More stories

  • in

    Steve Simon non cede, niente tornei WTA in Cina senza una soluzione al “caso Peng”

    Shuai Peng

    Da tempo l’onda mediatica sul caso Peng si un po’ spenta. Non per la WTA, che a detta del suo CEO Steve Simon non ha alcuna intenzione di reintrodurre tornei in Cina finché non sarà chiarita definitivamente la posizione della ex giocatrice cinese. È una decisione assai rilevante, visto che a livello meramente economico la tournée cinese era in assoluto la più remunerativa per l’intera stagione femminile.
    La WTA continua a chiedere un contatto libero e diretto con Shuai Peng, senza riuscirci. Da qua l’intenzione di mantenere il boicottaggio dei propri eventi nel paese asiatico.
    “La WTA continua a lavorare ad una soluzione in Cina, ma non comprometteremo i nostri principi per farlo”, ha affermato Simon in un’intervista riportata dal Daily Mail. “Shuai Peng ha preso una decisione molto coraggiosa di parlare pubblicamente degli abusi sessuali che ha subito per mano di un leader del governo cinese. Come avremmo fatto con qualsiasi nostro giocatore, chiediamo alle autorità un’indagine sulle sue accuse e per incontrarci con Peng, in privato”.
    La WTA sta lavorando per riportare alcuni dei propri eventi in Cina dal 2023, ma a condizione che possa parlare liberamente con la giocatrice, magari anche fuori dalla stessa Cina. Purtroppo di Shuai se ne sono perse completamente le tracce. In una dichiarazione riportata alcuni mesi fa, la ragazza aveva chiesto privacy, ma la condotta dell’intervista lasciò enormi dubbi sul fatto che fosse stata rilasciata senza costrizioni. LEGGI TUTTO

  • in

    La WTA ancora preoccupata per Shuai Peng: “Restiamo preoccupati per lei”

    Shuai Peng nella foto

    Shuai Peng si è seduta con un giornalista del quotidiano francese L’Équipe per rilasciare un’intervista in cui ha assicurato che non è mai scomparsa, in pericolo e non ha mai accusato nessuno di abusi sessuali. Tuttavia, le preoccupazioni sulla sicurezza della tennista cinese rimangono per la WTA, che diffida nel modo in cui è stata condotta l’intervista, sospettando che la Peng rimanga condizionata dal governo del suo paese.
    “È sempre bello vedere Shuai Peng, sia in un’intervista che alle Olimpiadi invernali. Ma la sua recente intervista non diminuisce le nostre preoccupazioni sul post che ha fatto il 2 novembre. Restiamo preoccupati per lei”, ha ammesso il CEO della WTA Steve Simon.
    “Per riaffermare la nostra posizione, la Peng ha avuto il coraggio di rendere pubblica l’accusa di essere stata abusata sessualmente da un membro del governo cinese. Come faremmo con qualsiasi nostra tennista nel mondo, abbiamo chiesto un’indagine formale su queste accuse da parte delle autorità e di avere un’opportunità di incontrare la Peng, in privato, per parlare della sua situazione”, ha sottolineato.
    Steve Simon non cambia una parola della sua posizione originale, che ha portato la WTA a tagliare le relazioni con la Cina, e assicura che rimane preoccupato. “Rimaniamo fermi nella nostra posizione e i nostri pensieri rimangono per Peng Shuai”, ha concluso. LEGGI TUTTO

  • in

    Peng Shuai parla a L’Equipe: “Non sono mai scomaprsa, non ho subito violenza”

    Peng Shuai

    Dopo un periodo di totale silenzio, Peng Shuai torna a parlare. E stavolta lo fa con un’intervista realizzata dal quotidiano francese l’Equipe, in un hotel di Pechino insieme ad un interprete portato dal giornalista presente. Un’intervista decisamente “libera” visto l’autorevole media a cui l’ha rilasciata, in cui la tennista cinese ha chiarito la sua posizione su molte delle questioni sollevate dopo il caso della confessione scritta di proprio pugno sul social cinese Weibo, nella quale si diceva vittima di violenza da parte di un membro importante del governo nazionale, post dopo poco cancellato insieme alle sue tracce, per molte settimane. Un chiarimento che lascia alquanto perplessi, poiché leggendo le sue dichiarazioni, restano molti dubbi in merito all’intera questione. Riportiamo le parole di Peng.
    “Prima di tutto vorrei ringraziare tutti i giocatori ATP e WTA che si sono preoccupati per me in tutto questo tempo, tutti gli atleti e le personalità che lo hanno fatto. Certo, quello che non capisco bene è perché tanta preoccupazione, tutti potevano vedermi”.
    Già da questa prima dichiarazione, si capisce il tenore delle parole di Peng Shuai, che continua: “Quello che è successo è una questione di cui ho già discusso e a cui ho risposto all’epoca attraverso un’intervista ai media di Shanghai, nonché tramite un’e-mail indirizzata alla WTA tra molti altri destinatari. Quel post su Weibo ha portato ad un enorme malinteso nel mondo esterno, al punto da snaturare il significato del post. Vorrei solo non aggiungere più pubblicità a questo argomento. Non ho mai detto che qualcuno mi ha aggredito sessualmente“.
    A questo punto, le chiedono perché abbia cancellato quel post. Altra risposta evasiva: “Se ho cancellato il post 30 minuti dopo è perché lo volevo, ma non sono mai scomparsa. Il problema con molte persone, inclusi i miei amici o il personale del CIO, è che mi hanno inviato così tanti messaggi che era impossibile rispondere a tutti. Tuttavia, con i miei amici più cari sono sempre rimasta in stretto contatto, ho parlato con loro, ho risposto alle loro email, cosa che ho fatto anche con la WTA. Ci siamo sempre tenuti in contatto, quindi non capisco perché sia ​​stata diffusa l’informazione che ero scomparsa”.
    In realtà, in quelle frenetiche settimane, alcune tenniste hanno dichiarato di averla cercata con tutti i mezzi, non ottenendo nessuna risposta. Continua la Peng: “Non ho preso nessuna decisione al di sopra di un’altra, tutti potevano vedere le mie dichiarazioni sul sito web della WTA. Era tutto molto insolito per me, perché avrei bisogno di una consulenza o di cose del genere? Non sapevo davvero come interpretare quel tema. Gli psicologi della WTA non sono riusciti a contattarmi e hanno pensato che fossi scomparsa, mi sembra un po’ inverosimile. Subito dopo aver inviato quella dichiarazione tramite il CIO, ho risposto al presidente della WTA Steve Simon. Sono state inviate diverse copie, e-mail che ho scritto io stessa. Quella stessa notte l’ho anche inviata tramite WeChat ai miei amici per confermare che ero l’autrice di ogni messaggio inviato dalla mia email di lavoro”.
    L’ultima dichiarazione della tennista cinese: “Sentimenti, sport e politica sono tre cose molto diverse. I miei problemi sentimentali, la mia vita privata, non dovrebbero essere coinvolti nello sport o nella politica. E neanche lo sport va politicizzato, perché quando ciò accade, nella maggior parte dei casi significa voltare le spalle allo spirito olimpico, cosa che va contro la volontà del mondo dello sport e degli atleti. La mia vita è sempre la stessa. Sono una ragazza normale, a volte serena e felice, altre triste o stressata e sotto pressione. Sono emozioni normali”.
    Una intervista che è stata certamente realizzata in libertà, ma che continua a lasciare più di un dubbio sulla reale situazione della cinese, che ha anche affermato di non voler più riprendere l’attività, nemmeno in doppio. Dopo un discreto stop e con un ginocchio sofferente, non se la sente. Ultimo tassello di un puzzle che sembra stare insieme a malapena.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Un dissidente del governo cinese rafforza l’allarme: ” Peng Shuai non è al sicuro”

    Il caso di Peng Shuai è ancora lungi dall’essere risolto e c’è preoccupazione da tutto il mondo. Non c’è certezza sulla sicurezza della tennista cinese dopo che ha accusato un ex vice ministro di abusi sessuali e una persona che conosce bene i modi di agire del governo cinese è estremamente preoccupata. Stiamo parlando di Teng Biao, un avvocato che lotta per i diritti umani ed è un dissidente del governo di Xi Jinping.
    “Naturalmente Peng Shuai non è al sicuro. Non sta bene perché è controllata dalle autorità cinesi. Nessuno sa dove viene tenuta. Il mondo dovrebbe dare priorità ai principi morali e alla libertà prima del denaro”, ha detto in un’intervista alla CNN.
    Teng Biao ha anche chiesto il boicottaggio totale delle Olimpiadi invernali, che si terranno a Pechino a febbraio. Ha anche sfidato gli atleti a lottare per i diritti umani, a prendere posizione contro i metodi del governo cinese. LEGGI TUTTO

  • in

    Medvedev fuori dal coro sul caso Peng: “Giochiamo anche in altri paesi con problemi politici e sociali”

    Daniil Medvedev

    Dopo esser stato critico con se stesso nella sua prestazione in Davis (“9 doppi falli sono troppi per una partita come questa, devo assolutamente alzare il mio livello”), Daniil Medvedev è tornato sul caso Peng e sulla forte decisione della WTA di non disputare tornei in Cina finché non sarà accertato che la tennista cinese sta bene ed è libera di parlare e muoversi. Il punto di vista del campione 2021 di US Open è diverso da quello esternato dalla maggior parte dei suoi colleghi. Ecco il passaggio della conferenza stampa in cui parla della faccenda.
    “Quello che tutti vogliamo sapere  è che lei sia al sicuro, cosa che non sappiamo ancora al 100%. Quello che ha fatto la WTA (rifiutando disputare tornei in Cina) è molto forte perché dietro ci sono molti interessi economici. Sento che ci possono essere opinioni diverse su cosa fare, non ho intenzione di criticare l’ATP per quello che fa o non fa, tutto può essere visto da diversi punti di vista. È evidente che quel che ha fatto Steve Simon è molto audace perché dietro ci sono molti interessi”.
    Chiedono a Medvedev se andrebbe a giocare serenamente in Cina nelle attuali circostanze. “Il punto è che i prossimi tornei in Cina sono tra quasi un anno, quindi suppongo che tutto si evolverà nel tempo e conosceremo a fondo cosa sta succedendo con Shuai. Suppongo che questo brutto problema verrà risolto Ovviamente se dovessi giocare lì la prossima settimana sarebbe scomodo, ma bisogna vedere come evolve tutto. Non ci dobbiamo dimenticare che giochiamo in tanti paesi che hanno problemi politici e sociali, non solo la Cina, ma ci giochiamo tornei. Questo è giusto sottolinearlo”.
    Un punto di vista particolare, detto da un tennista altrettanto particolare, che non ha mai paura di affermare pensieri anche scomodi o contro corrente. Affermazioni che fanno riflettere e di sicuro faranno discutere.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Ufficiale: Caso Peng. La WTA sospende tutti i tornei in Cina

    Shuai Peng nella foto

    La WTA aveva minacciato di interrompere i legami commerciali con la Cina. Anche se avevano preso una posizione forte sulla tennista Peng Shuai, che aveva denunciato un ex vice primo ministro di quel paese per abusi sessuali e, da allora, non ha dato molti segnali sulle sue condizioni, non si credeva che avrebbero preso tale decisione.
    Steve Simon, CEO della WTA, ha rilasciato una dichiarazione ufficiale sulla vicenda. Al di là del fatto che si tratta di una pesante perdita finanziaria per il tour femminile, hanno messo sul tavolo l’importanza di lottare per l’applicazione dei diritti umani. In assenza di prove affidabili su dove si trova e di poter comunicare liberamente con la giocatrice (al di là di sapere dove si trova, hanno seri dubbi che sia libera e non soggetto a censura, coercizione e intimidazione), hanno capito che la situazione non cambierà a breve termine. “Con il sostegno di tutto il consiglio WTA, sto annunciando l’immediata sospensione di tutti i tornei WTA in Cina, compreso quello di Hong Kong”, ha detto Simon. LEGGI TUTTO