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    Haggerty confermato presidente dell’ITF

    David Haggerty

    La tanto sperata “spallata” non c’è stata. David Haggerty, discusso presidente dell’ITF per colpa della faccenda Coppa Davis-Kosmos, è stato rieletto presidente dall’Assemblea generale annuale della Federazione Internazionale svoltasi ieri a Cancun, in Messico. Lo statunitense ha ricevuto il 72,94% dei voti e quindi resterà in carica per altri quattro anni, dal 2023 al 2027. Sono stati espressi 436 voti, per una maggioranza richiesta di 219 voti. Haggerty ha ricevuto 318 voti. Una vittoria chiara, netta, contraria alle speranze del suo più grande oppositore, il tedesco Dietloff Von Arnim.
    Haggerty ha dichiarato: “Vorrei ringraziare i membri dell’ITF per aver riposto la loro fiducia in me per un ulteriore mandato. La nostra strategia di crescita sostenibile a lungo termine, ITF 2024, ha portato i finanziamenti dell’ITF per lo sviluppo del tennis quasi a raddoppiare in pochi anni dalla sua introduzione. Non vedo l’ora di lavorare a fianco del nostro esecutivo e del nostro consiglio di amministrazione per rivedere e aggiornare la nostra strategia per la prossima fase. Ci assicureremo di porre le competizioni dell’ITF su basi solide e continueremo ad alimentare gli investimenti nello sviluppo globale del nostro gioco per realizzare la missione del tennis dell’ITF per le generazioni future”.
    La procedura di voto per le elezioni presidenziali e del consiglio è stata approvata e supervisionata dal pannello elettorale (un sottogruppo della commissione etica indipendente), con procedure di voto elettronico implementate per la prima volta e fornite da Lumi Global (un fornitore esperto di soluzioni elettroniche sistemi di voto per multinazionali e organizzazioni sportive internazionali).
    Nonostante molte federazioni si fossero dette assolutamente contrarie alle politiche attuate da Haggerty in merito ai rinnovamenti di Coppa Davis e Billie Jean King Cup, con procedure a loro dire “poco trasparenti”, lo statunitense continuerà la guida dell’organo che amministra il tennis giovanile, dei veterani, il circuito di Futures e soprattutto le due più importanti manifestazioni a squadre nazionali, Coppa Davis e BJK Cup. Sarà curioso vedere che ne sarà della Davis dall’anno prossimo, quando alcuni accordi (esempio Malaga come sede delle finali) scadranno. C’è già chi vocifera di una conferma in toto del format attuale – visti i pochissimi spazi nel calendario ATP e la totale assenza di una volontà di fare ulteriori concessioni all’evento – e di finali di Davis 2024 in Arabia Saudita. Inoltre è in corso una battaglia legale con Kosmos, che si sente addirittura parte lesa per la rottura del contratto avvenuta ad inizio 2023 per la gestione della Davis, il cui esito potrebbe portare un ulteriore terremoto in seno alla federazione.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Da Santa Margherita di Pula: Il resoconto di giornata

    Federica Bilardo nellla foto

    Daniel Michalski per il poker, Federico Arnaboldi per il primo hurra. Saranno loro i due finalisti dell’Itf maschile sui campi in terra battuta di Santa Margherita di Pula, il primo dei sei tornei Itf Combined internazionali organizzati dall’ASD Forte Village Sports Academy con il supporto dell’Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Sardegna.
    Il davisman polacco, che ha vinto su questi campi l’ultimo torneo del 2022 e due in primavera, ha regolato 6-1, 6-2 Gabriele Piraino, testa di serie numero 9, mentre Arnaboldi, numero 8 del seeding, ci ha messo un game in più (6-1, 6-3) per superare il numero 3 del tabellone Giovanni Oradini.Due italiane sono entrate nelle semifinali del tabellone femminile. La qualificata Federica Bilardo ha avuto la meglio per 7-5, 6-3 sulla finlandese Laura Hietaranta e domani sfiderà la numero 1 del seeding, la spagnola Carlota Martinez Cirez (6-1, 6-3 a Martina Colmegna, numero 5 del seeding). Deborah Chiesa ha regolato con un doppio 6-3 la qualificata tedesca Carolin Raschdorf e ora se la vedrà con un’altra tennista teutonica, Katharina Hobgarski, numero 4 (6-1, 6-2 a Diletta Cherubini). LEGGI TUTTO

