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    Kevin Anderson dice addio al tennis professionistico

    Kevin Anderson nella foto

    Kevin Anderson, ex n.5 del mondo, ha annunciato martedì la fine della sua carriera da professionista, causata dai numerosi infortuni negli ultimi tempi.
    Il 36enne sudafricano ha fatto una lunga ed emozionante dichiarazione rivelando il suo addio al tennis, dopo aver ringraziato tutti per i suoi 18 anni di carriera.“Non ricordo un momento della mia vita in cui non stavo giocando a tennis. Ho cominciato il mio viaggio 30 anni fa quando mio papà mi mise la racchetta in mano e mi disse che con il duro lavoro sarei potuto diventare uno dei migliori giocatori al mondo. Sono grato per tutte le cose meravigliose che mi sono successe solo per l’aver fatto parte di questo sport. Da bambino, mio papà mi diceva che il successo non è definito dai risultati, ma dagli sforzi e i sacrifici che fai nella strada per diventare il meglio che puoi essere. E io ho dato il meglio di me stesso”.
    Anderson ha sette titoli ATP nel suo curriculum, l’ultimo dei quali ottenuto l’anno scorso a Newport, ma spiccano anche due finali in tornei del Grand Slam: US Open 2017 e Wimbledon 2018.
    L’ultimo incontro nella carriera di Anderson è avvenuto alla fine di marzo al Masters 1000 di Miami, con Kevin che ha perso contro Juan Manuel Cerundolo al primo turno.Anderson era attualmente classificato al 107° posto nel mondo e durante le ultime stagioni, specialmente dal 2019 in poi, ha affrontato diversi problemi fisici. LEGGI TUTTO

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    Maxi multa al proprietario di una Ferrari Roma: guidava senza patente dal 2008

    Se guidi una Ferrari Roma, un modello del valore di oltre 200 mila euro, dover pagare una multa è l’ultimo dei problemi. Quando però la sanzione è di 8mila euro significa che l’infazione commessa è davvero grave. Questo conducente è stato fermato per un regolare controllo al casello autostradale di Riccione, ma alla richiesta dei documenti ha svelato che era sprovvisto di patente di guida da ben 14 anni.
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    Multa salatissima
    Impossibile pensare che con un’automobile del genere si possa passare inosservato e infatti è accaduto quello che ci si doveva aspettare. L’uomo guidava senza patente, poiché gli era stata ritirata da ben 14 anni per azzeramento dei punti dovuto a violazioni stradali pregresse.
    Le Forze dell’Ordine hanno contestato così la violazione del Codice della Strada che prevede una multa fino a 8mila euro (cifra che non farà fatica a pagare se può permettersi una Ferrari Roma) oltre che il fermo amministrativo della vettura per 3 mesi. Il veicolo è poi stato portato fino all’abitazione dalla donna che sedeva sul sedile del passeggero: almeno la sua patente era regolare!
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    Robredo si ritirerà al 500 di Barcellona. “Se potessi tornare indietro, farei scelte diverse. Oggi poca tattica in campo”

    Tommy Robredo

    Tommy Robredo ha gravitato negli ultimi anni nei tornei minori, sceso in classifica e affrontando ragazzi che potevano essere suoi figli (farà 40 anni il prossimo 1° maggio). Fino a poco fa tuttavia, guai a parlargli di ritiro. Intervistato nei Challenger, anche dopo brutte sconfitte per un ex top10, rispondeva quasi stizzito alla solita domanda… perché dovrei smettere, se ancora mi diverto? Il periodo difficile della pandemia e la paternità hanno cambiato le cose, tanto che il catalano ha deciso di appendere la racchetta al chiodo dopo il torneo di Barcellona, a cui è molto legato e che disputerà grazie ad una wild card. È stato intervistato dal quotidiano nazionale AS, con alcune dichiarazioni interessanti sulla propria carriera e sul mondo del tennis in generale. Ne riportiamo alcuni estratti.
    “15 anni fa non mi potevo immaginare di arrivare così avanti… A quel tempo i colleghi andavano “in pensione” assai prima, difficilmente si superavano i 30 anni, ora molti lo fanno quando ne hanno quasi 40 anni. Tutto è migliorato: ci sono i preparatori fisici, i medici… Mi sono preso molta cura di me stesso da qualche anno“.
    “Perché oggi il ritiro? Diverse cose che si uniscono. Non mi sento più a posto né fisicamente né mentalmente, e poi c’è la mia posizione in classifica. Inizi a perdere e tutto questo pesa, il fuoco si spegne. Ho accettato che sarebbe successo, ma ho giocato perché mi piaceva. ‘Finché non trovo qualcosa che mi soddisfa di più, non ci rinuncerò’, mi dicevo. La pandemia ha accelerato tutto. Sono stato a casa con mia figlia, e non voglio perdermi perché sono in giro in torneo la prima volta che mi chiamerà papà, il primo gattonare, quando cammina… Volevo smettere l’anno scorso, ma non volevo che il mio ultimo match lo dovessi giocare da solo. Volevo vedere mio padre, mia madre, mia moglie e mia figlia sugli spalti, ecco perché sono arrivato fino ad oggi”.
    “Il mio momento migliore? Non ne trovo uno in particolare, ma direi nel 2006 o nel 2007, quando ero quinto o sesto al mondo. Per assurdo credo che oggi sono un giocatore migliore di allora, ma la sfortuna del tennista è che a 17 o 18 anni inizi a fare il professionista e non sai niente della vita. È come se fossi il direttore di un’azienda e ti arrivassero botte e problemi da tutte le parti, devi adattarti e farlo in fretta. E quando hai 30 o 35 anni e vai in pensione, è allora che conosci davvero il mondo e sapresti come gestire quelle cose che hai subito in gioventù. Cosa cambierei in particolare? Farei quasi tutto in modo diverso. Meno tornei, li preparerei meglio, sceglierei questo allenatore, l’altro fisioterapista, ecc. Andrei a vivere da qualche altra parte… Con l’esperienza si impara, penso che la stessa cosa accada nella vita”.
    Ha già iniziato una carriera come coach: “Adesso alleno un ragazzo di 16 anni e lo guiderò, ma non significa che gli vada bene perché quello che potrebbe andare bene per me non necessariamente andrà bene per lui. Vedremo”.
    Secondo Robredo, il tennis di oggi è peggiore rispetto a quello dei suoi momenti d’oro. Nessuna nostalgia, ha una spiegazione a questa preferenza: “Non credo che oggi ci sia meno talento di qualche anno fa, quello no. Se analizzi i giocatori migliori di adesso, ma anche una larga fetta di loro, alle fine trovi qualcuno che va più diretto al vincente, un altro ha più servizio o gioca dentro il campo… C’è ancora oggi varietà, ma quel che manca è la tattica, sono pochissimi i tennisti che lavorano il punto, che fanno correre l’avversario, che cercano il punto debole. I giovani colpiscono vincenti da ogni parte del campo, a volte pensi ‘come ci riescono’… Sono un guerriero dei tempi antichi. Mi piace giocare a Risiko più che tirare direttamente una bomba per spaccare lo scambio. Mi piace la tattica, la maggior parte dei giocatori ne usa poca e tira solo forte”.
    Viste le sue parole, facile capire chi sia oggi il suo preferito: “Medvedev è spettacolare: serve tremendamente bene, risponde benissimo e tutti i colpi sono profondi. Ha una bella mano, gioca anche di volo e recupera il campo, Tsitsipas è intelligente, usa più tattiche, sa come usarle. Rublev invece è molto solido. Zverev ha talento, ma troppi alti e bassi. Sinner è un giocatore straordinario, può arrivare molto in alto, come Alcaraz. Non so se sarà il numero uno, due, sette, ma vedi qualcosa di diverso in lui. Quello che possiamo fare adesso non è mettergli addosso il marchio di “nuovo Rafa”, ma solo di essere Alcaraz”.
    Nessun fastidio per esser stato all’ombra di Nadal, anzi: “Geloso di Nadal? Nient’affatto. Avendo avuto un campione così in Spagna si parla di più di tennis, quindi ci sono più sponsor, più soldi e interesse… Quando ho iniziato, in un Grande Slam se ti eliminavano al primo turno vincevi 6.000 euro e ora sono 60.000. E questo grazie a Nadal e Federer, uno come me può solo ringraziarli, anche se ci ho perso tante volte”.
    Una bella intervista, ad un tennista molto corretto, estremamente lucido e positivo, che per anni ha tirato la carretta raggiungendo ottimi risultati. Chiuderà la carriera con 12 tornei vinti, su cui spiccano i successi al “Godò” di Barcellona nel 2004 e il Masters 1000 di Amburgo nel 2006. Negli Slam ha raggiunto i quarti agli Australian Open, US Open e ben 5 volte a Roland Garros. Gli è mancato proprio l’acuto in uno Slam, una semifinale, ma vinto la Davis con il team iberico.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Berrettini out, problema alla mano destra. Entra un lucky loser

    Matteo Berrettini

    Brutta notizia dalla scorsa notte per il tennis azzurro. Matteo Berrettini si è ritirato dal Miami Open per colpa di un problema alla mano destra. Al suo posto giocherà un Lucky loser.
    Non un inizio fortunato per l’azzurro, dopo il riacutizzarsi del problema muscolare che l’ha costretto a fermarsi a Rio. Seguiranno aggiornamenti sulla notizia LEGGI TUTTO

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    Si ritira Alessandro Bega: “È stato un viaggio bellissimo”

    Alessandro Bega ITA, 1991.01.11

    Alessandro Bega, classe 1991, ha annunciato questo pomeriggio tramite un post sui social il ritiro dal tennis.Dichiara l’azzurro: “È stato un viaggio bellissimo. Grazie a tutti quelli che ne hanno fatto parte”.
    Alessandro ha giocato prevalentemente nel circuito ITF e, in carriera, ha raggiunto la posizione n° 259 ATP in singolare (25 luglio 2016) e la n° 369 in doppio (8 agosto 2016). Nel luglio del 2017 superò le qualificazioni del torneo di Washington ed entrò per la prima volta nel tabellone principale di un torneo de circuito maggiore.In carriera ha vinto ben 17 titoli in singolare del circuito ITF. LEGGI TUTTO

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    Johanna Konta dice addio al tennis: “Sono riuscita a diventare quello che volevo e che dicevo di voler essere da bambina. Mi ritengo davvero molto fortunata”

    Johanna Konta nella foto

    Il mistero che circondava Johanna Konta è stato risolto. La tennista britannica ha annunciato pubblicamente di aver messo fine alla sua carriera. A 30 anni, Konta dice addio a una carriera segnata dalla quarta posizione come best ranking nella classifica WTA, semifinali degli Australian Open, Roland Garros e Wimbledon e quattro titoli vinti.
    “Grata. Questa è la parola che probabilmente ho usato di più nel corso della mia carriera e penso che sia quella che alla fine la descrive meglio. La mia carriera da giocatrice è giunta al termine e sono incredibilmente grata per come si è sviluppata. Tutte le prove sembravano indicare che non ce l’avrei fatta in questa professione. ”
    “Tuttavia la mia fortuna si è materializzata nelle persone che sono entrate nella mia vita e hanno avuto impatto sulla mia vita in un modo che trascende il tennis. Sono incredibilmente grata per queste persone. Voi sapete chi siete. Grazie alla mia resilienza e alla guida degli altri, sono riuscita a vivere i miei sogni. Sono riuscita a diventare quello che volevo e che dicevo di voler essere da bambina. Mi ritengo davvero molto fortunata. Molto grata.” ha osservato la britannica che ha attraversato un tratto finale estremamente complicato, segnato da infortuni e vari problemi anche con Covid-19, che le hanno impedito, per esempio, di giocare il ‘suo’ torneo di Wimbledon. LEGGI TUTTO

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    Berrettini non giocherà, lo annuncia su Instagram

    Matteo Berrettini nella foto

    Berrettini getta la spugna. Il romano alla fine decide di non giocare stasera il suo secondo match alle Finals, per colpa dell’infortunio rimediato contro Zverev nella prima partita. L’ha annunciato adesso con un post su Instagram che riportiamo
    Ciao ragazzi,
    Ho pensato, riflettuto, pianto e alla fine deciso…
    Le mie finals finiscono qui, sono distrutto, mai avrei pensato di dover rinunciare all’evento tennistico più importante mai tenutosi in Italia in questo modo.
    La verità è che per quanto io avessi voluto giocare davanti a voi ancora una volta, ho sentito e quindi deciso che il mio corpo non è pronto ad affrontare le sfide che ho davanti.
    Dire che sono triste non renderebbe giustizia allo stato d’animo in cui sono, mi sento derubato di qualcosa che ho conquistato con anni di sforzi e sudore. Non è stata una decisione facile, ma sono convinto che sia la migliore per me e per la mia carriera.
    Grazie del vostro continuo sostegno e delle migliaia di messaggi che mi avete mandato, mi avete emozionato.
    Grazie
    Mat LEGGI TUTTO

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    Edoardo Eremin dice addio al tennis “Troppi infortuni, qualche scelta sbagliata e una personalita’ un po’ particolare…non mi hanno permesso di arrivare dove ho sempre sognato”

    Edoardo Eremin nella foto

    Edoardo Eremin, classe 1993, ha deciso di ritirarsi dal tennis professionistico.
    Dichiara l’azzurro sui social: “Solo chi ha vissuto questo sport e chi mi conosce bene sa realmente cosa vuol dire…Ho sacrificato tutto per il tennis fin da bambino,rinunciando alla famiglia,agli amici.. ma non mi e’ mai pesato perche’ ho sempre pensato che fosse la strada giusta per me.Con il passare di questi mesi pero’ non vedo piu’ prospettiva in questo mondo per me ed e’ giunto il momento di guardare in faccia la realta’.Lascio il tennis professionale con la consapevolezza che certi sacrifici erano diventati piu’ un peso che un piacere,non ero piu’ felice.Troppi infortuni, qualche scelta sbagliata e una personalita’ un po’ particolare…non mi hanno permesso di arrivare dove ho sempre sognato.Ho sempre vissuto nell’instabilita’, nell’incertezza e,a 28 anni, per poter guardare il futuro in maniera diversa ho necessita’ di costruire finalmente la mia vita.So benissimo cosa c’e’ dietro a questo mondo..sudore,sofferenza,sacrifici economici,pressione della partita…saper gestire vittorie e sconfitte..tutte cose che sono alla normalita’ del giorno ed e’ per questo che faro’ sempre il tifo per i miei amici/colleghi connazionali conosciuti in questo mio percorso.Con me portero’ per sempre bellissimi ricordi di esperienze uniche vissute in giro per il mondo.Questo sport mi ha dato disciplina,mi ha insegnato a portare rispetto verso il prossimo e mi ha fatto comprendere bene cosa vuol dire “umilta’”.Ringrazio tutti coloro che in questi anni mi sono stati vicini con il loro affetto e interesse,i miei familiari ed i miei amici.
    chiudo questo capitolo della mia vita,accogliendo da un altra prospettiva quello che mi si presentera’ in futuro.
    grazie,
    dodo ❤️ LEGGI TUTTO