Il GP di Gran Bretagna andato in scena domenica è stato uno dei più avvincenti nel recente passato della Formula Uno. L’esito è di quelli che forse si potranno annoverare tra i segnavia determinanti per l’andamento del campionato. L’adrenalina pura della pista si è riversata sulle dichiarazioni pungenti del dopo gara, ma gli strascichi delle polemiche oscurano gli elementi concreti che i curvoni di Silverstone ci hanno consegnato.
Più di tutto, è doveroso analizzare che cosa è andato storto e ha tolto dal pugno sicuro una vittoria che in casa Mercedes giungeva come un appuntamento fisso da cinque anni a questa parte. Gara di casa, circuito favorevole, una marea di tifosi appassionati: il vento in poppa soffiava favorevole per il team di Brackley. Eppure è stato Sebastian Vettel a salire sul gradino più alto del podio, e la Ferrari ha allungato le distanze nel Campionato Costruttori.
L’obbligo per Lewis Hamilton è concentrare le recriminazioni sul proprio scatto al via, notevolmente scadente, con il pattinamento che ha mandato in fumo la sovraumana pole position guadagnata nell’ultimo tentativo del Q3. Il contatto ruota a ruota con l’alfiere Ferrari Kimi Raikonnen in curva 3 è arrivato di conseguenza, seppur senza macchia di colpa per il #44. Hamilton ha commesso il primo decisivo errore personale in questa corsa all’iride, e con questo ha spalancato la porta alla possibilità di esporsi a pericoli vaganti. Non ha capitalizzato l’occasione della partenza al palo, lasciandosi sfilare da un Seb brillante e da un Bottas aggressivo.
Ciononostante, la consistenza del passo gara di Hamilton è stata davvero impressionanti, specialmente nel corso del primo stint su gomma soft. Il pilota anglo-caraibico è stato a lungo il più veloce in pista, come dalla radio gli hanno ricordato, per spingerlo a credere di poter battagliare con Vettel e Bottas dopo il primo ingresso della safety car (incidente di Ericsson). La rimonta imbestialita e pulsante è stata messa in atto senza soluzione di continuità : Hamilton occupava la diociottesima posizione al termine del primo giro e ha tagliato il traguardo alle spalle soltanto dell’acerrimo rivale Vettel.
Ancora una relativa limitazione dei danni, si potrebbe dire. Eppure certamente sarebbe stato interessante osservare l’andatura di Lewis Hamilton in una gara vissuta al vertice, nel testa a testa con i diretti antagonisti e senza l’usura che inevitabilmente accompagna la risalita.
Guardando all’altro lato del box, Valtteri Bottas ha di nuovo sfiorato la vittoria, ritrovandosi in testa in occasione del dispiegamento della safety car, quando gli strateghi del team capitanato da Toto Wolff hanno scelto di non richiamarlo ai box per un secondo cambio gomme. Decisione strategica aperta all’interpretazione, visto che i duelli degli ultimi giri hanno visto il finnico precipitare fino al quarto posto finale, senza reali possibilità di resistere agli attacchi avversari.
Archiviati i primi dieci appuntamenti stagionali, la corazzata tedesca è chiamata a uno sforzo stra-ordinario per continuare a tenere il passo dei rivali di Maranello, identificati al momento dagli addetti ai lavori, in particolare dalla voce super partes di Chris Horner, come il punto di riferimento a livello tecnico. Lewis Hamilton, relegato a otto lunghezze di distacco dal capoclassifica in Rosso, per rimanere in lotta dovrà far ricorso alla costanza e alla concretezza che hanno contraddistinto buona parte della sua stagione.
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