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    Craig Tiley conferma l’infortunio di Novak Djokovic a Melbourne: “capisco che sia difficile credere che i giocatori possano fare ciò che fanno con questo tipo di lesioni, ma Djokovic è straordinario e ha gestito tutto in modo estremamente professionale”

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo – Foto Getty Images

    Novak Djokovic aveva promesso di pubblicare prove e test per dimostrare la gravità dell’infortunio con cui ha vinto l’Australian Open 2023, ma è stato Craig Tiley, direttore dello Happy Slam, a precederlo parlando del tema, fornendo dettagli sul problema alla gamba sinistra che Nole ha superato per vincere il suo decimo Australian Open. “Molti dei problemi che affronta sono dovuti alla sua cattiva reputazione, ma se c’è qualcosa che nessuno può fare è mettere in discussione l’atleta. Ha giocato con una rottura di tre centimetri alla coscia sinistra”, ha rivelato Tiley in un’intervista alla radio australiana SEN. Il dirigente garantisce di aver visto i suddetti esami che Djokovic aveva promesso di pubblicare, affermando che in nessun momento c’è stata una finzione da parte del dieci volte campione dell’Australian Open. “Ho visto i test e i medici vi diranno la verità. C’è stata molto speculazione sul fatto che l’infortunio fosse vero o no e capisco che sia difficile credere che i giocatori possano fare ciò che fanno con questo tipo di lesioni, ma Djokovic è straordinario e ha gestito tutto in modo estremamente professionale”, ha aggiunto.
    Craig Tiley ha anche spiegato come Djokovic sia riuscito a superare l’infortunio. “È molto concentrato in tutto ciò che fa in ogni momento. Va dal cibo che mangia, a ciò che beve, quando lo fa e come lo fa. Non c’è un solo errore in nulla di ciò che fa”, ha concluso. LEGGI TUTTO

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    Tiley: “Spostare in avanti l’Australian Open per allungare la off-season? Sarebbe ridicolo. La stagione non è troppo lunga per colpa dei tornei australiani”

    Craig Tiley, direttore di Tennis Australia

    Il direttore degli Australian Open Craig Tiley ha risposto in modo secco alle critiche giunte negli ultimi giorni da alcuni importanti media internazionali sull’opportunità di spostare in avanti le date del primo torneo dello Slam per consentire ai giocatori un maggior riposo prima della più lunga trasferta della stagione. Secondo Tiley è vero che si gioca molto, ma l’Australian Open è uno dei massimi eventi dell’anno e quindi il problema non è certo il “suo” torneo.
    “Ho letto questa proposta. Penso che sia assolutamente ridicola, un’affermazione bizzarra”, afferma Tiley senza mezzi termini. “Se parli con ogni giocatore, ti dirà che questa è la stagione. Inizia a gennaio. Inizia qui in Australia”.
    Continua Tiley, respingendo anche le critiche di chi pensa che i tanti infortuni già capitati a grandi giocatori (vedi Alcaraz) non sono dipesi dalla off-season troppo corta. “Lo sport ha bisogno di riunirsi e guardarsi dentro fino in fondo. L’anno finisce con la Coppa Davis, troppo in ritardo tra gli uomini e tutto sommato non così tardi tra le donne. È vero, penso anch’io che sia una stagione lunga, ne parliamo da molto tempo. Ma Australia significa tennis in estate, l’Australia ha trovato una giusta collocazione come inizio della stagione a gennaio e questo evento è, dal punto di vista dei giocatori, uno dei loro posti preferiti dove giocare. Il problema non è la nostra data, è altrove”.
    Per il factotum del tennis “down under”, quello della difficoltà di acclimatarsi alle condizioni australiane è un falso problema, solo un pretesto, visto che i giocatori hanno il tempo sufficiente per prepararsi e adattarsi. “I tennisti anni fa arrivavano pochi giorni prima del torneo e non si lamentavano affatto. Adesso arrivano qui abbastanza prima dello Slam, hanno la possibilità di giocare alcuni tornei prima degli Australian Open, tanto che ci sono molti tennisti che arrivano presto e restano qua per sei o sette settimane, quindi la preparazione per l’estate australiana è molto normalizzata” continua Tiley. “I giocatori sanno cosa devono fare. De Minaur dice che la stagione deve essere rivista? Ha ragione, non è un segreto che l’anno sia molto lungo. Giochi tornei durante tutto l’anno, finisci piuttosto tardi. Dipende dal tuo programma e da quel che scegli di fare. Se ci fosse un po’ più di tempo per staccare alla fine dell’anno, sono sicuro che a molti giocatori piacerebbe. Ma allo stesso tempo, ci siamo abituati e alla fine anche loro scelgono di giocare molto”.
    Non è un mistero che gli Slam siano il cuore dell’anno tennistico, per valore sportivo e per montepremi. Nessun tennista è disposto a rinunciarci, quindi il pensiero di Tiley può essere assolutamente condivisibile. Per cercare di risolvere l’annoso problema del calendario troppo lungo è necessaria un’azione concreta tra ATP e ITF sulla collocazione degli eventi di fine anno, Coppa Davis e Finals in primis. Tuttavia, è corretto sottolineare che alla fine moltissimi giocatori accettano di giocare anche a dicembre ricchissime esibizioni, accorciando ancor più il riposo. LEGGI TUTTO

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    L’Australian Open avrà un montepremi record di 76,5 milioni di dollari

    Ash Barty, campionessa agli AO22

    L’Australian Open 2023 sarà il più ricco di sempre. Il primo torneo dello Slam della nuova stagione infatti avrà un montepremi record di 100 milioni di dollari australiani, ossia 76,5 milioni di dollari statunitensi, con un aumento del 3,4% rispetto alla scorsa edizione. Al vincitore (maschile e femminile, i due draw hanno stessi premi) andranno 2.975.000 dollari, al finalista 1.625.000 e via scalare, fino agli sconfitti al primo turno del main draw, che otterranno comunque un cospicuo assegno di 106.250 dollari. Chi esce al primo turno di “quali” incasserà 26mila dollari, decisamente un “bottino” che vale il viaggio.
    Così Craig Tiley, direttore del torneo di Melbourne: “È fondamentale per il continuo successo dell’estate tennistica australiana fornire opportunità di gioco forti e rilevanti e garantire che i migliori giocatori del mondo siano adeguatamente ricompensati. Vogliamo assicurarci che l’Australia sia il trampolino di lancio per la stagione globale e che ne vediamo il maggior numero possibile. Ci ispirano tutti a impegnarci in questo fantastico sport e ispirano le generazioni future. Per il prossimo Australian Open abbiamo aumentato i premi in denaro per ogni turno, dalle qualificazioni alle finali, con maggiori aumenti nei primi turni, dove questi sostanziosi premi aiutano i giocatori a investire nella propria carriera e, in molti casi, a prepararsi per successo durante tutto l’anno”.
    Annunciate anche diverse novità all’interno del sito di Melbourne Park, dove va in scena il cosiddetto “happy Slam”: da rinnovate aree relax per i giocatori a una nuova “Enhanced Player Performance Spaces”, dove i tennisti e loro staff troveranno attrezzature all’avanguardia per preparare i match e recuperare dopo le fatiche del caldo australiano. Per il pubblico è stata rinnovata l’area ristorazione, come la sezione dedicata all’accoglienza dei neonati e dei genitori. LEGGI TUTTO

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    Si complica la possibilità di vedere Novak Djokovic agli Australian Open?

    Novak Djokovic classe 1987, n.7 del mondo – Foto Getty Images

    Una nuova telenovela promette di durare fino all’inizio degli Australian Open. Novak Djokovic non ha bisogno di vaccinarsi per entrare in Australia, ma spera che il governo rimuova il divieto di tre anni dopo che il suo visto è stato ritirato all’inizio dell’anno. Ora il serbo mantiene questa speranza, ma Craig Tiley, direttore dell’evento, assicura che non farà pressione su nessuno affinché il giocatore numero sette del ranking ATP abbia questo “aiuto”.
    “La questione di Novak riguarda direttamente lui e il governo federale. Devono risolvere la situazione e poi seguiremo le istruzioni. Non è una cosa su cui possiamo fare pressione. È una questione che rimane tra queste due parti, a seconda del risultato daremo il benvenuto a Djokovic agli Australian Open”, ha affermato.
    Tiley ha inoltre assicurato di voler contare su Djokovic. “Ha già detto che gli piacerebbe tornare in Australia, ma sa che alla fine sarà una decisione del governo federale. Ha accettato la sua posizione. È una questione privata tra loro, ma vorremmo riavere Novak. È un nove volte campione”, ha sottolineato. LEGGI TUTTO

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    Tiley apre le porte degli Australian Open a Djokovic: “Qui è sempre il benvenuto”.

    Novak Djokovic classe 1987, n.7 del mondo – Foto Antonio Fraioli

    Novak Djokovic spera di giocare gli US Open e gli Australian Open, e in Australia spicca il fatto che non è più necessario essere vaccinati per entrare nel Paese. Incombe però ora la “punizione” di tre anni per l’espulsione che dovrà essere annullata e il direttore degli Australian Open ha già aperto le porte al serbo.
    “Stiamo facendo del nostro meglio. Ovviamente non è mia la decisione di permettere a Novak di giocare i prossimi Australian Open, ma Nole è sempre il benvenuto qui e sa che molte persone in Australia amano vederlo giocare. La decisione spetta ad altre persone, ma c’è ancora molto tempo prima del prossimo Australian Open. Quello che dovrebbe fare ora è godersi il titolo a Wimbledon”.
    Parlando al portale serbo Sport Klub, Tiley ha anche elogiato il successo di Djokovic all’All England Club. “Novak ha giocato a un livello fantastico e ha meritato la vittoria. Ha giocato benissimo e sono contento per lui e per il suo team. È stato un anno molto difficile per lui, ma è praticamente imbattibile sul Centre Court di Wimbledon”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

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    Le autorità australiane esigono spiegazioni sul “caso Djokovic”

    Rod Laver Arena, Melbourne

    In Australia il “caso Djokovic” ha scatenato, come prevedibile, un vero e proprio putiferio. Non si contano le reazioni indignate di appassionati e gente comune, che ha puntato il dito contro le autorità che hanno permesso l’esenzione medica al n.1 del mondo, con i social letteralmente intasati da critiche molto pungenti. Arrivano le prime reazioni ufficiali, che vanno nella medesima direzione: serve chiarezza sul perché sia stata concessa l’esenzione medica.
    “L’aspettativa del nostro Governo è che Novak spieghi alla comunità quali sono le circostanze della sua esenzione, nonché i motivi che spiegano tutte le sue azioni volte a venire a competere in Australia“, ha affermato il primo ministro ad interim Jacinta Allan. “Le regole per le quali gli è permesso giocare sono legittime poiché hanno seguito la procedura stabilita, ma la cosa più decente che un tennista possa fare è spiegare tutto quello che è successo”.
    Il deputato liberale Trent Zimmerman è stato assai critico: “È vergognoso, un vero schiaffo in faccia a tutti gli australiani che hanno fatto la cosa giusta e hanno seguito tutte le linee guida. L’esenzione dovrebbe essere revocata se la credibilità del torneo e delle regole stabilite dal governo per entrare nel paese sono da mantenere. È un risultato molto deludente che può generare un’enorme frustrazione nelle persone”.
    Carolyn Broderick, direttore medico di Tennis Australia. “Nessuno dei collegi medici che hanno preso la decisione è stato incaricato di provare la veridicità dei documenti presentati, il loro ruolo non è stato quello di indagine. Tuttavia, hanno chiesto che tutta la documentazione avesse i relativi sigilli ufficiali, sebbene alcuni dei le cose ricevute erano semplici rapporti di laboratorio”. Una dichiarazione che lascia quantomeno perplessi, visto che l’ha pronunciata.
    Craig Tiley, il capo di Tennis Australia, stenta a prendere una posizione chiara, segnale di quanto sia in grave difficoltà. Ha dichiarato infatti: “Non c’è stato alcun trattamento favorevole per Djokovic, alcune esenzioni sono state respinte e siamo stati molto rigorosi quando si trattava di far entrare nel Paese una persona non vaccinata. Siamo empatici con le persone che potrebbero essere arrabbiate con la posizione di Novak sulla vaccinazione, ma è sua responsabilità spiegare tutto e dare i motivi per cui hai ricevuto l’esenzione“. In pratica, Tennis Australia ha dato l’esenzione a Novak, ma solo Novak che può spiegare  perché l’abbia ricevuta.
    La sensazione che siamo solo all’inizio di una vicenda che in ogni caso guasta non poco il primo Slam stagionale.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Tiley (AO): “Djokovic? Avremo un quadro molto più chiaro nei prossimi giorni, ma è già un po’ tardi”

    Craig Tiley, direttore di Tennis Australia

    Un silenzio che fa un rumore incredibile. La vicenda di Novak Djokovic, 9 volte campione agli Australian Open e detentore del titolo, ha del paradossale. Il primo Slam dell’anno scatterà tra meno di due settimane e ancora tutto tace sulla posizione del serbo. Il numero uno del mondo è volato in Spagna dalla sua città natale, Belgrado, per immergersi nella calma e clima più caldo della Soto Tennis Academy, allenandosi con le stesse palle dell’Australian Open, a caccia di sensazioni “simili” a quelle che troverebbe a Melbourne. Ma niente sembra muoversi a suo favore per un viaggio last-second in Australia. Ci sono ancora dei voli charter che potrebbero imbarcare dei tennisti con esenzioni mediche, ma non è dato a sapere sulla situazione di Djokovic, arroccato sulla propria difesa della privacy. L’ha confermato anche il diretto di Tennis Australia, Craig Tiley, in un’intervista a Today, in cui parla anche di Djokovic.
    “Arrivando in Australia, ogni atleta che entra deve essere vaccinato e mostrarne la prova, o deve aver fatto domanda per un’esenzione medica. Nel caso dei giocatori di tennis, è molto più rigoroso di chiunque altro venga in Australia chiedendo un’esenzione medica”, ha spiegato Tiley. “Ci sono due panel medici che valutano qualsiasi applicazione e la valutano alla cieca. Non sanno chi è il richiedente. Seguendo le linee guida, l’esenzione viene concessa o meno. Il motivo della concessione dell’esenzione rimane privato, tra il collegio e il richiedente. Sappiamo di atleti che hanno chiesto l’esenzione e in alcuni casi è stata concessa. Alcuni di questi [giocatori] hanno indicato di essere qui, ma spetta all’atleta rivelare e [decidere] se vogliono condividere tali informazioni”.
    “Per quanto riguarda lo stato relativo a Novak, nei prossimi giorni avremo un quadro molto più chiaro“, ha affermato Tiley. “Indubbiamente si sta facendo piuttosto tardi per presentarsi e giocare agli Australian Open. Quello di cui sono consapevole è lo stesso di tutti gli altri. Novak ha chiarito che non avrebbe rivelato le sue condizioni mediche, o se fosse vaccinato o meno. È una sua scelta farlo”.
    Il direttore del torneo si mostra molto fiducioso sulle condizioni di sicurezza del torneo: “O prova della vaccinazione, o  un’esenzione per motivi medici. Se lo hanno fatto, sono considerati vaccinati e ammessi sul posto. Tutti saranno al sicuro”.
    In Serbia sui media continua il tam tam di voci su Novak, con alcuni che si dicono certi della presenza last second del campione a Melbourne, altri che invece parlano dell’esenzione richiesta ma respinta, condizione che non gli permette di volare in Australia. Un’attesa che, visto il torneo ormai a ridosso, inizia francamente ad essere “stucchevole”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Craig Tiley: “Nei prossimi giorni sapremo se ci sarà Novak Djokovic a Melbourne”

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo

    I giorni passano e il dubbio rimane. Novak Djokovic non ci sarà agli Australian Open per la prima volta in carriera? La situazione del numero uno del mondo rimane avvolta ormai in un segreto di stato, ma Craig Tiley ha fatto un po’ di luce, assicurando che si aspetta una decisione definitiva entro la fine di questa settimana.
    “Abbiamo ancora alcuni voli charter in arrivo per la fine di questa settimana e poi i giocatori saranno tutti qui. Per quanto riguarda Novak, avremo un’idea molto più chiara di ciò che accadrà nei prossimi giorni, perché ormai manca poco per giocare gli Australian Open . Ci sono ancora alcune questioni da risolvere e penso che questo accadrà nei prossimi giorni”, ha detto a Nine Network.
    Ricordiamo che Djokovic potrà giocare gli Australian Open solo se sarà vaccinato o se riceverà una esenzione medica da un gruppo di specialisti che lavorano con Tennis Australia. LEGGI TUTTO