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    Kyrgios accusa l’ATP: “Il continuo cambio di palle alla fine ha colpito il polso di Djokovic”

    Nick Kyrgios insieme a Novak Djokovic

    Continua a rimandare il ritorno in campo per i postumi del grave infortunio al ginocchio, ma la sua lingua resta tagliente e i suoi commenti sempre più sferzanti. Parliamo ovviamente di Nick Kyrgios, che stavolta sul social X (ex Twitter) spara a zero contro l’ATP per il continuo cambio di palle, che a suo dire ha finito per provocare l’infortunio al polso del n.1 Novak Djokovic. Il serbo in United Cup ha perso il suo match contro l’australiano De Minaur, e per due partite consecutive ha mostrato fastidi al polso destro che l’hanno fatto ricorrere al medico in campo e trattamenti del proprio fisioterapista nel corso dei suoi allenamenti.
    “Il continuo cambio di palle alle fine ha colpito il polso di Novak”, scrive Nick. “L’ATP deve davvero fare qualcosa per questo problema. I giocatori soffrono tutto il tempo“.
    “Ok, alcuni pensano che io stia togliendo il merito ad Alex, sono semplicemente degli stupidi. Demon è un giocatore eccezionale e merita ogni successo che ottiene. Inoltre, per le persone che pensano che le palle non siano un fattore abbastanza grande da provocare un infortunio in un atleta, sono ingenui. Il carico sul gomito e sul polso di un giocatore durante l’impegnativa stagione è enorme”.

    Change of balls every week finally got to novaks wrist 😭 the atp really need to do something about this problem. Players suffer all the time 🙏🏽
    — Nicholas Kyrgios (@NickKyrgios) January 3, 2024

    Le richieste sempre più esplicite da parte dei giocatori di tutti i livelli per avere una selezione di palle più coerente ha costretto l’ATP a mettere sul tavolo la questione, tanto che nel corso dell’ultima edizione delle Finals a Torino Gaudenzi ha parlato con vari giocatori del tema. Hasek Pospisil, braccio destro di Djokovic nell’ideazione della PTPA, è tra coloro che hanno espresso le loro preoccupazioni su questo problema, fermamente convinto che il cambio di palle da torneo a torneo, quasi ogni settimana, stia mettendo a rischio la salute dei giocatori. “Qualche anno fa si discuteva sul fatto che l’ATP/WTA volessero rallentare il gioco per avere punti più lunghi per i fan. Il risultato è stato che le palle sono diventate sempre più pesanti e, sorpresa sorpresa… stanno uccidendo i nostri corpi” scrive il canadese. “Quasi tutti i giocatori con cui ho parlato si sentono allo stesso modo. Non ho mai visto così tanti infortuni al polso, al gomito e alla spalla nello spogliatoio. Se non si cambierà rotta su questi cambiamenti di palle, la situazione potrà solo peggiorare”.
    Djokovic in realtà non ha messo sul tavolo degli imputati le palle, affermando che sono cose che “capitano all’inizio di una stagione”, ma non si è dilungato in particolari. Vedremo se finalmente ATP e WTA prenderanno una decisione in merito, accogliendo le pressanti richieste dei giocatori.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Prize Money 2023: domina Djokovic, Sinner quarto. 69 i tennisti con oltre 1 milione di dollari guadagnati in stagione

    Novak Djokovic con la coppa di Parigi (foto Getty Images)

