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    Libro “Il polso del tennista”, con un occhio a Del Potro

    La Copertina

    Rodolfo Lisi, docente e posturologo, ha dato alle stampe il suo quattordicesimo libro sul tennis dal titolo “Il Polso del tennista” (Edizioni Draw Up). Nella sua ultima fatica letteraria, lo scrittore si è avvalso della presentazione dell’ex campione Adriano Panatta e, addirittura, di quella dell’ex Presidente del Consiglio Giuliano Amato. Amato, appassionato giocatore di tennis e già conoscitore delle opere dello stesso Lisi, ha redatto il testo in quarta di copertina, rimarcando le peculiarità di un libro “davvero proficuo”. Nel testo, il capitolo più importante e avvincente riguarda il calvario di Del Potro. Ad avviso di Lisi, dopo gli infortuni ai polsi, la tattica del “nuovo” e lungimirante argentino – assecondata dal proprio éntourage – è ben chiara: Delpo, in caso di esecuzione del rovescio bimane, si avvale di una ben nota impugnatura (presa eastern per la mano destra, presa strong eastern o presa eastern carica per la mano sinistra – per intenderci, una presa ibrida tra eastern e semi-western) solamente se i suoi avversari si chiamano Federer, Nadal, Djokovic o altri top players e, quindi, si abbisogna di una notevole potenza dei colpi con effetto in top al fine di poter gareggiare alla pari e sfruttare appieno tutte le dotazioni tecniche a disposizione. In caso contrario, Delpo si affida ad una diversa e ben ponderata strategia, ricorrendo alla più sicura (in termini di carichi articolari) impugnatura (presa continental per la mano destra, ancora presa strong eastern per la mano sinistra).
    In buona sostanza, in ragione di avversari tecnicamente più deboli (sulla carta, ovviamente), la “Torre di Tandil” si mostra verosimilmente più prudente ed accorto (memore dei suoi antichi dolori) alternando il rovescio bimane piatto (con assenza parziale di qualsivoglia effetto in top) a quello ad una mano in slice (che è entrato, gioco forza, nel suo repertorio, arricchendo tuttavia il proprio bagaglio tecnico). Oltre alle considerazioni appena formulate, entra nell’analisi finanche la “predisposizione genetica” di Del Potro agli infortuni. Un’ipotesi, questa, sommessamente avanzata da alcuni addetti ai lavori. È bene ricordare come la suscettibilità di un individuo a subire lesioni è influenzata dalle interazioni di diverse proteine, codificate da geni localizzati in differenti parti del genoma umano (interazioni gene-gene) insieme alle interazioni con altri fattori di rischio intrinseci ed estrinseci (gene-environment). Trattasi di patologie multifattoriali. In pratica, i fattori intrinseci predisporrebbero gli atleti, e gli stessi tennisti, a lesioni specifiche determinate, di fatto, da esposizione a fattori di rischio estrinseci. Infatti, la predisposizione genetica allo sviluppo di lesioni muscolo-tendinee nello sport sarebbe conferita da diverse varianti genetiche, alcune delle quali codificano per i componenti della matrice extracellulare del tessuto muscoloscheletrico, tra cui i geni del collagene.

    Rodolfo Lisi, considerato uno dei massimi esperti italiani nell’ampia tipologia di lesioni che affliggono i tennisti, ha pubblicato quattordici libri. Tra questi, si ricordano i più recenti: Tutto Tennis (Edizioni Draw up), Patologie del tennista (Libraio Ghedini Editore), Gomito del tennista (Libraio Ghedini Editore), La spalla del tennista (Libraio Ghedini Editore). LEGGI TUTTO

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    Coppa Davis: Che cuore Sinner! Rimonta Cilic, il doppio deciderà Italia Croazia

