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    Il ritorno di Nicola Salsi: “Piacenza mi ha dato un’opportunità che non potevo rifiutare”

    Quando lo scorso anno, lasciò l’Italia per l’Austria, fui uno dei pochi a gridare al complotto (benevolo). In fondo, Nicola Salsi prima della scorsa stagione aveva svolto un percorso di tutto rispetto, risultando uno dei nuovi palleggiatori scuola Modena più interessanti del panorama nostrano. La bella notizia è che il suo ritorno sia stato annunciato qualche giorno fa dalla Gas Sales Bluenergy Piacenza, dopo un anno austriaco in cui il palleggiatore emiliano ha dimostrato di essere un elemento davvero formidabile.

    “Piacenza mi ha dato un’opportunità duplice, che non potevo rifiutare. Intanto ritorno in Italia, cosa che desideravo tanto, e soprattutto mi hanno fatto capire il loro forte desiderio ad avermi in rosa. Poi, se posso aggiungere è una delle squadre al top della Superlega e questo mi ha lusingato molto perché sapevo quanta concorrenza ci fosse per il ruolo”.

    Piacenza non si nasconde. La squadra finora mostrata è di altissimo livello.

    “Sì, è certamente una squadra di primissimo livello. Penso che questa società non nasconda il fatto di voler fare molto bene nella prossima stagione”.

    Lei arriva da un anno all’estero. Due trofei vinti in Austria.

    “Sì, con l’Hypo Tirol ci siamo tolti delle belle soddisfazioni, andando ad esaudire i desideri del club che aveva allestito una squadra per vincere. È stata una stagione davvero impegnativa, culminata con lo scudetto austriaco che ci siamo aggiudicati, andando a vincere tutte le quattro gare della finalissima. È arrivata anche la Supercoppa a cui puntavamo dopo l’eliminazione nella Coppa d’Austria che ci aveva lasciato l’amaro in bocca. Sarebbe stato bello ottenere il triplete!”

    In CEV avete lottato contro il Fenerbahce.

    “Ce l’abbiamo messa tutto perché ci sarebbe piaciuto giocare le fasi finali della CEV, dove è arrivata la squadra turca appunto. Direi che, al netto delle competizioni giocate, per me è stata un’esperienza davvero formativa”.

    foto Instagram @sals__16

    Pallavolisticamente allontanarsi dall’Italia è un’esperienza al pari di quella culturale?

    “Certamente compiere un’esperienza internazionale è un bene sia per te come persona, che come atleta. Ho imparato l’inglese molto bene, ho avuto la possibilità di giocare in un altro campionato, ho conosciuto culture diverse e vissuto comunque un anno all’estero. Io la annovero tra le esperienze più interessanti che ho fatto”.

    Tornare è la dimostrazione che la voglia di riscatto era tanta. Una sfida vinta Salsi.

    “Forse ricorderà quanto, nonostante la possibilità di andare a giocare all’estero, io volessi proseguire nel giocare il campionato italiano lo scorso anno. Quindi all’inizio lo scetticismo non posso negare ci fosse. Poi ho capito che dovessi sfruttare al meglio l’occasione che mi è stata proposta e soprattutto la possibilità di utilizzare le sfide all’estero come un palcoscenico. La chiamata di Piacenza dimostra il fatto che l’Italia guarda anche noi locali quando scegliamo altri Paesi in cui giocare. Questo naturalmente fa piacere. Io quest’anno appena trascorso mi sento di aver dato il massimo”.

    Foto Modena Volley

    Giocherà contro Modena per la prima volta in carriera.

    “Sarà molto strano, lo ammetto. Giocare in un posto dove sono cresciuto pallavolisticamente, da avversario, sarà un’esperienza. Posso dire? Non vedo l’ora. Anche perché tornare a giocare al Palapanini è sempre una bellissima emozione da vivere”.

    La scelta dell’Italia è accompagnata dal guardare o ripensarsi nel discorso nazionale italiana?

    “Non nego che giocare in una squadra italiana mi dia una visibilità diversa. E ovviamente mi piacerebbe essere considerato. Dipenderà da me, e ce la metterò tutta”.

    Unico pallavolista italiano a raccontarsi su Youtube. Una soddisfazione?

    “Una passione in primis. Ho oltre 2500 iscritti al canale e il numero delle visite cresce di settimana in settimana”.

    Proverà a raccontare l’Italia e soprattutto Piacenza dall’interno?

    “Con il benestare della società mi piacerebbe molto raccontare ciò che ho fatto all’Hypo. Al pubblico piace conoscere le curiosità della nostra vita, quindi perché no. Lo scoprirete nei prossimi mesi. Ho già delle belle idee (ride n.d.r.)”.

    Intervista di Roberto Zucca LEGGI TUTTO

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    Falaschi punta in alto: “A questa Padova la salvezza sta stretta, mireremo all’ottavo posto”

    Il comunicato arriva tempestivamente a metà maggio, ed è il segnale di ciò che Marco Falaschi ha fatto alla Pallavolo Padova, ossia lasciare un bel segno distintivo sul suo operato e sulla costruzione di un ruolo che nella pallavolo italiana ormai è giusto riconoscergli universalmente.

    Falaschi è una certezza, un elemento che non solo si cuce addosso una maglia, ma tesse lungo la stagione una rete di gioco e certezze grazie al suo ventennale bagaglio di esperienza. Padova (così come la nazionale, di cui Marco fa parte nel gruppo allargato di Cavalese) sotto questo aspetto non poteva assolutamente rinunciare alla regia del toscano più famoso del volley e ha detto sì anche per la prossima stagione.

    Foto Federazione Italiana Pallavolo

    “Sono soddisfatto dell’annuncio e dico che questo rinnovo me lo sono conquistato dentro e fuori dal campo. La chiamata di Padova lo scorso anno è arrivata perché la società mi ha chiesto di dare un mio contributo personale nella costruzione di un gioco di squadra in cui erano presenti diverse scommesse, che abbiamo vinto assieme. L’aspetto sportivo e umano ha inciso sul fare sì che questo gioco si creasse e che raggiungessimo anche un traguardo fondamentale come la salvezza con diverse giornate d’anticipo”.

    Diamo un nome alle scommesse vinte?

    “Posso dire che Luca Porro e Davide Gardini in posto quattro come titolari stabili in Superlega siano stati una bella scommessa vinta. Su Gardini c’era molta aspettativa dalla passata stagione, per il giocatore che voleva e doveva essere. Luca ha sprigionato un talento indiscutibile e ha dimostrato di poter svolgere questo ruolo con maturità e provando ad alzare l’asticella ancora di più. Posso dire che anche Plak come centrale nel suo primo anno nel ruolo in Italia è stata un’altra bella soddisfazione che la società si è portata a casa. Giocatore forte, con delle doti fisiche importanti e capace di poter dire la sua in questo campionato. Sono contento di ciò che Fabian ha dimostrato di poter fare”.

    Foto Pallavolo Padova

    La prossima scommessa?

    “Tommaso Stefani dovrà prendersi le sue belle certezze la prossima stagione. Arriva da un recupero lungo e intenso. Sono felice di giocare assieme a lui anche il prossimo anno per la terza stagione dopo quella di Taranto”.

    Conosce a menadito questo campionato. Mi dica perché Padova si è salvata con anticipo rispetto alle altre.

    “Credo che non ci sia stato un solo momento in cui abbiamo smesso di lavorare per centrare l’obiettivo, anche quando avevamo qualche difficoltà in più degli altri. Dopo la prova di Cisterna, che ricordo come un momento complicato della stagione, siamo stati capaci di parlare, affrontare i problemi e ripartire con la consapevolezza che ce la potevamo e volevamo fare. Non abbiamo mai mollato e siamo riusciti, oltre a vincere gli scontri diretti, a toglierci degli sfizi, andando a prendere punti contro squadre come Milano e Modena. Siamo stati bravi nel dimostrare che potevamo affrontare chiunque con la stessa grinta e la stessa determinazione”.

    foto Lega Volley

    Quest’anno è sembrato che lei calzasse a pennello con il progetto Padova. Posso dire che non potevamo vederla in un progetto più a misura di Falaschi?

    “Ho sempre apprezzato molto quando una società mi ha chiesto di mettere in campo la responsabilità che ho acquisito dopo tanti anni di esperienza. È stato un piacere lavorare con Padova e poter continuare in tal senso. Va dato atto che Cuttini e lo staff sono sempre stati desiderosi quanto noi di farci esprimere in un certo modo e ci hanno sempre punzecchiato affinché ognuno di noi facesse il suo meglio”.

    foto Lega Volley

    Padova ormai è una certezza per la Superlega.

    “Siamo il quinto pubblico della serie A. Voglio strappare una promessa”.

    Prego.

    “Cercheremo di alzare ancora di più l’asticella quest’anno. Personalmente trovo che questi tifosi meritino qualcosina di più della salvezza e mi impegnerò per fare sì che quell’ottavo posto magari utile per giocare i playoff scudetto diventi un traguardo alla nostra portata. È una bella sfida, ma ci proverò”.

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    Mattei, pilastro di Grottazzolina: “Caduto l’ultimo pallone è partito il film della mia carriera…”

    Conosco il protagonista dell’intervista da dieci anni. Tra di noi abbiamo condiviso moltissimo delle rispettive carriere in ambiti diversi. Scrivo con cognizione di causa che questo è l’anno migliore di Andrea Mattei dell’ultimo decennio passato a dimostrare di essere il forte giocatore che è sempre stato. Sono trascorse così tante stagioni da quando questo armadio con gli occhi azzurri, a cui già a vent’anni stava stretto tutto, compresa la maglia dell’allora Kioene, urlando e combattendo con il coltello tra i denti, si conquistava due promozioni in due anni diversi. L’epilogo, dopo anni spesso in cui ha fatto fatica ad esprimere ciò che aveva dentro e fuori dal suo gioco sicuro e costante in posto tre, non è un caso sia arrivato in un’altra bella favola della pallavolo italiana, cioè alla Yuasa Battery Grottazzolina, compagine che quest’anno ha dominato la serie A2 e si appresta con l’entusiasmo di ogni debuttante al gran ballo, a disputare il suo primo campionato di Superlega, sempre con l’apporto dello stesso Mattei.

    “Quando è caduto l’ultimo pallone, è come se fosse partito un film lunghissimo, in cui ho ripercorso tutti gli anni in cui non sono riuscito a portare a casa ciò che mi ero prefissato dall’inizio della stagione. Sono stati anni difficili, non l’ho mai nascosto, e quest’anno sono arrivato a Grottazzolina per la prima volta, senza costruire alcun castello. Ero felice di essere qui, dovevo fare il mio lavoro come sempre al massimo, ma senza alcun retropensiero”.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Ha vinto il campionato, senza alcuna illusione iniziale.

    “Lo abbiamo voluto tutti. Molti di noi sono arrivati qui desiderosi di trovare un riscatto da anni un po’ più in salita di altri. Nel mio caso ha influito tanto l’essermi sentito non solo parte di un progetto, ma al centro del progetto stesso. Grottazzolina ha cercato di essere casa per tutti noi, e questo ha inciso nel far confluire tutte le energie verso l’inseguimento di un sogno per una piccola realtà marchigiana”.

    Per lei la Superlega arriva dopo la vittoria in finalissima contro Siena. Segno del destino?

    “Forse. Lei pensi che io la Superlega me la sono riguadagnata quest’anno e l’ultima società con cui l’ho persa è stata proprio Siena. Un momento catartico, perché mi sono ripreso ciò che volevo in un momento e proprio con la mia ex squadra. L’ho cercata proprio tanto e quest’anno per la prima volta ho detto vada come vada, poi è successo tutto”.

    foto Top Volley Cisterna

    Si era un po’ smarrito quel ragazzo che ho conosciuto dieci anni fa?

    “Non ero smarrito, avevo certamente maturato l’idea che a trent’anni si potesse stare bene anche senza pensare per forza al pensiero ossessivo della massima serie. Era un pensiero, stava lì, ma non più da non dormirci la notte”.

    Sono seguiti giorni di capelli rosa, festeggiamenti e celebrazioni.

    “Non mi era mai successo di essere invitato in comune e di essere insignito della cittadinanza onoraria. Non so se esistano dei precedenti nel volley. Per me è stato un momento molto emozionante quando il sindaco ha incontrato la squadra e ha fatto sentire quanto questa comunità sia legata al volley”.

    foto Instagram @a.mattei10

    La Superlega ora con quale obiettivo?

    “A livello societario sicuramente l’obiettivo è mantenere la categoria. Stanno dando tutti il massimo per fare sì che il progetto della Yuasa Battery possa piacere a tutti”.

    Il momento che tutti aspettano? L’esordio?

    “Credo il derby marchigiano contro la Lube sarà un momento storico curioso, perché qui la pallavolo è più importante del calcio”.

    Il suo?

    “Vorrei giocare con la stessa determinazione dei miei vent’anni quando debuttavo in questa categoria”.

    So che ha un sogno, ora che tornerà in A1.

    “Non ho mai abbandonato l’idea di essere convocato in azzurro. So che sono grande ormai, so che forse il treno per me è già passato. Ma continuare a sognarlo e a lavorare per tutto ciò, non costa niente”.

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    Cominetti acchiappa tutto: “Supercoppa gioia più grande, mancava nel palmares”

    L’ennesimo anno da vincitore. Sottolineare il fatto che per Roberto Cominetti la vittoria sia diventata una sorta di tassa da pagare alla serie A2 è d’obbligo. A ventisette anni uno dei più forti posto quattro del nostro campionato, ha conquistato due campionati, due Coppe Italia e una Supercoppa. Solo con la Consoli Sferc Brescia, squadra con cui ha disputato l’ultimo campionato, ha vinto due titoli nelle ultime tre settimane.

    foto Lega Volley

    “La gioia più grande è stata vincere la Supercoppa, perché mancava al palmares dei titoli. L’anno scorso in realtà, dal punto di vista dei titoli è stato un po’ deludente perché la corazzata di Vibo Valentia ha razziato tutti i trofei disponibili. Quest’anno con Brescia siamo arrivati ai playoff e purtroppo non siamo riusciti ad avere la meglio su Siena. Siamo tornati in palestra a lavorare per giocarci la Coppa Italia e la Supercoppa. Il risultato è stato quello di giocare due ottime gare contro Grottazzolina e Ravenna, portandosi a casa due trofei a cui questa società teneva molto e cancellando la delusione della mancata finalissima dei playoff promozione”.

    Le sue sono state prestazioni che in A2 fanno davvero la differenza.

    “Penso di essere un giocatore che fa ciò che serve alla squadra. Ho cercato di essere malleabile anche quest’anno e nella mia duttilità forse si è creato quel valore aggiunto che serviva per venire fuori da determinati momenti difficili delle partite che contano. Ci siamo ritrovati di fronte due ottime compagini, a cominciare da Grottazzolina che l’anno prossimo giocherà la Superlega, a Ravenna che ha avuto il merito di lanciare dei giovani davvero talentuosi. È stata una squadra tostissima per tutto il campionato e non è stato semplice vincere in Coppa con loro”.

    foto Atlantide Pallavolo Brescia

    Si è creato un bellissimo gioco con Tiberti, questo va detto.

    “Tibe ha saputo valorizzarmi. Sono arrivato a questa esperienza forse pallavolisticamente maturo anche mentalmente e giocare di fianco a questo ragazzone mi ha dato l’opportunità di far vedere delle belle cose. Mi piace sottolineare che siamo stati capaci di costruire insieme un gioco fatto di costanza e in generale gli attribuisco il fatto di essere un giocatore che non mette mai pressione ai compagni. Non gli capita mai di prendersela con un compagno e questo lo rende amabile da tutti”.

    Quanto è stato difficile riprendersi dall’eliminazione dei playoff?

    “Non è stato facile. Personalmente è stata una batosta, tanto che poi in Coppa il gruppo si è ritrovato dopo gara uno contro Reggio Emilia. Direi anzi che sia stata gara due la rinascita della squadra da quella delusione, affrontando lo spareggio con determinazione, e poi andando a sfidare Siena dove abbiamo ritrovato costanza ed energia”.

    foto Lega Volley

    Si dice che resterà nel progetto di Brescia.

    “Si dice (ride n.d.r.)?”

    Per ora allora bocche cucite.

    “Mi piacerebbe poter vincere con questa maglia il prossimo campionato e poter finalmente arrivare in Superlega. Questo è un mio desiderata”.

    Quanto ci spera nella Superlega del 2025 Cominetti?

    “Tantissimo. Resta sempre un sogno, ma lavoro per questo ogni stagione”.

    foto Lega Volley

    Intervista di Roberto Zucca LEGGI TUTTO

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    Max Colaci racconta i segreti (e i festeggiamenti) del secondo Scudetto di Perugia

    L’immagine più bella è quella di una tifoseria perugina in festa in una Opiquad Arena di Monza gremita in ogni ordine di posto. A fare festa con loro, un emozionatissimo Massimo Colaci, al quinto scudetto in carriera e alla sua settima stagione con la maglia della Sir Susa Vim Perugia, che solo qualche ora dopo è ancora visibilmente soddisfatto del trionfo avvenuto in gara 4:

    “Tenevamo particolarmente a terminare la stagione portandoci a casa questo scudetto proprio perché è la fine di un percorso bellissimo fatto assieme ad una squadra incredibile e al termine di un’annata che concludiamo con la vincita di quattro trofei. Un anno così personalmente e anche a livello di gruppo è davvero da incorniciare”

    Foto di Sir Susa Vim Perugia

    Lei che ha vinto tanto, mi risponda con onestà, si emoziona ancora come agli esordi?

    “Chiaramente con l’età e l’esperienza impari a gestire le emozioni. Io volevo vincere, ero carichissimo, e faccio sempre un pensiero alla sconfitta per non farmi sorprendere in caso negativo. Perdere è davvero un attimo, una distrazione, mentre arrivare sul podio è molto più difficile. E quando sei lì, visto che ogni titolo e ogni vittoria è collegato a un momento della vita e della professione, mi emoziono come se fosse la prima volta”

    Ha ancora voglia di vincere?

    “Io non concepisco quelli che parlano di pancia piena. Ho ancora tanta fame in questo sport, altrimenti non lo giocherei. Io credo che uno lotti per poter vivere più serate possibili come quella di Monza. Non mi accontenterò mai. Finché sarò in campo avrò voglia di vincere e vincere ancora”

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Ci sveli qualcosa dei festeggiamenti?

    “La festa più grande l’abbiamo fatta a Monza, anche se i tifosi hanno aspettato fino alle 4 del mattino l’arrivo del nostro pullman a Perugia e lì abbiamo continuato per la nostra gente ed è stato altrettanto bello ed emozionante. Se posso spaccare il capello, devo dire che mi sarebbe piaciuto vincere lo scudetto in casa perché la cornice del nostro palazzetto con i nostri tifosi, quando vinci, è magica. Ma non mi fraintenda, l’importante era portare a casa lo scudetto! Adesso nei prossimi giorni proseguiremo con le cene societarie e con altre occasioni in cui incontreremo tutta la nostra gente”

    foto Lega Volley

    L’ha spiazzata giocarsi la finale con Monza e non con altre compagini favorite all’inizio della stagione insieme a voi?

    “Monza ha fatto un percorso bellissimo e si è meritata davvero di poter prendere parte alla finalissima. Ho fatto loro i complimenti perché si sono dimostrati una squadra ostica e formidabile. All’inizio della stagione io avrei puntato su Piacenza, che è una delle grandi deluse del campionato. Però, tornando a Monza, già dalla gara di andata mi sono reso conto di quanto fossero forti e di quanto fosse sbagliato che il suo nome non comparisse tra le favorite. Hanno fatto davvero un bel percorso di crescita”

    Tutti dicono che l’uomo della provvidenza sia stato Angelo Lorenzetti.

    “Angelo è un uomo attento. Ha lavorato tanto sulla tecnica e su ogni elemento della squadra. È un perfezionista incredibile e ha fatto un lavoro minuzioso sulle piccole cose. Dal punto di vista mentale, poi, ha migliorato molti di noi. È stato davvero importante per questa annata”

    Foto Sir Safety Perugia

    Senta, mi dica che Colaci ci sarà ancora per altri dieci anni.

    “(ride n.d.r.) Penso ogni giorno al mio futuro o quasi. Ho delle idee, come ad esempio quello di riavvicinarmi a Bari, dove con la mia famiglia ho comprato casa. La famiglia mi manca, il mare e la vita che faccio in Puglia quando ho qualche giorno anche. Però posso dirle che il prossimo anno mi troverà ancora in campo, ancora qui a lottare, anche perché voglio vincere la Champions League. Poi dopo l’anno prossimo, chissà”

    Cosa è rimasto del Max Colaci che esordiva nei campionati regionali ad Ugento?

    “La voglia di dimostrare ancora. Ho giocato una vita, dovendo dimostrare ad ogni età di meritarmi quel pezzetto di campo, quella categoria in cui mi trovavo a giocare. Mi sono sempre posto degli obiettivi intermedi. Passare dalla C, alla B, all A, alla nazionale. Da Verona arrivare a Trento, poi a Perugia. Penso di essermi conquistato col lavoro che ho fatto sin da ragazzino tutto ciò che è arrivato nel tempo. Questo mi rende fiero della strada fatta sin qui”

    Intervista di Roberto Zucca LEGGI TUTTO

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    Ultima volta al PalaPanini per Bruno: “Modena mi ha cambiato la vita”

    Ora che la notizia è ufficiale, e che i cuori dei tifosi carioca e italioti come me sono definitivamente distrutti, possiamo parlare di questi anni modenesi di Bruno Rezende col tono di quelli della mia generazione che hanno inventato la nostalgia. Una volta un palleggiatore mi disse che a Modena ci sarà un “Avanti Bruno” e un “Dopo Bruno”, un’analogia che per un regista che ha costituito la religione della pallavolo in Emilia negli ultimi anni va decisamente sulla strada giusta. Per Bruno si aprono le porte del Brasile e di un ritorno a casa che, dopo anni, appare quantomeno doveroso:

    “Aprile sarà il mio ultimo mese a Modena. Certe emozioni cerco di viverle senza pensare al futuro. Ora si sta chiudendo un ciclo, mancano davvero poche partite e sto cercando di godermi gli ultimi momenti qui in compagnia di tutti. Ci sono molte persone da ringraziare in tutti questi anni, tutte amicizie o rapporti che ho creato. Non lo vivo come un addio ma come un arrivederci ad altre occasioni, magari non da giocatore, ma certamente da persona che questa città la ama e la amerà sempre“.

    foto Modena Volley

    Cosa ha significato vivere Modena a Modena?

    “Vincere, conoscere persone meravigliose. Vivere anni molto belli della mia vita“.

    Si vince per rimanere eterni qui, Bruno.

    “Quando crei dei legami così, anche con una società, non puoi non tornare ogni tanto. Sono contento, più che per il tema dell’eternità, di aver lasciato un ricordo bello nelle domeniche dei nostri tifosi“.

    Perché il ritorno in Brasile proprio ora?

    “Per me è una scelta di vita. Io sono un giocatore che ha fatto una carriera totalitaria, ponendo la pallavolo come assoluta priorità della vita. Questo ha significato consumare tante energie, sacrificando del tempo e togliendolo alle priorità che hanno avuto altri miei coetanei. Io sono sempre stato un ‘workaholic’. Ora è il momento in cui iniziare a ridiscutere alcune priorità della vita“.

    foto Lega Volley

    Posso chiederle di più?

    “Ad esempio, ho una sorella che non ho visto crescere e con cui mi piacerebbe recuperare del tempo. O anche lo stare con mia madre e i miei amici. Vorrei fare cose che non ho mai fatto, come passare la domenica della partita o il dopopartita con i miei cari. Sembrano cose relative per chi le ha sempre fatte, ma io sono stato sempre lontano da casa. Adesso ho scelto di andare a giocare nella città in cui vive mia madre“.

    Prima abbiamo Parigi 2024.

    “Sarà sicuramente la mia ultima Olimpiade, quindi ci tengo particolarmente a fare bene e a chiudere nel migliore dei modi. Non sarà facile, ci affacciamo a una competizione che quest’anno ci porterà a giocare contro squadre davvero fortissime“.

    Il futuro dentro o fuori dallo sport?

    “Dentro lo sport sicuramente“.

    Foto Modena Volley

    Cosa le mancherà di questa città?

    “Tutto è sufficiente come risposta? (ride, n.d.r.). Le domeniche, l’affetto e le persone che me lo hanno trasmesso in tutti questi anni. Modena mi ha cambiato la vita“.

    Lei l’ha cambiata ai modenesi. Così si dice.

    “Questa cosa mi emoziona molto“.

    Bruno è insostituibile. Altra cosa che si dice di lei. Dobbiamo mettere insieme tutto questo oggi.

    “Non è scontato ed è una grande lusinga per me. Quando sono arrivato qui non pensavo di vivere emozioni di tale livello e non sapevo si potesse creare tutto questo“.

    foto Lega Volley

    Le persone della sua Modena?

    “Troppe. Fabrizio Schedoni. Lui ha dato il mio numero a Bruno Da Re quando cercava un palleggiatore. Ogni volta che ho incontrato una persona si è creato qualcosa di speciale“.

    Nel suo libro racconta dell’incontro con Earvin Ngapeth. Insieme avete fatto qualcosa di unico qui.

    “Ma anche Totò, Catia. Earvin è mio fratello. Mancava un personaggio qui ed è stato bellissimo“.

    Un arrivederci. Lo promette?

    “Sarà solo e sempre un arrivederci“.

    di Roberto Zucca LEGGI TUTTO

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    Tommaso Barotto: “Porto Viro c’è, non abbiamo perso la testa”

    Il curriculum, a prima vista, non è quello di uno che deve ancora compiere diciannove anni. Scudetti, titoli da miglior giocatore, e non ultimo, domenica scorsa, una partita da quasi 20 punti che ha sancito la prima vittima eccellente dei Play Off Promozione di A2, ovvero Cuneo. Tommaso Barotto, classe 2005, è uno dei protagonisti dell’armata della Delta Group Porto Viro, che ora sta affrontando la semifinale con Siena, un’altra grande ambiziosa del campionato:

    “È certamente un momento di grandi gioie per me. Giocarsi una semifinale Play Off a 18 anni è bellissimo ed è una conquista, fatta assieme ad una squadra che ha disputato un girone di ritorno davvero incredibile“.

    Siena è in vantaggio dopo Gara 1.

    “Giovedì sera abbiamo perso, ma non abbiamo perso la testa e la concentrazione che ci serve per giocare Gara 2 perché è ancora tutto aperto“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Che aria si respira dopo Gara 1?

    “L’aria di chi vuole arrivare in fondo. Di chi non ha tanto voluto pensare a guardarsi indietro o a festeggiare troppo un primo tassello, ma a focalizzarsi subito sull’obiettivo successivo“.

    Perché Porto Viro ha eliminato Cuneo ai quarti?

    “Perché ha saputo fare un cammino all’interno delle prime tre partite di Play Off, in cui è stata in grado di superarsi e di giocare una grande pallavolo. Siamo riusciti a vincere per ben due volte su un campo difficilissimo, come è quello di Cuneo, esprimendo un bel gioco fatto di combattimenti, bei break che ci hanno fatto raggiungere questo importante risultato“.

    Durante i Play off ha giocato alcune delle gare più importanti della sua carriera?

    “Sicuramente Gara 3 dei quarti entra di diritto nelle prime tre, dopo la finale dell’Europeo Under 19 disputata con la nazionale e la semifinale scudetto Under 17 che ho disputato con Brugherio contro il Vero Volley“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Porto Viro come Brugherio. Il colore rosa, un po’ l’atmosfera dei diavoli.

    “Sicuramente è famiglia, ed è una squadra in cui capisci che i risultati non si antepongono alla persona e al giocatore. Come ai Diavoli Rosa, periodo bellissimo della mia vita da giocatore e non solo, mi sono ambientato subito ed è davvero un’esperienza positiva. Trovarsi in una società con una squadra così mi aiuta tanto per il percorso che sto facendo“.

    Lei va via di casa che non aveva finito nemmeno le medie.

    “A 13 anni ho lasciato casa. Sono stato disposto a lasciare il Veneto, che ho ritrovato quest’anno e che per me ha quel qualcosa in più che forse è proprio l’ambiente familiare, ma è anche una regione nella quale ci sono davvero tante ottime realtà pallavolistiche nel quale poter crescere“.

    foto Delta Volley Porto Viro

    Ora che lo ha ritrovato, ha paura di rimanerne stregato?

    “No, sono consapevole del fatto che la vita potrà ancora portarmi lontano da casa e dalla mia famiglia. Ne siamo tutti consapevoli perché quando un giocatore fa una scelta come la mia, la lontananza è un fattore che devi prendere in considerazione. Sono nato a Rovigo e casa mia è a Stienta, un paesino di 3000 abitanti. Lei capisce bene che se non considero normale dovermi allontanare, mi prendono per pazzo (ride, n.d.r.)!“.

    Pensa tanto al suo futuro ora che tutti parlano di lei?

    “Sono molto capace di disinteressarmi a tutto ciò che si dice di me. La determinazione e l’ambizione ci sono, ma non ci penso troppo e sono bravo a non prendere per oro colato tutto ciò che viene detto, nel bene e nel male. Passo per passo. Ragiono così“.

    di Roberto Zucca LEGGI TUTTO

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    Andrea Canella e il sogno di Grottazzolina: “Non ci penso, ma ci credo…”

    A prima vista resti colpito dalla serenità con cui attraversa tutta la fase del pre-partita. Sorridente, se vogliamo anche sornione, e soprattutto circondato da un’aura di bontà che lo contraddistingue nel ruolo. Quando l’arbitro fischia e lo ritrovi dall’altra parte della rete fa vedere quella scuola di inarrendevolezza che è stata Padova, la sua casa pallavolistica per tanti anni; e allora il sorriso scompare, ed entra in campo l’Andrea Canella più combattivo e più audace.

    Con quella stessa audacia, Andrea è arrivato alla Yuasa Battery Grottazzolina, ed ha cominciato una stagione che lo ha visto, assieme ad una squadra che oggettivamente sta esprimendo davvero una bella pallavolo, ottenere il primo posto in classifica e la qualificazione diretta alle semifinali dei Play Off Promozione:

    “È un anno molto positivo e siamo tutti molto felici di ciò che abbiamo raggiunto sinora. Il clima che si respira è quello di chi è soddisfatto del lavoro fatto. In campo riusciamo ad esprimere il meglio e la forza è tutta in un gruppo di persone molto affiatato che insieme riesce a dare il massimo“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Tutti a Grottazzolina con obiettivi e ambizioni, se vogliamo, diverse. La sua?

    “Ho deciso di spostarmi da Padova, squadra nella quale ad eccezione di un anno fatto a Piacenza ho giocato sin da quando ho cominciato le giovanili, con la speranza di giocare e di fare bene. Andando nello specifico, volevo certamente mettere a frutto l’esperienza fatta e anche migliorare le cose sulle quali ancora devo lavorare un po’ nel mio gioco“.

    Cosa le ha lasciato Padova?

    “Anni in cui ho giocato con persone come Travica, o Randazzo, o Volpato. Ragazzi che mi hanno trasmesso sicuramente un metodo, e che ho potuto osservare nel loro approccio alla pallavolo. Ed è stato un bell’insegnamento da portarmi dietro“.

    La cultura del gruppo?

    “Anche. Qui a Grotta è certamente parte integrante dell’esperienza. È bello perché, anche al di fuori del contesto gara, ho trovato persone con le quali riesci a darti supporto dentro e fuori dal campo. Avere dei compagni di squadra con i quali affrontare i momenti difficili e poter contare sul loro apporto è certamente importante, quando magari resetti e in alcuni momenti dell’anno riparti da zero su alcune cose“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Altra nota positiva, abbiamo scoperto un giocatore nuovo.

    “Cerco di sfruttare le occasioni per mettere in luce ciò che so fare e colgo le opportunità che mi fanno mettere in mostra. Non esagero se dico che sono così soddisfatto dell’anno qui che credo di raggiungere gli stessi obiettivi che mi ero prefissato a Piacenza, uno degli anni più importanti della mia carriera“.

    È presto per parlarne. Però qualcuno parla di voi come i favoriti. Mi dica almeno se ci pensa un pochino alla fine.

    “Ad una fine positiva io non ci penso tanto, ma ci credo tanto. Diciamo questo! (ride, n.d.r.)”.

    Giochiamo al fantavolley. La squadra che le fa più paura? Un nome secco.

    “Direi Ravenna. Essendo giovani, e non avendo davvero nulla da perdere, possono essere insidiosissimi. Sono una squadra davvero tosta“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    L’avversario contro cui vorrebbe giocarsi la finalissima?

    “Marco Volpato. Compagno di tanti anni, e collega di ruolo. Mi piacerebbe molto giocarmi la finale contro di lui“.

    La Superlega cosa è per Canella?

    “Le dico che è un obiettivo. E se arrivasse con Grottazzolina, mi piacerebbe poterla affrontare qui“.

    di Roberto Zucca LEGGI TUTTO