vederlo in finale contro Medvedev, tanto che la sfida tra i due nel girone potrebbe essere decisiva per capire chi lo chiuderà da n.1 e chi da n.2. Tsitsipas permettendo.
    Il greco indoor gioca bene, potrebbe essere il fattore che scombina i pronostici. Se imbrocca una grande giornata al servizio, riuscirà a difendere il lato sinistro e chiudere molti punti di volo dopo un sostanzioso attacco col diritto, Stef potrebbe battere sia Novak che Daniil, o almeno uno dei due e quindi essere totalmente in gara per la semifinale. Daniil indoor è fortissimo, ma quest’anno ha sofferto più volte dei cali mentali e fisici che gli sono costati carissimo. Come non ricordare la finale degli Australian Open, “gentilmente” rimessa in discussione e quindi persa grazie a un indomabile Nadal ma anche con tanta, tantissima complicità del russo, perso dentro i meandri della sua psiche complessa e tendente all’auto distruzione. Se Daniil trova ritmo al servizio, potrebbe far calare il sipario sul gruppo, e sul torneo.
    Il gruppo rosso è indubbiamente il più tosto e competitivo. Potrebbe essere decisivo il passare da n.1 o n.2, per i soliti complicati incroci di questo evento. Le combinazioni sul tavolo sono tante, e complesse. Tsitsipas vs. Djokovic e Djokovic vs. Medvedev saranno le partite chiave. A meno che il “Djoker” non cali l’asso, giochi al suo massimo e metta tutti d’accordo. Buone Finals a tutti.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Djokovic lancia il suo vino

    I prodotti presentati da Novak

    Novak Djokovic si lancia nella produzione di vino. Il campionissimo serbo lo scorso mercoledì ha presentato i primi due prodotti della sua nuova avventura imprenditoriale in un evento presso il Wine & Pleasure store nel suo paese. I due vini lanciati sono lo “Djokovic Chardonnay 2020” e  “Djokovic Syrah 2020”. Non è ancora stata annunciata la data della messa in vendita dei due prodotti, sicuramente entro poche settimane.
    L’idea di lanciarsi nel mondo dei vini creando un suo proprio marchio è scattata sette anni fa, nel 2015. Djokovic, insieme a suo zio Goran Djokovic, ha rilevato un vigneto nella sua città natale e dopo sette anni di lavori e affinamenti quest’autunno sarà messo in vendita la prima produzione. In totale, stimano di mettere in vendita intorno a 40.000 bottiglie. Un vino di cui Goran Djokovic si dice molto orgoglioso: “Abbiamo creato un grande marchio, ma quello che è più importante, abbiamo un vino di buona qualità”, ha assicurato lo zio del tennista al media The Pavlovic Today.
    “Novak promuove l’alcol? Sciocchezze, il vino è un prodotto diverso. Non è un superalcolico, appare nella Bibbia. Il vino è sacro”, ha commentato Goran Djokovic.
    Il prezzo delle bottiglie varierà tra i 30 ei 35 euro. Novak entra quindi in un nuovo mercato dopo aver lanciato anni fa la sua catena di ristoranti. Il serbo possiede infatti il ‘Novak Cafe & Restaurant’, un ristorante molto apprezzato in patria dove, probabilmente, si potrà degustare la sua nuova marca di vino. LEGGI TUTTO

  • in

    Mike Tyson parla dei big three del tennis: “Djokovic è il mio preferito, poi Federer”

    Mike e Nole

    Mike Tyson segue anche il tennis da qualche tempo, soprattutto da quando la figlia è diventata una piccola appassionata giocatrice. “Il tennis ha allargato i miei orizzonti. Oggi niente per me è più importante di seguire mia figlia mentre gioca a tennis” afferma. I due infatti frequentano spesso i tornei in Nord America, come all’ultimo US Open.
    L’ex discusso campione dei pesi massimi di pugilato è intervenuto al podcast Advantage Connors, parlando delle proprie preferenze tra i tre grandi campioni dell’epoca attutale, Novak Djokovic, Rafael Nadal e l’appena ritirato Roger Federer. “Iron Mike” li mette così in fila: Novak per quanto combatte in campo, Federer per la bellezza del suo gioco, Nadal dietro.
    “Novak Djokovic è il mio preferito oggi” afferma Tyson, “mi piacerebbe davvero rivederlo. È il mio preferito per il modo in cui è tornato dagli infortuni e ha battuto Nadal e Federer in modo spettacolare. È un vero combattente, non si arrende mai”. Ma anche Federer ha un posto speciale nelle sue preferenze: “Amo Djokovic, ma sono un grande fan di Federer. Quando era al suo apice, sembrava che si stesse muovendo nell’aria. È leggero, uno spettacolo”. Non rientra tra i suoi preferiti Rafael Nadal: “Nadal? È ovunque, un grande giocatore, ma non è bello da vedere mentre gioca, mentre Federer è leggero e molto elegante”.
    Difficilmente qualcuno andrà a discutere con Tyson su queste preferenze… LEGGI TUTTO