FOTO FILIPPO RUBIN / LVF
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Si stava riprendendo dal precedente infortunio e finalmente sembrava essere ritornata ad un buon livello di gioco. Megan Easy, domenica, durante la partita contro la Reale Mutua Fenera, ha riportato un altro infortunio alla caviglia destra e si ipotizza possa essere ancora il tendine d’Achille, come riportato nell’edizione odierna de
Ci vorrà qualche giorno per avere la diagnosi esatta dell’infortunio patito da Megan Easy nella gara giocata a Chieri domenica pomeriggio: un vero peccato per la schiacciatrice che, a poco più di un anno di distanza, vede interrompersi sul nascere una stagione ottimamente iniziata. Siamo nel secondo set sul 15-17 per l’Imoco. Il servizio flottante di Perinelli va su Easy che riceve in posto 1, palla sulla testa di Wolosz che chiama Nagaoka alla schiacciata in posto 2: l’americana fa due passi indietro per caricare la rincorsa e riavvicinarsi a rete e lì capita il problema, su una zona del campo dove è posizionato uno degli sponsor. L’arbitro ferma il gioco; si capisce subito che il problema è abbastanza grave, anche se la stessa Easy, che aveva messo le mani sulla caviglia destra, si rialza sulle ginocchia e così percorre il poco spazio che la separa dalla panchina. È lì che arrivano più forti le urla di dolore e lo staff interviene chiamando la barella, che poi non viene utilizzata: la schiacciatrice va in infermeria sulle braccia del direttore generale dell’Imoco Luca Porzio e di Marco Da Lozzo.
«» racconta il preparatore atletico delle pantere «».
Lo sconcerto tra le giocatrici è stato notevole, come purtroppo già è successo più volte nella passata stagione: altrettanto forte è stata l’immediata reazione collettiva, prima di consolazione (in particolare quella di De Gennaro, che domenica era in panchina), poi di sostegno a fine gara, quando Easy sulle stampelle è stata attorniata dalle compagne nel saluto ai tifosi. Una dejà-vu di quanto accaduto con Folie in gara 3 della finale scudetto. Le urla si sono sentite anche in diretta e probabilmente esprimevano due dolori, uno fisico e uno morale.
«» continua Da Lozzo «».