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    Gp Canada F1 2023, le pagelle: Albon stratosferico, Verstappen imbattibile, ripresa Ferrari

    Lo strano e movimentato week-end in Canada della Formula 1 ha offerto agli appassionati nuovi spunti su cui riflettere in vista dei prossimi appuntamenti. Nulla di nuovo al vertice, dove Max Verstappen continua a macinare vittorie e record con la sua Red Bull, anche se la palma di migliore del Gp sul circuito di Montreal se la prende un insospettabile (e strepitoso) Alexander Albon. Risposte confortanti dalla Ferrari, che seppur senza podio, dimostra di poter guardare con fiducia al futuro. Questo e tanto altro nelle nostre pagelle.
    VOTO 10 AD ALBON, EROE DELLA WILLIAMS IN CANADA
    Il 10, di solito, rappresenta la perfezione, il massimo raggiungibile. Ecco, Alexander Albon con la sua Williams ha fatto anche di più. Un week-end folle (nel senso più positivo del termine) in terra canadese, per il pilota thailandese: miracoloso (e intelligente) in qualifica, con l’intuizione di mettere le gomme da asciutto quando tutti gli altri erano ancora sulle intermedie, che gli vale il pass per il Q3 con il primo tempo. E poi la gara, un elogio alla difesa e alla resilienza ai limiti del commovente. Il settimo posto finale vale più di una vittoria.
    VOTO 9 A VERSTAPPEN, NEL MITO DI SENNA
    Già a Monaco, nel “giardino di casa” del compianto Ayrton, Max Verstappen si era reso protagonista di una prestazione degna della leggenda brasiliana. Ecco, in Canada probabilmente le cose non sono andate allo stesso modo (non il solito dominio), ma il risultato alla fine è ciò che conta: ennesima vittoria, anche su una pista che si è rivelata meno “amica” delle altre per la sua Red Bull. Ma è un successo dal sapore particolare, perché permette al campione del mondo di eguagliare proprio Senna come numero di vittorie (41). Il fuoriclasse viaggia spedito verso il mito.
    VOTO 8 AD ALONSO, 41ENNE LUCIDO COME UN RAGAZZINO
    Lo spagnolo si rivela animale di lucidità nei momenti che contano. Anche quando l’Aston Martin non sembra rendere come dovrebbe. Prima approfitta della situazione caotica in qualifica, artigliando il terzo posto (poi 2° con la penalità di Hulkenberg). Poi ingaggia e vince un duello in gara (sin dalla partenza) con Lewis Hamilton. Un encomio all’intelligenza di un “ragazzino” di 41 anni, mai domo e capace di far scoprire nuove frontiere del suo sconfinato talento. Ennesimo podio, che lo porta ad appena 9 lunghezze dal 2° posto nel Mondiale.

