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    F1, mondiale di centro gruppo: brillano Perez e le Renault, battuta d’arresto per McLaren

    Nel mondiale di centro gruppo, dopo il Gp di Russia, brillano Sergio Perez e le due Renault. Battuta d’arresto invece per il Team McLaren.

    Il round russo possiamo definirlo come un crocevia per i team del midfield, infatti abbiamo assistito a diverse situazioni che potrebbero rivelarsi fattori chiave nella lotta per la leadership di centro gruppo. C’è infatti chi ha proseguito sulla buona strada, allungando la striscia di risultati utili, Renault una su tutte; c’è chi invece è incappato in una brusca battuta d’arresto, è il caso della McLaren.
    Benché sia stato Sergio Perez il pilota che ha conquistato il maggior numero di punti fra i competitors del centro gruppo, ad ottenere il miglior punteggio in ottica squadra è stata la scuderia con sede a Enstone. La Renault si è infatti dimostrata costante nel corso dell’intero fine settimana di Sochi, in ogni sessione disputata infatti, una vettura giallonera si è sempre piazzata nella top five dell’intera griglia. A spiccare Daniel Ricciardo che si è mostrato più brillante che mai in un momento come il Q2, dove aveva ottenuto il miglior crono. Scattato dalla quinta casella è riuscito a portare a casa la medesima posizione alla bandiera scacchi, non senza qualche intoppo. Infatti un gioco di scuderia non riuscito così bene aveva fatto si che all’australiano venisse commisurata una penalità, forse un po’ severa, di 5 secondi per non aver rispettato la regola del rientro in pista in curva 2. Nonostante ciò, Ricciardo è riuscito a costruire un solido gap su Charles Leclerc, evitando così di perdere piazzamento e punti. Buono anche il fine settimana per il compagno Esteban Ocon che contribuisce così al trend di crescita intrapreso dal team negli ultimi appuntamenti.
    In casa Racing Point invece, al buon risultato finale di Sergio Perez, si contrappone un weekend non semplice per il compagno Lance Stroll. Il canadese, dopo una qualifica che lo aveva visto escluso dal Q3, si è trovato a concludere il proprio GP dopo poche centinaia di metri per via di un contatto con la Ferrari di Leclerc, finendo così contro le barriere.
    È stato invece un fine settimana complicato per la scuderia di Woking. La McLaren lascia infatti il circuito che si snoda attorno al parco olimpico russo dopo aver concretizzato ben poco. Nel corso delle prove libere le performance erano state al livello dei diretti avversari; in qualifica sia Carlos Sainz che Lando Norris, avevano messo piede nel Q3. Ciò lasciava presagire ad una gara in cui la lotta sarebbe stata con Renault, con cui entrambi i piloti condividevano le rispettive file in griglia. Lo Spagnolo ha invece messo fine prematuramente alla propria gara. Nel tentativo di rientrare in pista dopo essere andato lungo in curva 2 nel primo giro, ha colpito violentemente la barriera con la parte anteriore sinistra della monoposto, azzardando ad un rientro troppo estremo sul tracciato. Probabilmente l’incidente ha danneggiato lievemente anche la vettura di Lando Norris che si è ritrovato a passare sopra i detriti della MCL35 numero 55 pochi istanti dopo l’impatto. Un pit stop anticipato in cui ha montato la mescola più dura non gli ha permesso però di giungere fino al traguardo. Costretto così ad un’ulteriore sosta ha concluso la sua gara in quartultima posizione.
    Buono invece il riscontro finale in casa AlphaTauri grazie ad un buon fine settimana da parte di entrambi i piloti. Daniil Kvyat, spinto anche dal proprio pubblico, ha concluso il Gran Premio davanti al compagno Pierre Gasly che lo aveva invece messo dietro in qualifica, ottenendo un piazzamento migliore grazie alla qualificazione personale per il Q3. La scelta di una sosta ai box in regime di virtual safety car non ha aiutato il francese, dal momento che è stata esposta solo per pochi istanti per via della sostituzione di una barriera in polistirolo nella via di fuga. Per lui resta la soddisfazione di aver sorpassato in pista il suo diretto contendente per il sedile in Red Bull nel 2021, Alexander Albon.
    Fra i motorizzati Ferrari spiccano le buone prestazioni di Antonio Giovinazzi e Kevin Magnussen, autori di una gara solida e costante. Da sottolineare infine la bella battaglia avvenuta nel corso dei primi giri fra i tre contendenti al titolo F2 nel 2018, George Russell, Lando Norris e Alexander Albon.
    Classifica piloti
    Daniel Ricciardo Renault 145
    Lando Norris McLaren 141
    Lance Stroll Racing Point 126
    Sergio Perez Racing Point 124
    Pierre Gasly Alphatauri 92
    Esteban Ocon Renault 89
    Carlos Sainz McLaren 87
    Daniil Kvyat Alphatauri 68
    Kimi Raikkonen Alfa Romeo Racing 30
    Kevin Magnussen Haas 21
    Antonio Giovinazzi Alfa Romeo Racing 21
    Nico Hulkenberg Racing Point 18
    George Russell Williams 16
    Romain Grosjean Haas 15
    Nicholas Latifi Williams 13
    Classifica costruttori
    Racing Point 268
    Renault 234
    McLaren 228
    Alphatauri 160
    Alfa Romeo Racing 51
    Haas 36
    Williams 29
    Classifica giri più veloci
    Daniel Ricciardo Renault 3
    Carlos Sainz McLaren 2
    Lando Norris McLaren 1
    Lance Stroll Racing Point 1
    Nicholas Latifi Williams 1
    Romain Grosjean Haas 1
    Pierre Gasly Alphatauri 1 LEGGI TUTTO

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    F1 Driver Academy: chi sono i giovani piloti di Ferrari, Red Bull, Mercedes e degli altri team

    In questa non facile stagione 2020, per la Ferrari le buone notizie arrivano per la maggior parte dalla Driver Academy. Ben tre piloti del vivaio di Maranello, infatti si stanno giocando il campionato di Formula 2, e altri stanno salendo dalle categorie propedeutiche. Andiamo a vedere le condizioni delle Academy dei maggiori team di F1.

    Ferrari: tre cavallini veramente… Rampanti!
    La notizia arrivata in queste ultime ore è di quelle entusiasmanti. Mick Schumacher e Callum Illot scenderanno in pista nelle FP1 del Nurburgring, rispettivamente con Alfa Romeo e Haas. Robert Shwartzman, il terzo Cavallino della F.2, proverà invece ad Abu Dhabi.
    Da tempo si aspettava un annuncio del genere, e finalmente è arrivato. Inoltre, nelle ultime ore si sono intensificati i rumors che vorrebbero Mick in Alfa la prossima stagione. Al momento, il tedesco è super concentrato sulla vittoria del titolo cadetto; il pilota della Prema è primo con 22 punti di vantaggio sul compagno di Academy Illot, in forza al team Uni Virtuosi.
    Entrambi non erano partiti fortissimo, ma hanno mostrato una costanza e una crescita da campioni. Al contrario, Robert Shwatrzman aveva iniziato alla grande con la Prema, salvo poi subire alcune battute d’arresto, assolutamente normali anche per un fenomeno come il pilota russo. Ora è quinto in Campionato, ma certamente potrà riprendersi.
    Gli altri due esponenti della Ferrari in F.2, Armstrong e Alesi, stanno faticando tanto a trovare il ritmo, in particolare il francese, al secondo anno nella categoria. In F.3, assolutamente in crescita nel finale di stagione è sembrato essere il giovanissimo Enzo Fittipaldi, mentre in F. Regional e F.4 furoreggiano i vari Arthur Leclerc (fratello di Charles), Gianluca Petecof e Dino Beganovic.
    Insomma, il lavoro iniziato con il compianto Jules Bianchi e continuato con Leclerc sta dando grandi soddisfazioni alla Ferrari. Tre piloti nei primi cinque in F.2 non è un risultato da poco, a sottolineare l’ottimo compito svolto da Laurent Mekies e Marco Matassa.
    Mercedes, oltre Russell c’è poco
    Il team che sta letteralmente uccidendo il Mondiale 2020 pare essere quello con la coperta più corta in ambito di giovani piloti. La punta di diamante è sicuramente George Russell, che però fino a fine 2021 sarà “parcheggiato” in Williams.
    In realtà, la scuderia di Brackley potrebbe avere due valide alternative nell’omologo team di F.E. Stoffel Vandoorne (terzo pilota) è ormai un veterano, mentre Nyck De Vries ha vinto la scorsa stagione in F.2; si tratta di due professionisti di prim’ordine, questo è fuori di discussione!
    Nella due serie cadette, invece, il team che è diretta emanazione della Mercedes, HWA Racelab, fatica a trovare risultati. Solo in F.3, Jake Hughes si è tolto qualche soddisfazione, tanto da essere stato promosso nella categoria superiore a Sochi. L’inglese, però, sembra essere ancora molto acerbo.
    Red Bull riprende il discorso
    Per anni, il team di Milton Keynes è stato il punto di riferimento per tutte le Driving Academy. Innumerevoli i piloti portati in F.1, e altrettanti quelli clamorosamente “bruciati” dalla premiata ditta Marko-Horner. Poi, dopo l’arrivo di Verstappen e il taglio di Ticktum, il discorso è sembrato interrompersi per alcuni anni.
    Dal 2020, invece, c’è stata un’inversione di tendenza, a partire dal terzo pilota Sergio Sette Camara. Il team Carlin in F.2 oggi corre con le vetture di Tsunoda e Daruvala sponsorizzate direttamente da Red Bull. Il giapponese, in particolare, si trova terzo in campionato, ed ha dimostrato di essere un ottimo pilota.
    In F.3, invece, Liam Lawson è sicuramente un ottimo talento, pur con qualche intemperanza già mostrata anche nel TGR New Zealand; sicuramente più performante di Dennis Hauger. Igor Fraga, invece, deve lavorare ancora sulla gestione gara; ha comunque dimostrato di sapersi migliorare nelle ultime uscite.
    Renault, piloti giovani e arrembanti
    L’arrivo di Fernando Alonso per il 2021 non ha certo fermato i programmi della Driving Academy Renault. In F.2, Christian Lundgaard si sta giocando il Campionato con Schumacher e Illot. Il danese, dopo un’ottima stagione in F.3, ha esordito con l’ART dimostrando subito di essersi adattato alla perfezione alla Dallara più potente.
    Anche Guanyu Zhou è un ottimo pilota, anche se forse più incline all’errore di Lundgaard. Ma le soddisfazioni maggiori per il programma francese sono arrivati dalla F.3, dove Oscar Piastri ha vinto la serie con la sua Prema ai danni del team mate Sargeant e del giovanissimo Pourchaire. L’australiano è sicuramente un’ottima freccia nell’arco di Cyril Abiteboul.
    Williams in cerca del futuro
    Un team che è molto attivo nel settore giovani è la Williams. A Barcellona ha fatto esordire nelle FP1 l’israeliano Roy Nissany, che non ha certo sfigurato nei confronti del titolare Latifi. La punta di diamante del programma è sicuramente Dan Ticktum.
    L’inglese, scartato dal programma Red Bull per le sue intemperanze, si sta ricostruendo una carriera che sarebbe un vero peccato se non sfociasse nella massima serie. La classe, il talento e la grinta ci sono tutti; ora serve solo la vittoria del titolo, e il prossimo anno sarà sicuramente tra i favoriti. In calo, invece, sembra essere Jack Aitken, altro pilota inglese.
    Insomma, la Ferrari è sicuramente tra i team messi meglio a livello Academy, ma anche gli altri non scherzano! LEGGI TUTTO

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    F1, Analisi Tecnica: Williams FW14, la macchina più rivoluzionaria degli anni 90

    Quando si parla della Williams in F1, parliamo della storia, della leggenda, di un team creato sulla base del nulla da Sir Frank Williams. La storia recente della scuderia inglese è decadente, e non rende  certo merito a una squadra capace di vincere ben 9 titoli costruttori.

    Ma la Williams non è solo titoli mondiali, ma anche una delle scuderie che ha sfornato delle vetture iconiche, capaci di dominare il palcoscenico della F1 in lungo e in largo. Una delle vetture che forse rappresenta meglio il prestigio del marchio Williams, capace di cambiare la storia recente del modo di progettare le monoposto e di segnare la storia in ambito tecnico, questa è sicuramente la Williams FW14, che corse fra la fine del 1991, e il 1992.
    CENNI STORICI
    Fra la fine degli anni 80′ e gli inizi degli anni 90′ a dominare la scena in F1 era la Mclaren motorizzata Honda, prima con Prost, poi con Senna. La Williams dopo aver chiuso il ciclo di partnership per la fornitura dei motori Honda, sposò la causa Renault in un momento in cui l’era dei motori turbo in F1 era giunta al termine, facendo spazio agli aspirati. All’epoca il direttore tecnico della Williams era la storica figura di Patrick Head, co-fondatore del team assieme a Frank Williams.
    A fine del 1990 Patrick Head si assicurò di portare in squadra Adrian Newey, ex direttore tecnico della Leyton House, messo a piede libero a fine anno. All’epoca la Leyton House, nata dalle ceneri della March, si fece notare per la sua innovativa aerodinamica, arrivando a giocarsi la vittoria di qualche Gran Premio con Ivan Capelli. Il budget però era scarso, e Adrian Newey non potè mettere in pratica al massimo le sue idee innovative a livello di telaio e aerodinamica. La Williams era un occasione perfetta per il progettista inglese, che colse al balzo l’offerta di Patrick Head.
    Sia Patrick Head che Adrian Newey si misero subito al lavoro per il progetto della Williams del 1991, con Newey che portò in Williams gran parte delle soluzioni viste in Leyton House. La Williams inoltre a quei tempi spese molte risorse per l’implementazione dell’elettronica in F1,  cercando di introdurre in F1 già dal 1987  le sospensioni attive a controllo elettronico. Paddy Lowe, responsabile del settore elettronico, assieme alla coppia Head-Newey (che si occuparono di aerodinamica e telaio),  progettarono quella che sarà poi una monoposto imprendibile per gli avversari: la Williams FW14.

    La monoposto debutterà nel primo GP del 1991 e, nonostante mostrasse già un’ottimo potenziale, le prime uscite furono segnate da diversi problemi di affidabilità legati al cambio. Il 1991 servì solo da rodaggio, con una seconda parte di stagione in cui arrivarono le prime vittorie. Nel 1992 la monoposto venne leggermente modificata, e perfezionata, con una versione B: i problemi di affidabilità vennero risolti, le sospensioni a controllo attivo migliorate, e da lì in poi la FW14B segnò un dominio imbarazzante, venendo soprannominata: la macchina venuta da un altro pianeta. 
    AERODINAMICA E TELAIO
    L’aerodinamica della Williams FW14 era molto diversa, se vogliamo, dalle scuderie rivali: Adrian Newey riportò i concetti visti più acerbi sulla Leyton House,  che si distinguevano per un telaio strettissimo, tanto che la sezione in cui alloggiano la pedaliera e le caviglie del pilota erano appena sufficienti da permettere il movimento al pilota. Anche l’abitacolo era molto stretto, e la carrozzeria avvolgeva completamente il volante nella parte superiore. L’attaccatura del puntone della sospensione anteriore era avvolto da una sorta di “bulbo” nella carrozzeria, caratteristica identica alla Leyton House.  Una delle principali novità della Williams FW14 era il telaio (un monoscocca in carbonio) rialzato dal fondo, che andava poi a raccordarsi con un muso alto e stretto. Il telaio rialzato permetteva di aumentare la portata d’aria sul fondo andando poi a imboccare l’ingresso dei radiatori.  Le pance erano bassissime, e il retrotreno molto compatto si andava a chiudere nella zona coca cola per migliorare l’efficienza dell’estrattore. La monoposto nel suo complesso risultava molto snella, priva di ingombri, somigliando quasi a un caccia militare da una vista frontale. Una chicca aerodinamica che introdusse Adrian Newey fu l’endplate dell’ala anteriore che andava ad avvolgere internamente lo pneumatico anteriore. La paratia era lunghissima, e appositamente studiate per mantenere laminari i flussi e accompagnarli attorno alle ruote anteriori. Questo riduceva le turbolenze, e permetteva di avere una fluidodinamica “pulita” anche nella parte centrale della vettura. Nel disegno in basso osserviamo nel dettaglio il lungo deviatore di flusso dell’ala anteriore.
    SOSPENSIONI
    Il vero asso nella manica della Williams erano senza dubbio le sospensioni attive, una soluzione tecnica entrata nella storia della F1, capace tramite una centralina a controllo elettronico di mantenere la vettura sempre nel suo assetto ottimale in ogni punto del tracciato. Le monoposto che non possedevano questo sistema erano destinate a perdere. La Williams nel 1992 soprattutto riuscì non solo a rendere efficace questo sistema, ma soprattutto a renderlo affidabile. La monoposto britannica nel 92′ adottava sospensioni anteriori a ruote indipendenti di tipo idro-pneumatico. A schema push rod, tutto lo schema sospensivo era interamente realizzato dalla scuderia di Frank Williams. Un circuito idraulico collegava i puntoni della sospensione tramite degli attuatori, con una centralina elettronica di controllo che ne controllava il corretto assetto. Il piccolo coperchio sopra i puntoni della sospensione anteriore permetteva un rapido intervento su ammortizzatori e tiranti “entrobordo”. Nel illustrazione vediamo tutta la parte che riguarda il funzionamento delle sospensioni attive sulla Williams FW14: In giallo abbiamo gli attuatori idraulici direttamente collegati ai puntoni e ai tiranti della sospensione, la parte elettronica in verde, e il grande serbatoio di contenimento del liquido in blu, posto dietro al propulsore Renault.
    MOTORE E CAMBIO
    In termini di cavalli il motore Renault, di cui era equipaggiata la Williams FW14B, non era forse il più potente, ma sicuramente era estremamente affidabile. Dotato di una potenza di circa 760 Cv, il motore Renault RS4 era un V10 a 67° aspirato, con una cilindrata di 3493 cc. Il binomio Williams – Renault è stato uno dei più vincenti della storia della F1, dominando gran parte degli anni 90. Da quando questo binomio non esiste più, è iniziata la lenta discesa della Williams, che non vince più un titolo dal 1997, ovvero l’ultimo anno del binomio anglo-francese. Adrian Newey ha sempre prediletto i motori aspirati della casa francese, che ha riportato anche in Red Bull vincendo anche lì dei titoli mondiali. Il cambio semiautomatico, introdotto nel 91′, aveva dato parecchie noie meccaniche nel corso della stagione, non permettendo alla Williams di competere a pieno con la Mclaren Honda di Senna, vincitrice poi di entrambi i titoli. Nel 1992 questi problemi vennero risolti, e il cambio, un 6 rapporti a disposizione trasversale, riuscì finalmente ad essere affidabile.
    La Williams FW14 entrerà negli annali della F1, capace di segnare un’epoca cambiando radicalmente il modo ricercare la prestazione. La macchina progettata da Patrick Head e Adrian Newey dominerà in maniera imbarazzante nel 1992, e nel 1993. La Federazione al termine di quell’anno bandirà l’utilizzo delle sospensioni attive, ma nonostante questo la Williams conquisterà altri titoli nel 96′ e nel 97′. La scuderia britannica segnerà un decennio e sposterà l’attenzione dei progettisti delle altre squadre in una ricerca esasperata nell’aerodinamica, cambiando radicalmente il futuro tecnico della F1. LEGGI TUTTO

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    FestivHalo del CineGippì – Gran Galà del Campionato di Formula Uno 2018

    Benvenuti, amici di Circus Formula Uno, al consueto appuntamento di chiusura del Campionato 2018. Anche quest’anno assegneremo dei “premi” speciali come nel 2016 e nel 2017, ma stavolta abbiamo organizzato un festival del cinema ispirato alla Formula Uno, al quale partecipano film “diretti e interpretati” dalle scuderie che hanno preso parte al Mondiale. Il festival […] LEGGI TUTTO

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    Ufficiale: Robert Kubica torna in F1 con la Williams dal 2019

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    Robert Kubica torna in F1 nel 2019 con la Williams. La rinascita dopo 8 anni!

    Nella odierna conferenza stampa del Gp di Abu Dhabi è arrivato l’annuncio dell’atteso ritorno di Robert Kubica al volante di una F1. La notizia era nell’aria ma ora è ufficiale: nella prossima stagione il pilota polacco affiancherà George Russell alla guida della Williams. “Capisco che probabilmente a questo ritorno non avrebbe creduto nessuno e probabilmente sono […] LEGGI TUTTO

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    GP Brasile F1 2010: il guizzo di Hulkenberg e la pole che non ti aspetti

    Sono passati esattamente otto anni da quel sabato 6 novembre 2010, quando ad Interlagos una piccola stella decise di invadere temporaneamente la galassia dei campioni, per poi uscire in punta di piedi già il giorno seguente. Una storia curiosa, spesso dimenticata o messa in secondo piano dai grandi avvenimenti di quel periodo, quando la Formula […] LEGGI TUTTO