Solamente una settimana fa Lewis Hamilton si laureava campione del mondo per la quinta volta in carriera al termine di un difficile Gran Premio del Messico. Le successive riflessioni hanno portato il l’alfiere Mercedes a ringraziare il suo team per non aver mai mollato in quella che si è certamente rivelata la sfida più avvincente e ravvicinata dell’era turbo-ibrida. A margine dei festeggiamenti iridati, Hamilton ha anche voluto rendere onore al suo compagno di squadra Valtteri Bottas, ringraziandolo per il rapporto di rispetto e collaborazione che permette alla squadra di Brackley una gestione decisamente più abbordabile se confrontata con i veleni del passato.
Hamilton ha sottolineato il gran lavoro di Bottas nel permettere a Mercedes di portare a casa il massimo risultato: “Quest’anno ci sono state occasioni in cui è stato fondamentale nel farci vincere le gare”. Il pilota anglo-caraibico, che nel corso della sua carriera ha dovuto affrontare compagni del calibro di Fernando Alonso, Jenson Button e, più recentemente, Nico Rosberg, sta rendendo al massimo anche con un compagno decisamente meno scomodo e che rappresenta, per ora, più un alleato: Sono molto grato di averlo come compagno e per l’aiuto che mi ha dato nel raggiungere questo incredibile sogno”.
Dietro ai gesti e alle dichiarazioni di contorno durante i weekend di gara, tra i piloti Mercedes sembra esserci un rapporto di stima sincera: “Probabilmente è la più grande relazione tra compagni di box in termini di rispetto e lavoro di squadra che sia mai esistita in Formula 1. Vedo quanto lavora duramente, e lui vede quanto io lavoro duramente. Non facciamo giochi per provare a svantaggiare l’altro”.
Ricordando implicitamente i trascorsi burrascosi con Rosberg, Hamilton ha enfatizzato il clima di serenità che si respira all’interno del box: “Lavoriamo insieme. Ci sono casi in cui scopro qualcosa di buono con il set-up e lo dico a Valtteri, e altri in cui posso parlargli apertamente”.
Hamilton ha voluto rimarcare come le dinamiche interne al team non etichettino prematuramente un pilota “prima guida” e l’altro “gregario”: “Alla fine al team non importa quale pilota vinca. Ci sono scenari in cui sarebbe potuto essere lui in testa e io il secondo pilota, e sarebbe stato necessario ricoprire quel ruolo. Il mio obiettivo era quindi quello di stare sempre davanti”.
Alcune battute di Lewis sono dedicate a una breve analisi della prima parte di stagione di Bottas, partito con foga e successivamente abbattuto dalla sfortuna: “Quest’anno ha iniziato in modo molto forte e ha poi avute delle gare davvero difficili. Penso a Baku, per esempio, è stato un enorme colpo per lui. Meritava quella vittoria e invece gli è esplosa la gomma”.
Sul finire, Hamilton non ha potuto evitare di ritornare alla vittoria a doppia lama del Gran Premio di Russia: “Uno dei momenti più critici della stagione è stato per me la Russia. Penso che tutti nel team l’abbiano avvertito. Penso che anche per Valtteri non sia stata una grande sensazione. Dentro di me, voglio vincere la gara vincendola davvero. Essere lasciato passare è stato orribile“.
Un rapporto che è sin qui stato idilliaco e senza grattacapi per i vertici Mercedes potrebbe incendiarsi nel caso in cui Bottas si rivelasse all’altezza di un Hamilton pigliatutto. Il pilota finlandese ha sin qui mostrato guizzi di velocità e forza, ma troppo spesso le sue performance sono state opache e incostanti rispetto ai grandi numeri e alla martellante determinazione dello scomodo compagno. Così abissalmente diversi ma incredibilmente complici, Hamilton e Bottas scriveranno mai un nuovo capitolo fratricida in casa Mercedes?
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