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    #tonnocallipoHISTORY- Simeonov rivolge il suo in bocca al lupo ai giallorossi: “Date anima e cuore”

    Il saluto dell’ex atleta per incoraggiare la Callipo a poche ore dal debutto nella stagione 2020-21.
    In casa giallorossa è tempo di emozioni forti. L’ingresso in campo di domani significherà per la Tonno Callipo l’inizio di una nuova avventura che custodisce in sé l’essenza di un passato considerevole e intenso. Un ventennio di battaglie agonistiche sul palcoscenico della Serie A a cui il Club calabrese è giunto percorrendo una strada in salita secondo il progetto del presidente Pippo Callipo, artefice dell’ardua impresa di far attecchire il volley nel cuore dei calabresi.
    Alla vigilia di un atteso esordio stagionale è tempo di ricordi e di bilanci ma anche di qualche rito benaugurale come crediamo che possa essere il messaggio rivolto ai nostri ragazzi direttamente dall’ex giocatore Vincenzo Simeonov che vestì la maglia della Callipo per tre stagioni consecutive dal 2008 al 2011:
    “Date anima e cuore per la vostra squadra senza risparmiarvi mai e con la determinazione di chi crede nel progetto di una società seria e che nel tempo ha dimostrato di voler bene ai suoi atleti, di saperli ricompensare e farli sentire protagonisti dei suoi successi. Non è corretto pensare di andare a Vibo tanto per ‘svernare’ facendosi bene i propri conti: in questo posto non nevica, c’è un buon clima, si sta bene e pagano puntualmente. Sarebbe come commettere un’ingiustizia nei confronti del presidente e della sua famiglia”.
    Le parole dell’ex schiacciatore bulgaro classe ’77, che nel campionato italiano ha lasciato orme indelebili, diventano la perfetta congiunzione tra passato e presente. Un passato che risale a dodici anni fa quando la formazione giallorossa si presentava nuovamente da ‘matricola’ nel Campionato di A1 dopo un anno di ‘passaggio’ dalla A2. Anno in cui il suo arrivo a Vibo Valentia fu tra le novità più significative e capaci di far sussultare di gioia il pubblico calabrese.
    Uno dei mostri sacri della pallavolo, un misto di potenza e fisicità che fino ad allora era stato solo un avversario, un temibile e fortissimo avversario, avrebbe giocato per la Callipo. Il suo ingaggio fu un prezioso regalo che il presidente Pippo Callipo fece ai tifosi dopo aver mantenuto la promessa di abbandonare la serie A2 nel più breve tempo possibile. L’entusiasmo di un’intera città si tramutò in un’accoglienza indimenticabile: “Erano in tanti a darmi il benvenuto e da quel giorno mi hanno sempre trattato con i guanti di velluto facendomi sentire come un principe. È stata un’esperienza che mi ricorda molto il film ‘Benvenuti al Sud’ perché è vero che quando un forestiero viene al Sud piange due volte, quando arriva e quando parte. Prima per ambientarsi poi perché non vorrebbe andare più via”.
    Tra le fila della squadra calabrese Simeonov portò una corposa esperienza maturata sul campo con le maglie di club come Cuneo, Montichiari, Padova e Piacenza ed anche il suo carisma da leader allacciando fin dalle prime battute un rapporto speciale con la dirigenza: “nessuno di noi veniva considerato un numero ma parte di una grande famiglia. Un rapporto che molti giocatori hanno coltivato anche dopo essere andati via da Vibo al punto che spesso tornano per fare visita al presidente. Questo è indicativo della bellissima atmosfera che si respira e che si ripercuote positivamente anche sul gruppo degli atleti”.
    Sei arrivato nella stagione 2008-09, con esperienze positive alle spalle e vari trofei vinti. Cosa ti ha convinto a fermarti a Vibo?
    “Arrivavo dalle mie migliori stagioni e avevo deciso di cambiare anche rischiando per qualcosa di nuovo. Ricordo che prima di firmare il contratto ho voluto conoscere il presidente che mi ha accolto negli uffici della sua azienda. Fin dalle prime battute sono stato affascinato dalle sue parole che ho ancora ben impresse nella mente. Mi ha parlato del rapporto diretto e familiare che ha con i suoi dipendenti e mi ha invitato a dare il meglio di me quando avrei indossato la maglia su cui è riportato il nome Callipo come simbolo di una realtà imprenditoriale sana e di successo. Dopo un discorso così non ho avuto bisogno di pensarci tanto e sono diventato uno di loro. Il primo anno siamo stati la sorpresa del campionato perché una squadra neopromossa che fa i play-off con Trento, e per due volte porta il punteggio sul 3-2, con la grossa possibilità di vincere al tiebreak, perdendo una volta 16-14 e l’altra 17-15, è una soddisfazione immensa e inaspettata”.
    Sei rimasto a Vibo tre stagioni, ma è soprattutto quella prima annata eccezionale (380 punti e 27 ace), col 7° posto finale, poi eliminati nei play off da Treviso. In panchina prima Gulinelli e poi Uriarte, cosa ricordi di quella stagione?
    “La prima stagione dovevamo ancora conoscerci, c’era tanta gente che passava di categoria, ragazzi all’esordio in A1 e quindi l’inizio è stato travagliato. Poi col cambio di allenatore a gennaio, alla Coppa Italia, abbiamo giocato i preliminari e dopo una gara molto brutta la società ha deciso di cambiare tecnico anche perché Gulinelli, se non ricordo male, aveva deciso di fare un’altra esperienza. Arrivò Uriarte e noi ragazzi diventammo una squadra molto unita. Mancavano sei partite alla fine della stagione e dopo aver fatto quadrato c’è stata proprio una svolta. Vincendo tutte le gare restanti e arrivammo carichi ai play off, contro Trento (settima contro seconda) e furono partite memorabili. Gente entusiasta, palazzetto di Vibo stracolmo. Un bel ricordo, sia la gara a Trento che a Vibo, contro i futuri campioni d’Italia”.
    Invece le due annate successive, come sono state?
    “La seconda 2009-10 ho avuto un gravissimo infortunio che mi ha tenuto fuori per due mesi, quindi sono rientrato prima di Natale perdendo di fatto mezzo campionato. Questa stagione non andò molto bene anche perché non eravamo riusciti a tenere la stessa squadra dell’anno precedente. Da una stagione all’altra una parte della rosa cambiava. Questo si verificava perché i giocatori più interessanti venivano intercettati dai grandi club del Nord come è stato per Raphael, Diaz, Anderson e tanti altri. Purtroppo un gruppo coeso si crea nel tempo, non si può pretendere di crearne uno nuovo e poi chiedere subito i risultati. So che è stato difficile anche per il presidente trattenere dei giocatori di quel calibro perché ovviamente come sponsor unico non può competere con le capacità economiche delle corazzate del Nord. Io sono rimasto per tre anni perché volevo aiutare la società perché ero comunque il giocatore con più esperienza e ho indossato la fascia di capitano per due anni. Nel 2010-11 abbiamo cambiato tanti altri giocatori, tra cui due bulgari e anche loro hanno avuto molti infortuni e non hanno potuto rendere per le loro potenzialità. L’altro cambiamento ha riguardato la panchina dove arrivò Di Pinto. Insomma fu una stagione un po’ sfortunata”.
    Tanti compagni di squadra da Raphael a Ferraro, da Cozzi a Contreras, da Andrae a Cicola, da Marquez a Tencati, Coscione e Anderson. Cosa ricordi?
    “Con Coscione sono stato nelle giovanili di Cuneo, quindi lo conoscevo da tanti anni avendoci giocato anche prima. Con Tencati abbiamo fatto tante sfide da avversario, quindi ero molto contento quando arrivò da noi. Raphael l’avevo visto solo in Russia e come ha dimostrato poi con la carriera fatta a Trento e in Brasile è un giocatore di indiscutibile valore. Però il giocatore che mi ha impressionato di più è Anderson: quando è entrato in palestra il primo giorno io ho subito detto all’allenatore Di Pinto che quel ragazzo era un fenomeno e diventerà il giocatore più forte del mondo. Ed infatti ci sono andato vicino, se non il più forte è tra i due o tre più forti al mondo ancora oggi. Un ragazzo con un’abnegazione incredibile ed una gran voglia di fare, di imparare, di conoscere”.
    Fuori dal campo eravate un bel gruppo, c’erano delle cose che vi legavano?
    “Vibo è un posto piccolo quindi si conoscono tutti. Quindi le serate di poker nella palazzina dove vivevamo tutti i ragazzi. Ogni giovedì quando non c’era il turno infrasettimanale c’era l’abitudine di andare tutti a Pizzo a mangiare il pesce o la carne. Non abbiamo mai avuto screzi tra noi, in questo ci ha aiutato anche il posto, la tifoseria, gente cordiale che ci invitava spesso a cena e a pranzo. Ad un certo punto era anche difficile rifiutare sempre l’invito quindi a volte eravamo contenti quando eravamo 2-3 giorni in trasferta così eravamo un po’ più liberi senza impegni extra pallavolistici (ride). Da quelle parti ho trovato gente di cuore. Le mie titubanze iniziali non erano sulla società ma sul posto ma in poco tempo mi sono dovuto ricredere. E poi Vibo non potrò dimenticarla mai perché è lì che nel 2010 è nata la mia prima figlia”.
    UFFICIO STAMPA
    Rosita Mercatante
    ufficiostampa@volleytonnocallipo.com LEGGI TUTTO

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    #tonnocallipoHISTORY – Fosco Cicola: “Vibo occupa un posto speciale nel mio cuore” 

    L’ex beacher racconta il suo forte legame con la Calabria dove, oltre ad aver vissuto un lustro entusiasmante ed indimenticabile, è pure nata sua figlia.
    Cicola detiene il record di aver brindato a ben due promozioni in A1 con la Callipo. Prima tra le fila dell’armata che ha portato il nome della  squadra calabrese per la prima volta nell’Olimpo del volley e dopo qualche anno, uno dei trascinatori del gruppo che hanno riscattato Vibo dalla retrocessione del 2007. Con il club giallorosso iniziò a giocare nel ruolo di libero dopo che fino ad allora aveva sempre schiacciato da posto-4.
    Quello di Fosco Cicola è un nome scritto con l’inchiostro indelebile sul libro dei ricordi della Tonno Callipo. Per cinque stagioni l’atleta romano classe ’74 ha indossato la casacca giallorossa rendendosi protagonista delle avventure agonistiche dei calabresi nella famosa stagione culminata con la vittoria del campionato. Da lì la scelta di affrontare nuove sfide all’estero per poi fare ritorno nuovamente a Vibo per una permanenza ‘felice’ di quattro anni. Atleta carismatico in campo e nello spogliatoio, Fosco Cicola ha sempre avuto il pallino del beach volley a cui si è dedicato dopo aver concluso l’attività indoor nel 2012.
    Alla Tonno Callipo sbarca nella stagione 2003-04 come schiacciatore ed è subito un successo con la prima storica promozione in A1. Ricordi scolpiti nella memoria passano in rassegna le emozioni di tante avventure sportive e, al contempo, i volti dei compagni di viaggio. “Quello fu un anno molto bello ed intenso – racconta Cicola –, tutti volevamo fortemente dimostrare quanto fossimo una squadra importante. La cronaca della finale play off è emblematica: abbiamo lottato con il coltello tra i denti fino alla fine. All’inizio a guidarci ci fu Claudio Torchia, poi arrivò Ricci probabilmente per dare quella spinta in più per raggiungere l’obiettivo prefissato. Io con entrambi ho un avuto un ottimo rapporto: comunque Claudio è stato fondamentale per gran parte della stagione, senza il suo lavoro probabilmente non saremmo arrivati ad avere la determinazione per lottare e arrivare in A1. Ricordo De Giorgi, Axè, Kirchhein, Tomasello, Belardi, Garilli, Marini, Neri. Di quell’annata è difficile dimenticare qualcuno, eravamo veramente una squadra molto ben assortita e molto unita. Tutto ciò ci è servito per arrivare in fondo e vincere il campionato”.
    Insomma un legame indissolubile specie dopo un inizio così entusiasmante: “Definisco Vibo come una seconda casa: lì ho tantissimi amici, puntualmente alle feste ci scambiamo gli auguri e c’è sempre un filo che ci unisce. Sono rimasto molto impressionato dal pubblico che è stato sempre vicino alla squadra, riempiendo il PalaPace nel mio primo anno e poi il PalaValentia in quelli a seguire. Vibo è sempre nel mio cuore e poi il legame con la Calabria si è rafforzato ancor di più dal fatto che mia figlia è nata proprio lì”.
    Della stagione 2006-07 culminata con la retrocessione cosa pensi non abbia funzionato?
    “Credo che all’epoca abbiamo pagato l’inesperienza di alcuni giocatori sui quali si era puntato. Penso ad esempio a Polster che poi a gennaio andò via. Anche se poi nella seconda parte disputammo davvero un buon campionato arrivando a lottare per la salvezza, ma alla fine alcuni risultati particolari ci hanno fatto retrocedere. Ricordo che Padova vinse a Roma, insomma risultati che non agevolarono la nostra rincorsa per la salvezza. Ciò nonostante anche quell’anno eravamo una squadra di assoluto livello: c’era Raphael palleggiatore della Nazionale brasiliana, Luis Diaz e tanti altri grandissimi giocatori che poi hanno dimostrato il loro valore negli anni successivi. La cosa bella fu che la stagione successiva rimanemmo quasi tutti per riportare Vibo dove meritava. Arrivarono giocatori forti quali Oro, Sirri, Contreras, Dentinho. In panchina sedeva Travica”.
    Il soggiorno calabrese è stato intervallato da altre esperienze ma, alla fine, il richiamo della sua città d’adozione è stato più forte di ogni altra cosa. Cosa ha influito nella tua decisione di fare ritorno a Vibo dopo due anni di pausa?
    “Sicuramente i buoni rapporti che avevo intrecciato con la società. Dopo la promozione del 2004 furono fatte scelte diverse ed io ho avuto possibilità di fare altre esperienze.  Sono tornato perché sentivo che la stima era reciproca”.
    E il presidente Pippo Callipo?
    “È sempre stato molto presente e attento alle necessità della squadra: ci faceva visita ogni settimana nello spogliatoio dandoci la carica quando capiva che c’era bisogno del suo supporto. In qualche occasione ci ha anche strigliato”.
    Ricordi qualche aneddoto particolare che riesce ancora a strapparti qualche sorriso?
    “Ce ne sono stati tanti ma in particolare ricordo quello del presidente che indossò il costume di Babbo Natale per venire a farci gli auguri. Ricordo anche che mi faceva divertire parecchio il modo buffo di parlare in italiano del tecnico australiano Stelio De Rocco”.
    Hai seguito negli ultimi anni l’andamento della Callipo? Che torneo immagini nel post-Covid?
    “Seguo sempre le vicende giallorosse anche se a distanza: so che per la nuova stagione hanno allestito una squadra con la volontà di ben figurare nella massima serie. Tutte le squadre si sono rinforzate e quindi mi aspetto un campionato equilibrato. Probabilmente nella prima parte di stagione non ci sarà il pubblico sugli spalti per cui ritengo che il fattore campo non sarà così determinante”.
    UFFICIO COMUNICAZIONE
    Rosita Mercatante
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    #tonnocallipoHISTORY – Episodio 6: l’emblematico biennio giallorosso da raccontare tutto d’un fiato (stagione 2006-07 e 2007-08)

    Quello che va dal 2006 al 2008 è un biennio da raccontare tutto d’un fiato. Un periodo che assume un significato emblematico in quanto racchiude in sé l’amarezza della sconfitta e la soddisfazione per la riconquista. Le emozioni contrastanti che lo sport è in grado di disseminare nell’animo umano lasciando un esempio di quello che può accadere nella vita: si cade per rialzarsi. Bisogna crederci sempre. Tornando ai fatti sportivi c’è da riportare che così come la prima annata strappò dalle mani dei giallorossi la Serie A, quella immediatamente successiva restituì il titolo riportando il Club calabrese nell’Olimpo del volley. Merito, tenacia e caparbietà furono i fattori trainanti per risollevarsi e rinascere nel più breve tempo possibile. La promessa fatta dal presidente Pippo Callipo ai propri tifosi trovò presto concretizzazione: in A2 la squadra rimase solo un anno per poi nell’aprile del 2008 raggiungere nuovamente la massima serie.
    LA SFORTUNA E QUEL PUNTO IN MENO (STAGIONE 2006-07)
    La stagione inizia all’insegna del cambiamento. Il chiaro intento della società è quello di attuare una vera e propria ristrutturazione. Cambiamenti anche nei posti dirigenziali: Nico Agricola viene nominato consulente tecnico ed a lui viene affidato anche il compito di costruire la squadra. Della stagione precedente restano soltanto i calabresi Totò Ferraro e Francesco Piccioni. Per il resto a comporre la rosa solo nuovi giocatori, con una successiva rivisitazione a dicembre del 2006.
    SQUADRA RINNOVATA
    La squadra venne affidata al tecnico italo-australiano Stelio De Rocco. Nuova la coppia di palleggiatori: ad iniziare dal brasiliano Raphael che resterà anche nelle due successive stagioni, per poi stabilirsi all’Itas Diatec Trentino e nel giro di quattro anni imporsi come uno dei registi migliori della Serie A1. Compagno di reparto il greco Bozidis. Nel ruolo di centrale Ravellino e Cavallini. Tra gli schiacciatori, il venezuelano Diaz, il brasiliano Bravo, lo statunitense Polster, Cicola ed il 20enne calabrese Barone, poi passato centrale. Nel ruolo di opposto il belga Shittu. Tra novembre e dicembre si interviene per rinforzare l’organico poiché ancora la Callipo stenta ad ingranare. Così fanno le valigie Bozidis e Polster ed arrivano il palleggiatore tedesco Dehne, lo schiacciatore brasiliano Dentinho e l’opposto slovacco Divis.
    GIRONE DI ANDATA
    Partenza in salita per la Tonno Callipo che incassa sei sconfitte nelle prime sette gare, anche se alcune delle avversarie – addirittura nelle prime due giornate – si chiamano Modena (di Sartoretti, Giani e degli ex Murilo e Messana) e Treviso (di Papi, Cisolla, Tencati e Gustavo). Poi il Piacenza di Zlatanov e Simeonov, quest’ultimo due anni dopo approderà a Vibo, e ancora Perugia e Cuneo del forte Giba e dell’ex Lasko. L’unica vittoria per i ragazzi di De Rocco arriva alla terza giornata d’andata in casa contro Verona (3-0). Il clichè si ripete purtroppo nelle successive sei giornate che conducono al giro di boa: la Callipo vince soltanto contro Latina (3-1) e perde le altre cinque. A fine girone, dunque, saranno soltanto sei i punti per i calabresi.
    MERCATO DI DICEMBRE
    La Callipo corre ai riparti con gli aggiustamenti anzidetti ed il girone di ritorno registra sei vittorie e sette sconfitte. Nella fattispecie s’inizia con i k.o. contro Modena e Treviso, poi però la formazione giallorossa si riscatta violando il parquet di Verona ma segue la sconfitta interna al tie break con Piacenza. Raphael&compagni non mollano e s’impongono a Padova, sempre al quinto set, con 19 punti di Diaz e 17 di Divis. Quindi le sconfitte a Perugia ed in casa contro Cuneo, ma ecco l’exploit a Latina sempre dopo una lunga maratona, ancora col duo Diaz-Divis sugli scudi, rispettivamente 26 e 22 punti. La rincorsa è lanciata: il bis dei giallorossi la settimana dopo contro Trento in casa e sempre in rimonta, stavolta è Dentinho il match-winner con 23 punti, uno in più di Divis. Quindi la Callipo procede con alternanza di sconfitte (con Taranto e Roma Volley dell’ex Rosalba e dei ‘mostri sacri’ Savani e Mastrangelo) e vittorie con Montichiari e Macerata. Queste ultime però non bastano, il Padova del neo-allenatore giallorosso Valerio Baldovin racimola un punto in più e la spunta nella lotta-salvezza. La Tonno Callipo colleziona 16 punti che aggiunti a quelli del girone di andata fanno in totale 22.  Tutto vano e così si retrocede in A2. In definitiva la retrocessione per un solo punto suona come beffa per una squadra che, nel girone di ritorno, aveva invertito la rotta rimontando fino all’ultimo respiro.
    IN VETRINA
    Joao Paul Bravo e Peter Divis sono i migliori realizzatori di quella stagione per la Callipo. Il brasiliano Bravo, classe ’79, mantiene un rendimento costante per l’intero torneo ed alla fine realizzerà 246 punti disputando 23 gare e 79 set. Era reduce da Piacenza e dopo Vibo vi ritornerà per altre tre stagioni. Lo slovacco Divis, classe ’78 colleziona 224 punti in 17 gare e 60 set giocati. Da segnalare anche le ottime performance di Diaz (200 punti) e Shittu (178) ben orchestrati dall’abile regia di Raphael.
    L’ IMMEDIATA RISALITA IN A1 (2007-08)
    La stagione del pronto riscatto arriva subito l’anno dopo la retrocessione. E che riscatto! La Tonno Callipo infatti, ritorna subito in A1 ingaggiando un bel duello con Verona, quella che diventerà ‘storicamente’ la sua bestia nera. Agli scaligeri non basteranno entrambe le vittorie negli scontri diretti poiché la Callipo vincerà alla fine tre gare in più (23) perdendone tre in meno (7) rispetto a Verona e taglierà per prima il traguardo con due punti di vantaggio.
    LA SQUADRA
    Dell’annata precedente vengono riconfermati in sette: i palleggiatori Raphael e Bozidis (anche se a dicembre dell’anno prima andò via, quindi per lui un ritorno); i centrali Polidori e Barone, il libero Ferraro e gli schiacciatori Cicola e Dentinho. Arrivano i centrali Insalata e Iurlaro e gli schiacciatori Contreras, Foschi e Sirri (anche per lui un ritorno, essendo stato in rosa nel 2005-06) e l’opposto Oro. La guida è affidata al croato Ljubomir Travica, un tecnico dalla caratura internazionale reduce da Castellana e precedenti esperienze in A1 anche con la mitica Maxicono Parma, Palermo, Montichiari, Piacenza, Latina ed in Grecia con l’Olympiakos Pireo. Sarà affiancato dal calabrese Giovanni Torchio.
    GIRONE DI ANDATA
    Quattro sconfitte (con Spoleto all’esordio e poi Loreto, Pineto e Verona) nelle prime sei gare di campionato non sono per nulla confortanti per una Tonno Callipo ambiziosa, costruita per la promozione. Però questa iniziale miniserie negativa, con le sole vittorie a Cagliari e con Bassano a lenire parzialmente il bilancio negativo, darà la scossa giusta ai giallorossi che metteranno in fila ben dodici vittorie. Precisamente nove fino al termine del girone di andata e tre ad inizio ritorno. Tutte da tre punti eccetto quelle con Isernia, Mantova, Catania e Spoleto. Sugli scudi il dominicano Elvis Contreras che resterà anche per le successive due stagioni ed il sorprendente Luca Sirri: entrambi spesso miglior realizzatori.
    GIRONE DI RITORNO
    A frenare la lunga serie di successi ecco le sconfitte a Bassano e Verona, inframezzate solo dall’exploit contro Pineto. Ma la Callipo non molla la presa e nelle restanti nove gare deve alzare bandiera bianca soltanto una volta, a Santa Croce, perdendo al tie break. Per il resto otto vittorie roboanti al contrario di Verona che, nel girone discendente, deve incassare ben sei delle dieci sconfitte totali. Insomma Vibo mantiene una maggiore regolarità, sospinta non solo dal calore del pubblico quanto anche dalla ritrovata vena del brasiliano Oro che si aggiunge ai compagni di reparto Contreras e Sirri. Di fatto Vibo, facendo eccezione per Verona, vince contro tutte quelle del gruppo di testa comprese Loreto, Forlì, Catania e Taviano che arriveranno dietro gli scaligeri.
    CHE RIMONTA!
    A testimonianza dell’impresa del roster giallorosso basti pensare che, a fine girone di andata, la Tonno Callipo accusava un distacco di ben 4 punti (30) da Verona capolista (34), sopravanzato addirittura anche da Crema, che vantava un punto in più (31) dei giallorossi. Ciò dimostra in modo eloquente come Vibo non abbia mai mollato nonostante l’inizio con quattro k.o. sembravano non far nascere la stagione sotto una buona stella. Invece la squadra di Travica è riuscita ad imporsi con due punti di vantaggio su Verona e ben undici sul duo Loreto-Forlì.
    IL GRANDE GIORNO
    La gara decisiva va in scena in un PalaValentia vestito a festa. L’impianto è stracolmo di gente e di entusiasmo. C’è voglia di festeggiare. Bisogna superare Catania che arriva a Vibo per giocarsela. La Callipo vince i primi due set, poi perde il terzo. Al quarto però gli avversari cedono di schianto. Un’invasione in attacco dei siciliani sancisce la fine dei giochi. È il momento del ritorno in A1 della squadra del presidente Pippo Callipo.
    I MOSCHETTIERI GIALLOROSSI
    In vetrina il bomber principe di quest’annata: Elvis Contreras, che si dimostra cecchino infallibile con i suoi 473 punti finali, ottavo nella classifica generale dei miglior realizzatori. Subito a ruota il trascinatore ravennate Luca Sirri, capace di mettere a terra ben 299 palloni e quindi Oro con 234. Non si può non menzionare il positivo contributo anche di Dentinho e Cicola oltre che del ventenne Barone con 171 punti, in quella che sarà la seconda delle sette stagioni consecutive vissute a Vibo Valentia (in totale nove), acquistato da Palmi in B1 due anni prima.
    UFFICIO COMUNICAZIONE
    Rosita Mercatante
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    #tonnocallipoHISTORY: protagonista Giacomo Tomasello, l’eroe delle due promozioni giallorosse

    Di Catanese, classe 1976, centrale, semplicemente Giacomo Tomasello. È lui la prima vecchia gloria intervistato per intraprendere il nostro viaggio nei vent’anni di Serie A della Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia. Tomasello ha giocato in maglia giallorossa dal 2000 al 2004 ed è stato protagonista delle due storiche promozioni che portarono Vibo in A2 (nel 2001) […] LEGGI TUTTO