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    Gp Giappone F1 2024, le pagelle: Verstappen suona la sveglia, Ferrari bella ma imperfetta

    SUZUKA, JAPAN – APRIL 06: Pole position qualifier Max Verstappen of the Netherlands and Oracle Red Bull Racing and Second placed qualifier Sergio Perez of Mexico and Oracle Red Bull Racing celebrate in parc ferme during qualifying ahead of the F1 Grand Prix of Japan at Suzuka International Racing Course on April 06, 2024 in Suzuka, Japan. (Photo by Mark Thompson/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool // SI202404060255 // Usage for editorial use only //Il tradizionale appuntamento di Suzuka va già in archivio, in un’insolita finestra primaverile, inconsueta rispetto al solito periodo autunnale a cui eravamo abituati. E lo fa con uno status quo pienamente ristabilito, dopo il dominio Ferrari di Melbourne: Max Verstappen e la Red Bull tornano subito a dettare legge, ristabilendo le gerarchie. Gara di difesa, ma di sostanza, per entrambi i piloti della Rossa, con il terzo posto di Carlos Sainz e il quarto di un ottimo Charles Leclerc, in rimonta dall’ottava piazza. La McLaren di Lando Norris prova a giocarsela ma paga una strategia molto negativa. Ancora in ombra le Mercedes, sugli scudi il padrone di casa Yuki Tsunoda, mentre fa scalpore (in negativo) l’Alpine, di fatto una chicane mobile sia con Ocon che con Gasly. Questo e molto altro nelle pagelle del Gran Premio del Giappone.
    VOTO 9 A VERSTAPPEN, CHE RIPORTA TUTTI SULLA TERRA
    Il primo ritiro dopo 44 gare, patito in Australia, è già un lontano ricordo per Max Verstappen, che torna assoluto padrone della Formula 1 a Suzuka. Dominante e irraggiungibile sin dal venerdì, a voler dimostrare tutta la sua superiorità e quella della Red Bull, come testimonia la terza doppietta in quattro gare. Il campione del mondo si rivela semplicemente superiore, ad oggi imbattibile quando le cose funzionano. Nonostante la tempesta all’interno delle stanze dei bottoni del team austriaco, Mad Max continua indisturbato la sua cavalcata verso il quarto titolo mondiale. Bentornati sulla Terra.
    VOTO 8 ALLA FERRARI, ANIMALE DA GARA MA…
    Siamo di fronte a uno dei ribaltoni più eclatanti degli ultimi anni: in appena tre mesi, la Ferrari è passata dall’essere macchina da pole che, però, distrugge le gomme, a vettura difficile da comprendere al sabato ma straordinariamente efficace alla domenica. Già, perché a Suzuka la SF-24 veste un doppio abito: uno di tessuto non pregiato, rappresentato da una qualifica mediocre e che, di fatto, ha cancellato ogni residuo sogno di lottare con Max. E un altro di fattura pregiata, legato a una domenica tutta all’attacco, grazie a strategie ben architettate e una gestione gomme degna della Red Bull. E vista così, il bicchiere con cui Fred Vasseur torna dal Sol Levante appare mezzo pieno. Se poi torna anche il fulmine del sabato…
    VOTO 7 A TSUNODA, PROFETA IN PATRIA
    L’ottimo inizio di stagione di Yuki Tsunoda vive il suo momento più alto proprio nel giardino di casa, dove la bandiera giapponese torna in zona punti a distanza di 14 anni. Il pilota della Racing Bulls conferma quanto di buono visto nelle prime gare: efficace in qualifica, molto più del compagno di squadra, freddo e lucido in gara, gestendo ottimamente tutti i momenti delicati, con l’ausilio di tutto il team. Risultato: un punticino di prestigio, ottenuto davanti ai suoi tifosi. Cuore da samurai.

    VOTO 6 A NORRIS, PENALIZZATO DAL TEAM
    Se andiamo a vedere le aspettative della vigilia e l’andamento della corsa, Lando Norris torna dal Giappone con più dubbi che certezze. Sì, perché Suzuka doveva essere, sulla carta, la pista migliore per la sua macchina, occasione per andare all’attacco della Ferrari. E invece, entrambe le Rosse (persino quella di Leclerc) chiudono davanti al pilota inglese. Sia chiaro, Lando ha corso con buona lena e senza correre particolari rischi. Il problema sta, però, nel suo muretto: scellerata, infatti, la strategia di fermarsi nello stesso giro di Leclerc, ponendo di fatto fine ai sogni di podio del suo pilota. Di positivo c’è solo il comodo vantaggio su Mercedes e Aston Martin. Ma per crescere, serve ben altra intraprendenza nelle scelte strategiche.
    VOTO 5 ALLA MERCEDES, CHE NON SA CHE PESCI PIGLIARE
    Prosegue senza sosta la discesa nel limbo di anonimato della Mercedes, sempre più relegata ai margini della zona punti. Settimo George Russell, nono Lewis Hamilton, dietro nuovamente anche all’Aston Martin di Fernando Alonso, ad oggi davanti anche per prestazioni (e non solo come punti) al team di Brackley. La macchina, semplicemente, non va: che faccia caldo, freddo, sull’asciutto, sul bagnato, con ogni tipo di mescola. Un progetto, l’ennesimo, sempre più fallimentare. E se poi ci si mette il muretto anche con strategie alquanto avventate, come la ripartenza dalla bandiera rossa con gomme bianche, ecco che la frittata è completa.
    VOTO 4 AD ALBON, CHE HA PERSO IL TOCCO MAGICO
    I tempi delle rimonte e delle lotte in piena zona punti sembrano un lontano ricordo per la Williams e Alexander Albon. Il pilota thailandese, dopo quattro gare, è ancora fermo a zero punti. E, soprattutto, dà la sensazione di essere in un momento estremamente negativo: dopo l’incidente di Melbourne, eccone un altro, stavolta in gara, dopo nemmeno 500m di corsa. La collisione con Daniel Ricciardo, sebbene equiparabile come incidente di gara, ha un tasso di responsabilità superiore in seno all’ex Red Bull: troppo ottimista nella valutazione e nel corpo a corpo con l’australiano, soprattutto dopo neanche due curve di gara. Ridimensionamento?
    VOTO 3 ALL’ALPINE, ULTIMA E DECADUTA
    Fa sempre più rumore il crollo verticale dell’Alpine, che dal Giappone torna con un responso durissimo da digerire. Che, a dire il vero, va ben oltre il terz’ultimo e il penultimo posto finale di Ocon e Gasly. Perché a far riflettere enormemente è il modo in cui si è materializzato questo risultato. Per tutta la gara, entrambi i piloti si sono visti sverniciare da tutte le altre macchine: all’interno, all’esterno, sul dritto, in curva, ai box. Nessuna strategia che tenga, nonostante il coraggio e l’abilità di due piedi certamente pesanti come quelli dei due transalpini. Siamo ben oltre la crisi tecnico-politica del team: bisogna rifondare da cima a fondo. O si rischia il baratro perenne. LEGGI TUTTO

