More stories

  • in

    Roddick punge Alcaraz: “Il suo servizio non fa male, anzi è peggiorato”

    Andy Roddick con la moglie Brooklyn Decker

    Quando si parla di servizio Andy Roddick è certamente uno dei massimi “esperti” in materia. A-Rod si è issato in vetta al ranking ATP (ultimo statunitense a riuscirci) e ha vinto US Open nel 2003 grazie alla sua formidabile battuta, una vera e propria bordata a tratti irresistibile. È andato vicino a vincere Wimbledon, ma il tennis più completo di Federer l’ha stoppato per ben tre volte in finale. Oggi Roddick è un apprezzato commentatore nel suo paese, e nel corso del seguito postcast  “Served with Andy Roddick”, insieme al giornalista John Wertheim, ha parlato degli ultimi Australian Open, riconoscendo la qualità e tennis davvero efficace di Jannik Sinner. All’interno del programma, Andy si è soffermato sul momento non eccellente di Carlos Alcaraz, estromesso dal torneo in modo piuttosto netto da Zverev. Secondo l’americano, Alcaraz ha qualche problema al servizio, un colpo che a suo dire è addirittura peggiorato.
    “Non penso che tutto andrà liscio per Carlos nelle prossime settimane, anche se i tornei che si stanno avvicinando, come Indian Wells, si disputano su di una superficie fantastica per lui, perché la palla salta alta e questo gli darà un po’ di aiuto con il suo servizio in kick. Ma è proprio la battuta il suo principale problema oggi” commenta Roddick. La sua analisi entra poi nel dettaglio del colpo.
    “Penso che il suo servizio oggi lasci molto a desiderare. È l’unica cosa che non credo sia migliorata negli ultimi due anni. Ricordo di averlo visto allora e… wow, era una furia. Ha vinto Miami un paio di anni fa e serviva a 135 miglia, mentre ora mi sembra che stia servendo anche sotto alle 127. Ma non è solo una questione di velocità. Non penso che abbia un movimento corretto, fa poco movimento. Ci sono grandi battitori che servono direttamente verso il campo, quelli che arrivano a 136 miglia, magari riesci a metterci la racchetta e la rimandi di là. E poi ci sono i giocatori che hanno un servizio tipo Roger Federer, che possono servire solo a 118 miglia ma la palla scivola via, ha effetto, e sulla tua racchetta in risposta non la prendi bene, ti mette davvero in difficoltà anche se non è così rapida”.
    “Alcaraz al contrario se non serve quel kick che fa alzare la palla e ti allontana, che ti butta fuori dalla tua zona, ha una battuta che i ribattitori riescono a gestire e non vanno così in difficoltà. Deve creare un po’ di movimento nel servizio, cercare altri effetti. Lui ama imporre il suo tennis, fare il prepotente in campo, ma deve essere più bravo con la prima palla. In questo momento il suo servizio in slice sembra quasi andare dritto, non funziona. Non ha affatto efficacia, davvero lontanissimo da chi invece con lo slice fa la differenza, tipo un Pete Sampras che ti tirava una palla che si allontanava da te se non la prendevi più tanto effetto aveva”
    Il principale difetto per Roddick è la prevedibilità del servizio dello spagnolo: “Gli avversari lo leggono bene, puoi in un certo senso inquadrarlo e impattare bene la palla, ottenere quel buon suono ‘pop’ e rispondere in modo efficace. Penso che il servizio sia il punto più ovvio in cui Alcaraz debba migliorare” conclude Andy.
    Effettivamente andando a scrutare le statistiche di Alcaraz al servizio, non figura ai primi posti per efficacia della sua battuta, e la tendenza dei suoi numeri è in netto peggioramento dalla scorsa estate. Dati sui quali lo spagnolo e il suo team devono attentamente riflettere.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Sette spunti dall’Australian Open 2024

    Jannik Sinner nel servizio fotografico dopo la vittoria a Melbourne (foto Getty Images)

