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    Post-Season F1 Test, Abu Dhabi: cala il sipario sulla stagione 2024

    Con l’unico giorno di test post-stagionale sul circuito di Yas Marina è calato il sipario sulla stagione 2024 di Formula 1, la più lunga di sempre, con le sue 24 gare. I migliori tempi di oggi, sia per il piloti che hanno utilizzato gli pneumatici di quest’anno che quelli 2025.39 during the Formula 1 Abu Dhabi post-season test 2024, on December 10, 2024 on the Yas Marina Circuit, in Abu Dhabi, United Arab Emirates – Photo Antonin Vincent / DPPI – credits: @Scuderia Ferrari Press OfficeSi è conclusa oggi ad Abu Dhabi la stagione 2024 della Formula 1. Sul circuito di Yas Marina era in programma il tradizionale appuntamento di test che segue ormai da diversi anni lo svolgimento dell’ultimo Gran Premio, con la partecipazione di tutte e dieci le squadre, ciascuna con due vetture a disposizione. Duplice, infatti, il lavoro previsto: su una monoposto hanno girato i cosiddetti rookie – definiti dal regolamento sportivo della FIA come piloti che non hanno disputato più di due Gran Premi – mentre sull’altra hanno girato piloti che non rientrano più in questa categoria, con alcuni cambi di casacca rispetto a quanto visto due giorni fa in gara.
    Diverse le gomme: se i rookie hanno usato le mescole 2024 selezionate per lo scorso Gran Premio, i piloti titolari o, comunque, ufficiali hanno il compito di saggiare la versione omologata di tutti i pneumatici – ad eccezione della C1, non adatta alle caratteristiche del tracciato – che Pirelli metterà a disposizione nel 2025, sviluppata insieme alle squadre durante l’anno.
    I giovani piloti hanno avuto a disposizione in totale otto treni di gomme: due di C3, quattro di C4 e due di C5. Per gli altri piloti i set disponibili sono stati dieci: uno di C2, tre ciascuno di C3 e di C4, due di C5 e uno di C6, la nuova mescola ultra-morbida che amplierà la gamma 2025 e destinata, presumibilmente, all’utilizzo su alcuni tracciati cittadini l’anno prossimo. A differenza di quanto avvenuto ad esempio a Città del Messico in occasione del cosiddetto “in-competition test”, la Pirelli non ha definito un programma standardizzato relativamente all’utilizzo delle gomme 2025: ogni squadra ha potuto quindi lavorare secondo le modalità che preferisce per raccogliere dati fondamentali per lo sviluppo delle monoposto che competeranno l’anno prossimo. Va infine notato che, secondo quanto stabilito dalla FIA, su nessuna vettura hanno potuto essere montate componenti che non sono state utilizzate in un weekend di gara.

    Sono state nove ore di test molto intense, con soltanto una breve interruzione nel finale. In totale i giri percorsi sono stati 2.578, pari a 13.614,418 chilometri. Tutte le mescole e le tipologie di gomme sono state utilizzate: alcune squadre hanno infatti usato gomme da bagnato o intermedie per quei giri di installazione e di misurazioni aerodinamiche che, solitamente, vengono effettuati all’inizio della giornata.
    Il miglior crono in assoluto lo ha ottenuto Charles Leclerc, che ha portato la sua Ferrari in cima alla classifica con un tempo di 1’23”510. Al secondo posto si è piazzata la Williams col suo nuovo portacolori Carlos Sainz (1’23”635) mentre al terzo c’è la Mercedes di George Russell (1’23”789). Se i due ex-compagni di squadra alla Ferrari hanno ottenuto il loro miglior tempo con una C5, la prestazione di Russell è stata stabilita con un set di C6.
    F1 Test, Abu Dhabi: i tempi con le gomme 2025

    Fra i rookie, il più veloce è stato l’italiano Kimi Antonelli (Mercedes), col tempo di 1’23”873. I tre piloti che hanno percorso più giri sono stati, nell’ordine, Liam Lawson (Racing Bulls, 159), Carlos Sainz (Williams, 146) e Felipe Drugovich (Aston Martin, 146).
    F1 Test, Abu Dhabi: i tempi con le gomme 2024

    “Un test molto utile per vedere all’opera praticamente tutta la nuova gamma di mescole – faceva eccezione soltanto la C1 – omologata per la prossima stagione. Le condizioni della pista erano molto buone, molto simili a quelle avute domenica scorsa nell’ultimo Gran Premio e con temperature non tanto differenti – ha commentato Mario Isola, Direttore Motorsport di Pirelli –. Abbiamo raccolto tantissimi dati che ora verranno attentamente analizzati, tanto dai nostri tecnici quanto da quelli delle squadre per proseguire al meglio la preparazione in vista della prossima stagione. Da una prima, preliminare analisi possiamo dire che le nuove mescole hanno confermato di offrire una maggior resistenza meccanica, che consente quindi di ridurre il livello di abrasione del battistrada, mentre, per quanto riguarda il surriscaldamento, sapevamo che sarebbe stato difficile vedere dei significativi miglioramenti considerato che oggi si è girato quasi sempre sotto il sole, a differenza di quanto avvenuto lo scorso fine settimana. Un altro tema importante era la verifica del posizionamento delle mescole 2025: per quanto visto oggi, possiamo dire che la differenza di prestazioni fra C2, C3, C4 e C5 è più coerente con quelli che sono gli obiettivi che abbiamo, vale a dire di avere circa mezzo secondo di intervallo. Per quanto riguarda la debuttante C6, abbiamo visto che su una pista come questa, dove la parte finale del tracciato è molto impegnativa soprattutto sotto il profilo della trazione, il degrado anche nel primo giro cronometrato è piuttosto accentuato: faremo un’accurata analisi dei dati per individuare quali potranno essere i circuiti che più si adatteranno ad un suo eventuale utilizzo in un fine settimana di gara”.
    F1 Test, Abu Dhabi: le gomme utilizzate

    Conclusa la stagione 2024, la squadra Pirelli dedicata alla Formula 1 tornerà in pista alla fine di gennaio a Magny-Cours per la prima sessione di test dell’anno, dedicata allo sviluppo dei pneumatici 2026. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, una gioia rimandata al 2025?

    Alla fine i pronostici sono stati rispetti, McLaren ha messo meritatamente le mani su un titolo che mancava da oltre 26 anni, grazie anche a una prova straordinaria di Lando Norris, partito primo e arrivato primo, senza che la gara fosse mai in discussione. Dall’altra parte però la Ferrari non ha deluso anzi, la gara dei due cavallini è stata a tratti commovente, e come aveva promesso Fred Vasseur le Rosse hanno dato battaglia fino all’ultima curva, capitolando solo ai punti.

    ORGOGLIO
    Tredici sono le posizioni guadagnate da Charles solo nel primo giro, mentre il suo compagno, in lacrime nel post gara, remava per tenere il passo di una McLaren più performante. Alla bandiera a scacchi ne esce un doppio podio insperato, ma che non serve a nulla, se non a dimostrare che la squadra c’ha messo il cuore, ha sputato sangue, esprimendo compattezza e orgoglio, oltre a regalarsi un bellissimo biglietto da visita per il mondiale 2025. Un anno che termina insomma tra gli occhi lucidi di Sainz, al passo d’addio, e la delusione di Leclerc, una delusione che però rimane lì, in pista, legata a un mondiale che da miraggio si era fatto improvvisamente obiettivo tra le dune del deserto Arabo.
    PILOTI E TIFOSI
    Tra la dimensione della pista, della sconfitta sportiva e quella della realtà, dei tifosi, c’è però una sana distanza. In pochi tra i sostenitori della Rossa potranno dirsi amareggiati per questo mancato titolo. Perché quello concluso è stato un anno particolare, fatto di alti e bassi, ben 5 vittorie della Rossa, ma ben poca costanza, se non nell’ultimo segmento di stagione. Con un pilota licenziato e un team rivoluzionato, diciamocelo, vincere il mondiale costruttori quest’anno sarebbe stato un plus insperato più che un obiettivo concreto. Invece la Ferrari ha inaspettatamente sfiorato il colpaccio.

    FUTURO
    A guardare avanti, verrebbe da dire: “Povero Carlos“. Lo spagnolo ha sputato sangue per la rossa e a Maranello ha lasciato il cuore. Ora per lui inizierà un viaggio lungo e tormentato, in una scuderia come la Williams, che ha tanto da ricostruire prima di garantire a Carlos certi palcoscenici. La Ferrari invece ha tutto, nel 2025 parte per vincere, con Hamilton e Leclerc, seguiti da una squadra ormai rodata. Il prossimo non può, ma deve essere l’anno del mondiale. E allora, salutando a malincuore l’anno che finisce, aspettiamoci scintille per un 2025 fin troppo carico di aspettative, ma che a livello di spettacolo siamo sicuri non ci deluderà. LEGGI TUTTO

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    F1, Papaya rules the world! McLaren campione del mondo, il capolavoro di Andrea Stella

    Andrea Stella, Team Principal, McLaren – credit: McLaren Racing Media Centre

    Tra i due litiganti, alla fine, ha goduto il terzo. La McLaren, considerata da tutti come outsider all’inizio del mondiale di Formula 1, si è laureata campione del mondo tra i costruttori. Un titolo, tra i costruttori, che per il team di Woking mancava dal lontano 1998, allora confezionato da Mika Hakkinen e David Coulthard, e che riporta gli inglesi sul tetto del mondo dopo 16 anni di astinenza, da quell’epico trionfo iridato di Lewis Hamilton sotto il nubifragio di Interlagos. È la vittoria della squadra, sempre compatta e unita verso un obiettivo, anche quando potevano subentrare le ambizioni personali di Lando Norris. E, di conseguenza, è una vittoria che ha un marchio molto tricolore: quello di Andrea Stella, al primo titolo mondiale da Team Principal.
    LAVORO VINCENTE: ECCO COME HA VINTO LA MCLAREN
    Il trionfo della McLaren nel campionato costruttori parte da molto lontano, precisamente dall’estate del 2023. Prima del Gran Premio dell’Austria, la MCL60 occupava sistematicamente gli ultimi posti della griglia, rievocando il periodo nero a cavallo tra il 2013 e il 2019, in cui il team faticava persino ad entrare in zona punti. Da quel weekend a Spielberg, però, la parabola della papaya è diametralmente cambiata: macchina nuova di zecca, i primi risultati conquistati con continuità, e la sensazione di poter essere una contendente credibile per giocarsi la vittoria.
    Attese tutte confermate appieno in questo 2024 memorabile. Dopo un inizio un po’ in sordina, piuttosto distante da Red Bull e Ferrari in termini di prestazioni, la svolta arriva a Miami, con il primo successo in carriera di Lando Norris. Da lì, gara dopo gara, la vettura cresce a vista d’occhio, complici gli aggiornamenti costanti e proficui adoperati dal team, che rendono la MCL38 la macchina migliore della griglia. Un vantaggio tecnico che si concretizza nel Gp di Azerbaigian, in cui si consuma il sorpasso sulla Red Bull nella classifica costruttori, lanciando la scuderia di Woking verso il titolo iridato. Seppur con più difficoltà del previsto, in virtù della rimonta della Ferrari nella parte finale di stagione. Resa possibile anche da qualche defaillance dei due piloti.
    ADESSO IL MONDIALE PILOTI: MA SU CHI PUNTARE?
    Già, le mancanze dei piloti. Perché se è vero che la McLaren è stata la macchina più costante di tutte per grandissima parte della stagione, è altrettanto vero che a causa di molte incertezze dei piloti, non sempre ha capitalizzato al massimo la sua superiorità tecnica. In particolare, il riferimento è a Lando Norris. Colui che doveva essere il “capitano” in pista, si è rivelato spesso e volentieri inadeguato: partenze sbagliate, corpo a corpo persi malamente, sviste banali e allucinanti (come in Qatar)… Un andamento molto discontinuo ma con picchi sicuramente più alti di quelli raggiunti da Oscar Piastri, più lineare nel rendimento ma, almeno quest’anno, leggermente al di sotto del compagno di squadra come prestazione pura.

    Dubbi e incertezze verso un 2025 in cui la McLaren partirà con i favori del pronostico e, oltre a volersi riconfermare campione del mondo tra i costruttori, andrà a caccia anche del titolo piloti. Con una domanda che si riproporrà in maniera costante: puntare sul discontinuo Lando Norris o sull’ancora acerbo Oscar Piastri? La risposta la daranno la pista e, soprattutto, la gestione attenta e accorta di Andrea Stella. Che intanto, col suo lavoro di squadra, ha confezionato il suo primo capolavoro: riportare la McLaren sul tetto del mondo. Papaya rules the world! LEGGI TUTTO

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    F1, Vasseur suona la carica: “Faremo di tutto per portare a casa il titolo”

    Le parole di Fred Vasseur, Team Principal della Scuderia Ferrari, alla vigilia del Gran Premio di Abu Dhabi, ultimo appuntamento del Campionato Mondiale 2024 di Formula 1 che assegnerà il titolo costruttori.VASSEUR Frédéric (fra), Team Principal & General Manager of the Scuderia Ferrari, portrait during the Formula 1 Pirelli United States Grand Prix 2024, 19th round of the 2024 Formula One World Championship from October 18 to 20, 2024 on the Circuit of the Americas, in Austin, United States of America – Photo Antonin Vincent / DPPI

    La Scuderia Ferrari arriva ad Abu Dhabi in corsa per conquistare il suo 17° campionato del mondo Costruttori al termine di quella che è comunque la migliore stagione dall’avvento dell’era ibrida, nel 2014.
    Non è la prima volta che la squadra arriva in corsa per il titolo all’ultima gara della stagione negli Emirati Arabi Uniti: nel 2010 c’era in palio il titolo piloti con Fernando Alonso e la giornata ebbe il sapore amaro della sconfitta.
    Anche i precedenti sulla pista mediorientale non sono favorevoli, visto che Yas Marina è, tra i circuiti sui quali la Ferrari non ha mai vinto, quella con più gare all’attivo. Questo weekend però, nel 16° Gran Premio di Abu Dhabi, la Scuderia Ferrari vuole provare a sfatare questo tabù anche se l’impresa è ardua: rimontare i 21 punti che la separano dalla McLaren in classifica.

    Qui sotto le parole di Fred Vasseur, Team Principal Scuderia Ferrari, alla vigilia dell’ultimo appuntamento di questa lunghissima stagione.
    “Per la prima volta da quando la Formula 1 è entrata nella sua era ibrida siamo riusciti ad arrivare a giocarci un titolo all’ultima corsa. Si tratta di un traguardo importante e questo weekend cercheremo di fare ancora di più. Certo, dobbiamo essere realistici, siamo matematicamente in corsa ma il titolo è molto difficile da raggiungere perché, anche se dovessimo chiudere primo e secondo potrebbe non bastare, visto che la McLaren vanta ben 21 punti di vantaggio e potrebbe accontentarsi di un terzo e un quinto posto. Le sfide tuttavia sono nel DNA di Ferrari e dunque ci vogliamo provare. Abbiamo preparato a fondo questo appuntamento, sappiamo che la qualifica avrà un ruolo fondamentale e che la nostra macchina è più performante in gara. Charles, Carlos e tutta la squadra daranno fino all’ultima goccia di sudore per provare a portare a casa il titolo”. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, ad Abu Dhabi per (ri)entrare nella storia della Formula 1

    La Ferrari affronta l’ultima gara del mondiale 2024 di Formula 1 consapevole di poter conquistare il titolo costruttori. Non sarà facile, visti i 21 punti di ritardo dalla McLaren, ma una vittoria mondiale vorrebbe dire rientrare nella storia della Formula 1, sedici anni dopo l’ultimo titolo del 2008.SAINZ Carlos (spa), Scuderia Ferrari SF-24, portrait LECLERC Charles (mco), Scuderia Ferrari SF-24, portrait during the Formula 1 Rolex Australian Grand Prix 2024, 3rd round of the 2024 Formula One World Championship from March 22 to 24, 2024 on the Albert Park Circuit, in Melbourne, Australia – Photo Xavi Bonilla / DPPI

    E’ passato davvero tanto tempo da quel lontano 2008, anno che riporta nell’albo d’oro della Formula 1, il nome della Scuderia Ferrari.
    Ventuano lunghezze di ritardo e un massimo di 44 punti (25 + 18 + 1) a disposizione. La Scuderia di Maranello sarà chiamata a dare il massimo, il che vorrà dire cercare la vittoria, magari una doppietta, per poi guardarsi alle spalle e fare i conti con i punti della McLaren.
    Qualora Charles Leclerc e Carlos Sainz facessero bottino pieno, ai due piloti McLaren potrebbero bastare un quarto (12 punti) e un quinto posto (10 punti). Con la vittoria della Ferrari, a parità di punti il titolo andrebbe alla Scuderia italiana.

    Per la Ferrari la conquista del titolo non è una questione economica ma un sigillo storico che riporterebbe la Rossa nell’Olimpo del Circus della Formula 1. E allora, non molliamo fino alla fine, fino all’ultimo metro dell’ultima curva e poi, ovviamente, vinca il migliore! LEGGI TUTTO

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    Come la Ferrari si prepara al Gp del Qatar F1, ultimo weekend sprint

    Come la Scuderia Ferrari si prepara al Gran Premio del Qatar 2024 di Formula 1, ultimo weekend con il formato sprint.Fred Vasseur – credit: @Scuderia Ferrari Press OfficeA pochi giorni dal Gran Premio di Las Vegas la Scuderia Ferrari e gli altri nove team di Formula 1 hanno viaggiato per 13.000 chilometri fino al Golfo Persico, e più precisamente in Qatar, dove nel fine settimana andrà in scena la penultima gara della stagione, che propone l’ultimo weekend Sprint del campionato.
    La pista
    Il Lusail International Circuit vanta uno dei paddock più all’avanguardia al mondo dopo i lavori di ristrutturazione del 2023. Il circuito invece ha mantenuto il layout originale, originariamente pensato per le moto.
    Circuito del Qatar | racingcircuits.info
    Il giro inizia con il lungo rettilineo principale che porta alla prima staccata verso destra, dove è ammesso azzardare un sorpasso. I piloti quindi mantengono una velocità molto elevata nei curvoni in sequenza 2 e 3 — a sinistra e a destra — prima di lanciarsi verso le ulteriori due pieghe verso destra che portano al tornantino di curva 6, l’altro punto in cui è possibile tentare un attacco. Il settore centrale prevede altri curvoni da alta velocità che conducono alla parte conclusiva, che si caratterizza per altre tre rapide pieghe a destra prima di piombare sul rettilineo di partenza da curva 16, sul quale è possibile attivare il DRS.
    Il meteo
    Nel 2023 la gara fu al limite del praticabile a causa delle condizioni di caldo estremo. Tuttavia quest’anno il Gran premio arriva due mesi più tardi, e questo lascia sperare in condizioni decisamente più accettabili. Il clima è desertico, e più che la pioggia il problema possono essere il vento e le tempeste di sabbia, piuttosto frequenti.
    Strategia e gomme

    Il circuito di Lusail è indubbiamente difficile da gestire dal punto di vista della strategia gomme. Lo scorso anno la FIA fu costretta ad obbligare i team ad effettuare pit stop ogni 18 giri a causa dell’eccessivo consumo, ma non ci si attende che il problema si ripresenti. Tuttavia, con i sorpassi così difficili, i team potrebbero essere ancora tentati da una strategia a due pit stop, giocando con le mescole nel tentativo di guadagnare posizioni con undercut e overcut agli avversari.

    Le parole di Fred Vasseur
    “Il GP del Qatar è l’ultimo stagionale con il formato Sprint, che tende a mettere in luce il lavoro che i team svolgono a casa dal momento che c’è solo una sessione di prove libere a disposizione. In palio ci sono 59 punti anche se non siamo noi quelli in condizione di poter fare calcoli. Dal canto nostro dobbiamo curare nei dettagli l’esecuzione e mettere Charles e Carlos in grado di sfruttare al meglio il potenziale delle loro SF-24”. LEGGI TUTTO

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    F1, nessuno vuole essere Sainz

    Non stiamo parlano di Senna e Prost, né di Hamilton e Rosberg e nemmeno di Villeneuve e Pironi. Il battibecco tra Leclerc e Sainz non solo non è al livello di nessuna di queste rivalità, ma risulta addirittura una delle più inutili e stupide nella storia della Formula 1.Sainz – credit: @Scuderia Ferrari Press Office

    Non ci voleva, diciamocelo, mancano ancora due gare e una sprint (in Qatar) e i punti e il tempo per provare fino alla fine l’assalto a un mondiale costruttori che manca ormai da 16 anni ci sono tutti. Ieri la Ferrari, che ha ristretto a 24 punti il gap da McLaren, non ha sicuramente perso punti perché i compagni di squadra si sono ostacolati. A pesare sono stati al massimo gli errori del muretto, con il ritardo ai box sul pit stop chiamato da Sainz e le sortite individuali, come l’attacco di Leclerc a Russell nelle fasi iniziali, in cui il monegasco ha letteralmente ucciso il treno di medie, condannandosi a una gara in difesa.
    E allora viene da chiedersi: era proprio necessario? Una domanda da porre ad entrambi e a chi dovrebbe gestirli, ma forse principalmente a Charles. Cioè veramente siamo qui a fare i capricci per un podio mancato, che avrebbe addirittura lanciato il monegasco, come dichiarato dallo stesso: “nella lotta per il secondo posto nel campionato piloti”? Tutto questo lagnarsi per diventare il primo dei perdenti?
    Sainz dal canto suo sta correndo per sé, e finché questo correre per sé coinciderà con gli obiettivi della Ferrari, il madrileno risulterà inattaccabile. Mettiamoci nei suoi panni: a trent’anni si trova di colpo appiedato dalla Ferrari per un pluricampione, vero, che però di anni ne ha quasi quaranta, e seppur il suo rendimento risulti in costante crescita trova come unico sedile per il 2025 quello di una mediocre Williams, una scuderia che fatica a mettere a disposizione i telai ai propri piloti. Cosa fareste voi?
    Carlos cerca di raccogliere il massimo, chissà quanto tempo e quanta fatica ci vorranno per mettere sul podio una Williams il prossimo anno. E Leclerc, capitano a vita della Ferrari, cocco di mamma e dei tifosi, ti viene a dire che gli rovini lotta per il secondo posto…

    Si leggono sul web sfilze di messaggi allucinati, gli stessi che esaltavano lo spagnolo fino a due gare fa, ora dicono di aver sempre sospettato la doppia faccia di Carlos. Personalmente, in questa guerra di livello infimo, mi sento di difendere Sainz, perché parafrasando una canzone di Cremonini : “ti sei accorta anche tu, che in questo mondo di eroi, nessuno vuole essere Sainz”. LEGGI TUTTO

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    Tanto vince sempre lui. Max Verstappen è campione del mondo

    Novembre 2024. Dal tendone del Circus della Formula Uno si sporge un clown: urla a gran voce che la McLaren è in testa al campionato costruttori, che nelle ultime gare chi ha fatto più punti di tutti è la Ferrari, che la Red Bull non è più imbattibile!
    Nessuno, tuttavia, gli crede: tanto vince sempre Max Verstappen.
    AUSTIN, TEXAS – OCTOBER 18: Sprint Pole qualifier Max Verstappen of the Netherlands and Oracle Red Bull Racing celebrates in parc ferme during Sprint Qualifying ahead of the F1 Grand Prix of United States at Circuit of The Americas on October 18, 2024 in Austin, Texas. (Photo by Mark Thompson/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool // SI202410190024 // Usage for editorial use only //

    Max non è un eroe. È un concentrato di tigna agonistica alimentata dalla pressione familiare, di esuberanza giovanile sagacemente sfruttata da un team di corsari, che sanno bene come costruire un meccanismo vincente e adattarlo al fenomeno di turno, e della sana – ma non per gli avversari – abitudine a trascurare la linea che separa la sincerità dalla sfrontatezza, come per i track limits, del resto.
    Max non è un totem. Non si atteggia a figura messianica come Hamilton, non si danna per piacere a tutti come Vettel, non ha pretese da oracolo come Alonso, non è un cavaliere senza macchia e senza paura come Leclerc. È uno che ama correre finché ciò lo farà vincere, stravincere, annichilire gli avversari: è quello che tutti si augurano, sotto sotto, e che solo a pochi riesce.
    Max non è Senna, non è Prost, non è Schumacher, non è nemmeno Lauda: nessuno lo è, nessuno lo sarà mai. Quei piloti, quei tempi che rappresentavano e quelle stagioni che abbiamo vissuto sono finiti per sempre, andati. L’affetto, la nostalgia e le lacrime non giustificano questo voler a tutti i costi vedere un passato che si reincarna nel presente, un voler celebrare a tutti i costi rubando immagini e suggestioni a un vissuto che accomuna tutte le figlie e i figli del motorsport, attaccandoli per forza alla figura di questo o quel dominatore.  Max è figlio del suo tempo, della sua epoca, del suo modo di guidare, della sua Formula Uno, nella quale non vai da nessuna parte se non sei nel team migliore con la migliore monoposto e nella quale, se tutto va bene, ti riesce di mostrare il manico quando una pioggia torrenziale livella le prestazioni dei mezzi meccanici e non hai niente da perdere, perché tu non vuoi perdere.
    Max è un campione del mondo. L’unico, vero predestinato della giovane generazione, capace di massimizzare una stagione che si era messa storta non tanto perché la Red Bull ha dovuto, da un certo punto in poi, fare a meno di Newey, ma perché le altre scuderie, la McLaren più di tutti, hanno dimostrato di poter essere davanti facendo del tutto a meno di Newey. Dirò una cosa controcorrente: era un obbiettivo doveroso confermarsi campione, se si vuole assurgere a fenomeno e rappresentare, con piede pesante e cattive intenzioni, il pilota che supera i limiti del mezzo e che batterebbe i colleghi a parità di macchina. Ben fatto, Max.

    A fine spettacolo, un clown è seduto, assorto, accanto al tendone sbilenco del Circus della Formula Uno. T-tray, papaya rules, ali flessibili, strategie azzeccate dalla Ferrari, Mercedes inguidabili: c’era tutto nel suo show!
    Il pubblico, tuttavia, pur avendolo applaudito, difficilmente ne ricorderà il contenuto: tanto vince sempre Max Verstappen.
    CLASSIFICA PILOTI F1 2024, dopo la gara di Las Vegas
    1 M. Verstappen Red Bull 403 | Campione del Mondo
    2 L. Norris McLaren 340
    3 C. Leclerc Ferrari 319
    4 O. Piastri McLaren 268
    5 C. Sainz Ferrari 259
    6 G. Russell Mercedes 217
    7 L. Hamilton Mercedes 208
    8 S. Perez Red Bull 152
    9 F. Alonso Aston Martin 62
    10 N. Hulkenberg Haas 35
    11 Y. Tsunoda RB 30
    12 P. Gasly Alpine 26
    13 L. Stroll Aston Martin 24
    14 E. Ocon Alpine 23
    15 K. Magnussen Haas 14
    16 D. Ricciardo RB 12
    17 A. Albon Williams 12
    18 O. Bearman Ferrari 7
    19 F. Colapinto Williams 5
    20 L. Lawson RB 4
    21 V. Bottas Kick Sauber 0
    22 G. Zhou Kick Sauber 0
    23 L. Sargeant Williams 0 LEGGI TUTTO