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    Ferrari, così si legano Formula 1 e Le Mans

    TORINO – Prosegue la full immersion di Frederic Vasseur all’interno della Ferrari. Un lavoro metodico, passo dopo passo, intenso. La stagione incombe, il manager francese ha bisogno di prendere il fretta le “misure” dell’azienda che è chiamato a decidere. Proseguono gli incontri a ogni livello, con i tecnici di primo piano, con le figure di secondo livello. Insomma, si prosegue a ritmi sostenuti.
    Il ritorno dopo 50 anni
    Intanto la Ferrari – questa volta intensa non come squadra di Formula 1, ma come scuderia GT che riporterà le Rosse ufficialmente a Le Mans – ha annunciato gli equipaggi per la 499P. Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen sono i tre piloti che si alterneranno sulla vettura che porta in bella evidenza il numero 50, scelto per sottolineare gli anni trascorsi dall’ultima gara nella classe regina del mondiale endurance. Alessandro Pier Guidi, James Calado e Antonio Giovinazzi formano l’equipaggio che si dividerà i compiti sulla vettura contrassegnata dal numero 51. Il dato che emerge – tra gli altri – è che Antonio Giovinazzi è il pilota di riserva della Scuderia (per ora non sono stati annunciati cambiamenti), mentre Antonio Fuoco è il nome che più di altri lavora al simulatore di guida. Insomma, una sorta di ottimizzazione delle risorse, che è anche segno di unità e compattezza. Un bel segno.
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    Non solo Suzuka, la Ferrari è anche LMH

    TORINO – Non di sola Formula 1 vive l’appassionato di motori e il tifoso della Ferrari. Di Formula 1 principalmente, certo, anche a dispetto del fuso orario che impone levatacce per seguire il GP di Suzuka (ma sono ore di sonno cui si può rinunciare volentieri, visto l’ottimo stato di forma mostrato dalla Rossa a Singapore). Si vive anche di progetti futuri, specie se hanno l’aura di un fascino inimitabile. È il caso della 24 Ore di Le Mans, che grazie alla nuova categoria della Hypercar si prepara a ospitare sfide di grandissi nomi. Tra cui, appunto, quello della Ferrari.
    IL FUTURO – Il conto alla rovescia per la nuova era endurance del Cavallino sta per terminare e l’appuntamento con la storia, rappresentato dalla prima apparizione pubblica della LMH, è fissato per il primo pomeriggio di domenica 30 ottobre, quando il prototipo imboccherà la pit-lane di Imola e, idealmente, accompagnerà tutti i presenti in un viaggio nel futuro. I giorni della Finali Farri saranno impreziositi dal debutto senza veli dell’auto che nella stagione 2023 sarà iscritto al Wec (il Mondiale endurance, appunto), certificando così il ritorno della Rossa a mezzo secolo di distanza dall’ultima apparizione, quando sulla griglia delle gare endurance più famose, inclusa la 24 Ore di Le Mans, Ferrari fu impegnata con la 312 PB. In attesa di fine mese, occhi puntati sul GP del Giappone. Per adesso, le emozioni sono targate Formula 1. LEGGI TUTTO

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    Alfa Romeo Tipo 33 in gara a Le Mans 1970: la base d'asta è clamorosa

    L’Alfa Romeo 33 è diventata famosa per aver gareggiato nell’edizione 1970 della 24h di Le Mans. L’anno dopo, ad accrescere la sua fama, ci ha pensato il film “Le 24 ore di Le Mans”, con Steve McQueen, a cui l’auto prende parte. Ora uno di quei modelli sta per essere battuto all’asta: si tratta della 33/3 numero 35 guidata da Nanni Galli e Rolf Stommelen, ritiratasi per un guasto tecnico dopo essere rimasta in seconda posizione per gran parte della gara. L’appuntamento è il prossimo 14 maggio a Montecarlo all’asta organizzata da RM Sotheby’s, ma viste le cifre annunciate solo i più facoltosi potranno competere.Guarda la galleryAlfa Romeo Tipo 33 all’asta: vale 2 milioni di euro
    Alfa Romeo 33: una freccia
    La 33/3 (il 3 finale sta a indicare la cilindrata da 3 litri) pesava solo 700 kg: e quando in un peso piuma simile monti un V8 3.0 l’auto diventa una freccia: potenza tra i 400 e i 440 cavalli, velocità massima 310 km/h.
    A quanto sarà venduta?
    Dopo aver partecipato a Le Mans, il prototipo del Biscione ha avuto quattro diversi proprietari, tra cui uno che l’ha anche impiegata in qualche gara di auto storiche. Ma nonostante gli anni (è stata costruita nel 1969) è arrivata al 2022 in condizioni perfette, dato che tra manutenzione e interventi straordinari sono stati spesi non meno di 800.000 euro. Una cifra spropositata, proprio come il prezzo suggerito da RM Sotheby’s: servirà infatti una cifra compresa tra gli 1,7 e i 2 milioni di euro.
    Alfa Romeo Tonale, al via gli ordini dell’Edizione Speciale: ecco i prezzi LEGGI TUTTO

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    Barthez, la nuova vita a quattro ruote dopo 25 anni tra i pali

    Laurent Blanc gli baciava la “pelata” come portafortuna, chissà se oggi Olivier Panis fa lo stesso: Fabien Barthez è uno dei calciatori più famosi degli anni Novanta e Duemila, uno dei più vincenti di sempre, e la testa di un campione – anche se rasata e lucida – rimane la stessa anche dopo aver appeso i guanti al chiodo. Oggi Barthez non para più, ma è diventato un pilota automobilistico grazie all’amico Panis. E ha lasciato le vesti da Campione di Francia, d’Inghilterra con Manchester United e Marsiglia (con il quale ha messo in bacheca anche una Champions League e una Coppa Intertoto), e Campione del Mondo e d’Europa con la nazionale transalpina
    La Fiat Tempra che portò sul podio Senna nel GP del Brasile 1993 è tornata
    Il fascino dei motori
    Fu proprio una chiacchierata con l’allora pilota di Formula 1 a far scattare nella testa del portiere francese questo desiderio, come ha confessato in un documentario francese del 2018: “Sono sempre stato affascinato dal motorsport, anche quando giocavo a calcio. Mi ha sempre intrigato. Volevo capire cosa si prova a stare in una macchina. Ho dovuto aspettare la fine della mia carriera da professionista per provarlo. Detto questo, non è come il calcio: puoi essere ancora bravo anche a 35 anni, che era la mia età quando ho smesso di giocare”.
    Esordi, podi, vittorie
    Nell’estate del 1998, dopo aver vinto il Mondiale con la Francia, Barthez ha iniziato a pensare al suo futuro lontano dai pali. Dopo il ritiro nel 2008, è diventato un pilota professionista, partecipando alla Porsche Carrera Cup France; poi la Bioracing Series e la Caterham Sigma Cup France. Il primo podio è arrivato al Campionato FFSA GT in gara 1, a Dijon-Prenois; la prima vittoria l’anno dopo, in gara 2 a Navarra. La carriera da pilota è arrivata al massimo nel 2013, quando si è laureato campione francese GT, poi nel 2014 la prima 24 Ore di Le Mans: 29° posto assoluto con la Ferrari 458 del team Sofrev ASP.
    Dal 2016 a Le Mans
    Nel 2016, proprio insieme a Olivier Panis, ha creato il team Panis Barthez Competition per correre a Le Mans e tuttora la sinergia tra i due continua. “È un pilota fantastico ed è incredibile vedere ciò che ha raggiunto”, le parole di stima del socio Panis: Barthez non sa proprio come smettere di competere, dopo 25 anni di calcio ai massimi livelli c’è tutto il tempo per continuare a costruire una filosofia vincente. Le carriere degli sportivi sono corte, ma dietro ogni campione c’è un fuoco eterno che non si può spegnere.
    Donnarumma dà la carica… al camion elettrico H2 Gaussin: lo spot del PSG LEGGI TUTTO

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    Ferrari Le Mans Hypercar: è fatta! il destino del cavallino tra Endurance e F1

    La notizia si è abbattuta sul mondo del motorsport al pari del proverbiale, famigerato fulmine a ciel sereno.

    La Ferrari, dal 2023, abbraccerà il regolamento Le Mans Hypercar. Ciò significa una sola cosa: la Casa di Maranello punterà alla vittoria assoluta del FIA World Endurance Championship e, ovviamente, della gara simbolo del campionato stesso, la 24 Ore di Le Mans.
    Evidentemente, le voci di corridoio che volevano il Cavallino di nuovo in corsa nella classe regina del WEC erano fondate. I brevi comunicati stampa e social lasciano spazio all’immaginazione di appassionati e addetti ai lavori. Ancora nulla è trapelato, naturalmente, circa le specifiche tecniche di massima della vettura, la sigla della stessa e gli equipaggi. Da qui al 2023, infatti, molte cose e molti equilibri possono cambiare.
    I dettagli del programma verranno divulgati, pertanto, nel corso dei prossimi mesi ed anni. Una attesa tanto trepidante quanto snervante e lunga.
    Da definire la modalità di gestione delle vetture schierate: sarà la Scuderia Ferrari a gestire direttamente e in forma ufficiale le Hypercar o quest’ultime verranno affidate a preparati e selezionati team clienti? E ancora: chi materialmente allestirà le Hypercar, la Ferrari stessa o preparatori esterni quale, ad esempio, la fida Michelotto, storico partner della Casa di Maranello?
    Gli equipaggi costituiranno l’ultimo tassello di questo puzzle. Alla Ferrari i piloti non mancano. Molteplici le vie da seguire: “promuovere” i migliori piloti attualmente impegnati con le GT di Maranello e affiancargli i due piloti impegnati in Formula 1, pescare quanto di meglio ci sia sul mercato o, in ultimo, attingere dalla Ferrari Driver Academy.
    Ad ogni modo, sarà bene scegliere anche e soprattutto piloti conoscitori delle gare Endurance e della 24 Ore di Le Mans, le cui dinamiche sono — sotto molti aspetti — assai differenti da quelle dei GP di F1 o di altre competizioni “sprint”.
    Un fatto è certo: vincere la 24 Ore di Le Mans al volante di una Ferrari fa gola a tutti i piloti.
    La Ferrari, contrariamente a quanto si pensi, deve il proprio blasone alle vittorie conseguite nelle corse di durata e alla 24 Ore di Le Mans. La Casa di Maranello ha ripetutamente vinto i Campionati Mondiale Marche e la classifica assoluta della 24 Ore della Sarthe.
    I trionfi iridati arrivano nel biennio 1954-1954, dal 1956 al 1958, nel biennio 1960-1961, dal 1962 al 1965 (ci riferiamo solo al cosiddetto Challenge Mondiale), nel 1967 e nel 1972.
    Le vittorie assolute a Le Mans abbracciano il medesimo periodo storico: 1949 (Ferrari 166 MM, Luigi Chinetti/Peter Mitchell-Thomson), 1954 (Ferrari 375 Plus, José Froilán González/Maurice Trintignant), 1958 (Ferrari 250 TR, Olivier Gendebien/Phil Hill), 1960 (Ferrari 250 TR59/60, Olivier Gendebien/Paul Frère), 1961 (Ferrari 250 TRI/61, Olivier Gendebien/Phil Hill), 1962 (Ferrari 330 LM Spider, Olivier Gendebien/Phil Hill), 1963 (Ferrari 250 P, Ludovico Scarfiotti/Lorenzo Bandini), 1964 (Ferrari 275 P, Jean Guichet/Nino Vaccarella), 1965 (Ferrari 250 LM, Jochen Rindt/Masten Gregory/Ed Hugus).
    Il 1973 vede, per l’ultima volta, la Scuderia Ferrari (o Sefac Ferrari) impegnata ufficialmente nel World Championship for Makes e le sue Ferrari 312 PB affrontare i 13,640 km dell’allora tracciato della Sarthe. Nell’edizione del 1974 della corsa francese, sarà presente — nella classe regina, la Sports 3000 — solo la 312 P #0872 gestita privatamente dal North American Racing Team e affidata a Jean-Claude Andruet/Teodoro Zeccoli.
    La Ferrari ritorna nel mondo dei Prototipi a metà Anni ’90, con il programma 333 SP. La bella “barchetta” — destinata originariamente al campionato IMSA — parteciperà a tutte le più prestigiose corse di durata sino ai primi Anni 2000, adattandola ai vari regolamenti tecnici.
    Tuttavia, il programma 333 SP vede il Cavallino coinvolto solo parzialmente. A realizzare materialmente la vettura, infatti, sono la Dallara e la Michelotto. Inoltre, la 333 SP è destinata ai soli team privati. Dal 1995 al 1999, numerose 333 SP prendono parte alla 24 Ore di Le Mans senza, tuttavia, riuscire a cogliere il successo assoluto.
    Negli Anni ’90, vengono allestite e gestite da scuderie private anche le Ferrari F40 GT1, all’epoca una delle classi “buone” per puntare alla vittoria assoluta a Le Mans.
    Dal 1974, il Marchio Ferrari è impegnato nell’Endurance mondiale e alla 24 Ore di Le Mans solo in forma indiretta. Le vetture Prototipo e Gran Turismo di Maranello vengono date in gestione ai team privati. Numerosi i successi di classe conseguiti, in ultimo quelli colti dalla Ferrari 488 GTE.
    Il ritorno della Ferrari nella classe regina del World Endurance Championship implica, inevitabilmente, ulteriori considerazioni attorno all’impegno in F1 del Cavallino. Ma procediamo con ordine.
    Anzitutto, il FIA WEC subirà un notevole impulso grazie alla rinnovata presenza del Marchio più famoso al mondo. Un fattore che, verosimilmente, spingerà altri costruttori a scegliere la via delle LM Hypercar. Sfidare e battere la Ferrari, infatti, rappresenta un vanto ed un orgoglio per qualsivoglia costruttore.
    Sinora, Toyota, Glickenhaus, ByKolles e Peugeot hanno abbracciato il regolamento Le Mans Hypercar. Audi e Porsche sono tentate dalla via pauperistica delle LMDh IMSA, vetture realizzate a partire dai telai LMP2. La presenza della Ferrari, però, potrebbe far cambiare idea a queste due grandi Case e indirizzarle verso le genuine LM Hypercar.
    La Ferrari, dunque, si appresta ad affrontare l’impegno su due fronti: Formula 1 e FIA WEC. Non accadeva dal 1973.
    Da un lato la Formula 1, dall’altro il WEC. Due mondi oggi assai distanti. Con la realizzazione della Hypercar, la Ferrari può finalmente dar sfogo alla sua capacità tecnologica.
    Benché vincolate da più o meno ortodossi paletti regolamentari, le Hypercar contemplano e manifestano una marcata libertà progettuale. Ad iniziare dal motore: aspirati, sovralimentati, rotativi (Wankel), frazionamento e architettura liberi, unità pure racing o derivate dalla serie. Power unit, in ogni caso (purtroppo), ibride, cioè composte da motore endotermico e MGU-K (Motor Generator Unit-Kinetic).
    Cos’è una Le Mans Hypercar? Di fatto stiamo parlando di vetture Prototipo che, nei successivi due anni a partire dalla prima gara disputata, dovranno essere realizzate in almeno 20 esemplari omologati per l’uso stradale. Ogni costruttore potrà omologare due modelli di Hypercar dal gennaio 2021 al dicembre 2025. Indipendentemente dal numero di omologazioni, i costruttori potranno apportare un massimo di 5 step evolutivi alle proprie auto (periodo gennaio 2021-dicembre 2025). Le omologazioni comprendono vettura, motore e sistema ERS (Energy Recovery System).
    Ma si sa, la Ferrari è la Ferrari e può esibire un peso politico non indifferente. Del resto, ACO e FIA hanno sovente modellato i propri regolamenti tecnici alle volontà particolari delle Case. È stato fatti ai tempi della moda del Diesel (Audi e Peugeot) a svantaggio dei motori a benzina. Motori a benzina che, in seguito, sono tornati ad essere nuovamente protagonisti allorché Toyota (2012-in atto) e Porsche (2014-2017) sono entrate nel WEC. Giochi di politica che investono anche il settore della produzione di serie.
    ACO e FIA (gli organismi legislatori del FIA WEC e della 24 Ore di Le Mans) saranno pronti a modificare il regolamento Hypercar al fine di agevolare le eventuali richieste della Ferrari? Non facciamo fatica a credere sia possibile…
    Alla Ferrari, dunque, la sola Formula 1 sembra non bastare più. Una F1 in cui soprattutto la Ferrari non può più esprimere realmente se stessa. Una F1 che può ancora vantare un seguito senza eguali ma che, nella sostanza, non è più in grado di soddisfare i palati più esigenti.
    Le possibili ricadute del rinnovato impegno della Ferrari nel mondo dei Prototipi sono molteplici.
    In tal senso, riprenderà vigore la tanto annosa quanto insensata lotta tra F1 ed Endurance? La F1 si sentirà “tradita” dall’ingresso della Ferrari nel WEC? Il mondo della F1 — pur di consolidare la propria egemonia — giocherà un nuovo tiro mancino al mondo dell’Endurance, come già accaduto nei primi Anni ’90?
    Quale sarà, inoltre, la posizione dei costruttori oggi impegnati in F1? Chi cercherà di andare a sfidare la Ferrari anche nel WEC? Le questioni politico-sportive, dunque, grandeggiano sul tavolo: sponsor, diritti TV, impegno dei team in F1, nel WEC o in entrambe le categorie, calendari, mercato piloti, equilibri tecnici e sportivi.
    Delicate questioni alle quali, oggi, non possiamo dare risposte certe.
    La speranza, al contrario, è che F1 e WEC traggano giovamento dall’impegno della Ferrari su entrambi i fronti. Un rinnovamento in termini tecnici e sportivi.
    In questo caso, la F1 dovrebbe tornare indietro di 50 anni: guardare al 1973 per dare vita ad un 2023 altrimenti già fatto di “congelamenti”.
    Un autentico terremoto sportivo è in atto. Nelle mani della Ferrari si giocano i destini di Formula 1 e WEC. LEGGI TUTTO

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    Il campione e la corsa. Fernando Alonso e Le Mans

    La pista del Circuit de la Sarthe, Le Mans,  misura poco più di tredici chilometri e accanto a te sfilano auto diverse le une dalle altre, non solo esteticamente. Tutti, al solito, vogliono vincere, ma stavolta dovranno allargare l’orizzonte di questo volere per ventiquattro ore. Partirete lanciati, insieme: prototipi, gte, ufficiali e clienti. Sarete tu, […] LEGGI TUTTO

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    Triple Crown: il sogno di ogni campione tra F1, Indy e Le Mans

    Con la vittoria di ieri nella 24 Ore di Le Mans, Fernando Alonso si è confermato uno dei piloti più completi non solo del momento, ma anche dell’intera storia dell’automobilismo mondiale. Lo spagnolo, grazie a questo meritato successo, è ora ad un passo dalla conquista della “Triple Crown” (la “Tripla Corona”), uno dei riconoscimenti più […] LEGGI TUTTO