    Un sorriso, una coppa storica, una meravigliosa città sullo sfondo. Impagabile la gioia di iniziare questa settimana, questo benedetto 29 gennaio 2024, con le splendide immagini di Jannik Sinner appena arrivare da Melbourne, i canonici scatti post vittoria che resteranno nel libro d’oro del torneo. Resteranno soprattutto nella memoria di chi ama il tennis, nel nostro cuore, un ricordo da custodire gelosamente dopo un’attesa di quasi 48 anni. Jannik Sinner ha vinto un torneo dello Slam, è entrato nel “club” più esclusivo della disciplina. L’ha fatto disputando un torneo eccezionale, estromettendo nel percorso il n.5 del mondo Rublev, il più forte dell’epoca moderna Mr. Record Novak Nole”Djoker” Djokovic, e poi in finale un irriducibile lottatore e campione come Daniil Medvedev. L’ha fatto rimontando due set di svantaggio, scacciando i propri demoni e la tensione di un avvio shock. L’ha fatto di lotta e di classe, di tecnica e di fisico, di testa e di colpi. Una vittoria rotonda, che più piena non si può. Ha scacciato via ogni singolo dubbio o timore su quel che ancora temevamo gli mancasse per arrivare ad alzare uno dei 4 trofei più importanti, …fisico, qualche colpo, esperienza. Jannik si è preso tutto,  l’ha fatto con classe cristallina e moderazione, con uno stile che sta diventando iconico che ci auguriamo faccia scuola. Potremo scrivere fiumi di parole per celebrare la sua vittoria a Melbourne, e continueremo ad analizzare quel che l’ha portato a vincere e cosa potrà succedere da qua in avanti. Ma intanto chiudiamo questa memorabile edizione degli Australian Open andando a puntualizzare quel che resterà di questo primo Slam 2024, oltre la vittoria di Sinner.

    Sinner oggi è il più forte al mondo
    Torneremo su questo punto con un articolo dedicato, ma sia il campo da gioco che i numeri parlano chiaro: in questo preciso momento Sinner è il miglior tennista del mondo. Non lo certifica il ranking, visto che il calcolo si basa su 12 mesi di prestazioni, ma dallo scorso autunno nessuno ha vinto quanto Jannik, sia in termini di risultati che di vittorie contro i migliori avversari. Lo afferma oggi anche lo ELO ranking di tennis abstract, che ha una base assai solida. Scrivere tutto questo è incredibile, sorprendente e bellissimo.

    Djokovic è pronto al rilancio
    Guai a pensare che il “Djoker” sia pronto per la pensione. Ovviamente l’aver perso 3 partite importantissime su 4 contro Sinner nell’arco di poche settimane è un discreto “schiaffo” per lui… ma non ci dimentichiamo cosa accadde dopo la sconfitta per lui durissima in finale a Wimbledon 2023 per mano di Alcaraz. Ha masticato amaro, si è preso qualche settimana ed è tornato nell’estate USA ancor più duro e vincente. Visto che ancora il fisico sembra sorreggerlo, tutto lascia pensare che quest’ennesima sconfitta patita da Jannik sarà un fiume di benzina ad accendere un fuoco ancor più vivo. A Jannik, e gli altri rivali, batterlo nei prossimi grandi appuntamenti. Siamo certi che Nole sarà lì pronto a tornare a vincere.

    Alcaraz, abbiamo un problema
    Carlos ha affrontato gli AO24 senza aver giocato un match ufficiale dalle ATP Finals 2023. Possiamo dire “si è visto”. Non ha mai davvero brillato il giovane spagnolo nel torneo, solo sprazzi di grandi tennis, anzi, momenti di impeto leonino conditi da grandissimi colpi. Ma… la sostanza e la continuità dove sono? Ruggine, forse, ma potrebbe anche esserci dell’altro. Ha colpito molto come abbia perso male contro Zverev, dominato e senza trovare davvero una reazione forte dal punto di vista tecnico e tattico, solo uno scatto d’orgoglio che non è bastato a rimetterlo in carreggiata. Ha colpito ancor di più il candore con il quale ha affermato dopo la sconfitta di non averci capito niente… di non trovare spiegazione alla sua modesta prestazione. Sembra aleggiare da qualche mese un po’ di confusione nella sua testa, e pure in qualche settore del suo gioco. Il diritto su tutto, sembra scricchiolare e non poco. Ha perso intensità Carlos, fisica e tecnica, e pure convinzione. Vederlo guardare smarrito il suo angolo è preoccupante. È ancora nei suoi 20 anni, questo torneo ha confermato che non ha imparato a vincere se non gioca a mille, a tutta. Gli avversari l’hanno capito, e hanno trovato il modo di metterlo in difficoltà. Sta lui ora riflettere e rilanciare. Lo aspettiamo, perché Alcaraz è spettacolo puro, è una benedizione per il nostro sport.

