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    MotoGP, Agostini su Bagnaia: “Lui e la Ducati possono fare come me”

    ROMA – Giacomo Agostini incorona Pecco Bagnaia. La leggenda italiana della MotoGP, che ha ricevuto il premio Rosa Camuna durante una cerimonia a Palazzo Pirelli, ha parlato della corsa al titolo del torinese, che potrebbe già chiudere la partita questo weekend al Gran Premio della Malesia, penultimo appuntamento stagionale, riportando anche la Ducati in cima al Mondiale piloti. “Francesco Bagnaia con la Ducati è in testa al campionato del mondo, potrebbe vincere il titolo un pilota italiano su una moto italiana – ha detto -. L’ultimo a farlo sono stato io 50 anni fa. Sarebbe davvero il massimo”. 
    Le parole di Agostini
    Agostini ha poi mostrato la soddisfazione per il premio ricevuto a Milano: “È un riconoscimento per quello che ho fatto nella vita, come sportivo e come uomo. I successi che ho ottenuto sono dovuti anzitutto a un dono di natura, sono nato con l’amore per le due ruote e ci ho sempre creduto”. Poi, qualche parola sui giovani che si approcciano al suo sport: “Ci vuole serietà, tanto amore e passione, altrimenti le vittorie non arrivano”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Giacomo Agostini: “Bagnaia e Ducati, fate come me 50 anni fa”

    ROMA – “Francesco Bagnaia con la Ducati è in testa al campionato del mondo, potrebbe vincere il titolo un pilota italiano su una moto italiana. L’ultimo a farlo sono stato io 50 anni fa. Sarebbe davvero il massimo”. Parola di Giacomo Agostini. La leggenda italiana della MotoGP, che ha ricevuto il premio Rosa Camuna durante una cerimonia a Palazzo Pirelli, ha parlato della corsa al titolo di Pecco Bagnaia, che potrebbe già chiudere la partita questo weekend al Gran Premio della Malesia, penultimo appuntamento stagionale, riportando anche la Ducati in cima al Mondiale piloti.
    La gioia di Agostini
    Agostini ha poi mostrato la soddisfazione per il premio ricevuto a Milano: “È un riconoscimento per quello che ho fatto nella vita, come sportivo e come uomo. I successi che ho ottenuto sono dovuti anzitutto a un dono di natura, sono nato con l’amore per le due ruote e ci ho sempre creduto”. Poi, qualche parola sui giovani che si approcciano al suo sport: “Ci vuole serietà, tanto amore e passione, altrimenti le vittorie non arrivano”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP: Bagnaia campione e non meteora, ecco perché crederci

    TORINO – Cinquant’anni dopo l’ultimo trionfo di Giacomo Agostini con la MV Agusta manca davvero l’ultimo piccolo-grande sforzo per celebrare il titolo mondiale della top class di un pilota italiano su una moto italiana. Il sorpasso di Pecco Bagnaia e della Ducati sulla Yamaha di Fabio Quartararo pare davvero definitivo e la rimonta clamorosa può essere coronata già domenica in Malesia, senza aspettare l’ultima gara del 5 novembre a Valencia. Un’impresa che lo stesso Ago celebra, definendo il binomio Bagnaia-Ducati «eccezionale».Ma a fare discutere sono altre parole che il mito ottantenne dedica al una MotoGP per lui orfana di stelle in un’intervista a Repubblica. Ago infatti sostiene (e nei fatti ha ragione) che manchi un personaggio, uno in grado di accendere la passione dei tifosi, che dopo l’addio di Valentino Rossi hanno (inevitabilmente a cena un po’ per colpa della pandemia) abbandonato i circuiti. «Negli ultimi anni hanno vinto il binomio Mir-Suzuki, quello Quartararo-Yamaha e ora non vedo chi possa fermare Bagnaia-Ducati, ma se vincono in troppi la gente può pensare che in MotoGP possa vincere chiunque».A parte che i numeri degli spettatori, nei circuiti e in tv, stanno di nuovo lentamente e progressivamente crescendo, non si può fare a meno di considerare che fenomeni come Agostini e Rossi ne nascono pochi. E che l’altro, ovvero Marc Marquez, negli ultimi tre anni ha saltato più gare di quelle corse e subito quattro operazioni al braccio destro distrutto a Jerez 2020. E che anche lui deve fare i conti pure con la crisi tecnica della Honda. Perché alla fine, nei motori e sempre più anche in una MotoGP in salsa Formula 1, il mezzo è fondamentale. Michael Schumacher e Lewis Hamilton non sarebbero diventati miti senza Ferrari e Mercedes, tipo. Lo stesso Valentino ha fallito la sfida di vincere su una moto italiana, perché nel 2011-2012 era ben altra Ducati, una moto tutt’atro che vincente.

    Merito a Bagnaia

    Quindi merito a Bagnaia. E alla Ducati. Che giustamente quest’anno sta facendo di tutto per aiutarla a vincere. Perché dal prossimo bisognerà fare di nuovo i conti con Marquez. Ma anche perché vincere aiuta a vincere. Regala consapevolezza. Spinge. A migliorarsi. Anche Agostini e Valentino sono diventati leggende così. Perché non potrebbe esserlo anche Bagnaia, che ha ha vinto sei gare e nelle ultime due non ha rischiato fino in fondo pensando alla classifica? LEGGI TUTTO

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    Giacomo Agostini compie 80 anni: storia e carriera del più vincente di tutti

    ROMA – Ottant’anni di una leggenda, ottant’anni di Giacomo Agostini. La storia, il mito, la spregiudicatezza vincente di un essere umano capace di vincere la bellezza di 15 titoli mondiali: mai nessuno ha fatto bene quanto lui. Una vita sempre al massimo, sempre al vertice del motorsport a due ruote, anche da dirigente, quando nel 1982 prende le redini del suo Agostini Team, portando tre volte al trionfo iridato Eddie Lawson. Insomma, dovunque “Ago” abbia messo piede, la vittoria è entrata con lui a braccetto. E le sue statistiche nel Motomondiale, al limite dell’incredibile, fanno ancora oggi da faro a chiunque sogni di correre su una moto: 190 Gran Premi disputati, 159 podi complessivi di cui 122 festeggiati sul gradino più alto, 12 mondiali consecutivi (dal 1967 al 1973) in classi diverse (350cc e 500cc) – sempre con la scuderia MV Agusta -, di cui tre (1968-1969-1970) vinti trionfando in tutti i Gran Premi. Inoltre, Agostini è ancora oggi l’unico italiano ad aver vinto la 200 miglia di Daytona: era il 10 marzo del 1974, per un clamoroso debutto in Yamaha.Guarda la gallery”Un mito lungo 80 anni”: ecco il libro della leggenda Agostini
    Oltre il mito
    Sulla sua carriera scintillante fatta di trofei e vittorie su circuiti oggi improponibili per la loro pericolosità, come il Tourist Trophy della Gran Bretagna, si è già detto molto. Agostini ha però inoltre rappresentato una figura d’avanguardia anche per quanto riguarda il modo di vedere lo sportivo. Carismatico, seducente, sfrontato quanto basta e un talento a rasentare la perferzione: Agostini è stato uno dei primi atleti a riempire coi suoi affaire amorosi le pagine dei rotocalchi, che andavano di pari passo con i quotidiani sportivi che ad ogni weekend ne tessevano le lodi per le traiettorie impossibili disegnate in pista. Il suo contratto con la Yamaha dopo aver fatto incetta di successi con la MV Agusta fece molto scalpore per l’epoca: 300 milioni di lire per un biennale e tante polemiche per un presunto tradimento al team italiano. Solo nuvole passeggere, poi ancora due mondiali con la casa di Iwata, prima del ritiro nel 1977, per la fine di un’era che ancora oggi è marchiata a fuoco col suo nome, la cui eco risuona ancora oggi nella Hall of Fame della MotoGp. LEGGI TUTTO

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    Giacomo Agostini spegne 80 candeline: una vita oltre il mito

    ROMA – Giacomo Agostini compie 80 anni. La sua carriera racconta di una vita dedicata alle due ruote, su cui ha vinto 15 titoli iritati: un record ineguagliato ancora oggi. La vittoria gli ha fatto compagnia anche nelle vesti di team manager, quando nel 1982 prende il comando dell’Agostini Team, portando tre volte al trionfo iridato Eddie Lawson. Insomma, dovunque “Ago” abbia messo piede, il successo è entrato con lui a braccetto. Le sue statistiche nel Motomondiale, al limite dell’incredibile, fanno ancora oggi da faro a chiunque sogni di correre su una moto: 190 Gran Premi disputati, 159 podi complessivi di cui 122 festeggiati sul gradino più alto, 12 mondiali consecutivi (dal 1967 al 1973) in classi diverse (350cc e 500cc) – sempre con la scuderia MV Agusta -, di cui tre (1968-1969-1970) vinti trionfando in tutti i Gran Premi. Inoltre, Agostini è ancora oggi l’unico italiano ad aver vinto la 200 miglia di Daytona: era il 10 marzo del 1974, per un clamoroso debutto in Yamaha.
    Uno sportivo rivoluzionario
    Sulla sua carriera scintillante fatta di trofei e vittorie su circuiti oggi improponibili per la loro pericolosità, come il Tourist Trophy della Gran Bretagna, si è già detto molto. Agostini ha però inoltre rappresentato una figura d’avanguardia anche per quanto riguarda il modo di vedere lo sportivo. Carismatico, seducente, sfrontato quanto basta e un talento a rasentare la perferzione: Agostini è stato uno dei primi atleti a riempire coi suoi affaire amorosi le pagine dei rotocalchi, che andavano di pari passo con i quotidiani sportivi che ad ogni weekend ne tessevano le lodi per le traiettorie impossibili disegnate in pista. Il suo contratto con la Yamaha dopo aver fatto incetta di successi con la MV Agusta fece molto scalpore per l’epoca: 300 milioni di lire per un biennale e tante polemiche per un presunto tradimento al team italiano. Ma la storia gli ha dato ragione: con i giapponesi, prima del ritiro nel 1977, ha fatto in tempo ad arricchire la sua bacheca con altri due titoli. Un mito che continua ancora oggi e riecheggerà per sempre nella Hall of Fame della MotoGp, riconoscimento arrivato nel 2000, oltre a quello istituzionale più prestigioso: il titolo di Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, che gli è stato conferito dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi nel 2003. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Agostini: “Triste vedere Rossi così, deve dire basta”

    ROMA – Dopo sei gare del Mondiale 2021 di MotoGp, Valentino Rossi naviga nei bassifondi della classifica piloti. Il decimo posto di ieri al Mugello, miglior risultato stagionale per il Dottore, mostra come sia iniziato in salita quest’anno per il pesarese, passato al team Petronas e in grandissima difficoltà, con sole tre gare a punti. Di questo ha parlato Giacomo Agostini ai microfoni di Sky Sport, provando forse a consigliare, seppur indirettamente, il collega: “Valentino Rossi deve avere il coraggio di dire basta – ha detto l’ex pilota italiano -. Per me è triste vedere Valentino così distante dai primi, anche per i suoi stessi tifosi che sperano sempre possa arrivare un bel risultato”.
    Il momento di ritirarsi
    Per Agostini, il momento di ritirarsi è arrivato anche per Rossi, uno che ha attraversato intere generazioni in sella ai bolidi della MotoGp: “Non credo si possa essere felici nel correre così, quando per una vita sei stato abituato a ottenere dei riscontri come lui – ha affermato -. Poi, rispetto le sue idee, però io credo che sia anche opportuno capire quando arriva il momento di smettere. Capisco che è doloroso, ricordo benissimo quanto ho sofferto quando quella decisione l’ho presa io” LEGGI TUTTO