More stories

  • in

    Gp Imola F1 2024, le pagelle: Verstappen superiore a Red Bull, Ferrari dolceamara, Alonso bocciato

    – credit: @Scuderia Ferrari Press Office

    Va in archivio il primo appuntamento europeo di questa stagione di Formula 1, sul celebre circuito di Imola, come sempre carico di emozioni e passione a tinte rosse. E sebbene il risultato, ovvero la vittoria di Max Verstappen, sia il solito di tante altre occasioni, la sensazione è che sia iniziato un nuovo mondiale: il duello finale con la McLaren di Lando Norris consegna un equilibrio di prestazioni che da tempo non si vedeva in pista. Senza dimenticare la Ferrari, che con la sua versione 2.0 ritrova il podio nel circuito di casa dopo 18 anni, grazie a Charles Leclerc. Una prestazione buona ma che lascia dell’amaro in bocca, viste le premesse della vigilia. Buono il week-end di Yuki Tsunoda, in crescendo la Mercedes, mentre i peggiori si rivelano Sergio Perez e Fernando Alonso. Questo e molto altro nelle pagelle del Gran Premio dell’Emilia Romagna.
    VOTO 9 A VERSTAPPEN, LA VERA ANIMA RED BULL
    Se qualcuno avesse ancora dubbi sulle qualità di Max, si guardasse le qualifiche e la gara del Gp dell’Emilia Romagna. Con una Red Bull mai così in difficoltà nelle ultime due stagioni (ad eccezione di Singapore 2023), il campione del mondo spinge oltre ogni limite la sua vettura, trascinandola sul gradino più alto del podio con una prova di astuzia, lucidità e esperienza innata. Dalla scia di Hulkenberg alla difesa strenua nei confronti di Lando Norris negli ultimi giri; in mezzo, il solito ritmo martellante, che stavolta non ha fiaccato la concorrenza. Chiaro segnale di un cambio delle gerarchie? Lo scopriremo presto. Ma la sensazione è che, oggi, sia più la Red Bull ad avere bisogno di Max Verstappen, che il contrario.
    VOTO 8 A NORRIS, IL VERO VICE-VERSTAPPEN
    Se uno guarda la classifica piloti trova Lando Norris al quarto posto, a 60 punti da Verstappen. Ma la realtà va oltre i numeri, ed è molto chiara: l’inglese della McLaren è, ad oggi, il rivale più accreditato per l’olandese in questo mondiale. Anche a Imola il britannico sfrutta la scia di entusiasmo scaturita dalla prima vittoria in carriera a Miami, tirando fuori una gara di assoluta intelligenza: in controllo per 3/4, prima di sferrare l’attacco finale negli ultimi giri, in cui divora 7 secondi al pilota della Red Bull. L’aggancio avviene all’ultimo giro: troppo tardi per ingaggiare un duello senza quartiere e conquistare la seconda vittoria consecutiva. Ma con un giro in più…
    VOTO 7 A TSUNODA, SEMPRE PIU’ POST-PEREZ
    L’appuntamento di casa per la scuderia di Faenza conferma il buonissimo stato di forma della Racing Bulls e, in particolare, di un agguerrito Yuki Tsunoda. Il giapponese, sin dal venerdì, si dimostra in palla e nettamente superiore al compagno di squadra, Daniel Ricciardo. Per certi tratti sembra potersela giocare per posizioni da sogno, ma passo passo viene risucchiato dal gruppone, fino a concludere la gara ai margini della zona punti, in decima posizione. Un risultato da analizzare oltre il semplice piazzamento: prova di sostanza e maturità, in continuità con quanto visto nelle prime gare stagionali. Se continua così, la Red Bull non deve guardare troppo lontano per il post-Sergio Perez…
    VOTO 6 ALLA FERRARI, BENE MA NON BENISSIMO
    Attese e speranze enormi, quelle della Ferrari 2.0 in vista di Imola, non rispettate del tutto. È vero, alla fine arriva il podio con il terzo posto di Charles Leclerc, prima volta dal lontano 2006. Eppure, rispetto alla vigilia si avverte una sensazione di leggera delusione; gli aggiornamenti non sembrano aver risolto del tutto i (pochi) problemi della SF-24, che continua a soffrire soprattutto sul giro secco, in particolare nel primo settore. A questo, poi, c’è da aggiungere una strategia non proprio impeccabile con entrambi i piloti, un po’ troppo penalizzati nella scelta di allungare il primo stint con gomme medie. Resta, comunque, l’ottimo ritmo mantenuto nella parte centrale, prima dell’errore del monegasco alla Gresini, che ha compromesso la rincorsa a Norris. Il potenziale si intravede, ora va solo sfruttato a dovere.
    VOTO 5 A PEREZ, IL VERO TERMOMETRO DELLA RED BULL
    Inutile girarci intorno: il vero livello della Red Bull a Imola è quello di Sergio Perez. Il messicano non digerisce il circuito del Santerno sin dal venerdì, sbagliando a ripetizione e finendo anche a muro nelle FP3. Segnali inquietanti, che hanno fatto da preludio alla qualifica horror chiusa all’11° posto. Ricostruire la gara da quella posizione è impresa ardua, e non a caso Checo deve accontentarsi dell’8° posto al traguardo. Risultato che rispecchia le difficoltà sue e della vettura, lontana parente del bolide dominante del 2023 e dell’inizio di questa stagione.
    VOTO 4 AD ALONSO, RESPINTO DA IMOLA
    Nel teatro dei duelli epici con Michael Schumacher tra il 2005 e il 2006, Fernando Alonso si ritrova catapultato in una realtà mediocre. Lo spagnolo fatica sin dal venerdì, denotando difficoltà nell’adattarsi al tracciato. Il tutto, poi, viene ulteriormente compromesso dall’incidente delle FP3, che di fatto impedisce una corretta gestione delle qualifiche, terminate desolatamente all’ultimo posto. In gara cerca di fare quel che può, ma la musica non cambia: tra strategia avventata e diverse sbavature, alla fine l’asturiano chiude ancora ultimo. Un week-end nero, da mettere subito alle spalle. LEGGI TUTTO

  • in

    Gp Miami F1 2024, le pagelle: Norris da sogno, Hamilton solido, Ricciardo croce e delizia

    Lando Norris, McLaren F1 Team, 1st position, celebrates his maiden win in Parc Ferme – credit: McLaren Racing Media Centre

    Va in archivio la terza edizione del Gran Premio di Miami, sesto appuntamento del mondiale di Formula 1. La gara più spettacolare della stagione, che sancisce la definitiva consacrazione di Lando Norris, alla prima vittoria in carriera nel Circus, a interrompere un digiuno lungo quasi tre anni per la McLaren. Battuta la Red Bull di Max Verstappen,  mentre chiude sul terzo gradino del podio la Ferrari di Charles Leclerc. Week-end estremamente positivo anche per Lewis Hamilton, sesto e vicinissimo alla Red Bull di Sergio Perez, e per Esteban Ocon, che porta il primo punto stagionale alla derelitta Alpine. In chiaroscuro Daniel Ricciardo, eroe della Sprint e ampiamente sottotono nel resto del fine settimana. Questo e molto altro nelle pagelle del Gran Premio di Miami.
    VOTO 9 A NORRIS, CHE SPEZZA LA MALEDIZIONE
    Finalmente Lando! Tutto il paddock aspettava la prima volta di Lando Norris sul gradino più alto del podio, e il momento giusto è arrivato a Miami. L’inglese della McLaren è protagonista assoluto fino alla SQ2 del venerdì, salvo poi buttare al vento una pole position scontata e terminare la sua Sprint Race dopo appena una curva. Da lì, però, si rialza alla grandissima, confezionando un vero e proprio capolavoro in gara, soprattutto nella prima parte, grazie a un ritmo infernale che gli permette, così, di allungare lo stint e ritrovarsi in testa. Elemento fondamentale, sfruttato a pieno grazie alla Safety Car che, di fatto, gli consegna la vittoria. E, finalmente, spezza la maledizione.
    VOTO 8 A OCON, CHE REGALA IL PRIMO PUNTO ALL’ALPINE
    La sua Alpine resta inguidabile e inguardabile, ma questo Esteban Ocon non lo sa e la porta ugualmente in zona punti, per la prima volta in stagione. Nonostante i progressi evidenti rispetto alle prime quattro gare, la vettura resta molto difficile da guidare, pertanto è necessaria tutta la qualità dei suoi ottimi piloti. In particolare da parte di Esteban, che lotta da leone in gara, regalandosi un bellissimo duello con Fernando Alonso (da cui esce battuto). Nulla di compromettente, perché la difesa finale su Nico Hulkenberg è decisiva, e vale un decimo posto insperato, con il punticino che porta con sé. Spiragli di resurrezione dalle parti di Enstone.
    VOTO 7 A HAMILTON, CHE MERITA UNA MACCHINA BUONA
    Indubbiamente il miglior fine settimana stagionale per il sette volte campione del mondo. Il tutto nonostante una macchina, la Mercedes, che ha fatto passi indietro con gli aggiornamenti, piuttosto che guardare avanti. Ma si sa, il talento di Lewis Hamilton può andare ben oltre i limiti di una monoposto mediocre, e si vede soprattutto in gara: abile a districarsi nelle lotte a centro gruppo nei primi giri, lucido e freddo a sfruttare l’opportunità concessa dalla Safety Car, che quasi gli permette di mettere le sue ruote davanti alla Red Bull di Sergio Perez. Con cui, ovviamente, non può lottare come potrebbe. Se solo avesse avuto una macchina decente… Magari già una SF-24…
    VOTO 6 A RICCIARDO, WEEK-END A DOPPIO VOLTO
    Può sembrare provocatorio, ma è forse l’unico modo per dare una definizione completa al week-end di Daniel Ricciardo: fenomenale fino alla Sprint, desaparecido dalle qualifiche in poi. Tra venerdì e sabato mattina, l’australiano ripropone la versione migliore di sé, conquistando il quarto posto prima in griglia e poi mantenuto fino al traguardo della Sprint Race, con una difesa da leone su Carlos Sainz e Oscar Piastri. Tuttavia, la garra di Daniel si consuma in quei 19 giri, visto che da lì viene sonoramente battuto dal compagno di squadra, sia in qualifica che in gara. Sprazzi del Ricciardo che fu e che potrebbe ancora essere, ma senza continuità è difficile rimanere a galla in questo mare di squali.

    VOTO 5 ALL’ASTON MARTIN, GIA’ IN CADUTA LIBERA
    Se non altro, nella scorsa stagione l’Aston Martin ha resistito fino a quasi metà stagione, prima di cedere il passo a Ferrari, Mercedes e McLaren. Quest’anno, invece, il crollo sembra essere arrivato prima: sia Fernando Alonso che Lance Stroll non si vedono quasi mai in tutto il week-end, distanti anni luce dai primi quattro. Se non altro lo spagnolo porta a casa qualche punticino che male non fa (il suo compagno neanche quello fa più ormai…), ma al termine di una lotta con l’Alpine. Ovvero una delle macchine peggiori in griglia. Passi indietro: tanti. Passi avanti: nessuno.
    VOTO 4 A MAGNUSSEN, SCORRETTO E ANTISPORTIVO
    Se a Jeddah avevamo esaltato la caparbietà e la strenua difesa di Kevin Magnussen per consentire a Nico Hulkenberg di portare a casa punti iridati, stavolta bisogna fare un passo indietro. E anche grande. Perché il danese ha oltrepassato i limiti nella Sprint Race di sabato, condizionando la gara di tutti i piloti alle sue spalle, a cominciare da Lewis Hamilton. Per carità, non c’è nulla di male nel vedere un pilota tenere durissimo sugli attacchi avversari, ma l’ex McLaren ha esagerato, danneggiando deliberatamente la corsa altrui con frenate senza senso, tagli di chicane e spinte agli avversari fuori dalla pista. Le penalità inflitte durante la gara sono state troppo leggere: gli estremi per la bandiera nera c’erano tutti. In aggiunta, alla domenica manda Sargeant anche nel muro. Insomma, una gara a casa, dal divano, non farebbe male…
    VOTO 3 A FIA E SAFETY CAR, ENNESIMO DISASTRO
    La disasterclass della FIA in ogni gara è ormai una triste consuetudine. Stavolta, a pagarne le spese è Carlos Sainz, vittima di una penalizzazione folle per il contatto con Oscar Piastri. Decisione senza un senso logico, specie se si pensa alla mancata sanzione nei confronti di Sergio Perez per la staccata in partenza a buttar fuori lo stesso spagnolo e Charles Leclerc. Come se non bastasse, si aggiunge a tutto ciò anche il tempismo errato della Safety Car nell’uscire dal box dopo l’incidente tra Magnussen e Sargeant, che avvantaggia Lando Norris e penalizza il resto del gruppo. Solita, tanta confusione fantozziana. LEGGI TUTTO

  • in

    Gp Cina F1 2024, le pagelle: Norris da sballo, Alonso-Hamilton vecchi leoni, Ferrari in ombra

    Ferrari – credit: @Scuderia Ferrari Press Office

    Dopo cinque anni di assenza la Formula 1 torna a fare tappa sul circuito di Shanghai, e come al solito il copione si mantiene invariato: Max Verstappen e la sua Red Bull dominano in lungo e in largo, in ogni sessione e in ogni condizione. Una vittoria, però, “oscurata” dal week-end magistrale di Lando Norris, che si regala un fantastico secondo posto, davanti persino a Sergio Perez. Primo fine settimana di sofferenza per la Ferrari, ancora alle prese con enormi problemi in qualifica, e costretta ad accontentarsi di un quarto e quinto posto con Leclerc e Sainz. Buonissimo il week-end di Fernando Alonso e di Lewis Hamilton (nonostante il 18° posto in qualifica), mentre è da segnalare, per l’ennesima volta, la mediocrità della direzione gara, e in particolare di Niels Wittich. Questo e molto altro nelle pagelle del Gran Premio di Cina.
    VOTO 9 A NORRIS, UN DRAGO A SHANGHAI
    Se, come sempre, Max Verstappen ha una categoria a sé, tra gli “umani”, stavolta, il migliore è senza ombra di dubbio Lando Norris. Veloce sin dal venerdì, in particolare sulla pioggia, grazie a cui artiglia una mega pole position nella Shootout Qualifying per la Sprint Race. Ma il vero capolavoro arriva alla domenica: sfrutta in modo magistrale la sua McLaren, mantenendo un passo sensazionale, nettamente superiore persino a quello della Red Bull di Sergio Perez. Risultato: un pregevole secondo posto finale. L’ottavo della sua carriera, senza mai, però, aver vinto. Ma se e quando avrà il mezzo per farlo, siate certi che ci riuscirà. Perché il talento e il potenziale sono tutti dalla sua parte.
    VOTO 8 AD ALONSO, FENOMENO SENZA TEMPO
    Guida un’Aston Martin che non ha, semplicemente, il passo dei concorrenti. Ma Fernando Alonso questo non lo sa, e si ritrova comunque a lottare con i primi. In particolare in qualifica, dove accarezza il sogno di partire in prima fila con Max Verstappen, salvo poi “accontentarsi” della terza posizione. In gara, poi, la musica cambia: nella Sprint lotta come un leone (andando oltre i limiti, però…) per tenersi dietro le Ferrari, mentre alla domenica concretizza un’eccellente rimonta finale che lo porta fino al settimo posto. Anche senza il mezzo adatto, trova sempre il modo di far divertire il pubblico.
    VOTO 7 A HAMILTON, UN CAMPIONE E’ PER SEMPRE
    La Mercedes è quel che è, inutile negarlo. E probabilmente anche lui ci mette del suo, come dimostra la disastrosa qualifica, chiusa al 18° posto. Però quando c’è da tirare fuori gli artigli, Lewis Hamilton si dimostra il solito campione. Sul bagnato è ancora tra i migliori, come dimostra il secondo posto nella Shootout Qualifying. Risultato fondamentale per artigliare il primo podio stagionale, seppur nella Sprint Race, confezionato grazie a un capolavoro in partenza su Lando Norris. La gara, poi, è una lenta ma costante rimonta, che lo riporta, se non altro, in zona punti. Sprazzi da vero Sir.
    VOTO 6 ALL’ALPINE, SEGNALI DI RIPRESA
    È vero, non sono arrivati i punti, ma dalla Cina l’Alpine torna con un po’ di fiducia. 11° Esteban Ocon, 13° il compagno di squadra Pierre Gasly, entrambi al miglior risultato stagionale. Un lieve miglioramento reso possibile dal primo pacchetto di aggiornamenti, che ha permesso alla vettura di lasciare i bassifondi della classifica, e mettersi se non altro in lotta con i rivali più vicini, portando persino entrambe le macchine nel Q2. La strada da seguire è quella giusta, sebbene le aspettative per una scuderia ufficiale siano ben altre.

    VOTO 5 ALLA FERRARI, PRIMO PASSO FALSO STAGIONALE
    Al netto del 4° posto di Charles Leclerc e del 5° di Carlos Sainz, ad essere negativo è il week-end nel suo complesso. Già, perché stavolta la Ferrari paga lo scotto di un’evidente carenza sul giro secco. In entrambe le qualifiche la SF-24 non riesce proprio ad accendersi, pagando le grosse difficoltà a trovare la giusta temperatura per le gomme, soprattutto nel primo settore. E se nelle precedenti occasioni alla domenica le cose andavano nettamente meglio, stavolta il passo in avanti è minore: dopo un primo stint con le gomme medie discreto, quello con le bianche è un supplizio, senza mai trovare grip e ritmo per stare al passo con Norris. Alla fine conta massimizzare, e su questo l’obiettivo è centrato. Ma ora serve un passo in avanti: Miami e Imola primi banchi di prova della stagione, per capire che ambizioni può avere la Rossa.
    VOTO 4 A PIASTRI, ENFANT NON PIU’ PRODIGE
    La controparte in casa McLaren è un rendimento nettamente sottotono per Oscar Piastri. L’australiano si riconferma, ancora una volta, nettamente inferiore rispetto al compagno di squadra, come testimonia l’ottavo posto finale, alle spalle persino della Mercedes di George Russell, e davanti di poco a Lewis Hamilton. E mentre Lando Norris beve champagne sul podio, lui si becca 43 secondi di distacco. Un’enormità, che sì, può anche essere parzialmente giustificata dai problemi al fondo riscontrati. Ma che non cambia, di molto, la sostanza: Lando è superiore a Oscar.
    VOTO 3 A WITTICH, CHE NON CI CAPISCE NIENTE
    Eccola la consueta tassa stagionale per la Formula 1: l’inadeguatezza della direzione gara. In particolare, nella sua figura più rappresentativa, Niels Wittich. Sin dal venerdì si capisce che il week-end è propizio per finire su Paperissima: gestione da denuncia dei track limits nella Shootout Qualifying, con tempi cancellati a ripetizione nonostante le condizioni al limite della pista bagnata. La comica, poi, avviene con la restituzione del tempo a Lando Norris, utile per conquistare la pole position. E anche alla domenica le cose non vanno bene: 6-7 giri di tempo per capire che dovesse entrare la Safety Car per rimuovere la macchina ferma di Valtteri Bottas. Un sonnellino, l’ennesimo, di una direzione sempre più ridicola e guidata da una figura inadeguata. Non una novità, purtroppo. LEGGI TUTTO

  • in

    Gp Giappone F1 2024, le pagelle: Verstappen suona la sveglia, Ferrari bella ma imperfetta

    SUZUKA, JAPAN – APRIL 06: Pole position qualifier Max Verstappen of the Netherlands and Oracle Red Bull Racing and Second placed qualifier Sergio Perez of Mexico and Oracle Red Bull Racing celebrate in parc ferme during qualifying ahead of the F1 Grand Prix of Japan at Suzuka International Racing Course on April 06, 2024 in Suzuka, Japan. (Photo by Mark Thompson/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool // SI202404060255 // Usage for editorial use only //Il tradizionale appuntamento di Suzuka va già in archivio, in un’insolita finestra primaverile, inconsueta rispetto al solito periodo autunnale a cui eravamo abituati. E lo fa con uno status quo pienamente ristabilito, dopo il dominio Ferrari di Melbourne: Max Verstappen e la Red Bull tornano subito a dettare legge, ristabilendo le gerarchie. Gara di difesa, ma di sostanza, per entrambi i piloti della Rossa, con il terzo posto di Carlos Sainz e il quarto di un ottimo Charles Leclerc, in rimonta dall’ottava piazza. La McLaren di Lando Norris prova a giocarsela ma paga una strategia molto negativa. Ancora in ombra le Mercedes, sugli scudi il padrone di casa Yuki Tsunoda, mentre fa scalpore (in negativo) l’Alpine, di fatto una chicane mobile sia con Ocon che con Gasly. Questo e molto altro nelle pagelle del Gran Premio del Giappone.
    VOTO 9 A VERSTAPPEN, CHE RIPORTA TUTTI SULLA TERRA
    Il primo ritiro dopo 44 gare, patito in Australia, è già un lontano ricordo per Max Verstappen, che torna assoluto padrone della Formula 1 a Suzuka. Dominante e irraggiungibile sin dal venerdì, a voler dimostrare tutta la sua superiorità e quella della Red Bull, come testimonia la terza doppietta in quattro gare. Il campione del mondo si rivela semplicemente superiore, ad oggi imbattibile quando le cose funzionano. Nonostante la tempesta all’interno delle stanze dei bottoni del team austriaco, Mad Max continua indisturbato la sua cavalcata verso il quarto titolo mondiale. Bentornati sulla Terra.
    VOTO 8 ALLA FERRARI, ANIMALE DA GARA MA…
    Siamo di fronte a uno dei ribaltoni più eclatanti degli ultimi anni: in appena tre mesi, la Ferrari è passata dall’essere macchina da pole che, però, distrugge le gomme, a vettura difficile da comprendere al sabato ma straordinariamente efficace alla domenica. Già, perché a Suzuka la SF-24 veste un doppio abito: uno di tessuto non pregiato, rappresentato da una qualifica mediocre e che, di fatto, ha cancellato ogni residuo sogno di lottare con Max. E un altro di fattura pregiata, legato a una domenica tutta all’attacco, grazie a strategie ben architettate e una gestione gomme degna della Red Bull. E vista così, il bicchiere con cui Fred Vasseur torna dal Sol Levante appare mezzo pieno. Se poi torna anche il fulmine del sabato…
    VOTO 7 A TSUNODA, PROFETA IN PATRIA
    L’ottimo inizio di stagione di Yuki Tsunoda vive il suo momento più alto proprio nel giardino di casa, dove la bandiera giapponese torna in zona punti a distanza di 14 anni. Il pilota della Racing Bulls conferma quanto di buono visto nelle prime gare: efficace in qualifica, molto più del compagno di squadra, freddo e lucido in gara, gestendo ottimamente tutti i momenti delicati, con l’ausilio di tutto il team. Risultato: un punticino di prestigio, ottenuto davanti ai suoi tifosi. Cuore da samurai.

    VOTO 6 A NORRIS, PENALIZZATO DAL TEAM
    Se andiamo a vedere le aspettative della vigilia e l’andamento della corsa, Lando Norris torna dal Giappone con più dubbi che certezze. Sì, perché Suzuka doveva essere, sulla carta, la pista migliore per la sua macchina, occasione per andare all’attacco della Ferrari. E invece, entrambe le Rosse (persino quella di Leclerc) chiudono davanti al pilota inglese. Sia chiaro, Lando ha corso con buona lena e senza correre particolari rischi. Il problema sta, però, nel suo muretto: scellerata, infatti, la strategia di fermarsi nello stesso giro di Leclerc, ponendo di fatto fine ai sogni di podio del suo pilota. Di positivo c’è solo il comodo vantaggio su Mercedes e Aston Martin. Ma per crescere, serve ben altra intraprendenza nelle scelte strategiche.
    VOTO 5 ALLA MERCEDES, CHE NON SA CHE PESCI PIGLIARE
    Prosegue senza sosta la discesa nel limbo di anonimato della Mercedes, sempre più relegata ai margini della zona punti. Settimo George Russell, nono Lewis Hamilton, dietro nuovamente anche all’Aston Martin di Fernando Alonso, ad oggi davanti anche per prestazioni (e non solo come punti) al team di Brackley. La macchina, semplicemente, non va: che faccia caldo, freddo, sull’asciutto, sul bagnato, con ogni tipo di mescola. Un progetto, l’ennesimo, sempre più fallimentare. E se poi ci si mette il muretto anche con strategie alquanto avventate, come la ripartenza dalla bandiera rossa con gomme bianche, ecco che la frittata è completa.
    VOTO 4 AD ALBON, CHE HA PERSO IL TOCCO MAGICO
    I tempi delle rimonte e delle lotte in piena zona punti sembrano un lontano ricordo per la Williams e Alexander Albon. Il pilota thailandese, dopo quattro gare, è ancora fermo a zero punti. E, soprattutto, dà la sensazione di essere in un momento estremamente negativo: dopo l’incidente di Melbourne, eccone un altro, stavolta in gara, dopo nemmeno 500m di corsa. La collisione con Daniel Ricciardo, sebbene equiparabile come incidente di gara, ha un tasso di responsabilità superiore in seno all’ex Red Bull: troppo ottimista nella valutazione e nel corpo a corpo con l’australiano, soprattutto dopo neanche due curve di gara. Ridimensionamento?
    VOTO 3 ALL’ALPINE, ULTIMA E DECADUTA
    Fa sempre più rumore il crollo verticale dell’Alpine, che dal Giappone torna con un responso durissimo da digerire. Che, a dire il vero, va ben oltre il terz’ultimo e il penultimo posto finale di Ocon e Gasly. Perché a far riflettere enormemente è il modo in cui si è materializzato questo risultato. Per tutta la gara, entrambi i piloti si sono visti sverniciare da tutte le altre macchine: all’interno, all’esterno, sul dritto, in curva, ai box. Nessuna strategia che tenga, nonostante il coraggio e l’abilità di due piedi certamente pesanti come quelli dei due transalpini. Siamo ben oltre la crisi tecnico-politica del team: bisogna rifondare da cima a fondo. O si rischia il baratro perenne. LEGGI TUTTO

  • in

    Gp Australia F1 2024, le pagelle: Sainz e Ferrari da sogno, Haas sugli scudi, notte fonda per Mercedes

    Il mondo sotto-sopra. Il Gran Premio d’Australia riporta indietro di vent’anni i tifosi della Ferrari, che riassaporano il gusto della doppietta a Melbourne grazie alla vittoria di Carlos Sainz e al secondo posto di Charles Leclerc. Un trionfo su tutta la linea, incentivato anche dal primo ritiro dopo 44 gare di Max Verstappen, riscopertosi umano come la sua Red Bull, naufragata a un minuto dalla SF-24 con Sergio Perez. Ottima la McLaren, sul podio con Lando Norris e chiaramente terza forza in griglia. Altra prestazione solidissima della Haas, con entrambi i piloti a punti, mentre naufraga la Mercedes, che torna dall’Oceania con un doppio ritiro, a suggellare un inizio di stagione da incubo. Questo e molto altro nelle pagelle del Gran Premio d’Australia.
    Australia F1 2024, le pagelle
    VOTO 10 A CARLOS SAINZ, DALL’OSPEDALE AL TRIONFO
    Una montagna russa dolce, dal sapore del trionfo. Due settimane fa Carlos Sainz era in un letto d’ospedale, costretto a saltare il Gp d’Arabia Saudita per l’operazione all’appendicite. Oggi è protagonista principesco nel nuovo mondo: dominio netto, incontrastato, costruito con una qualifica solidissima e concretizzato con una gara d’antologia. Svernicia Verstappen al secondo giro, di cui veste i panni per 3/4 di gara inanellando giri veloci a ripetizione. Si esalta con una Ferrari d’altri tempi, e porta a casa una vittoria leggendaria. The Smoothest Operation ever.
    VOTO 9 A FRED VASSEUR, CHE STA CUCINANDO
    Un anno di assestamento, a tirar fuori un potenziale inesistente dalla SF-23. Un anno di messa a punto del team, dilaniato dalla scellerata gestione Binotto. E ora i risultati iniziano a vedersi: Fred Vasseur ha restituito credibilità e dignità alla Ferrari. La sua “prima figlia”, la SF-24, ha mandato in pensione con disonore la sua progenitrice, tornando ad assaporare il gusto della vittoria netta, mai in discussione per tutti i 58 giri. Che riporta la Rossa a -4 dalla Red Bull nella classifica costruttori. Se sarà vera gloria lo dirà il tempo, ma dall’Australia il Team Principal e tutti gli uomini di Maranello tornano con una consapevolezza diversa: si può lottare. Let him cook…
    VOTO 8 ALLA MCLAREN, LA TERZA FORZA IN GRIGLIA
    Con una Red Bull e una Ferrari, ad oggi, inarrivabili, dietro la lotta è per capitalizzare ogni occasione. E a Melbourne la McLaren sfrutta l’occasione come meglio non potrebbe: eccellente terzo posto di Lando Norris, davanti all’idolo di casa Oscar Piastri. E nella seconda parte di gara prova a infastidire da vicino persino Charles Leclerc per la seconda posizione. Una conferma, dopo due gare un po’ anonime: la McLaren è a tutti gli effetti la terza forza in griglia. Solidità.
    VOTO 7 A TSUNODA E HAAS, “VINCITORI” DEGLI ALTRI
    Da una parte cinque team (quasi) sempre a punti, dall’altra cinque team costretti ad accontentarsi delle briciole. E in una gara costellata da defezioni eccellenti, ecco che le occasioni si presentano. A coglierle sono Yuki Tsunoda e i due piloti della Haas. Il giapponese bastona Daniel Ricciardo sin dal venerdì nel suo giardino, trascinando la Racing Bulls all’ottavo posto e ai primi punti stagionali. Nico Hulkenberg e Kevin Magnussen completano la top-10, confermando le ottime sensazioni messe in mostra dalla Haas a Jeddah. Grasso che cola, in un campionato dove non ci saranno così tante chances di affacciarsi in zona punti.

    VOTO 6 A LECLERC, ANCORA BATTUTO DA SAINZ
    Ancora un secondo posto, ancora un giro veloce, -4 in classifica da Max Verstappen. Numeri forse fantasiosi prima del via del mondiale, ma oggi quantomai concreti (e positivi, ça va sans dire). Eppure, Charles Leclerc forse è il più scontento degli uomini Ferrari in questo momento. Perché torna dall’Australia con una sonora sconfitta nel confronto col compagno di squadra, superiore (per distacco) a lui sia al sabato che alla domenica. Tra setup non ottimali e lotte malsane con le due McLaren, il monegasco non ha mai avuto la chance di stare vicino a Sainz, e provare a battagliare con lui. Si conferma inossidabile uomo squadra, quello sì. Ma le ultime vittorie rosse non portano la sua firma.
    VOTO 5 ALLA RED BULL, TORNATA SUL PIANETA TERRA
    La pole position mostruosa di Max Verstappen al sabato aveva illuso un po’ tutti, probabilmente. Già dal venerdì, infatti, la Red Bull ha palesato difficoltà su tutta la linea, dal passo gara alla gestione del graining. Il resto, poi, l’ha fatto l’affidabilità, che ha tradito l’olandese per la prima volta dopo 44 gare (secondo ritiro in Australia negli ultimi tre anni). E quando manca il campione del mondo, allora sono dolori: Sergio Perez rimedia quasi un minuto di distacco dalla Ferrari, roba impensabile anche dal più ottimista dei tifosi della Rossa. Non cambia la gerarchia, quello sì: il team austriaco resta nettamente favorito per la vittoria di entrambi i mondiali. Ma gli scricchiolii interni, oggi, si sono trasferiti tutti sul tracciato di Melbourne.
    VOTO 4 A RICCIARDO, SUL VIALE DEL TRAMONTO
    Se da una parte Yuki Tsunoda sfodera una prestazione tutta cuore e solidità, dall’altra parte del box della Racing Bulls Daniel Ricciardo incassa un’altra sonora batosta dal compagno di squadra. Con l’aggravante di essere di fronte al pubblico di casa. L’ex Red Bull continua a dare segnali sconfortanti, come testimonia l’orribile qualifica che lo relega in ultima fila, mentre il giapponese trascina la macchina fino all’ottavo posto. Un ulteriore segnale di un lento e inesorabile declino, che potrebbe indurre Helmut Marko a prendere decisioni forti, chissà, magari già a stagione in corso.
    VOTO 3 ALLA MERCEDES, ALLA FINE DI UN’ERA
    Sembrano lontani anni luce gli anni di dominio a Melbourne della Mercedes e di Lewis Hamilton. Un’era ormai alle spalle, che ha lasciato spazio a una mediocrità imbarazzante e oltraggiosa alla forza di quel team ormai inesistente. Dall’Australia le Frecce d’Argento tornano con uno sconcertante “zero” alla voce “punti”: il sette volte campione del mondo paga un problema tecnico nelle prime fasi della corsa, mentre il compagno di squadra è vittima di un pauroso incidente all’ultimo giro, che lo fa finire mezzo cappottato in piena traiettoria. Una parabola discendente, che ha riportato gli uomini di Toto Wolff nel limbo dell’anonimato. LEGGI TUTTO

  • in

    Gp Bahrain F1 2024, le pagelle: Red Bull-Verstappen mortiferi, Sainz arrembante, notte fonda per Alpine

    BAHRAIN, BAHRAIN – MARCH 01: Pole position qualifier Max Verstappen of the Netherlands and Oracle Red Bull Racing celebrates in parc ferme during qualifying ahead of the F1 Grand Prix of Bahrain at Bahrain International Circuit on March 01, 2024 in Bahrain, Bahrain. (Photo by Mark Thompson/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool // SI202403010634 // Usage for editorial use only //Si è alzato il sipario sul nuovo Campionato del Mondo di Formula 1, e come nel 2023, anche il 2024 si apre con la solita sinfonia: Max Verstappen domina con la sua Red Bull. Un binomio imbattibile e ingiocabile, anche per il suo compagno di squadra Sergio Perez, distante oltre 20 secondi dal campione del mondo, ma comunque più pimpante rispetto ai test. Ottima la gara di Carlos Sainz, che si guadagna il podio grazie a una prima metà di gara all’arrembaggio, caratterizzata da un sorpasso da urlo su Charles Leclerc. Sfortunato il monegasco, vittima di problemi ai freni sin dal via, ma comunque bravo a chiudere al 4° posto. Ferrari comodamente davanti alla Mercedes e alla McLaren. Pessima strategia dell’Aston Martin con Alonso, mentre naufraga l’Alpine. Questo e molto altro nelle prime pagelle della stagione!
    VOTO 9 A RED BULL-VERSTAPPEN, CHIAMATELA MAX BULL
    Più che una speranza, ciò che ha accompagnato la vigilia del via del campionato era l’illusione che Max Verstappen e la Red Bull fossero avvicinabili. Ebbene, sono bastati un paio di giri per spazzare via ogni dubbio. L’olandese e la sua RB20 hanno espresso quel dominio già ammirato nella passata stagione, sbarazzando il campo da eventuali dubbi circa la sua bontà, dopo delle prove libere non perfette. Forse la sentenza del 2023 alla Russell (“Vinceranno ogni gara”) quest’anno può essere più difficile da realizzare, ma indubbiamente la Max Bull lascia il deserto del Bahrain con una strada già tracciata: il quarto titolo consecutivo è quantomai concreto.
    VOTO 8 A SAINZ, MATADOR D’ATTACCO (E DA PODIO)
    Anche il 2024 della Ferrari riparte dalla fine del 2023, ovvero con un podio. Anche se stavolta è un terzo posto, e stavolta c’è Carlos Sainz a festeggiare. Il pilota spagnolo dimostra il vero potenziale della SF-24, per distacco la seconda forza in pista, non così lontana da Sergio Perez. Ma a tutto questo, il Matador aggiunge il suo tocco: prima metà di gara all’arrembaggio, con attacchi e sorpassi da urlo sul compagno di squadra. Momenti determinanti, da cui si costruisce un comodo margine sul 4° posto, con l’idea di lottare con il messicano della Red Bull: alla fine chiude a 2,5 secondi dalla piazza d’onore. C’erano attese sulla sua reazione dopo la separazione annunciata con la Ferrari: Carlos c’è e vuole lasciare un bel ricordo a Maranello.

    VOTO 7 A RUSSELL, CORAGGIOSO E BATTAGLIERO
    La Mercedes si rivela molto meno performante di quanto previsto, di certo lontana dalla Ferrari. Però, tutto sommato a mettere una pezza ci pensa George Russell, autore di una prestazione di tutto rispetto. Il pilota britannico lotta a lungo con Charles Leclerc: lo supera a inizio gara, poi lo gestisce per tutta la parte centrale della corsa. Fino all’errore nella seconda metà di gara, che gli costa la posizione. Ma tra ritmo e usura gomme peggiore delle dirette concorrenti, c’era davvero poco da fare. In ogni caso mette le sue ruote davanti alla McLaren e bastona Lewis Hamilton in tutto il week-end. Ottimo inizio.
    VOTO 6 A LECLERC, MATURO OLTRE I PROBLEMI
    La sua gara è un incubo dal primo all’ultimo giro. Eppure, Charles Leclerc chiude comunque ai piedi del podio, con un discreto margine sugli inseguitori. Il monegasco deve lottare con la sua Ferrari, penalizzata da enormi problemi ai freni. Lui comunque non molla e riesce a porre rimedio col passare della gara: dai bloccaggi ripetuti della prima metà, fino alla rimonta su Russell che gli vale almeno la quarta piazza. In una giornata così negativa, massimizzare era fondamentale: Charles l’ha fatto. Resta l’amarezza di non sapere come sarebbe andata senza problemi…
    VOTO 5 A HAMILTON, ANONIMO SCONFITTO DA RUSSELL
    L’ultimo esordio stagionale da pilota Mercedes è un fiasco totale per Lewis Hamilton. Sin dal venerdì (ad eccezione delle FP2), finisce costantemente dietro a George Russell, e anche con un certo distacco. La sua gara è penalizzata da una qualifica orribile, che lo relega al 9° posto in griglia. Da lì, però, non riesce a piazzare una delle sue rimonte: riesce se non altro a mettersi davanti la McLaren di Oscar Piastri, ma non può essere considerato un risultato soddisfacente per il promesso sposo della Ferrari.
    VOTO 4 ALL’ASTON MARTIN, STRATEGIA SUICIDA
    Come per Mercedes e McLaren, anche l’Aston Martin esce ridimensionata dal deserto del Bahrain. Entrambe le macchine chiudono ai margini della zona punti, un enorme passo indietro rispetto al podio di Fernando Alonso nel 2023. Un risultato frutto di una macchina molto meno gentile con le gomme, qualità principale dell’AMR23. A questo quadro non così edificante, si aggiunge una strategia semplicemente pessima del muretto con lo spagnolo, chicane mobile nella parte centrale di gara, per una sosta fin troppo tardiva. Alla fine riesce a recuperare su Zhou e il suo compagno Stroll, ma i sorrisi dello scorso anno sono un lontano ricordo.
    VOTO 3 ALL’ALPINE, PROGETTO GIA’ FALLIMENTARE
    Le ultime stagioni sono state un lento declino per l’Alpine, che però non ha mai dato segni di naufragio. Una prospettiva fallimentare emersa tutta nell’esordio stagionale: l’A524 si rivela la macchina peggiore della griglia. Una sentenza senza appello, già annusata durante i test, ed emersa in tutto il suo poco splendore sin dal venerdì. Sia Gasly che Ocon hanno faticato a tenere la macchina in pista, non trovando mai un compromesso adeguato per garantirsi una posizione di partenza migliore della penultima e ultima posizione. Già, un’ultima fila da imbarazzo, diventati un 17° e 18° posto in gara. Ma solo per i problemi di Bottas e Sargeant. Notte fonda a Enstone. LEGGI TUTTO

  • in

    Gp Abu Dhabi F1 2023, le pagelle: Leclerc oltre i limiti, Tsunoda samurai

    2023 Abu Dhabi Grand Prix, Friday – LAT ImagesCala ufficialmente il sipario sul mondiale di Formula 1, e anche sul circuito di Yas Marina va in scena l’ennesimo dominio di Max Verstappen, che chiude una stagione memorabile con 19 vittorie su 22. La palma di migliore, però (l’olandese è una categoria a parte, ormai) va ancora una volta a Charles Leclerc, protagonista di un finale di stagione strepitoso ma che non riesce a portare la Ferrari al secondo posto nella classifica costruttori. Grandiosa la gara (e il weekend) di Yuki Tsunoda, che dal Messico ha sempre battuto Daniel Ricciardo. Caparbio Russell, mentre uno dei peggiori è Carlos Sainz, disastroso sin dal venerdì e anche penalizzato da una strategia discutibile della Ferrari. Questo e molto altro nelle pagelle del Gran Premio di Abu Dhabi.
    VOTO 9 A LECLERC, TALENTO SENZA LIMITI
    Non dovrebbe stupire, eppure ogni volta che Charles Leclerc tira fuori prestazioni oltre la logica fa sempre un certo effetto. Anche ad Abu Dhabi, il monegasco va oltre il potenziale limitato della SF-23, sfoderando un giro in qualifica epico, portando la Ferrari in prima fila. E poi gestisce con una lucidità disarmante la gara: prima prova a duellare con Verstappen, poi capisce di non averne e gestisce il suo piazzamento. Nel finale prova la strategia della vita “usando” Perez per estromettere Russell dal podio, ma la penalità del messicano non porta a termine la missione. Poco cambia, però: a Maranello tutti hanno l’obbligo di consegnare a Charles una macchina vincente.
    VOTO 8 A TSUNODA, SAMURAI A OLTRANZA
    Finalmente ecco il vero Yuki Tsunoda! Il giapponese è assoluto protagonista lungo tutto il fine settimana: dalla qualifica show, che lo porta fino al sesto posto in griglia, fino a una gara degna del miglior Kimi Raikkonen per gestione delle gomme. Insieme a Ocon è l’unico a concludere la corsa con una sosta: quanto basta per chiudere all’ottavo posto, davanti a un certo Lewis Hamilton. Il proposito per il 2024 è trovare una continuità mai avuta realmente fino ad ora, perché le qualità ha ampiamente dimostrato di avercele.
    VOTO 7 A RUSSELL, RESPINGE L’ASSALTO DELLA FERRARI
    Se la Ferrari non concretizza il sorpasso sulla Mercedes nella classifica costruttori, il merito è tutto di George Russell. L’ex Williams corre con lucidità estrema, trovando sin dalla qualifica il giusto feeling con una monoposto spesso complicata quest’anno. Il ritmo è quello buono, valido per mettersi dietro le due McLaren. Alla fine viene anche “aiutato” dagli steward nel corpo a corpo con Perez, momento che di fatto chiude la pratica per il secondo posto nel mondiale costruttori. Una difesa strenua, che vale alle Frecce Nere la piazza d’onore tra i Team.
    VOTO 6 ALLA MCLAREN, CHE GUARDA AL FUTURO CON FIDUCIA
    Il quinto e sesto posto finale di Lando Norris e Oscar Piastri sono forse deludenti rispetto alle attese della vigilia. E anche a confronto con il passo della McLaren in qualifica. Però, alla fine della fiera arriva un altro buon risultato, che permette alla scuderia di Woking di chiudere al quarto posto nella classifica costruttori. Inimmaginabile a inizio stagione, quando si lottava nei bassifondi della griglia. La strada è tracciata: con un inizio di 2024 degno della seconda metà del 2023, la più seria candidata al ruolo di vice-Red Bull è la McLaren.

    VOTO 5 A HAMILTON, TRISTE E SENZA ACUTI
    Da Las Vegas ad Abu Dhabi, la sostanza non cambia: Lewis Hamilton si è spento e non si è più riacceso. Il sette volte campione del mondo ripropone lo stesso week-end visto sulla Strip: qualifica disastrosa terminata al di fuori della top-10, e gara anonima vissuta ai confini della zona punti. Alla fine il suo 9° posto non è neanche decisivo ad aiutare la Mercedes a chiudere davanti alla Ferrari. Un triste epilogo della seconda stagione consecutiva senza vittorie: cosa mai accaduta in tutta la sua carriera. Quanto andrà avanti se il livello della macchina resterà questo? Al 2024 la risposta.
    VOTO 4 A SAINZ, DISASTROSO E PENALIZZATO
    Che non sia il suo weekend lo si capisce dall’incidente nelle FP2, quando un dosso (e una scarsa visione da parte sua) lo mandano violentemente in barriera. Da lì, Carlos Sainz non ne azzecca fondamentalmente una: 16° in qualifica (prima esclusione nel Q1 dal 2019), gara in rimonta ma, allo stesso tempo, in balia della macchina. Il ritmo è mediocre, la gestione delle gomme è pessima. Però, anche la strategia piuttosto avventurosa della Ferrari non lo aiuta. Una parziale giustificazione a un week-end da dimenticare. E che lo fa piombare dal 4° al 7° posto nella classifica piloti. Dietro anche a Charles Leclerc. Se non altro, resterà l’unico pilota non Red Bull ad aver vinto nel 2023…
    VOTO 3 A BOTTAS, ORMAI A FINE CORSA
    Una gara degna di una stagione da depressione. Valtteri Bottas è ormai una controfigura del pilota (di tanto in tanto) dignitoso che si vedeva in Mercedes. Anche ad Abu Dhabi corre più per onor di firma che per voglia di ottenere un buon piazzamento. Certo, l’Alfa Romeo non lo aiuta più di tanto, così come la strategia alquanto azzardata. Però, almeno la voglia di giustificare l’ingaggio spropositato da 11 milioni di euro… LEGGI TUTTO

  • in

    Gp Las Vegas F1 2023, le pagelle: Leclerc commovente, Ocon e Stroll d’assalto, FIA da censura

    2 – GP LAS VEGAS F1/2023 – GIOVEDI’ 16/11/2023 – credit: @ Ferrari SpaVa in archivio la terza edizione del Gran Premio di Las Vegas, la prima sul nuovissimo circuito sulla Strip. Per l’ennesima volta, l’epilogo non cambia: vince sempre Max Verstappen. Ma mai come stavolta il suo successo è più dovuto a fattori esterni che alla superiorità in pista. Perché il vero uomo da battere oggi era Charles Leclerc, per distacco il migliore di questo week-end. In una gara da roulette, spiccano le prestazioni e le rimonte da urlo di Esteban Ocon e Lance Stroll, così come il solido ritorno sul podio di Sergio Perez. Brutto fine settimana per Lando Norris, ma la palma di peggiore in assoluto va (che novità…) alla FIA: nonostante la gara bella e spettacolare, la gestione dell’incidente di Sainz nelle prove libere è stata ignobile. Questo e molto altro nelle pagelle del Gp di Las Vegas.
    VOTO 9 A LECLERC, COMMOVENTE SULLA STRIP
    Che fosse particolarmente ispirato lo si era intuito sin dal venerdì, quando ha iniziato a rifilare distacchi abissali sul giro secco. Ma stavolta, Charles Leclerc è andato vicino anche a concretizzare l’ennesima pole position. Passo costante, reazione straordinaria al sorpasso di Verstappen in partenza, gestione ottimale delle gomme nonostante le circostanze. Solo l’amica di sempre, ovvero la sfortuna, gli ha tolto una vittoria che sembrava certa. A ripagare tutto, però, arriva il sorpasso commovente su Perez nel finale, che gli vale un meritatissimo 2° posto. Cosa sarebbe questo ragazzo con una buona macchina…
    VOTO 8 A OCON E STROLL, CAVALLI DI RIMONTA
    Ciò che succede a Las Vegas, resta sempre a Las Vegas. Nella città dell’imponderabile, il jackpot lo portano a casa Esteban Ocon e Lance Stroll. Il primo 17°, l’altro 19° in griglia di partenza: chiudono rispettivamente 4° e 5°. Complici le safety car, leggono alla perfezione il momento insieme ai loro team, cogliendo l’attimo per recuperare numerose posizioni. E grazie a una gestione accorta e a una difesa d’orgoglio contro le macchine più veloci, raccolgono con pienissimo merito un piazzamento di tutto rispetto. All-in al punto giusto.
    VOTO 7 A PEREZ, BRAVO E FORTUNATO
    L’ennesima qualifica disastrosa della stagione, stavolta, non compromette la gara di Sergio Perez. Il messicano, 11° in griglia e in fondo al gruppo dopo gli incidenti del primo giro, riesce a sfruttare alla perfezione le due safety car della corsa, che lo riportano fino alla seconda posizione a metà gara. Da lì, grazie alle gomme più fresche, ingaggia un duello mozzafiato con Leclerc per la piazza d’onore: tra sorpassi e controsorpassi, però, alla fine non riesce a spuntarla lui. Nonostante la dominante Red Bull. Ma per una volta, è giusto premiare la perseveranza e la grinta di Checo. Aiutato, comunque, dalla buona luna del Nevada.
    VOTO 6 A PIASTRI, CHE SALVA L’ONORE DELLA MCLAREN
    Che Las Vegas non fosse un circuito favorevole alla McLaren si sapeva. Ma forse nessuno poteva immaginare difficoltà così enormi. A mettere una toppa ci pensa Oscar Piastri: battagliero sin dalla partenza (dal 18° posto), mette in pista tutto il carattere e la qualità possibile, per sopperire alle carenze della sua vettura. Anche in virtù delle circostanze favorevoli, nonostante una foratura per un incidente con Hamilton, dopo la seconda safety car si ritrova addirittura al 3° posto. Alla fine il muretto lo richiama al box per la seconda sosta, facendolo scivolare al 10° posto: scelta un po’ incomprensibile, ma alla fine non toglie la zona punti all’australiano.
    VOTO 5 A HAMILTON E RUSSELL, ANCORA PASTICCIONI
    Ancora una volta, la Mercedes paga diversi errori dei suoi due piloti. Nonostante una strana competitività sui rettilinei di Las Vegas, sia Russell che Hamilton ne combinano un po’ di ogni. Il primo compromette la sua gara da podio con uno sciocco incidente con Verstappen, mentre il secondo si ritrova due volte nei bassifondi della classifica per dei contatti, in particolare uno con Piastri. Punti sanguinosi lasciati sul piatto della Strip, che azzera quasi il distacco con la Ferrari nel mondiale costruttori, ormai lontana soli 4 punti. Abu Dhabi deciderà tutto.

    VOTO 4 A NORRIS, QUALIFICA HORROR E GARA A MURO
    Probabilmente il peggior week-end della stagione di Lando Norris. Già in qualifica, con lo stupefacente (in negativo) 16° posto, si era intuito che sarebbe stato molto difficile portare a casa un buon risultato. Ma il peggio arriva in gara: un errore (o un problema tecnico?) lo mandano a muro dopo pochi giri, costringendolo al ritiro. Un epilogo ultra-negativo, di un fine settimana da accantonare all’istante. Menomale che Abu Dhabi arriva subito…
    VOTO 3 ALLA FIA, UN VENERDI’ DA CENSURA
    Tombini che sbucano dal nulla, tifosi costretti ad abbandonare l’impianto, la penalizzazione indecente di Sainz: per l’ennesima volta, la FIA si fa un autogol che non fa bene alla Formula 1. La gestione del problema occorso allo spagnolo della Ferrari, vittima della negligenza della Federazione (e degli organizzatori), fa storcere una volta di più il naso per la deriva intrapresa da quest’organismo sempre più distante dalla realtà odierna. Non basta lo spettacolo offerto dalla corsa sulla Strip: serve un cambio di passo definitivo, per non far affondare la barca. Che, a dire il vero, imbarca acqua da ormai diverso tempo. LEGGI TUTTO