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Allez les pilotes, le più grandi firme dei piloti francesi nel mondiale di Formula 1


Dopo un’assenza dalla Francia durata ben dieci anni, domenica la Formula 1 tornerà a far tappa finalmente in una nazione tra le più ricche di cultura e di storia automobilistica sportiva.

A differenza dell’ultima edizione, tenutasi nel 2008 a Magny-Cours, il teatro del Gran Premio di Francia non sarà più il tracciato situato in Borgogna, bensì l’autodromo “Paul Ricard” di Le Castellet. La pista, collocata nel cuore della Provenza, tornerà dunque ad ospitare la Formula 1 per la prima volta dal 1990, anno in cui tenne l’ultima corsa a Le Castellet prima di cedere il testimone a Magny-Cours.

Il tracciato, modificato in alcuni punti nel corso degli ultimi anni, fa dunque assaporare un naturale ricongiungimento con il passato, creando un punto di collegamento tra la Formula 1 dei tempi che furono e quella del presente.

Ma è proprio questa riconnessione con la storia, che sta per regalare alla Francia il ritorno della Formula 1 in patria, che fa inevitabilmente pensare ai gran premi ed ai piloti del passato. Su questi ultimi in particolare, la Francia è stata rappresentata da ben 78 uomini dal 1950 ad oggi. Alcuni di questi hanno fatto emozionare i transalpini ed i tifosi di tutto il mondo a suon di vittorie, duelli e talenti cristallini. Personaggi e uomini dalle carriere differenti, ma tutti accomunati dalla nazionalità: quella francese.

Alla vigilia del Gran Premio di Francia, andiamo dunque a ripercorrere brevemente le storie dei piloti più rappresentativi, più vincenti e più emblematici nati sotto il segno della Torre Eiffel, emblema della “grandeur” transalpina.

ALAIN PROST

Su 78 piloti che hanno corso almeno un gran premio con il tricolore francese, l’unico “Napoleone” della Formula 1, capace di vincere quattro titoli mondiali, è stato il “Professore” Alain Prost.
Di origini armene, Prost ha debuttato in F1 nel 1980 al volante della McLaren, per poi passare successivamente alla Renault, con il team francese intenzionato a puntare su un pilota transalpino per rinnovare la “grandeur” anche in F1. I sogni iridati però non si concretizzano, cosa che invece Prost riuscirà a coronare una volta tornato in McLaren. Il periodo con il team inglese coincide con una delle accoppiate più vincenti della storia della Formula 1, che frutta a Prost la vittoria di ben tre campionati del mondo (1985, 1986 e 1989). Protagonista assoluto della splendida rivalità con il compagno di squadra Ayrton Senna (ancora oggi riconosciuta come la rivalità più spettacolare della storia della F1), Prost si separa dalla McLaren e da Senna nel 1990, per sposare la causa della Ferrari. Con il “cavallino rampante” vince il GP di Francia nell’ultima edizione disputata a Le Castellet, assicurando alla Ferrari il 100° successo in F1, ma sfiora la vittoria nel mondiale in un discusso incidente proprio con Senna, mentre nel 1991 sarà vittima dell’improvvisa inaffidabilità della “rossa”.
Dopo un anno sabbatico preso nel 1992, il “Professore” torna in cattedra per l’ultima volta nel 1993, firmando un contratto con la Williams e stracciando la concorrenza in quella stagione, vincendo a mani basse il quarto titolo della carriera.
Senza ombra di dubbio, Alain Prost è considerato come il miglior pilota che la Francia abbia mai avuto in Formula 1. Le 51 vittorie conquistate, a cui si sommano 33 pole, 41 giri veloci e 106 podi, ne sono la dimostrazione più emblematica.

JEAN ALESI

Ci sono stati altri francesi che, pur non avendo vinto ai livelli di Prost, sono stati ugualmente riconosciuti come piloti di talento, ed amatissimi dalla folla per la loro determinazione e la passione mostrata nel corso delle rispettive carriere.
E’ il caso di Jean Alesi, uno dei piloti più acclamati ma allo stesso tempo anche uno dei più sfortunati dal punto di vista dei risultati. Figlio di genitori siciliani emigrati ad Avignone (il suo nome vero è infatti Giovanni Roberto Alèsi, noto con la pronuncia francese Alesì), debuttò in Formula 1 nel 1990, stupendo il mondo intero con la sua Tyrrell. Corteggiato dalla Williams, all’epoca il team di riferimento per tutti i piloti, Alesi rinunciò ai sogni di gloria per seguire i consigli del cuore, firmando per la Ferrari, in quel momento non all’altezza di Williams e McLaren. Con il team di Maranello, Alesì si assicurò il rispetto e l’ammirazione del pubblico italiano a vita, ed ottenne la prima delle sue due pole position (proprio in Italia nel 1994). Ma soprattutto vinse la sua unica gara della carriera, tra l’altro nel giorno del suo compleanno: il Gran Premio del Canada 1995.
Benetton, Sauber, Prost e Jordan furono le sue ultime esperienze in Formula 1, dalla quale si ritirò nel 2001 con un bottino di 32 podi.

RENE’ ARNOUX

Un altro pilota di nazionalità francese che suscitò le simpatie del pubblico italiano fu René Arnoux. Dopo aver esordito in F1 nel 1978, Arnoux accettò l’offerta dei connazionali della Renault, che sul finire degli anni ’70 scelsero lui e Jean-Pierre Jabouille per mettere in pista una novità motoristica rivoluzionaria: il motore Turbo.
Con la casa francese, Arnoux si tolse molte soddisfazioni, passando anche alla storia, nel GP di casa del 1979, per il suo epico duello con il ferrarista Gilles Villeneuve. I sorpassi ripetuti tra i due piloti, avvenuti nei giri conclusivi della corsa, sono ancora oggi impressi nella memoria collettiva di ogni appassionato di questa categoria.
Ironia della sorte, Arnoux, nel 1983, finì proprio a Maranello. In quella stagione, culminata con 3 vittorie, il francese lottò addirittura per il mondiale, salvo poi cedere le speranze di vittoria nelle mani di Nelson Piquet. Dopo altre due stagioni deludenti in Ferrari, Arnoux decise di tornare in patria, stavolta alla Ligier, con cui chiuse la carriera nel 1989, finendo spesso lontano dalle posizioni di vertice. Appeso il volante al chiodo (con un palmarès di 7 vittorie, 18 pole e 22 podi) Arnoux si ricongiunse con gli sportivi italiani, questa volta in qualità di commentatore televisivo per la RAI a metà degli anni ’90.

JEAN-PIERRE BELTOISE

A cavallo tra gli anni ’60 e ’70 diversi team in Formula 1 misero sotto contratto piloti di nazionalità francese, all’epoca molto presenti nella massima categoria automobilistica. Uno di questi fu Jean-Pierre Beltoise, che con la BRM vinse addirittura il Gran Premio di Monaco nel 1972. In quella che fu l’unica vittoria della sua carriera, Beltoise si distinse per il suo talento non soltanto in Formula 1, ma anche e soprattutto nel MotoMondiale, dove colse importanti successi.
Sposato con Jacqueline Cevert, sorella di un altro asso del volante transalpino come François Cevert, Beltoise è recentemente scomparso nel 2015.
Nella sua carriera in F1, vanta 8 podi conquistati.

FRANCOIS CEVERT

E’ stato uno dei piloti più rispettati dal pubblico per il suo talento, ma anche uno dei più desiderati dalle donne per la sua bellezza estetica, tale da conquistare anche una vip come Brigitte Bardot.
Decisamente un piede pesante e raffinato quello di François Cevert, nato con il cognome della madre per sfuggire alle persecuzione naziste perpetrare contro la popolazione ebraica in Francia.
Così come Alesi e Beltoise, anch’egli conquistò un solo gran premio in tutta la sua carriera (USA 1971), ma le sue qualità alla guida erano indiscutibili, a tal punto che il suo compagno di squadra in Tyrrell, il grande Jackie Stewart, lo designò come suo erede. Con il tre volte campione del mondo scozzese nacque una sincera amicizia, stroncata da un destino beffardo e crudele.
Proprio in occasione dell’ultima gara del mondiale 1973 (quella che sarebbe stata la 100° ed ultima di Stewart in F1), Cevert morì in un tragico e brutale incidente, andandosene a soli 29 anni e turbando l’intero circus. La dolorosa scomparsa di Cevert, avvenuta sotto gli occhi di Stewart, scosse fortemente quest’ultimo, che decise anticipatamente di ritirarsi dalla F1 dopo aver visto l’amico-compagno di squadra ferito a morte nell’abitacolo della sua amata Tyrrell, con la quale colse 13 podi tra il 1971 ed il 1973.

PATRICK DEPAILLER

Un altro grande pilota francese che legò il suo nome alla Tyrrell fu Patrick Depailler, accomunato con Cevert da un altro tragico destino. Dopo aver debuttato proprio nel GP di Francia 1972, Depailler visse la maggior parte della sua carriera con il team di Ken Tyrrell, conquistando la maggior parte dei 19 podi complessivi conquistati in F1. Tra questi è da sottolineare la prima vittoria, ottenuta a Monaco nel 1978. Nel pieno della maturità di pilota, Depailler sposò la causa della Ligier l’anno seguente, cogliendo il suo secondo ed ultimo trionfo sul circuito spagnolo di Jarama. Con l’avvento degli anni ’80, il francese passa alla promettente Alfa Romeo, ma con il team italiano troverò tragicamente la morte ad Hockenheim, durante il Gran Premio di Germania, spezzando prematuramente un talento che avrebbe meritato maggiori successi nel palcoscenico della F1.

JEAN-PIERRE JABOUILLE

Il nome di Jean-Pierre Jabouille, parigino doc, sarà sempre accostato al primo successo di un motore Turbo in Formula 1. Infatti, mentre Villeneuve ed Arnoux divertivano gli appassionati con il loro duello personale nel GP di Francia 1979, Jabouille, passando quasi in secondo piano, vinse quel gran premio, consegnando alla Renault la prima vittoria della sua storia in F1.
Dopo aver vinto in Austria l’anno seguente (curiosamente, gli unici due podi di Jabouille coincisero con due vittorie), il francese sembrava avviato ad un decollo della sua carriera, ma in occasione del GP del Canada fu vittima di un brutto incidente, dal quale uscì con la frattura delle gambe.
Rientrato nel circus nel 1981, le prestazioni di Jabouille non furono all’altezza degli anni precedenti, a tal punto che il diretto interessato decise di chiudere anticipatamente la sua carriera nella massima serie.

JACQUES LAFFITE

Uno dei piloti più completi e veloci a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 fu senza dubbio Jacques Laffite, il cui nome è indissolubilmente associato a quello del team Ligier. Con la scuderia francese, Laffite colse sei vittorie in Formula 1, centrando due successi consecutivi all’inizio della stagione 1979 che gli consentirono di balzare in testa alla classifica mondiale, salvo poi capitolare a fine campionato. Gli ottimi risultati spinsero la Williams a metterlo sotto contratto nel 1983, ma il pilota francese disputò due stagioni anonime e senza acuti. Tornato tra le mura amiche della Ligier nel 1985, Laffite appese il volante al chiodo l’anno seguente.

OLIVIER PANIS

L’ultimo successo di un pilota francese in Formula 1 porta il nome del personaggio che meno ti aspetti: Olivier Panis.
Eppure, pur non avendo mai avuto l’occasione di gareggiare con team competitivi, l’ultima bandiera francese sventolò sul gradino più alto del podio proprio sotto la testa di Panis, che vinse il suo unico GP in Formula 1 a Monaco nel 1996, al termine di una gara pazza e ricca di colpi di scena. Quello fu anche l’ultimo successo in Formula 1 del team Ligier, che a partire dalla stagione successiva chiuse definitivamente i battenti. In dieci anni di onorata carriera, caratterizzata anche da un infortunio subito in Canada nel 1997, Panis ebbe comunque modo di conquistare cinque podi prima di ritirarsi nel 2004. Ancora oggi, la sua vittoria a Monaco ’96 resta uno delle sorprese più clamorose dell’intera storia della F1.

DIDIER PIRONI

Di origini italiane come Alesi, ma in questo caso figlio di friulani, anche Didier Pironi merita un posto tra i più grandi piloti che la Francia abbia mai avuto in F1. Dopo aver esordito nel 1978 con la Tyrrell, è ancora la francesissima Ligier a scommettere sulle potenzialità del proprio connazionale, ingaggiandolo nel 1980. Proprio in quella stagione, Pironi coglie la prima vittoria in carriera, aggiungendo una serie di prestazioni talmente convincenti da attirare l’attenzione della Ferrari, in cerca di un sostituto dopo il ritiro di Scheckter. Giunto alla corte di Enzo Ferrari, il francese instaura un forte legame d’amicizia con il compagno di squadra Villeneuve, con il rapporto che andrà ad incrinarsi irrimediabilmente ad Imola nel 1982, a causa di una vittoria controversa di Pironi a danno del canadese. La rivalità tra i due scoppiò immediatamente, salvo poi interrompersi quasi sul nascere per via dell’incidente fatale di Villeneuve, avvenuto in Belgio. Pironi, pur essendo scosso dalla morte del compagno di squadra, riesce comunque a vincere il suo terzo GP in Olanda, portandosi addirittura al comando del mondiale 1982. Nello sprint finale del campionato però, quando la F1 fa tappa in Germania, è vittima di un pauroso incidente ad Hockenheim che, di fatto, gli stronca la carriera. Grazie anche al suo contributo, la Ferrari riuscirà comunque ad aggiudicarsi il titolo costruttori.
Ripresosi dall’incidente dopo una seria infinita di interventi chirurgici alle gambe, Pironi tenta una nuova carriera nei campionati off-shore, dove troverà la morte a seguito di un altro incidente nel 1987.

PATRICK TAMBAY

In quel 1982 così tragico per la Ferrari, il team di Maranello deve trovare un sostituto dopo la morte di Villeneuve a Zolder. La scelta di Enzo Ferrari cadde su un pilota francese che, fino a quel momento, aveva ottenuto modesti risultati con McLaren prima e Ligier poi: Patrick Tambay.
Sulla monoposto numero 27, appartenuta al canadese fino a qualche GP prima, Tambay non si lascia intimorire dalla situazione, e addirittura porta la sua Ferrari sul gradino più alto proprio nel GP di Germania, lo stesso funestato in qualifica dal terribile incidente di Pironi.
In sei gran premi disputati in quel 1982, contrariamente alle aspettative generali, Tambay sale addirittura altre due volte sul podio, meritandosi un rinnovo per il 1983. In coppia con Arnoux, il francese trionfa a pochi giri dalla fine davanti al pubblico amico di Imola, e conquista altre quattro pole position, facendosi amare dai tifosi ferraristi.
Nonostante due stagioni positive, nel 1984 viene ceduto alla Renault, dove ottiene la quinta pole della carriera prima di ritirarsi nel 1986.

MAURICE TRINTIGNANT

La carrellata dei piloti francesi di maggior successo termina con la curiosa storia di Maurice Trintignant. Fu infatti lui, nel 1955, a diventare il primo pilota francese a vincere un GP di Formula 1, riuscendoci nella suggestiva cornice di Monaco ed al volante della Ferrari. Autore di una carriera lunghissima per gli standard dell’epoca, con ben 15 stagioni disputate nella massima serie, Trintignant vinse una seconda ed ultima volta a Monaco nel 1958, questa volta con la Cooper, affermandosi come un pilota specialista nei circuiti cittadini. Con 10 podi ed un giro veloce (non conquistò mai la pole position), il francese chiuse una carriera di tutto rispetto nel 1964, per poi dedicarsi alla sua grande passione per la viticoltura.
Scomparso nel 2005 ad 87 anni, Trintignant era soprannominato “Petoulet”, traducibile in italiano come “escremento di topo”. Questo soprannome bizzarro affonda le sue origini in una gara di durata disputata dal francese nel 1945, quando, al volante di una Bugatti da lui riparata dopo esser rimasta per anni ferma ai box per via della Seconda Guerra Mondiale, fu costretto al ritiro per noie meccaniche.
Trintignant dovette dare forfait a causa del carburatore, intasato dagli escrementi dei topi che, durante la guerra, si erano intrufolati all’interno della Bugatti.

Fonte: http://feedproxy.google.com/~r/CircusFormula1/~3/7mq99RUoM1Y/allez-les-pilotes-le-piu-grandi-firme-dei-piloti-francesi-nel-mondiale-di-formula-1.php


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