    La durezza di Daniil ha qualche limite, o forse ha sbagliato programma
    “Ripenseremo a quel che abbiamo fatto nelle scorse settimane”. Così Gilles Cervara ha commentato la sconfitta di Medvedev dopo la finale degli Australian Open. Una frase sibillina che lascia presagire un confronto schietto che porterà a sicuri cambiamenti nei programmi e forse gestione della partita. Il russo è arrivato vicinissimo a vincere il primo titolo a Melbourne, gli è mancato un solo set. Pochissimo. Non c’è riuscito per la reazione clamorosa, impetuosa, di un Sinner stellare. Ma la verità che è Medvedev è arrivato in finale stremato da un torneo nel quale ha perso troppe energie per strada. Per questo ha messo in campo in finale una tattica “fuori tutta”, per destabilizzare un Jannik mostruoso, ma anche perché aveva il bisogno di vincere “rapido”, sentiva chiaramente di non poter arrivare primo al traguardo dopo un’altra maratona. E così è stato. Bravo, bravissimo Daniil, incredibile come sia riuscito a reinventarsi ancora una volta in finale, mostrando un tennis agli antipodi rispetto a quello ammirato in tutto il torneo, passando da un difensore estremo ad attaccante sublime. Ripetiamo: c’è andato vicinissimo, e l’avrebbe anche meritata la coppa, per il torneo e la sua storia. Ha trovato uno più forte, e con classe estrema s’è inchinato, riconoscendo i meriti dell’azzurro. Ma forse una miglior gestione del torneo e delle settimane che l’hanno avvicinato ad esso, con nessun evento giocato in preparazione e quindi troppe energie spese per strada per trovare la miglior condizioni, gli sono probabilmente costate la sconfitta.

    Zverev, manca sempre qualcosa
    La faccia di Sasha dopo i due punti non sfruttati quando era esattamente a due punti dal battere Medvedev sono la foto migliore per spiegare quel che non va nel suo tennis e che ancora non gli permette di arrivare in fondo e vincerlo questo “benedetto-maledetto” Slam. Un pizzico di malasorte, ma anche la difficoltà di tirar fuori le giocate del campione nei momenti decisivi. Purtroppo per il tedesco, non è la prima volta che gli succede. Spesso approccia gli incontri male, con quelle scorie di attitudine passiva – difensiva che non consente di far esplodere la classe e potenza dei suoi colpi. Ha di fronte avversari incredibili, oggettivamente superiori. Ma capita non di rado che si complichi la vita da solo, perdendo il focus, energie e lucidità. Dopo il grave infortunio si è ritrovato, è davvero un tennista forte, ma qualcosa ancora manca, e il tempo passa… Rischia sempre più di ricevere la “tessera” di uno dei club meno graditi, quello dei più forti a non aver vinto uno Slam. Gli auguriamo di farcela, ma per compiere l’ultimo step necessita di una crescita personale che stenta terribilmente a fare.

    Cobolli, sarà l’”Arnaldi del 2024?”
    Flavio ha disputato un Australian Open eccellente. Si è preso una vittoria clamorosa contro Jarry, e come se l’è presa. Ancor più importante ha superato la prova del 9, ancor più difficile per uno come lui, con nessuna esperienza a questo livello. Ha mostrato in un torneo durissimo i progressi pazzeschi compiuti negli ultimi mesi. Forse nel 2022 era salito nel ranking troppo presto, senza aver rafforzato fisico e colpi. Ha lavorato tanto il romano, in silenzio con determinazione. Oggi il servizio è colpo molto migliorato, fisicamente è di un altro pianeta, e la palla oggi gli viaggia discretamente bene. Questo torneo deve dimostrargli che ha tutto quel serve per starci a questo livello, in questi tornei, contro gli avversari più attrezzati. Non deve temere niente e guardare d’ora in avanti ogni torneo come un’opportunità di fare esperienza e crescere. Arnaldi nel 2023 ha fatto un balzo magnifico; chissà che non sia la volta di Cobolli quest’anno…

    Match troppo lunghi. È necessario agire. Subito
    La differenza tra gli Slam e gli altri tornei della stagione sta nella storia, nell’epica, anche nelle battaglie sulla lunga durata. Ma forse agli AO24 si è passato il segno. 61 incontri nel tabellone maschile hanno superato le 3 ore, quasi 20 hanno superato le 4 ore, 35 partite sono terminate al quinto set (record nel torneo). Ok la lotta, che è uno degli aspetti intriganti del tennis, ma così forse si sta esagerando. Può essere anche una combinazione “sfortunata” di condizioni, come scontri tra avversari molto vicini tra loro, ma in generale si scambia troppo, c’è tantissimo agonismo e le partite tendono pericolosamente a diventare maratone che, piaccia o no, rischiano di diventare sempre meno fruibili per gli appassionati. Non si cambiano le regole di una disciplina per la tv, MAI. Ma per migliorare uno spettacolo si possono apportare correttivi. Quali? Semplice: il tennis è nato come sport di destrezza. Agire su palle, superfici e corde dei telai per premiare maggiormente la tecnica di gioco, il tennis offensivo e abbassare l’importanza del fattore atletico è una via praticabile e a basso costo/impatto. È possibile. È provato da test. Se non lo si vuole fare è solo una scelta politica. Chi afferma il contrario, che “non si può”, mente.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    TuttoSinner: Le notizie sul tennista italiano vincitore questo pomeriggio agli Australian Open. Arrivano le congratulazioni dai Big. Alcaraz “goditi il momento amico mio” Nadal “vittoria anche per l’Italia”. Sinner è il quinto giocatore ad aver vinto Davis e poi Slam