    Jannik Sinner in Davis a Torino

    L’Italia resta “in vita” nella sfida contro la Croazia in Davis grazie al cuore di Jannik Sinner. L’azzurro rimonta Marin Cilic vincendo 3-6 7-6 6-3, portando sull’1 pari la sfida con i croati (dopo la brutta sconfitta di Lorenzo Sonego). Il doppio tra poco in campo – Fognini e Sinner – deciderà l’esito dell’incontro. Quello che sembrava un “lunedì nero” a Torino, diventa un match epico, il primo di Sinner con la maglia azzurra. Cilic era partito fortissimo, perfetto al servizio fino a metà del secondo set, super aggressivo nel tenere tempi di gioco così rapidi da non consentire a Sinner di imbastire il suo tennis in progressione. Il croato è stato quasi perfetto, in stile US Open 2014, fino a metà del secondo set, quando ha ceduto un game di servizio. Un doloroso break subito dall’azzurro nel nono game manda Cilic a servire per chiudere sul 5-4, ma qua il gigante croato ha tremato, perdendo l’efficacia con la prima e sbagliando da fondo, anche grazie al pressing dell’azzurro. Al tiebreak Sinner sale in cattedra, porta il match al terzo e scappa via. È solo un’illusione, Cilic opera l’immediato contro break, ma nel fatidico settimo gioco, l’azzurro pressa, corre, spinge col rovescio. Strappa il game di servizio e vola verso un successo sofferto, alla fine meritato. Una grande esperienza per Jannik, capace di soffrire, incassare, restare in scia e vincere una partita che era praticamente persa.
    È corretto affermare che la rimonta di Sinner è venuta anche per “gentile concessione” di Cilic. Il croato stava dominando il campo: serviva a tutta, anche con seconde palle molto cariche, e variando così tanto da non consentire all’azzurro di prendere ritmo in risposta. Ha anche risposto bene, con palle profonde e via davvero rapido a fare un passo avanti per entrare col diritto. Proprio col diritto cross – quel colpo che quest’autunno è diventato eccezionale in Jannik – il croato a fatto la differenza, non soffrendo nemmeno tanto sulla diagonale di rovescio. Una macchina quasi perfetta, che però s’è inceppata sul più bello, al momento di chiudere, nonostante un migliaio scarso di partite giocate, uno Slam vinto e pure molta esperienza in Davis. Jannik è stato bravo ad incassare, a reggere e restare in scia credendoci fino all’ultimo. Perché nel tennis non si è perso finché non si stringe la mano all’avversario. Al primo sbandamento del rivale, l’azzurro è stato forte, fortissimo. Ha messo pressione, ha fatto sentire la sua presenza anche grazie al pubblico e ha iniziato a giocare finalmente con quel ritmo e intensità che non era riuscito ad imporre nella partita, soprattutto per merito di Cilic. Ha giocato bene al tiebreak, ha iniziato fortissimo al terzo, con grande profondità di palla e finalmente anche sostenuto dal servizio. Nonostante il break ceduto nel terzo, per bravura di Cilic soprattutto, ha tenuto ancora mentalmente e di fisico. Ha aspettato il momento buono per alzare di nuovo i ritmi e rimettere spalle al muro Marin.
    La vittoria di Sinner di oggi è il trionfo della sua forza mentale. Saper incassare, saper aspettare che passi la tempesta e scappare via è qualità importantissima. Oggi Jannik non ha giocato una grande partita dal punto di vista tecnico, non ha servito bene nei primi due set, non è riuscito ad incidere in risposta, ha sbagliato forzando i tempi in occasioni importanti. Ma è stato lì, fino all’ultima palla. La pazienza è la virtù dei forti.
    Marco Mazzoni

    La cronaca della partita
    Il secondo match di Italia vs. Croazia scatta con Cilic alla battuta. C’è subito lotta, Jannik spinge in risposta, Cilic si difende col servizio. A fatica il campione di US Open 2014 tiene il primo gioco, mentre Sinner “passeggia” senza problemi nel suo primo game. Nel quarto game si va ai vantaggi, Sinner soffre il poco ritmo degli scambi e commette un doppio fallo. Con un bellissimo rovescio lungo linea, Marin strappa la prima palla break del match. Bravo Jannik, inchioda il rivale sulla diagonale di rovescio e un cambio in lungo linea provoca l’errore di Cilic. Il croato non demorde, spinge forte col diritto dalla risposta e va a prendersi il punto, e la seconda palla break. Il nastro respinge un rovescio di Jannik, BREAK Cilic, 3-1 avanti, poi solido al servizio per il 4-1. Sinner tampona l’emorragia con un buon gioco di servizio (2-4), ma serve incidere in risposta per riaprire il set. Strappa il primo punto del game Jannik, con un bel passante di rovescio, ma Cilic è in serata con la prima, ed anche la seconda è bella carica, vivace, salta alta e trovare un impatto aggressivo in risposta è complicato. Con il secondo Ace del game Cilic si porta 5-2. Sinner accusa il tennis uno-due di Cilic, non ricava granché dalla prima (solo il 50%, troppo poco) e affretta i tempi. Un diritto forzato out gli costa il 15-30, a due punti dal set Marin. Si difende l’azzurro, col rovescio rimette un diritto molto aggressivo che gli vale il punto del 3-5. Cilic serve per il primo set. Sinner punisce con la risposta un serve & volley con la seconda palla, e poi un altro pesante robusto col rovescio lo porta 0-30. Il croato insiste col suo match velocissimo, proiettato in avanti con grande coraggio. Sul 30 pari Cilic comanda col diritto, stringe a tutta l’angolo e nonostante una difesa coraggiosa, il croato chiude col diritto cross. 40-30 e Set Point Cilic. Sfonda col rovescio Jannik, di potenza. Un’altra bordata col servizio porta a Marin il secondo set point. Con una risposta angolatissima, tirata quasi dalla tribuna, Sinner cancella anche la seconda palla set. Altro uno-due micidiale di Cilic, terzo set point. Finalmente arriva uno scambio di ritmo, ad altissima velocità, e qua sale in cattedra Jannik. Chiude al quarto set point Marin, lunga la risposta di Sinner su di una seconda molto carica. 6-3 Cilic, un set ben giocato dall’esperto croato, estremamente efficace col servizio e rapido nell’imporre schemi veloci, senza dare ritmo. Poco col servizio per Sinner.
    Secondo set, Sinner scatta al servizio ma parte male, la prima non ne vuol sapere di prendere ritmo. 0-30, suona immediatamente l’allarme. Con uno scambio molto rapido col diritto Cilic strappa una palla break sul 30-40. Diritto vincente dopo una risposta molto aggressiva, Cilic deluxe. Sinner deve incassare un sanguinoso BREAK in apertura, e non riesce a trovare ritmo non solo nello scambio ma nemmeno in risposta. 2-0 Cilic, con un altro Ace al T, perfetto. Sinner fa cenno alla panchina che le sue gambe non vanno, ma in realtà sembrano più i tempi di gioco del croato e la carenza con la prima palla a condannarlo finora. Cilic insiste col diritto stretto, violento dal centro, arma che gli sta portando tantissimi punti diretti e aperture di campo, e che l’azzurro non riesce a contenere. Sinner vince il suo game, è costretto a rincorrere sotto 1-2. La macchina di Cilic si inceppa nel quarto game. Da 40-0 perde quattro punti di fila, è la prima palla break del match per l’azzurro. E niente prima in campo… Sinner porta lo scambio sul rovescio, ma stavolta fa tutto Marin, con il terzo brutto errore nel gioco cede finalmente un game di servizio, per il 2 pari. Jannik gioca anche col pubblico, fa il pugno, e ora sì che le gambe viaggiano a mille, con il recupero spaziale su di un tentativo di palla corta del rivale. Anche la prima ora funziona, ottavo punto di fila per Sinner. Con una bordata di diritto da metà campo, Sinner sorpassa portandosi 3-2. Il gioco del croato è meno incisivo ora, è costretto a scambiare e nel palleggio Jannik entra con potenza, provocando errori del rivale. Con un errore di diritto gratuito Cilic concede una palla break, ma la cancella col suo schema preferito, servizio esterno e diritto inside out imprendibile. 3 pari. Sinner nel settimo gioco commette un terribile doppio fallo sul 30 pari, e lo condanna ad una palla break pericolosissima… Trova una solida prima esterna, la risposta di Cilic fila via. Grazie al servizio, Jannik si porta 4-3. Nel nono game sul 4 pari, Sinner trova finalmente uno di quei diritti cross dal centro che l’avevano portato a grandi risultati quest’autunno. Però un errore di pochissimo col rovescio gli costa il 30-40, e la palla break. Si scambia sul rovescio, Sinner di gira col diritto ma non centra bene in lungo linea. La palla scivola in corridoio, ed è il BREAK per Cilic, avanti 5-4 e servizio, ad un solo game dalla vittoria. Inizia male Marin, la prima non va. Doppio fallo per lo 0-30! Si scambia, e anche il rovescio del croato termina largo. 0-40! Tre palle del contro break per l’Italia. Con uno scambio a grande ritmo Jannik strappa il game a Marin, è 5 pari! Cilic è crollato nel momento di chiudere, incredibile. C’è bagarre, Sinner forza i tempi di gioco e sbaglia col diritto, poi Cilic trova profondità col diritto e vola 0-30. Spinge l’azzurro, piedi vicini alla riga a forzare col diritto, per il 30 pari. Con quattro punto di fila Sinner torna avanti 6-5. Sul 30 pari, Marin gioca con coraggio venendo a rete e chiudendo un punto molto complicato. Sinner non demorde, comanda col diritto e forza il game ai vantaggi. Il set si decide al tiebreak. Lo strappo arriva sul 3-2 Sinner, con Cilic che rischia un diritto molto stretto dopo il servizio, spedendolo di poco largo. 4-2 Sinner. Jannik affretta l’accelerazione di rovescio, la palla è larga per il 4 pari. Con una prima solida, l’altoatesino sale 5-4. Non fa la differenza col servizio Marin, e nello scambio il forcing di Jannik col rovescio gli regala il 6-4, e due set point! Con un passante di diritto in corsa SPLENDIDO Sinner vince il tiebreak 7-4. L’Italia è ancora viva.
    Terzo set, Cilic scatta alla battuta, ma è Sinner “on fire” con un altro diritto in corsa micidiale. Segue un rovescio a tutta, che ritmo, che profondità Jannik per lo 0-30. Cerca una smorzata Cilic, ma Sinner è veloce e chiude con un rovescio indietreggiando. 0-40, tre chance per scappare subito via per l’azzurro. Via, vola via il diritto di Marin, un altro BREAK a zero con Cilic che collassa sotto la furia di Jannik, avanti 1-0 e servizio. Quando il match pareva definitivamente girato verso l’Italia, arriva un game complicatissimo. Cilic è molto aggressivo col diritto, anche in risposta. Si procura una palla break, ma sbaglia una volée a campo quasi aperto, dopo un risposta strepitosa. Non trasforma nemmeno la seconda, grazie all’Ace di Sinner, ma opera il contro BREAK alla terza, per un errore di rovescio di Sinner, 1 pari, tutto da rifare. Il set torna in equilibrio, sino al settimo game sul 3 pari. Sinner pressa, col rovescio lungo linea sorprende Cilic, che sbaglia in corsa. 15-40, due palle break per Jannik! E niente prima in campo… Lungo scambio sul rovescio, un nastro spezza il ritmo, Jannik entra ancor più forte e forza l’errore di Marin. BREAK Sinner, avanti 4-3 e servizio. Jannik è solido, si porta 5-3, ad un passo dalla vittoria. Ora col rovescio è una macchina Sinner, grande ritmo (anche in contro balzo), Cilic non contiene. Tenta la palla corta il croato, ma è rapidissimo Jannik e rimetterla, pure con la finta. 0-30! Scambio rocambolesco, alla fine lo vince Sinner, 15-40 e due Match Point Sinner!!! Cancella il primo con servizio esterno e diritto, impeccabile. ECCOLO! Vola via il diritto del croato, Game Set Match Sinner! L’Italia è ancora viva, che cuore Sinner! 2 ore e 43 minuti di sofferenza, ma che rimonta Jannik!