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    Gp Australia F1 2024, le pagelle: Sainz e Ferrari da sogno, Haas sugli scudi, notte fonda per Mercedes

    Il mondo sotto-sopra. Il Gran Premio d’Australia riporta indietro di vent’anni i tifosi della Ferrari, che riassaporano il gusto della doppietta a Melbourne grazie alla vittoria di Carlos Sainz e al secondo posto di Charles Leclerc. Un trionfo su tutta la linea, incentivato anche dal primo ritiro dopo 44 gare di Max Verstappen, riscopertosi umano come la sua Red Bull, naufragata a un minuto dalla SF-24 con Sergio Perez. Ottima la McLaren, sul podio con Lando Norris e chiaramente terza forza in griglia. Altra prestazione solidissima della Haas, con entrambi i piloti a punti, mentre naufraga la Mercedes, che torna dall’Oceania con un doppio ritiro, a suggellare un inizio di stagione da incubo. Questo e molto altro nelle pagelle del Gran Premio d’Australia.
    Australia F1 2024, le pagelle
    VOTO 10 A CARLOS SAINZ, DALL’OSPEDALE AL TRIONFO
    Una montagna russa dolce, dal sapore del trionfo. Due settimane fa Carlos Sainz era in un letto d’ospedale, costretto a saltare il Gp d’Arabia Saudita per l’operazione all’appendicite. Oggi è protagonista principesco nel nuovo mondo: dominio netto, incontrastato, costruito con una qualifica solidissima e concretizzato con una gara d’antologia. Svernicia Verstappen al secondo giro, di cui veste i panni per 3/4 di gara inanellando giri veloci a ripetizione. Si esalta con una Ferrari d’altri tempi, e porta a casa una vittoria leggendaria. The Smoothest Operation ever.
    VOTO 9 A FRED VASSEUR, CHE STA CUCINANDO
    Un anno di assestamento, a tirar fuori un potenziale inesistente dalla SF-23. Un anno di messa a punto del team, dilaniato dalla scellerata gestione Binotto. E ora i risultati iniziano a vedersi: Fred Vasseur ha restituito credibilità e dignità alla Ferrari. La sua “prima figlia”, la SF-24, ha mandato in pensione con disonore la sua progenitrice, tornando ad assaporare il gusto della vittoria netta, mai in discussione per tutti i 58 giri. Che riporta la Rossa a -4 dalla Red Bull nella classifica costruttori. Se sarà vera gloria lo dirà il tempo, ma dall’Australia il Team Principal e tutti gli uomini di Maranello tornano con una consapevolezza diversa: si può lottare. Let him cook…
    VOTO 8 ALLA MCLAREN, LA TERZA FORZA IN GRIGLIA
    Con una Red Bull e una Ferrari, ad oggi, inarrivabili, dietro la lotta è per capitalizzare ogni occasione. E a Melbourne la McLaren sfrutta l’occasione come meglio non potrebbe: eccellente terzo posto di Lando Norris, davanti all’idolo di casa Oscar Piastri. E nella seconda parte di gara prova a infastidire da vicino persino Charles Leclerc per la seconda posizione. Una conferma, dopo due gare un po’ anonime: la McLaren è a tutti gli effetti la terza forza in griglia. Solidità.
    VOTO 7 A TSUNODA E HAAS, “VINCITORI” DEGLI ALTRI
    Da una parte cinque team (quasi) sempre a punti, dall’altra cinque team costretti ad accontentarsi delle briciole. E in una gara costellata da defezioni eccellenti, ecco che le occasioni si presentano. A coglierle sono Yuki Tsunoda e i due piloti della Haas. Il giapponese bastona Daniel Ricciardo sin dal venerdì nel suo giardino, trascinando la Racing Bulls all’ottavo posto e ai primi punti stagionali. Nico Hulkenberg e Kevin Magnussen completano la top-10, confermando le ottime sensazioni messe in mostra dalla Haas a Jeddah. Grasso che cola, in un campionato dove non ci saranno così tante chances di affacciarsi in zona punti.

    VOTO 6 A LECLERC, ANCORA BATTUTO DA SAINZ
    Ancora un secondo posto, ancora un giro veloce, -4 in classifica da Max Verstappen. Numeri forse fantasiosi prima del via del mondiale, ma oggi quantomai concreti (e positivi, ça va sans dire). Eppure, Charles Leclerc forse è il più scontento degli uomini Ferrari in questo momento. Perché torna dall’Australia con una sonora sconfitta nel confronto col compagno di squadra, superiore (per distacco) a lui sia al sabato che alla domenica. Tra setup non ottimali e lotte malsane con le due McLaren, il monegasco non ha mai avuto la chance di stare vicino a Sainz, e provare a battagliare con lui. Si conferma inossidabile uomo squadra, quello sì. Ma le ultime vittorie rosse non portano la sua firma.
    VOTO 5 ALLA RED BULL, TORNATA SUL PIANETA TERRA
    La pole position mostruosa di Max Verstappen al sabato aveva illuso un po’ tutti, probabilmente. Già dal venerdì, infatti, la Red Bull ha palesato difficoltà su tutta la linea, dal passo gara alla gestione del graining. Il resto, poi, l’ha fatto l’affidabilità, che ha tradito l’olandese per la prima volta dopo 44 gare (secondo ritiro in Australia negli ultimi tre anni). E quando manca il campione del mondo, allora sono dolori: Sergio Perez rimedia quasi un minuto di distacco dalla Ferrari, roba impensabile anche dal più ottimista dei tifosi della Rossa. Non cambia la gerarchia, quello sì: il team austriaco resta nettamente favorito per la vittoria di entrambi i mondiali. Ma gli scricchiolii interni, oggi, si sono trasferiti tutti sul tracciato di Melbourne.
    VOTO 4 A RICCIARDO, SUL VIALE DEL TRAMONTO
    Se da una parte Yuki Tsunoda sfodera una prestazione tutta cuore e solidità, dall’altra parte del box della Racing Bulls Daniel Ricciardo incassa un’altra sonora batosta dal compagno di squadra. Con l’aggravante di essere di fronte al pubblico di casa. L’ex Red Bull continua a dare segnali sconfortanti, come testimonia l’orribile qualifica che lo relega in ultima fila, mentre il giapponese trascina la macchina fino all’ottavo posto. Un ulteriore segnale di un lento e inesorabile declino, che potrebbe indurre Helmut Marko a prendere decisioni forti, chissà, magari già a stagione in corso.
    VOTO 3 ALLA MERCEDES, ALLA FINE DI UN’ERA
    Sembrano lontani anni luce gli anni di dominio a Melbourne della Mercedes e di Lewis Hamilton. Un’era ormai alle spalle, che ha lasciato spazio a una mediocrità imbarazzante e oltraggiosa alla forza di quel team ormai inesistente. Dall’Australia le Frecce d’Argento tornano con uno sconcertante “zero” alla voce “punti”: il sette volte campione del mondo paga un problema tecnico nelle prime fasi della corsa, mentre il compagno di squadra è vittima di un pauroso incidente all’ultimo giro, che lo fa finire mezzo cappottato in piena traiettoria. Una parabola discendente, che ha riportato gli uomini di Toto Wolff nel limbo dell’anonimato. LEGGI TUTTO

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    Gp Bahrain F1 2024, le pagelle: Red Bull-Verstappen mortiferi, Sainz arrembante, notte fonda per Alpine

    BAHRAIN, BAHRAIN – MARCH 01: Pole position qualifier Max Verstappen of the Netherlands and Oracle Red Bull Racing celebrates in parc ferme during qualifying ahead of the F1 Grand Prix of Bahrain at Bahrain International Circuit on March 01, 2024 in Bahrain, Bahrain. (Photo by Mark Thompson/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool // SI202403010634 // Usage for editorial use only //Si è alzato il sipario sul nuovo Campionato del Mondo di Formula 1, e come nel 2023, anche il 2024 si apre con la solita sinfonia: Max Verstappen domina con la sua Red Bull. Un binomio imbattibile e ingiocabile, anche per il suo compagno di squadra Sergio Perez, distante oltre 20 secondi dal campione del mondo, ma comunque più pimpante rispetto ai test. Ottima la gara di Carlos Sainz, che si guadagna il podio grazie a una prima metà di gara all’arrembaggio, caratterizzata da un sorpasso da urlo su Charles Leclerc. Sfortunato il monegasco, vittima di problemi ai freni sin dal via, ma comunque bravo a chiudere al 4° posto. Ferrari comodamente davanti alla Mercedes e alla McLaren. Pessima strategia dell’Aston Martin con Alonso, mentre naufraga l’Alpine. Questo e molto altro nelle prime pagelle della stagione!
    VOTO 9 A RED BULL-VERSTAPPEN, CHIAMATELA MAX BULL
    Più che una speranza, ciò che ha accompagnato la vigilia del via del campionato era l’illusione che Max Verstappen e la Red Bull fossero avvicinabili. Ebbene, sono bastati un paio di giri per spazzare via ogni dubbio. L’olandese e la sua RB20 hanno espresso quel dominio già ammirato nella passata stagione, sbarazzando il campo da eventuali dubbi circa la sua bontà, dopo delle prove libere non perfette. Forse la sentenza del 2023 alla Russell (“Vinceranno ogni gara”) quest’anno può essere più difficile da realizzare, ma indubbiamente la Max Bull lascia il deserto del Bahrain con una strada già tracciata: il quarto titolo consecutivo è quantomai concreto.
    VOTO 8 A SAINZ, MATADOR D’ATTACCO (E DA PODIO)
    Anche il 2024 della Ferrari riparte dalla fine del 2023, ovvero con un podio. Anche se stavolta è un terzo posto, e stavolta c’è Carlos Sainz a festeggiare. Il pilota spagnolo dimostra il vero potenziale della SF-24, per distacco la seconda forza in pista, non così lontana da Sergio Perez. Ma a tutto questo, il Matador aggiunge il suo tocco: prima metà di gara all’arrembaggio, con attacchi e sorpassi da urlo sul compagno di squadra. Momenti determinanti, da cui si costruisce un comodo margine sul 4° posto, con l’idea di lottare con il messicano della Red Bull: alla fine chiude a 2,5 secondi dalla piazza d’onore. C’erano attese sulla sua reazione dopo la separazione annunciata con la Ferrari: Carlos c’è e vuole lasciare un bel ricordo a Maranello.

    VOTO 7 A RUSSELL, CORAGGIOSO E BATTAGLIERO
    La Mercedes si rivela molto meno performante di quanto previsto, di certo lontana dalla Ferrari. Però, tutto sommato a mettere una pezza ci pensa George Russell, autore di una prestazione di tutto rispetto. Il pilota britannico lotta a lungo con Charles Leclerc: lo supera a inizio gara, poi lo gestisce per tutta la parte centrale della corsa. Fino all’errore nella seconda metà di gara, che gli costa la posizione. Ma tra ritmo e usura gomme peggiore delle dirette concorrenti, c’era davvero poco da fare. In ogni caso mette le sue ruote davanti alla McLaren e bastona Lewis Hamilton in tutto il week-end. Ottimo inizio.
    VOTO 6 A LECLERC, MATURO OLTRE I PROBLEMI
    La sua gara è un incubo dal primo all’ultimo giro. Eppure, Charles Leclerc chiude comunque ai piedi del podio, con un discreto margine sugli inseguitori. Il monegasco deve lottare con la sua Ferrari, penalizzata da enormi problemi ai freni. Lui comunque non molla e riesce a porre rimedio col passare della gara: dai bloccaggi ripetuti della prima metà, fino alla rimonta su Russell che gli vale almeno la quarta piazza. In una giornata così negativa, massimizzare era fondamentale: Charles l’ha fatto. Resta l’amarezza di non sapere come sarebbe andata senza problemi…
    VOTO 5 A HAMILTON, ANONIMO SCONFITTO DA RUSSELL
    L’ultimo esordio stagionale da pilota Mercedes è un fiasco totale per Lewis Hamilton. Sin dal venerdì (ad eccezione delle FP2), finisce costantemente dietro a George Russell, e anche con un certo distacco. La sua gara è penalizzata da una qualifica orribile, che lo relega al 9° posto in griglia. Da lì, però, non riesce a piazzare una delle sue rimonte: riesce se non altro a mettersi davanti la McLaren di Oscar Piastri, ma non può essere considerato un risultato soddisfacente per il promesso sposo della Ferrari.
    VOTO 4 ALL’ASTON MARTIN, STRATEGIA SUICIDA
    Come per Mercedes e McLaren, anche l’Aston Martin esce ridimensionata dal deserto del Bahrain. Entrambe le macchine chiudono ai margini della zona punti, un enorme passo indietro rispetto al podio di Fernando Alonso nel 2023. Un risultato frutto di una macchina molto meno gentile con le gomme, qualità principale dell’AMR23. A questo quadro non così edificante, si aggiunge una strategia semplicemente pessima del muretto con lo spagnolo, chicane mobile nella parte centrale di gara, per una sosta fin troppo tardiva. Alla fine riesce a recuperare su Zhou e il suo compagno Stroll, ma i sorrisi dello scorso anno sono un lontano ricordo.
    VOTO 3 ALL’ALPINE, PROGETTO GIA’ FALLIMENTARE
    Le ultime stagioni sono state un lento declino per l’Alpine, che però non ha mai dato segni di naufragio. Una prospettiva fallimentare emersa tutta nell’esordio stagionale: l’A524 si rivela la macchina peggiore della griglia. Una sentenza senza appello, già annusata durante i test, ed emersa in tutto il suo poco splendore sin dal venerdì. Sia Gasly che Ocon hanno faticato a tenere la macchina in pista, non trovando mai un compromesso adeguato per garantirsi una posizione di partenza migliore della penultima e ultima posizione. Già, un’ultima fila da imbarazzo, diventati un 17° e 18° posto in gara. Ma solo per i problemi di Bottas e Sargeant. Notte fonda a Enstone. LEGGI TUTTO

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    Gp Abu Dhabi F1 2023, le pagelle: Leclerc oltre i limiti, Tsunoda samurai

    2023 Abu Dhabi Grand Prix, Friday – LAT ImagesCala ufficialmente il sipario sul mondiale di Formula 1, e anche sul circuito di Yas Marina va in scena l’ennesimo dominio di Max Verstappen, che chiude una stagione memorabile con 19 vittorie su 22. La palma di migliore, però (l’olandese è una categoria a parte, ormai) va ancora una volta a Charles Leclerc, protagonista di un finale di stagione strepitoso ma che non riesce a portare la Ferrari al secondo posto nella classifica costruttori. Grandiosa la gara (e il weekend) di Yuki Tsunoda, che dal Messico ha sempre battuto Daniel Ricciardo. Caparbio Russell, mentre uno dei peggiori è Carlos Sainz, disastroso sin dal venerdì e anche penalizzato da una strategia discutibile della Ferrari. Questo e molto altro nelle pagelle del Gran Premio di Abu Dhabi.
    VOTO 9 A LECLERC, TALENTO SENZA LIMITI
    Non dovrebbe stupire, eppure ogni volta che Charles Leclerc tira fuori prestazioni oltre la logica fa sempre un certo effetto. Anche ad Abu Dhabi, il monegasco va oltre il potenziale limitato della SF-23, sfoderando un giro in qualifica epico, portando la Ferrari in prima fila. E poi gestisce con una lucidità disarmante la gara: prima prova a duellare con Verstappen, poi capisce di non averne e gestisce il suo piazzamento. Nel finale prova la strategia della vita “usando” Perez per estromettere Russell dal podio, ma la penalità del messicano non porta a termine la missione. Poco cambia, però: a Maranello tutti hanno l’obbligo di consegnare a Charles una macchina vincente.
    VOTO 8 A TSUNODA, SAMURAI A OLTRANZA
    Finalmente ecco il vero Yuki Tsunoda! Il giapponese è assoluto protagonista lungo tutto il fine settimana: dalla qualifica show, che lo porta fino al sesto posto in griglia, fino a una gara degna del miglior Kimi Raikkonen per gestione delle gomme. Insieme a Ocon è l’unico a concludere la corsa con una sosta: quanto basta per chiudere all’ottavo posto, davanti a un certo Lewis Hamilton. Il proposito per il 2024 è trovare una continuità mai avuta realmente fino ad ora, perché le qualità ha ampiamente dimostrato di avercele.
    VOTO 7 A RUSSELL, RESPINGE L’ASSALTO DELLA FERRARI
    Se la Ferrari non concretizza il sorpasso sulla Mercedes nella classifica costruttori, il merito è tutto di George Russell. L’ex Williams corre con lucidità estrema, trovando sin dalla qualifica il giusto feeling con una monoposto spesso complicata quest’anno. Il ritmo è quello buono, valido per mettersi dietro le due McLaren. Alla fine viene anche “aiutato” dagli steward nel corpo a corpo con Perez, momento che di fatto chiude la pratica per il secondo posto nel mondiale costruttori. Una difesa strenua, che vale alle Frecce Nere la piazza d’onore tra i Team.
    VOTO 6 ALLA MCLAREN, CHE GUARDA AL FUTURO CON FIDUCIA
    Il quinto e sesto posto finale di Lando Norris e Oscar Piastri sono forse deludenti rispetto alle attese della vigilia. E anche a confronto con il passo della McLaren in qualifica. Però, alla fine della fiera arriva un altro buon risultato, che permette alla scuderia di Woking di chiudere al quarto posto nella classifica costruttori. Inimmaginabile a inizio stagione, quando si lottava nei bassifondi della griglia. La strada è tracciata: con un inizio di 2024 degno della seconda metà del 2023, la più seria candidata al ruolo di vice-Red Bull è la McLaren.

    VOTO 5 A HAMILTON, TRISTE E SENZA ACUTI
    Da Las Vegas ad Abu Dhabi, la sostanza non cambia: Lewis Hamilton si è spento e non si è più riacceso. Il sette volte campione del mondo ripropone lo stesso week-end visto sulla Strip: qualifica disastrosa terminata al di fuori della top-10, e gara anonima vissuta ai confini della zona punti. Alla fine il suo 9° posto non è neanche decisivo ad aiutare la Mercedes a chiudere davanti alla Ferrari. Un triste epilogo della seconda stagione consecutiva senza vittorie: cosa mai accaduta in tutta la sua carriera. Quanto andrà avanti se il livello della macchina resterà questo? Al 2024 la risposta.
    VOTO 4 A SAINZ, DISASTROSO E PENALIZZATO
    Che non sia il suo weekend lo si capisce dall’incidente nelle FP2, quando un dosso (e una scarsa visione da parte sua) lo mandano violentemente in barriera. Da lì, Carlos Sainz non ne azzecca fondamentalmente una: 16° in qualifica (prima esclusione nel Q1 dal 2019), gara in rimonta ma, allo stesso tempo, in balia della macchina. Il ritmo è mediocre, la gestione delle gomme è pessima. Però, anche la strategia piuttosto avventurosa della Ferrari non lo aiuta. Una parziale giustificazione a un week-end da dimenticare. E che lo fa piombare dal 4° al 7° posto nella classifica piloti. Dietro anche a Charles Leclerc. Se non altro, resterà l’unico pilota non Red Bull ad aver vinto nel 2023…
    VOTO 3 A BOTTAS, ORMAI A FINE CORSA
    Una gara degna di una stagione da depressione. Valtteri Bottas è ormai una controfigura del pilota (di tanto in tanto) dignitoso che si vedeva in Mercedes. Anche ad Abu Dhabi corre più per onor di firma che per voglia di ottenere un buon piazzamento. Certo, l’Alfa Romeo non lo aiuta più di tanto, così come la strategia alquanto azzardata. Però, almeno la voglia di giustificare l’ingaggio spropositato da 11 milioni di euro… LEGGI TUTTO

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    Gp Las Vegas F1 2023, le pagelle: Leclerc commovente, Ocon e Stroll d’assalto, FIA da censura

    2 – GP LAS VEGAS F1/2023 – GIOVEDI’ 16/11/2023 – credit: @ Ferrari SpaVa in archivio la terza edizione del Gran Premio di Las Vegas, la prima sul nuovissimo circuito sulla Strip. Per l’ennesima volta, l’epilogo non cambia: vince sempre Max Verstappen. Ma mai come stavolta il suo successo è più dovuto a fattori esterni che alla superiorità in pista. Perché il vero uomo da battere oggi era Charles Leclerc, per distacco il migliore di questo week-end. In una gara da roulette, spiccano le prestazioni e le rimonte da urlo di Esteban Ocon e Lance Stroll, così come il solido ritorno sul podio di Sergio Perez. Brutto fine settimana per Lando Norris, ma la palma di peggiore in assoluto va (che novità…) alla FIA: nonostante la gara bella e spettacolare, la gestione dell’incidente di Sainz nelle prove libere è stata ignobile. Questo e molto altro nelle pagelle del Gp di Las Vegas.
    VOTO 9 A LECLERC, COMMOVENTE SULLA STRIP
    Che fosse particolarmente ispirato lo si era intuito sin dal venerdì, quando ha iniziato a rifilare distacchi abissali sul giro secco. Ma stavolta, Charles Leclerc è andato vicino anche a concretizzare l’ennesima pole position. Passo costante, reazione straordinaria al sorpasso di Verstappen in partenza, gestione ottimale delle gomme nonostante le circostanze. Solo l’amica di sempre, ovvero la sfortuna, gli ha tolto una vittoria che sembrava certa. A ripagare tutto, però, arriva il sorpasso commovente su Perez nel finale, che gli vale un meritatissimo 2° posto. Cosa sarebbe questo ragazzo con una buona macchina…
    VOTO 8 A OCON E STROLL, CAVALLI DI RIMONTA
    Ciò che succede a Las Vegas, resta sempre a Las Vegas. Nella città dell’imponderabile, il jackpot lo portano a casa Esteban Ocon e Lance Stroll. Il primo 17°, l’altro 19° in griglia di partenza: chiudono rispettivamente 4° e 5°. Complici le safety car, leggono alla perfezione il momento insieme ai loro team, cogliendo l’attimo per recuperare numerose posizioni. E grazie a una gestione accorta e a una difesa d’orgoglio contro le macchine più veloci, raccolgono con pienissimo merito un piazzamento di tutto rispetto. All-in al punto giusto.
    VOTO 7 A PEREZ, BRAVO E FORTUNATO
    L’ennesima qualifica disastrosa della stagione, stavolta, non compromette la gara di Sergio Perez. Il messicano, 11° in griglia e in fondo al gruppo dopo gli incidenti del primo giro, riesce a sfruttare alla perfezione le due safety car della corsa, che lo riportano fino alla seconda posizione a metà gara. Da lì, grazie alle gomme più fresche, ingaggia un duello mozzafiato con Leclerc per la piazza d’onore: tra sorpassi e controsorpassi, però, alla fine non riesce a spuntarla lui. Nonostante la dominante Red Bull. Ma per una volta, è giusto premiare la perseveranza e la grinta di Checo. Aiutato, comunque, dalla buona luna del Nevada.
    VOTO 6 A PIASTRI, CHE SALVA L’ONORE DELLA MCLAREN
    Che Las Vegas non fosse un circuito favorevole alla McLaren si sapeva. Ma forse nessuno poteva immaginare difficoltà così enormi. A mettere una toppa ci pensa Oscar Piastri: battagliero sin dalla partenza (dal 18° posto), mette in pista tutto il carattere e la qualità possibile, per sopperire alle carenze della sua vettura. Anche in virtù delle circostanze favorevoli, nonostante una foratura per un incidente con Hamilton, dopo la seconda safety car si ritrova addirittura al 3° posto. Alla fine il muretto lo richiama al box per la seconda sosta, facendolo scivolare al 10° posto: scelta un po’ incomprensibile, ma alla fine non toglie la zona punti all’australiano.
    VOTO 5 A HAMILTON E RUSSELL, ANCORA PASTICCIONI
    Ancora una volta, la Mercedes paga diversi errori dei suoi due piloti. Nonostante una strana competitività sui rettilinei di Las Vegas, sia Russell che Hamilton ne combinano un po’ di ogni. Il primo compromette la sua gara da podio con uno sciocco incidente con Verstappen, mentre il secondo si ritrova due volte nei bassifondi della classifica per dei contatti, in particolare uno con Piastri. Punti sanguinosi lasciati sul piatto della Strip, che azzera quasi il distacco con la Ferrari nel mondiale costruttori, ormai lontana soli 4 punti. Abu Dhabi deciderà tutto.

    VOTO 4 A NORRIS, QUALIFICA HORROR E GARA A MURO
    Probabilmente il peggior week-end della stagione di Lando Norris. Già in qualifica, con lo stupefacente (in negativo) 16° posto, si era intuito che sarebbe stato molto difficile portare a casa un buon risultato. Ma il peggio arriva in gara: un errore (o un problema tecnico?) lo mandano a muro dopo pochi giri, costringendolo al ritiro. Un epilogo ultra-negativo, di un fine settimana da accantonare all’istante. Menomale che Abu Dhabi arriva subito…
    VOTO 3 ALLA FIA, UN VENERDI’ DA CENSURA
    Tombini che sbucano dal nulla, tifosi costretti ad abbandonare l’impianto, la penalizzazione indecente di Sainz: per l’ennesima volta, la FIA si fa un autogol che non fa bene alla Formula 1. La gestione del problema occorso allo spagnolo della Ferrari, vittima della negligenza della Federazione (e degli organizzatori), fa storcere una volta di più il naso per la deriva intrapresa da quest’organismo sempre più distante dalla realtà odierna. Non basta lo spettacolo offerto dalla corsa sulla Strip: serve un cambio di passo definitivo, per non far affondare la barca. Che, a dire il vero, imbarca acqua da ormai diverso tempo. LEGGI TUTTO

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    Gp Brasile F1 2023, le pagelle: Alonso come l’Araba Fenice. Iella Leclerc

    Portrait, podium, Autodromo José Carlos Pace, GP2320a, F1, GP, BrazilFernando Alonso, Aston Martin F1 Team, 3rd position, celebrates on the podium – credits: Aston Martin F1 TeamIl terzultimo appuntamento del Mondiale di Formula 1, sul circuito di Interlagos, lascia tanti spunti di riflessione e diversi interrogativi a cui dare risposta. Non per la prima posizione, a cui ormai è destinato (se continua così) in eterno Max Verstappen, alla vittoria n. 17. Ma per il resto del gruppo, con un podio inedito che ritrova un brillante Lando Norris e un fenomenale Fernando Alonso, vincitore del duello al fotofinish con Sergio Perez. Sonoramente sconfitte, invece, Ferrari e Mercedes. Menzione speciale per la iella di Charles Leclerc, riassunta nel Team Radio a margine dell’assurdo incidente nel giro di formazione. Questo e molto altro nelle pagelle del Gp del Brasile.
    VOTO 9 AD ALONSO, RISORTO DALLE CENERI
    Un colpo di coda, un sussulto dopo un periodo nerissimo. Per tanti piloti sarebbe catalogabile così la gara di Fernando Alonso in Brasile, ma per lo spagnolo no, va oltre ogni logica. Sfrutta al massimo il potenziale ritrovato dell’Aston Martin, sfoderando una prestazione ai confini del miracoloso, riassunta tutta nel duello all’ultimo sangue con Sergio Perez. Una difesa sul messicano da leone indomabile, che al fotofinish gli consegna un podio da sogno, e uno schiaffo ai critici invidiosi. Perché a 42 anni è ancora lì, a insegnare il mestiere a tanti colleghi ben più giovani.
    VOTO 8 A NORRIS, IL NUOVO VICE-VERSTAPPEN
    In un campionato che ha proposto diversi piloti nel ruolo di “vice-Verstappen“, chi ormai sembra averne assunto i gradi a tutti gli effetti è Lando Norris. L’inglese della McLaren si dimostra l’unico in grado di tenere il passo del campione del mondo, punzecchiandolo nelle fasi iniziali con un tentativo di sorpasso, respinto dall’olandese. Un duello visto anche nella gara Sprint, e che si sta riproponendo con insistenza sempre crescente. Un’anticipazione della lotta per il Mondiale nel 2024?
    VOTO 7 A STROLL, FINALMENTE AL PASSO DI ALONSO
    La rediviva Aston Martin, questa volta, non si appoggia solo sulle spalle enormi di Fernando Alonso, ma sfrutta anche il week-end solidissimo di Lance Stroll. Il canadese concretizza a dovere lo strepitoso terzo posto in qualifica, con una corsa di grande costanza e priva di sbavature. Il quinto posto finale, davanti a Ferrari e Mercedes, è il meritato riconoscimento per un fine settimana ad alto livello. Se solo fosse costante…

    VOTO 6 A SAINZ, UNICO SUPERSTITE DELLA FERRARI
    La sensazione di amaro in bocca per la Ferrari sta tutta nei punti rosicchiati da Carlos Sainz a un’irriconoscibile Mercedes: 4. Già, perché in un week-end nerissimo per la contendente al secondo posto nel mondiale costruttori, la Rossa paga la iella che colpisce Charles Leclerc, parzialmente coperta dal sesto posto finale dello spagnolo, utile per rosicchiare qualche punto alle Frecce Nere. Nel complesso, l’ex McLaren si dimostra sempre inferiore al compagno di squadra, ma nonostante i problemi occorsi anche alla sua vettura a inizio corsa, riesce a gestire la situazione e portare a termine la gara, salvando parzialmente la domenica del Cavallino Rampante.
    VOTO 5 A PIASTRI, SONORAMENTE SCONFITTO DA NORRIS
    Nelle ultime gara si è vista tutta la differenza tra Lando Norris e Oscar Piastri. L’australiano, lungo tutto il week-end brasiliano, ha preso la paga dal compagno di squadra, denotando ancora ampi margini su cui lavorare per migliorare e arrivare al livello di Lando. Sia nella Sprint che in gara, il rookie si trova impelagato in lotte a centro gruppo, in particolare con Daniel Ricciardo: proprio una di queste compromette la corsa di Oscar. Non all’altezza, ma per una volta può capitare.
    VOTO 4 ALLA MERCEDES, IRRICONOSCIBILE IN BRASILE
    Su una pista teoricamente favorevole per caratteristiche e degrado, la Mercedes ne esce con le ossa distrutte. Sia nella Sprint che in gara, Hamilton e Russell pagano un degrado spropositato, che li fanno precipitare indietro, soprattutto alla domenica. Risultato finale: Lewis 8°, George ritirato per un problema al motore. Alla fine, la corsa del sabato e la sventura di Leclerc permettono al Team di Brakley di limitare i danni e non perdere troppi punti dalla Ferrari. Ma in vista delle ultime due gare, il trend è da invertire.
    VOTO 3 ALLA SFORTUNA DI LECLERC, SEMPRE PIU’ ALESI
    Scommettere sulle sventure di cui è vittima Charles Leclerc in ogni gara è ormai un passatempo, visto che in ogni corsa ne succede sempre una. Stavolta si sconfina oltre il ridicolo, visto che il problema idraulico da cui nasce l’incidente contro le barriere arriva nel giro di formazione. Un’occasione mancata, perché poteva portare a un ottimo risultato. Triste consuetudine, di un percorso sempre più somigliante a quello di Jean Alesi. LEGGI TUTTO

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    Gp Messico F1 2023, le pagelle: bentornato Ricciardo, Hamilton indomito, spettacolo Norris

    MEXICO CITY, MEXICO – OCTOBER 28: Daniel Ricciardo of Australia and Scuderia AlphaTauri prepares to drive in the garage during qualifying ahead of the F1 Grand Prix of Mexico at Autodromo Hermanos Rodriguez on October 28, 2023 in Mexico City, Mexico. (Photo by Rudy Carezzevoli/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool // SI202310290075 //

    Rispetto agli anni precedenti, il Gran Premio del Messico ha regalato spettacolo e diversi sorpassi, seppur con il solito epilogo: il trionfo di Max Verstappen. Stavolta aiutato dalla bandiera rossa, ma in ogni caso con un ritmo fin troppo superiore alla concorrenza. Ottima la gara di Lewis Hamilton, luci e ombre per la Ferrari che, nonostante l’1-2 in qualifica, alla fine non concretizza (per l’ennesima volta) il passo in qualifica. Prosegue inesorabile, invece, la caduta libera dell’Aston Martin. Questo e molto altro nelle pagelle del week-end messicano.
    VOTO 9 A RICCIARDO, WEEK-END COME AI VECCHI TEMPI
    Da tempo non si vedeva questa versione di Daniel Ricciardo in pista. Probabilmente dal trionfo di Monza con la McLaren. In Messico, sin dal venerdì, ritrova un passo che, per il livello dell’AlphaTauri, è qualcosa che va oltre ogni logica: velocissimo sul giro secco, tanto da chiudere al quarto posto davanti alla Red Bull di Sergio Perez. E poi anche in gara si conferma, restando nelle zone nobili della classifica, fino al duello finale per la sesta piazza con George Russell. Un segnale molto chiaro, che Helmut Marko non potrà ignorare, in vista del 2024. Bentornato Daniel!
    VOTO 8 A NORRIS, RIMONTA DA URLO DOPO UN SABATO NERO
    Il quinto posto finale lascia molto amaro in bocca per Lando Norris. Perché sì, è arrivato dopo una rimonta spaziale dal 17° posto, ma va a ripianare il disastro delle qualifiche del sabato, dove tra un errore e una bandiera gialla viene costretto all’eliminazione nel Q1. Forse lo stimolo necessario, per tirare fuori una gara tutta ritmo e sorpassi, molti anche spettacolari, come quello su George Russell che gli vale il quinto posto finale. Chissà cosa sarebbe stata la sua corsa se fosse partito davanti…
    VOTO 7 A HAMILTON, A CUI MANCA SOLO LA VITTORIA
    Per la stagione che sta portando avanti, Lewis Hamilton meriterebbe più di ogni altro una vittoria entro la fine dell’anno. Anche in Messico il sette volte campione del mondo tira fuori un’altra gara di estrema intelligenza e lucidità: maniacale nella gestione delle gomme, lucido nello scegliere il momento giusto per attaccare Charles Leclerc e prendersi la seconda piazza. La ciliegina sulla torta è il giro veloce firmato all’ultimo giro, un pezzo di bravura degno dei tempi in cui dominava su tutti. Se avesse la macchina, potrebbe tornare tranquillamente a farlo.

    VOTO 6 ALLA FERRARI, BELLA AL SABATO MA INCONCLUDENTE
    Il leitmotiv della Ferrari degli ultimi anni è sempre lo stesso: oltre le aspettative in qualifica, inconcludente in gara. Sia chiaro, stavolta di errori non ce ne sono stati: la strategia alla ripartenza dalla bandiera rossa con Leclerc, in particolare, era quella più logica. Questo perché il lavoro sulle gomme, per quanto migliorato nel corso della stagione, non è ancora al livello di Red Bull e Mercedes. Resta, comunque, la giornata da sogno del sabato, con una prima fila tutta rossa come non succedeva da oltre un anno. Una gioia effimera, prima di tornare con i piedi sulla terra. E, se non altro, anche sul podio.
    VOTO 5 A RUSSELL, BASTONATO DAL COMPAGNO DI SQUADRA
    Nella stagione in cui Lewis Hamilton sembra rivivere una seconda giovinezza, c’è un George Russell che semplicemente non riesce a tenere il suo ritmo. Una costante da tutta la stagione, che si ripete anche in Messico: mentre Sir Lewis si issa al secondo posto e si prende pure il giro veloce, lui negli ultimi giri va in sofferenza totale, e per poco non perde pure la posizione su Daniel Ricciardo. Una sofferenza che sta tutta nella differenza di punti in classifica, ben 69.
    VOTO 4 A PEREZ, SEMPRE PIU’ INSIDIATO DA RICCIARDO
    Il week-end di casa doveva dare risposte definitive sul futuro di Sergio Perez in Red Bull. Così, probabilmente, è stato, ma non come si aspettava Checo. L’idolo delle folle messicane porta con sé un pugno di mosche, poiché la sua corsa finisce alla prima curva, dopo l’incidente in partenza con Leclerc. Ma ciò che fa riflettere è il risultato del sabato. Perché, alla guida di una Red Bull, finire dietro all’AlphaTauri di Daniel Ricciardo è un segnale molto preoccupante. E che potrebbe dare una spallata decisiva al suo futuro in Formula 1.
    VOTO 3 ALL’ASTON MARTIN, ORMAI IN CADUTA LIBERA
    Immaginare questo scenario dopo lo scintillante inizio di stagione era davvero impronosticabile. Eppure, è proprio ciò che sta avvenendo. Il doppio ritiro di Stroll e Alonso è solo la punta di un iceberg di mediocrità, emerso in tutto e per tutto nel corso del week-end in Messico. La gara in rimonta di Austin è già un lontano ricordo. Per non parlare dei podi di inizio stagione. Urgono riflessioni, o la prossima sarà una stagione di anonimato. LEGGI TUTTO

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    Gp USA F1, le pagelle: un Hamilton d’annata, il solito Verstappen e un ottimo Stroll

    AUSTIN, TEXAS – OCTOBER 21: Sprint winner Max Verstappen of the Netherlands and Oracle Red Bull Racing and Third placed Charles Leclerc of Monaco and Ferrari talk in parc ferme during the Sprint ahead of the F1 Grand Prix of United States at Circuit of The Americas on October 21, 2023 in Austin, Texas. (Photo by Mark Thompson/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool // SI202310220173 // Usage for editorial use only //Come al solito il Gran Premio degli USA, sul circuito di Austin, regala emozioni e tanto equilibrio tra le vetture della Formula 1. Anche se il risultato finale è il solito (vittoria di Max Verstappen), gli spunti che lascia la corsa in Texas sono diversi. A cominciare dalla grande prestazione di Lewis Hamilton, migliore in pista (nonostante la squalifica finale). Ottima la corsa di Lance Stroll, che torna a battere un colpo con una gara in rimonta dalla pit-lane fino al 9° posto. Fa storcere il naso la strategia della Ferrari con Leclerc, anche lui comunque vittima dello stesso destino di LH44. Questo e molto altro nelle pagelle dell’appuntamento americano.
    VOTO 9 A HAMILTON, CORRE COME AI VECCHI TEMPI
    Che fosse un week-end interessante lo si era capito sin dal venerdì, quando per qualche errore qua e là perde la pole position. Poi al sabato si prende comodamente la seconda posizione nella Sprint Race, fino ad arrivare alla corsa da leone della domenica: ritmo, costanza e aggressività, il marchio di fabbrica dei bei vecchi tempi. Chiude secondo al traguardo, con una strategia diversa poteva anche vincere, ma sarebbe stato tutto vano: la beffarda squalifica finale per irregolarità al fondo avrebbe tolto tutto. Ma la sostanza non cambia: Sir Lewis Hamilton sa ancora come far divertire il pubblico.
    VOTO 8 A VERSTAPPEN, CANNIBALE SPIETATO
    Nemmeno le briciole. Max Verstappen è insaziabile, e ne porta a casa un’altra. Stavolta in un week-end non così facile come potrebbe sembrare: tra errori in qualifica e problemi ai freni in gara, stavolta il campione del mondo se la deve sudare la vittoria, anche partendo dalla sesta posizione. Alla fine, forse, il vero potenziale della sua Red Bull si vede nella Sprint Race, dove massacra gli avversari con un ritmo infernale. Anche questa, non proprio una novità.
    VOTO 7 A STROLL, FINALMENTE REDIVIVO
    Chi l’avrebbe detto che dopo il venerdì nero dell’Aston Martin si sarebbe vista una delle due vetture in zona punti? E soprattutto, chi avrebbe mai immaginato che sarebbe stata quella di Lance Stroll e non quella di Fernando Alonso? Detto che senza il problema tecnico anche lo spagnolo avrebbe chiuso in top-10, questo non toglie merito alla grandiosa rimonta del canadese. Partito dalla pit-lane, il ritorno al vecchio setup restituisce anche a lui sicurezze che sembravano ormai un miraggio, portandolo a suon di sorpassi fino al 9° posto al traguardo. Troppo tardi per dimostrare di meritare il sedile? Chi vivrà vedrà.

    VOTO 6 A SARGEANT, PRIMA VOLTA A PUNTI
    Sembrava impossibile, ma alla fine ce l’ha fatta: Logan Sargeant porta a casa il primo punto della carriera in Formula 1. E lo fa con una gara di sostanza, seppur chiusa al 12° posto al traguardo. Ma complici le squalifiche di Hamilton e Leclerc, ecco che arriva l’inaspettato regalo, proprio sul suolo americano. Una vera boccata d’ossigeno, in un momento molto delicato. E che potrebbe dargli qualche possibilità in più di rimanere nel Circus anche per la prossima stagione.
    VOTO 5 A PIASTRI, ERRORE DA ROOKIE
    Fa strano vedere Oscar Piastri commettere un errore un po’ da rookie come quello che compromette la sua corsa e quella di Esteban Ocon. Forse il primo vero inciampo di una stagione, fin qui, assolutamente positiva. A maggior ragione dopo averci abituato agli ultimi podi. Va detto, comunque, che per tutto il week-end si è trovato molto in difficoltà, ben al di sotto degli standard elevatissimi tenuti dal suo compagno di squadra, che intanto festeggia il quarto podio consecutivo. Il tempo per rifarsi c’è tutto.
    VOTO 4 ALLA STRATEGIA FERRARI CON LECLERC, AVVENTATA
    Col senno di poi, alla fine si può tranquillamente dire che la scelta strategica della Ferrari con Charles Leclerc si è rivelata molto azzardata. In ogni caso, la volontà di diversificare le strategie dei due piloti era sicuramente apprezzabile (per una volta), ma probabilmente è stato scelto (per l’ennesima volta) il pilota sbagliato. Per tutto il week-end il monegasco ha dimostrato di averne di più del compagno di squadra, e con una scelta più razionale, probabilmente avrebbe avuto il ritmo per superare Lando Norris nel finale, ormai in crisi. Ma, ironia della sorte, la squalifica finale forse “salva” il muretto rosso. LEGGI TUTTO