    Jannik Sinner – Foto Getty Images

    Jannik Sinner ha conquistato questo domenica l’Australian Open, solo pochi mesi dopo aver vinto la Coppa Davis, l’ultima grande competizione del 2023, un risultato non inedito ma raro. L’ultimo che aveva raggiunto tale traguardo era stato Novak Djokovic, nel 2011. Un buon indicatore è che tutti gli altri cinque giocatori che lo hanno fatto sono stati grandi campioni. Oltre a ‘Nole’, anche Arthur Ashe, Mats Wilander, Stefan Edberg e Jim Courier!
    Da quando Jannik Sinner ha conquistato l’Australian Open, sono arrivate numerose congratulazioni per l’italiano e Rafa Nadal non è stato un’eccezione. “Complimenti, Jannik. Torneo spettacolare, grande vittoria per te, per la tua squadra, per la tua famiglia e per il tuo paese, l’Italia”, si può leggere sui social media di Nadal.
    Novak Djokovic ha tenuto a congratularsi con il numero quattro del mondo. Nole, sui social media, ha lasciato un messaggio in italiano per il giovane di 22 anni: “Bravo Jannik. Meritato! Complimenti alla tua famiglia e alla tua squadra”, si può leggere.Ma Djokovic non si è fermato qui. Ha anche scritto e si è congratulato con Daniil Medvedev. “Grande impegno di Daniil. Sfortunato oggi ma hai fatto un torneo enorme”, ha concluso.
    Carlos Alcaraz, 20 anni e già detentore di due titoli del Grand Slam (US Open 2022 e Wimbledon 2023), ha reagito molto rapidamente questo domenica al fatto che Jannik Sinner, 22 anni, abbia conquistato il suo primo titolo Major in questo Australian Open 2024. Lo spagnolo, che aveva anche trascorso una settimana di allenamenti nella pre-season con Sinner, aveva predetto che molto probabilmente il giocatore avrebbe vinto un Grand Slam e sarebbe diventato numero uno del mondo nel 2024, e parte della previsione è già stata realizzata.“Sono così felice per te, Jannik. Nessuno lo merita più di te. Goditi il momento, amico mio”, ha scritto lo spagnolo sui social media.
    Nick Kyrgios è stato protagonista in questo Open d’Australia 2024 per i suoi commenti azzeccati, la passione per il tennis e le curiose conversazioni con i giocatori. L’australiano non ha esitato a congratularsi con Jannik Sinner per il suo grande titolo nell’Open d’Australia in modo molto divertente, e l’italiano non è stato da meno: “Quanto posso pagarti perché tu sia il mio allenatore e mi aiuti a vincere un Grand Slam?”, ha chiesto l’australiano, a cui Sinner ha risposto in modo serio. “Tutti sentiamo la tuamancanza nel circuito, sei il tipo di giocatore che non si vede spesso. Sei diverso e ci servono giocatori come te nel circuito. Sei anche un potenziale campione di Grand Slam e lo sai, quindi continua a lottare”, ha dichiarato prima che Kyrgios tornasse al tono scherzoso. “Se ci sono bevande e stai festeggiando da solo, non esitare a mandarmi un invito, prenderò qualche drink con te”, ha detto Nick.Marco Rossi LEGGI TUTTO

  • in

    Alcaraz dopo la bruciante sconfitta: “Non so che è successo”. Le difficoltà di lettura e reazione dello spagnolo