    VOTO 7 AD HAMILTON, BATTUTO MA FIDUCIOSO
    Un po’ come l’Aston Martin, anche la Mercedes ha approfittato del caos delle qualifiche, per indirizzare al meglio la gara. A completare l’opera ci pensa Lewis Hamilton, che regala un altro podio alla casa anglo-tedesca, dopo un bel duello con Fernando Alonso. La nota negativa per il britannico è la sconfitta maturata contro lo spagnolo: dopo la partenza bruciante, infatti, alla lunga lo spagnolo ha ripreso e superato il sette volte campione del mondo. Un piccolo neo, in un altro fine settimana che aumenta la fiducia tra gli uomini di Brackley.
    VOTO 6 ALLA FERRARI, CHE LANCIA PRIMI SEGNALI
    La valutazione è l’esatta media tra il 7 pieno della gara e il 5 (tendente al 4,5) delle qualifiche. Sin dal venerdì la Ferrari si era rivelata unica antagonista della Red Bull, tanto da far sognare il colpaccio. Poi, come spesso accade, nei momenti concitati la squadra dimostra di capirci poco, come testimonia l’orrenda qualifica. Alla fine, però, a rimediare a tutto ci pensa la brillante conduzione della gara, di tutte le componenti: dalla strategia del muretto al ritmo di Leclerc e Sainz, che recuperano fino al 4° e 5° posto, non lontani dal podio. Serviranno altre risposte, ma da Montreal la Rossa ritorna a casa con una rinnovata fiducia. Forse avranno davvero capito?
    VOTO 5 A NORRIS, SCIUPONE E AVVENTATO
    La voglia del fuoriclasse di ottenere sempre qualcosa in più non si può domare. E in fondo, Lando Norris ha le carte in regola per essere un fuoriclasse. Tuttavia, in tempi di “magra”, bisogna sapersi accontentare. Ed ecco che il tentativo alquanto avventato di sorpasso a Esteban Ocon, nel finale di gara, per un 8° posto, costa anche il piazzamento in zona punti al team di Woking. Il tutto dopo una corsa solida, condotta sempre in zona punti. Occasione (e punti) persi.
    VOTO 4 A PEREZ, L’ANELLO DEBOLE DELLA RED BULL
    Mentre il mondo della Formula 1 va avanti, Sergio Perez è rimasto fermo a Baku. Già, perché dalla gara dominata in Azerbaigian, il messicano ha collezionato solo disastri (ad eccezione di Miami). Terza qualifica consecutiva fuori dalla top-10, gara anonima e inferiore (in tutto e per tutto) anche alla Ferrari. Sesto posto finale che, adesso, mette a serio rischio anche la seconda posizione nel Mondiale, con Alonso distante appena 9 punti. Uno scenario impensabile fino a un mese fa, ma che mette in luce una realtà dura per Checo: l’anello debole della Red Bull è lui.
    VOTO 3 A RUSSELL, TRADITO DA UN ERRORE MADORNALE
    Per la prima volta dal suo arrivo in Mercedes, si iniziano a vedere i limiti di un George Russell sotto pressione. Una pressione figlia della velocità di Lewis Hamilton, che anche in Canada si è rivelato superiore al giovane compagno di squadra. Una situazione che ha portato l’ex Williams a strafare, per cercare di mantenere il ritmo del sette volte campione del mondo; l’errore gravissimo nella prima parte di gara compromette tutto il suo week-end. E per concludere, anche la sua macchina lo tradisce, costringendolo al ritiro. Luna storta, anzi stortissima. LEGGI TUTTO

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    F1, GP di Spagna: i Rookie? Bravi ma non si applicano

    Andiamo ad analizzare la gara dei tre rookie del Campionato Mondiale 2023 di Formula 1: Oscar Piastri (McLaren), Nyck De Vries (AlphaTauri) e Logan Sargeant (Williams), dopo il Gran Premio di Spagna.BARCELONA, SPAIN – JUNE 02: Nyck de Vries of Netherlands and Scuderia AlphaTauri talks to the media after practice ahead of the F1 Grand Prix of Spain at Circuit de Barcelona-Catalunya on June 02, 2023 in Barcelona, Spain. (Photo by Peter Fox/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool // SI202306021132 // Usage for editorial use only //Archiviate ormai le prime sei gare del mondale (senza contare questo fine settimana a Montmeló), le aspettative nei confronti dei tre “novellini” erano abbastanza alte in quanto avrebbero già dovuto avere confidenza ed esperienza necessari nel guidare una monoposto di F1. Il condizionale però sembrerebbe d’obbligo viste le loro performance in Catalogna.
    Sargeant il più in difficoltà di tutti: dopo aver chiuso ultimo le qualifiche del sabato pomeriggio (a causa di un’uscita fuori pista che lo ha fatto finire nella ghiaia), è partito, insieme al pilota monegasco Charles Leclerc, dalla pit-lane. Non è riuscito a schiodarsi dal 20esimo posto, doppiato proprio come il compagno Alexander Albon che ha tagliato il traguardo 16esimo.
    De Vries, come il pilota statunitense, non è ancora riuscito a guadagnare i suoi primi punti in F1. Anche dopo qualche testa cosa durante le prove libere, per questo weekend aveva alte aspettative, ma a causa di una brutta partenza non è riuscito a raggiungere la tanto ambita top 10. Meglio invece Yuki Tsunoda che ha chiuso la gara nono, scivolato però in 13esima posizione dopo una penalità di 5 secondi.

    Piastri si aggiunge al gruppo dei piloti delusi dopo la bandiera a scacchi: nonostante i tempi incoraggianti ottenuti durante le qualifiche (che lo hanno visto prendere parte al Q3), entrambe le McLaren non hanno portato nessun punto a casa, dimostrando che bisogna lavorare ancora un po’ sul passo gara.

    Se dovessimo paragonare questo GP ad un esame, potremmo dire che i 3 rookie non siamo riusciti a raggiungere la sufficienza, malgrado le buone “simulazioni” fatte durante tutto il weekend. Concentrazione necessaria perché lo sappiamo un po’ tutti che la prof. F1 non concede sconti a nessuno. LEGGI TUTTO

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    Ayrton Senna, 29 anni di saudade

    Ayrton Senna in the cockpit of the Williams FW16-Renault. Portrait. Photo: LAT Photographic/Williams F1.Le sue parole, le sue gesta, quel casco giallo che si muove a gran velocità affrontando le curve di Montecarlo. Sembra un manifesto futurista. Ayrton Senna era, invece, un pilota di Formula 1. E’ e sarà per sempre una leggenda, entrata nell’immaginario collettivo degli appassionati e non solo. Questa è la forza di un uomo che va oltre il confine di uno sport e diventa ispirazione per tante generazioni.
    Ma perché ancora, dopo 29 anni, il primo maggio continua a non essere solamente la festa dei lavoratori per chi coltiva la passione motoristica? Tutto riporta la mente a quel maledetto weekend. Al sole che batteva su un’Imola distratta. Ignara del fatto che, quanto stava per accadere, avrebbe cambiato per sempre la storia della Formula 1. Al venerdì l’incidente di Rubens Barrichello, il pupillo di Ayrton. Cattivo presagio. Al sabato, poi, la catastrofe. La triste morte di Roland Ratzenberger classico pilota operaio, a bordo di una modesta Simtek.
    Senna è colpito dall’incidente dell’austriaco. Turbato. Mentre riguarda le immagini alla tv nel box della Williams, qualcosa sembra essersi rotto in maniera definitiva tra lui e la Formula 1. Improvvisamente, non si tratta più di arrivare primo, di combattere col coltello fra i denti per la supremazia. “C’è solo un posto per il vincitore, non possono esserci più vincitori” affermava in un’intervista a cuore aperto. Adesso l’importante è sopravvivere, e quella paura che i piloti tengono sopita per non perdersi tra i fantasmi del rischio, torna a galla più prepotente che mai.
    Soprattutto in un’anima esposta come quella di Ayrton, attraversata da patemi e gioie in parti uguali. Con un sorriso sempre tagliato da una velata malinconia. Una solitudine dovuta alla diversità del suo essere. Quel sabato 30 aprile 1994 è stato il giorno dei pensieri. “Quello che faccio ha senso?” si sarà domandato tra sé e sé. Intanto, tra un dubbio e una certezza, viene domenica, 1 maggio. Il resto è storia ben nota. Ripercorrere quella giornata sarebbe ormai superfluo.

    Così, come ogni anno dal 1994 a questa parte, il 1 maggio è una festa dal sapore amaro. La morte di un pilota e di un uomo come Ayrton Senna fa entrare in un vortice di emozioni, di ricordi per chi c’era e di racconti per chi non ha fatto in tempo a vivere la sua epopea. Che sia stato o no il pilota migliore della storia poco importa. Se ne potrebbe discutere all’infinito senza mai arrivare ad una conclusione soddisfacente. Ma, in fondo, a chi importa?
    E mentre noi tutti invecchiamo, lui rimarrà giovane per sempre. Su Ayrton non graverà mai il peso degli anni. Ecco perché nei cuori dei tifosi e non solo, quel maledetto 1 maggio 1994 non è morto. Anzi, si è trasformato da pilota e uomo straordinario a leggenda senza tempo. Lassù, in un posto imprecisato, come fosse irraggiungibile. Intanto, in lontananza il motore Honda della sua McLaren che ruggisce tra le stradine di Montecarlo; il casco con i colori verdeoro e, infine, una canzone malinconica brasiliana. 29 anni di saudade… Ciao Ayrton, ovunque tu sia. LEGGI TUTTO

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    F1, Il mondiale senza Red Bull? La sorprendente classifica e i tanti temi nascosti

    È una provocazione che nel corso di queste prime settimane ha preso sempre più piede all’interno del paddock. Che mondiale sarebbe se escludessimo la Red Bull dalle considerazioni? Charles Leclerc lo aveva affermato al termine della gara di apertura in Bahrain, per poi riconfermarlo al ring delle interviste di Jeddah: “la Red Bull è di un altro pianeta”. Una frase semplice e concisa che inquadra due mondiali, quello di una F1 dominata dalla perfezione del team di Helmut Marko; quello di una “F1.5”, in cui abbondano gli ingredienti per la realizzazione di un piatto ricco.
    Chiavi di lettura come quella di un’Aston Martin che ha compiuto un lavoro dominato dal coraggio, non meritano di passare in secondo piano. L’azzardo di ripartire da un foglio bianco nonostante le radici tecniche fossero già state piazzate un anno fa, con il cambio di regolamento. Il team di Mr. Stroll si è reso protagonista di uno step in avanti che mai avevamo osservato negli ultimi anni. Un salto che inquadra alla perfezione gli obiettivi a cui aspiravano Stefano Domenicali e Liberty Media, in fase di approvazione dei nuovi regolamenti.
    Una squadra che in più occasioni nel corso della passata stagione aveva espresso prestazioni incolore e che oggi invece, a fine marzo, si trova già due trofei in bacheca. Una ricercatezza tecnica adottata anche dal colosso Mercedes, andando controcorrente rispetto alle filosofie degli altri, ma che in questo in caso si è rivelata penalizzante. Ciò da ancor più misura all’operato della scuderia con sede a Silverstone.
    In una panoramica in cui il cliente ha raggiunto il livello del proprio fornitore, si è però andati nella direzione di una mischia arricchita di un nuovo contendente. A ciò bisogna aggiungere anche le considerazioni legate alla Ferrari. Perché se è vero che la Mercedes navighi in acque tutt’altro che tranquille, non si può dire diversamente del Cavallino. A Jeddah la Ferrari ha terminato alle spalle della stella a tre punte, chiudendo la gara da quarta forza. Nella dinamica del “c’è chi scende e c’è chi sale”, alle spalle della Red Bull si è creato un terzetto di competitors che può regalare scintille senza esclusione di colpi.
    Gli spunti non mancano neppure a livello del midfield. Un’Alpine che, nonostante le premesse di un possibile inizio in sordina, sta confermando una discreta competitività. Escludendo infatti il balzo targato Aston Martin, il team transalpino ha finora progredito nel segno del fil rouge con il quale aveva concluso il 2022. Chi invece il filo conduttore sembra averlo tranciato di netto è la McLaren, sprofondata nei bassi fondi dopo aver perso la battaglia con l’Alpine soltanto agli sgoccioli della passata stagione.
    A Woking questo però lo hanno capito e quanto accaduto negli ultimi giorni, con le importanti modifiche a livello di organigramma, fa pensare ad un cantiere aperto. Una mossa che potrebbe ricordare ciò che ha compiuto con successo proprio l’Aston Martin. Una rottura con il lavoro del passato, per costruire da zero un percorso di successo. Una mossa che può risultare rischiosa e poco appagante sul fronte del presente, ma necessaria dal punto di vista di uno sguardo complessivo. Ed è forse da mosse di tale portata, che potrebbero prendere appunti coloro che sognano, vogliono e devono costruire un futuro più roseo.
    Ora che abbiamo inquadrato alcune delle numerose chiavi di lettura che ci sta offrendo la mischia alle spalle della Red Bull, possiamo sdoganare la classifica del “fantamondiale” senza i tori austriaci. Ciò evidenzia anche a livello numerico gli spunti offerti da questo mondiale e che dunque possono sembrare nascosti soltanto di fronte ad un primissimo sguardo.

    Classifica piloti

    Fernando Alonso Aston Martin 51
    Carlos Sainz Ferrari 30
    Lewis Hamilton Mercedes 30
    George Russell Mercedes 28
    Lance Stroll Aston Martin 12
    Pierre Gasly Alpine 12
    Charles Leclerc Ferrari 10
    Valtteri Bottas Alfa Romeo 8
    Esteban Ocon Alpine 8
    Kevin Magnussen Haas 4
    Alexander Albon Williams 4
    Yuki Tsunoda AlphaTauri 4
    Nico Hulkenberg Haas 1
    Logan Sargeant Williams 1
    Guanyu Zhou Alfa Romeo 0
    Nyck De Vries AlphaTauri 0
    Oscar Piastri McLaren 0
    Lando Norris McLaren 0

    Classifica costruttori

    Aston Martin 63
    Mercedes 58
    Ferrari 40
    Alpine 20
    Alfa Romeo 8
    Haas 5
    Williams 5
    AlphaTauri 4
    McLaren 0 LEGGI TUTTO

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    F1, Drive to surprise: impressioni e pronostici dal Bahrain

    “Verstappen campione del mondo”. “La W14 è un flop”. “Alonso seconda forza con Aston Martin”. “Depressione in casa Ferrari”.

    CALMA! I test sono test e – come sappiamo – lasciano il tempo che trovano, per giunta poco, visti i soli tre giorni di lavoro in Bahrain. Ricordiamo tutti il 2019: Ferrari campione dei test, Mercedes campione del mondo. Ecco, ciò dimostra che la cautela è sempre ottima consigliera quando si parla di test prestagionali. Dunque ci limiteremo ad avanzare delle semplici candidature mosse da sensazioni. Seguendo l’iperbole scuola Netflix vedremo un po’ chi, secondo noi, “drive to survive” e chi “drive to surprise” in questo 2023.
    DRIVE TO SURVIVE
    Mercedes
    Se il buongiorno si vede dal mattino, quello dei test, per la W14, non è stato esattamente un ottimo risveglio. È vero che il porpoising non c’è più, ma se avevamo individuato nell’affidabilità del team di Brackley un’ottima alleata, il problema idraulico occorso a Russell non rappresenta di certo un buon segnale. La testardaggine teutonica dei tecnici, che hanno mantenuto la filosofia a zero sidepods, per ora, non sembra dare continuità agli ultimi risultati della passata stagione. Poca aderenza e scarso bilanciamento della vettura, in aggiunta a un Toto Wolff che , ai microfoni di SKY, si è detto “Non troppo ottimista” riguardo la rincorsa al titolo. Preoccupa un pochino anche la prospettiva di George Russell, che alla sua seconda stagione potrebbe perdere l’effetto motivazionale, dato dai difficili anni trascorsi in Williams, che l’ha contraddistinto per tutto il 2022.
    McLaren
    Se Brackley piange, Woking di sicuro non sorride, anzi. “Ho visto Lando lasciare il garage e dirigersi verso lo stanzino, dando un pugno al muro mentre camminava. Chiaramente non con la forza di abbatterlo, ma c’era della frustrazione. È stato un Lando piuttosto diverso da quello che siamo abituati a vedere”. Così Will Buxton, commentatore britannico e volto noto della serie “Drive to survive”, prodotta da Netflix. Che sia un po’ romanzata… Poco importa. La MCL60 si è dimostrata una vettura difficile da tenere in pista e non sembra vedersi quel salto di qualità che tanto si sperava tra le mura di Woking. Se poi il tuo Team Principal Andrea Stella ammette: “Ci siamo accorti troppo tardi che una direzione diversa in termini di aerodinamica avrebbe avuto più potenziale” e non hai più per compagno di squadra un Ricciardo in crisi d’identità, possiamo comprendere e compatire la frustrazione di Lando. Un pugno anzi, sembra quasi poco.

    DRIVE TO SURPRISE
    Red Bull
    E menomale che sono stati penalizzati, verrebbe da dire. Perché nonostante il part-time dei tecnici in galleria del vento, la nuova Red Bull è apparsa subito nella stessa splendida forma in cui l’avevamo lasciata a fine 2022. Non solo Verstappen, ma anche Perez sembra aver trovato fin da subito il feeling con la vettura. Cercasi competitor all’altezza oppure si rischia il monopolio…
    Aston Martin
    Tolto il KO elettrico che pronti-via ha messo fuorigioco Drugovich (DAY-1) e le cadute in bicicletta del figlio del capo, Lance Stroll. L’Aston Martin, molto rivoluzionata, è apparsa pimpante e competitiva soprattutto sul passo gara, si è presa i complimenti da mezzo paddock, Horner e Wolff in primis e ha ritrovato un Alonso motivatissimo. L’asturiano è apparso molto positivo sul potenziale della vettura, parola d’ordine “ottimizzare il pacchetto” per estrarre tanta velocità nascosta sotto il cofano della AMR23. Fuoco fatuo o vera gloria? Si vedrà in pista tra meno di sette giorni.
    MENZIONE D’ONORE
    Meritate menzioni per Zhou e Alfa Romeo. Il pilota cinese (autore del miglior tempo nel DAY-2) e la nuova C43 sono partiti con il piede giusto. Se dimostreranno un buon potenziale e saranno spalleggiati da un po’ più di fortuna – occhio all’affidabilità – potranno farci divertire nel corso di questo 2023.Per ultimo, ma non ultimo – almeno lo speriamo per lui -, Logan Sargeant. Il pilota statunitense ha completato degli ottimi test a bordo di una buona Williams. Assumere la pesante eredità di Latifi e completare da rookie una prima tre giorni in questa maniera non è da tutti. E se son rose fioriranno! LEGGI TUTTO

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    Williams FW45: l’analisi tecnica della nuova monoposto [ FOTO ]

    Dopo la presentazione della livrea, la nuova Williams FW45 che disputerà il mondiale 2023 è scesa in pista oggi a Silverstone per un primo shakedown. La nostra analisi tecnica.

