2014, anno di grandi cambiamenti per il Circus, l’anno in cui si è entrati nella cosiddetta era “contemporanea” della Formula 1 con il passaggio dai motori aspirati a otto cilindri a quelli ibridi a sei cilindri.
L’inizio del dominio Mercedes che dura tuttora anche se in maniera molto meno accentuata rispetto proprio a quell’anno zero: la W05 era nettamente la macchina più veloce, forse la miglior auto creata dai cervelloni di Stoccarda tra tutte le ibride della casa tedesca, capace di vincere ben 16 gran premi su 19 totali e di monopolizzare letteralmente le qualifiche, lasciandone solamente una per strada, quella di Felipe Massa con la Williams in Austria.
Quel week end di metà ottobre non ha nessuna particolarità per quanto riguarda l’ambito prestazionale, con le Mercedes ancora in evidente vantaggio e pronte a fare man bassa di punti, ma c’è qualcosa di diverso nell’aria, una tensione, un’aura di pericolo che si è tornata a respirare nell’ambiente Formula Uno: solamente una settimana prima, a Suzuka, Jules Bianchi è vittima di un incidente gravissimo sotto l’acqua che lo lascia in condizioni che appaiono da subito gravissime, se non disperate.
E’ accaduto qualcosa che, in questo sport, sembrava essere superato ormai da tempo, è tornata quella sensazione di insicurezza che da anni sembrava ormai aver lasciato spazio solamente alla competizione e alla ricerca della prestazione. Non c’era più spazio per il dolore che, ora, torna alla carica, sfortunatamente, facendo riesumare letteralmente un vecchio monito, il motorsport è pericoloso. Motorsport is dangerous.
La gara, come la qualifica, non ha storia: le Mercedes sono troppo più forti della concorrenza, rappresentata unicamente dai vani sforzi della Williams di Valtteri Bottas, visto che quella di Sochi è da sempre la sua pista prediletta.
Vince Lewis Hamilton davanti al compagno Nico Rosberg, autore di una grande rimonta dopo aver perso posizioni alla prima curva nel tentativo di sorpassare l’inglese; per la Ferrari arriva il solito disastro con il sesto posto di Fernando Alonso e il nono di Kimi Raikkonen ad un desolante minuto di ritardo. Con questa doppietta la Mercedes è campione del mondo costruttori per la prima volta. Ma non c’è molto spazio per questo, purtroppo si pensa soprattutto alla condizioni di Jules, di un collega per i piloti. Surreale, ma reale.
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