    Carlos Alcaraz nella conferenza stampa dopo la sconfitta

    È stato a due punti da una delle peggiori sconfitte in carriera, poi è riuscito a tirare su un gran set, dominando un tiebreak con 7 punti di fila, uno più bello dell’altro. Momento tennisticamente splendido per Carlos Alcaraz ma assai effimero, poiché quel livello stellare è mancato fino al 5-3 del terzo set, e poi è riuscito a ritrovarlo solo a tratti nel quarto, fino al break di Zverev che l’ha condannato alla sconfitta. Sconfitta meritata vista la splendida partita giocata dall’inizio alla fine dal tedesco. Alcaraz è mancato in lucidità, consistenza, capacità di reazione. Una brutta battuta d’arresto che è diventata una sorta di K.O. anche nel dopo partita.
    Parlando alla stampa, infatti Carlos non riesce a spiegarsi cosa sia successo, il motivo di un ingresso nel match così scadente e del perché abbia stentato sino alla fine a rialzarsi e iniziare a giocare il suo miglior tennis. Forse ha parlato troppo a caldo, ma per una volta le parole dell’iberico mostrano tutta la sua giovinezza, incertezze e dubbi su di un futuro che sarà sicuramente radioso, ma un po’ più complicato di quel che forse lui stesso si aspettava dopo Wimbledon e i tanti successi già ottenuti a soli 20 anni.
    “Nel terzo set ho giocato di nuovo un ottimo tennis” commenta Alcaraz. “Ho trovato il modo di strappargli un contro break e di rientrare in partita, avevo le mie opzioni sul 3-4 nel quarto e non ne ho approfittato. Penso di aver giocato un buon tennis nel quarto set, anche se non al mio miglior livello. Ci sono stati molti alti e bassi nel mio gioco. Non ho trovato il miglior servizio per tutta la partita. È stato difficile giocare con quella pressione a cui Zverev mi costringeva ogni volta che servivo. Vedremo in futuro, ma è un peccato non aver potuto dimostrare il mio livello oggi. Devo imparare”.
    “Non so cosa dire. Non so cosa sia successo” commenta amaramente, e in modo assai candido. “Devo vedere cosa è successo e parlare con la mia squadra, perché in questo momento così a caldo non so che conclusioni trarre. Sicuramente mi diranno le cose come stanno e da lì miglioreremo. Sono sicuro che in futuro migliorerò, perché se voglio vincere altri Slam devo migliorare in questo tipo di cose. Quando succede questo, rimontare non è impossibile, ma contro questo tipo di giocatori è molto complicato rientrare in partita”.
    “Sasha ha giocato una grande partita. Ha iniziato come io avrei dovuto, e come pensavo sarebbe partito, molto aggressivo al servizio. Non so cosa sia successo. Mi piacerebbe dirlo, ma non ho avuto buone sensazioni dall’inizio. Ho commesso errori che non commettevo all’inizio delle altre partite. Il servizio è stato pessimo, né percentuali, né controllo… Contro giocatori di questo livello è difficile rimontare. Proverò a guardare la partita e a parlare con Samu e Juanki, che hanno visto cosa è successo”.
    “Ho cercato di rimanere forte e cercare di ritrovare sensazioni. Non dobbiamo togliere merito a Sasha, ha fatto una partita completa. Se mi avesse lasciato qualcosa sarei entrato prima in gioco, ma lui non mi ha concesso niente. Una delle cose che tengo a mente è che, in questo tipo di situazioni, devo cercare di essere tosto e provare buone sensazioni, anche se sto perdendo e il mio gioco non funziona. Alla fine del terzo set le ho ritrovate per miracolo e pian piano sono migliorato, ma non voglio togliergli meriti perché oggi è stato il migliore”.
    Chiedono a Carlos se sia preoccupato per gli alti e bassi, quei momenti di black out mentale mostrati oggi nel corso del match. Così risponde: “Nessuno è perfetto. Tutti hanno sempre qualcosa da migliorare. Non cercherò scuse per la mia età, ma ho 20 anni. È una cosa che devo migliorare e personalmente penso che sia normale che mi succeda. La cosa bella è che sappiamo che questo mi succede e dobbiamo lavorare affinché succeda meno o non accada affatto. Se andiamo più indietro, a me è capitato più spesso, ma adesso accede di meno. Non mi preoccupa. So che è qualcosa che cambierò e cambierò direzione. So ce la farò, vedrete un miglioramento”.
    Per Alcaraz il favorito resta Djokovic, ma… “I giocatori che sono in semifinale hanno il livello per batterlo. Vedremo. Non è facile batterlo in un torneo come questo, dove è quasi imbattibile. Sinner ha giocato un tennis incredibile, non ha ancora perso un set e ha la capacità di battere Novak. Guarderò la partita”.
    Leggendo tra le righe delle parole di Alcaraz, si legge una certa confusione. Esattamente quella con cui ha iniziato la partita e che non è riuscito a scacciare dalla sua testa finché non si è ritrovato spalle al muro, a due punti dalla sconfitta, e lì diventa facile lasciar correre il braccio e via, scatenando il talento ad occhi chiusi. Lucidità di analisi delle situazioni, capacità di reazione alle difficoltà e resistenza nei momenti “no” sono essenziali per vincere contro i migliori. Alcaraz ha 20 anni. Ha vinto due Slam, dominato gli avversari più forti. C’è riuscito imponendo il suo gioco, dando il massimo, dominando. I grandi campioni devono trovare la chiave per scardinare portoni chiusi, quelle giornate nelle quali non senti la palla, il servizio non va, l’avversario è al massimo. Al momento, Alcaraz non riesce a vincere contro i più forti quando non impone il suo tennis, questo è il responso dal campo, oggi e non solo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Carlos Alcaraz tra difficoltà e voglia di vincere in questo Australian Open “Seguo molti match durante un Grande Slam e sono sempre aggiornato sui risultati”

