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    F1, Come si prepara la Ferrari al Gp del Brasile e all’ultima Sprint del 2023

    Terza e conclusiva gara della tripletta americana per il Mondiale di Formula 1, che dal Messico si sposta ulteriormente a sud per il Gran Premio di San Paolo, in Brasile, che propone l’ultima apparizione stagionale del formato Sprint. Come si prepara la Ferrari e le parole di Fred Vasseur.3 – GP MESSICO F1/2023 – SABATO 28/10/2023 – credit: @ Ferrari Spa

    La Scuderia Ferrari arriva all’Autódromo José Carlos Pace dopo il podio conquistato a Città del Messico da Charles Leclerc e il quarto posto di Carlos Sainz, che occupa ora la medesima posizione nella classifica piloti. Il circuito è meglio noto con il nome di Interlagos perché l’impianto sorge tra due laghi, su un terreno argilloso che tende all’instabilità accentuando anche le sconnessioni dell’asfalto.
    Il format del fine settimana è, per la sesta e ultima volta in questo campionato, quello Sprint che prevede un’unica sessione di prove libere il venerdì seguita dalle qualifiche per il Gran Premio di domenica (71 i giri da percorrere). Il sabato sarà interamente dedicato alla Sprint, con lo Shootout del mattino e la corsa da circa 100 km del pomeriggio (24 le tornate previste) con punti a scalare da otto a uno per i primi otto classificati.
    Frédéric Vasseur, alla vigilia del Gran Premio del Brasile, ha detto: “Arriviamo all’ultima tappa di questa complessa tripletta americana: a San Paolo saremo impegnati nell’ultimo weekend Sprint della stagione, il terzo negli ultimi quattro Gran Premi. Le due gare più recenti, a Austin e Città del Messico, ci hanno visto brillare in qualifica, con due pole position consecutive di Charles e la prima fila tutta Ferrari di domenica scorsa, mentre in gara ci siamo dimostrati ancora vulnerabili agli attacchi dei nostri rivali. Abbiamo comunque portato a casa due podi e siamo stati la squadra che ha raccolto il miglior bottino di punti tra quelle che lottano per il secondo posto, anche se i valori sono molto ravvicinati e appare chiaro come colmare il distacco che ci separa dalla seconda posizione – rimasto a 22 punti dopo Città del Messico – sia sempre molto difficile”.

    Il Team Principal della Scuderia di Maranello, parlando della prossima gara, ha poi aggiunto: “Ciò che di sicuro siamo pronti a garantire anche in Brasile è il massimo impegno da parte di tutti noi. Ci aspettiamo che Mercedes sarà molto competitiva, ma dal canto nostro dobbiamo continuare a lavorare su noi stessi, a crescere e a migliorare sotto ogni aspetto, in particolar modo nella gestione delle gomme e delle strategie in gara. Carlos e Charles, al pari di tutta la squadra, in Brasile come a Maranello, sono molto motivati: non vogliamo fermarci fino alla bandiera a scacchi di Abu Dhabi”. LEGGI TUTTO

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    F1, rumors: Fernando Alonso in Red Bull nel 2024

    Se li chiamano rumors, dal latino rumor: “chiacchiera”, un motivo ci sarà. Ma la voce fatta uscire dal giornalista polacco Daniel Bialy che vedrebbe un Alonso non solo fuori dalla Aston Martin, ma addirittura in quota Red Bull (al posto di Perez nel 2024) avrebbe del clamoroso.credit: Aston Martin F1 TeamLa bomba di mercato sembra da una parte frutto nonché conseguenza diretta delle voci che si sono rincorse nelle ultime settimane, secondo le quali l’Aston Martin sarebbe in procinto di un passaggio di testimone, con un Lawrence Stroll ormai sempre più lontano dal Paddock. Dall’altra parte appare un po’ come una di quelle congetture totalmente infondate, buttate lì nel pentolone di un mondiale finito, senza sapore né pepe.
    Alonso in Red Bull, a quasi 43 anni, è uno di quelli scenari di fantamercato capace di far gola anche al più composto tra gli appassionato o gli addetti ai lavori. Soltanto l’idea di un possibile dualismo tra il pilota asturiano e l’ormai tre volte campione del mondo Max Verstappen è entusiasmante. Pesa il carattere dei due, pesa la storia, con quel precedente, quel duello fratricida che nel 2007 esplose in Mclaren tra Hamilton e proprio lo stesso Fernando Alonso. Una guerra intestina che poi finì per favorire Kimi Raikkonen, campione del mondo quell’anno. Certo è passato giusto qualche lustro da quella scomoda convivenza, ma il ricordo è più che limpido. Proprio questo fattore ci fa pensare che la Red Bull difficilmente possa puntare su uno con il carattere di Fernando, andando a rischiare di intaccare il meccanismo perfetto creatosi negli ultimi anni a Milton Keynes.

