Ogni volta che il Circus sbarcava in quel di Melbourne, era in occasione del primo appuntamento stagionale. Ciò portava con sé che i primi verdetti erano da prendere in considerazione più che mai con le pinze. Ma pur essendo oggi a valle del terzo round, resta comunque insidioso dare un’interpretazione certa ai cambi di gerarchie a cui abbiamo assistito a centro gruppo. Da un lato potrebbero essere frutto delle condizioni particolari del semi-permanente di Melbourne, come nel caso di Haas. Dall’altro invece è possibile che si stiano iniziando a posizionare correttamente i tasselli che erano mancati nelle prime due gare in medio oriente, è il caso del team di Woking.
Dove era finita la McLaren? Probabilmente a Melbourne. Se volessimo dirla in maniera culinaria, una MCL35 allergica ai cibi esotici, ha ben digerito invece il piatto offerto dalla “terra sottosopra”. Infatti sin dal venerdì la monoposto era parsa di un altro passo rispetto a quanto si era visto fino a quel momento, che vedeva una sporadica soddisfazione arrivata in quel di Jeddah. Un approccio di fine settimana che ha condotto verso i primi riscontri soddisfacenti in termini di giro secco al sabato. Al via, le due Mercedes si erano sin da subito estromesse dal sandwich inglese. Un segnale positivo arriva dal fatto che le due McLaren hanno comunque retto il passo delle frecce d’argento nel primo stint, quello su gomma media. Tranne che per qualche istante di bagarre con la Haas di Kevin Magnussen, la seconda parte di gara è stata una faccenda legata soltanto alla gestione delle hard fino alla bandiera a scacchi. Seppur un po’ fuori dai riflettori, va sottolineato il weekend solido condotto da Lando Norris, che prosegue la striscia positiva dell’Arabia Saudita. McLaren che conquista i primi doppi punti stagionali, grazie all’apporto di Daniel Ricciardo che ottiene il suo primo bottino utile proprio nella gara di casa.
L’Alpine chiude invece un fine settimana da bene ma non benissimo. Il team transalpino pur avendo mostrato un buon adattamento sin dai primi chilometri in pista, ha raccolto decisamente meno di ciò che aveva seminato. Ne sono la dimostrazione, le interviste rilasciate da Fernando Alonso al termine di qualifica e gara. Lo spagnolo ha più volte menzionato la top 3 parlando di occasioni mancate, parlando addirittura di un possibile podio a fine GP. Forse troppo ambizioso a fronte di uno sguardo oggettivo, ma quel che è certo è che le sue parole vanno oltre il suo ben noto spirito. Infatti sono prova delle buone sensazioni ricevute alla guida di una monoposto che aveva espresso il massimo della competitività nei due primi due settori sensazionali al sabato. La sfortunata tempistica del problema tecnico, arrivato proprio nell’ultima parte di quel giro, ha condizionato la condotta dell’intera tre giorni. Intanto il compagno di casacca Esteban Ocon è il solo, assieme a Charles Leclerc e ai due Mercedes, ad aver chiuso a punti in tutte le prime tre gare.
L’Aston Martin ha pagato a caro prezzo, su tutti i fronti, una tre giorni che è quasi riduttivo definire disastrosa. In primis sul fronte delle performance, mai un lampo incoraggiante arrivato nel corso delle varie sessioni, con delle premesse negative giunte già dal venerdì. Una vettura che ha dato tanto filo da torcere a Sebastian Vettel e Lance Stroll, quasi impossibilitati alla ricerca della prestazione, a causa della faticosa gestione della AMR22 in termini di guidabilità e stabilità. Un weekend caro anche nel vero e proprio senso della parola, visto che queste fatiche hanno visto la peggior traduzione nelle tante volte in cui i due piloti sono finiti in barriera. Dispendioso quindi anche in quanto a energia spesa dai meccanici, che come unica soddisfazione si portano a casa quella di aver messo Vettel nelle condizioni di concludere un giro in qualifica, dopo il botto delle terze libere.
Anonima l’AlphaTauri, che ha dovuto affrontare diverse difficoltà di interpretazione, soprattutto sul fronte della gestione gomme. Ciò da quindi ancor più merito al lavoro di Pierre Gasly. Al sabato si era piazzato a ridosso della top ten e in gara non è stato fortunato nelle circostanze della safety car, perdendo terreno in occasione del pit stop effettuato prima che questa entrasse in pista. Il francese è comunque riuscito a rimontare fino alla zona punti, intascandone un paio e massimizzando quindi il risultato.
Mondo alla rovescia invece in casa Haas, con il team a stelle e strisce che ha rivisto i fantasmi del recente passato, ritrovandosi a lottare nelle retrovie. Le soddisfazioni delle prime due gare non fanno perdere fiducia a Gunther Steiner e alla sua brigata, confidenti nel fatto che quello che si è visto a Melbourne sia solo un caso isolato. Chi è speranzoso di tutt’altra cosa è il team Williams, che ha chiuso in decima posizione dopo la bizzarra ma incredibile giocata strategica di Alexander Albon. Il thailandese ha praticamente disputato l’intero GP sulla stessa mescola (la hard), salvo poi pittare all’ultimo giro per favore di regolamento. Dopo l’assenza in Arabia Saudita, nuovamente a punti l’Alfa Romeo, con Valtteri Bottas.
L’importante risultato della McLaren si riflette anche nel mondiale che assegna i punteggi ad esclusione di Ferrari, Red Bull e Mercedes, con il team di Woking che compie un grosso balzo in avanti.
Classifica piloti
- Esteban Ocon Alpine 55
- Lando Norris McLaren 44
- Kevin Magnussen Haas 38
- Valtteri Bottas Alfa Romeo 31
- Pierre Gasly AlphaTauri 25
- Guanyu Zhou Alfa Romeo 24
- Daniel Ricciardo McLaren 19
- Lance Stroll Aston Martin 14
- Yuki Tsunoda AlphaTauri 12
- Fernando Alonso Alpine 10
- Alexander Albon Williams 10
- Nico Hulkenberg Aston Martin 8
- Mick Schumacher Haas 8
- Nicholas Latifi Williams 0
- Sebastian Vettel Aston Martin 0
Classifica costruttori
- Alpine 65
- McLaren 63
- Alfa Romeo 49
- Haas 46
- AlphaTauri 37
- Aston Martin 22
- Williams 10
Classifica giri veloci
- Valtteri Bottas Alfa Romeo 1
- Lando Norris McLaren 1
Fonte: https://www.circusf1.com/2022/04/f1-la-mclaren-riparte-da-melbourne-e-ritrova-la-competitivita.php