    Carlos Alcaraz nella foto – Foto Getty Images

    Carlos Alcaraz si è presentato ai media con un mix di concentrazione, entusiasmo e determinazione dopo la sua vittoria contro Lorenzo Sonego in un match intenso all’Open d’Australia. Non solo ha analizzato minuziosamente la partita, ma ha anche esaminato le caratteristiche del suo prossimo avversario, Juncheng Shang, rivelando di seguire con attenzione il tennis durante questi tornei.La capacità analitica e riflessiva di Alcaraz, evidente sia dentro che fuori dal campo, continua a crescere con il tempo. Il giocatore di Murcia è deciso a fare la differenza in questo torneo, dove ha già raggiunto il terzo turno, mostrando un livello di gioco incoraggiante. La sfida contro Lorenzo Sonego non è stata facile, così come non lo sarà la prossima contro Juncheng Shang, uno dei giovani più promettenti del circuito. Di questo e di altri argomenti ha parlato approfonditamente in conferenza stampa.
    Sulla Difficoltà di Giocare a Melbourne e il Duello con SonegoAlcaraz ha sottolineato le sfide di adattarsi alle condizioni mutevoli di Melbourne: “Qui è abbastanza complicato competere a causa delle condizioni in continua evoluzione. Il vento, l’umidità che influisce sulla palla, i cambiamenti drastici di temperatura rendono tutto più difficile. Alla fine, chi si adatta meglio vince. Sono pronto a dare il meglio di me in ogni circostanza. Oggi ho dovuto essere al mio meglio, e ho apprezzato la mia costanza. Forse avrei potuto fare meglio nel primo tiebreak, ma Sonego ha giocato bene, meritando di vincere quel set. Sono riuscito a riprendermi e a mostrare il mio miglior gioco nei set successivi.”
    Sulla Passione per il Tennis e l’Esperienza AcquisitaAlcaraz, nonostante la giovane età, si sente già un giocatore esperto: “Seguo molti match durante un Grande Slam e sono sempre aggiornato sui risultati. Sono un grande appassionato di tennis e non perdo occasione di vedere partite di questo livello,” ha detto, parlando anche del suo rapporto con il fratello Álvaro: “È incredibile vivere tutto questo con lui. Fa da sparring, rendendomi molto a mio agio, e avere quel legame familiare con me mi permette di essere me stesso nel circuito.”
    Su Juncheng Shang, Prossimo Avversario al Terzo TurnoParlando del suo avversario cinese, Alcaraz ha riconosciuto di non conoscere bene il suo stile di gioco: “Non ho mai giocato contro di lui né ci siamo allenati insieme, ma seguo i suoi risultati da tempo. Sarà necessario analizzare bene i suoi match per preparare la tattica. Devo essere molto concentrato, perché quello che ho visto finora mi ha impressionato. Penso che sia pronto per un grande risultato e ha il livello per competere su questi palcoscenici. Mi aspetto un match molto divertente per tutti gli appassionati.”
    Alcaraz è consapevole della necessità di non distrarsi se vuole evitare sorprese da un giocatore in ascesa come Shang. Il suo percorso all’Open d’Australia 2024 continua, ma l’ostacolo rappresentato dal giovane cinese non sarà facile da superare.Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Alcaraz: “Non giocavo da molto tempo, va bene così. Nella off season ho migliorato diverse cose fuori dal campo, ne avevo bisogno”

    Carlos Alcaraz dopo il primo match a Melbourne (foto Getty Images)

    Dopo Jannik Sinner e Daniil Medvedev, anche Carlos Alcaraz ha giocato il suo primo match stagionale nella terza giornata degli Australian Open. Una vittoria in tre set contro un buon Richard Gasquet, capace di disputare un primo parziale di grande qualità, con alcuni di quegli splendidi rovesci che hanno fatto innamorare del suo tennis moltissimi appassionati. Vinto il primo set, Alcaraz è scappato via sicuro verso il successo, che lo porta così a sfidare il nostro Lorenzo Sonego al secondo turno.

