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    Djokovic è atterrato in Australia, ma ci sono problemi con il visto: respinto

    Novak Djokovic

    L’arrivo di Djokovic in Australia è un continuo susseguirsi di colpi di scena. Dopo le dichiarazioni secche del premier australiano, adesso il n.1 del mondo ha problemi con il visto. Lo afferma l’autorevole quotidiano The Age.

    BREAKING The Victorian government rejected a late-night request from Border Force to support the world No. 1’s visa hours before he landed in Melbourne after it was discovered that Djokovic’s team had submitted the wrong type of visa.#AusOpen #auspol … https://t.co/YzVKeJBfJO
    — The Age (@theage) January 5, 2022

    Il tennista numero 1 al mondo, a cui è stata concessa un’esenzione per giocare agli Australian Open, è atterrato a Tullamarine verso le 23:30 (ora locale), ma un pasticcio sui visti mette in dubbio l’ingresso di Novak Djokovic nel paese.
    In serata, appena prima dello sbarco di Djokovic in Australia, gli agenti di frontiera federali hanno contattato il governo dello stato dopo aver constatato che la squadra di Djokovic aveva presentato il tipo di visto sbagliato. I funzionari dello stato di Victoria hanno chiesto alle autorità federali di mettere per iscritto la loro richiesta e alla fine hanno rifiutato di sostenere il visto di Djokovic.
    I funzionari di frontiera hanno discrezionalità nel consentire a Djokovic di entrare nel paese nonostante la mossa del governo vittoriano. Probabilmente gli sarà permesso di scendere dal suo aereo e di entrare a Melbourne, seguiremo in giornata questa clamorosa vicenda. LEGGI TUTTO

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    Le autorità australiane esigono spiegazioni sul “caso Djokovic”

    Rod Laver Arena, Melbourne

    In Australia il “caso Djokovic” ha scatenato, come prevedibile, un vero e proprio putiferio. Non si contano le reazioni indignate di appassionati e gente comune, che ha puntato il dito contro le autorità che hanno permesso l’esenzione medica al n.1 del mondo, con i social letteralmente intasati da critiche molto pungenti. Arrivano le prime reazioni ufficiali, che vanno nella medesima direzione: serve chiarezza sul perché sia stata concessa l’esenzione medica.
    “L’aspettativa del nostro Governo è che Novak spieghi alla comunità quali sono le circostanze della sua esenzione, nonché i motivi che spiegano tutte le sue azioni volte a venire a competere in Australia“, ha affermato il primo ministro ad interim Jacinta Allan. “Le regole per le quali gli è permesso giocare sono legittime poiché hanno seguito la procedura stabilita, ma la cosa più decente che un tennista possa fare è spiegare tutto quello che è successo”.
    Il deputato liberale Trent Zimmerman è stato assai critico: “È vergognoso, un vero schiaffo in faccia a tutti gli australiani che hanno fatto la cosa giusta e hanno seguito tutte le linee guida. L’esenzione dovrebbe essere revocata se la credibilità del torneo e delle regole stabilite dal governo per entrare nel paese sono da mantenere. È un risultato molto deludente che può generare un’enorme frustrazione nelle persone”.
    Carolyn Broderick, direttore medico di Tennis Australia. “Nessuno dei collegi medici che hanno preso la decisione è stato incaricato di provare la veridicità dei documenti presentati, il loro ruolo non è stato quello di indagine. Tuttavia, hanno chiesto che tutta la documentazione avesse i relativi sigilli ufficiali, sebbene alcuni dei le cose ricevute erano semplici rapporti di laboratorio”. Una dichiarazione che lascia quantomeno perplessi, visto che l’ha pronunciata.
    Craig Tiley, il capo di Tennis Australia, stenta a prendere una posizione chiara, segnale di quanto sia in grave difficoltà. Ha dichiarato infatti: “Non c’è stato alcun trattamento favorevole per Djokovic, alcune esenzioni sono state respinte e siamo stati molto rigorosi quando si trattava di far entrare nel Paese una persona non vaccinata. Siamo empatici con le persone che potrebbero essere arrabbiate con la posizione di Novak sulla vaccinazione, ma è sua responsabilità spiegare tutto e dare i motivi per cui hai ricevuto l’esenzione“. In pratica, Tennis Australia ha dato l’esenzione a Novak, ma solo Novak che può spiegare  perché l’abbia ricevuta.
    La sensazione che siamo solo all’inizio di una vicenda che in ogni caso guasta non poco il primo Slam stagionale.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    La nota di Tennis Australia sulla faccenda Djokovic

    La comunicazione ufficiale

    Riportiamo lo screenshot dello “statement” di Tennis Australia sulla faccenda Djokovic, al quale sarà permesso di giocare di Australian Open con una esenzione.
    “Novak Djokovic sarà al via degli Australian Open ed è in viaggio per l’Australia” si legge nella nota.
    “Djokovic ha fatto richiesta di una esenzione medica che è garantita seguendo un processo rigoroso di verifica che coinvolge due team indipendenti di medici. Uno di questi è l’Indipendent Medical Exemption Review Panel predisposto dal dipartimento della salute dello stato di Victoria. Loro valutano tutte le richieste per vedere se rispettano i dettami e linee guida dell’ATAGI (Australian Technical Advisory Group of Immunisation).”

    Tennis Australia statement regarding Novak Djokovic’s medical exemption from vaccination to play in the Aus Open: pic.twitter.com/Ay1esZLimM
    — The Tennis Podcast (@TennisPodcast) January 4, 2022 LEGGI TUTTO

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    Tiley (AO): “Djokovic? Avremo un quadro molto più chiaro nei prossimi giorni, ma è già un po’ tardi”

    Craig Tiley, direttore di Tennis Australia

    Un silenzio che fa un rumore incredibile. La vicenda di Novak Djokovic, 9 volte campione agli Australian Open e detentore del titolo, ha del paradossale. Il primo Slam dell’anno scatterà tra meno di due settimane e ancora tutto tace sulla posizione del serbo. Il numero uno del mondo è volato in Spagna dalla sua città natale, Belgrado, per immergersi nella calma e clima più caldo della Soto Tennis Academy, allenandosi con le stesse palle dell’Australian Open, a caccia di sensazioni “simili” a quelle che troverebbe a Melbourne. Ma niente sembra muoversi a suo favore per un viaggio last-second in Australia. Ci sono ancora dei voli charter che potrebbero imbarcare dei tennisti con esenzioni mediche, ma non è dato a sapere sulla situazione di Djokovic, arroccato sulla propria difesa della privacy. L’ha confermato anche il diretto di Tennis Australia, Craig Tiley, in un’intervista a Today, in cui parla anche di Djokovic.
    “Arrivando in Australia, ogni atleta che entra deve essere vaccinato e mostrarne la prova, o deve aver fatto domanda per un’esenzione medica. Nel caso dei giocatori di tennis, è molto più rigoroso di chiunque altro venga in Australia chiedendo un’esenzione medica”, ha spiegato Tiley. “Ci sono due panel medici che valutano qualsiasi applicazione e la valutano alla cieca. Non sanno chi è il richiedente. Seguendo le linee guida, l’esenzione viene concessa o meno. Il motivo della concessione dell’esenzione rimane privato, tra il collegio e il richiedente. Sappiamo di atleti che hanno chiesto l’esenzione e in alcuni casi è stata concessa. Alcuni di questi [giocatori] hanno indicato di essere qui, ma spetta all’atleta rivelare e [decidere] se vogliono condividere tali informazioni”.
    “Per quanto riguarda lo stato relativo a Novak, nei prossimi giorni avremo un quadro molto più chiaro“, ha affermato Tiley. “Indubbiamente si sta facendo piuttosto tardi per presentarsi e giocare agli Australian Open. Quello di cui sono consapevole è lo stesso di tutti gli altri. Novak ha chiarito che non avrebbe rivelato le sue condizioni mediche, o se fosse vaccinato o meno. È una sua scelta farlo”.
    Il direttore del torneo si mostra molto fiducioso sulle condizioni di sicurezza del torneo: “O prova della vaccinazione, o  un’esenzione per motivi medici. Se lo hanno fatto, sono considerati vaccinati e ammessi sul posto. Tutti saranno al sicuro”.
    In Serbia sui media continua il tam tam di voci su Novak, con alcuni che si dicono certi della presenza last second del campione a Melbourne, altri che invece parlano dell’esenzione richiesta ma respinta, condizione che non gli permette di volare in Australia. Un’attesa che, visto il torneo ormai a ridosso, inizia francamente ad essere “stucchevole”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Berdych, Philippoussis e Ferrer parlano di Djokovic e dei giovani

    Mark Philippoussis, finalista a Wimbledon 2003

    Tomas Berdych, Mark Philippoussis e David Ferrer hanno recentemente partecipato ad un torneo senior a Londra. Nell’occasione, il media Sky Sport li ha intervistati chiedendo loro alcuni pareri sui britannici Murray e Raducanu, ma soprattutto su Djokovic e sulla nuova generazione ormai al vertice del tour. Secondo il ceco, Djokovic avrà un 2022 tutt’altro che facile contro Medvedev, Zverev e Tsitsipas, pronti a scalzarlo dalla vetta.
    Per l’australiano Djokovic “Al meglio dei cinque set è un ‘animale’. Per batterlo al meglio dei cinque devi giocare una partita infernale e credo che agli US Open (dove ha perso la finale contro Daniil Medvedev) non si sia mai dato una possibilità perché era troppo nervoso. La cosa bella di questo match per lui drammatico è stata che ha mostrato quanto sia umano. Ha conquistato molti fan quel giorno. Quando smetterà, avrà superato tutti i record in ogni ambito del tennis”.
    Più dubbioso Berdych: “Djokovic avrà sicuramente dei momenti più difficili l’anno prossimo. Non sto dicendo che non abbia alcuna possibilità di vincere uno Slam – ha ottime possibilità – ma penso che dovrà evitare di cadere in partite difficili che lo prosciugheranno in cinque set, sono due settimane, sette partite e devi rimanere fresco. È stato così forte, nulla poteva piegarlo, motivo per cui ha dominato, ma penso che ora stia diventando un po’ più fragile. La prossima stagione sarà interessante. Penso che abbia la possibilità di vincerne almeno un Grande Slam il prossimo anno”.
    Tra i giovani, Tsitsipas è quello che intriga di più i “vecchi” campioni.
    Berdych: “Roger Federer, Rafael Nadal e Djokovic sono in giro da molto, molto tempo e questo dimostra che è stata una grande generazione di tennis. Ora potremmo aspettarci risultati più imprevedibili. Mi piace molto il modo in cui gioca Stefanos Tsitsipas perché in campo è molto aggressivo e creativo. La seconda metà della sua stagione è stata però un po’ piatta”.
    Philippoussis: “Medvedev, Alexander Zverev e Tsitsipas sono i migliori, ci sono anche altri ragazzi, ma non sono consistenti come i tre citati. Sono entusiasta di Tsitsipas soprattutto perché amo il suo gioco a tutto campo. Amo la sua passione, amo il modo in cui dà tutto e mostra quanto significhi per lui in campo. È un ottimo giocatore e non ha paura di venire a rete.”
    Taglia corto David Ferrer: “Stanno migliorando ogni anno, ma non possiamo confrontare questa generazione con Rafa, Roger e Novak perché è impossibile. Sono i tre migliori giocatori della storia”. E avverte che Alcaraz sta arrivando… “Carlos Alcarez ha 18 anni, ma sta migliorando molto ed è lui il futuro. La sua squadra è eccellente con Juan Carlos Ferrero a guidarla, ma la cosa più importante è che lui resta umile e ascolta”.
    Per Philippoussis, Murray resta sempre un spettacolo: “È fantastico vederlo. Mostra la sua passione quando è là fuori, lottando su ogni palla, divertendosi e dando il suo meglio, ama la competizione”.
    Per Ferrer, la chiave per Emma Raducanu sarà la gestione della pressione. “Ha un grande futuro, ma la cosa più importante è gestire la pressione perché non sarà facile quando sei giovane e hai appena vinto un Grande Slam. Vedremo come gestirà la pressione l’anno prossimo. Sarà davvero importante per lei, ma ha un talento straordinario e può vincere [più] Slam nella sua carriera”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Zverev: “Il miglior coach avuto? Ferrer, oltre a mio padre. Lendl? Non andavamo d’accordo”

    Alexander Zverev

    Alexander Zverev ha chiuso il 2021 con il grande successo alle ATP Finals, dove ha sconfitto uno dopo l’altro Medvedev e Djokovic, i primi due nel ranking. Una vittoria che conferma la sua ottima seconda parte di stagione e lo candida a un ruolo di protagonista nel 2022. Sarà l’anno buono per il suo primo successo in uno Slam? Sasha ha parlato a Tennis Magazine tedesco, rilasciando interessanti dichiarazioni su più temi.
    Ha confermato di essere assolutamente tranquillo relativamente alle accuse di molestie ricevute dalla sua ex fidanzata, “La verità verrà fuori, io so come sono andate le cose”, preferendo parlare di tennis giocato. Nel 2021 crede di esser migliorato nell’efficacia del servizio. I numeri e le impressioni dal campo confermano il salto di qualità del tedesco con la prima e la seconda palla. Quando Zverev prende ritmo con la prima di servizio, diventa a tratti ingiocabile, tutto il suo tennis scorre più veloce e soprattutto offensivo. Con la seconda palla ancora rischia di stazionare in una posizione meno avanzata, scambiando troppo e rischiando di forzare qualche errore soprattutto col diritto, ma il suo tennis è diventato più rapido come tempi di gioco.
    Uno dei passaggi più interessanti dell’intervista è relativo ai molti coach avuti nella sua pur giovane carriera. Passandoli in rassegna, Zverev premia David Ferrer. I due hanno lavorato per un breve lasso di tempo, ma i consigli dell’ex top 10 iberico sono stati a suo dire fondamentali.
    “Con Juan Carlos Ferrero ho condiviso momenti importanti, ma oltre a mio padre che è stato sempre fondamentale credo che David Ferrer sia stato il miglior allenatore che ho avuto nella mia vita. Ma purtroppo lo scorso anno ci siamo dovuti fermare a causa della situazione Covid e non siamo riusciti a ripartire. È l’unico con cui direi ‘dai, riproviamoci’. È una persona speciale, mi ha lasciato molto”. Ferrer ha lavorato con Zverev da metà 2020 fino a gennaio 2021, periodo durante il quale il tedesco ha raggiunto la sua prima finale Slam agli US Open 2020, persa di un soffio contro Thiem, e soprattutto il suo gioco ha fatto uno scatto in avanti in termini di consistenza e aggressività.
    Pessimo invece il ricordo del periodo passato con Ivan Lendl, considerato da molti – Andy Murray in primis – un super coach, ma che invece con Zverev non ha legato. “Lendl era più interessato a parlare di golf e del suo cane che di tennis. Non ha funzionato bene, non è un segreto. Non è mai scattata una buona chimica tra di noi. Abbiamo visto le cose in modo diverso sul campo, durante gli allenamenti. Credo di capire il mio sport, ho una personalità. Non sono uno che dice sì e amen a tutto. Controbatto anche le opinioni molto spesso, chiedo sempre perché la vedi in quel modo e a volte dico, io la vedo diversamente. Non puoi unirti alla mia squadra e capovolgere la mia vita e la mia carriera solo perché hai un’opinione diversa dalla mia”.
    Sasha ha parlato anche del suo rapporto con Federer: “Abbiamo un rapporto eccellente adesso, le cose sono migliorate con la tournée fatta qualche anno fa, come nelle giornate passate in Messico con quel pubblico pazzesco… E anche in Laver Cup. Quando  ero affiliato al suo team 8 invece le cose non andavano così bene, ma non è colpa sua, semmai dei manager che curavano i miei interessi. Ora tutto è ottimo tra di noi”. Infatti Zverev, dopo alcuni anni in cui i suoi interessi erano curati dall’agenzia creata da Federer, ha interrotto i rapporti proseguendo la sua strada da solo.
    Nonostante la stima infinita per Federer che considera “quello che gioca a tennis meglio di tutti, probabilmente nella storia del gioco”, il tedesco non ha dubbi su chi sia il più forte complessivamente. “So che molti fan del tennis sono più per Roger o Rafa, ma non puoi discutere contro le statistiche. Novak ha vinto il maggior numero di Slam, con Roger e Rafa, ma è stato il numero uno al mondo per più settimane di chiunque altro e ha terminato la stagione da numero uno più di Sampras. Ha vinto il maggior numero di titoli Masters e molto di più. Non puoi sempre andare contro i numeri e dire che Roger o Rafa sono migliori perché siamo stati tutti loro fan fin dalla tenera età. Se vuoi esser obiettivo e guardare ai risultati, Djokovic è il migliore”.
    Proprio contro Djokovic il tedesco vanta un bilancio di 4 vittorie e 7 sconfitte, mentre contro Medvedev ha pareggiato i conti a 6 con la vittoria in finale a Torino. Vedremo cosa ci dirà il 2022, se sarà davvero l’anno della consacrazione di Zverev.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO