Dopo tanti, troppi tentativi, il 1991 è l’anno buono, quello per gioire e per far gioire un paese intero, spaccato dalle crisi sociali ma, in quel momento, unito. Finalmente il Brasile può festeggiare una vittoria di Ayrton Senna sul suolo natio, può lasciarsi andare ad un urlo di felicità che durerà per alcuni giorni a seguire quella storica domenica del 24 marzo. Quello della torcida verdeoro di Interlagos, però, non è l’unico urlo di quella giornata: un altro, quello di Senna stesso, coprirà per importanza quello di centinaia di migliaia di brasiliani, andandosi a stagliare nella storia come uno dei momenti più emozionanti della storia della Formula Uno. Un urlo misto tra sofferenza fisica e sollievo per essere riuscito a dare una gioia a quei tantissimi tifosi accorsi ad Interlagos. Il grido del campionissimo, quello della gente.
Si arriva a San Paolo, secondo appuntamento stagionale, dopo la gara vinta agevolmente da Senna a Phoenix e che ha mostrato, ancora una volta, la superiorità del binomio con la McLaren-Honda: la pole position va, strano a dirsi, proprio ad Ayrton con un vantaggio sorprendentemente risicato sulle Williams di Riccardo Patrese e di Nigel Mansell, molto competitive sul tracciato brasiliano. La corsa inizia con Senna che mantiene la testa davanti ad un arrembante Mansell che lo tallona per tutta la gara, avvicinandosi e poi allontanandosi in continuazione a causa di problemi con un pit stop lungo e con una foratura.
A poco più di 10 giri al termine Senna ha un buon vantaggio sugli inseguitori, ma incombono problemi all’orizzonte: sulla sua McLaren si rompe prima la quarta poi tutte le altre marce oltre la sesta, con la quale il campione del mondo in carica dovrà terminare stoicamente la corsa. Patrese si avvicina ma non abbastanza per impensierire Ayrton che, dopo uno sforzo disumano per controllare la sua vettura nelle ultime tornate, taglia il traguardo in prima posizione tra la felicità trascinante e la commozione dei suoi tifosi e dei suoi concittadini. Il suo “team radio”, per usare un termine ante-litteram, è una pietra miliare della carriera di Senna e fa ancora emozionare. Come la prima volta.
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