    37-year-old Richard Gasquet spreading magic against Carlos Alcaraz on Rod Laver Arena. But it could be the Louvre Museum… pic.twitter.com/nql9r6O5Fr
    — Gaspar Ribeiro Lança (@gasparlanca) January 16, 2024

    Nella press conference post partita, lo spagnolo si è detto tutto sommato contento della sua prestazione, nonostante le tante palle break non sfruttate, unico neo di una partita di buona qualità complessiva. Non giocava un match ufficiale dalle Finals di Torino, quindi si aspettava un po’ di ruggine da limare. Questi i passaggi più significativi delle sue dichiarazioni rilasciate alla stampa dopo la vittoria sul francese.
    “Mi sono sentito abbastanza bene, penso di aver giocato un buon tennis” afferma Carlos. “Ho avuto tante opportunità che non sono riuscito a sfruttare, ma è normale che sia accaduto dopo due mesi senza una partita. Sono uscito dal campo complessivamente soddisfatto. Anche Gasquet ha giocato molto bene e ha salvato tante palle break con il servizio. Penso di aver gestito bene mentalmente la tensione che hai sempre nel corso di un tiebreak. Porto via molte cose positive da questa partita”.
    Non è la prima volta che gli capita di sprecare diverse palle break. Questo il suo pensiero a proposito: “Cerco di non pensarci troppo, ma una cosa accade e ripenso alle occasioni che non ho sfruttato. È qualcosa che voglio migliorare. È sempre stato difficile per me ottenere un break. Non succede sempre, ma mi capita di aver bisogno di parecchie chance per riuscirci, è un aspetto nel quale voglio migliorare. Cerco di lavorare in modo da non farmi condizionare da quelle chance che non trasformo, cerco di andare avanti e pensare alla partita punto per punto. Guardando al secondo o al terzo set, le cose per me sono andate meglio in questo senso”.
    Chiedono ad Alcaraz se ha svolto qualche tipo di preparazione fisica in particolare: “Non ho fatto niente di specifico alla fine della stagione, più o meno lo stesso di un anno fa. Dovevo migliorare molte cose fuori dal campo e in questa preseason l’ho fatto, facendo meglio alcune cose e questo mi aiuta a stare meglio fisicamente. I problemi che ho avuto l’anno scorso in questo periodo mi hanno aiutato a vedere meglio le cose che dovevo fare, come lavorare, mangiare o riposare meglio per stare meglio fisicamente per il resto dell’anno”. Ricordiamo che nel gennaio 2023 Alcaraz subì un infortunio muscolare pochi giorni prima di partire per l’Australia, esagerando nel recuperare una banale palla corta in allenamento e stirandosi un muscolo della coscia. Infortunio che gli costò il primo Slam dell’anno. Carlos non è entrato nel dettaglio di queste “cose fuori dal campo da migliorare”, ma oltre al cibo e al riposo, è possibile che abbia iniziato a svolgere allenamenti più mirati e meno al limite, per preservare il suo corpo e riservare il massimo sforzo alla gara. Una gestione più oculata del suo corpo rientra assolutamente in quel che doveva migliorare…
    Sonego, il suo prossimo rivale, ha vinto l’unico precedente targato 2021, a Cincinnati. Carlos era molto giovane, ma… ha voglia di cancellare questo piccolo record negativo: “Non mi piace essere sotto negli scontri diretti, questo mi motiva un po’ di più. Sonego viene dall’aver battuto Evans, il che non è facile. Cercherò di migliorare e di dare il massimo per poterlo battere”. Dichiarazione di rispetto per l’avversario, come è nel suo stile.
    Ultima domanda sulla sua percentuale di prime palle in campo, non molto alta. Curiosa la risposta di Alcaraz: “Sì, l’ho guardato sugli schermi nel corso del match. Mi piace vedere le statistiche durante la partita e so che la percentuale di prime palle era qualcosa che dovevo migliorare. Domani allenerò il servizio in particolare per il secondo turno. Il servizio è qualcosa di cui ho bisogno e mi concentrerò su quello per la prossima partita” conclude Carlos.
    L’attenzione anche i numeri nel corso del match è un altro aspetto che rivela quanto il giovane spagnolo sia attento alla sua prestazione, cercando di avvicinarsi ogni volta al massimo possibile. Sarà certamente una sfida molto difficile per Lorenzo, soprattutto se inizierà la partita contro lo spagnolo con un rendimento in risposta negativo come oggi contro Evans. Sarà quasi sicuramente un match da Rod Laver Arena, speriamo che l’atmosfera “elettrica” del bel campo principale carichi a tutta l’azzurro. Intanto Carlos, intervistato da Nick Kyrgios per la tv australiana, ha risposto con una battuta alla domanda sulla maglietta senza maniche: “Devo pur spaventare i miei avversari in qualche modo. Non con il diritto o il rovescio, ma con le mie forti braccia. Ci sto provando…” 
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Australian Open, gli italiani sicuri: sarà sfida Sinner-Alcaraz, Djokovic fuori dalla corsa per il titolo