    Tre Slam su quattro e finale a Wimbledon, ATP Finals, 56 vittorie e 7 sconfitte con 7 titoli vinti complessivamente. Il 2023 di Novak Djokovic è una delle sue migliori stagioni in carriera, che gli ha permesso di chiudere nuovamente l’annata da n.1. Risultati pazzeschi che valgono al serbo anche uno scontato primato nella classifica stagionale dei Prize Money. Novak infatti ha intascato la cifra astronomica di 15,952,044 dollari, quasi tutti in singolare (solo 15,947 dollari ottenuti con le rare apparizioni in doppio), che portano il suo totale in carriera a ben 180,643,353 dollari, che lo rendono il tennista più ricco di sempre a livello di guadagni da tornei. Nettamente staccato Nadal con i suoi 134,640,719 dollari.
    La classifica dei Prize Money nelle prime posizioni ricalca quasi fedelmente il ranking ATP: secondo Alcaraz (10,753,431$), terzo Medvedev (9,239,679$), quarto Sinner (8,349,392$), quinto Rublev. Al sesto posto c’è Zverev, che sorpassa Tsitsipas (sesto ATP ma settimo per guadagni), poi Rune, Hurkacz e Fritz, decimo.
    Lorenzo Musetti è ventesimo (1,971,124 $), Lorenzo Sonego si piazza al n.37 per Prize money (1,313,408 $), e Matteo Arnaldi 73esimo (955,735 $). Matteo Berrettini ha giocato molto poco, ma il buon Wimbledon disputato gli consente attestarsi al n.65 per guadagni nel 2023 (1,028,055 dollari complessivi).
    Sono stati 69 i tennisti con un Prize Money complessivo nel 2023 superiore al milione di dollari: l’ultimo è il tedesco Altmaier con 1,009,986 $. Appena fuori (n.70) Andy Murray, con i suoi 997,741 $. Il centesimo nella classifica dei guadagni è il russo Shevchenko con 722,812 $. Al n.200 c’è Dalibor Svrcina con 273,086 $, appena prima di Luca Nardi con 272,596 dollari.
    Sono 12 gli specialisti del doppio capaci di superare quota 1 milione di dollari nel 2023: comanda Joe Salisbury (1,255,887$) seguito da Rajeev Ram (1,254,982$), Austin Krajicek (1,245,247$), tutti a zero introiti in singolare ma ottimi guadagni con i doppi, posizionati rispettivamente al n.42, 43 e 44 della classifica generale. Tra i migliori, il giocatore che ha ottenuto il maggior Prize Money in doppio è Rublev, per lui ben 368,363 dollari. Curioso che Alcaraz e Medvedev abbiano uno zero a guadagni in doppio in stagione.
    Questa la top 20 completa dei tennisti con maggiori Prize Money nel 2023 sul tour ATP.

    Tra i “milionari” anche il cinese Zhizhen Zhang (45esimo con 1,093,371 $), diventa il primo tennista del gigante asiatico a superare questa soglia per Prize money. Il connazionale Juncheng Shang invece è quello più giovane con maggior Prize money: per il 18enne (n.185 ATP) 407,479 dollari.
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    Sinner è matematicamente qualificato alle semifinali delle ATP Finals, è bastato il set perso da Djokovic vs. Hurkacz

    Hubert Hurkacz

    L’atmosfera era a dir poco elettrica nell’arena del Pala Alpitour quando Hubert Hurkacz ha servito per il secondo set sul 5-4 contro Novak Djokovic. Con tre bordate di servizio consecutive dopo un doppio fallo, il polacco ha chiuso a suo favore il secondo set (6-7, 6-4 lo score).
    La partita non è ancora conclusa (è in corso mentre scriviamo), ma il set vinto da Hubert contro Djokovic qualifica matematicamente Jannik Sinner alle semifinali delle ATP Finals 2023. Anche in caso di sconfitta stasera contro Rune, Sinner è sicuro di essere tra i migliori quattro del torneo. È il primo italiano nella storia delle Finals a sbarcare in semifinale, meritatissimo premio vista la sua eccellente stagione e grandi prestazioni nei suoi primi due match.
    La partita di stasera (ore 21) tra Jannik e Holger Rune sarà comunque molto importante per decidere se Sinner si qualificherà per primo o secondo nel girone. LEGGI TUTTO

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    Nadal: “Vivo con un dolore gestibile. Non sento frustrazione per i 24 Slam di Djokovic, ho fatto tutto il possibile, lui ne avrebbe avuta perché lo vive con più intensità”

    Rafael Nadal nel corso dell’intervista

    Rafael Nadal ha rilasciato una lunga intervista al canale tv spagnolo Movistar Plus, nella quale racconta il suo presente, come convive col dolore (che a volte arriva anche solo scendendo le scale di casa e non gli dà tregua per il resto della giornata), le fasi del suo riposo e recupero e i suoi programmi. L’idea è quella di tornare in campo se il suo corpo glielo permetterà. Non ha una data certa per il ritiro, dovrebbe essere il 2024, ma si lascia la porta aperta in caso di un recupero superiore alle proprie aspettative. Anche una battuta sullo storico rivale Djokovic: per Rafa se fosse rimasto il serbo indietro nella corsa al maggior numero di Slam vinti vivrebbe la situazione con maggior frustrazione. Riportiamo diversi passaggi di questa intervista diffusa ieri sera in Spagna.
    “Mi sono operato il 2 giugno e da allora ho fatto altre cose che non avevo mai avuto la possibilità di fare. Sto cercando e riuscendo a godermi altre cose nella vita. Quando ero all’Accademia, l’ultima volta che sono apparso in pubblico ed era il giorno dell’annuncio, non sapevo che dovevo operarmi. In quel momento avevo bisogno di mettere un punto e di una pausa: anche se di mezzo c’è il titolo del Roland Garros, da Indian Wells dell’anno scorso, in cui mi sono rotto una costola giocando con Carlos, è stato un anno e mezzo difficile. Non c’è stato un momento di tranquillità. A volte i risultati mascherano la realtà della vita quotidiana”.
    “Avevo bisogno di tirare una riga e fermarmi. Prima di farlo volevo essere sicuro che fermandomi sarei riuscito a recuperare. Ho fatto un altro giro di visite mediche, analizzando tutto quello che stava succedendo allo psoas e, alla fine, ho visto che non c’era modo di recuperare. Il mio psoas era in pessimo stato, mi dissero che se non mi fossi operato non sarei guarito. Ho deciso di sottopormi ad un intervento chirurgico e da quel momento in poi sembra che l’operazione sia andata bene. Una volta operato, in un’operazione importante in cui hanno colto l’occasione per operarmi l’anca, che non stava molto bene, ho impiegato diversi mesi a riprendermi. I primi sono stati complicati, dolorosi, ma poi ho avuto la fortuna di staccare, passare del tempo con la mia famiglia, andare via da casa per 5 settimane… e mi sono divertito. Ora sono tornato al lavoro, da pochissimo tempo.”
    “Ho visto poco tennis in questo periodo. Ma non perché soffro non potendo competere. Non sono così. Sono uno che volta pagina molto velocemente, non sono uno di quelli che pensano che dovrei esserci, ecc. Questo non mi fa male: guardo gli US Open e non mi fa male lo stomaco per non essere lì. Nel mio caso, arriva un momento in cui sono in pace. È da un po’ che non riesco a stare nei posti in cui avrei voluto essere, ma lo vivo con naturalezza e accetto le cose come vengono. Guardo poco il tennis perché sento bisogno di disconnettermi. Ho visto la finale degli US Open, ho visto la finale di Wimbledon, ma guardo poco perché ho la sensazione che così non mi disconnetterei del tutto. Quando hai fatto qualcosa per tutta la vita, è difficile guardare una partita di tennis e distrarsi. Finisci per analizzare le cose come se poi dovessi giocare all’indomani e questo non ti permette di disconnetterti”.
    “Il dolore? No, non vivo senza dolore, ma con dolore controllato. Non è un dolore che rende amara la mia vita. Il mio carattere, quindi, sta bene. Sono più triste o più fregato quando provo più dolore del necessario. Ho un piede che sai sta molto male, e ci sono momenti in cui il mio piede non mi lascia vivere in pace, ci sono momenti in cui mi è difficile scendere le scale di casa. Quando succede, succede, è difficile essere molto felici”.
    “Mi piacerebbe giocare ancora, ho la speranza di tornare a giocare e di essere competitivo. La speranza non è tornare e vincere il Roland Garros o l’Australian Open, lo dico affinché la gente non si illuda, nel momento in cui mi trovo nella mia vita è qualcosa di molto lontano. Non dico impossibile, perché le cose nello sport cambiano molto velocemente, ma non sono deluso, sono pienamente consapevole delle difficoltà che devo affrontare. Ce ne sono diverse: una è insormontabile, è l’età, perché quando sei avanti con l’età è già complicato; l’altra sono i problemi fisici, che non mi permettono di allenarmi con regolarità al 100%. L’unione di queste due cose fa sembrare praticamente impossibile aspirare a certe cose. Questo mi toglie l’entusiasmo? No, perché alla fine quello che mi entusiasma è giocare ancora, sentirmi competitivo… e poi vedremo dove sarò”.
    “2024, il suo ultimo anno? Ho detto ‘forse’, sarà il mio ultimo anno. Ho detto ‘forse’: se l’avessi detto in un altro modo, non era il mio modo di esprimerlo… e lo confermo. Ci sono buone probabilità che lo sia, perché vedo come sta il mio corpo. .. ma non so come sarà il mio corpo tra tre o quattro mesi, sono sempre aperto a ciò che il futuro può portare”.
    “Ho saltato quattro anni e mezzo di tornei del Grande Slam a causa di infortuni, questa è la realtà. Ma lo sport è anche questo. Non è per questo che sono migliore di Djokovic, perché ho giocato meno. Lui ha avuto un fisico e un modo di giocare che gli ha permesso di giocare più di me. Ho fatto quello che potevo. Forse tornerò e vincerò altri tre Slam, è improbabile, davvero (ride), ma in questo senso non posso rimproverarmi niente”.
    “Il record degli Slam? Non sono frustrato per un semplice motivo: nei limiti delle mie possibilità, ho fatto di tutto per rendere le cose migliori possibili. Sì, puoi vivere frustrato con 22 Slam, per esempio Novak lo vive in modo più intenso. Per lui sarebbe stata una frustrazione maggiore non riuscirci. Forse è per questo che ce l’ha fatta”.