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    Final 8 di Coppa Davis: L’Italia affronterà l’Olanda il 23 novembre

    Coppa Davis, prima edizione 1900

    È stato comunicata la programmazione dei quarti di finale delle Final 8 di Coppa Davis, atto conclusivo della manifestazione tennistica nazionale a squadre di scena a Malaga il prossimo novembre. L’Italia sfida l’Olanda giovedì 23 novembre, con inizio alle ore 10. Nel pomeriggio (non prima delle 16) l’altro quarto di finale tra Gran Bretagna e Serbia che decreterà l’eventuale avversaria degli azzurri in caso di passaggio del turno.
    Le Final 8 inizieranno il 21 novembre (ore 16) con la sfida tra i campioni in carica del Canada e la sorpresa Finlandia. Il 22 novembre (ore 16) in campo Australia vs. Repubblica Ceca. Venerdì 24 si disputerà la prima semifinale, tra le vincenti delle prime due sfide, mentre l’Italia in caso di vittoria sugli “Orange” giocherà sabato 25 novembre. Domenica 26 l’atto conclusivo, con l’assegnazione della mitica “insalatiera”.

    Get the calendar out 📆✍️
    Here’s the #DavisCup Final 8 schedule!
    More info 👉 https://t.co/5Ez1jB9Rwp pic.twitter.com/PcyldQDAUP
    — Davis Cup (@DavisCup) September 22, 2023

    L’Italia non ha mai perso in Davis contro l’Olanda, 7-0 i precedenti. Tutti i match si svolgeranno presso il Palacio de Deportes José María Martín Carpena di Malaga. LEGGI TUTTO

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    Von Armin (candidato alla Presidenza dell’ITF): “C’è bisogno di un cambiamento. Il tennis deve ancora svilupparsi in molti angoli del globo”

    David Haggerty e Dietloff Von Arnim

    Domenica prossima si svolgeranno a Cancun (Messico) le elezioni per il rinnovo della carica di Presidente dell’ITF. L’attuale Presidente David Haggerty è candidato per quello che sarebbe il suo terzo mandato, ma dopo otto anni di governo sul tennis internazionale e con la scottante questione della Davis Cup (e anche della BJK Cup, seppur con minore risonanza mediatica) una sua rielezione è a serio rischio. Dietro scalpita Dietloff von Arnim, capo del tennis tedesco e fiero oppositore fin dalla prima ora dello sciagurato progetto messo in opera da Kosmos e ITF per il rinnovo della più antica competizione nazionale a squadre. Von Armin ha concesso a Sebastian Varela per Clay una lunga e interessante intervista nella quale parla della sua candidatura, dei problemi che a suo dire affliggono il tennis attuale e su dove pensa di intervenire in caso di una sua elezione al vertice dell’ITF. Uno dei punti cardini della sua visione è la necessità di sviluppare la disciplina in tante aree del mondo nelle quali il tennis è ancora ai margini e invece potrebbe avere un grande potenziale sociale e sportivo. Riportiamo alcuni passaggi del pensiero del candidato tedesco.
    “Sfavorito? Va bene così visto che vado contro il presidente che governa già da otto anni. Abbiamo parlato con molte federazioni e quello che abbiamo sentito è che c’è bisogno di cambiamento. Un cambio di leadership. Quando ho iniziato la mia campagna, ho detto che l’ITF può fare di meglio. Questo è il desiderio di molti leader di diverse federazioni in tutto il mondo. Quindi sono abbastanza ottimista riguardo a quel che potrebbe accadere a Cancun. Le nazioni non vogliono aspettare altri quattro anni per un cambiamento. Saremo più trasparenti, più democratici. Sosterremo maggiormente i paesi e le federazioni regionali”.
    Von Arnim crede che tre mandati siano troppi: “Le persone durante la mia campagna mi hanno chiesto direttamente ‘Dietloff, un mandato forse non è sufficiente per realizzare le tue idee. Ti candideresti per un secondo?’ Ebbene, se fossi eletto, proverei a realizzarle, ma credo che basterebbero due mandati. Ciò che non sei riuscito ad ottenere in otto anni, non lo otterrai nel terzo mandato. Dovremmo chiedere alle federazioni in modo molto democratico se possiamo cambiare la costituzione per limitare al massimo una rielezione”.
    Ecco cosa pensa il tedesco sui risultati dei due mandati di Haggerty: “Penso che la situazione attuale dei tornei ITF sia buona. È stabile per i seniores e con i giocatori emergenti, quindi è una cosa positiva, ma possiamo fare meglio. Ad esempio, alcuni Challenger non fanno più parte dell’ATP, quindi man mano che l’ITF li sta conquistando, dobbiamo lavorare con le federazioni nazionali e regionali per sfruttare al massimo questa opportunità. In cosa ha fallito Haggerty? Gli eventi a squadre, Coppa Davis e Billie Jean King Cup… tutti diranno che abbiamo commesso un errore nel concludere l’accordo con Kosmos. Alla fine, si è svolta una votazione per accettare la partnership e il consiglio di amministrazione e l’amministratore delegato hanno deciso di appoggiarli. Persone esperte dicevano che non avrebbe funzionato, che sarebbe crollato tutto. Non sappiamo esattamente dove siano finiti i soldi, non riceviamo queste informazioni, il che non è un buon segno. Sappiamo che c’è una causa da parte di Kosmos e c’è una causa da parte di ITF contro di loro. Qual è la situazione esatta? Abbiamo una garanzia? Spero che tutti avremo presto queste informazioni. L’ITF ha perso il controllo sia della Coppa Davis che della Billie Jean King Cup”.
    L’ITF ha venduto gran parte della competizione femminile: “Sì, abbiamo venduto il 49% della Coppa BJK. Il flusso di cassa in arrivo aiuterà l’ITF, ma alla fine è come un prestito e deve essere rimborsato. Questo sarà abbastanza difficile. Per la Coppa Davis dobbiamo riconsiderare attentamente ciò che faremo. L’ITF ha promesso che le finali si terranno solo due anni a Málaga. Ci sono cose che dobbiamo accettare e che devono essere fatte meglio”.
    Von Arnim predica la necessità di maggiore trasparenza: “Con la situazione della Coppa Davis, per esempio, non abbiamo avuto alcuna trasparenza. E quando è arrivato il nuovo accordo con la BJK Cup abbiamo posto domande a cui si sono rifiutati di rispondere. È importante dare e spiegare tutte le informazioni ai nostri membri”.
    La Davis tornerà nella varie nazioni? È uno dei temi più scottanti: “La Coppa Davis ha ancora i confronti in casa, è per le 16 nazioni finaliste che le cose cambiano. Non dimentichiamolo: ci sono molti paesi che non hanno eventi ATP o WTA. La Repubblica Ceca, ad esempio, non ha un evento ATP. L’unica volta in cui il pubblico guarda i propri giocatori a casa è in occasione della Coppa Davis. E questo va cambiato. Alla fine, il successo per una federazione non è avere un giocatore che vince uno Slam. È avere più giocatori, più bambini in campo. Più il tennis si allarga, maggiore sarà il nostro successo in tutto il mondo. Come arrivarci? Dobbiamo sostenere le federazioni con consigli e competenze. Dobbiamo andare in ogni angolo del globo. Non è che dobbiamo preoccuparci solo delle nazioni leader che hanno un torneo dello Slam, lì la disciplina è forte e radicata. Molto più importante è andare in Africa, Asia, America Centrale, Sud America… dove il tennis può davvero svilupparsi e avere molto più successo. Un esempio? Il Pakistan ha una popolazione di 230 milioni di abitanti, ma non dispone di un solo campo da tennis coperto. E c’è una stagione piovosa! Nessuno finora ha visitato il Pakistan per dare un’occhiata, parlare con loro e discutere cosa possiamo fare. Dobbiamo vederlo con i nostri occhi, acquisire quell’esperienza, quindi possiamo applicare lì modelli di lavoro. A volte può essere utile dare loro soldi, a volte competenze. Perché non sempre devi portare il pesce alla gente. Puoi avere più successo se insegni loro a pescare”.
    Vedremo se Haggerty rilascerà a sua volta qualche intervista o meno entro i prossimi giorni. L’appuntamento di Cancun è importante, e in ballo non c’è solo il futuro della Coppa Davis. Tante sono le questioni sul tavolo, con l’ATP in grande fermento da molti punti di vista, tanto che i rapporti tra ITF e ATP sono decisivi alla stabilità e crescita dello sport. Il prossimo Presidente dell’ATP avrà un mandato di una certa importanza.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Coppa Davis, l’Italia aspetta Sinner e punta al trofeo: in quota è sfida alla Serbia di Djokovic

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo – Foto Getty Images

    L’Italia ha ottenuto la qualificazione alle Finals di Coppa Davis, in programma a Malaga a fine novembre, nonostante la sconfitta contro il Canada nella prima sfida del girone a Bologna, dove gli Azzurri erano orfani del numero uno Jannik Sinner. Proprio contro i nordamericani si fermò il sogno azzurro lo scorso anno, in semifinale.
    Secondo gli esperti quella dell’Italia potrebbe diventare una Coppa Davis indimenticabile e addirittura valere un secondo storico titolo a 47 anni dall’unica vittoria della nostra nazionale. C’è da battere la concorrenza della Serbia di Novak Djokovic, possibile avversaria in semifinale e in cima alla lavagna dei bookmaker, proiettata verso il secondo titolo della sua storia in quota a 3,50.
    L’Italia, unica nazione ad avere tre giocatori under-25 tra i primi 50 al mondo (Sinner, Musetti, Arnaldi), vede il trionfo nella coppa del mondo del tennis a 4. L’esordio ai quarti sarà contro l’Olanda, contro cui i precedenti sorridono agli Azzurri: 7-1 i confronti contro una nazionale affrontata l’ultima volta nel 2010. Tra le altre pretendenti si fa strada l’Australia, finalista lo scorso anno e offerta tra 5 e 6, stessa quota della Gran Bretagna. Un secondo successo consecutivo del Canada, invece, oscilla tra 6 e 7,50. LEGGI TUTTO

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    Davis Cup: Italia pesca l’Olanda nella Final 8 di Malaga

    Il team azzurro di Coppa Davis a Bologna

    Italia vs. Olanda. Questo l’esito del sorteggio effettuato stamattina a Londra per la Final 8 di Coppa Davis, che si svolgerà al Palacio de Deportes José María Martín Carpena di Malaga, dal 21 al 26 novembre. In caso di vittoria il team azzurro capitanato da Filippo Volandri in semifinale troverà la vincente della sfida tra Serbia e Gran Bretagna.
    Dall’altra parte del draw, i campioni in carica del Canada hanno pescato la Finlandia, vera sorpresa della fase a gironi (decisiva per l’eliminazione degli Stati Uniti), e l’Australia affronterà la Repubblica Ceca, che nei tre incontri della fase a gironi ha vinto ogni match.
    Il Quarto completo dei Quarti di FinaleCanada VS FinlandiaRepubblica Ceca VS Australia
    ITALIA VS OlandaSerbia VS Gran Bretagna

    8 teams. 1 goal 🏆
    The Final 8 in November should be fun!#DavisCup #DavisCupFinals pic.twitter.com/tyAY19CDG2
    — Davis Cup (@DavisCup) September 19, 2023

    La storia dei confronti diretti tra azzurri e “Orange” è nettamente a nostro favore: 7 incontri in Davis, altrettante vittorie (la prima targata 1926, l’ultima nel 2010, 4-1 fuori casa nel Gruppo I). Tallon Griekspoor e Botic Van de Zandschulp sono le punte di diamante del tennis olandese, con l’aggiunta – fondamentale in Davis con questo formato – dell’ottima coppia di doppio formata da Wesley Koolhof e Jean-Julien Rojer, oltre a Matwe Middlekoop, altro doppista di grande valore.
    Filippo Volandri, Capitano della Nazionale Italiana di Coppa Davis“Siamo orgogliosi di aver centrato anche quest’anno la qualificazione alle Final 8 di Malaga. La nostra corsa verso il titolo partirà dall’Olanda che benissimo ha fatto nella fase a gironi, vincendo il suo gruppo con merito: sono una squadra molto compatta, con un grandissimo doppio e si adattano molto bene alle superfici rapide, come quella viste nei giorni di Davis. Per quel che ci riguarda, a Bologna abbiamo dimostrato di avere una squadra estremamente competitiva e combattiva. Soprattutto nei momenti più difficili, i ragazzi hanno dato tutto. Siamo stati in grado sul campo – con orgoglio, determinazione e tanta qualità – di ribaltare le prospettive. Ora arriva il difficile ma anche il più bello. A prescindere da chi ci sarà a Malaga, sono certo che la squadra darà un’ulteriore dimostrazione di compattezza. Ci faremo trovare pronti e come sempre daremo il massimo, con l’obiettivo di riportare in Italia un trofeo che manca ormai da troppo tempo”. LEGGI TUTTO

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    L’affascinante sede della Davis in Grecia, guastata della brutta prestazione di Tsitsipas

    Stefanos nello stadio Panathinaiko

    Splendide le immagini arrivate da Atene, in occasione della sfida di Coppa Davis di World Group I. L’incontro tra i padroni di casa ellenici e la Slovacchia si è disputato all’interno dell’iconico Stadio Panathinaiko, reso celebre (e molto caro) per lo sport italiano grazie all’arrivo vincente di Stefano Baldini nella Maratona dei giochi Olimpici del 2004.
    Il Panathinaiko, noto anche come Kallimarmaro, è una bellissima e antica struttura costruita interamente con marmo pentelico (proveniente dal monte omonimo). Nell’antichità ospitò i Giochi panatenaici, in onore della dea Atena, protettrice della capitale greca. Inizialmente lo stadio aveva i posti a sedere in legno, venne poi rinnovato con il marmo del monte Pentelico nel 329 a.C. e quindi notevolmente ampliato, arrivando a contenere ben 50 000 posti. Rimasto sepolto per diversi secoli, venne riscoperto nel 1870 e restaurato inizialmente per i Giochi olimpici di Zappas, primo tentativo di rinascita delle antiche Olimpiadi svolto nel 1870 e nel 1875. Quando fu decisa l’organizzazione dei nuovi giochi Olimpici, lo stadio venne nuovamente ristrutturato e preparato per il 1895. L’arena era stata costruita molto tempo prima che le dimensioni delle strutture sportive di atletica leggera fossero state standardizzate, da qua la caratteristica forma della pista che segue l’antica traccia e non l’anello omologato successivamente, e che non consente pertanto il suo utilizzo per le gare moderne di atletica. Infatti nel 2004 oltre all’arrivo della Maratona, lì si sono svolte le gare di tiro con l’arco.

    Proprio all’interno di quest’affascinante struttura il team ellenico di Davis ha affrontato lo scorso weekend quello della Slovacchia, con un bel campo preparato per l’occasione, ma la delusione degli appassionati locali purtroppo il momento “no” di Stefanos Tsitsipas è continuato anche con la maglia della sua nazionale. Infatti Stefanos ha portato a casa con tantissima fatica il secondo match della sfida contro Lukas Klein, grazie al ritiro di quest’ultimo quando lo score era sul 4-0 per Stefanos, ma il greco era stato a 3 punti della sconfitta nel secondo set. Peggio ancora la prestazione nella giornata decisiva, quando Tsitsipas ha ceduto in tre set ad Alex Molcan, condannando così la Grecia alla sconfitta, visto che gli slovacchi avevano vinto nettamente secondo singolare e poi anche il doppio sconfiggendo la coppia dei fratelli Tsitsipas. 3-1 per la Slovacchia il risultato finale.
    In patria hanno apprezzato l’impegno del proprio miglior tennista, ma le sue prestazioni sono lontane anni luce rispetto a quelle ammirate ad inizio stagione, quando raggiunse la finale degli Australian Open. Una crisi profonda, condita da troppi cambiamenti di coach con l’andirivieni di Mark Philippoussis e del padre, per una situazione negativa che si trascina ormai da parecchio tempo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Hewitt tuona contro i vertici dell’ITF in difesa della Davis: “Dobbiamo sbarazzarci di chi comanda”

    Lleyton Hewitt in Davis a Manchester

    “Ho detto da sempre che le due cose più belle della Coppa Davis erano i set al meglio dei cinque e il formato casa e trasferta, perché era l’apice del nostro sport. Tutto questo non c’è più, è ridicolo. Dobbiamo sbarazzarci di chi comanda”. Così ha tuonato alla stampa a Manchester Lleyton Hewitt, capitano del team australiano di Davis ed ex n.1 del mondo, da sempre paladino – fin da quando era giocatore – della più antica competizione nazionale sportiva a squadre, nata nel 1900.
    Fin dall’approvazione della tanto contestata riforma della Davis targata Kosmos-ITF, Hewitt è diventato uno dei più duri oppositori della nuova formula, tanto che subito dopo aver passato la fase a gironi in Inghilterra lo scorso weekend Lleyton è tornato con veemenza a sostenere la necessità di cancellare prima possibile lo status quo, che ritene “ridicolo”, per riavere i pilastri di un torneo a suo dire unico e amatissimo dal pubblico.
    “Giocare davanti a 500 o 1000 persone è inaccettabile, non è la stessa cosa del passato. Ma come ho sempre detto alla mia squadra, l’orgoglio che viene nel vestire la maglia “green and gold” resta immutato, quindi per noi, qualunque sia il formato, resta immutato l’impegno di andare comunque là fuori e lasciare in campo tutto quello che abbiamo per il nostro paese” continua Hewitt. “Ma sono d’accordo che questo formato sia buono? No, neanche per un minuto. Dobbiamo sbarazzarci delle persone che oggi sono al vertice… abbiamo visto cosa è successo. Questo disastro doveva durare 25 anni e si è trasformato in un disastro di quattro anni. Sono già troppi. È inaccettabile. Finché non verranno apportate modifiche, affronteremo esattamente le stesse cose ogni anno, ma non resteremo certo qua fermi ad aspettare”.
    Hewitt dichiara battaglia, ma molto dipenderà dalle elezioni del nuovo Presidente dell’ITF che si svolgeranno il prossimo 24 settembre a Cancun (Messico). Oltre all’attuale presidente Haggerty, che ha deciso di ricandidarsi, il suo principale rivale sarà Dietloff Von Armin, della federazione tedesca. Proprio il nodo-Davis potrebbe essere decisivo: l’attuale presidente ha scommesso sulla riforma della Davis come principale obiettivo del suo mandato, e tutti abbiamo visto com’è andata a finire; il tedesco al contrario si è sempre detto assai perplesso su questo tipo di rinnovamento.
    Haggerty nei giorni scorsi ha confermato che a suo dire il cambiamento è stato positivo da molti punti di vista e quindi la sua idea è di proseguire su questa strada. Pure l’attuale direttore dell’evento, Feliciano Lopez, he confermato che una novità così grossa necessita di anni per esser digerita ed assorbita da giocatori e pubblico. In realtà, proprio la scarsissima affluenza del pubblico negli incontri della fase a gironi nei quali non è presente la nazione ospitante è uno dei più visibili problemi di questa formula. Ma non è l’unico. Uno dei capisaldi della riforma doveva essere la maggior presenza dei big, attirati da match meno duri (due su tre). Lo scorso weekend nella fase a gironi l’unico top10 a giocare è stato Djokovic, una toccata e fuga di una sola partita.
    Dall’altro lato Von Armin ha criticato la situazione attuale della Davis e promesso cambiamenti, ma non ha pubblicamente proposto niente in particolare. Ci saranno sicuramente altri aspetti che peseranno tanto a livello elettorale – ITF gestisce tutto il tennis di base, giovanile, i Future e tanto altro ancora – e sicure “convenienze politiche” che potrebbero spostare voti decisivi da una delle due parti, ma è certo che la questione Davis è sul tavolo e avrà un peso non indifferente. Vedremo anche quanto peseranno le parole di Hewitt e altri duri oppositori della “nuova” Davis.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO