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    Gp Austria F1 2023, le pagelle: Verstappen indomabile, Sainz leone, Norris e McLaren redivivi

    Va in archivio il nono appuntamento del mondiale di Formula 1, sul circuito di Spielberg, teatro del Gran Premio d’Austria. Scenario dell’ennesimo dominio della Red Bull e di Max Verstappen, alla settima vittoria stagionale, e sempre più vicino al terzo titolo mondiale consecutivo. Un plauso alla Ferrari, che ritrova il podio con Charles Leclerc, la cui prestazione viene però messa in ombra da un super Carlos Sainz. Si rivede la McLaren, quinta al traguardo con Lando Norris, mentre fanno un passo indietro Mercedes e Aston Martin. E ancora una volta, la peggiore di tutte è la FIA. Questo e tanto altro nelle nostre pagelle del week-end austriaco.
    VOTO 10 A DI VERSTAPPEN, SUPERIORE E ARROGANTE
    38 punti su 38 disponibili portati a casa. La perfezione ha il nome di Max Verstappen, dominatore incontrastato del week-end di casa per la Red Bull. Un’altra sinfonia, la settima di questa stagione trionfale. Dominante sul bagnato al sabato e sull’asciutto alla domenica, animalesco e cannibale in ogni particolare, tanto nella Sprint Race quanto nella gara. E quella voglia di fare la sosta a due giri dalla fine, per prendersi anche il punto del giro veloce, la dice lunga sulla mentalità vincente del prossimo tre volte campione del mondo.
    VOTO 9 A SAINZ, MINISTRO DELLA DIFESA DELLA FERRARI
    Sul podio alla fine ci va Charles Leclerc, ma la copertina di questo fine settimana molto positivo per la Ferrari in Austria è tutta per Carlos Sainz. Sin dal venerdì si rivela più veloce del compagno di squadra, ad eccezione del Q3 nelle qualifiche del venerdì. Nella Sprint tiene il passo di Perez e conquista il terzo posto, ma in gara alla domenica tira fuori gli artigli, tra sorpassi da urlo e un duello all’ultimo sangue con il messicano della Red Bull. Paga alla fine i 5″ di penalità per track limits, ma se il suo compagno di squadra chiude secondo, molto merito è dello spagnolo.
    VOTO 8 A NORRIS E MCLAREN, FINALMENTE AL TOP
    Il percorso di crescita della McLaren tocca il punto più alto di questa stagione con il quinto posto di Lando Norris a Spielberg. Il team di Woking ha deciso di introdurre tante novità sulla vettura del pilota inglese, aggiornamenti che hanno dato i loro frutti: sia in qualifica che in gara, Lando lotta ad armi pari con rivali ben più quotati, finendo davanti anche ad Aston Martin e Mercedes. Un punto di ripartenza che ridà fiducia a tutta la scuderia, in vista della gara di casa a Silverstone.
    VOTO 7 A HULKENBERG, MATTATORE DELLA SPRINT
    Alla fine la gara non si rivela fortunata (ritiro nella prima metà), ma Nico Hulkenberg e la Haas possono essere contenti soprattutto per il risultato nella Sprint Race del sabato in Austria. Il pilota tedesco è assoluto protagonista, con una partenza che lo porta al secondo posto, che tiene anche per un discreto numero di giri. La lotta con Perez e Sainz non è ad armi pari, ma se non altro non crolla e, con una buona scelta del muretto nel momento in cui la pista si asciuga, porta a casa qualche punto. Una conferma che dimostra come, in situazioni particolari, questo team possa sorprendere.

    VOTO 6 A PEREZ E LECLERC, SALVATI DALLA GARA
    Mai come stavolta guardare al semplice risultato finale può essere fuorviante. Già, perché se è vero che Charles Leclerc e Sergio Perez salgono sul podio, è altrettanto vero che il loro week-end non è tutto rose e fiori. Per il monegasco della Ferrari il podio in gara (e l’ultimo tentativo da paura in qualifica) ripagano un sabato imbarazzante, in cui viene bastonato da Carlos Sainz in condizioni miste. Il messicano, invece, pone rimedio con il secondo posto della Sprint e il terzo in gara all’ennesima qualifica scellerata, che lo vede escluso dalla top-10 per la quarta volta consecutiva. E con una Red Bull, questa è un’enorme aggravante.
    VOTO 5 A MERCEDES E ASTON MARTIN, IMPALPABILI
    Per la prima volta in stagione sia la Mercedes che l’Aston Martin si rivelano parecchio inferiori alla Ferrari. Su un tracciato che poteva favorire la maggior “gentilezza” sulle gomme dei due team rispetto alla scuderia di Maranello, entrambe invece finiscono per perdere parecchi punti nella classifica costruttori. Le Frecce Nere pagano soprattutto una Sprint Race molto negativa, condizionata da una qualifica disastrosa, mentre il team di Silverstone non ha particolari guizzi. Qualche perplessità arriva per aver chiuso dietro anche alla nuova McLaren: se sarà un vero campanello d’allarme, si capirà dal prossimo appuntamento in Gran Bretagna.
    VOTO 4 A PIASTRI, DESOLATAMENTE ULTIMO
    Sia chiaro, sulle qualità del pilota non sembrano esserci dubbi. Così come non bisogna dimenticare che la McLaren le novità le ha montate sulla macchina di Lando Norris. Ma stride molto la differenza di prestazioni tra Oscar Piastri, ultimissimo nella gara della domenica, e il compagno di squadra, quinto al traguardo. Il bel duello (vinto) nella Sprint Race con Charles Leclerc ha lasciato spazio a una gara nerissima per l’australiano, davvero troppo brutta per essere vera. La notizia positiva è che a Silverstone arriveranno anche per lui gli aggiornamenti: quello sarà un banco di prova determinante.
    VOTO 3 ALLA FIA, MEDIOCRE E INCOERENTE
    Dai track limits degni di una seduta psichiatrica alle scelte alquanto incoerenti sulle penalità per impeding, di elementi per bocciare un’altra volta la FIA ce ne sono molti. Vedere quasi 10 piloti penalizzati per aver oltrepassato di mezzo centimetro i limiti della pista è uno schiaffo all’essenza del motorsport, che invita i piloti a spingere al massimo e cercare il limite. Falsare delle gare per un cruccio regolamentare, d’altronde, è pane quotidiano di una Federazione ormai vecchia e bollita. L’abisso, però, non è neanche questo: valutare con due pesi e due misure situazioni piuttosto lineari di impeding (tendenzialmente a favore di una certa scuderia e a sfavore di un’altra…) sta diventando una triste consuetudine, che abbassa ulteriormente la già scarsa credibilità di un’accozzaglia di simil-commissari rubati alle domeniche estive in riva al mare. LEGGI TUTTO

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    F1, Gp Austria (FP1): Verstappen devastante davanti alle due Ferrari

    BARCELONA, SPAIN – JUNE 02: Max Verstappen of the Netherlands and Oracle Red Bull Racing prepares to drive in the garage during practice ahead of the F1 Grand Prix of Spain at Circuit de Barcelona-Catalunya on June 02, 2023 in Barcelona, Spain. (Photo by Mark Thompson/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool // SI202306020817 // Usage for editorial use only //La Formula 1 torna in pista sul circuito di Spielberg, teatro del Gran Premio d’Austria, nono appuntamento di questa stagione. E, come di consueto, si riparte con la Red Bull di Max Verstappen davanti a tutti: 1:05.742 il tempo del campione del mondo, fatto registrare con gomma gialla. Una superiorità sconcertante, se si pensa che alle sue spalle si piazzano le due Ferrari di Carlos Sainz e Charles Leclerc, distanti circa di due decimi, ma con gomma rossa. In ogni caso, desta qualche perplessità il passo gara del team dominatore del campionato: davvero accentuato, infatti, il degrado gomme della scuderia austriaca, mentre sulla SF-23 è sembrato riproporsi il comportamento visto in Canada.
    Alle spalle dei primi tre la Mercedes di Lewis Hamilton, staccato di mezzo secondo dalla vetta, e di qualche centesimo davanti all’altra Red Bull di Sergio Perez. A completare la top-10 troviamo le due Aston Martin di Lance Stroll e Fernando Alonso, la Haas di Kevin Magnussen, l’altra Mercedes di George Russell e l’Alfa Romeo di Guanyu Zhou. Una situazione molto compatta, che ci accompagnerà verso un’insolita qualifica che si disputa di venerdì, in virtù del ritorno della Gara Sprint in programma domani. Semaforo verde alle 17:00.