    Jannik Sinner – Foto Getty Images

    Secondo gli italiani Jannik Sinner è il grande favorito per la vittoria dell’Australian Open. I dati raccolti parlano chiaro: quasi un italiano su due (il 48%) punta sul sul primo trofeo di uno Slam nella carriera del classe 2001.
    La strepitosa stagione appena trascorsa ha regalato a Sinner e agli appassionati di tutta Italia enormi soddisfazioni condite da prestazioni maiuscole e vittorie all’ultimo respiro contro quelli che saranno i suoi rivali più probabili: Carlos Alcaraz e Novak Djokovic. Lo spagnolo è già due volte campione Slam e vorrà iniziare il 2024 al meglio in un torneo che ha dovuto saltare lo scorso anno, per infortunio. Secondo le percentuali, il campione di Murcia ha il 36% dei consensi per la vittoria finale. Stupiscono, invece, i dati su Novak Djokovic: il dieci volte campione dello Slam “down under” ha dalla sua parte solamente il 3% degli appassionati, che forse non credono nell’ennesimo trionfo di un campione senza tempo. LEGGI TUTTO

  • in

    Pilic: “Djokovic il migliore, lo dicono i numeri. Credevo che Alcaraz avrebbe raccolto l’eredità dei big3, ma il suo fisico si sta già logorando”

    Nikola Pilic insieme a Djokovic

    Il “grande saggio” del tennis slavo Nikola Pilic esalta la carriera e qualità di Djokovic, e lancia un allarme sul futuro di Carlos Alcaraz. Il coach croato, in passato all’angolo di molti campioni e vincitore della Davis come capitano, ha rilasciato un’intervista al media serbo Novosti, nel quale si è soffermato su vari temi d’attualità con gli Australian Open alle porte. Il suo favorito è chiaramente Novak, da lui allenato quando il n.1 era ancora giovanissimo.
    “Quando si parla del migliore di sempre, si possono tirare in ballo molte cose, pareri soggettivi. Io parlerò di numeri. Bene, nel 2016 Novak aveva quasi 17.000 punti ATP. Più di Federer, Nadal e Murray messi insieme. Secondo: Djokovic è in vantaggio negli scontri diretti contro tutti i suoi rivali. Terzo: è l’unico ad aver vinto tutti e quattro gli Slam di fila. Quarto: detiene il numero maggiore di vittorie consecutive negli Slam, 30. Quinto: ha vinto il maggior numero di titoli Slam, 24. Sesto: saranno 410 settimane al numero 1 il 30 gennaio. Quanti anni ha? E in questa generazione, che è la migliore degli ultimi cento anni. E adesso qualcuno mi dirà che sono soggettivo? Sono obiettivo con i numeri” commenta Pilic.
    Ecco i dubbi del coach sul futuro di Alcaraz: “Quando vinse a Madrid rimasti stupefatto, dissi che era l’erede dei tre grandi. Continui a pensare che gioca molto bene, ma… ma mi dite che giocherà altri 12 anni come oggi? È forte ed è un buon giocatore. Mi piace davvero. Ma il suo fisico si sta già logorando. Quanti infortuni ha avuto finora?”. Un punto di vista che fa riflettere.
    Ultima nota per Sinner, sulla polemica nata dall’assegnazione al suo coach Cahill (con Vagnozzi) del premio ATP come allenatore del 2023. “Jannik Siner è un buon giocatore, ma non ha vinto nessuno Slam. Eppure il trofeo come miglior allenatore lo prende il suo allenatore, l’australiano Darren Cahill, e non Goran? Tutto questo da dove viene?” si domanda il croato.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO