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    MotoGP Ducati, Agostini esalta Bagnaia: “Può aprire un ciclo”

    ROMA – “Bagnaia può aprire un ciclo. Ha già vinto il campionato del mondo, quest’anno parte favorito, è lui l’uomo da battere e la Ducati ha un grande vantaggio, quindi gli altri dovranno rincorrere”. Così Giacomo Agostini, ai microfoni di Italpress, presenta la nuova stagione di MotoGP, che scatterà nel weekend con il Gran Premio del Portogallo. Ducati ha già dato segnali di conferma molto importanti nei test prestagionali, e lo stesso Pecco sembra voler ricominciare da dove aveva lasciato. Ma Agostini spera che anche la concorrenza possa crescere: “Per il bene della MotoGP, spero, perché sarebbe un grande spettacolo per tutti gli appassionati delle due ruote, che arrivino anche la Yamaha con Quartararo e la Honda con Marquez per dare vita a un Mondiale combattuto”.  LEGGI TUTTO

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    Ducati, Agostini freme per Bagnaia-Bastianini: “Ma serve rispetto”

    ROMA – La nuova stagione di MotoGP vede la Ducati presentarsi ai nastri di partenza con una coppia di pilota che promette scintille. Infatti, il team campione del mondo, oltre ad aver ovviamente confermato Francesco Bagnaia, gli ha affiancato un altro dei piloti più talentuosi in griglia, ovvero Enea Bastianini. Una coppia pronta a fare scintille, ma Giacomo Agostini mette in guardia anche dall’altra faccia della medaglia: “Per una squadra è bello avere due piloti forti, perché se non vince uno vince l’altro, oppure uno arriva primo e l’altro secondo: è una situazione che tutti i team vorrebbero avere. Spero che ci siano delle lotte tra loro due, naturalmente con rispetto – sottolinea ai microfoni di Sky Sport -. In gara non c’è amicizia, si sgomita, si possono creare situazioni che ti infastidiscono, ma sono due ragazzi intelligenti, hanno esperienza. Tutti vogliono vincere, ma mi auguro che ci sia rispetto e non vadano oltre il limite”. 
    “Spero che Marquez torni competitivo”
    La leggenda italiana ha poi continuato parlando di chi, secondo lui, ambirà al titolo: “L’uomo da battere è il campione del mondo, quindi Bagnaia. Non gli ho dato nessun consiglio, non ne ha bisogno. Gli altri senz’altro si saranno preparati e si stanno preparando, dipenderà da chi ha lavorato meglio quest’inverno e da chi ha preparato la moto migliore, che è un altro aspetto molto importante. Sarà una grande battaglia, da esterni sarà bello perché ci divertiranno molto e vedremo tanto spettacolo. Quartararo vorrà vincere con la Yamaha, Marc Marquez è incattivito e spero anch’io che possa avere la moto per competere con i più forti”.  LEGGI TUTTO

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    Ducati, Bagnaia incontra Agostini: i due campioni a Misano

    ROMA – La Ducati ha vissuto un 2022 davvero da incorniciare, facendo incetta di successi in tutte le categorie, dalla Superbike alla MotoGP. Emblema di questa annata straordinaria è sicuramente Francesco Bagnaia, che ha limato alcuni difetti mostrati nella prima metà di stagione dando il via ad una rimonta straordinaria nella seconda parte. Il titolo iridato arrivato a Valencia non ha solo segnato il ritorno di un pilota italiano e della Ducati sul tetto del mondo dopo oltre un decennio, ma anche la riproposizione della vittoria di un pilota italiano su moto italiana a 50 anni esatti dall’ultima volta, da quel 1972 in cui Giacomo Agostini si impose nella classe 500 su MV Agusta. Una ricorrenza storica che è stata celebrata con un shooting fotografico che si è tenuto a Misano, in cui i due campioni, del passato e del presente, hanno posato con le rispettive moto, entrambe fregiate del numero “1”.
    Il 15 dicembre la festa a Bologna
    I due campioni italiani non sono potuti scendere in pista, a causa del regolamento della MotoGP, che impedisce ai piloti di guidare e provare le proprie moto nei mesi di dicembre e gennaio, ma a prescindere da questo l’emozione dell’incontro è stata tanta. Tutto questo, a pochi giorni dalla grande festa organizzata da Ducati per celebrare i successi del 2022 insieme ai propri tifosi.  LEGGI TUTTO

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    Ducati, incontro tra campioni a Misano: Bagnaia posa con Agostini

    ROMA – Il 2022 motociclistico ha celebrato l’eccellenza italiana e della Ducati, assoluta “cannibale” di trofei tra MotoGP e Superbike, vincendo tutto quello che c’era da vincere. Emblema di questa annata straordinaria è sicuramente Francesco Bagnaia, che ha limato alcuni difetti mostrati nella prima metà di stagione dando il via ad una rimonta straordinaria nella seconda parte. Il titolo iridato arrivato a Valencia non ha solo segnato il ritorno di un pilota italiano e della Ducati sul tetto del mondo dopo oltre un decennio, ma anche la riproposizione della vittoria di un pilota italiano su moto italiana a 50 anni esatti dall’ultima volta, da quel 1972 in cui Giacomo Agostini si impose nella classe 500 su MV Agusta. Una ricorrenza storica che è stata celebrata con un shooting fotografico che si è tenuto a Misano, in cui i due campioni, del passato e del presente, hanno posato con le rispettive moto, entrambe fregiate del numero “1”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Agostini: “Avevamo bisogno di un eroe come Bagnaia”

    ROMA – Pecco Bagnaia, con il titolo conquistato a Valencia pochi giorni fa, è diventato il primo pilota italiano a vincere il Mondiale di MotoGP dal 2009 e il primo a farlo con Ducati dal 2007. Era però da mezzo secolo che un italiano non trionfava su una moto italiana. L’ultimo a riuscirci era stato Giacomo Agostini nel 1972. Proprio il vincitore del campionato cinquant’anni fa sulla MV Augusta ha parlato in un’intervista ad “As” del connazionale:  “È un titolo importante perché un italiano che vince su una moto del nostro paese ci rappresenta in tutto il mondo. È un grande onore per l’Italia che la nostra tecnologia sia rappresentata in questo modo da uno dei nostri piloti e da una delle nostre case. Noi italiani abbiamo bisogno di un eroe, un pilota che faccia cose che gli altri non possono fare e in questo caso Bagnaia è riuscito a vestire questi panni dimostrando una grande intelligenza e maturità”.Guarda la galleryUna BMW M3 per Pecco Bagnaia
    Le parole di Agostini
    Pilota italiano e moto italiana, appunto: “Ci è voluto mezzo secolo perché una dinamica del genere si ripetesse e il motivo per cui ci è voluto così tanto è che non è stato facile confrontarsi con le marche giapponesi che dispongono di strutture più avanzate e di maggiori capitali – ha aggiunto Agostini -. È fantastico che la Ducati, una fabbrica molto più piccola di quelle giapponesi, sia riuscita a realizzare tutte queste moto in grado di lottare per la vittoria, dunque i tecnici della casa di Borgo Panigale e tutta la squadra hanno avuto un grande merito LEGGI TUTTO

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    MotogGP Ducati, Agostini e l'orgoglio Bagnaia: “È un eroe, fa cose che gli altri non possono fare”

    ROMA – Pecco Bagnaia è il nome del momento in MotoGP. Il pilota Ducati, fresco campione del mondo della classe regina, ha riportato la Ducati in cima al Mondiale Piloti per la prima volta dal 2017. Era però da mezzo secolo che un italiano non trionfava su una moto italiana. L’ultimo a riuscirci era stato Giacomo Agostini nel 1972. Proprio il vincitore del campionato cinquant’anni fa sulla MV Augusta ha parlato in un’intervista ad “As” del connazionale:  “È un titolo importante perché un italiano che vince su una moto del nostro paese ci rappresenta in tutto il mondo. È un grande onore per l’Italia che la nostra tecnologia sia rappresentata in questo modo da uno dei nostri piloti e da una delle nostre case. Noi italiani abbiamo bisogno di un eroe, un pilota che faccia cose che gli altri non possono fare e in questo caso Bagnaia è riuscito a vestire questi panni dimostrando una grande intelligenza e maturità”.Guarda la galleryLa storia della Ducati Mondiale: Bagnaia campione 15 anni dopo Stoner
    Bagnaia nella storia
    Pilota italiano e moto italiana, appunto: “Ci è voluto mezzo secolo perché una dinamica del genere si ripetesse e il motivo per cui ci è voluto così tanto è che non è stato facile confrontarsi con le marche giapponesi che dispongono di strutture più avanzate e di maggiori capitali – ha aggiunto Agostini -. È fantastico che la Ducati, una fabbrica molto più piccola di quelle giapponesi, sia riuscita a realizzare tutte queste moto in grado di lottare per la vittoria, dunque i tecnici della casa di Borgo Panigale e tutta la squadra hanno avuto un grande merito LEGGI TUTTO

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    Agostini tifa Bagnaia: “Mi rivedo in Pecco, ma serve un personaggio”

    Giacomo, che effetto fa trovare un erede cinquant’anni dopo?«È passato così tanto tempo, che molti dei miei tifosi sono morti… Scherzi a parte. Sapete che nel cuore ho anche la Yamaha, ma come italiano dico che tutti dobbiamo essere molto orgogliosi di quello che hanno fatto Pecco e la Ducati. Avere un pilota e una Casa, che significa tecnologia, migliori di tutti è una gran cosa. Spero che Pecco ce la faccia, che finalmente dopo cinquant’anni riesca ad emergere così prepotentemente un binomio tutto italiano».

    Di quel trionfo del 1972 cosa ricorda?«L’emozione che non cambia mai, anche dopo tanti anni e successi, dopo essere riuscito a portare in giro per il mondo sia il pilota sia la tecnologia italiana. Ricordo la tensione e la preoccupazione, nonostante avessi già vinto tanto, potessi in qualche modo essere… abituato».

    A proposito di MV Agusta, è stata appena salvata dalla Ktm.«Sono contento, perché è un marchio che ha ancora tanto appeal e prospettiva. Quando vado in giro per il mondo chiedo sempre se vogliono che venga con la MV o la Yamaha, quasi tutti chiedono la MV. Un motivo ci sarà no? La Ktm è un’azienda molto forte e soprattutto si occupa di moto e di corse, quello che all’MV s’era perso».

    Gli austriaci potrebbero riportare il marchio in MotoGP, sfruttando il posto lasciato dalla Suzuki.«Magari. Hanno la tecnologia, l’esperienza, un reparto corso efficiente. Sì, può essere un’operazione fattibile e positiva».

    Intanto parliamo di oggi: della sfida tra Bagnaia e Quartararo.«Due ragazzi che mi piacciono, molto. Fabio è fortissimo. S’era già visto fin dall’inizio della carriera, poi si era un po’ perso, ma non ha mai mollato ed è riuscito a diventare campione del mondo con la Yamaha, dopo Valentino. In più è una persona squisita. Pecco è un grande pilota, bravo nelle prove. Ecco, in questo mi rivedo in lui. È una che “usa” le prove. Come me vuole avere tutto sotto controllo al 100% prima di dare tutto, in qualifica e in gara. È un approccio che ti costringe a lavorare di più, passo dopo passo, ma che porta lontano».

    Quindi merita il titolo?«Assolutamente. Anche perché nella MotoGP di oggi appena abbassi un filo la concentrazione e il livello, se non sei al top, sei ventesimo. Guardate Marquez. Sono convinto che può tornare quello di prima, ma in questa MotoGP non puoi permetterti la politica del “piano piano”. C’è solo quella del “forte forte”…».

    Per questo vincono in tanti?«Sì, ma è anche il limite di questo momento».

    Ovvero?«Vedere che tanti piloti vanno forte e vincono è bello per gli addetti ai lavori e gli appassionati, ma il grande pubblico vuole vedere persone che fanno le cose gli altri non riescono a fare. I supereroi. Quelli come Cassius Clay, per il quale mi alzavo di notte per vedere i suoi incontri. O come Maradona, Merckx, Tomba. Stancano? No. Agostini non ha stancato, Valentino non ha stancato, Hamilton non ha stancato. La gente vuole un idolo, se vincono tutti non si apprezza il valore di quello che questi ragazzi fanno».

    Pecco può diventare un personaggio?«Come tutti, specie gli italiani, è schiacciato ancora dall’ombra di Valentino. La gente ha ancora negli occhi i suoi show, le bambole gonfiabili, i gabinetti in pista… Non le vedremo più, non con Pecco di sicuro. Lui è un ragazzo tranquillo, non uno showman. Ma anch’io ero così. E se vinci tanto, ma proprio tanto, come sta facendo lui adesso, la gente vuole vedere te, solo te. Ecco, mi auguro che il prossimo anno siano al massimo in due o tre a giocarsi le gare».

    La Ducati avrà un Dream Team con Bagnaia e Bastianini…«Forte Enea. Sarà una bella rivalità che può portare spettacolo. Quindi ben venga. Però serve per lo show in questa MotoGP serve anche qualcos’altro».

    Cosa?«Smetterla con tutte queste punizioni per toccatine, rallentamenti, problemi in pista. Se togliamo al pubblico le sportellate e il grande personaggio che le dà e le prende, si rischia di perdere attenzione. Da un po’ di tempo si è troppo “puliti”. Che non vuole dire approvare il gioco sporco, ma le corse, per quello che sono».

    Però è anche una questione di sicurezza.«Vero, ma oggi le tecnologie e i materiali aiutano in questo. Se penso a quando correvo io, molte volte transitando davanti a un mazzo di fiori per un amico morto il giorno prima, mi sento un sopravvissuto. Allora non ci pensavo, ero travolto dall’amore per le corse e la voglia di vincere, ma ora ho capito che qualcuno da lassù mi ha aiutato. Anche se avevo molta sensibilità e non ero uno che prendeva sempre troppi rischi. Ma quelle erano le corse. Cadevi e morivi».

    A proposito di grandi della sua generazione che non ci sono più e di Rosse delle corse: è appena mancato Mauro Forghieri.«L’ho conosciuto bene. Anche per me s’era parlato e poteva esserci un posto alla Ferrari. Aveva un carattere difficile, però faceva tutto con una personalità incredibile. Era benvoluto dal Drake e per questo non aveva timore di chiedergli le cose, anche quelle più… costose. Ferrari per questo lo apprezzava. E poi alla fine, come sempre nel nostro mondo, contano i fatti, i risultati. E Forghieri anche sotto questo punto di vista ha fatto grandi cose». LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Agostini: “Spero sia la volta di Bagnaia”

    ROMA – Esattamente mezzo secolo. Sono infatti 50 anni che un pilota italiano non riesce ad imporsi su una moto del Belpaese in classe regina, dal titolo della leggenda Giacomo Agostini nel 1972, capace di trionfare su MV Agusta 500. Proprio il 15 volte campione del mondo spera che questo digiuno venga interrotto a Valencia da Francesco Bagnaia. “Speriamo succeda, a Bagnaia mancano solo due punti, mentre Quartararo – spiega a Sky Sport – deve assolutamente vincere e non è facile”.
    “Un orgoglio per l’Italia”
    “Ago”a cui è dedicato il premio per il miglior sorpasso dell’anno – votato sui social – che sarà assegnato proprio il 6 novembre alla fine dell’ultimo gran premio in terra spagnola, spera di festeggiare con “Pecco”. “Penso possa conquistare il titolo, per noi è molto importante. Portare nel mondo la tecnologia italiani con piloti nostrani, credo sia un grande orgoglio per il paese”, questo le parole di Agostini. LEGGI TUTTO