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    Fognini si ferma in semifinale a Metz, battuto da Humbert

    Fabio Fognini

    Troppo Ugo Humbert per un Fabio Fognini provato dalle fatiche della sua ottima settimana all’ATP 250 di Metz. Il francese domina l’azzurro aggiudicandosi per 6-0 6-2 in soli 67 minuti la semifinale del torneo di casa e volando così all’atto conclusivo dell’ultimo torneo in calendario nel 2023. Si sapeva fin dalla vigilia che sarebbe stata una partita difficilissima per Fabio, visto che Ugo sta attraversando un momento di forma eccellente (è al best ranking in carriera), mai così sicuro e intenso nelle sue accelerazioni. Nettissima è stata la differenza tra i due giocatori a livello di intensità, spinta e velocità in campo. Proprio questi due elementi, quelli che hanno fatto “volare” Fabio sino alla semifinale a Metz, sono oggi mancati nel suo tennis. Se contro Sonego il ligure aveva comandato il gioco, imponendo i suoi tempi e angoli grazie ad un anticipo clamoroso sulla palla, oggi è stato Humbert a produrre una prestazione di altissimo livello, veloce, sicuro e super offensivo. Ha servito bene il francese e risposto con altrettanta sicurezza, trovando una profondità e aggressività che non ha mai lasciato respirare un Fognini assai meno reattivo e rapido nella copertura del campo. Quando Fognini governa i tempi di gioco, anticipa e colpisce con pulizia, è un vero incantatore di serpenti, può fare quel che vuole con palla. Oggi le sue gambe non andavano – ha accusato probabilmente anche un fastidio alla gamba destra – non è quasi mai riuscito ad anticipare i colpi e, costretto a rincorrere sugli angoli aperti dal rivale, è andato quasi sempre in difficoltà. Nemmeno il servizio l’ha assistito, ma oggi era proprio l’energia a mancare, e visto che l’avversario invece è stato fulmine in campo e non ha regalato praticamente niente, ecco che si spiega il netto punteggio a favore di Humbert,
    Davvero un ottimo Humbert: atteggiamento offensivo, ha servito due prime su tre in campo vincendo l’88% dei punti, e pure il 64% con la seconda. Ma i numeri non sono importanti per spiegare l’andamento del match, la vera differenza è venuta dall’intensità e velocità nettamente diversa tra i due giocatori. Fabio ha compiuto una vera impresa contro Bublik e prodotto un tennis fantastico contro Sonego. Era moltissimo tempo che non giocava tre partite di fila con questa intensità e qualità, normale che oggi potesse pagarlo. Resta una settimana splendida per Fabio, una grande iniezione di fiducia per la off season, per poter lavorare bene e ripresentarsi con qualche ambizione anche nel 2024. A Metz Fognini ha confermato che il livello degli ATP è ancora nelle sue corde, e che quel braccio “maledetto” può incantare e produrre meraviglie come nei giorni migliori, magari con meno continuità ma con altrettanta qualità.
    La semifinale inizia con un buon turno di servizio di Humbert, rapido a verticalizzare il gioco con i suoi colpi mancini. Fognini subisce le risposte molto aggressive del francese, che si procura una palla break sul 30-40 e la trasforma con un’accelerazione lungo linea di diritto. 2-0 e poi 3-0 Humbert, con un parziale di 12 punti a 4. Altra intensità da parte di Ugo, scattato dai blocchi molto più deciso e con fendenti profondi e precisi, che non lasciano il tempo a Fabio di imbastire il suo tennis. L’azzurro trova un paio di buoni punti nel quarto game, ma poi accusa di nuovo la spinta del rivale e sul 30 pari commette un doppio fallo. Annulla la palla break con un’accelerazione di diritto fantastica, suo primo gran colpo del match. Nei ha bisogno per tenere fermo un Humbert molto rapido nella copertura del campo e pronto ad anticipare. Proprio con un altro gran colpo d’anticipo dopo essersi aperto il campo Ugo strappa la seconda palla break. Annulla anche questa Fognini col servizio, ma non salva la terza, contro un Humbert impeccabile per profondità e continuità nei suoi affondi. 4-0 e poi in un attimo 5-0 Humbert, non lascia letteralmente il tempo a Fognini di imbastire una contro mossa per arrestarne l’onda. Il rovescio lungo linea dal centro di Ugo è una meraviglia, nemmeno alzando un po’ la parabola e rallentando il ritmo Fognini riesce a cambiare le carte in tavola, tanto è rapido il rivale nell’aggredire la palla. Sul 15-40 arrivano i primi due Set Point per Humbert. Esce in corridoio il diritto di Fabio sul 30-40. 6-0 Humbert, 26 minuti di dominio totale del francese, 27 punti a 12. Fabio non ha vinto nemmeno un punto sulle cinque seconde di servizio, e solo il 47% con la prima in campo.
    Fognini riesce almeno ad arrivare ai vantaggi in risposta nel primo game del secondo set, ma Ugo porta a casa il settimo game consecutivo. Finalmente Fabio vince il primo game dell’incontro, poi si piega sulle gambe, forse stasera sta pagando le fatiche di un torneo intenso, giocato ad alto livello. Humbert serve benissimo, varia continuamente angoli e velocità, Fabio non ha punti di riferimento ed è assai meno reattivo in risposta. È meno reattivo nell’anticipare la palla e coprire il campo, il gap di intensità con Humbert è enorme, come dimostra il punteggio e l’andamento della partita. Sul 2-1, un doppio fallo costa a Fognini il 30-40 e palla break da difendere. Pure il fallo di piede sulla prima… governa lo scambio alla fine riesce a vincere il punto, ma sembra aver un problema alla gamba destra, parla col suo angolo e spinge quasi da fermo, o cercando il minimo appoggio. Sbagliando un recupero verso destra, il ligure concede la seconda chance al rivale. La annulla col servizio, con tanta fatica impatta 2 pari. Fognini è di nuovo in difficoltà nel quinto game. Ugo gioca pulito, sicuro e profondo, Fabio cerca di trovare una contro mossa ma sbaglia per primo. 4 errori, per un break che manda il transalpino a servire sul 4-2. La curva esterna col servizio mancino, giocata anche da una posizione di partenza più laterale, è ingestibile per il rovescio dell’azzurro, costretto a colpire quasi in tribuna. Tutto fin troppo facile per Ugo, con l’ottavo Ace vola 5-2 a un passo dalla finale nel torneo di casa. La risposta di Humbert sulla seconda di Fognini non lascia scampo, così precisa e profonda. Sul 15-40 ecco due Match Point per il francese. Salva la prima Fabio, ma il tentativo di smorzata sulla seconda muore in rete. Si spegne il sogno di Fognini di chiudere con una finale una stagione difficilissima, ma resta una settimana fantastica, che gli ha regalato molti punti e la certezza che un “Fogna” in salute può ancora dire la sua a livello ATP. Al prossimo anno, Fabio!
    Marco Mazzoni

    [WC] Fabio Fognini vs [4] Ugo Humbert ATP Metz Fabio Fognini02 Ugo Humbert [4]66 Vincitore: Humbert ServizioSvolgimentoSet 2F. Fognini0-40 15-0 15-15 15-30 15-40 30-402-5 → 2-6U. Humbert 15-0 30-0 40-0 ace2-4 → 2-5F. Fognini15-40 0-15 0-30 0-402-3 → 2-4U. Humbert 0-15 15-15 30-15 40-15 ace2-2 → 2-3F. Fognini 0-15 0-30 15-30 ace 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-401-2 → 2-2U. Humbert 15-0 30-0 40-01-1 → 1-2F. Fognini 15-0 ace 30-0 30-15 40-15 40-300-1 → 1-1U. Humbert 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 ace0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1F. Fognini 0-15 15-15 15-30 15-40 30-400-5 → 0-6U. Humbert 15-0 ace 30-0 40-0 40-150-4 → 0-5F. Fognini 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A df 40-40 40-A 40-40 40-A0-3 → 0-4U. Humbert 0-15 15-15 ace 30-15 40-15 ace0-2 → 0-3F. Fognini 0-15 0-30 15-30 30-30 30-400-1 → 0-2U. Humbert 0-15 15-15 30-15 40-15 ace ace0-0 → 0-1
    Statistiche Tennis: Fognini vs Humbert

    Statistiche
    Fognini
    Humbert

    Aces
    2
    8

    Double Faults
    1
    0

    First Serve (%)
    39/56 (70%)
    24/38 (63%)

    1st Serve Points Won
    20/39 (51%)
    21/24 (88%)

    2nd Serve Points Won
    4/17 (24%)
    9/14 (64%)

    Break Points Saved
    6/11 (55%)
    0/0 (0%)

    Service Games Played
    7
    7

    Return Rating
    48
    242

    1st Serve Return Points Won
    3/24 (13%)
    19/39 (49%)

    2nd Serve Return Points Won
    5/14 (36%)
    13/17 (76%)

    Break Points Converted
    0/0 (0%)
    5/11 (45%)

    Return Games Played
    7
    7

    Service Points Won
    24/56 (43%)
    30/38 (79%)

    Return Points Won
    8/38 (21%)
    32/56 (57%)

    Total Points Won
    32/94 (34%)
    62/94 (66%) LEGGI TUTTO

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    ATP 500 Pechino: Ugo Humbert sorpende Andrey Rublev che aveva anche servito per il match

    Ugo Humbert nella foto – Foto Getty Images

    Il super tabellone dell’ATP 500 di Pechino ha perso la sua seconda testa di serie – e di conseguenza, il suo secondo top 10 – ancor prima dei quarti di finale. Dopo Stefanos Tsitsipas, ora è stato il turno di Andrey Rublev di essere eliminato in modo piuttosto sorprendente, soprattutto perché aveva il servizio a suo favore per battere Ugo Humbert.
    Il russo, sesto al mondo, è stato sconfitto dal 36º in classifica con i punteggi 5-7, 6-3 7-6(3), in 2 ore e 50 minuti di match. Rublev aveva preso il vantaggio vincendo il primo set e aveva avuto molte palle break in seguito, ma la realtà è che ne ha sfruttate solo cinque su 15.
    Humbert, invece, è stato più efficace e ha portato il match al terzo set, dove tuttavia si è trovato in svantaggio 5-3. Rublev ha servito per chiudere sul 5-4, ma è stato brekkato e un inizio incerto nel tie-break è costato caro. Così, Humbert ottiene una vittoria di alto livello e si prepara per il match con Daniil Medvedev per un posto nelle semifinali dell’ATP 500 di Pechino. Nella metà inferiore del tabellone, il numero tre è attualmente l’unico rimasto tra le teste di serie nei quarti di finale, in attesa di Alexander Zverev che affronterà Alejandro Davidovich Fokina.
    ATP Beijing Andrey Rublev [5]736 Ugo Humbert567 Vincitore: Humbert ServizioSvolgimentoSet 3Tiebreak0*-0 0-1* 0-2* 0*-3 1*-3 1-4* 1-5* 2*-5 3*-5 3-6*6-6 → 6-7U. Humbert 0-15 15-15 15-30 30-30 40-306-5 → 6-6A. Rublev 15-0 15-15 30-15 30-30 40-305-5 → 6-5U. Humbert40-0 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-405-4 → 5-5A. Rublev 0-15 0-30 0-405-3 → 5-4U. Humbert 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 40-A 40-404-3 → 5-3A. Rublev3-3 → 4-3U. Humbert 15-0 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-40 ace3-2 → 3-3A. Rublev 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-402-2 → 3-2U. Humbert 15-0 30-0 40-02-1 → 2-2A. Rublev 0-15 15-15 30-15 40-151-1 → 2-1U. Humbert 0-15 0-30 15-30 15-40 30-400-1 → 1-1A. Rublev 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 40-A 40-40 40-A0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2U. Humbert 15-0 15-15 30-15 40-153-5 → 3-6A. Rublev 15-0 ace 15-15 df 30-15 40-152-5 → 3-5U. Humbert 0-15 15-15 30-15 40-15 ace2-4 → 2-5A. Rublev 0-15 30-15 40-151-4 → 2-4U. Humbert 0-15 df 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-401-3 → 1-4A. Rublev 30-0 40-0 40-15 ace0-3 → 1-3U. Humbert 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 ace 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-400-2 → 0-3A. Rublev 15-0 ace 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A0-1 → 0-2U. Humbert 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 A-40 ace ace0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1A. Rublev 0-15 0-30 15-30 30-30 40-306-5 → 7-5U. Humbert 15-0 15-15 15-30 30-30 ace 30-40 40-40 ace 40-A 40-40 A-40 40-40 40-A5-5 → 6-5A. Rublev 15-0 15-15 15-30 30-30 30-405-4 → 5-5U. Humbert 15-0 15-15 30-15 40-155-3 → 5-4A. Rublev 15-0 30-0 40-0 40-15 ace4-3 → 5-3U. Humbert30-40 0-15 0-30 15-30 ace 30-30 30-40 40-40 A-404-2 → 4-3A. Rublev 0-15 0-30 15-30 30-30 40-303-2 → 4-2U. Humbert 15-0 ace 30-0 30-15 40-15 40-30 40-40 40-A2-2 → 3-2A. Rublev 15-0 30-0 40-0 40-151-2 → 2-2U. Humbert 15-0 ace 30-0 30-15 40-151-1 → 1-2A. Rublev 0-15 0-30 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 40-A df1-0 → 1-1U. Humbert 15-0 15-15 30-15 30-30 30-400-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    Ugo Humbert trionfa nei Challengers 175, conquistando il secondo titolo consecutivo

    Ugo Humbert nella foto – Foto Getty Images

    Ugo Humbert può ringraziare l’ATP Tour per aver creato i Challengers 175 durante le seconde settimane dei tornei Masters 1000. Nessuno ha sfruttato meglio questa opportunità del tennista francese, che ha appena conquistato il suo secondo torneo consecutivo di questo livello e ciò dopo aver perso al primo turno del torneo precedente. Ma andiamo con ordine.
    Prima di tutto, è importante sottolineare che Humbert (50° nel ranking) ha offerto una prestazione eccellente per battere l’argentino Tomás Etcheverry (61° nel ranking), che si sente generalmente più a suo agio sulla terra battuta rispetto al francese. Tuttavia, Humbert ha trionfato con il punteggio di 7-6(3) 6-4, sollevando il trofeo a Bordeaux, dopo essersi già aggiudicato il titolo a Cagliari. Curiosamente, ha perso al primo turno sia a Madrid che a Roma entrambe le volte contro Emil Ruusuvuori.
    Con questo ulteriore titolo, Humbert si è assicurato un balzo al 38° posto nel ranking ATP e si presenterà a Roland Garros come il numero uno francese, un risultato che aveva già detenuto in passato. Vale la pena ricordare che il 24enne francese è stato già 25° al mondo, prima che una serie di infortuni lo facessero scendere in classifica. Ora, sembra avvicinarsi nuovamente a quel livello che aveva già raggiunto in passato.
    In conclusione, la creazione dei Challengers 175 da parte dell’ATP Tour ha offerto a Humbert l’opportunità di dimostrare il suo talento e la sua determinazione, permettendogli di ritornare in cima alla classifica francese e di avvicinarsi al suo miglior ranking mondiale. LEGGI TUTTO

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    L’incredibile maratona al Sardegna Open: 4 ore e 13 minuti!

    Ugo Humbert

    Al Sardegna Open di Cagliari è andata in scena un’incredibile maratona nei quarti di finale tra il francese Ugo Humbert e il giapponese Taro Daniel. Dopo ben 4 ore e 13 minuti di battaglia feroce, il transalpino ha sconfitto il nipponico col punteggio di 6-7(11) 7-6(7) 6-4, accedendo alle semifinali, dove aspetta il vincente della sfida tra Gojo e Galan. Una partita davvero equilibrata, come dimostrano i 142 punti a testa vinti al termine dell’incontro.

    🗣️ MARATHON MAN 🗣️
    In 4 hours and 13 minutes, @HumbertUgo outlasts Taro Daniel 6-7(11), 7-6(7), 6-4 to reach the semifinals in Cagliari#ATPChallenger | @federtennis pic.twitter.com/GG1Y3G9grJ
    — ATP Challenger Tour (@ATPChallenger) May 5, 2023

    La partita da poco conclusa sul “rosso” di Cagliari è davvero storica: per i dati di tennis abstract, questo diventa il quarto match (dal 2010) più lungo disputato sull’ATP Challenger Tour. Il più lungo resta quello vinto da Flavio Cipolla su Farah nel 2011 a Barranquilla, in Colombia. Ecco la top 5 dei match più lunghi conclusi sul tour Challenger.
    1 – 2011 Barranquilla – 2°t – Cipolla-Farah 4 ore e 23 minuti2 – 2023 Savannah – 1°t – Hemery-Galarneau 4 ore e 21 minuti3 – 2022 Lima – QF – Etcheverry-Olivo 4 ore e 17 minuti4 – 2023 Cagliari – QF – Humbert-Daniel 4 ore e 13 minuti5 – 2012 Guayaquil – SF – Lorenzi-Ramirez Hidalgo 4 ore e 7 minuti LEGGI TUTTO

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    Le delusioni della stagione maschile 2022

    Daniil Medvedev, da n.2 a n.7 di fine anno

    Carlos Alcaraz, Rafael Nadal, Novak Djokovic. Questo il podio dei migliori giocatori del 2022. È indubbio che i tre grandi protagonisti della stagione appena andata in archivio sono il fenomenale nuovo n.1 al mondo, l’inossidabile campione maiorchino arrivato a 22 Slam e il serbo, che pur giocando “poco” per i noti problemi ha dominato Wimbledon e chiuso la stagione da vincitore alle Finals. Non è questo tuttavia l’approfondimento sui tre leader stagionali e su chi sia stato il migliore dei tre. Puntiamo invece la lente sulle delusioni del 2022, i giocatori che rispetto al proprio potenziale non hanno convinto, giocando al di sotto delle attese con poche vittorie, magari perdendo pure posizioni nel ranking ATP di fine anno rispetto allo scorso gennaio. Purtroppo anche nel 2022 ne troviamo diversi, e di importanti.

    Daniil Medvedev
    Può forse sembrare ingeneroso mettere in cima alla lista delle delusioni uno che ha toccato la prima posizione del ranking mondiale nella stagione, ma considerare positiva l’annata di Daniil Medvedev sarebbe un’offesa al suo talento e potenziale. Ha vinto due tornei, Vienna e Los Cabos, ma in questi eventi non ha affrontato nemmeno un top10. Qua casca l’asino… Il moscovita infatti quest’anno contro i migliori ha stentato assai. A parte l’Australian Open di gennaio, non ha più battuto uno tra i migliori 10 al mondo per il resto della stagione. Ha giocato un Roland Garros e soprattutto un US Open modesto, a chiusura di un’estate sul cemento nord americano mediocre, assai al di sotto delle aspettative. Ha delle scusanti: il problema alla schiena con la piccola operazione, e pure il non aver potuto giocare a Wimbledon per le note faccende belliche. Tuttavia la sensazione è che qualcosa in lui si sia rotto o almeno guastato con la terribile sconfitta agli Australian Open in finale, rimontato da Nadal. Daniil aveva la partita in pugno, saldamente al comando. È stato a una manciata di game dal secondo Slam in carriera. Per un suo momento di distrazione/follia nel terzo set ha avuto un calo, ha rimesso in corsa l’altro, e se lo trascini alla lotta feroce punto su punto, non lo batti più. Quel tarlo gli è rimasto, perché troppe volte in stagione, anche contro avversari assai meno quotati e attrezzati, nella lotta si è perso. Esempio lampante le sue ATP Finals: indoor il suo tennis fa faville, a Torino lo scorso novembre ha perso i suoi tre match, lotte, occasioni buttate. Poche volte è rimasto focalizzato sul proprio servizio, spesso è sembrato anche confuso su come giocare. Molti avversari hanno capito come giocargli contro, ma Daniil c’ha messo certamente del suo, non ottenendo assolutamente risultati in linea con il suo valore. Chiude il 2022 da n.7, l’aveva iniziato da n.2.

    Denis Shapovalov
    Niente di nuovo sul fronte canadese. E pensare che a Melbourne aveva illuso, con un torneo finalmente di una certa consistenza. Nessuna novità tecnica, fuochi d’artificio a go go, ma meno pallate sparacchiate via e una prima di servizio più continua. Aveva vinto battaglie nei primi turni e brillato contro Zverev negli ottavi, quindi ha ceduto contro Nadal in cinque tirati set nei quarti. Si ipotizzava un passo in avanti. Ennesima delusione. Shapo “Sciupovalov” ha ricominciato ad avvitarsi su stesso, perdendo alcune partite incredibili (vedi la semifinale a Dubai vs. Vesely, o contro Harris a Miami) e continuando a restare nel limbo del talento inespresso. Eccetto l’interessante parentesi di Roma (quarti di finale), dalla primavera all’estate ha inanellato una serie terribile di sconfitte, incluse quelle dolorose a Wimbledon (aveva fatto semifinale nel 2021) e al suo open del Canada, dove ha ceduto di schianto contro De Minaur. Dopo un match durissimo perso a New York contro Rublev (altro psicodramma, per entrambi), è volato in Asia dove ha ritrovato un barlume di efficacia, sprecando a Seoul la chance di vincere il secondo titolo in carriera, superato da un Nishioka che ha avuto solo il merito di tenerla in campo e lasciar sbagliare l’altro. A Vienna è tornato in finale, stavolta battuto da un discreto Medvedev. Shapovalov va per i 24 anni, ma di passi in avanti dal punto di vista mentale, della gestione dello stress nel match e della lucidità in campo non se ne vedono. I rivali corrono, il rischio è quello di restare solo il miglior highlights-maker del tour.

    Sebastian Korda
    Se non ci fosse stato il mese di ottobre, la sua stagione sarebbe stata davvero grigia e negativa. L’avevamo apprezzato alle NextGen Finals 2021 battagliare a viso aperto contro la “furia” Alcaraz, portando in campo un tennis di un’eleganza superiore. L’eleganza è rimasta, ma la consistenza? Il figlio di Petr promette molto, ma nel 2022 ha stentato terribilmente nel fare un salto di qualità, più agonistico che tecnico. Non gli manca molto, alla palla del “tu”, serve bene, forse la risposta è ancora non al livello del resto del suo bagaglio di gioco, ma è soprattutto nelle fasi caldi che “Sebi” è mancato. Ha perso troppe volte nel terzo set, troppi tiebreak, subendo più la personalità dei rivali che il loro gioco. Questo è un aspetto cruciale, che pone seri dubbi sulla sua futura evoluzione. Il lato agonistico non è per niente facile da allenare. Mentre “Shapo” scappa dalla lotta tirando a tutta e non pensando affatto, forse Korda pensa fin troppo ma diventa lento e attendista, e questo lo pone in condizione perdente contro avversari volitivi. È ancora giovane come tennis, quella 2022 è stata la sua prima vera annata completa sul tour, ma c’erano ben altre attese su di lui, come su Jenson Brooksy, altro statunitense che rientra a pieno tra le delusioni del 2022 con motivazioni piuttosto simili. Broosky si è scontrato contro avversari che non si sono fatti incantare dai suoi giochi di prestigio; Korda invece è mancato nell’imporre la sua personalità.

    Alsan Karatsev
    Il “ciclone” russo dopo un 2021 straordinario, soprattutto nella prima parte dell’anno, nel 2022 si è come eclissato, perdendo quella furia e intensità che l’avevano issato tra i migliori 15 al mondo. Ha toccato a febbraio il proprio best (14), forte di un successo a Sydney nella sua “amata” Australia, poi si è perso per strada, inanellando una quindicina di tornei di fila con sconfitte al primo o secondo turno. Tanti errori non forzati, servizio meno stabile, quel tennista che ti travolgeva con una velocità di piedi pazzesca e colpi a tratti straordinari è rimasto un ricordo. Ha chiuso l’anno con sole 17 vittorie e 29 sconfitte, al n.59. Se perderà i 250 punti di Sydney a inizio 2023 con un pessimo risultato uscirà addirittura dai 100. Possibile che la sua pazzesca annata 2021 resti quella della classica meteora. Peccato, perché di tennis ne ha mostrato, e anche parecchio.

    Cristian Garin
    Il 26enne cileno è stato uno dei “gamberi” del 2022: iniziato l’anno da n.17 (il suo best ranking) ha chiuso la stagione al n.85. È stato pure sfortunato, poiché il suo miglior torneo è stato Wimbledon (quarti, battuto da Kyrgios), quindi non ha ottenuto i punti conquistati sul campo per la nota questione legata ai tennisti russi e la ritorsione dell’ATP contro i Championships. Ha giocato non al meglio sull’amato rosso, alternando qualche buona prestazione e momenti di vuoto. Si era pure preso qualche settimana di pausa perché totalmente deluso dal proprio livello di gioco. Non è un campione, ma un tennista solido, uno che devi battere. Nel 2022 sembra aver perso la convinzione nei propri mezzi.

    Ugo Humbert
    9 vittorie e 21 sconfitte, passando dal n.35 di inizio stagione all’attuale n.86. Questo il magrissimo bottino del mancino di Metz, che nell’anno dei suoi 24 aspettavamo a ben altri risultati dopo la buona crescita mostrata nella scorsa stagione. Ha un tennis complicato, leggero, non può prescindere dal miglior servizio e da tanta fiducia per rischiare le sue giocate. Pare proprio averla persa per strada, vista la brutta serie di sconfitte nelle quali è incappato. Fino a Wimbledon non aveva mai vinto due partite di fila… Proprio sui prati più nobili si è preso almeno la soddisfazione di battere Ruud. È rimasta la sua unica gioia fino a settembre, quando ha vinto al Challenger di Rennes, dove tuttavia il miglior avversario sconfitto era il n,150 al mondo (l’olandese Brouwer). Davvero una miseria per un tennista estaticamente delizioso e con un certo talento.

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO