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    Il Beach Volley “dimenticato” dalla Fipav: apertura o chiusura totale?

    Di Redazione
    In questi giorni di assoluta incertezza sulla prosecuzione dell’attività sportiva, la Federazione Italiana Pallavolo è intervenuta ieri con una nota per “interpretare” l’ultimo DPCM, specificando quali categorie possono ripartire e quali devono invece rassegnarsi a restare a casa. Ma nel comunicato diffuso attraverso il sito federale c’è un vuoto clamoroso: da nessuna parte si parla del Beach Volley, e migliaia di tesserati restano in attesa di notizie.
    Nel caso del Beach, oltretutto, un chiarimento è quantomai decisivo perché non si vedono vie di mezzo: o tutti possono allenarsi (quantomeno tutti i tesserati Fipav) o non può farlo nessuno, perlomeno al chiuso. In quest’ultima direzione sembrano portare le FAQ del Dipartimento dello Sport pubblicate ieri, che per discipline analoghe – come tennis e padel – parlano chiaramente di possibilità di continuare “solo in centri e circoli sportivi all’aperto, previo rispetto dei protocolli di sicurezza“. Si verificherebbe così un vero e proprio paradosso, con i beacher costretti a disertare i campi indoor, dove invece possono allenarsi i pallavolisti (almeno fino alla Serie C e alle categorie Under), pur praticando uno sport di contatto.
    Secondo l’interpretazione più generosa che circola in queste ore, al contrario, tutti i tesserati potrebbero allenarsi liberamente anche al coperto, essendo potenzialmente partecipanti a eventi “di interesse nazionale” come i tornei organizzati dalla Fipav. Due letture, come si vede, diametralmente opposte: soltanto la Federazione può svelare l’arcano. Intanto, però, la maggior parte dei centri sportivi hanno chiesto agli atleti di rimanere a casa; alcuni, come il Quanta Club di Milano, hanno bloccato definitivamente tutte le attività fino al 24 novembre (data di scadenza del DPCM), mentre altri come la Beach Volley Academy di Roma le hanno sospese provvisoriamente in attesa di chiarimenti. LEGGI TUTTO

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    Il protocollo Fipav “dimentica” gli arbitri: un solo controllo per tutta la stagione?

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Di Redazione
    Tra le disposizioni del nuovo protocollo per la ripresa delle attività della Serie A, pubblicato ieri dalla Federazione Italiana Pallavolo, ce n’è una che salta all’occhio e non ha mancato di attirare l’attenzione di diverse società della massima categoria nazionale. Si tratta del regolamento relativo agli arbitri, che a quanto si comprende dal testo del documento sono soggetti a un livello di controllo notevolmente inferiore rispetto a giocatori e staff delle singole squadre.
    Questi ultimi, infatti, dovranno sottoporsi a due tamponi per il coronavirus a inizio stagione e poi reiterare il test almeno ogni 15 giorni; ai direttori di gara, invece, dopo aver superato uno screening (test sierologico e tampone) prima dell’inizio del campionato, basterà consegnare al Covid manager un’autocertificazione prima di ogni gara, dichiarando di non aver ricevuto una diagnosi di Covid-19, sintomi riferibili alla malattia o contatti con soggetti positivi. Una sostanziale differenza, anche perché il primo e il secondo arbitro sono le uniche persone che il protocollo autorizza a togliere la mascherina durante l’incontro, a parte i componenti del “gruppo squadra”.
    Perché questa disparità di trattamento? Eppure gli ufficiali di gara, a differenza dei giocatori, non sono professionisti neppure “de facto”: svolgono quotidianamente altri lavori, incontrano molte persone esterne al mondo del volley e sono sulla carta più a rischio di contagio dei giocatori. Non pochi si sono posti questo interrogativo rilevando le disposizioni federali, che del resto potrebbero avere anche una motivazione economica: se infatti gli esami medici effettuati su atleti e membri degli staff societari saranno interamente a carico delle società, quelli destinati agli ufficiali di gara graveranno sul bilancio federale… LEGGI TUTTO

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    Confusione contabile e gestione amministrativa: nuovi problemi per la Federazione

    Di Nuovi problemi per la Fipav targata Bruno Cattaneo e il suo “nuovo” corso. Questa volta i procedimenti sono stati promossi a seguito di deferimento della Procura Federale nei confronti di Giovanni Bisignani e Gaetano Napolione. Il primo per aver, nella sua qualità di Presidente in carica, all’epoca dei fatti, del CP FIPAV Chieti, relativamente all’organizzazione del […] LEGGI TUTTO