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    In Europa la bici-mania è da record: 22 milioni di esemplari venduti nel 2021

    Numeri che parlano da soli: 22 milioni di pezzi venduti in Europa nel 2021. Cifre stabilite dalle biciclette e dalle e-bike. L’industria europea del ciclo fa così segnare un record. È quanto emerge dall’ultimo report annuale dell’industria e del mercato della bicicletta Europea di CONEBI (Confederazione Europea dell’Industria Bici, E-Bike, Componenti ed Accessori) diffuso in Italia da ANCMA, l’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori.
    Vendite biciclette in Europa, numeri altissimi
    La crescita europea è stata trainata in particolare dalla continua domanda di bici elettriche, che ha superato i 5 milioni di unità vendute. Le vendite totali di biciclette ed e-bike hanno raggiunto il valore di 19,7 miliardi di euro, +7,5% rispetto al 2020. CONEBI registra una crescita della produzione stimata di circa il 10% rispetto al 2020, corrispondente a poco più di 16 milioni di unità in Europa nel 2021. Anche la produzione di parti e accessori per biciclette è aumentata nel 2021, raggiungendo un valore di 3,6 miliardi di euro. “Il reshoring è in atto e le note interruzioni della catena di approvvigionamento stanno innescando una nuova ondata di industrializzazione in Europa – ha dichiarato Erhard Büchel, Presidente del CONEBI -: è un processo che richiederà tempo, ma rappresenta un’opportunità unica per l’ecosistema industriale europeo di crescere in modo sostenibile nel lungo termine. Più produzione locale – a partire dalla produzione di componenti – e vicinanza al consumatore, sono una parte essenziale della transizione”.
    Le dichiarazioni di Paolo Magri, presidente ANCMA
    Nel 2021 gli investimenti complessivi del settore sono arrivati a un livello di oltre 1,75 miliardi di euro, +17% rispetto agli 1,5 miliardi di euro dell’anno precedente. I posti di lavoro diretti nel settore manifatturiero sono passati da oltre 77.500 nel 2020 a quasi 87.000 nel 2021, il che porta il totale dei posti di lavoro diretti e indiretti in Europa a una stima di circa 170.000. Per Paolo Magri, presidente di ANCMA, “i dati di CONEBI confermano che nell’ambito della bicicletta sono in corso profonde trasformazioni, per le quali è necessaria una presa di coscienza più compiuta anche da parte delle istituzioni: da un lato c’è una forte domanda che merita di essere valorizzata attraverso l’infrastrutturazione ciclabile e una rinnovata logica di incentivi all’utilizzo, mentre dall’altro si assiste all’evoluzione di paradigmi industriali, economici e produttivi di cui tener conto per coglierne al meglio le opportunità e dentro i quali anche il tessuto imprenditoriale italiano gioca e giocherà un ruolo molto significativo”.
    Regione Piemonte, 7 milioni di euro per le imprese contro l’inquinamento LEGGI TUTTO

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    Taranto, truccavano bici elettriche: sequestri e multe per 40.000 euro

    L’ennesimo caso di modifica di biciclette con pedalata assistita per aumentarne le prestazioni stavolta arriva da Taranto. È accaduto il 29 novembre scorso nella città pugliese, dove un numeroso gruppo di Carabinieri,aiutato da tecnici della Motorizzazione di Bari, ha fermato i trasgressori. Sanzionati anche due minorenni senza casco, patente e assicurazione.
    Il sequestro
    Per effettuare l’operazione e fermare l’organizzazione, che sul territorio della provincia pugliese potenziava biciclette elettriche per trasformarle in dei veri e propri motorini, sono servite ben sei pattuglie. A seguito del controllo sono state sequestrate sette bici, di cui una confiscata poiché già precedentemente sottoposta al sequestro. Le modalità con cui le forze dell’ordine hanno stabilito la modifica dei mezzi a tal punto da costituire reato sono state gestite da tecnici della Motorizzazione, i quali grazie ad un macchinario con rulli hanno stabilito la velocità che i veicoli in questione avrebbero potuto raggiungere. Accertato l’illecito, oltre ai sequestri, sono state commissionate 26 multe per un totale di 38.700 euro. Durante l’operazione sono stati fermati anche due minori su uno scooter senza casco, patente e assicurazione, norme base del codice stradale per la regolare detenzione e uso del mezzo.
    Catania, tutta la famiglia riunita… sullo stesso scooter e senza casco LEGGI TUTTO

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    Helbiz e Itabus, collaborazione per offrire una mobilità intermodale e integrata

    TORINO – Nasce la partneship tra Helbiz, leader nella micromobilità, e Itabus, nuovo operatore privato italiano di trasporto su gomma a lunga percorrenza. Itabus (che annovera nel suo consiglio di amministrazione Luca Cordero di Montezemolo e Flavio Cattaneo) ha gli hub strategici a Milano, Roma e Napoli, e connette località del territorio con 350 servizi al giorno e 90 milioni di chilometri annui percorsi, tutti con autobus nuovi, confortevoli e sicuri. Helbiz crede da sempre nell’integrazione dei servizi di mobilità, per consentire ai cittadini di utilizzare, a seconda del proprio itinerario, il mezzo più comodo e sostenibile. La forza di questa partnership sta proprio nella crescita dell’intermodalità e al fatto che si uniscono mezzi tra loro complementari.
    ACQUISTO INTEGRATO – L’accordo siglato tra le due aziende permette ai clienti di comprare un voucher di mobilità Helbiz direttamente in fase di acquisto del biglietto del bus sul sito Itabus, per muoversi comodamente con i monopattini o con le biciclette elettriche verso la fermata di partenza oppure al termine del viaggio in autobus. Allo stesso modo, tramite l’app Helbiz, sarà possibile comprare i biglietti Itabus, comodamente e in pochi click. Il servizio inizialmente sarà utilizzabile in tutte le città in cui sono presenti entrambe le flotte, come ad esempio Milano, Torino, Napoli, Roma. LEGGI TUTTO

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    Shimano, troppo ordini da smaltire e consegne in ritardo: mercato bloccato

    La pandemia ha messo in ginocchio il settore auto e moto, e questa non è purtroppo un’informazione sconosciuta. Le difficoltà per reperire i materiali, i noti problemi di logistica, persino la carenza di componenti o di materie prime ha messo in difficoltà molti protagonisti del settore. In pochi però hanno considerato l’altra faccia della medaglia, ovvero quelle aziende che stanno riscontrando difficoltà a stare dietro a tutti gli ordini ricevuti. Come Shimano.
    Lievitano i prezzi delle bici: care le materie prime e i costi di produzione
    Mercato globale fermo
    L’azienda giapponese produttrice di cambi e freni, secondo quanto rivelato dal Sole 24 Ore, che ha a sua volta ripreso un’inchiesta del Financial Times, sta in pratica bloccando il mercato delle biciclette. Questo perché, in seguito alla pandemia e alla sempre più numerosa richiesta di acquisto di bici, Shimano – che detiene il controllo del 65% del mercato dei cicli di qualità – ha sì conosciuto un aumento esponenziale del fatturato – 791 milioni di euro di ricavi e 211 milioni di euro di utile nei primi tre mesi del 2021 -, ma allo stesso tempo ha generato una domanda tale che adesso le cosiddette scorte in magazzino sono in esaurimento. Ergo, è complicato riuscire ad adempiere a tutti gli ordini ricevuti, con conseguenze sul mercato globale.
    Il ritardo delle consegne
    I tempi di consegna, quindi, si allungano in media di 400 giorni, anche di più se consideriamo prodotti come ruote e freni idraulici. Le ripercussioni negative sono per tutti i clienti, che attraverso diverse dichiarazioni hanno già cominciato a lamentarsi. Ne è un chiaro esempio la disavventura di LeMond, che ha dovuto procrastinare l’avvio della produzione in seguito al taglio dell’80% delle consegne da parte di Shimano. In molti si chiedono quanto potrà durare questa situazione, così come ci si pone il dubbio se Shimano possa vedere in pericolo il ruolo di leader nel settore, più volte scalfita dalla concorrenza, ad esempio, dell’italiana Campagnolo. Staremo a vedere.
    Mercato bici, numeri da record: vendute 2 milioni di unità LEGGI TUTTO

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    Newton-Rider, ecco il casco da bici pieghevole e con il microchip

    Un casco pieghevole per biciclette, sviluppato grazie al crowdfunding, un vero e proprio casco intelligente, disponibile al prezzo di 89 euro. É Newton-Rider, realizzato e lanciato dall’omonima start-up danese.

    Pieghevole e riutilizzabile dopo un incidente
    Il design del Newton-Rider segue la struttura cranica del ciclista, adattandosi alla testa, e si può ripiegare per poi riporlo in una borsa. Resistente e flessibile agli urti, pesa solamente 450 grammi. Presenta dei cuscinetti che s’induriscono nel punto d’impatto, assorbendo gran parte dell’eventuale collisione alla testa, per poi riammorbidirsi e tornare al loro stato primario. Quindi, oltre a essere sicuro, si può riutilizzare anche dopo un incidente.
    Il casco con il microchip: ecco quale funzione svolge
    Lo strato più interno del casco è composto di altri due layer, in policarbonato rigido e schiuma poliuretanica PUR, in grado di proteggere il cranio in caso di caduta, impatto o oggetti appuntiti: lo fa distribuendo l’urto su tutta la superficie costituita da policarbonato rigido e assorbendo il colpo nella parte intermedia in PUR. Inoltre, Newton-Rider accoglie all’interno un microchip in grado di stimolare e incentivare il ciclista all’uso e rilevare le aree dove si sta pedalando.
    Bici in città, quale la città più virtuosa? LEGGI TUTTO