    In corrispondenza di questo, il team inglese ha pubblicato le prime foto della nuova monoposto. E, sulla base di queste prime immagini, abbiamo realizzato una prima e rapida analisi tecnica che mette in evidenza le principali novità della FW45, sia rispetto alla monoposto dello scorso anno che anche rispetto alle nuove monoposto che sono già state presentate quest’anno.
    WILLIAMS FW45 ANALISI TECNICA: IL FRONTALE

    #Williams #FW45 Il telaio e il frontale della nuova monoposto del Team @WilliamsRacing si presenta ancora abbastanza massiccio e non sono evidenti particolari novità rispetto allo scorso anno, se non un’ala rivista nei profili. pic.twitter.com/7ptJPKDEK2
    — Andrea | CircusF1.com (@CircusFuno) February 13, 2023

    WILLIAMS FW45 ANALISI TECNICA: LE PANCE

    #Williams #FW45 Le pance della nuova monoposto @WilliamsRacing sono in linea con le ultime tendenze aerodinamiche che privilegiano:1. aperture molto alte e parte superiore svasata, stile Ferrari;2. ampio spazio tra pance e fondo e andamento a scendere dietro, stile Red Bull. pic.twitter.com/WaNV4PGbrV
    — Andrea | CircusF1.com (@CircusFuno) February 13, 2023

    WILLIAMS FW45 ANALISI TECNICA: IL RETROTRENO

    #Williams #FW45 La vista laterale e posteriore mette bene in evidenza l’andamento discendente della parte posteriore delle pance, anche se qualche particolare risulta non perfettamente raccordato (“gobba” vicino a sponsor “Dorilton Ventures”). pic.twitter.com/mxnfto706n
    — Andrea | CircusF1.com (@CircusFuno) February 13, 2023

    LA WILLIAMS FW45 IN PISTA A SILVERSTONE

    That SOUND 🔊🤤 #WeAreWilliams pic.twitter.com/C1e4xCdvRQ
    — Williams Racing (@WilliamsRacing) February 13, 2023

    WILLIAMS FW45 – LE FOTO LEGGI TUTTO

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    F1, Williams svela la FW45 ispirata a Ferrari e Red Bull

    ROMA – Dopo aver svelato la livrea lo scorso 6 febbraio, Wiliams ha presentato la nuova monoposto ufficiale che prenderà il via nella stagione 2023 di F1. Confermato ovviamente il colore, con il blu e il nero a dominare sulla FW45, caratterizzata da una diversa trama, e con l’arancione del nuovo sponsor Gulf Oil a dare un tocco in più. Quello che è interessante notare sono le diverse soluzioni aerodinamiche, con il team britannico che spera di vivere una stagione decisamente rispetto agli 8 punti raccolti nel 2022 con Alexander Albon, Nicholas Latifi e Nyck de Vries. Per questo, la casa di Grove ha preso spunto da Red Bull e Ferrari soprattutto dal punto di vista aerodinamico: spicca soprattutto il lavoro sui sidepod, con un taglio netto sotto i bocchettoni per il raffreddamento, oltre alla creazione di un canale superiore sulla parte posteriore.  LEGGI TUTTO

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    F1, Williams copia Ferrari e Red Bull? La nuova FW45 FOTO

    ROMA – La Williams ha svelato la nuova monoposto per la nuova stagione 2023 di F1, dopo aver presentato la livrea una settimana fa. Confermato ovviamente il colore, con il blu e il nero a dominare sulla FW45, caratterizzata da una diversa trama, e con l’arancione del nuovo sponsor Gulf Oil a dare un tocco in più. Quello che è interessante notare sono le diverse soluzioni aerodinamiche, con il team britannico che spera di vivere una stagione decisamente rispetto agli 8 punti raccolti nel 2022 con Alexander Albon, Nicholas Latifi e Nyck de Vries. Per questo, la casa di Grove ha preso spunto da Red Bull e Ferrari soprattutto dal punto di vista aerodinamico: spicca soprattutto il lavoro sui sidepod, con un taglio netto sotto i bocchettoni per il raffreddamento, oltre alla creazione di un canale superiore sulla parte posteriore.  LEGGI TUTTO