    Sinner J. (Ita) – Cilic M. (Cro)ITF Finals J. Sinner376 M. Cilic663 Vincitore: J. Sinner ServizioSvolgimentoSet 3M. Cilic 0-15 0-30 15-30 15-40 30-405-3 → 6-3J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-154-3 → 5-3M. Cilic 15-0 15-15 15-30 15-403-3 → 4-3J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-15 40-302-3 → 3-3M. Cilic 0-15 0-30 15-30 30-30 40-302-2 → 2-3J. Sinner 15-0 30-0 40-01-2 → 2-2M. Cilic 15-0 30-0 40-01-1 → 1-2J. Sinner 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 ace 40-A1-0 → 1-1M. Cilic 0-15 0-30 0-400-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 2Tiebreak0*-0 1-0* 1-1* ace 1*-2 2*-2 3-2* 4-2* 4*-3 4*-4 5-4* 6-4*6-6 → 7-6M. Cilic 0-15 15-15 30-15 ace 30-30 40-30 40-40 A-406-5 → 6-6J. Sinner 0-15 0-30 15-30 30-30 40-305-5 → 6-5M. Cilic 0-15 0-30 df 0-404-5 → 5-5J. Sinner 0-15 15-15 15-30 30-30 30-404-4 → 4-5M. Cilic 15-0 30-0 30-15 40-15 40-304-3 → 4-4J. Sinner 0-15 15-15 30-15 30-30 30-40 df 40-40 A-403-3 → 4-3M. Cilic 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 A-403-2 → 3-3J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-152-2 → 3-2M. Cilic 15-0 30-0 40-0 ace 40-15 40-30 40-40 40-A1-2 → 2-2J. Sinner 15-0 15-15 30-15 30-30 40-300-2 → 1-2M. Cilic 15-0 15-15 30-15 40-15 ace0-1 → 0-2J. Sinner 0-15 0-30 15-30 30-30 30-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1M. Cilic 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-403-5 → 3-6J. Sinner 15-0 15-15 15-30 30-30 40-302-5 → 3-5M. Cilic 0-15 15-15 30-15 ace 40-15 ace2-4 → 2-5J. Sinner 15-0 30-0 ace 40-01-4 → 2-4M. Cilic 15-0 ace 15-15 30-15 ace 40-151-3 → 1-4J. Sinner 0-15 15-15 ace 30-15 40-15 40-30 40-40 df 40-A 40-40 40-A1-2 → 1-3M. Cilic 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 ace1-1 → 1-2J. Sinner 15-0 30-0 40-00-1 → 1-1M. Cilic 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 df A-40 ace 40-40 A-400-0 → 0-1 LEGGI TUTTO

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    La Davis potrebbe spostarsi per 5 anni ad Abu Dhabi. Ma che senso ha?

    Coppa Davis

    Scatta la fase finale della “nuova” Davis, e già si vocifera di ulteriori cambiamenti. Questo il destino della più antica competizione sportiva a squadre al mondo, o quel che ne è rimasto dopo che l’ITF l’ha di fatto “svenduta” alla ricca società Kosmos di Pique & C., cercando un rilancio che invece rischia di affossarla definitivamente.
    La considerazione è brutale, ma non tira buona aria per la cara vecchia anacronistica “insalatiera”. Nel 2020, “grazie” alla pandemia, non si è disputata. Pare alla Kosmos abbiano tirato un sospiro di sollievo, come hanno spifferato molti ben informati, visto che l’edizione sarebbe stata sicuramente in perdita dal punto di vista economico, e il non disputarla ha aiutato i nuovi padroni e non rimetterci altri soldi, dopo il bagno di sangue economico del 2019.
    Economico, perché in realtà in campo a Madrid si videro molte bellissime partite. Shapovalov vs. Nadal, per dirne una, ma tantissime altre. Il formato era rivedibile sotto molti punti di vista (orari folli in primis), ma la realtà dei fatti dice che quando i tennisti accettano di giocare e giocano per la propria nazione, spesso giocano partite enormi per qualità, orgoglio e spettacolo.
    Sta per scattare l’edizione 2021. Tre sedi nella fase inaugurale dei gironi. Ottimo per il pubblico italiano e spagnolo, non quello austriaco per colpa delle restrizioni covid; ma gli altri scontri tra nazioni ospiti? Si parla di pochissimi biglietti venduti, sia a Torino che a Madrid, per gli incontri che non vedono i paesi ospitanti in campo. Vedremo come andrà, sperando che sia un successo (ce lo auguriamo per tutti!) e che nostri azzurri ci possano regalare qualcosa di grande, nonostante la dolorosa assenza di Matteo Berrettini. Di sicuro per i nostri incontri avremo una bella cornice di pubblico, ma le altre sfide? Giocare in uno stadio pressoché vuoto è il peggior biglietto da visita per un evento. Meglio stadio piccolo ma pieno, recita sempre un vecchio adagio indiscutibile…
    Per questo la voce – ben accreditata – riportata dal quotidiano britannico The Telegraph è ancor più inquietante. Pare che la Kosmos, a disperata caccia di dollari per non incrementare altre perdite, abbia intenzione di spostare la Davis in un paese ricco, che possa assicurare cinque anni di conti in verde. Abu Dhabi pare la sede scelta. Lì finché traineremo l’economia del petrolio i $ non mancano davvero. Ma se la cosa andasse in porto, che ne sarebbe del valore affettivo e sociale dell’evento? Andrebbe totalmente perso. Spalti quasi sicuramente vuoti, o appannaggio di pochi ricconi che scelgono di unire un po’ di vacanza al tennis in queste nuove mete turistiche, per un evento che diventerebbe ancor più una sorta di ricchissima esibizione, per i giocatori e per chi organizza quest’evento, che a quel punto sarebbe totalmente svuotato del fattore casa e di quel senso di appartenenza che aveva trasformato la Davis in una leggenda, amatissima dal pubblico. 
    I giocatori probabilmente sarebbero stimolati a parteciparvi, grazie a ricchi assegni. Ma allora, quale sarebbe la differenza tra la tanto osteggiata Laver Cup e quel che ne resta di questa possibile Davis tra i cammelli ed emiri?
    La vecchia formula della Davis necessitava di una rinfrescata, era inevitabile. Ma tagliare un pelo incarnito con una motosega non è la cura migliore.
    Per rinvigorirla forse le strade migliori erano due:

    una ITF forte, che impone all’ATP un calendario che premia e aiuta a far diventare la Davis importante, dandole uno spazio migliore (per esempio: due finestre, una dove attualmente ci sono Indian Wells e Miami, e una in autunno, per almeno 6 settimane di Davis da giocarsi su tre turni, più la classica finale a fine anno
    oppure optare per una sorta di campionato del mondo, magari da farsi ogni 2 o 4 anni, con altre 4/6 settimane dedicate solo alle Davis. Sarebbe così attesa e probabilmente molto più interessante per gli stessi tennisti, che avrebbero modo di prepararla a dovere.

    Queste sono solo due proposte, tra le tante che si potevano provare ad attuare prima di sminuire così un patrimonio del nostro sport. Con tutti i limiti, problemi, difetti che volete, la Davis era un evento unico. Chi ha vissuto sulla propria pelle qualche lustro di tennis, ricorda perfettamente le emozioni pazzesche di tante sfide dell’Italdavis, anche quando non avevamo esattamente uno squadrone; come di altre finali o incontri tra varie nazioni giocate con una passione ed intensità uniche (la finale Francia – Svizzera, o quelle nei Balcani per esempio).
    La Davis è un torneo anomalo, ma è soprattutto per la gente. Togliere il fattore casa la trasforma in qualcos’altro che non potrà mai convincere. L’unico modo per valorizzare di nuovo questa competizione è darle il giusto peso, una collocazione buona nel calendario e magari, perché no, anche punti per il ranking per chi la gioca. Su questo se ne potrebbe parlare. I modi per rinvigorirla ci sarebbero. Basta volerlo, guardando oltre il portafoglio, perché la passione non si compra, la si vive.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Tartarini all’ATP: “Musetti non si deve complicare la vita con la tattica”

    Lorenzo Musetti a Milano

    Simone Tartarini è molto più di un coach per Lorenzo Musetti. È stato come un padre, uno zio, un confidente, un amico. Lo segue da 11 anni, fin da quando il piccolo Lorenzo si innamorò di questo sport con la racchetta. Tartarini l’ha guidato passo dopo passo, seguendo la sua crescita umana e sportiva, che l’ha portato a vincere l’Australian Open junior e poi fare l’ingresso, fragoroso, nel mondo del tennis Pro. Fragoroso sì, perché il suo tennis non lascia indifferenti. Nel 2021 il toscano ha entusiasmato molte volte: Acapulco, Lione, a Roland Garros, dove ha messo alle corde il n.1 del mondo Djokovic portandosi in vantaggio di due set a zero negli ottavi, prima di subire la rimonta del futuro campione del torneo. Poi un’estate più complicata, tra lo stop per la maturità, la preparazione per Wimbledon improvvisata su di un campo di calcio adattato al tennis, e il viaggio last minute alle Olimpiadi che ha un po’ complicato le cose. Ha passato un periodo non facile Lorenzo, sul piano personale, con una crisi di fiducia che in campo si è riflessa mortalmente. Sì, perché il tennis scorre per davvero nelle vene di Musetti, proprio come quel tatuaggio che ha sul braccio, un battito cardiaco con racchetta, segnale inequivocabile del suo amore totale per questo sport che gli sta dando tanto ma anche costando molto.
    Negli ultimi tornei autunnali si è rivisto un discreto Musetti, che soffre e sta in campo cercando di dare del suo meglio, anche se i fasti di inizio stagione sono lontani. Ieri all’Allianz Cloud di Milano ha messo in campo le ultime energie dopo una stagione lunga e faticosa, arrivando ad una vittoria contro Gaston che gli era quasi scappata via dopo averla sfiorata. Oggi con Korda si gioca l’accesso alle semifinali delle NextGen Finals, ma in palio c’è molto di più dall’anno prossimo. Per Tartarini, Musetti può essere un tennista da top10, uno di quelli più forti. Ma serve lavoro, applicazione, e meno confusione tattica. L’aver talento e tanti possibili schemi per vincere, a suo dire sta complicando le cose, perché oggi per salire in vetta serve un piano tattico più limpido, semplice, diretto.
    Il coach ne ha parlato nel Coach Corner dell’ATP, riportiamo alcuni passaggi del pensiero di Tartarini, che spazia anche su proprio rapporto con il talento 19enne.

    Quando Lorenzo era un ragazzo, lo portavi a guardare il tennis professionistico. Com’è adesso avere persone che vengono a guardarlo?Attualmente c’è grande interesse per i giovani perché in questo periodo ce ne sono davvero di molto bravi nell’ATP Tour. Carlos Alcaraz è il migliore. Rune è un altro giocatore molto, molto bravo. Korda lo stesso, come Brooksby. Credo che in ogni torneo in cui giocano Alcaraz, Korda o Lorenzo, molte persone siano interessate a seguire le partite perché possono scoprire nuovi giocatori. Ora la gente pensa che Auger-Aliassime e Shapovalov siano già vecchi anche se hanno solo 21, 22 anni! A Lorenzo tutto questo piace. Per lui è importante essere in fiducia quando gioca. Nella seconda parte della stagione qualche volta invece non lo era quando è sceso in campo.
    Perché è così importante la fiducia nel suo tennis?Lorenzo è un grande talento. Quando era più giovane, ogni volta che giocava a tennis faceva fin troppe palle corte e pallonetti. Quando aveva 12 anni, moltissimi colpi erano tagliati, palle corte, variazioni. Per me andava bene, ma ora è tutto completamente diverso. Per Lorenzo non è facile, in ogni partita deve cambiare la sua tattica. In una singola partita, ha quattro o cinque soluzioni, ma io voglio più stabilità invece di quattro o cinque alternative possibili. Non è facile quando Lorenzo cambia tutto ogni volta ad ogni punto. Lui ama giocare con varietà, ma ho detto a Lorenzo che deve seguire me al 70% e tenersi un 30% di creatività, non ci serve confusione sul piano tattico.
    Negli ultimi due mesi abbiamo lavorato solo su servizio e risposta. Ci stiamo focalizzando sulla seconda di servizio perché abbiamo bisogno di costruire una strategia più stabile. Stiamo lavorando sulla stessa situazione tattica, giocatore diverso, stessa situazione. Per me questo è importante.

    Lavori con Lorenzo da quando era un bambino, come è cambiato il vostro rapporto?
    La relazione tra di noi è sempre la stessa. Quando aveva 10 anni, io ero come un padre o uno zio, oggi siamo i migliori amici. Ha iniziato con me quando aveva solo 8 anni e ora ne ha 19. È un’enorme soddisfazione vedere cosa è diventato Lorenzo e spero che staremo insieme per tutta la sua carriera da pro, ma non so cosa accadrà in futuro. Lorenzo è un bravo ragazzo. Io credo che possa diventare un Top 10, c’è la possibilità, ma deve lavorare ogni giorno. Vedremo cosa accadrà nei prossimi due o tre anni, mi auguro che possa diventare uno dei migliori tennisti.
    È stato un anno emozionante, come stare sull’ottovolante?È stata una bellissima annata per Lorenzo. Nella prima parte, da gennaio a giugno fino a Roland Garros, abbiamo ottenuto i migliori risultati. Dopo gli ottimi tornei ad Acapulco e Miami, nel mese seguente sulla terra battuta Lorenzo ha giocato molto bene. Credo dia il suo meglio sulla terra rossa perché la sua tecnica lo fa esprimere al massimo. Ricordo la semifinale raggiunta a Lione contro Tsitsipas. Aveva vinto contro Korda, Auger-Aliassime e Bedene giocando in modo eccellente. Dopo Roland Garros, abbiamo avuto alcuni problemi perché Lorenzo si è dovuto fermare per quattro settimane per l’esame di maturità, era importante per lui terminare gli studi. Non ha giocato alcun torneo su erba, ci siamo potuti allenare solo su di un campo da calcio arrangiato a casa. Era tutto troppo diverso. Ha perso al primo turno a Wimbledon contro Hurkacz. L’altro problema è stato l’aver dovuto cambiare tutta la programmazione. Ora però va meglio. Ha giocato bene indoor ad Anversa. Con Gianluca Mager ha fatto un bel match e contro Jannik Sinner ha disputato un buon primo set. Anche contro Monfils a Vienna e poi a Parigi ha giocato un buon tennis. Ha perso quindi l’ultimo match contro Duckworth, ma ha avuto un problema quella mattina prima di scendere in campo. Si è svegliato e non riusciva a muovere la spalla. I mesi scorsi è andata meglio. Ora alle Intesa Sanpaolo NextGen Atp Finals terminiamo questa stagione. È stata lunga, ma è andata bene. LEGGI TUTTO

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    Archeo Tennis: 15 ottobre 1983, Aaron Krickstein vince a 16 anni un torneo ATP, è record assoluto di precocità

    Aaron Krickstein

    15 ottobre 1983, Tel Aviv. Il torneo Open tornato sul Grand Prix dopo un anno di stop viene vinto dal formidabile teenager statunitense Aaron Krickstein, che a soli 16 anni e 73 giorni diventa il più giovane vincitore della storia in un torneo del Tour maggiore. 
    Classe 1967, Aaron Krickstein è stato uno dei primi talenti emersi della rivoluzionaria scuola di Nick Bollettieri in Florida, insieme a Jimmy Arias (classe 1964). Nel 1983, il 16enne Krickstein si impose in varie competizioni nazionali U18, quindi mosse i primi passi sui tornei del Gran Prix. C’era grande attenzione per questo ragazzo magro e veloce, capace di colpire la palla con forza e precisione, ma soprattutto un anticipo davvero straordinario per quei tempi. Il primo risultato importante lo raggiunse agli US Open, dove sconfisse l’altra stella nascente Stefan Edberg al tiebreak decisivo del quinto set, e poi l’esperto Vitas Gerulaitis (allora n.16 del mondo) rimontando due set di svantaggio. La sua corsa a NY si arrestò agli ottavi, sconfitto dal campione in carica di Roland-Garros (e numero 4 del mondo) Yannick Noah.
    Sull’onda di quell’ottimo risultato, Aaron si presentò a Tel Aviv in grande forma e già con gli occhi puntati da parte di moltissimi appassionati di tennis. Non era passato inosservato quel suo gioco “estremo” per anticipo e velocità. Si sprecavano i confronti con il rovescio in anticipo di Jimbo Connors, ma il giovane prodotto di Bollettieri sparava pallate a ritmi e potenza nettamente superiori, facendo intravedere ampi margini di miglioramento, anche se la “mano” non sembrava tra le più “morbide” e l’incedere un po’ “robotico”.
    Nel torneo israeliano Krickstein iniziò comodamente, eliminando il n. 24 del mondo Henrik Sundstrom (e testa di serie n.1) per ritiro, in vantaggio 6-3 1-0. Al turno successivo, concesse solo 7 game a Schalk Van Der Merwe, quindi nei quarti di finale fu impegnato duramente dal tennista di casa Shahar Perkiss, superato solo 7-6 al terzo set. Aaron mise in mostra una forte capacità di resistenza mentale, nonostante la giovanissima età e poca esperienza di tennis Pro. In semifinale superò con un duplice 6-4 il britannico Colin Dowdeswell (tennista giramondo, che in carriera aveva giocato anche per Svizzera e Rhodesia). Anche nella parte bassa del tabellone ci furono molte sorprese. La seconda testa di serie e favorito del pubblico Shlomo Glickstein si arrese all’esordio, per la delusione dei fan israeliani, tanto che a giocarsi il posto in finale furono due tedeschi poco conosciuti, Rolf Gehring e Christoph Zipf. Prevalse quest’ultimo, classe ’62, discreto talento e vittorioso di buoni titoli a livello junior, per poi non confermarsi ad alto livello tra i Pro.
    La finale, disputata il 15 ottobre, vedeva quindi di fronte due tennisti alla prima chance per alzare un titolo professionistico. Krickstein impose la sua maggior potenza da fondo campo e soprattutto restò più calmo e focalizzato, vincendo 7-6 6-3. Trionfò alla sesta apparizione in un evento Pro, stabilendo il record, ancora imbattuto, di giocatore più giovane a vincere un torneo dell’ATP Tour.
    Krickstein, insieme a Jimmy Arias, divenne un vero “caso” nel mondo della racchetta, sia per la ventata di innovazione del suo tennis che le astute mosse promozionali del suo coach, Nick Bollettieri. La vera generazione di fenomeni del tennis USA, plasmata dalla visione e metodi assai particolari del coach, arrivò da lì a pochi anni: Agassi, Courier, Chang (e Sampras, solo in parte formato da Nick).
    Purtroppo Aaron non riuscì a diventare quel super-campione che la precocità aveva fatto immaginare, frenato da tanti infortuni ma anche da alcune carenza tecniche che non riuscì mai a superare totalmente. Con il suo tennis di sbarramento e pressione, regalò spesso bei match contro i tanti attaccanti dell’epoca. In carriera vinse nove titoli, toccando un best ranking al n.6 nel 1990, pochi mesi dopo aver ottenuto la sua migliore prestazione in un Grande Slam, agli US Open del 1989, dove sbarcò in semifinale (sconfitto di Boris Becker). Terminò la sua carriera nel 1996.
    Krickstein resta il più giovane vincitore di un torneo ATP. Guida una ideale “top10” di precocità che vede a seguire Michael Chang (16 anni e 7 mesi – San Francisco 1988), Lleyton Hewitt (16 anni e 10 mesi – Adelaide 1998), Guillermo Perez Roldan (17 anni e 6 mesi – Monaco 1987), Boris Becker (17 anni e 6 mesi – Queen’s 1985), Andre Agassi (17 anni e 6 mesi – Itaparica 1987), Bjorn Borg (17 anni e 7 mesi – Auckland 1974), Pat Cash (17 anni e 7 mesi – Melbourne 1982), Mats Wilander (17 anni e 9 mesi – Roland Garros 1982) e Andrei Medvedev (17 anni, 9 mesi – Genova 1992).
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Circuito Challenger: I risultati dei giocatori italiani impegnati nelle Semifinali (LIVE- 25 Settembre 2021)

    Stefano Travaglia nella foto

    CHALLENGER Braga (Portogallo) – terra battutaQF Monteiro – Arnaboldi (0-0) ore 11:00CH CH Braga Monteiro T.0462 Arnaboldi A.• 0640ServizioSvolgimentoSet 3Arnaboldi A.Monteiro T. 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 40-40 40-A 40-40 A-401-0 → 2-0Arnaboldi A. 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 40-40 40-A0-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 2Monteiro T. 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 A-405-4 → 6-4Arnaboldi A. 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-405-3 → 5-4Monteiro T. 15-0 15-15 30-15 40-154-3 → 5-3Arnaboldi A. 15-0 30-0 40-04-2 → 4-3Monteiro T. 0-15 15-15 30-15 30-30 40-303-2 → 4-2Arnaboldi A. 15-0 30-0 40-03-1 → 3-2Monteiro T. 15-0 30-0 40-02-1 → 3-1Arnaboldi A. 15-0 15-15 15-30 15-40 30-401-1 → 2-1Monteiro T. 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 A-400-1 → 1-1Arnaboldi A. 15-0 30-0 40-00-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Monteiro T. 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A4-5 → 4-6Arnaboldi A. 15-0 15-15 15-30 15-403-5 → 4-5Monteiro T. 0-15 15-15 30-15 40-152-5 → 3-5Arnaboldi A. 15-0 15-15 30-15 40-152-4 → 2-5Monteiro T. 0-15 15-15 15-30 30-30 30-402-3 → 2-4Arnaboldi A. 0-15 0-30 15-30 30-30 40-302-2 → 2-3Monteiro T. 15-0 15-15 15-30 30-30 40-301-2 → 2-2Arnaboldi A. 0-15 15-15 30-15 40-15 40-301-1 → 1-2Monteiro T. 15-0 30-0 30-15 40-150-1 → 1-1Arnaboldi A.0-15 15-15 30-15 40-15 40-300-0 → 0-1 CHALLENGER Bucharest (Romania) – terra battutaSF Horansky – Giustino (0-0) ore 10:00Il match deve ancora iniziare SF Travaglia – Lehecka (0-0) 2 incontro dalle ore 10:00Il match deve ancora iniziare LEGGI TUTTO

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    Thiem: “Gli Slam restano il massimo, ma gli altri tornei sono sotto stimati”

    Dominic Thiem

    Dominic Thiem è stato il grande assente agli ultimi US Open. L’austriaco non ha potuto difendere il titolo 2020 per via dei gravi problemi al polso che l’hanno costretto ad una lunga e difficile riabilitazione, forzando la chiusura anticipata della sua travagliata stagione.
    Dominic ha parlato ad Eurosport di vari temi, soffermandosi su come a suo dire il valore dei tornei Masters 1000, ma anche ATP 500 e 250, sia sottovalutato. Vincere sul tour è molto difficile, per tutti, anche nei tornei considerati – a suo dire – ingiustamente minori.
    “Non so com’era 20 anni fa, ma da quando sono diventato professionista, se è vero che i tornei del Grande Slam sono molto importanti dall’altro tutti sanno, e noi giocatori in primis, quanto sia difficile vincere sul tour ATP. È difficile vincere un Masters 1000, un ATP 500 o anche un ATP 250, ancor più le Finals di fine stagione. Credo che in effetti questi tornei siano sottovalutati”.
    Continua Thiem nel suo pensiero: “I Grandi Slam esistono da anni e anni, c’è una tradizione fortissima intorno a loro, questi sono i quattro tornei più importanti al mondo e lo resteranno. Molte persone che non sono particolarmente appassionate di tennis lo sono diventate o possono diventarlo guardando proprio i tornei del Grande Slam. Sono davvero così speciali, per questo capisco la mania che c’è intorno ai quattro Slam, ma dobbiamo anche saper apprezzare gli altri tornei che sono molto difficili da vincere e per noi giocatori restano importanti”.
    L’austriaco ha dovuto ingoiare più di un boccone amaro nel 2021: “New York sarà sempre speciale per me: lì ho vinto il mio primo titolo del Grande Slam, e ho sempre amato New York come città. Di solito negli Slam le persone sono simpatiche, c’è un’atmosfera unica. Questi sono i più grandi tornei della stagione per noi, quindi vogliamo esserci sempre. Allo stesso modo mi è dispiaciuto non giocare a Wimbledon quest’anno, penso che questo sia il primo che mi sono perso da diversi anni. Ho provato di tutto per giocare ma devo pensare alla mia salute, al mio polso, voglio tornare in campo al meglio per ricominciare a vincere”.
    Sembra che il lungo processo di riabilitazione dell’austriaco sia procedendo, anche se più lento del previsto e di quel che lui sperava. Del resto il polso è una delle parti del corpo più delicate per un giocatore, sia a livello meramente funzionale che di sensazioni alla ripresa dell’attività. La sua tabella di marcia vede la trasferta australiana come possibile rientro, gli auguriamo che i tempi siano, stavolta, rispettati. Potrebbe essere un gennaio 2022 segnato dai grandi rientri da parte dei molti giocatori che hanno chiuso anticipatamente l’annata, da Nadal in giù.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Italiane nei tornei ITF: I risultati di Domenica 19 Settembre 2021

    Martina Trevisan nella foto

    W80 Valencia 80000 – Final[7] Dalma Galfi vs [2] Martina Trevisan Non prima delle 18:00Il match deve ancora iniziare

    W15 Cairo 15000 – Final[1] Anastasia Zolotareva vs Gloria Ceschi ore 10:00Il match deve ancora iniziare

    W15 Sozopol 15000 – Final[1] Nastja Kolar vs Chiara Catini ore 11:00Il match deve ancora iniziare LEGGI TUTTO