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    Freni asimmetrici in F1: cosa sono e perché se ne parla

    Fretanta e freni asimmetrici in Formula 1: che cosa sono e perché se ne parla, alla vigilia del Gp d’Olanda F1 2024. La nostra analisi.SPA, BELGIUM – JULY 26: Max Verstappen of the Netherlands driving the (1) Oracle Red Bull Racing RB20 on track during practice ahead of the F1 Grand Prix of Belgium at Circuit de Spa-Francorchamps on July 26, 2024 in Spa, Belgium. (Photo by Mark Thompson/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool // SI202407260832 // Usage for editorial use only //

    Durante la pausa estiva, su diversi siti che trattano di Formula 1, si è cominciato a parlare di freni asimmetrici, di frenata asimmetrica e di presunte irregolarità del team Red Bull. Alcuni hanno anche attribuito ai “chiarimenti” in materia da parte della FIA, il calo di competitività del team austriaco.
    Proviamo a fare chiarezza, spiegando prima di tutto cosa si intende per freni asimmetrici, come può essere sviluppata una frenata asimettrica su una monoposto di Formula 1 e perché se ne parla così tanto. Tutto questo alla vigilia del Gran Premio d’Olanda a Zandvoort.
    Uno dei primi a darne “notizia” è stato Peter Windsor, noto giornalista britannico del Circus della Formula 1. Sul suo profilo ‘X’, il 15 agosto scorso, ha riportato quanto qui sotto, ovvero la possibilità che Red Bull utilizzasse un sistema di frenata asimmetrica.
    Freni asimmetrici: il tweet di Windsor

    Looks as though RBR might have been running a clever rear cross-brake inertia valve before they were obliged to remove it before Miami. This could explain Max’s RR brake drama in MEL and his turn-in grief since China. @mollym_o @Racingnews365c @CameronF1TV @mrabdullahcelik pic.twitter.com/C1aa21NFHR
    — Peter Windsor (@PeterDWindsor) August 15, 2024

    Il giornalista inglese è stato molto chiaro e diretto. “Sembra che la RBR (Red Bull Racing, ndr) abbia utilizzato una valvola inerziale intelligente per i freni posteriori (rear cross-brake inertia valve) prima di essere obbligata a rimuoverla prima di Miami”.
    Windsor ha poi anche aggiunto: “Questo potrebbe spiegare i problemi ai freni di Max a MEL (Melbourne, ndr) e le difficoltà in curva dopo la Cina”.
    Tutto questo 15 giorni dopo le precisazioni della Federazione, risalenti al 31 luglio. La FIA aveva infatti diramato una modifica al regolamento tecnico, in particolare proprio all’articolo 11.1.2 sugli impianti frenanti. All’articolo originario “Il sistema frenante deve essere progettato in modo che, all’interno di ciascun circuito, le forze applicate alle pastiglie dei freni siano della stessa entità e agiscano come coppie opposte su un determinato disco del freno“, è stata aggiunta un’importante precisazione. “È vietato qualsiasi sistema o meccanismo che possa produrre sistematicamente o intenzionalmente coppie frenanti asimmetriche per un dato asse“.
    Per fare forse ulteriore chiarezza, la FIA avrebbe recentemente fatto sapere che nessuna squadra avrebbe utilizzato i freni asimmetrici e che il cambio di regolamento tecnico sia dovuto ad un riordinando delle regole, in vista del mondiale F1 2026.
    Un portavoce della FIA, stando a quanto raccolto da Motorsport.com, avrebbe confermato quanto sopra riportato: “Non è vero che un team possa aver utilizzato un sistema del genere”.
    Cosa si intende esattamente per freni asimmetrici
    Al di là di tutto quanto successo, la FIA ha comunque espressamente messo al bando l’installazione sulle monoposto di sistemi che siano in grado di realizzare una coppia frenante asimmetrica. Ma cosa si intende esattamente per freni asimmetrici?
    Per frenata asimettrica si intende una soluzione tecnica per permettere alla ruota di un asse (anteriore o posteriore) di frenare di più rispetto all’altra ruota dello stesso asse. In particolare, se pensiamo alle due ruote dell’asse posteriore, in una curva verso destra, poter disporre di un sistema del genere, può voler dire avere un vantaggio in inserimento e poi conseguentemente in percorrenza. In questo specifico esempio, la ruota di destra risulterebbe più frenata rispetto a quella di sinistra, consentendo un approccio alla curva ottimale. LEGGI TUTTO

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    4 fattori che possono cambiare il mondiale F1 2024

    LECLERC Charles (mco), Scuderia Ferrari SF-24, portrait during the Formula 1 MSC Cruises Gran Premio del Made in Italy e Dell’Emilia-Romagne 2024, 7th round of the 2024 Formula One World Championship from May 17 to 19, 2024 on the Autodromo Enzo e Dino Ferrari, in Imola, Italy – Photo Florent Gooden / DPPI – credit: @Scuderia Ferrari Press Office

    A furia di guardare gli scarichi della Red Bull, a Maranello hanno perso di vista gli specchietti, ed ecco che è comparsa la McLaren. Si scherza, ma da Miami in poi quella che abbiamo visto è una McLaren diversa, una McLaren velocissima, capace di battagliare con tutti, anche con chi, come Max Verstappen sembrava irraggiungibile fino a qualche settimana fa. La Rossa invece dovrà continuare a spingere, anche più di prima, perché sì gli aggiornamenti sembrano rispondere nella maniera corretta, tuttavia lo step fatto tra le mura di Woking è andato ben oltre le aspettative di tutti.
    Dal weekend di Imola viene fuori quindi una Formula 1 inaspettatamente combattuta, con Red Bull, McLaren e Ferrari molto vicine tra di loro. Questo ritrovato equilibrio in pista, se verrà confermato nelle prossime gare, ci regalerà un prosieguo di stagione entusiasmante, in cui saranno i dettagli a fare la differenza.
    Difficile pensare che Max possa cedere il trono, ma di sicuro al campione olandese toccherà sudarsi ogni vittoria, tappa per tappa, sotto il fuoco incrociato di McLaren e Ferrari.
    Possiamo quindi ipotizzare quali saranno i fattori che potranno condizionare la stagione F1 2024 da qui in avanti.

    FATTORE QUALIFICA
    Ora che la distanza tra le prime tre scuderie si è assottigliata, il sabato di qualifica risulterà una sessione dall’enorme peso specifico nell’economia del weekend. Quando lo scorso anno, la Red Bull dominava in lungo e in largo in gara, chiunque facesse la pole il sabato era consapevole di dover capitolare poi la domenica di fronte al mostruoso passo gara di Red Bull. Lo sanno bene i tifosi della Rossa, una vettura che negli ultimi anni si è dimostrata super competitiva in qualifica, ma non altrettanto in gara.
    FATTORE GOMMA
    Nel 2023 Red Bull era l’unica scuderia capace di gestire il problema di usura delle gomme. Questo è stato a lungo uno dei segreti del dominio di Max. Tanto che anche nelle gare in cui la supremazia della RB19 appariva meno netta, gli avversari (Ferrari in particolare) andavano in contro a un repentino crollo di prestazione dopo pochi giri di gara. Quest’anno Ferrari e McLaren non hanno più questo tallone d’Achille. E così, tolto il problema alla radice, a fare la differenza nei singoli weekend sarà la capacità individuale dei piloti di gestire la mescola.
    FATTORE PISTA
    Questo versioni “Evo” delle tre contendenti sono tutte da scoprire. Nei prossimi mesi capiremo il comportamento delle vetture sui layout più disparati. La configurazione del tracciato farà la differenza e Monaco, in quanto pista atipica, ci darà già qualche risposta interessante in merito.
    FATTORE MAX
    Per una McLaren che cresce e una Ferrari che evolve, c’è un Max Verstappen fenomenale. Con una scuderia allo sbando, in cui tutti sembrano essere con il coltello tra i denti e le valigie in mano, Max sta facendo un qualcosa di incredibile. Tra la partenza di Newey e un Horner mezzo spodestato, Max si è messo sulle spalle la Red Bull dimostrando una mentalità da leader assoluto. Avrebbe tutti gli alibi del mondo, invece sembra involarsi verso un altro titolo mondiale, chapeau. LEGGI TUTTO

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    Verstappen domina in Giappone. La Ferrari non molla: Sainz-Leclerc, le posizioni

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    Verstappen spaventa la Red Bull: “Corro fino al 2028, dove importa meno”

    SUZUKA (Giappone) – Max Verstappen si prepara al weekend di Suzuka per tornare alla vittoria dopo la debacle australiana. Oltre alla gara a tener banco è anche il futuro del campione in carica associato recentemente al nuovo progetto Aston Martin, le sue parole: “Sono molto felice dove sono e voglio restarci. Ho un contratto con la Red Bull fino al 2028, poi vedrò se voglio continuare. È questa per me la cosa più importante: non è tanto questione di dove. Ma sono cose a cui non penso davvero in questo momento”. LEGGI TUTTO

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    F1, Marko sul motore Ferrari: “Il più potente, ma non affidabile”

    ROMA – “La Ferrari ha il motore più potente di tutti, ma a cosa serve se non è affidabile?”. A chiederselo è Helmut Marko, facendo riferimento al Gran Premio del Bahrain, primo appuntamento del mondiale di F1. L’ex pilota, intervistato da Servus Tv, si è poi soffermato sulla doppietta di Red Bull, con la vittoria di Verstappen seguito da Perez, sottolineando: “In Bahrain ha fatto la differenza la nostra gestione gomme, ma c’è da dire che l’asfalto di Sakhir è particolare, per cui non è detto che riusciremo a ripeterci in questo modo lungo l’arco della stagione”.  LEGGI TUTTO

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    F1 Red Bull, Newey: “Nelle libere in Bahrain emersi problemi di affidabilità”

    ROMA – “Le FP1 ci hanno tolto il sorriso, perché abbiamo avuto un po’ di problemi, ma il team ha reagito bene. Abbiamo avuto un venerdì sera impegnato per venire a capo di questi intoppi: si è trattato di problemi nuovi e inaspettati dal punto di vista dell’affidabilità. Dall’esterno poteva apparire che tutto fosse a posto, ma in realtà la vettura non si comportava come il solito, la performance era cambiata sensibilmente”. Con queste parole, Adrian Newey ha raccontato il retroscena inquietante vissuto dalla Red Bull nel recente GP del Bahrain, concluso poi con una gara dominata e vinta da Max Verstappen, seguito da Sergio Perez. Il direttore tecnico del team austriaco, nell’ultima puntata del podcast F1 Nation, ha spiegato il problema di affidabilità emerso nelle libere, che ha fatto subito ripensare al Bahrain 2022, quando Red Bull raccolse un doppio ritiro: “Quello fu un vero e proprio incubo”, ha ricordato Newey. LEGGI TUTTO

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    Red Bull e l'incubo di un Bahrain 2022-bis: la rivelazione di Newey

    ROMA – Il primo weekend della stagione 2023 di F1, con il GP del Bahrain, si è aperto con il dominio della Red Bull, che ha piazzato la doppietta con la vittoria di Max Verstappen e il secondo posto di Sergio Perez. Un dominio minato, per un momento, da una serie di problemi occorsi nel venerdì di prove libere. A spiegare il retroscena è stato Adrian Newey, intervenuto al podcast F1 Nation: “Le FP1 ci hanno tolto il sorriso, perché abbiamo avuto un po’ di problemi, ma il team ha reagito bene. Abbiamo avuto un venerdì sera impegnato per venire a capo di questi intoppi: si è trattato di problemi nuovi e inaspettati dal punto di vista dell’affidabilità. Dall’esterno poteva apparire che tutto fosse a posto, ma in realtà la vettura non si comportava come il solito, la performance era cambiata sensibilmente”.  LEGGI TUTTO

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    F1, Ferrari e Mercedes: grattacapi filosofici

    Partiamo da un assioma valido per la Formula 1 attuale: se sei convinto di essere il migliore, ma non ottieni i migliori risultati, allora vuol dire semplicemente che non sei il migliore. La brutta figura fatta alla prima uscita stagionale da Ferrari e Mercedes è frutto anche di questo. Orgoglio e testardaggine di chi crede di essere il migliore, ma in realtà non lo è affatto e anche se in prospettiva lo potesse diventare non avrebbe il tempo di dimostrarlo.4 – GP BAHRAIN F1/2023 – DOMENICA 05/03/2023 credit: @Scuderia Ferrari Press Office

    L’ha capito Aston Martin. Con Lawrence Stroll che è andato a fare la spesa per le vie del paddock e si è portato a casa un capitale umano di ingegneri provenienti dai top team, con un bacino di idee capace di ribaltare le performance della vettura in una manciata di mesi.
    Quella AMR23, che per giunta a Horner “appare familiare”. Sì perché a rivoluzionare la verdona (al 95% rispetto alla passata stagione come ha specificato il capo progettista Furbatto), c’ha pensato, tra gli altri, Dan Fallows, ex Red Bull e primo allievo del genio, Adrian Newey. Insomma nessuna “Red Bull Verde”, dopo il caso della “Mercedes Rosa”, che aveva coinvolto la RP20, lontana progenitrice dell’attuale Aston Martin, ma solo l’umiltà di appropriarsi della filosofia dominante, quella di Newey e del team di Milton Keynes.
    La panciuta Ferrari e la magra Mercedes restano legate alle loro filosofie, schiave delle loro idee, del loro blasone e della loro storia. Non capitoleranno mai, come un umile team clienti, di fronte al progetto vincente di Red Bull. Peccato che quell’umile team clienti – capitanato da un molto meno umile Fernando Alonso – abbia sverniciato tra le dune del deserto del Bahrain sia le rosse che le nere.

    La verità è che la biodiversità filosofica all’interno del paddock è il patrimonio più grande di questo sport e va preservato. Nessuno ambisce a un balance of performance (BoP) in F1, con una Red Bull zavorrata e limitata, solo per accendere la competizione al vertice. Il problema, oltre che la grande contraddizione sta nel fatto però, che chi scrive le regole per spettacolarizzare la Formula Uno, vendendola come “la più bella e seguita di sempre”, non concede alcuna arma alle scuderie inseguitrici per raggiungere i leader del mondiale.2023 Bahrain Grand Prix, Friday – LAT ImagesL’unica maniera di vincere, nella Formula Uno contemporanea, è azzeccare il cambio di regolamento tecnico che la federazione propone ogni cinque anni. Una volta che si è indovinato il disegno della vettura ci si garantisce un ciclo di 4/5 anni di vittorie. Questo perché gli avversari non hanno il tempo di sviluppare le proprie filosofie, i giorni di test all’interno dell’anno sono sempre meno e ne conesegue una minore incisività dei pacchetti di aggiornamenti portati dai team sulle proprie vetture.Oltre a ciò, chi incappa in problemi di affidabilità (difficilmente i primi) entra in un loop di penalizzazioni senza senso, che pregiudicano una stagione già di per sé complessa. Sempre più gare, ma sempre meno motori (3 Power Unit per 23 gare) e componenti sostituibili sulla vettura. Ma chi rompe il motore non è già di per sé abbastanza penalizzato dal momento che perde la possibilità di gareggiare? Ha realmente senso accanirsi, penalizzandolo anche nella gara seguente?
    E a proposito di ciò, in quello che appare, magari erroneamente, come l’alba di un dominio Red Bull, bisogna tenere a mente che la squadra di Milton Keynes è anche sotto penalità. Se una vettura penalizzata rifila 38 secondi a Fernando Alonso e quasi 50 a Carlos Sainz, allora vuol dire che a qualcuno, lì ai piani altri della Formula Uno, sfugge il concetto di penalizzazione.
    Insomma è solo la prima gara, ma il grande progetto dei padroni del motorsport, Stefano Domenicali e Mohammed Bin Sulayem, di rendere la Formula 1 una specie di serie Netflix dal vivo, con ruotate, sorpassi colpi di scena e ribaltamenti di fronte non sembra un esperimento poi così brillante, né per ora, più di tanto riuscito. LEGGI TUTTO