    Pos. Nr Pilota Team Gap Tempo Giri
    1 33 M. Verstappen Red Bull 1’05″742 24
    2 55 C. Sainz Ferrari +0″241 1’05″983 24
    3 16 C. Leclerc Ferrari +0″467 1’06″209 25
    4 11 S. Perez Red Bull +0″520 1’06″262 25
    5 44 L. Hamilton Mercedes +0″674 1’06″416 29
    6 20 K. Magnussen Haas +0″755 1’06″497 24
    7 10 L. Stroll Aston Martin +0″808 1’06″550 24
    8 14 F. Alonso Aston Martin +0″914 1’06″656 23
    9 63 G. Russell Mercedes +0″954 1’06″696 25
    10 24 G. Zhou Alfa Romeo +1″038 1’06″780 23
    11 23 A. Albon Williams +1″052 1’06″794 20
    12 81 O. Piastri McLaren +1″067 1’06″809 28
    13 2 L Sargeant Williams +1″276 1’07″018 20
    14 22 Y. Tsunoda AlphaTauri +1″419 1’07″161 27
    15 31 E. Ocon Alpine +1″460 1’07″202 27
    16 19 N. De Vries AlphaTauri +1″487 1’07″229 32
    17 11 V. Bottas Alfa Romeo +1″528 1’07″270 25
    18 10 P. Gasly Alpine +1″545 1’07″287 24
    19 27 N. Hulkenberg Haas +1″619 1’07″361 23
    20 4 L. Norris McLaren +1″626 1’07″368 17 LEGGI TUTTO

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    Il podio di Montreal è la massima espressione di questa F1

    Podio Gp Canada F1 2023 – foto: twitter @alo_oficia

    Il GP andato in scena in quel di Montreal non ha di certo eccelso in termini di spettacolo offerto dall’azione in pista. C’è però un motivo per cui è destinato ad occupare una pagina importante dell’album di storia della F1. La cornice del podio ha riunito quattro monumenti del Circus iridato: Max Verstappen, Fernando Alonso, Lewis Hamilton ed Adrian Newey. 11 titoli mondiali sommati ai 23 conquistati dal tecnico inglese (fra piloti e costruttori). Passato, presente e futuro collegati da un unico fil rouge, quello di scrivere la storia.

    What an honor to share the podium with these F1 legends. Thanks Canada🇨🇦💚. Enjoyed every single lap . #f1 #canada #montreal #astonmartin pic.twitter.com/l5ZJtNLSTS
    — Fernando Alonso (@alo_oficial) June 18, 2023

    “È una top 3 iconica, non credo che ce ne sia mai stata una di questo genere prima d’ora”, ha affermato Lewis Hamilton, consapevole di essere protagonista di un momento storico, pur senza aver alzato il trofeo più importante. Gli occhi del sette volte campione del mondo hanno comunicato un profondo senso d’orgoglio, dovuto forse ad un’ulteriore motivazione nata sul circuito canadese. Il connubio fra un podio di tale portata e una Mercedes in crescita ha amplificato in Lewis la fame di vittoria. Se fino ad ora Hamilton non aveva mai smesso di svegliarsi ogni mattina nel segno dell’ottavo titolo, la prospettiva di poterlo conquistare battendo due campioni affermati non fa altro che aggiungere prestigio al suo sogno.
    Fra poco più di un mese taglierà il traguardo delle 42 candeline, ma se non conoscessimo la sua età anagrafica potremmo tranquillamente giudicarlo come uno dei più giovani in griglia. Nel sorriso di Fernando Alonso al termine di ogni GP c’è la consapevolezza che, dopo sei podi in otto gare, si trova finalmente nella realtà a cui aspirava dopo anni di scelte sbagliate. Un team che nell’arco di pochi mesi è passato da essere settima forza alla lotta per la seconda. Ad aggiungere valore è il fatto che questo salto sia stato compiuto in un’ottica di stabilità regolamentare. Alonso sa che negli ultimi dieci anni non si era mai trovato così vicino alla lotta per il vertice. Proprio come ha affermato con determinazione in un team radio durante il GP del Canada, il pilota asturiano ha un solo obiettivo: vincere.
    E poi c’è Max, il ragazzo che settimana dopo settimana sta sfidando gli addetti ai lavori nella ricerca degli aggettivi. Inarrestabile, cannibale, semplicemente perfetto in ogni condizione. In Quebec ne ha dato un’ulteriore prova. Neanche le condizioni insidiose del sabato hanno piegato l’olandese, che scandisce i suoi giri in pista con la precisione di un metronomo. La stessa precisione con cui guida in testa ai Gran Premi ormai da un mese e mezzo. La sigla “Ver” occupa la prima posizione in classifica dalla tappa di Miami, per un totale di 224 giri consecutivi. E se di numeri vogliamo parlare, forse non è una coincidenza che proprio salendo su questo podio Verstappen abbia ottenuto il 41° successo, quello che nell’olimpo dei vincitori lo affianca ad Ayrton Senna.

    Non sappiamo se sia solo una suggestione, ma ci piace pensare che la Red Bull su un podio di tale portata non ci abbia voluto mandare un uomo qualsiasi. In Canada a ricevere il trofeo dei costruttori c’era Adrian Newey. Il genio della F1, colui che ancora una volta è stato capace di sfornare una vettura cucita alla perfezione sull’uomo di punta della squadra. La RB19, una monoposto che dopo un terzo di stagione ha già il potenziale affermato per poter diventare una delle più vincenti della storia. LEGGI TUTTO

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    Verstappen, doppio traguardo Red Bull in Canada: “Risultato incredibile”

    MONTREAL – Il weekend del Gran Premio del Canada è uno di quelli da ricordare per la Red Bull e per Max Verstappen: il pilota olandese, infatti, raggiunge le 41 vittorie eguagliando Ayrton Senna, mentre la scuderia, contestualmente, arriva alle 100 vittorie in F1, in poco più di un decennio di storia. Numeri che esaltano Verstappen, il quale, nell’intervista post gara, ha dichiarato: “Vincere il Gran Premio numero 100 per la scuderia è stato incredibile. Non mi sarei mai aspettato di raggiungere questi numeri, anche a livello personale. Continuiamo così, a divertirci e a lavorare sodo”.  LEGGI TUTTO

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    Gp Miami F1 2023, le pagelle: Verstappen inarrivabile, Ferrari impresentabile!

    Il fine settimana in terra americana, sul circuito di Miami, va in archivio per la Formula 1. Un appuntamento che, ancora una volta, ha confermato lo strapotere di Max Verstappen e della Red Bull, dominatori incontrastati nonostante qualche intoppo in qualifica. Conferme anche dall’Aston Martin di Fernando Alonso, ad oggi l’unico vero antagonista, mentre è notte fonda per la Ferrari e un irriconoscibile Charles Leclerc. Questo e tanto altro nelle pagelle del Gp di Miami.
    VOTO 10 A VERSTAPPEN E RED BULL, DI UN ALTRO MONDO
    Anche a Miami va in scena il Max Verstappen show: gli errori inusuali che lo costringono al nono posto in griglia vengono cancellati da una gara incredibile, più che nella rimonta nel ritmo. Già, perché vedere un pilota fare giri veloci in successione dopo 40 giri, rimanda a domini di era britannica, non così lontani. Imbarazzante, in più, anche la ferocia con cui rimette Perez al suo posto, che dopo l’exploit di Baku e la pole di sabato, si ritrova di nuovo a semplice ruolo di “finto rivale”. Perché, in verità, non esiste nessuno capace di battere Max Verstappen.
    VOTO 9 AD ALONSO, VECCHIA VOLPE ANCHE IN AMERICA
    Il primo degli umani, che forse tanto umano neanche è. Fernando Alonso regala un’altra lectio magistralis di come essere una leggenda senza tempo della Formula 1: astuzia, visione della corsa ad ampio raggio, concretezza nella guida e, per ultimo, una comunicazione pungente come nessun’altra. A 42 anni da compiere si diverte come quel ragazzino di 24 che vinceva il suo primo mondiale. Ma soprattutto, continua il suo magic moment anche in termini di risultati: 4 podi e un quarto posto in 5 gare. Più di quanto raccolto negli ultimi 9 anni. El Plan.
    VOTO 8 A MAGNUSSEN, L’INCUBO DI LECLERC
    Quarto in griglia di partenza e, per 40 giri, davanti (e con merito) alla Ferrari di Charles Leclerc. Kevin Magnussen si ritrova a Miami, dopo un inizio di stagione complicato, trascorso perlopiù alle spalle del compagno Nico Hulkenberg. In Florida K-Mag ritrova fiducia nei propri mezzi e ottime capacità di guida, mettendosi dietro il monegasco per lunghissimi tratti della corsa, dopo duelli corpo a corpo che l’hanno visto quasi sempre vincitore. Alla fine porta a casa anche un punticino prezioso, giusto premio di un fine settimana solidissimo del danese.

    VOTO 7 A ALPINE, (REDI)VIVA E VEGETA
    L’appannamento delle ultime due gare ha lasciato spazio in casa Alpine a qualche riflessione spazzata via dall’ottima gara di Miami. E stavolta con entrambi i piloti; sì, perché sia Esteban Ocon che Pierre Gasly hanno offerto una prestazione di tutto rispetto, con un gran bel passo e una voglia di giocarsela anche con chi sta davanti. Al resto ci ha pensato il muretto con una strategia ben studiata. Ora l’obiettivo è continuare a crescere.
    VOTO 6 A MERCEDES, DR JEKYLL E MR HYDE
    Non è facile esprimere un giudizio sul week-end della Mercedes. In difficoltà irreversibili sin dal venerdì, in qualifica tira fuori il peggio di sé, relegando Lewis Hamilton addirittura al 13° posto in griglia. Un risultato durissimo da accettare, ma che nascondeva qualcosa: la “potenza della domenica” delle Frecce Nere. Già, perché in gara le cose cambiano in meglio: ritmo costante, soprattutto nell’ultima parte, superiore anche a quello della Ferrari. E alla fine, il quarto e sesto posto di Russell e Hamilton pone rimedio (parzialmente) a un week-end nato malissimo. Ma è chiaro che ci si attende molto di più.
    VOTO 5 A STROLL, IMPANTANATO NELLE RETROVIE
    Se l’anno scorso poteva essere una consuetudine uscire nel Q1, con l’Aston Martin di quest’anno sembra inaccettabile pensare per Lance Stroll di non entrare almeno nei primi 15. Una qualifica sottovalutata che, di fatto, ha compromesso tutto il week-end. Perché, poi, in gara non sono arrivati particolari sussulti; vero, il ritmo non era malvagio, ma tutti erano sullo stesso livello. E alla fine la zona punti non arriva. Con il compagno sul podio…
    VOTO 4 ALLA FERRARI, DI NUOVO NEL BARATRO
    Alla fine quella di Baku è stata una parentesi. Perché il reale valore della Ferrari è quello di Miami. Macchina incomprensibile, capace di stare al passo dei primi in alcuni momenti e incapace di superare una Haas in altri. Un rendimento talmente altalenante da far venire dubbi anche su quanto fatto dai piloti. Che, a onor del vero, ci hanno messo del loro per compromettere ulteriormente la corsa: Carlos Sainz con una sciocca penalità per eccesso di velocità nella pit-lane, Charles Leclerc con un week-end imbarazzante, costellato di errori in qualifica e mediocrità in gara. Non è tutto da rifondare ma poco ci manca: Imola non ammette figuracce.
    VOTO 3 ALLA MCLAREN, SPARITA NEL NULLA
    Melbourne e Baku sembravano aver riportato la McLaren almeno in una posizione più adeguata. Tuttavia Miami ha riportato tutti gli uomini di Woking con i piedi sottoterra, a scontrarsi con una realtà disastrosa. Quart’ultimo Norris e penultimo Piastri, una coppia di piloti a cui la qualità di certo non manca. Ma che questa macchina non è assolutamente capace di mettere in mostra, rischiando di far deprimere due talenti puri del Circus. LEGGI TUTTO

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    Formula 1, Red Bull: ecco perché Max non è al max

    BAKU, AZERBAIJAN – APRIL 30: Race winner Sergio Perez of Mexico and Oracle Red Bull Racing and Second placed Max Verstappen of the Netherlands and Oracle Red Bull Racing celebrate in parc ferme during the F1 Grand Prix of Azerbaijan at Baku City Circuit on April 30, 2023 in Baku, Azerbaijan. (Photo by Mark Thompson/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content PoolDal weekend di Baku tanto rivoluzionario nel risultato quanto rivoluzionato nel format, un fattore è subito saltato all’occhio: Max non è al max.Per capirci, i punti raccolti con la terza piazza della Sprint del sabato e quelli ottenuti con la seconda della domenica garantiscono al due volte campione del mondo un bottino, che potrebbe portarlo, già in piena estate, a festeggiare il terzo titolo mondiale. Né il doppio successo di Perez né la doppia pole position di Leclerc hanno di certo minato le certezze del leone olandese.Ma Verstappen negli atteggiamenti, nei modi e nelle interviste ha lasciato trasparire un leggero senso di scoramento, forse frutto di una giustificata stanchezza, ma i cui fattori sono riconducibili anche ad altre situazioni.
    È DAVVERO UNA BELLA VITA?
    “Mi piace correre e mi piace vincere. Lo stipendio è buono, quindi sotto questo aspetto ovviamente hai una bella vita in Formula 1. Ma devi chiederti: è davvero una bella vita? Ho un contratto fino al 2028 e fino ad allora rimarrò, ma poi mi porrò di nuovo la domanda: se a un certo punto diventa troppo, allora forse è il momento di cambiare“. 
    Questo è l’interrogativo che si è posto Verstappen alla vigilia della tappa azera.Certo, rileggendo queste parole viene da pensare a piloti come Leclerc, Russell e Norris, cavalli di razza di quella categoria lì, ai quali piacerebbe vincere o per lo meno correre al pari di Verstappen.
    Ma il dubbio di Max, ci fa riflettere sul fatto che l’olandese non sia stimolato al massimo dalla Formula 1 attuale, un Circus che lo stesso campione in carica si è sentito più volte di criticare negli ultimi tempi. Prima ponendo molti dubbi sull’aumento annuale del numero delle corse, poi valutando i nuovi format di gara come “caotici e pericolosi”.
    Insomma questa Formula 1 è la casa della Red Bull di Newey, ma non quella di Max Verstappen, che giorno dopo giorno si dimostra sempre più scettico nei confronti del carrozzone dorato trainato da Stefano Domenicali.

    DA CACCIATORE A LEPRE
    Chiaro, non si può essere sempre al 100%, ma non è la qualità di guida il problema di Max, quanto le motivazioni. Quelle di chi, abituato da sempre a fare da cacciatore, ora si trova nei panni della lepre. Una lepre che però può vagare indisturbata da una parte all’altra del globo senza essere preda di nessuno.
    Il suo antagonista ad oggi non è né Perez, né Leclerc, ma i record dei grandi dominatori del passato, su tutti Lewis Hamilton e Michael Schumacher.
    Verstappen di record ne ha già demoliti molti, tuttavia l’attitudine da dominatore non sembra parte del suo DNA.Verstappen infatti è figlio di un nuovo concetto di corse, che tra kart, simulatori e console stimola una diverso approccio alla categoria, fatto di duelli e sfide al limite, incentivate anche da un notevole aumento del grado di sicurezza nel motorsport. Max ci ha dimostrato da sempre di esaltarsi nel ruota a ruota, nell’antagonismo, nel cinismo, nel fare e distruggere tipici del suo carattere. Ma ad oggi ciò che resta all’olandese è “solo” il “semplice” compito di gestire…
    TROVARE IL NEMICO
    Questa attitudine al combattimento e all’agonismo si è vista tutta nel diverbio occorso con George Russell al termine della gara sprint. Lo squarcio sulla RB19, che ha condizionato la performance della Red Bull numero 1, non è andato giù all’olandese.
    Ma visto il risultato e la condizione di classifica di Red Bull, questo scatto di rabbia è apparso se non imbarazzante, per lo meno fuori luogo. Solo la ricerca perenne di un nemico da sconfiggere giustifica gli improperi lanciati al povero George Russell, che già di beghe ne vive abbastanza tra le mura di Brackley.
    Però Max è così, vive di questo. Anche dietro un semplice diverbio con Russell si nasconde la necessità di chi ha bisogno di rinvigorire lo spirito da combattente, da guerriero, ma di chi non lascia trasparire alcuna propensione al dominio. LEGGI TUTTO

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    F1 Red Bull, Verstappen fino a 40 anni? Horner svela il futuro

    ROMA – La stagione 2023 di F1 è cominciata ancora nel segno della Red Bull, e in particolare di Max Verstappen, che nei primi tre appuntamenti ha dato l’impressione di essere, ancora una volta, il favorito numero uno per la conquista di quello che sarebbe il terzo titolo iridato. L’olandese appare la costante in questi anni di grandi cambiamenti per il Circus, che ha affrontato e affronterà (prossima tappa spartiacque, il 2026) un gran numero di cambiamenti dal punto di vista tecnico e regolamentare, ma anche di format: prima, l’introduzione delle Sprint, e poi i primi esperimenti per un nuovo format di qualifiche, e altre proposte al vaglio degli organizzatori. Cambiamenti che in realtà hanno fatto storcere il naso a Verstappen, il quale non si è fatto molti problemi nell’annunciare che se si continua così, potrebbe lasciare molto presto la Formula 1. Parlando del futuro di Verstappen, il team principal della Red Bull, Christian Horner, ai microfoni di Sky Sports UK ha dichiarato: “Max ha convinzioni motlo forti, è un uomo tutto d’un pezzo, ha ben chiaro cosa vuole fare nella vita. La sua vita e la sua passione sono le corse, ma non lo vedo fare come Fernando Alonso, ovvero correre fino a 41 o 42 anni; o almeno, non in Formula1”. LEGGI TUTTO

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    F1 2023, Gp Australia: le pagelle. FIA inqualificabile, paradosso Ferrari, Verstappen inarrivabile

    Va in archivio anche il terzo appuntamento del mondiale 2023 di Formula 1. Dall’Australia, precisamente da Melbourne, il Circus va in pausa per tre settimane con certezze e perplessità che non sembrano trovare risposte. Una verità assoluta è la superiorità netta (ma non imbarazzante come nelle prime due gare) della Red Bull, che torna alla vittoria sul circuito australiano con Max Verstappen. Segnali di ripresa dalla Ferrari, nonostante il risultato molto negativo. Ma la copertina è tutta per l’ennesima, scellerata dimostrazione di inadeguatezza della FIA.

    VOTO 10 ALLA PROFEZIA DI ECCLESTONE
    “Per gli americani sarà anche una gran cosa, ma stanno trasformando il mio ristorante di lusso in un banalissimo McDonald’s”. Con queste parole datate 28 ottobre 2017, Bernie Ecclestone sembrava preannunciare ciò che, di fatto, si sta vedendo negli ultimi anni. Quanto successo a Melbourne incarna perfettamente il senso delle parole dell’ex patron della Formula 1, che da sport adrenalinico e di nicchia è stato trasformato da Liberty Media in fenomeno da baraccone utile solo per costruirci serie televisive.
    VOTO 9 A VERSTAPPEN E ALLA RED BULL, VINCENTI MA NON PERFETTI
    Nelle prime due gare hanno rasentato la perfezione. Nel week-end di Melbourne, però, Max Verstappen e la Red Bull si sono limitati ad essere vincenti. Già, perché il team campione del mondo non ha condotto un Gran Premio da lode, lasciando qua e là sbavature che, tuttavia, non hanno cambiato la sostanza: la RB19 resta di un altro pianeta. Per l’olandese il momento più alto è stato il giro da alieno in qualifica, che gli è valso la pole. In gara, poi, si è limitato al “compitino”, dopo un paio di partenze non brillanti e un errore a fine gara. Ma alla fine conta il risultato.
    VOTO 8 A HAMILTON E ALONSO, VECCHI (?) LEONI INDOMABILI
    38 anni il primo, 41 il secondo. Eppure, l’età per Lewis Hamilton e Fernando Alonso continua ad essere soltanto un numero. In una pista amica per entrambi, i due “vecchietti” della Formula 1 dimostrano ancora una volta tutto il loro talento e la loro qualità, conquistando gli altri due gradini del podio con pieno merito. L’inglese trova un feeling inaspettato con la Mercedes, mentre lo spagnolo continua la sua terza giovinezza, confermandosi l’unico (insieme a Verstappen) sempre a podio nelle prime gare. Qualcuno li cloni.
    VOTO 7 A SAINZ, BRAVO E SFORTUNATO
    Il dodicesimo posto finale, drogato da una penalità su cui si può discutere ampiamente, tradisce la gara coriacea di Carlos Sainz. Paradossalmente resa tale proprio dalla sfortuna: già, quella che dopo il cambio anticipato di gomme al nono giro, lo blocca all’11°posto per via della bandiera rossa. Da lì inizia una sequenza di sorpassi impressionante, su tutti quello meraviglioso su Gasly per il quarto posto. Alla fine è vittima della follia della FIA, anche se una percentuale di responsabilità nel contatto con Alonso dopo la seconda ripartenza resta. Però, per spirito e (finalmente) ritmo, la gara resta molto positiva.

    VOTO 6 ALLA FERRARI, A SECCO DI PUNTI MA CON TIMIDI SEGNALI POSITIVI
    Il paradosso è lo 0 alla voce punti raccolti nel week-end migliore della stagione, almeno in termini di prestazione. La Ferrari, fondamentalmente, ritrova risposte incoraggianti in Australia, come testimonia la gara solida di Sainz (al netto della penalità finale). Resta intatta, ovviamente, l’opinione di macchina nata malissimo e, ad oggi, desolatamente quarta forza del mondiale. Ma per tentare una risalita che appare complicatissima, serve trovare qualche spiraglio di positività. Certo, se poi si evitassero certe topiche come in qualifica (la pioggia quando arriva?), che compromettono tutto il lavoro del team, tutto sarebbe migliore…
    VOTO 5 ALLA SFORTUNA DI RUSSELL
    Poteva essere un week-end da sogno, chissà… Di sicuro, alla fine si è rivelato un incubo. Il riassunto della domenica di George Russell è degno delle montagne russe. Partenza bruciante a mettere le ruote davanti a Verstappen, buttata via dalla scelta (discutibile) della Mercedes di richiamarlo ai box dopo l’incidente di Albon, sacrificando in un certo senso anche la gara di Hamilton. Da lì, poi, il climax della sfortuna tocca i picchi più alti: prima la bandiera rossa che lo fa crollare al settimo posto, poi la rottura del motore che chiude una gara dal sapore di “ciò che poteva essere, ma che non è stato”.
    VOTO 4 A LECLERC, TROPPO AZIENDALISTA E POCO PILOTA
    Dalle stelle alle stalle. Un anno fa un dominio da rievocare memorie schumacheriane, ora una gara durata appena tre curve. E forse, il week-end australiano di Charles Leclerc non poteva che chiudersi in questo modo. Figlio di una mancanza di feeling con il tracciato esplosa al sabato, quando in qualifica si consuma l’ennesimo patatrac fratricida con l’ingegnere di pista Marcos e Carlos Sainz. Una nuova occasione per mettere in evidenza la scarsa vena istintiva propria di un campione del monegasco che può aiutare in situazioni da 50-50, su cui prende la paga anche dal compagno di squadra. Il resto, poi, è tutto una conseguenza: la foga di recuperare, lo scontro con Stroll, l’epilogo nella ghiaia.
    VOTO 3 AL SUICIDIO ALPINE TARGATO GASLY-OCON
    Fino al 56° giro, si è vista l’Alpine in formato 2022. Il team francese, soprattutto con Pierre Gasly, si è reso protagonista di una corsa di assoluto livello, elevata dal corpo a corpo con Carlos Sainz per il quarto posto. A stupire, in particolare, è stato il ritmo della macchina, davvero ben bilanciata e in grado di ambire a posizioni interessanti. Tutto, però, è stato buttato alle ortiche dal suicidio dopo la seconda ripartenza: uno scontro in famiglia con Ocon che costa punti preziosissimi, gettando nello sconforto tutto il team.
    VOTO 2 A XAVI MARCOS, UNO DEI PROBLEMI DELLA FERRARI
    Tanti indizi fanno indiscutibilmente una prova: Xavi Marcos è uno dei problemi della Ferrari. Sia chiaro, non il più grave, o quello a cui dare assoluta priorità, ma uno di quelli che contribuisce a rendere più complessa la situazione. Nel rapporto tra pilota e ingegnere di pista la base dovrebbe essere una chiarezza nella comunicazione: ecco, con Charles Leclerc sembra esserci tutto fuorché questo. Manca chiarezza, manca (forse) anche fiducia del pilota nei confronti del suo primo riferimento. Tutto ben sintetizzato nei concitati team radio nei minuti finali delle qualifiche. Che fanno il palio con quello (imbarazzante) di Jeddah. Proprio perché è un problema piccolo (rispetto agli altri), l’impegno richiesto per risolverlo non dovrebbe essere elevato. A buon intenditor…
    VOTO 1 ALLA FIA, ABILE A OLTREPASSARE SEMPRE I LIMITI DEL RIDICOLO
    La deriva mainstream a cui sta andando incontro la Formula 1 ha fatto perdere completamente la bussola alla FIA. Che, evidentemente, ha dimenticato l’ABC del regolamento del Circus, che deve mettere in cima la sicurezza dei piloti. Ecco, come si pretende di farlo se pensi di riproporre la stessa procedura di ripartenza del 9° giro al 56°? Per indole i piloti sono portati a rischiare, così ne amplifichi inevitabilmente le possibili conseguenze. Stride particolarmente, poi, la volontà di chiudere la gara con la bandiera a scacchi, seppur con un solo giro da compiere: come mai a Monza nel 2022 tutta questa voglia non c’era? In tutto questo, le tempistiche della penalità per Sainz sembrano quasi quisquilie. LEGGI TUTTO