More stories

  • in

    Allarme energia in California: evitare ricarica auto elettriche

    La siccità, a causa dell’esiguo numero di pioggie, è un problema che molti Paesi europei e non hanno dovuto e stanno ancora affrontando. Fronteggiare il cambiamento climatico è diventata una lotta contro il tempo, e sembra che adesso in serie difficoltà ci sia la California, nel pieno dell’eccessivo caldo. Questo ha portato allo sfruttamento di un’eccessiva quantità di energia, generandone una crisi.
    La mancanza di energia, però, non è una situazione che sicuramente va presa sottogamba, ecco perché l’organizzazione dei gestori delle reti ha diramato una serie di indicazioni per chiedere alle persone di ridurre i consumi di elettricità, in particolare negli orari di maggiore assorbimento. Tra i consigli, anche quello di evitare di ricaricare le vetture elettriche nel pomeriggio e nella prima parte della serata: un’indicazione che ha sollevato polemiche e ironie, non solo in California.
    Siccità e carenza energetica
    L’estate sembra non voler finire mai sulla costa pacifica degli USA: la California è infatti stretta in una morsa di caldo che sta facendo registrare temperature record, che nei prossimi giorni non faranno altro che aumentare ulteriormente, tanto che a Los Angeles si prevede il raggiungimento dei 44 gradi centigradi. Caldo che, unito alle scarse precipitazioni, sta facendo patire allo stato seri problemi di siccità, oltre a numerosi incendi che stanno devastando le aree boschive. Sempre a causa delle elevate temperature, i consumi di energia sono saliti alle stelle, finendo per mettere in difficoltà la poco efficiente rete elettrica californiana.
    Per far fronte a questa situazione di emergenza, l’American Public Power Association ha chiesto ai cittadini di limitare il consumo di energia, pubblicando alcuni consigli. Indicazioni valide in particolare nella fascia orari 16-21, ovvero quando c’è una importante richiesta di corrente e la produzione dei pannelli solare cala. Questi i punti principali indicati da APPA: impostare i condizionatori a una temperatura non più bassa di 78 °F (circa 25,5 °C), limitare l’uso di grandi elettrodomestici, spegnere le luci non necessarie ed evitare di ricaricare le vetture elettriche.
    Quest’ultimo punto ha suscitato non poche critiche sia tra i cittadini californiani che fuori dallo stato. Quella della California infatti è una delle amministrazioni che più si sta spendendo per la transizione green dell’auto, tanto da allinearsi all’Europa nel divieto alla vendita di auto a benzina e Diesel nel 2035.

    Against the backdrop of California and the western U.S. experiencing extreme heat that strained the grid with increased energy demands, @CAgovernor has proclaimed a state of emergency to temporarily increase energy production and reduce demand. https://t.co/knw38izDez pic.twitter.com/JdvoQOFK8m
    — Public Power (@publicpowerorg) September 2, 2022

    Stellantis, due stabilimenti bloccati dalla crisi dei microchip LEGGI TUTTO

  • in

    “Baby” Jeep verso l'esordio: come sono gli interni del B-Suv

    La cosiddetta “Baby” Jeep è pronta al debutto sul mercato, anticipato dai muletti e dai tanti chilometri che ha già macinato il progetto del nuovo B-Suv della Casa americana. Un’auto le cui forme introdotte dai rendering ufficiali resteranno sostanzialmente invariate, un bel design per un modello che nascerà su architettura CMP/eCMP, base dei crossover urbani in casa Stellantis.
    Sarà un crossover Jeep urbano elettrico e con motori turbo benzina, elettrificati nella forma mild-hybrid. Se intorno alla proposta elettrica pochissime sono le incertezze, essendo la base sviluppata in Stellantis dotata di un motore da 136 cavalli e batteria da 50 kWh quale soluzione standard, intorno alle opzioni termiche si susseguono i rumours.
    Dalla Renegade la soluzione mild hybrid
    Un mild hybrid porta nella direzione delle soluzioni già apprezzate in casa Jeep, come l’Hybrid della Renegade, interessantissima formula di mhev potenziato nelle sue funzioni elettriche.
    Dove i muletti di quella che potrebbe essere Jeep Jeepster – nome recentemente abbinato a un concept del marchio, del 2018 – hanno rivelato molti più indizi è nella configurazione degli interni. LEGGI TUTTO

  • in

    Nuovi incentivi auto: si arriva fino al 50% del prezzo totale

    Continuano le iniziative del Governo per incentivare l’acquisto di auto non inquinanti. Giancarlo Giorgetti infatti, Ministro dello Sviluppo Economico, aveva recentemente proposto interventi anche a fine di agevolare lo sviluppo della filiera del settore, ai quali è stato ora dato il via libera attraverso due Decreti del Presidente del Consiglio. Ecco tutti gli incentivi:
    Auto elettriche, la Germania si prepara a dimezzare gli incentivi
    Per chi compra
    La prima iniziativa è rivolta a tutti coloro che, con reddito inferiore ai 30mila euro, vogliono acquistare un’auto non inquinante. Per il 2022 è previsto l’innalzamento al 50% dei contributi finora previsti: fino a 7.500 di contributi con rottamazione (6mila senza rottamazione) per l’acquisto di veicoli di categoria M1 nuovi di fabbrica omologati in una classe non inferiore ad Euro 6, con emissioni comprese nella fascia 0-20 g/km CO2 (elettrico), con prezzo dal listino ufficiale della casa automobilistica produttrice pari o inferiore a 35.000 euro IVA esclusa. Fino a un massimo di 6.000 euro di contributi invece, con rottamazione (4.500 euro senza rottamazione) per l’acquisto di veicoli di categoria M1 nuovi di fabbrica omologati in una classe non inferiore ad Euro 6, con emissioni comprese nella fascia 21-60 g/km CO2, con prezzo di listino ufficiale della casa automobilistica produttrice pari o inferiore a 45.000 euro IVA esclusa. Potrà beneficiare dell’incentivo aggiuntivo un solo soggetto nell’ambito dello stesso nucleo familiare, mentre vengono estesi anche alle persone giuridiche che noleggiano le autovetture purché ne mantengano la proprietà almeno per 12 mesi. 
    Per chi vende
    È previsto inoltre lo stanziamento della quota rimanente delle risorse del “Fondo automotive” disposte per lo sviluppo della filiera al fine di promuovere l’insediamento, la riconversione e la riqualificazione verso un settore sempre più green. Le risorse saranno pari a 50 milioni di euro per l’anno 2022 e 350 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2030 e destinate per il 70% ai Contratti di sviluppo e per il restante 30% agli Accordi per l’innovazione, individuato il perimetro delle attività, ricomprese nei programmi di investimento per la filiera automotive, che possono essere oggetto di agevolazione.
    Per la ricarica
    Infine, per il 2022 sarà introdotto del Dpcm un contributo per l’acquisto di infrastrutture di ricarica che sarà pari all’80% del prezzo di acquisto e posa in opera, con un massimo di 1.500 per richiedente e di 8mila in caso di parti comuni e condomini. L’incentivo è riconosciuto nel limite di spesa di euro 40 milioni, a valere sulle risorse del Fondo automotive. 
    Incentivi auto, Milano stanzia altri 5 milioni di euro per chi vuole un’ibrida o un’elettrica LEGGI TUTTO

  • in

    Volkswagen, Cupra e Skoda unite per l’elettrica economica da 20mila euro

    Spagna e Germania insieme per l’elettrica accessibile. Il Paese iberico verrà trasformato in una sorta di centro elettrico dal Gruppo Volkswagen per le piccole macchine da città. Proprio qui verrà infatti dato il via alla produzione di tre utilitarie elettriche, a partire dal 2025. La somma investita è di 10 miliardi di euro, di cui 5 da Seat per due plug-in hybrid a marchio Seat e Cupra. L’obiettivo dei tedeschi, famosi per le loro utilitarie economiche, è produrre un’elettrica sui 20mila euro.

    Volkswagen ID.1 cambia le carte in tavola
    Pur in uno scenario atteso, i bozzetti di design raccontano qualcosa di inedito, specialmente nel caso dell’utilitaria Volkswagen e di quella Skoda. A Monaco di Baviera, salone dell’auto del 2021, il concept ID Life prospettava la soluzione di crossover urbano da posizionare alla base dell’offerta ID: ID.1 o ID.2, le sigle più gettonate. Nei mesi scorsi abbiamo dato notizia della rielaborazione della proposta di design, decisa da Volkswagen in favore di un’idea più accattivante. Ora abbiamo un volto nuovo, molto più allineato agli stilemi di ID.3 e gradevole. 
    Siamo appena ai contorni tratteggiati, sufficienti a ritrovare i contenuti del linguaggio di stile Volkswagen ID.3, tra fari e calandra. 
    Skoda e Cupra, design semplificato

    I tre modelli a marchio Volkswagen (qui trovi gli annunci sul mercato dell’usato) – dovrebbe chiamarsi ID.1, una volta sul mercato -, Skoda e Cupra (oltre alla declinazione Seat) verranno progettati su architettura MEB Entry. Diversamente dalla MEB d’esordio, la base semplificata prevede il motore in posizione anteriore, le sospensioni posteriori ad asse torcente, soluzioni che permetteranno di contenere i costi.
    Quanto al principale “driver” sui costi, la batteria, logico attendersi una capacità inferiore se paragonata alle specifiche di ID.3: meno kilowatt/ora, minor costo dell’accumulatore.

    L’elettrica dalla Spagna con furore
    Quanto al design dell’utilitaria elettrica Skoda, si avvicina maggiormente alle forme spigolose dell’idea Cupra e Seat. Anche qui, un diverso linguaggio di stile come già avviene tra Volkswagen ID.4 e Skoda Enyaq.
    In Spagna, l’investimento congiunto tra istituzioni e Gruppo Volkswagen, porterà alla creazione di una Gigafactory da 40 gWh annui, a regime dal 2026. I lavori sullo stabilimento di Sagunto, vicino Valencia, partiranno a inizio 2023 e le celle prodotte andranno a rifornire la produzione di elettriche del Gruppo dei siti di Martorell e Pamplona. LEGGI TUTTO

  • in

    Una Ferrari Testarossa elettrica? Il progetto “eretico” arriva dalla Gran Bretagna

    Se sempre più aziende si dedicano alla produzione di modelli 100% elettrici, anche le officine dal canto loro seguono questa scia, ma con una personale interpretazione. Ed è così che ci troviamo a osservare modelli classici trasformati in vetture alla spina, come è successo con la Land Rover Defender equipaggiata con il powertrain della Tesla Model S. Ma la notizia del momento arriva dalla Gran Bretagna, dove l’officina britannica Electric Classic Cars sta lavorando per dotare una Ferrari Testarossa (che in origine monta un 12 cilindri) di un motore Tesla da 125 kg e un pacco batterie agli ioni di litio tra pianale e cofano anteriore.Guarda la galleryFerrari Testarossa, una speciale versione elettrica
    Il progetto non è concluso
    L’operazione di rendere a batterie una delle sportive più iconiche della Casa di Maranello ha richiesto un certo lavoro, che sta continuando, visto che il progetto non è ancora terminato ma sui social è già stato diffuso. Il propulsore elettrico ha subìto alcuni aggiornamenti, per non sbilanciare il peso della vettura e mantenere una buona dinamica di guida. La Testarossa orinale, col pieno di benzina, tocca 1.650 kg; per questa nuova versione alla spina, l’officina ha come obiettivo quello di abbattere il peso di circa 684 kg. Ancora nulla di certo sui numeri che riguardano accelerazione, velocità massima e autonomia: il progetto, dicevamo, è work in progress e c’è ancora molto da fare prima di pronunciarsi su prestazioni certe.
    Ferrari finisce contro la vetrina di un centro commerciale: che botto! LEGGI TUTTO

  • in

    Stop ai motori endotermici nel 2035: il ministro dell'Ambiente tedesco approva il piano

    Si allo stop delle auto con motore endotermico dal 2035 in Germania. La decisione è stata presa dal ministro dell’Ambiente tedesco Steffi Lemke, il quale si è detto estremamente d’accordo con il piano europeo Fit for 55. La dichiarazione segue quella recente di Volker Wissing, ministro dei Trasporti, il quale chiedeva di non includere nel piano le nuove vetture alimentate da e-fuels.
    Aumento prezzi benzina, ecco come risparmiare il carburante dell’auto
    Svolta nella mobilità
    “Il nuovo governo tedesco supporta la bozza della Commissione e supporta appieno la fine del motore a combustione interna in Europa dal 2035”, le parole della Lemke a Politico.
    Posizione ribadita nell’incontro odierno con i colleghi europei dei dicasteri sull’Ambiente, in un quadro che – secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg – vedrebbe Olanda e Belgio su posizioni ancor più aggressive con la richiesta di uno stop anticipato al 2030 della vendita di auto nuove con un motore termico.
    La situazione carburanti
    Vale ricostruire lo scenario entro il quale queste posizioni si evolvono. L’attualità della crisi energetica, avviata sull’onda della guerra in Ucraina, ha un peso notevolissimo. Petrolio e gas, commodities dalle quali provare a rendersi indipendenti per approvvigionamento e sviluppo di fonti alternative. 
    L’ultima posizione manifestata dal governo tedesco mediante il suo ministro per l’Ambiente – espressione dei Verdi nella coalizione – supera quella che fu una clausola inserita in occasione della formazione dell’esecutivo Scholtz: riconoscere agli e-fuels un ruolo nella futura transizione energetica.
    Difficoltà da non sottovalutare
    Ricordiamo come a 2030 la Commissione abbia prospettato un taglio delle emissioni di Co2 dai veicoli nuovi che sia pari al 55%, da lì si andrà verso il 2035 di sole auto a zero emissioni, nuove.
    Un’ambizione altissima che si scontra con innumerevoli problematiche di non semplicissima soluzione: infrastrutturali di ricarica – sottolineate da Acea, nell’insufficiente prospettiva di nuovi punti da realizzare -; sociali per riconversione delle specializzazioni dei lavoratori dell’industria dell’auto; tecnologiche per approvvigionamento dei pacchi batterie, oggi mercato saldamente in mano cinese.
    Guerra Ucraina, stop produzioni auto in Europa ed esportazioni in Russia LEGGI TUTTO

  • in

    Cupra, la conferma da Griffiths: presto due nuovi modelli elettrici

    Di strada ne ha fatta Cupra da quando quattro anni fa è venuta alla luce. Tutto è iniziato con la personalizzazione di Ateca e il lancio di un concept elettrico da corsa. E poi è arrivato il lancio di Formentor, modello dotato di identità propria e buona per correre tra le candidate al premio Auto dell’Anno nel 2021. Appena 48 mesi e già tanti risultati, a cui si aggiunge la strada intrapresa, quella dell’elettrico che vede in Cupra Born una sportiveggiante compatta su architettura MEB e, ancora, candidata Auto dell’Anno 2022.
    Il prossimo futuro è stato delineato dall’a.d. Wayne Griffith, il progetto Cupra2, dove elevato al quadrato è un modo di dire del potenziamento da attuare già nel corso del 2022. Gli obiettivi sono di un raddoppio dei volumi di vendita, raddoppio della rete globale di vendita e del volume d’affari.
    Due modelli: ecco quando
    All’orizzonte, poi, due modelli ulteriori, elettrici, confermati nelle tempistiche di introduzione sul mercato. Cupra Tavascan sarà il Suv che trasformerà il concept in progetto di serie, appuntamento fissato al 2024.Un anno più tardi toccherà all’utilitaria sportiva, ispirata da Cupra UrbanRebel concept.
    Se Tavascan nascerà su architettura MEB “convenzionale”, per la segmento B ci si attende il ricorso alla MEB Entry, base semplificata dell’architettura modulare, con un occhio attento al contenimento dei costi. Volkswagen lancerà la ID. Life da 20 mila euro, Seat produrrà la sua utilitaria, Cupra interpreterà la materia dalla prospettiva dichiaratamente sportiva. E all’orizzonte c’è già la rivale d’elezione, con la quale condivide già la data del debutto: Renault 5 elettrica e la soluzione firmata Alpine.
    Nell’immediato, Cupra andrà a sviluppare i contenuti digitali, passando dall’offerta di NFT su UrbanRebel, all’asta, e dalla creazione di uno spazio nel metaverso, Metahype. Fuori dal perimetro strettamente legato al prodotto auto per approfondire lo spazio delle esperienze abbinate al marchio: eventi, incontri con la collaborazione di player del settore dell’intrattenimento, l’obiettivo è di alimentare una comunità virtuale sotto l’ombrello del marchio sportivo.
    Ecobonus auto, c’è la conferma: 1 miliardo e 800 milioni stanziati fino al 2030 LEGGI TUTTO

  • in

    Lettera del mondo auto a Draghi: “I motori tradizionali a fianco delle elettriche”

    Basta con la minaccia di uno stop definitivo alla vendita dei motori termici. È il senso della lettera indirizzata a Mario Draghi e a tutto il governo italiano da Anfia, Anigas, Assogasliquidi, Assogasmetano, Confapi, Federmetano, NGV Italy, Unem, le associazioni italiane che rappresentano sia la filiera dell’auto che quella dell’oil & gas. Un contenuto chiarissimo, quello della missiva, che non significa dire addio alle auto elettriche, ma semmai affiancare la vecchia e tradizionale alimentazione a benzina e Diesel a quella elettrificata. Anche perché a imporlo è la realtà dei fatti.
    La Repubblica Ceca dice no ai divieti sulle auto endotermiche
    “Nel 2030 79% dei mezzi a combustione interna”
    Il senso della lettera quindi non è un fin troppo semplicistico basta alle auto elettriche. L’intento delle associazioni invece, come riporta il documento, è far sì che i “combustibili rinnovabili e a basso contenuto carbonico, affiancati allo sviluppo della mobilità elettrica”, possano dare un “enorme contributo al raggiungimento degli sfidanti target di decarbonizzazione del settore trasporti, sia a livello nazionale che europeo”. Tutto questo, per un motivo semplice e concreto: “Il parco circolante europeo di auto e veicoli commerciali sarà costituito al 2030 ancora da oltre il 70% di mezzi equipaggiati con motori a combustione interna”, soprattutto i mezzi di trasporto pesante. Il settore ribadisce quindi “con forza l’impossibilità di considerare tutto risolvibile con il contributo di un’unica tecnologia, tra l’altro ancora in evoluzione dal punto di vista dello sviluppo tecnologico e non ancora matura a livello di ecosistema di mercato in quasi nessun Paese europeo”.
    Quanti posti di lavoro rischia l’Italia
    Parole chiare, nette, che vanno a fare compagnia a quelle simili già espresse da altri addetti ai lavori, come grandi Gruppi o aziende private. Non si può correre così in fretta con l’elettrico, anche perché nel frattempo si perde aderenza con la realtà. Le associazioni lo chiariscono bene: secondo loro saranno infatti numerosi “i danni, occupazionali ed economici, derivanti dalla possibile messa al bando dei motori a combustione interna al 2035 nei diversi Paesi manifatturieri a vocazione automotive”. Nello specifico, uno studio di CLEPA – l’associazione dei componentisti automotive europei – afferma che l’Italia rischierebbe di “perdere al 2040, circa 73.000 posti di lavoro, di cui 67.000 già nel periodo 2025-2030”. Il futuro industriale del nostro Paese sembra segnato anche qualora il processo di riconversione industriale compensasse tale situazione.
    Elettrico e basta? No, anche altre alimentazioni
    Il desiderio finale delle associazioni è quello di avere un “quadro normativo e regolamentare inclusivo, neutrale, chiaro e stabile, derivante da una strategia di decarbonizzazione non basata solo sull’elettrificazione, ma aperta ad una varietà di tecnologie”. A tal proposito, esse si rendono da subito disponibili per “qualsivoglia tipo di contributo scientifico su tutte le tecnologie automotive (elettrico, ICE, GPL e gas naturale, idrogeno etc), così da poter assicurare al CITE – Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica – tutti gli approfondimenti e gli scenari di sviluppo di cui possa aver bisogno per prendere le sue decisioni”. Il governo Draghi risponderà alla lettera? Staremo a vedere.
    BMW è al lavoro su una nuova generazione di motori endotermici LEGGI TUTTO