Ad Austin trionfo di Kimi Raikkonen che ha interrotto un digiuno che durava da ben 113 gare. Lewis Hamilton, terzo sotto la bandiera a scacchi, ha dovuto rimandare i festeggiamenti per il quinto titolo iridato. A completare il podio Max Verstappen, autore dell’ennesima fenomenale rimonta. Sebastian Vettel, incappato in un altro week end nero, ha limitato i danni chiudendo appena dietro il campione inglese.
Una Ferrari ha vinto il Gran Premio degli Stati Uniti! Questa volta però non è stata quella di Sebastian Vettel, che ha dovuto nuovamente lottare contro il suo fantasma ma quella di Kimi Raikkonen che, esattamente undici anni dopo il titolo iridato, ha voluto festeggiare così il suo addio alla Rossa. Un week end perfetto coronato con una vittoria che mancava dal lontano 2013. Dietro al finlandese, Max Verstappen che, anche ad Austin, ci ha divertito con un’altra esaltante rimonta: dal 18° posto in griglia di partenza alla piazza d’onore.
Lewis Hamilton si è dovuto invece accontentare della terza posizione e non ha potuto festeggiare il quinto titolo iridato, visto il quarto posto di Vettel. A punti Valtteri Bottas, le due Renault, finalmente redivive, Sergio Perez, Brandon Hartley e Marcus Ericsson, con l’unica Sauber al traguardo.
Ma diamo i voti ai protagonisti a stelle e strisce
KIMI RAIKKONEN – 10: ha fatto quello che avrebbe dovuto fare Vettel, se avesse voluto mantenere qualche residua chance di poter lottare per il mondiale, Prima fila in qualifica, a meno di un decimo da Hamilton. Sorpasso dell’inglese alla prima curva, e gestione perfetta della gara fino alla bandiera a scacchi. Sul finale di gara, con gomme usurate, è riuscito a tenere dietro due mastini come Vertsappen e lo stesso Hamilton. Vittoria meritata, che ha esaltato tutti i suoi tifosi, e che forse ha creato qualche rimpianto a Maranello.
MAX VERSTAPPEN – 9,5: ormai archiviata la fama di bad boy, il giovane olandese sta diventando specialista di epiche rimonte. Anche negli USA Max è stato costretto agli straordinari, per recuperare dalla 18° posizione in griglia di partenza. E sarebbe riuscito anche a vincere se non avesse avuto le gomme finite negli ultimi giri, e non avesse trovato davanti a sé un Raikkonen in piena forma.
L’anno prossimo, motore Honda permettendo, sarà sicuramente uno dei pretendenti al titolo.
LEWIS HAMILTON – 8: per poco non è riuscito a festeggiare il quinto titolo iridato. Causa anche di una strategia di gara della Mercedes, questa volta non proprio perfetta: che lo ha costretto a giri da qualifica, andando a rovinare due treni di soft. L’unico suo neo è stata la partenza, dove si è fatto sorprendere da Raikkonen, che ha dato una certa piega alla sua gara.
RENAULT – 7: finalmente entrambe le monoposto hanno chiuso in zona punti, subito dietro ai tre mostri sacri del circus iridato. Approfittando della debacle delle due Haas, hanno confermato il quarto posto in classifica costruttori. Ora tocca dimostrare che negli Stati Uniti non è stato solo un episodio.
BRANDON HARTLEY – 7: anche se per la squalifica di due suoi colleghi, ha ottenuto il suo miglior piazzamento in F1, e ha portato qualche punticino prezioso alla Toro Rosso. Probabilmente troppo tardi per garantirsi la riconferma per il 2019!
VALTTERI BOTTAS – 6: gara anonima del finlandese della Mercedes, che è apparso poche volte nell’inquadratura delle telecamere: per cedere la posizione al suo compagno di team, o quando ha subito il sorpasso da Vettel. Poca roba per uno che guida una freccia d’argento!
SEBASTIAN VETTEL – 5: ormai sta diventando motivo di imbarazzo per la Ferrari. Errore da principiante il venerdì, che lo ha costretto a partire dalla terza fila, e a dover cercare la rimonta già al primo giro. Sotto pressione ha collezionato altre due sbavature consentendo a Ricciardo di affiancarlo. Il contatto e il relativo testacoda sono stati la naturale conseguenza. La rimonta che ha consentito di ritardare l’alloro di Hamilton, non basta per poter prendere la sufficienza. Il tedesco sta confermando ogni week end che il mondiale lo ha perso lui, non la Ferrari.
HAAS – 4: Grosjean fuori al primo giro. Magnussen squalificato per un’irregolarità nella benzina: seconda squalifica dopo quella di Grosjean a Monza per il fondo irregolare. Un Gran Premio di casa da dimenticare. A dimostrazione che la posizione in classifica, lontana dalle aspettative di inizio anno, non è quindi solo colpa dei piloti.
Fonte: http://feedproxy.google.com/~r/CircusFormula1/~3/hR6CO1AMzQA/gp-usa-f1-2018-le-pagelline-a-stelle-e-strisce-della-gara-di-austin.php