Ampliamento di Wimbledon, si inasprisce il confronto con la comunità locale
La racchetta vuota al posto dei dirigenti dell’AELTC nell’incontro di ieri
Una racchetta su di una sedia vuota, e un duro ammonimento della comunità locale riunita contro i piani di ampliamento del sito di Wimbledon: “Non lasceremo che il quartiere diventi una Disneyland tennistica”. Questi i fatti salienti di un movimentato incontro svolto ieri nel quartiere dove ha sede l’AELTC, alla presenza di autorità locali e due politici nazionali provenienti dall’area interessata, in merito al discusso progetto del club di ampliare notevolmente l’area predisposta al torneo, con ben 38 nuovi campi – in modo da poter svolgere anche allenamenti e le qualificazioni – e un nuovo stadio da 8000 posti. La zona scelta per le nuove strutture è quella del campo da golf vicino al club, già preso acquisito dall’All England Club da alcuni anni. Una volta svelato il faraonico progetto, che prevede una complessa riqualificazione del quartiere circostante con vari spazi lasciati alla comunità (a detta del club “migliorati”), i residenti di Wimbledon si sono immediatamente attivati per opporsi all’ampliamento. L’incontro di ieri, con 250 persone presenti, è un’altra manifestazione chiara del dissenso a questi lavori, considerati troppo invasivi e che rischiano di snaturare totalmente il quartiere ben oltre le tre settimane del torneo più antico del mondo.
Il dialogo tra le parti interessate è a dir poco freddo, come dimostra l’invito rivolto alla dirigenza del club per l’incontro, totalmente disertato. Così la sedia vuota con la racchetta posta dai residenti dove speravano di trovare un direttore del club è diventata l’immagine del dissenso stesso.
I due parlamentari di Putney e Wimbledon, il laburista Fleur Anderson e il conservatore Stephen Hammond, si sono nuovamente uniti contro un progetto che deve ancora essere formalmente considerato dai comitati di pianificazione comunale, quasi cinque anni dopo la ratifica del contratto di acquisto del campo da golf da parte dell’AELTC. Anderson ha descritto il piano come “uno sviluppo su scala industriale nel nostro parco” e ha criticato le consultazioni, dicendo che “il modo in cui sono state gestite è pessimo”. Ha chiesto al torneo di concentrare i propri sforzi sullo sviluppo del sito per le qualificazioni a Roehampton piuttosto che sul campo da golf attualmente presente. Proprio il “nodo Quali” sembra essere stato decisivo alla scelta del club di ingrandirsi, nessun altro Slam prevedere i match del tabellone cadetto altrove. Hammond ha suggerito che si torni al tavolo della progettazione e si trovi qualcosa di più accettabile: “È il progetto sbagliato, è troppo grande, non hanno bisogno di così tanti campi e di uno stadio da 8.000 posti sul Metropolitan Open Land. Semplicemente non è giusto”, ha affermato, per la soddisfazione dei residenti.
Le numerose complessità legali legate alla richiesta di ampliamento sono state delineate nell’incontro dall’avvocato Christopher Coombe, il quale ha suggerito che gli statuti storici relativi al terreno potrebbero impedire la realizzazione di qualsiasi nuovo edificio. Nel corso degli interventi dei presenti all’incontro è stata sollevata la prospettiva di un’azione legale di crowdfunding contro qualsiasi approvazione del progetto.
La posizione di Wimbledon è chiara: abbiamo il torneo più storico della disciplina, l’espansione è necessaria per mantenere la parità con gli altri Slam.
L’incontro alla fine si è svolto con un nulla di fatto, vista l’assenza dei dirigenti del club, fermi sulla propria posizione di appoggiare a qualsiasi costo l’ampliamento su terreni già acquisiti. Tuttavia è improbabile che l’intero processo urbanistico di approvazione dei lavori venga risolto in tempi brevi. Importanti passaggi burocratici per l’esame della richiesta sono già scaduti senza una risposta precisa, anche se è possibile che una nuova udienza si svolga quest’anno. Dopodiché c’è la possibilità che il club venga convocato dall’ufficio del sindaco di Londra e potenzialmente dal Segretario di Stato, considerando la faccenda di interesse nazionale. C’è pure un fattore politico a peggiorare il quadro per il club: nel 2024 ci saranno le elezioni, insieme alle quelle per la Greater London Authority, l’eventuale ingresso di nuovi politici potrebbero complicare ulteriormente l’intera vicenda. Per questo il circolo di Wimbledon sta spingendo affinché l’iter burocratico possa terminare prima di questo passaggio elettorale, per non avere brutte sorprese o un cambio di rotta.
L’amministratore delegato dell’All England Club, Sally Bolton, aveva precedentemente commentato: “Queste proposte sono state giustamente e opportunamente soggette ad un altissimo livello di valutazione e consultazione sia prima che dopo la loro presentazione. Ad oggi abbiamo ospitato 56 visite guidate nell’area dell’ex campo da golf e altri nove eventi in cui i residenti locali hanno avuto l’opportunità di parlare con i membri del team di progetto e per saperne di più. Siamo lieti che più di 4.600 partecipanti siano venuti a uno dei nostri eventi di consultazione, e la stragrande maggioranza è davvero entusiasta dei nostri piani“.
Quindi solo 250 residenti “rumorosi” spalleggiati da due politici nazionali, oppure il club è fin troppo ottimista? Vista da lontano, sembra che anche nell’efficiente Inghilterra realizzare nuovi progetti non sia sempre così facile…
Marco Mazzoni LEGGI TUTTO