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    Una Formula 1 a due facce, verso un’Imola che non c’è

    MIAMI, FLORIDA – MAY 07: Race winner Max Verstappen of the Netherlands and Oracle Red Bull Racing celebrates with the Red Bull Racing team after the F1 Grand Prix of Miami at Miami International Autodrome on May 07, 2023 in Miami, Florida. (Photo by Jared C. Tilton/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool // SI202305080173 // Usage for editorial use only //Il mondiale di Formula Uno 2023 è morto. Il decesso è stato accertato da addetti ai lavori e tifosi alle 23:03 (ora italiana) di domenica 7 maggio. Niente da aggiungere. Max si è ripresentato al max e ha pensato di dare una bella mazzata all’autostima di Checo Perez (unico possibile contendente al titolo).
    Quel Perez lì, che post qualifica aveva dichiarato: “Max mio unico avversario domani? In una gara normale no, perché a quel punto non dovrebbe avvicinarsi troppo a me, ma con le Safety Car e tutte le situazioni che possono verificarsi lo aiuterebbero sicuramente, così come accaduto a Jeddah. Quindi con una gara normale non mi aspetto di avere problemi con Max”. Ahi Checo, dichiarazioni invecchiate male, anzi malissimo. Perché questa è brutta, questa è dura da digerire. Quello di Max è un colpo perentorio, mortifero, di quelli che restano indelebili. La cavalcata di Miami è forse il frutto di una delle migliori gare nell’ormai lunga carriera del giovane olandese.
    E gli altri? A parte Alonso che gongola come un bambino al parco giochi, agli altri non resta che leccarsi le ferite.Ferite profonde, quanto incomprensibili. Sì perché in Ferrari si è tornati al tormentone del “dobbiamo capire” e in Mercedes si prega che la W14-versione B tanto attesa ad Imola finalmente funzioni, “ma non aspettatevi miracoli“, come ha dichiarato Toto Wolff.
    Ed ecco che, per un mondiale che non c’è, quello della domenica, esiste un mondiale irreale, ma realmente avvincente che si gioca di sabato. Lo show quindi si consuma ben prima delle presentazioni da wrestler dei piloti, delle ragazze pon pon e ben prima anche dei sorpassi e dei punti in gara. Mai infatti si era vista in Formula 1 una griglia così ravvicinata. Per capirci, al termine del Q1 di Miami il gap tra il primo, Max Verstappen, e l’ultimo, il padrone di casa Logan Sargeant era di soli 1.214 secondi. Parliamo di una qualifica in cui Kevin Magnussen, con la Haas, ha chiuso al quarto posto, in seconda fila. Stesso discorso vale per l’Australia in cui la differenza tra primo e ultimo, sempre nel Q1 era di 1.3 secondi.

    Poi però si va in gara la domenica, il giorno in cui si fanno i punti e non c’è partita, non c’è competizione.La Red Bull fa uno sport a parte in Formula 1 e Max fa uno sport a parte in Red Bull. Il team di Newey vola, mentre le altre arrancano, chi per problemi di set up, chi per gestione delle gomme e chi per entrambi. Morale: tranne la Red Bull, Max e Alonso sono tutti tristi. Wolff è nervoso, Vasseur non capisce, la Mclaren è sparita, l’Alpine è inaffidabile e le altre non esistono proprio. In più gli appassionati sono depressi, per capirci, quando parlo di appassionati non intendo quegli esseri indegni che affollano la finta spiaggetta di Miami. E in tutto questo, mi chiedo ancora per quanto Liberty Media e Stefano Domenicali riusciranno a far passare, nelle trattative con gli sponsor, la Formula Uno per uno sport competitivo.
    Suvvia amici, non ci resta che pregare in vista della prossima tappa, la nostra tappa, o meglio ancora cantare, storpiando Bennato:
    Seconda stella a destra, questo è il camminoE poi dritto fino al mattinoNon ti puoi sbagliare, perchéQuella è l’Imola che non c’è. LEGGI TUTTO

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    Gp Miami F1 2023, le pagelle: Verstappen inarrivabile, Ferrari impresentabile!

    Il fine settimana in terra americana, sul circuito di Miami, va in archivio per la Formula 1. Un appuntamento che, ancora una volta, ha confermato lo strapotere di Max Verstappen e della Red Bull, dominatori incontrastati nonostante qualche intoppo in qualifica. Conferme anche dall’Aston Martin di Fernando Alonso, ad oggi l’unico vero antagonista, mentre è notte fonda per la Ferrari e un irriconoscibile Charles Leclerc. Questo e tanto altro nelle pagelle del Gp di Miami.
    VOTO 10 A VERSTAPPEN E RED BULL, DI UN ALTRO MONDO
    Anche a Miami va in scena il Max Verstappen show: gli errori inusuali che lo costringono al nono posto in griglia vengono cancellati da una gara incredibile, più che nella rimonta nel ritmo. Già, perché vedere un pilota fare giri veloci in successione dopo 40 giri, rimanda a domini di era britannica, non così lontani. Imbarazzante, in più, anche la ferocia con cui rimette Perez al suo posto, che dopo l’exploit di Baku e la pole di sabato, si ritrova di nuovo a semplice ruolo di “finto rivale”. Perché, in verità, non esiste nessuno capace di battere Max Verstappen.
    VOTO 9 AD ALONSO, VECCHIA VOLPE ANCHE IN AMERICA
    Il primo degli umani, che forse tanto umano neanche è. Fernando Alonso regala un’altra lectio magistralis di come essere una leggenda senza tempo della Formula 1: astuzia, visione della corsa ad ampio raggio, concretezza nella guida e, per ultimo, una comunicazione pungente come nessun’altra. A 42 anni da compiere si diverte come quel ragazzino di 24 che vinceva il suo primo mondiale. Ma soprattutto, continua il suo magic moment anche in termini di risultati: 4 podi e un quarto posto in 5 gare. Più di quanto raccolto negli ultimi 9 anni. El Plan.
    VOTO 8 A MAGNUSSEN, L’INCUBO DI LECLERC
    Quarto in griglia di partenza e, per 40 giri, davanti (e con merito) alla Ferrari di Charles Leclerc. Kevin Magnussen si ritrova a Miami, dopo un inizio di stagione complicato, trascorso perlopiù alle spalle del compagno Nico Hulkenberg. In Florida K-Mag ritrova fiducia nei propri mezzi e ottime capacità di guida, mettendosi dietro il monegasco per lunghissimi tratti della corsa, dopo duelli corpo a corpo che l’hanno visto quasi sempre vincitore. Alla fine porta a casa anche un punticino prezioso, giusto premio di un fine settimana solidissimo del danese.

    VOTO 7 A ALPINE, (REDI)VIVA E VEGETA
    L’appannamento delle ultime due gare ha lasciato spazio in casa Alpine a qualche riflessione spazzata via dall’ottima gara di Miami. E stavolta con entrambi i piloti; sì, perché sia Esteban Ocon che Pierre Gasly hanno offerto una prestazione di tutto rispetto, con un gran bel passo e una voglia di giocarsela anche con chi sta davanti. Al resto ci ha pensato il muretto con una strategia ben studiata. Ora l’obiettivo è continuare a crescere.
    VOTO 6 A MERCEDES, DR JEKYLL E MR HYDE
    Non è facile esprimere un giudizio sul week-end della Mercedes. In difficoltà irreversibili sin dal venerdì, in qualifica tira fuori il peggio di sé, relegando Lewis Hamilton addirittura al 13° posto in griglia. Un risultato durissimo da accettare, ma che nascondeva qualcosa: la “potenza della domenica” delle Frecce Nere. Già, perché in gara le cose cambiano in meglio: ritmo costante, soprattutto nell’ultima parte, superiore anche a quello della Ferrari. E alla fine, il quarto e sesto posto di Russell e Hamilton pone rimedio (parzialmente) a un week-end nato malissimo. Ma è chiaro che ci si attende molto di più.
    VOTO 5 A STROLL, IMPANTANATO NELLE RETROVIE
    Se l’anno scorso poteva essere una consuetudine uscire nel Q1, con l’Aston Martin di quest’anno sembra inaccettabile pensare per Lance Stroll di non entrare almeno nei primi 15. Una qualifica sottovalutata che, di fatto, ha compromesso tutto il week-end. Perché, poi, in gara non sono arrivati particolari sussulti; vero, il ritmo non era malvagio, ma tutti erano sullo stesso livello. E alla fine la zona punti non arriva. Con il compagno sul podio…
    VOTO 4 ALLA FERRARI, DI NUOVO NEL BARATRO
    Alla fine quella di Baku è stata una parentesi. Perché il reale valore della Ferrari è quello di Miami. Macchina incomprensibile, capace di stare al passo dei primi in alcuni momenti e incapace di superare una Haas in altri. Un rendimento talmente altalenante da far venire dubbi anche su quanto fatto dai piloti. Che, a onor del vero, ci hanno messo del loro per compromettere ulteriormente la corsa: Carlos Sainz con una sciocca penalità per eccesso di velocità nella pit-lane, Charles Leclerc con un week-end imbarazzante, costellato di errori in qualifica e mediocrità in gara. Non è tutto da rifondare ma poco ci manca: Imola non ammette figuracce.
    VOTO 3 ALLA MCLAREN, SPARITA NEL NULLA
    Melbourne e Baku sembravano aver riportato la McLaren almeno in una posizione più adeguata. Tuttavia Miami ha riportato tutti gli uomini di Woking con i piedi sottoterra, a scontrarsi con una realtà disastrosa. Quart’ultimo Norris e penultimo Piastri, una coppia di piloti a cui la qualità di certo non manca. Ma che questa macchina non è assolutamente capace di mettere in mostra, rischiando di far deprimere due talenti puri del Circus. LEGGI TUTTO

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    Horner e la battuta ironica sulla Ferrari dopo il flop di Miami: “Qualcuno le ha viste?”

    Horner e la stoccata alle rivali

    “Abbiamo ottenuto cinque gare in altrettante gare, più quella nella sprint race e quattro doppiette. Un avvio di stagione senza precedenti, che ci fa chiedere dove siano finite le altre squadre. Dove sono Ferrari e Mercedes? Qualcuno le ha viste? Sicuramente sono al lavoro per migliorare e nel corso dell’anno ci saranno degli aggiornamenti, ma per ora non si sono viste. Noi abbiamo una vettura che è partita nel miglior modo possibile, per questo non dovremo effettuare grandi cambiamenti”, ha spiegato il team principal della Red Bull Christian Horner durante un’intervista concessa a Sky Sport. LEGGI TUTTO

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    Miami FP3, Ferrari 2° con Leclerc tra le Red Bull. Sainz 4°

    MIAMI – Max Verstappen ha fatto segnare il miglior tempo nelle FP3 del GP di Miami, ultima sessione prima delle qualifiche del quinto appuntamento stagionale di F1. Il pilota della Red Bull ha fermato il cronometro in 1:27.535, chiudendo davanti alla Ferrari di Charles Leclerc per circa quattro decimi; Leclerc e Sainz (quarto nella tabella dei tempi) sono stati gli unici piloti a misurarsi con il long run. Il terzo posto della sessione è andato a Sergio Perez, mentre sono sembrate più in difficoltà le Mercedes, con George Russell 10° e Lewis Hamilton addirittura 13°.   LEGGI TUTTO

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    Formula 1, Red Bull: ecco perché Max non è al max

    BAKU, AZERBAIJAN – APRIL 30: Race winner Sergio Perez of Mexico and Oracle Red Bull Racing and Second placed Max Verstappen of the Netherlands and Oracle Red Bull Racing celebrate in parc ferme during the F1 Grand Prix of Azerbaijan at Baku City Circuit on April 30, 2023 in Baku, Azerbaijan. (Photo by Mark Thompson/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content PoolDal weekend di Baku tanto rivoluzionario nel risultato quanto rivoluzionato nel format, un fattore è subito saltato all’occhio: Max non è al max.Per capirci, i punti raccolti con la terza piazza della Sprint del sabato e quelli ottenuti con la seconda della domenica garantiscono al due volte campione del mondo un bottino, che potrebbe portarlo, già in piena estate, a festeggiare il terzo titolo mondiale. Né il doppio successo di Perez né la doppia pole position di Leclerc hanno di certo minato le certezze del leone olandese.Ma Verstappen negli atteggiamenti, nei modi e nelle interviste ha lasciato trasparire un leggero senso di scoramento, forse frutto di una giustificata stanchezza, ma i cui fattori sono riconducibili anche ad altre situazioni.
    È DAVVERO UNA BELLA VITA?
    “Mi piace correre e mi piace vincere. Lo stipendio è buono, quindi sotto questo aspetto ovviamente hai una bella vita in Formula 1. Ma devi chiederti: è davvero una bella vita? Ho un contratto fino al 2028 e fino ad allora rimarrò, ma poi mi porrò di nuovo la domanda: se a un certo punto diventa troppo, allora forse è il momento di cambiare“. 
    Questo è l’interrogativo che si è posto Verstappen alla vigilia della tappa azera.Certo, rileggendo queste parole viene da pensare a piloti come Leclerc, Russell e Norris, cavalli di razza di quella categoria lì, ai quali piacerebbe vincere o per lo meno correre al pari di Verstappen.
    Ma il dubbio di Max, ci fa riflettere sul fatto che l’olandese non sia stimolato al massimo dalla Formula 1 attuale, un Circus che lo stesso campione in carica si è sentito più volte di criticare negli ultimi tempi. Prima ponendo molti dubbi sull’aumento annuale del numero delle corse, poi valutando i nuovi format di gara come “caotici e pericolosi”.
    Insomma questa Formula 1 è la casa della Red Bull di Newey, ma non quella di Max Verstappen, che giorno dopo giorno si dimostra sempre più scettico nei confronti del carrozzone dorato trainato da Stefano Domenicali.

    DA CACCIATORE A LEPRE
    Chiaro, non si può essere sempre al 100%, ma non è la qualità di guida il problema di Max, quanto le motivazioni. Quelle di chi, abituato da sempre a fare da cacciatore, ora si trova nei panni della lepre. Una lepre che però può vagare indisturbata da una parte all’altra del globo senza essere preda di nessuno.
    Il suo antagonista ad oggi non è né Perez, né Leclerc, ma i record dei grandi dominatori del passato, su tutti Lewis Hamilton e Michael Schumacher.
    Verstappen di record ne ha già demoliti molti, tuttavia l’attitudine da dominatore non sembra parte del suo DNA.Verstappen infatti è figlio di un nuovo concetto di corse, che tra kart, simulatori e console stimola una diverso approccio alla categoria, fatto di duelli e sfide al limite, incentivate anche da un notevole aumento del grado di sicurezza nel motorsport. Max ci ha dimostrato da sempre di esaltarsi nel ruota a ruota, nell’antagonismo, nel cinismo, nel fare e distruggere tipici del suo carattere. Ma ad oggi ciò che resta all’olandese è “solo” il “semplice” compito di gestire…
    TROVARE IL NEMICO
    Questa attitudine al combattimento e all’agonismo si è vista tutta nel diverbio occorso con George Russell al termine della gara sprint. Lo squarcio sulla RB19, che ha condizionato la performance della Red Bull numero 1, non è andato giù all’olandese.
    Ma visto il risultato e la condizione di classifica di Red Bull, questo scatto di rabbia è apparso se non imbarazzante, per lo meno fuori luogo. Solo la ricerca perenne di un nemico da sconfiggere giustifica gli improperi lanciati al povero George Russell, che già di beghe ne vive abbastanza tra le mura di Brackley.
    Però Max è così, vive di questo. Anche dietro un semplice diverbio con Russell si nasconde la necessità di chi ha bisogno di rinvigorire lo spirito da combattente, da guerriero, ma di chi non lascia trasparire alcuna propensione al dominio. LEGGI TUTTO

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    Gp Azerbaijan F1 2023, le pagelle di Baku: Perez il migliore, Leclerc rialza la Ferrari

    BAKU, AZERBAIJAN – APRIL 29: Sprint winner Sergio Perez of Mexico and Oracle Red Bull Racing celebrates in parc ferme during the Sprint ahead of the F1 Grand Prix of Azerbaijan at Baku City Circuit on April 29, 2023 in Baku, Azerbaijan. (Photo by Mark Thompson/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool // SI202304291074 // Usage for editorial use only //Il Gran Premio di Azerbaijan va in archivio con l’ennesimo dominio della Red Bull, che firma un’altra doppietta con Sergio Perez e Max Verstappen. Una gara, quella sul circuito di Baku, che lascia in eredità diversi spunti interessanti, come ad esempio il ritorno sul podio della Ferrari, grazie a Charles Leclerc. O la conferma ad altissimi livelli dell’Aston Martin e di Fernando Alonso. Per entrare più nel dettaglio, ecco i voti del week-end in terra azera.

    VOTO 10 A PEREZ, RE DEI CIRCUITI CITTADINI
    Non scopriamo di certo oggi il feeling particolare di Sergio Perez con i circuiti cittadini. In particolare con Baku, dove coglie la seconda vittoria nella sua carriera. E lo fa in maniera netta, senza discussioni o problemi ai danni di Max Verstappen. Più veloce e più costante nel ritmo, trovandosi a suo agio sin dalle prove libere. Gestione ineccepibile, che rilancia le ambizioni iridate di Checo: 6 punti dalla vetta non sono molti.
    VOTO 9 A LECLERC, LUCE DELLA SPERANZA FERRARI
    Il fine settimana in Azerbaijan restituisce una Ferrari e un Charles Leclerc ad alti livelli. Il monegasco fa il fenomeno per due giorni in qualifica, mettendo il muso davanti anche alle Red Bull. La gara, però, è un’altra storia; impossibile resistere al team campione del mondo. Ma l’intelligenza nella gestione gomme porta Charles a dare il meglio nella parte finale di corsa, trovando un ritmo che gli permette di difendersi da Alonso. Ma soprattutto, dare il primo podio stagionale alla Rossa, che ritrova sorrisi e speranze.
    VOTO 8 AD ALONSO E ASTON MARTIN, OLTRE I LIMITI
    Quella di Baku era una prova d’esame per l’Aston Martin, su un circuito non favorevole, sulla carta. E l’esito è ampiamente positivo. Il quarto posto finale è frutto della bontà della vettura e del talento di Fernando Alonso, mortifero nel sorpasso su Sainz che lo porta a lottare per il podio. Alla fine Leclerc non gli permette occasioni di attacco, ma la prestazione e il risultato restano. Tutto fuorché un fuoco di paglia questa macchina.
    VOTO 7 A VERSTAPPEN, BATTUTO E INCAVOLATO
    Gran Premio non semplice per il campione del mondo, battuto a più riprese. Prima da Leclerc in qualifica, poi da Perez in gara. Nel mezzo la mezza lite con Russell dopo il contatto al via della Sprint. Insomma, non il massimo della tranquillità. A cui si aggiunge un feeling non particolarmente positivo con la vettura. Se non altro, limita i danni e mantiene la leadership della classifica.
    VOTO 6 A HAMILTON, INDOMITO E SFORTUNATO
    A Baku la Mercedes si trova ad essere la quarta forza in pista. Però, sulla corsa di Lewis Hamilton si abbatte una certa dose di sfortuna: la Safety Car dei primi giri, a sosta già fatta, condiziona particolarmente la sua gara. Da lì, però, il campione inglese è fenomenale nel recuperare ben 4 posizioni, fino ad arrivare alla coda di Carlos Sainz. Non basta, però, per andare oltre uno scialbo sesto posto.
    VOTO 5 A SAINZ, RUSSELL E STROLL, SEMPLICI SECONDE GUIDE
    Non che ci fossero dubbi, ma dall’Azerbaijan emergono certezze concrete a riguardo. Soprattutto in casa Ferrari: Carlos Sainz non può essere prima guida. 8 decimi da Leclerc in qualifica, oltre 20 secondi in gara. Numeri freddi che racchiudono tutto il week-end mediocre dello spagnolo. Sullo stesso livello l’inglese della Mercedes e il canadese dell’Aston Martin: il primo paga una pessima qualifica (11°, inaccettabile), il secondo un ritmo mai realmente vicino a quello del compagno.
    VOTO 4 A DE VRIES, RESPINTO DAI MURI DI BAKU
    La pista di Baku non concede seconde possibilità: i muri così vicini possono compromettere un’intera corsa. Ne sa qualcosa Nyck de Vries, estromesso dalla gara nei primi giri proprio per un contatto con le barriere. Il culmine di un fine settimana molto negativo, costellato di problemi e generali difficoltà di adattamento al circuito. Ma risalta, soprattutto, la netta sconfitta rispetto al compagno di squadra, che addirittura finisce in zona punti.

    VOTO 3 ALL’ALFA ROMEO, IN CADUTA LIBERA
    Sembrano lontani anni luce i tempi d’oro dell’inizio della scorsa stagione, in cui l’Alfa Romeo sembrava addirittura in odore di sorpasso sulla Mercedes. Quest’anno il rendimento è horror: al di là dei 6 punti raccolti, le prestazioni fanno riflettere parecchio. Ultimo Bottas (in crisi, gara compromessa per un contatto a inizio gara), ritirato Zhou: così le cose non possono andare.
    VOTO 2 AL REGOLAMENTO TECNICO, FALLITO DOPO UN ANNO
    Le nuove vetture a effetto suolo dovevano garantire maggior spettacolo e più possibilità per i piloti di seguirsi da vicino. In appena un anno, sembra di essere tornati indietro di tre stagioni: sorpassi minimi, gomme in surriscaldamento se le macchine sono vicine tra di loro, monotonia dettata dal dominio di una scuderia. Tanto rumore per nulla: avanti l’ennesima finta rivoluzione.
    VOTO 1 AL FORMAT SPRINT, SEMPLICEMENTE RIDICOLO
    La Formula 1 è anche lavoro metodico sui dati. Soprattutto nei week-end di gara, dove sono essenziali le prove libere. La voglia spasmodica di spettacolo da baraccone incentivata da Stefano Domenicali ha portato al pessimo risultato del nuovo format della Sprint: una sola sessione di free practice, due sessioni di qualifiche per due gare distinte (di cui una altamente inutile). Risultati: zero possibilità per i team di lavorare a eventuali miglioramenti sull’assetto. La voglia di entertainment a stelle e strisce dovrebbe migrare altrove. LEGGI TUTTO

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    A Baku la Ferrari va a caccia di riscatto

    Dopo un mese di digiuno, forse necessario a causa dei fatti di Melbourne, torna la Formula 1. Lo fa in una location che ha sempre fornito gare spettacolari e colpi di scena a non finire. Quella di Baku, però, rimane una pista taboo per la Ferrari: nessuna vittoria per la squadra di Maranello che, per un motivo o per l’altro, non è mai riuscita a cavare un ragno dal buco in terra azera.
    Ed anche questo inizio di 2023 porta cattivi presagi in questo senso. Anzi, quello che i tifosi si aspettano è semplicemente una reazione rispetto al disastro delle prime tre uscite. Il ruolo di seconda forza è l’unico obiettivo realistico al momento e la Rossa ha il dovere di provarci, quantomeno.
    Si spera, insomma, che questi 30 giorni di nulla agonistico possano essere stati utili a capire meglio una difficilissima SF-23. Il team principal Frederic Vasseur, insieme a tutto il team, ci crede. La Rossa può tornare immediatamente dietro ad un’imprendibile Red Bull, soprattutto su un circuito con delle caratteristiche così particolari.

    Servirà, infatti, tanta velocità di punta, mista ad un’ottima trazione. La RB19 ci andrà a nozze. La Ferrari? Sarà decisamente un’incognita, considerando un assetto che ottimale che sembra impossibile da trovare. Inoltre, l’Aston Martin ed una Mercedes in crescita non staranno di certo a guardare.
    L’appuntamento del GP d’Azerbaigian per la Ferrari diventerà, quindi, la prima prova d’appello della stagione. La prossima sarà ad Imola e l’ultima, con tutta probabilità, in Spagna. Se i miglioramenti portati in pista dalla Rossa non sortiranno gli effetti sperati, allora si potrà davvero parlare di annus horribilis. A quel punto servirà una rigenerazione della squadra ed importanti cambiamenti nell’organico andranno effettuati. Anche in tempi brevi, per permettere di concentrarsi al meglio per il 2024. Intanto, però, c’è da migliorare questo magro 2023. LEGGI TUTTO

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    F1, Red Bull strappa Mekies alla Ferrari: sarà Team Principal di AlphaTauri

    Dopo l’indiscrezione circolata ieri, oggi è arrivata la conferma: Laurent Mekies, attuale Direttore Sportivo della Ferrari, sarà il nuovo Team Principal di AlphaTauri.

    Con l’obiettivo di garantire stabilità a lungo termine e continuità, Scuderia AlphaTauri ha annunciato oggi che Peter Bayer, ex dirigente della FIA, entrerà a far parte del team come Amministratore Delegato entro la fine dell’anno e Laurent Mekies, attuale Direttore Sportivo della Ferrari, si unirà a Scuderia AlphaTauri come nuovo Team Principal, al posto di Franz Tost.
    Figura chiave nello sviluppo sia della Scuderia AlphaTauri che della precedente Scuderia Toro Rosso, Franz Tost è entrato a far parte della squadra di Faenza come Team Principal sin dalla sua creazione nel 2005 e ha portato la Toro Rosso alla sua prima vittoria, in casa, al Gran Premio d’Italia 2008. Dopo il rebranding in Scuderia AlphaTauri, Tost ha nuovamente portato il Team alla vittoria nel 2020, vincendo a Monza per la seconda volta.
    Con il Team incaricato anche dello sviluppo di giovani piloti per il futuro successo in F1, durante il suo periodo con la scuderia Tost ha anche aiutato a far progredire una generazione di vincitori di Gran Premi e campioni, tra cui il quattro volte campione del mondo Sebastian Vettel, il due volte campione del mondo Max Verstappen ma anche Daniel Ricciardo, Pierre Gasly e Carlos Sainz.
    Nel comunicato stampa, diramato oggi dal team, si legge che Tost continuerà a lavorare con la Scuderia AlphaTauri in un ruolo di consulenza nel 2024, ricevendo così il giusto riconoscimento al suo contributo di lunga data al Team e ai suoi piloti.

    Peter Bayer entra a far parte della Scuderia AlphaTauri come CEO dopo aver recentemente operato come Direttore Esecutivo della Formula 1 e Segretario Generale per lo Sport presso la FIA. Peter supervisionerà la direzione strategica del team nell’ambito delle sue sedi a Faenza e nel Regno Unito.
    La nomina di Laurent Mekies a Team Principal della Scuderia AlphaTauri riporta l’attuale Direttore Sportivo della Ferrari nel team con cui ha ottenuto molti dei suoi primi successi, prima come ingegnere di pista e infine come Chief Engineer e come Head of Vehicle Performance. Dopo il suo primo periodo a Faenza, Laurent ha trascorso quattro anni alla FIA come Direttore della Sicurezza e Vice Direttore di Gara, prima di entrare in Ferrari nel 2018.
    Si creerà così un nuovo leadership team con pari responsabilità: Mekies sarà responsabile delle operazioni quotidiane del team, compresa la struttura Tecnica, di Produzione, di Support Function e del Race Team mentre Bayer ricoprirà un ruolo con focus strategico.
    Il Team Principal uscente della Scuderia AlphaTauri Franz Tost ha dichiarato: “Prima di tutto, vorrei ringraziare Dietrich Mateschitz, che mi ha dato l’incredibile opportunità di essere il Team Principal della Scuderia Toro Rosso e della Scuderia AlphaTauri negli ultimi 18 anni. È stato un vero privilegio guidare il Team per un periodo così lungo e un grande piacere lavorare con così tante persone motivate e qualificate, che condividono la mia passione per la Formula 1. A 67 anni è giunto il momento di lasciare il posto e con Peter come nuovo CEO e Laurent come Team Principal, abbiamo la garanzia di avere bordo due grandi professionisti, che porteranno il Team al livello successivo. Voglio ringraziare tutti per l’ottima collaborazione”.
    Laurent Mekies, Team Principal entrante della Scuderia AlphaTauri, ha dichiarato: “Innanzitutto, vorrei rendere omaggio a Franz per l’ottimo lavoro che ha svolto in quasi due decenni alla guida del team di Faenza. Gli auguro ogni bene per il futuro e so che sia io che Peter potremo fare affidamento sul suo contributo e sui suoi consigli nel prossimo futuro. Guardando avanti, sono onorato di assumere il ruolo di Team Principal e di tornare nella squadra in cui ho trascorso gran parte della mia carriera iniziale. La Scuderia AlphaTauri ha tutti gli ingredienti necessari per avere maggiore successo in futuro e in collaborazione con Peter non vedo l’ora di realizzare tutto questo”.
    Il CEO entrante della Scuderia AlphaTauri, Peter Bayer, ha dichiarato: “Anch’io desidero ringraziare Franz per la sua dedizione alla Scuderia AlphaTauri e alla precedente Scuderia Toro Rosso. Il suo impegno nello sviluppo di giovani talenti ha portato a una griglia di Formula 1 in cui il 25% dei piloti ha beneficiato della sua guida. Anche per me è un grande privilegio assumere il ruolo di CEO del Team e lavorare al fianco di Laurent. La Scuderia AlphaTauri ha un fantastico team di persone e grandi infrastrutture a Faenza e nel Regno Unito e non vedo l’ora di costruire su questi elementi chiave per aumentare le prestazioni, in pista e fuori pista, e per portare il Team a conseguire sempre più successi nei prossimi anni”.
    Oliver Mintzlaff, Chief Executive of Corporate Projects and Investments, Red Bull GmbH, ha dichiarato: “Innanzitutto, vorrei ringraziare Franz Tost per il suo grande lavoro alla Scuderia AlphaTauri e alla Scuderia Toro Rosso negli ultimi 18 anni. Per tutta la sua permanenza all’interno del Team, Franz si è dedicato a un’unica visione: la ricerca di prestazioni sempre maggiori della vettura e del pilota. La sua leadership ha portato a vittorie eccezionali e allo sviluppo di alcuni dei migliori talenti mai visti in Formula 1. Sostituirlo mentre si avvicina al pensionamento non è stato facile e ha portato a una ridefinizione della struttura dirigenziale del Team. Sono quindi molto lieto di dare il benvenuto a Peter Bayer come CEO e Laurent Mekies come Team Principal. Entrambi hanno una grande esperienza in posizioni di vertice in Formula 1 e insieme sono sicuro che porteranno la Scuderia AlphaTauri a livelli ancora più alti in futuro”. LEGGI TUTTO