    Bisogna anche riconoscere a Fernando una sorta di maturazione caratteriale, che si è notata proprio tra le fila dell’Aston Martin, dove ha spesso interpretato il ruolo di fratello maggiore del compagno, nonché figlio del proprietario, Lance Stroll.
    Nelle prossime settimane capiremo se si tratta di una classica boutade oppure di una vera e propria prospettiva, una rivoluzione capace di innescare un effetto domino che si andrebbe poi ad abbattere su tutta la griglia. LEGGI TUTTO

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    F1, Frédéric Vasseur: “Mantenere altissimo il livello di concentrazione”

    credit: @Scuderia Ferrari Press Office

    La Formula 1 e la Scuderia Ferrari attraversano l’Atlantico per la terza volta in questa stagione. Inizia infatti la tripletta americana, che nel breve volgere di tre settimane porterà il Mondiale negli Stati Uniti, in Messico e in Brasile.
    Si parte da Austin, in Texas, al Circuit of the Americas, con uno dei Gran Premi che può vantare numeri record di pubblico sugli spalti ad ogni sua nuova edizione.
    Alla vigilia del Gran Premio degli USA, Frédéric Vasseur ha detto: “Ci attende una tripletta di Gran Premi molto impegnativa. Saranno cinque gare in tre settimane considerando anche le Sprint. Squadra e piloti sono dunque chiamati a mantenere altissimo il livello di concentrazione per massimizzare le opportunità che si presenteranno”.

    Ripensando all’ultima gara in Qatar, il Team Principal della Ferrari, ha così commentato: “Veniamo da una corsa nella quale abbiamo pagato a caro prezzo un problema di affidabilità sulla SF-23 di Carlos e abbiamo lavorato per fare in modo che situazioni simili non ci impediscano più di schierare al via entrambe le vetture”.
    Vasseur ha infine dichiarato: “Dobbiamo tornare al livello abbiamo dimostrato a Singapore e in Giappone, perché solo così possiamo ottimizzare la performance del nostro pacchetto e mettere Charles e Carlos in condizione di dare il massimo”. LEGGI TUTTO

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    FIA, Ben Sulayem sui track limits: GP a rischio sui circuiti che non risolvono il problema

    Nella notte del Qatar i riflettori non si sono accesi soltanto sull’azione in pista. Sono emerse infatti non poche ombre legate a fattori extra pista, che hanno messo in rilievo come il Circus Iridato sia stato colto impreparato di fronte a cose che potevano e dovevano essere previste. Ai cordoli del tracciato di Lusail non adatti alla costruzione degli pneumatici si è aggiunto il fattore legato ai track limits, che ha condizionato tutte le sessioni del weekend. Proprio su questo tema il Presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem, si è esposto ai microfoni di motorsport.com, prendendo una posizione decisa in ottica futura.
    Il tema dei track limits non è di certo una novità. Sempre più di frequente capita di trovarsi su circuiti che, per via della loro conformazione e costruzione, mettono gli steward nelle condizioni di imporre dei limiti della pista “virtuali”. Un fattore che talvolta diventa condizionante e confusionario sul fronte dei riscontri in pista e dello spettacolo. Prima del Qatar, la stessa situazione si era presentata anche a Spielberg. “Abbiamo avuto lo stesso problema anche in Austria, in quell’occasione erano stati 1200. Devo congratularmi con gli steward che li hanno visti tutti, ma è questa la soluzione? No.” Così Ben Sulayem in riferimento a quell’episodio. I risultati del GP d’Austria vennero ufficializzati ben cinque ore dopo la bandiera a scacchi, proprio a seguito di un lavoro di controllo certosino da parte dei commissari sportivi.
    “La soluzione è agire sul fronte delle piste, so che alcune sono restie dal farlo ma se devo essere sincero dove non verrà fatto non si correrà. E’ semplice. Non possiamo accettarlo.” Una posizione dura da parte del numero uno della Federazione Internazionale, stizzito dopo quanto accaduto a Lusail. Un’idea che non può che trovare d’accordo piloti, appassionati e addetti ai lavori. Vedere classifiche che cambiano a sessioni terminate o piloti che scoprono durante le interviste che la loro posizione non è quella che credevano, è uno spettacolo non all’altezza del livello della F1.

    “Dobbiamo trovare una soluzione, una può essere quella di diminuire l’aderenza fuori pista. Nessuno può fermare i piloti eccetto i piloti stessi. L’altezza dei cordoli può danneggiare le macchine?” Ha proseguito Ben Sulayem, “o forse c’è la possibilità di mettere la ghiaia. Ma anche con la ghiaia bisogna stare attenti, quanto profonda la ghiaia? Non vogliamo che le macchine restino bloccate. E quanto grossa deve essere? Nessuno vuole che la monoposto si danneggi. Bisogna trovare il giusto bilanciamento.”
    Il Presidente della FIA ha quindi posto in oggetto l’estrema rilevanza di questo tema, diventato quasi un leitmotiv dei weekend di gara. “Non è più una questione di chiedersi se vada fatto, dobbiamo farlo. Prima di tutto bisogna ascoltare i piloti per raccogliere i loro feedback. Dobbiamo agire con urgenza per fare in modo che la questione venga risolta per l’anno prossimo. Non possiamo continuare così, specialmente dopo che lo vediamo tutte le volte”. LEGGI TUTTO

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    F1, Verstappen ci spiega il segreto del suo successo [ PODCAST ]

    Max Verstappen spiega il segreto del suo successo in Formula 1. Ascolta il podcast del campione olandese della Red Bull.

    “Devi essere molto costante nel corso di una stagione e, fondamentalmente, non puoi avere giorni di riposo e weekend di riposo. Devi essere tutto questo, tutto il tempo”, ha detto Max Verstappen, nel recente podcast “Red Bull Mind Set Win” che puoi ascoltare qui sotto.
    “Non è sempre facile raggiungere questo obiettivo. A volte i fine settimana sono più difficili, ma si tratta di cercare di uscire da una situazione difficile”.
    Max Verstappen – Podcast

    Il campione del mondo di Formula 1 Max Verstappen ha perfezionato l’arte di non complicare o pensare troppo alla sua routine e al suo approccio, cosa che lo aiuta a concentrarsi sugli aspetti importanti di cui ha bisogno per vincere gare e titoli. In questo episodio, i conduttori Cédric Dumont e York-Peter Klöppel ci presentano un modo di pensare che può aiutarci a concentrarci sul momento presente. Si chiama What’s Important Now – o WIN. Ci spiegano poi come metterlo in pratica. In primo luogo, individuate un obiettivo importante per il quale state lavorando. Pensare al risultato finale può diventare opprimente, quindi iniziate a pensare ai piccoli passi necessari per raggiungere quell’obiettivo. Infine, iniziate ogni giorno concentrandovi su ciò che è importante ora e su ciò che potete controllare in quel preciso momento. Questo vi aiuta a concentrarvi sugli obiettivi quotidiani raggiungibili e sulle attività in corso che vi spingeranno verso l’obiettivo finale. LEGGI TUTTO

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    F1, Il piano Ferrari per attaccare Mercedes. Obiettivo? Il 2° posto tra i costruttori

    La Scuderia Ferrari, da qui a fine stagione, ha due obiettivi ben chiari: il primo è concentrarsi sulla progettazione della nuova monoposto per il 2024; il secondo, non meno importante, è quello di sferrare l’attacco decisivo a Mercedes per il secondo posto nella classifica costruttori.

    Fred Vasseur è stato chiaro nel settare i due macro obiettivi ai suoi uomini. Se da un lato tutti gli sforzi devono essere posti alla progettazione della monoposto per il prossimo anno, dall’altro non si deve tralasciare nulla per poter strappare, ai rivali di Mercedes, la piazza d’onore nel mondiale costruttori, dietro a Red Bull.
    Il percorso, per centrare quest’ultimo obiettivo, è tutt’altro che semplice ma, numeri alla mano, raggiungibile. Come si può evincere dal grafico qui sotto, che mostra la progressione dei punti conquistati quest’anno da Mercedes e Ferrari, il distacco tra i due Team è di soli 20 punti, quando mancano sei gare alla fine del mondiale F1 2023.
    Mercedes vs Ferrari: I punti della Classifica Mondiale Costruttori F1 2023
    Nel corso della stagione, la Mercedes è sempre stata davanti alla Ferrari. Dopo il Gran Premio di Spagna, i punti di vantaggio dei tedeschi era di ben 52 punti, ridotti poi a 24 dopo la gara in Austria e tornati sopra i 50 punti dopo l’Ungheria. Nelle ultime quattro gare però, la Scuderia di Maranello è riuscita ad invertire il trend, riducendo progressivamente lo svantaggio fino agli attuali 20 punti.

    Se andiamo ad analizzare la media punti degli ultimi quattro Gran Premi, scopriamo che Ferrari ha raccolto 23,5 punti contro i 14,5 di Mercedes. Zandvoort, Monza, Singapore e Suzuka sono quattro piste molto diverse tra loro e, qualora la media punti dei due team dovesse essere quella delle ultime quattro gare, l’aggancio potrebbe già avvenire in Messico.
    Per fare questo gli uomini di Maranello hanno un piano ben preciso che prevede gare in marcatura stretta su Mercedes. L’obiettivo è quello di lavorare nei week end di gara per avere Carlos Sainz e Charles Leclerc sempre davanti a Lewis Hamilton e George Russell, badando un po’ meno a Red Bull, Aston Martin e McLaren. LEGGI TUTTO

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    F1, Red Bull vince il mondiale 2023 e perde Perez

    SUZUKA, JAPAN – SEPTEMBER 24: Race winner Max Verstappen of the Netherlands and Oracle Red Bull Racing celebrates in parc ferme during the F1 Grand Prix of Japan at Suzuka International Racing Course on September 24, 2023 in Suzuka, Japan. (Photo by Rudy Carezzevoli/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content PoolPoteva vincerlo da solo. Questa è la sensazione che ci portiamo a casa all’indomani del GP del Giappone. Weekend in cui Max Verstappen e la Red Bull ritornano a Milton Keynes con un titolo Costruttori in più. Per la casa austriaca si tratta del sesto titolo iridato, ottenuto quest’anno, con ben sei gare d’anticipo.Nel prossimo turno in Qatar, con tutta probabilità, toccherà a Max Verstappen portarsi a casa la sua gloria personale, quella del terzo mondiale piloti. Insomma solo gioie per la Red Bull, che sta raccogliendo i frutti del lavoro maniacale del team e in particolare di Adrian Newey, padre della RB19 e garanzia di successo in Formula Uno.
    Dalla tre giorni nipponica ne esce quindi una Red Bull costruttrice di successi, ma al contempo anche distruttrice di piloti. Non che la colpa sia del tutto riconducibile alla scuderia, ma Checo Perez ha totalmente perso la rotta e la lucidità e non è una novità. Il Messicano infatti sembra rimasto bloccato mentalmente a quell’incidente alla Santa Devota che gli costò l’esclusione dal Q1 del sabato monegasco. Sergio da lì non si è mai ripreso.Un pilota totalmente in bambola, in balia degli eventi e del compagno, con cui raramente è riuscito anche solamente a condividere la festa del podio.

    I contatti con Hamilton e Magnussen a Suzuka rappresentano soltanto la punta di un iceberg fatto di difficoltà ed errori che il messicano ha esibito in maniera seriale negli ultimi 4 mesi di campionato. Pensare che il prossimo anno possa esserci ancora lui vicino a Max Verstappen appare ad oggi una vera e propria utopia. Le strade del mercato piloti sembrano però intasate, nonostante il flirt tra Helmut Marko e Lando Norris (tra l’altro grande amico di Verstappen), appare difficile ad oggi pensare che Red Bull possa riuscire a strappare un pilota alla concorrenza. Altrettanto difficile risulta immaginare che Il team di Horner possa pescare un nome dal proprio parco piloti, la Red Bull ne ha bruciati troppi negli ultimi anni e quelli che non ha bruciato risultano troppo acerbi e incostanti per il grande salto. Ad oggi quindi tutto tace, ma non c’è dubbio che il sedile di Sergio Perez è sicuramente (e giustamente verrebbe da aggiungere) quello che scricchiola di più tra i top team. LEGGI TUTTO

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    F1, Ferrari: Le qualità Sainz, le debolezze di Leclerc

    Carlos Sainz, dopo 434 giorni e 25 gran premi ha finalmente interrotto il digiuno di vittorie della Scuderia Ferrari. Un risveglio dolcissimo per gli appassionati della rossa, che già a Monza, avevano assaporato un antipasto di Singapore nella commovente prestazione e difesa del pilota spagnolo. Quello di Carlos è un capolavoro, un’impresa memorabile fatta di testa e cuore, di ragione e sentimento, che fa felice Domenicali e che fa bene all’audience della Formula 1. Ma come mai, dopo 14 gare targate Red Bull nel 2023 (di cui 10 consecutive portano la firma di Max Verstappen) è stato proprio Sainz a interrompere il digiuno?Sainz e Leclerc, Gp Singapore F1 2023

    ELOGIO ALLA TENACIA
    Il caso non esiste e Sainz ne è la dimostrazione. O meglio, nel momento in cui gli altri, quelli imbattili, ti lasciano qualcosa per strada, tu devi essere lì, pronto ad afferrare tutto ciò che è afferrabile. Questo è esattamente ciò che ha fatto Carlos Sainz a Singapore. Ma come detto, non è un caso: Carlos si è portato appresso la carica di Monza, weekend in cui ha rasentato la perfezione, una perfezione che non è bastata a sconfiggere le mostruose RB19 di Newey. Quante volte, nell’ultima settimana, si sarà ripetuto a mo’ di mantra quella frase rilasciata nel pre-gara del GP d’Italia: “se facciamo tutto alla perfezione possiamo vincere”.Questa volta ce l’ha fatta Sainz, tra le strettissime vie di Singapore, complice una Red Bull umana e lontana, la perfezione è bastata, ma di perfezione si è trattato. Chapeau Carlos!
    SAINZ E NON LECLERC
    Come mai è stato Carlos e non Charles a risollevare le sorti del Cavallino? Charles lo conosciamo, ha un talento incredibile (questo non lo nega nessuno) e la sua capacità di spingere la vettura al limite è palese nella sua velocità in qualifica. Carlos, da parte sua, non si è mai dimostrato un grande qualificatore, ma ha sempre dato il meglio in gara, con una costanza e un’intelligenza tali da mettere in difficoltà compagni di scuderia del calibro di Verstappen, Norris e Leclerc.Sainz, oltre a ciò è dotato di una fortissima personalità, non si piega né si deprime di fronte alle richieste del team. Basti pensare a Silverstone dove vinse la sua prima gara in Ferrari attaccando senza pietà il compagno di squadra e rispondendo picche agli ordini del muretto o a questo weekend, nel quale la sua capacità di leggere la gara prima degli ingegneri, regalando il DRS a Norris per difendersi da Russell, l’ha portato a coronare il secondo centro in rosso.

    COMPLEMENTARI
    I due piloti della rossa sembrano la coppia perfetta, non tanto per il rapporto che intercorre tra di loro, quanto per la loro complementarietà. A Carlos manca il talento puro di Charles, a Charles la tenacia di Carlos.Quando le cose vanno male a Maranello, Charles ne risente e non riesce a dare ciò di cui sarebbe capace. Lo stesso vale per gli errori del muretto, che spesso portano il monegasco a un nervosismo tale da indurlo all’errore. Lettura della gara e leadership sono le caratteristiche che mancano a Charles per massimizzare i risultati, qualità necessarie in un possibile scenario di lotta mondiale. Se l’entusiasmo di Carlos non è cosa passeggera, se il madrileno sta veramente sbocciando a Maranello allora saranno guai per Charles, perché lo spagnolo, la testa, ce l’ha eccome. LEGGI TUTTO