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    “Creo que Djokovic lo vive de una manera más intensa. Para él, hubiera sido una frustración más grande no conseguirlo”.
    #NADALenMovistarPlus, con @juanmacastano, a las 21:45 en + (dial ). pic.twitter.com/KpnRJC9ELM
    — Tenis en Movistar Plus+ (@MovistarTenis) September 18, 2023

    “Non ho mandato nessun messaggio a Djokovic: quando vinci qualcosa di così importante, per esperienza so che è meglio che passi un po’ di tempo per valutare quel messaggio. Lo farò , ma non l’ho ancora fatto. Naturalmente ho mandato messaggi a Carlos quando ha vinto o era vicino a vincere; gli altri… nel circuito non ho più tanti amici, ormai io vengo da un’altra generazione. Federer? Con lui si, ci parliamo di tanto in tanto”.
    “Futuro da allenatore? Perché no? Ma credo che difficilmente prenderà la maggior parte della mia vita futura. Magari qualche settimana con qualcuno, perché no… Vengo dal tennis, dallo sport in generale, e so che lo sport farà sempre parte della mia vita.”
    “Diventare presidente del Real Madrid? Oh… non lo so. Non è nei miei sogni, ma mi farebbe piacere. Ma prima di tutto sono abbastanza realista con me stesso, so quali sono i miei limiti e non so se ne sarei capace oppure no”.
    Una Rafael a 360°, che nonostante una serie infinita di problemi lascia intendere di crederci ancora. Mille e più volte è rinato. Stavolta la ragione lascia pensare che un suo rientro sia più che altro una bella e meritata passerella, per non esser costretto a dire “basta” come l’amico Roger, praticamente rotto. Ma parlando di lui la parola “impossibile” è un concetto molto più vago che per noi comuni mortali…
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    Nastase va controcorrente: “GOAT? I 14 titoli a Parigi di Nadal pesano più dei 23 Slam di Djokovic”

    Ilie Nastase

    Ci sono sportivi e tennisti che vanno controcorrente, capaci di sorprendere sia in campo con le loro giocate che con pensieri distanti dal sentire comune, o perlomeno originali. Uno di questi è certamente l’ex campione rumeno Ilie Nastase, istrionico personaggio del mondo della racchetta. Per il 76enne si Bucarest, la corsa all’ipotetico GOAT (il più grande di sempre) non ha molto senso, soprattutto per i tennisti, e in generale i 14 titoli vinti da Rafael Nadal a Parigi sono più “pesanti” dei 23 Slam complessivi vinti da Djokovic in carriera. Questo ha affermato in un’intervista rilasciata al media nazionale Gazeta Sporturilor, della quale riportiamo alcuni passaggi che, certamente, faranno discutere.
    “La corsa al migliore? Non penso che sia una vera “rissa”, almeno non penso che sia una lotta personale tra Novak Djokovic e Rafael Nadal. Non la vedo così. Novak ha vinto un nuovo Grande Slam, ma avrebbe potuto essere il contrario, giusto? Nadal poteva essere con 23, i due sarebbero ancora pari, conta così tanto che ora uno ha un titolo in più? Sicuramente a Djokovic importa, ma non credo che Nadal sia geloso del suo nuovo successo o qualcosa del genere. Molti altri dovrebbero essere gelosi di lui per aver vinto il Roland Garros 14 volte, quei 14 Roland Garros pesano molto di più dei 23 Slam di Djokovic. Vincere sulla terra battuta 14 volte? Sulla terra battuta del Roland Garros? Non credo che nascerà un altro giocatore che possa ripetere questo”.
    Per Nastase alla fine sono molti i pretendenti: “Ci sono molti giocatori che si trovano nella condizione di essere un pretendente al GOAT, anche Federer. Non possiamo dimenticare quelli di prima: Bjorn Borg, Rod Laver, che ha completato due volte il Grande Slam in un anno, questo è incredibile, o lo stesso Pete Sampras. A volte ci dimentichiamo di queste persone. C’è anche Agassi, per esempio che ha segnato il gioco come nessun altro. I bambini guardano solo chi è il campione, suppongo che succeda come nel calcio, dove ai tempi era apprezzato Pelé, poi è arrivato Cruijff, Maradona e ora Messi”.
    “Io ritengo di poterli confrontare perché li ho visti tutti, ho anche giocato con molti di loro, ma non credo che tra di loro siano tutto il tempo a fare paragoni. Questa è una questione più relativa ai voi dei media e agli sponsor. Djokovic, nonostante i suoi 23 Slam, a un certo punto sarà dimenticato come tutti gli altri e si parlerà dei campioni in attività. Possiamo solo sederci e guardare i suoi record quando apriamo il giornale, ma a quel punto non possiamo dimenticarci dei record di Nadal, o di quelli e del gioco Federer perché si è ritirato. Arriverà anche il turno di Djokovic”. LEGGI TUTTO

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    Schett esalta Alcaraz: “Ha portato il tennis a un altro livello”

    Barbara Schett insieme a Mats Wilander

    Carlos Alcaraz è fisicamente “di un altro pianeta” e ha portato il tennis a “un altro livello”. Parole e musica di Barbara Schett, ex top 10 WTA e da anni commentatrice per Eurosport. Nel corso di un programma del canale sportivo satellitare europeo in preparazione a Roland Garros, l’austriaca ha parlato delle qualità del 20enne spagnolo e dell’eredita dei tre grandi che hanno dominato il tennis mondiale negli ultimi 2o anni.
    “Federer è insostituibile. Ognuno deve fare la propria storia e ciò a cui abbiamo assistito negli ultimi 15 anni con Federer, Nadal e Djokovic è incredibile. Non credo che avremo mai più una rivalità del genere” commenta Schett. “Carlos Alcaraz ha vinto un titolo del Grande Slam, ha ancora molta strada da fare. Avrà una lunga carriera e sarà spinto dai rivali a fare sempre meglio. Sarà difficile tuttavia vedere di nuovo una rivalità come quella precedente perché giocano tutti in modo diverso. Federer aveva un’eleganza in campo unica. Non avremmo potuto immaginare che Rafa avrebbe avuto una carriera così lunga a causa dei suoi infortuni, e Djokovic si muove ancora in campo come un ventenne e non ha punti deboli, davvero. Spero che qualcuno segua le loro orme ma sarà molto difficile replicare tutto ciò”.
    L’austriaca reputa che Alcaraz sia il favorito per Roland Garros, al via nel tabellone principale domenica prossima. “Carlos per me è il favorito, il modo in cui ha giocato quest’anno, il modo in cui ha giocato sulla terra battuta, è fantastico. Ha giocato molto più tennis di Novak. Non vuole altro che vincere il suo primo titolo a Parigi. Carlos sta vincendo tornei in ogni condizione. Ha l’esperienza e la competenza per farcela”.
    “Fisicamente è su un pianeta diverso, ma mostra anche molta abilità. È una gioia vederlo giocare, al momento sta giocando il miglior tennis della sua vita, ma non puoi mai escludere Novak Djokovic perché ha più esperienza di tutti avendo vinto così tante finali. Alcaraz ha portato il tennis a un livello completamente nuovo che non pensavamo fosse possibile dopo aver assistito ai ‘Big Three’ in passato. Penso che possa vincere quest’anno e sono sicuro che lo vincerà più volte in futuro. L’unica cosa di cui mi preoccupo a lungo termine è il suo fisico, se il suo corpo resisterà per oltre 15 anni come hanno fatto i grandi precedenti. Avevo pensato la stessa identica cosa con Rafael Nadal, a causa del suo gioco così spinto sul fisico e del suo problema al ginocchio e al piede, ma poi ha avuto una carriera così lunga. Per me, se Carlos riuscirà a restare sano, sarà il numero 1 per diversi anni” conclude l’austriaca. LEGGI TUTTO

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    Rune b. Djokovic a Roma: alcuni record e numeri dopo questa partita

    Holger Rune (foto Getty Images)

    Holger Rune ha estromesso dal Masters 1000 di Roma il campione in carica Novak Djokovic. Un successo meritato, che porta ad alcune considerazioni storiche e statistiche di un certo rilievo. Ne riportiamo le più interessanti.
    Rune diventa il primo tennista dopo Rafael Nadal a battere due volte di fila Djokovic. È accaduto nella finale del 1000 di Bercy lo scorso anno e oggi al Foro Italico.

    RUTHLESS RUNE @holgerrune2003 knocks 6-time Champion Novak Djokovic out of Rome! #IBI23 pic.twitter.com/8c74E8lIs0
    — Tennis TV (@TennisTV) May 17, 2023

    Rune vanta così un record positivo contro Djokovic. Con un minimo di tre scontri disputati, sono solo 5 i tennisti ad avere un record in attivo contro il serbo:Andy Roddick, 5 W e 4 L (tra 2007 e 2012)Fernando Gonzalez, 2 W e 1 L (tra 2005 e 2006)Ivo Karlovic, 2 W e 1 L (tra 2008 e 2015)Nick Kyrgios, 2 W e 1 L (tra 2017 e 2022)Holger Rune, 2 W e 1 L (tra 2022 e 2023)
    Rune ha battuto Djokovic, attualmente n.1 al mondo. Dal 2000, sono soltanto i seguenti i tennisti aver battuto in 6 match consecutivi rivali classificati nella top5 ATP: Kuerten, Agassi, Djokovic, Federer, Nadal.
    Per la prima volta dal 2004, né Nadal né Djokovic sarà presente alla finale degli Internazionali BNL d’Italia. I due super campioni si sono sfidati nella finale di Roma nelle stagioni 2009, 2011, 2012, 2014, 2019, 2021. L’ultima finale del torneo senza nessuno dei due in campo fu quella che vide Carlos Moya sconfiggere in tre set David Nalbandian (allora la finale si giocava al meglio dei 5 set).
    Gli internazionali BNL d’Italia vedranno un nuovo campione, visto che nessuno dei rimasti in gara ha mai vinto il torneo capitolino
    Novak Djokovic ha subito la sconfitta n.70 in carriera da n.1 (totale 387 settimane). Nessuno ha mai perso così tanti match da n.1 …anche perché nessuno è mai stato così tante settimane al vertice! Lo segue Pete Sampras, nelle sue 286 settimane in vetta al ranking ha perso 69 match (statistica di Enrico Riva) LEGGI TUTTO

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    Bentornato, Medvedev

    Daniil Medvedev, in finale a Dubai

    Ora lo possiamo scrivere. Bentornato, Daniil Medvedev. Non che il russo se ne fosse davvero andato, ma… quel giocatore formidabile, irriducibile, difficilissimo da affrontare perché fortissimo in difesa e imprevedibile nel contrattacco, e giustamente issatosi al n.1 la scorsa estate, si era un po’ perso per strada. La vittoria appena conquistata in semifinale a Dubai contro di “Lui”, mr. Recordman Djokovic (6-4 6-4), è la certificazione che Daniil ha ritrovato il suo massimo livello, quel gioco micidiale grazie a cui può sconfiggere chiunque, anche il più forte su piazza. 
    È stato fin troppo garbato e sportivo Medvedev a caldo, affermando nell’intervista flash che Novak non ha giocato al suo meglio. Forse non è stato un “Nole” stellare, al 101%, ma un ottimo Djokovic sì. Lo dimostra la rabbia con la quale ha esternato la sua frustrazione all’ennesimo tentativo di invertire la rotta di un match che gli stava sfuggendo di male, senza riuscirci. Lo dimostra come il serbo, tatticamente sempre lucidissimo e pronto come nessun altro ad adattare la sua strategia alla giornata e alla forza del rivale, stavolta le ha provate proprio tutte uscendo con un pugno di mosche in mano. Si è messo addirittura a fare un serve and volley continuo pur di sprezzare il ritmo del rivale e di non entrare in uno scambio nel quale, nonostante colpi precisi, violenti e penetranti, l’altro è stato in grado di rimettere tutto. Ma proprio tutto. Scambi mozzafiato, alcuni bellissimi (riportiamo anche un tweet di tennistv con un punto che già si candida a uno degli highlight della stagione), nei quali raramente il serbo ha piegato la resistenza del russo. Il sorriso beffardo di “Nole” nell’ultimo game è la foto esatta del match, scattata insieme a quello a 32 denti fiammanti di Daniil dopo l’esser riuscito a riprendere una smorzata mortale con la punta della racchetta e giocar pure una contro smorzata baciata dagli Dei del tennis, tanto bella e fortunata. La fortuna aiuta gli audaci, dice un vecchio adagio. Beh, Medvedev ‘sta benedetta fortuna oggi se l’è strameritata, producendo una prestazione clamorosa per intensità, velocità da fondo campo, reattività su ogni palla, e poi via a contrattaccare con quei rovesci che paiono non atterrare mai e lo fanno flirtando con le righe, o quelle spallate di diritto così poco ortodosse quanto micidiali.

    Miraculous from Medvedev
    This titanic duel has just produced THE point of the week!@DDFTennis | #DDFTennis | @DaniilMedwed pic.twitter.com/buAD8xvFef
    — ATP Tour (@atptour) March 3, 2023

    Ha servito benissimo Medvedev, soprattutto in quelli che Brad Gilbert definisce “Set-Up-Point”, i 30 pari, il 30-15, situazioni di gioco decisive a restare avanti nel punteggio e respingere gli assalti del fortissimo rivale. Il moscovita ha giocato ad un livello altissimo, come non lo vedevamo da molto tempo, confermando il suo momento straordinario. Dopo la brutta sconfitta a Melbourne, bloccato dalle accelerazioni fantastiche di Sebi Korda, Medvedev ha infilato 13 vittorie di fila (la semi di oggi inclusa), sbarcando in finale nel terzo torneo di fila, dopo aver vinto i primi due. Ha inoltre interrotto la striscia vincente di Djokovic, mai battuto nel 2023 e con 20 grandi W di fila contando anche il finale del 2022.
    Nelle vittorie delle scorse settimane avevamo visto un grande Medvedev, finalmente più rapido in campo, meno falloso nella spinta, assai continuo al servizio e soprattutto mentalmente. Lo scorso anno aveva patito due grossi uppercut: la finale degli Australian Open, quando rimise in partita un Nadal quasi sconfitto, finendo per perdere; poi l’operazione alla schiena, piccola ma pur sempre un intervento è. Per uno che usa così tanto il bacino e la schiena per colpire, chinarsi, raccogliere palle e sbracciare, anche una cosa di routine può diventare una montagna. La combinazione perversa di questi due fattori negativi ha depauperato il suo potenziale enorme: per giocare quel tipo assurdo di tennis, così “storto” ma efficace, deve stare molto bene, deve sentirsi sciolto e libero di allungarsi e slanciare su ogni recupero, su ogni palla da spingere; e per giocare così al limite, in difesa e poi negli strappi offensivi, deve essere molto sereno e in fiducia. Evidentemente quella maledetta finale di Melbourne, persa quando era quasi vinta, gli è costata carissima, ha dato il via a una danza perversa di decine di fantasmi, pronti a beffarsi di lui nei momenti critici fino a bloccarlo proprio nei testa a testa, nei momenti più duri, dove invece il miglior Medvedev sguazzava via veloce come un’anguilla nella palude. Imprendibile. C’ha messo mesi a tornare, ha perso troppi match punto su punto, con tiebreak decisivi (vedi alle Finals 2022), ha masticato amarissimo, ha maledetto il mondo intero e pure il suo staff più e più volte. Ma alla fine, eccolo qua, finalmente ritrovato. Aveva vinto due tornei, OK, ma… aveva sconfitto “solo” Auger-Aliassime dei top10. Per certificare col timbro che Daniil fosse davvero tornato quello dei giorni migliori, serviva una vittoria top, ottenuta sovrastando un campione. Eccola appena arrivata, ancora fumante.
    E pensare che in molti criticarono piuttosto severamente Jannik dopo quella sconfitta in Olanda l’altra settimana. Beh… provateci voi a prendere un dannato set contro questa macchina infernale chiamata Medvedev… Bravo Jan ad esserci riuscito. 
    Siamo ad inizio marzo. Questo Medvedev ha ritrovato una condizione clamorosa, a 360°, tutto funziona al meglio nel suo gioco. Comunque vada domani in finale – è nettamente favorito contro Rublev, anche se ha perso le ultime due sfide con l’amico di sempre – Daniil si presenterà a Indian Wells e Miami come l’uomo da battere. La stagione è appena iniziata. Che sia entrato in forma fin troppo presto? Riuscirà a tenere questa forza, resistenza e forma tecnica nei prossimi mesi? Lo vivremo insieme. Di sicuro, il grande tennis ha ritrovato uno dei suoi grandi protagonisti.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO