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    F1, Vasseur: “Gli upgrade introdotti in Spagna hanno funzionato”

    Se lo dice lui, sarà sicuramente così! Ci riferiamo alle ultime parole di Fred Vasseur. Alla vigilia del Gran Premio del Canada F1 2023, il Team Principal della Ferrari ha affermato che “gli upgrade introdotti in Spagna hanno funzionato”.

    Il Circuito Gilles Villeneuve, ospitato sull’isola artificiale di Notre-Dame, a Montreal, è per la 42esima volta la sede del Gran Premio del Canada di Formula 1.
    Alla vigilia dell’ottavo appuntamento dei 22 in programma nella stagione 2023 di Formula 1, Frédéric Vasseur ha dichiarato: “Arriviamo in Canada consapevoli di dover continuare a migliorare il rendimento in gara della SF-23. Abbiamo confermato gli upgrade introdotti in Spagna che hanno funzionato, permettendo a Carlos e Charles di poter contare su una vettura più costante nelle prestazioni la domenica”.
    Ricordiamo che in Spagna, lo spagnolo ha chiuso al 5° posto mentre il monegasco fuori dalla zona punti. Dove avrà visto il miglioramento il Team Principal della Ferrari?
    Ricordano il 2022, Vasseur ha poi aggiunto: “Lo scorso anno sia Sainz che Leclerc furono grandi protagonisti di questa corsa, il primo perché riuscì a mettere pressione dal primo all’ultimo giro a Verstappen, il secondo perché fu chiamato a una grande rimonta dal fondo della griglia. Abbiamo tanti tifosi in questo Paese e vogliamo regalare loro una buona prestazione di squadra”. LEGGI TUTTO

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    La 24 Ore di Le Mans si tinge di rosso Ferrari. Un successo di enorme portata storica

    Ferrari Hypercar 499P – 24 Ore di Le MansEra un pomeriggio di fine ottobre quando una macchina in livrea camouflage solcava l’asfalto del Tempio della Velocità a Monza. Quella macchina ancora non aveva un nome ma già trasmetteva la sensazione di avere davanti agli occhi un qualcosa dal DNA vincente.
    Ferrari 499P, così è stata svelata in quel di Imola pochi giorni dopo. Il mezzo con cui il Cavallino avrebbe fatto il ritorno nella classe regina della 24 Ore di Le Mans dopo 50 anni. L’orgoglio era forte, ma al tempo stesso lo era anche la consapevolezza che il lavoro da compiere per raggiungere i colossi che sarebbe andata a sfidare, era tanto.
    A distanza di neanche otto mesi quella macchina ha già scritto una pagina di storia del motorsport e della Ferrari. La 499P ha trionfato alla 24 Ore di Le Mans e lo ha fatto nell’edizione del Centenario. Un cerchio perfetto, una sinfonia perfetta. La rossa ha dominato la gara delle gare, imponendosi su chi per 5 anni ha fatto di quella competizione un fortino, Toyota.
    La sensazione di aver fatto qualcosa di davvero importante la si coglie negli occhi lucidi di Antonio Giovinazzi, carichi di incredulità e riscatto, mentre guarda il suo compagno James Calado sul traguardo. Lo stesso che neanche mezz’ora prima con gli occhi lucidi guardava un interminabile pit stop finale. E poi c’è Ale Pier Guidi, l’uomo simbolo delle competizioni endurance del Cavallino, che anche lui con gli occhi lucidi, ha portato la numero 51 alla bandiera a scacchi sotto cui ogni pilota sogna di passare. Le Mans è tutta loro.

    250 LM e 499P, due gioielli che a distanza di 58 anni si stringono finalmente la mano, dopo aver trionfato nella gara più iconica che il panorama motoristico possa offrire. La Ferrari sta dando il giusto lustro ad un campionato che troppe volte è passato nell’ombra e che invece, se si chiama mondiale, un motivo ci sarà. La Ferrari è tornata sul tetto del mondo e lo ha fatto con un uno stile unico, quello del Cavallino Rampante. The big one is red. LEGGI TUTTO

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    Mercato piloti F1: Aston Martin e Alpine tentano Charles Leclerc

    Dopo l’ennesimo risultato deludente, le parole e il linguaggio del corpo di Charles Leclerc sono lì a dimostrare che la pazienza del pilota monegasco è finita. Quali sono però le reali alternative per un futuro lontano da Maranello?1 – GP SPAGNA F1/2023 – GIOVEDI’ 01/06/2023 – credit: @Scuderia Ferrari Press Office

    Stanco di una Ferrari incostante e non vincente, Leclerc ha dato mandato di valutare tutte le possibili alternative sul mercato. Dopo cinque anni a Maranello, gli stessi di Fernando Alonso e uno in meno di Sebastian Vettel, il monegasco ha definitivamente perso ogni speranza di poter vincere un titolo con la sua attuale squadra.
    Con una media di soli sei punti a gara, Leclerc occupa attualmente la settima posizione nella classifica mondiale piloti, dietro al compagno di squadra, Carlos Sainz e davanti a Lance Stroll (Aston Martin) e alla coppia di piloti Alpine, Esteban Ocon e Pierre Gasly.
    E sono proprio questi team i due potenziali approdi per il monegasco. La rivelazione di quest’anno, ovvero l’Aston Martin, è in cerca di un pilota da affiancare ad Alonso che, fino ad ora, ha raccolto 99 dei 134 punti del team. Altra scuderia che si è mossa per capire le intenzioni di Leclerc è Alpine. Luca de Meo, CEO del Gruppo Renault, vorrebbe portare rapidamente il team francese ai massimi livelli e per farlo è disposto ad investire su un pilota del calibro di Leclerc.
    A farne le spese potrebbe essere Esteban Ocon, anche se quest’anno ha recentemente conquistato un podio al Gran Premio di Monaco.
    Le porte invece di due Top Team come Red Bull e Mercedes sembrano chiuse. Il team austriaco ha raggiunto un buon equilibrio con Max Verstappen e Sergio Perez. Qualora poi dovesse decidere di fare a meno del messicano, il sedile passerebbe ad un pilota del vivaio. Situazione più o meno analoga in Mercedes dove Lewis Hamilton dovrebbe firmare presto il rinnovo mentre George Russell è una pedina inamovibile dalla compagine di Stoccarda.

    Le parole di Leclerc, dopo il Gp di Spagna LEGGI TUTTO

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    F1, Vasseur: “La Ferrari F1 2024 è già in galleria del vento”

    E’ un Fred Vasseur molto sincero e schietto quello che oggi ha toccato diversi temi che riguardano il presente e il futuro della Ferrari.

    LA NUOVA FERRARI F1 2024 E’ GIA’ IN GALLERIA DEL VENTO
    “In galleria del vento abbiamo già la macchina per la prossima stagione. Provare però a introdurre un’auto completamente diversa a questo punto della stagione sarebbe abbastanza critico”, ha detto Vasseur che poi ha anche aggiunto: “Dobbiamo far lavorare la macchina attuale in una finestra migliore. Il nostro primo obiettivo non è semplicemente aggiungere carico, ma rendere l’attuale monoposto più consistente. Abbiamo ampi margini di miglioramento con la vettura attuale in termini di prestazione pura”.
    I PROBLEMI DELLA FERRARI SF-23 NON SONO ANCORA DEL TUTTO CHIARI
    La frase del Team Principal Ferrari sui “problemi” dell’attuale monoposto lasciano intravedere come a Maranello regni ancora tanta confusione nel capire su cosa intervenire: “I problemi della SF-23 potrebbero essere dovuti all’aerodinamica o alla meccanica delle sospensioni”. Sempre su questo tema Vasseur ha poi precisato: “Il problema non ha niente a che vedere con il concetto o con l’aspetto estetico della vettura. È un dato di fatto però che soffriamo di più in gara che non in qualifica e oltretutto nemmeno in tutti gli stint di gara. È un problema di consistenza che non dipende dalla filosofia ma dall’uso che fai del pacchetto, delle gomme e del bilanciamento”.
    A BARCELLONA UNA NUOVA CARROZZERIA MA NESSUNA NUOVA SOSPENSIONE
    “Non so chi ha detto che avremo una nuova sospensione posteriore in Spagna. E non sono stato certo io”, il categorico commento di Vasseur, parlando degli aggiornamenti attesi per Barcellona. Il Team Principal della Ferrari ha poi confermato che in Spagna si vedrà “una nuova carrozzeria”.

    GLI ALTRI SVILUPPI PER PUNTARE ALLA VITTORIA
    Vasseur ha anticipato anche che ci saranno sviluppi anche nelle prossime gare: “Avremo aggiornamenti anche per le tre o quattro gare successive”.
    E alla domanda se il vero potenziale della vettura possa essere sufficiente per vincere una gara in questa stagione, il Team Principal ha così risposto: “Credo che sia più semplice trovare la costanza che il potenziale in qualifica. Appena saremo in grado di sbloccare questo potenziale, credo che partendo dalla prima fila saremo in grado di lottare per la vittoria. Ma oggi la situazione è questa, sappiamo dove dobbiamo lavorare e migliorare. Tutti sono concentrati su questo aspetto, stiamo spingendo per portare aggiornamenti e soluzioni per migliorare in quest’area. Ma possiamo credere nella possibilità di vincere”. LEGGI TUTTO

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    Tre domande a Leclerc, alla vigilia del Gp di Monaco F1 2023

    Dopo la cancellazione del Gran Premio in programma a Imola lo scorso fine settimana, il Mondiale di Formula 1 torna in pista con la gara di casa di Charles Leclerc, sulle strette stradine di Monte Carlo, che diventa il sesto appuntamento della stagione.Charles Leclerc – credit: @Scuderia Ferrari Press Office1. Descrivi il circuito di Monte Carlo con una parolaCharles Leclerc: “Adrenalina: è l’elemento fondamentale che questa pista sa trasmettere. È stretta, il fondo spesso è sconnesso e per andare veloce devi fidarti anche delle tue sensazioni. Quando ci giri a bordo di una vettura di Formula 1 fondamentalmente non hai un attimo di respiro, e in qualifica, quando spingi al massimo, nell’abitacolo ti pervade una vera e propria scarica di adrenalina, appunto. Credo che nessun circuito trasmetta queste sensazioni e so che è così per tutti i piloti, e per me in particolare, visto che è la pista della città nella quale sono cresciuto”.
    2. Qual è il tuo luogo preferito nella città di Monte Carlo?CL: “Ce ne sono tanti. Io sono cresciuto a Fontvielle, ma tutta la città è veramente ricchissima di luoghi unici. Qualunque cosa tu voglia fare, Monte Carlo sa offrire i luoghi perfetti per farli: sport, moda, relax. Io personalmente amo la spiaggia di Larvotto, e posso forse dire che quello è il mio luogo speciale, quando sono a Monaco”.

    3. Ci racconti qualche momento speciale legato al GP di Monaco?CL: “L’ho detto tante volte: la passione per l’automobilismo la devo a mio padre e al fatto di essere nato e cresciuto a Monaco. Ero molto piccolo quando dal balcone di casa di un amico, che abitava a Ste. Devote, vedevo le macchine sfrecciare e io simulavo le stesse scene con dei modellini di Formula 1. Poi grazie a mio padre ho conosciuto il mito Ayrton Senna e ho potuto vedere di che cosa è stato capace a Monaco, così ho iniziato a sognare che un giorno avrei potuto essere anche io tra i protagonisti qui. Poter girare oggi sulla stessa pista che ha contribuito a renderlo una leggenda è qualcosa di molto speciale per me. Non vedo l’ora”. LEGGI TUTTO

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    F1, Gp Monaco 2023: Pirelli porta a Monte Carlo le tre mescole più morbide

    Il tris di mescole più morbido della gamma Pirelli sarà protagonista sul tracciato di Monte Carlo. Verranno infatti portate C3 come P Zero White hard, C4 come P Zero Yellow medium e C5 come P Zero Red soft.Pirelli – Gp Monaco F1 2023 (Monte Carlo)

    Il circuito cittadino misura solo 3.337 km ed è una delle tappe storiche del campionato di Formula 1. Nel Principato di Monaco si sono disputate 68 gare e il pilota più vincente è stato Ayrton Senna, arrivato primo sotto la bandiera a scacchi dal 1987 al 1993, con la sola eccezione del 1988 quando si ritirò al 66° giro mentre era in testa alla corsa.
    La gara di Monte Carlo ha la velocità media più bassa di tutto il campionato (circa 150 km/h).
    Il livello di aderenza dei pneumatici è molto basso e l’usura contenuta. Le mescole più morbide consentono un buon grip adesivo in trazione – limitato, invece, quello meccanico – che tuttavia non impedisce lo scivolamento, determinante nella formazione del graining sulla superficie delle gomme.
    L’edizione 2022, caratterizzata da condizioni meteorologiche variabili, ha visto le squadre utilizzare tutte e tre le tipologie di pneumatici nel corso della gara: le Cinturato Blue Full Wet, Cinturato Green Intermediate e le gomme da asciutto. Su una pista asciutta la strategia ad una sosta è praticamente obbligatoria. Nel 2022, la maggior parte dei piloti fece tre pitstop.
    A Imola avrebbero dovuto debuttare i nuovi pneumatici da bagnato estremo che non hanno più bisogno di essere riscaldati con le termocoperte. I nuovi Cinturato Blue Full Wet potranno quindi essere utilizzati dal GP di Monaco e per tutte le gare successive della stagione.

    Gp Monaco F1 2023: Mescole, Camber e Pressioni
    Pirelli – Gp Monaco F1 2023 (Monte Carlo)
    Mario Isola, Direttore Pirelli Motorsport: “Una gara che fa storia a sé”

    “È una vigilia del Gran Premio di Monaco diversa da quella che ci aspettavamo. Doveva essere il secondo di tre appuntamenti consecutivi in Europa ma sarà invece il primo a causa della cancellazione della gara di Imola: abbiamo ancora negli occhi le immagini delle zone devastate dal maltempo e vogliamo esprimere ancora una volta la nostra solidarietà ai familiari delle vittime e a chi in questa tragedia ha subito perdite enormi. Monaco è un capitolo a sé stante nel romanzo del campionato di Formula 1. Le caratteristiche del tracciato, rimasto sostanzialmente immutato da più di settant’anni, lo rendono un unicum che, spesso, ha offerto sorprese sia perché mai come su questa pista il talento del pilota può compensare le carenze tecniche di una vettura sia perché basta un episodio per sparigliare le carte e sovvertire il pronostico. Se è vero che la gara può risultare poco spettacolare a causa dell’estrema difficoltà di sorpassare, nel bilancio delle emozioni del weekend il sabato assume un peso mai così rilevante: la posizione in griglia è quasi sempre determinante per la classifica finale. Come spesso accade per i circuiti cittadini, Pirelli mette a disposizione delle squadre il range di mescole più morbido della gamma. Una delle particolarità di Monaco è che il tracciato viene aperto al traffico privato ogni notte al termine delle sessioni agonistiche, il che impedisce sostanzialmente la formazione di una traiettoria più gommata, rendendolo ancor più scivoloso. Saltata la gara di Imola, Monaco vedrà il potenziale debutto – dipende dalle condizioni meteorologiche, un altro fattore di imprevedibilità di questo fine settimana – delle Cinturato Blue Full Wet senza termocoperte”. LEGGI TUTTO

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    La Formula 1 dona 1 milione di Euro all’Emilia Romagna

    La Formula 1 donerà 1 milione di euro all’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile della Regione Emilia-Romagna.L’Autodromo di Imola – foto: twitter.com/mik94__La Formula 1 ha fatto sapere che farà una donazione immediata di 1 milione di Euro all’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile della Regione Emilia-Romagna per sostenere le comunità colpite dall’alluvione nella regione dell’Autodromo di Imola.
    All’inizio della settimana è stato deciso di non disputare il weekend del Gran Premio dell’Emilia Romagna a Imola e, sia i piloti che i team di F1, hanno inviato i propri pensieri alle persone e alle comunità colpite dai recenti eventi.
    Stefano Domenicali, Presidente e Amministratore Delegato della Formula 1, ha dichiarato: “Sono nato e cresciuto nelle meravigliose terre dell’Emilia Romagna, un luogo che sta vivendo alcuni dei momenti più tristi della sua storia. La situazione in cui versano le comunità della regione è terribile, ma so che la resilienza e la passione della gente di questa regione, come di tante altre in tutta Italia, prevarranno in questa crisi. Dobbiamo fare tutto il possibile per sostenerli in questo momento difficile ed è per questo che stiamo facendo una donazione per contribuire a sostenere gli sforzi di soccorso sul campo”.

    Chi volesse fare una donazione per i soccorsi in tutta l’Emilia-Romagna può trovare maggiori informazioni sul sito della Protezione Civile. LEGGI TUTTO

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    F1, Perché la Red Bull RB19 è la monoposto più veloce?

    MIAMI, FLORIDA – MAY 07: Sergio Perez of Mexico driving the (11) Oracle Red Bull Racing RB19 on track during the F1 Grand Prix of Miami at Miami International Autodrome on May 07, 2023 in Miami, Florida. (Photo by Jared C. Tilton/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content PoolDopo avervi parlato di tutti i vantaggi che la Red Bull RB19 ha rispetto alla concorrenza [ LEGGI QUI ], in questo articolo andremo ad analizzare nel dettaglio la capacità della monoposto austriaca di sviluppare una velocità massima superiore a tutte le altre monoposto.
    Come per il primo approfondimento tecnico, anche in questo caso abbiamo ripreso l’ottimo lavoro di analisi realizzato da Vanja Hasanović.
    Nell’articolo “The Secrets of Red Bull RB19 F1, part II – Speed Demons“, l’ingegnere di Belgrado ha individuato i seguenti cinque punti:
    – resistenza aerodinamica del telaio molto bassa (se non minima);– elevato camber e angolo del flap che porta a una resistenza aerodinamica (e a una deportanza) relativamente elevata dell’ala posteriore con il flap chiuso;– sia le ali a media che a bassa deportanza sono caratterizzate da un basso angolo del piano principale per una resistenza minima con il flap aperto;– possibile influenza sul campo di pressione all’uscita dell’estrattore con il flap aperto, che porta a una minore resistenza aerodinamica;– il miglior PU con una possibilità di utilizzo più lunga della concorrenza.
    Analizziamo ora tutti questi punti.
    1. Bassa resistenza aerodinamica del telaio
    Questo primo punto è discutibile, ma il consenso generale degli esperti tecnici di F1 (e anche di tutti i Team Principal sulla griglia) è che la RB19, così come la RB18, abbia il telaio con la minore resistenza aerodinamica sulla griglia. Ci sono alcuni elementi chiave, tutti collegati tra loro, e inizieremo escludendo l’ala posteriore che sarà oggetto di un’analisi dedicata più avanti. La resistenza aerodinamica degli pneumatici sarà completamente esclusa da questa analisi, poiché si tratta di un argomento molto complesso. Tuttavia, le regole per le vetture di F1 del 2022 e per quelle future prevedono che la carrozzeria sia modellata in modo da avere una bassa influenza sul flusso d’aria intorno agli pneumatici – in un linguaggio tecnico molto contorto – quindi possiamo ipotizzare una resistenza aerodinamica degli pneumatici più o meno uguale per tutte le vetture in griglia.
    Partendo dal frontale, la Red Bull ha finora utilizzato un’ala anteriore molto scarica, chiaramente più bassa dei diretti concorrenti. Sebbene il campo di pressione sia diverso su tutte e tre le ali, l’area frontale è un fattore importante nella resistenza aerodinamica complessiva, quindi si può tranquillamente affermare che l’ala anteriore della RB19 non è sicuramente ad alta resistenza aerodinamica e probabilmente è un progetto a bassa resistenza.
    Front wing analysis by The Race
    Passando al centro, la forma delle pance della RB19 è un’evoluzione del design della RB18, ancora più strette di prima e più aerodinamiche. Rispetto all’ingombrante sottoscocca della Ferrari e alla presa d’aria della Mercedes che arriva fino al pavimento, è lecito pensare che la RB19 generi una bassa resistenza aerodinamica anche in quest’area.
    Sidepod analysis by The Race
    La prima versione delle pance della RB18 sono state analizzate con la CFD. Il modello di base è stato fornito da jjn9128 e Vyssion nel forum F1Technical, dove l’autore è riuscito a ridisegnare le pance e ad eseguire un caso di studio al CFD molto semplice. L’analisi ha evidenziato interessanti flussi aerodinamici sia all’anteriore che al posteriore, grazie alla pendenza delle pance a scendere verso il diffusore. Entrambi questi aspetti hanno un impatto molto positivo sulla resistenza aerodinamica complessiva della vettura.
    Infine, il design delle carrozzerie posteriori e dei cofani motore sembra essere convergente nel 2023, con l’unica eccezione delle vetture Ferrari e Haas. Queste due vetture hanno prese d’aria molto piccole e coperchi motore molto, molto stretti, il che significa una resistenza aerodinamica molto bassa. Tuttavia, entrambe le vetture hanno le fiancate più larghe della griglia, il che indubbiamente annulla la bassa resistenza aerodinamica complessiva del cofano motore. Detto questo, la RB19 ha il secondo airbox più piccolo della griglia, quindi anche in questo settore il team Red Bull ha apportato dei miglioramenti.
    In conclusione, tutti i principali aspetti del telaio indicano una resistenza aerodinamica molto bassa per la RB19.

    2. Design dell’ala posteriore e del DRS
    La RB19 è considerata un “razzo” sui rettilinei, con il DRS attivato. Il DRS è il sistema di riduzione della resistenza aerodinamica (Drag Reduction System), utilizzato in F1 dal 2011 e consiste in un ala posteriore mobile, che si apre e riduce la resistenza aerodinamica, tanto da garantire un aumento della velocità massima fino a 25-30 km/h. Si tratta di una cifra enorme che richiederebbe circa il 25-30% in più di potenza del motore (quindi circa 300 CV con le moderne Power Unit ibride di F1) per essere raggiunta senza DRS.
    La Red Bull ha un sistema DRS particolarmente efficiente, che le consente di aumentare la velocità massima di circa 5, ma a volte anche di 10 km/h rispetto alle altre vetture. Questi 5 km/h non sembrano molto e di per sé non lo sono in termini di tempo sul giro. In gara, però, fanno la differenza tra sorpassare alla prima occasione e perdere un giro dopo l’altro dietro a un’auto più lenta. Inutile dire che la RB19 non è rimasta bloccata nel traffico nemmeno una volta nelle 5 gare disputate finora.
    2023 Miami GP Qualifying session, comparison of Ferrari and Red Bull top speeds, courtesy of f1-tempo.com
    Per valutare al meglio l’efficacia del DRS, si dovrebbero prendere in considerazione solo i giri di qualifica. In gara, le manovre di sorpasso comportano un notevole aumento della velocità di slittamento (ulteriore riduzione della resistenza aerodinamica mentre si segue da vicino la vettura che precede) e tendono a falsare facilmente i numeri. Confrontiamo quindi le ali posteriori utilizzate dalla Red Bull e dalla Ferrari nel GP di Miami.
    Gp Miami F1 2023 – Le ali posteriori di Red Bull e Ferrari
    A Miami, la Red Bull ha utilizzato un’ala posteriore a bassa deportanza, mentre la Ferrari ha utilizzato un’ala a media deportanza e questo confronto mostra davvero la differenza. La parte più evidente è l’area arancione dell’ala Ferrari: questa parte del piano principale dell’ala genera una buona quantità di deportanza, ma anche una buona quantità di resistenza aerodinamica. Poiché il piano principale è fisso, questo genera resistenza anche con il flap del DRS aperto.
    Ma non è tutto. L’angolo di incidenza del flap DRS (linee verdi) e l’area frontale del flap – apparentemente uguale, ma in realtà leggermente più grande sulla Red Bull – sono i fattori più importanti per l’efficacia complessiva del DRS. In questo caso, la Red Bull ha impostato il flap con un angolo molto più alto rispetto alla Ferrari e il flap stesso utilizza alettoni con una campanatura maggiore (linea bianca al centro). Tutti questi fattori aumentano la deportanza e la resistenza aerodinamica generate dall’ala Red Bull con il flap chiuso, il che significa che l’impatto sulla riduzione della resistenza aerodinamica è maggiore quando il flap si alza. Finora la RB19 ha utilizzato anche un’ala posteriore a media deportanza (nelle gare in Bahrain e in Australia) e il suo design è identico a quello dell’ala a bassa deportanza, con l’unica differenza di una maggiore curvatura del piano principale per una maggiore generazione di deportanza.
    In breve, la Red Bull ha progettato un’ala posteriore che utilizza un flap DRS aggressivo per generare deportanza con il flap abbassato, mentre il piano principale è mantenuto a un angolo di incidenza molto basso per ridurre la resistenza complessiva in tutte le condizioni. Possiamo persino affermare con certezza che il design dell’ala posteriore della RB19 ha una resistenza aerodinamica molto maggiore rispetto ai concorrenti con il flap chiuso. Perché? Durante la gara, quando il DRS non è attivo, la RB19 raggiunge gli stessi valori di velocità massima dei suoi concorrenti più vicini. Il vero vantaggio in termini di velocità massima si ottiene solo con il flap del DRS aperto.
    3. Sfoghi di raffreddamento al posteriore
    La RB19, come la RB18, presenta uno sfogo per il raffreddamento al posteriore molto grande, situata appena davanti all’ala posteriore. Questa soluzione non era molto frequente in griglia nel 2022, mentre quest’anno 8 vetture su 10 utilizzano questo design. Solo la Ferrari e la Haas sono rimaste fedeli alle uscite di raffreddamento completamente all’interno delle feritoie laterali.
    Questa caratteristica progettuale ha un piccolo effetto sulla riduzione della resistenza aerodinamica quando il flap del DRS è aperto. Con il flap chiuso, l’ala posteriore genera un campo di bassa pressione (aspirazione) molto forte al di sotto di essa e questo campo di pressione si propaga a monte, a vantaggio del raffreddamento con la grande uscita a cannone. Quando il flap DRS si apre, l’aspirazione si riduce e quindi la pressione all’interno della carrozzeria aumenta leggermente. Ciò comporta una piccola riduzione della resistenza aerodinamica interna, che migliora anche la velocità massima.
    4. La potenza della Power Unit Honda
    La Red Bull utilizza la PU Honda con la quale ha vinto due titoli piloti. La PU in sé è tecnologicamente molto avanzata, come lo sono tutte e quattro le Power Unit oggi presenti di F1. Ciò che la distingue è la capacità di utilizzare la potenza ibrida più a lungo e per quasi tutto il giro rispetto agli altri concorrenti. Questa caratteristica è meglio visibile nel grafico delle qualifiche di Miami qui sopra: la PU Ferrari inizia a scendere ancor prima che il pilota inizi a frenare, mentre la Red Bull e la PU Honda continuano ad andare avanti per tutto il giro. Non si tratta di un vantaggio essenziale della vettura RB, ma contribuisce alla velocità massima della RB19.
    Sfatiamo ora un falso mito
    La supremazia delle vetture Red Bull nella velocità massima per il secondo anno consecutivo ha spinto molti esperti tecnici di F1 a trovare una spiegazione a questo fenomeno, individuando trucchi e scappatoie che la Red Bull potrebbe utilizzare. Il più famoso è la teoria del Triple-DRS. In breve, la teoria sostiene che l’apertura del flap del DRS sulla RB19 crea un campo di flusso che blocca la beam wing (l’ala posteriore bassa, sopra il diffusore) che blocca anche il diffusore per una grande riduzione della resistenza aerodinamica.Triple-DRS phenomena proposal
    Sebbene questo fenomeno sia possibile in teoria, è quasi impossibile da applicare in pratica:– gli elementi delle beam wing dovrebbero essere posizionati a più di 70° con il bordo d’uscita quasi perpendicolare – e non c’è una sola beam wing in griglia progettata in questo modo– le fessure tra gli elementi e il diffusore stesso dovrebbero essere molto più piccole di quelle consentite dalle regole perché questo fenomeno si verifichi – e la FIA sta facendo molta attenzione a non consentire dispositivi aerodinamici mobili diversi dal DRS;– far funzionare la beam wing in questa condizione “a lama di coltello” la renderebbe vulnerabile a qualsiasi interruzione del flusso anche con il flap del DRS chiuso, poiché sarebbe progettata per andare in stallo a una minima variazione del campo di pressione – e questo creerebbe sicuramente ogni sorta di problema per il diffusore e il pavimento mentre la vettura è in curva. LEGGI TUTTO