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    F1, La Ferrari ha stoppato gli sviluppi della SF-23 a fine luglio

    La Ferrari ha ufficialmente stoppato gli sviluppi della SF-23 a fine luglio. A confermarlo è stato Fred Vasseur, in una recente intevista.

    La Ferrari SF-23 non sarà più testata in galleria del vento. Gli sviluppi che vedremo sulla monposto della Scuderia di Maranello, da qui a fine anno, saranno pezzi già deliberati prima della pausa estiva e che saranno lavorati e portati poi in pista nei prossimi mesi.
    A confermarlo è stato Fred Vasseur, in una recente intervista a Gazzetta.it, nel quale il Team Principal della Ferrari ha mosso critiche ai suoi piloti e ha rivelto i punti deboli della SF-23.
    “Per questa stagione abbiamo fermato gli sviluppi in galleria del vento a fine luglio, ma abbiamo pezzi già deliberati e in lavorazione che porteremo fino al Qatar o Austin”, le parole di Vasseur.
    Lo stesso Team Principal della Scuderia di Maranello, parlando della monoposto del prossimo anno, ha anche anticipato: “Per la monoposto per il 2024 siamo ancora ai concetti filosofici. I numeri dicono che devi essere aggressivo nel progetto ma con le simulazioni e le equazioni siamo già al massimo. Dobbiamo ragionare diversamente, trovare margini grazie ai quali i piloti possano guidare senza essere sempre al limite. E comunque la scadenza per la nuova rossa non è la fine dell’anno, dobbiamo essere pronti per il Bahrain a marzo. Abbiamo davanti a noi ancora molti mesi”.

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    F1, Vasseur: “Abbiamo capito perché la Ferrari SF-23 non è vincente”

    Fred Vasseur, in una lunga e interessante intervista alla Gazzetta, ha parlato dei problemi che hanno afflitto e affliggono la SF-23.

    “Se si analizzano i dati – ha dchiarato il Team Principal della Ferrari in un’intervista a Gazzetta -, in qualifica siamo staccati di uno 0,2% dalla Red Bull, a volte dello 0,4 ma in alcune occasioni abbiamo fatto meglio di loro (a Baku, per esempio; n.d.r.). Il delta nel GP è invece molto maggiore, quindi tutta la differenza si manifesta sul ritmo gara. Come peraltro succede agli altri, basta vedere la Mercedes. Una spiegazione logica è che la Ferrari è difficile da guidare: su un giro secco puoi prendere rischi e tenerla al limite, in corsa non è possibile e la prestazione cala. È un discorso aerodinamico. Nel 2022 eravamo a posto, abbiamo cercato di fare ancora meglio in inverno ma si sottostima il fatto che portare qualcosa all’estremo a volte complica la vita al pilota: la vettura quando si muove diventa imprevedibile, il suo carico è poco costante”.
    Sarebbe quindi da ricercare nella instabilità aerodinamica la chiave dei problemi della SF-23. Questa porterebbe a dei comportamenti poco prevedibili in pista che, soprattutto in gara, complicherebbe la vita ai due piloti.

    Intevista completa su Gazzetta.it. LEGGI TUTTO

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    F1, Hamilton e Alonso al centro del mercato piloti

    Mentre i giochi per il mercato piloti sono quasi chiusi, emergono interessanti retroscena dietro ai possibili movimenti tra i top team come Ferrari, Mercedes, Aston Martin e McLaren.2023 Hungarian Grand Prix, Thursday – LAT ImagesLewis Hamilton e Fernando Alonso stanno condizionando il mercato piloti, da diversi mesi a questa parte.
    Il pilota inglese sta trattando con Mercedes il suo ultimo rinnovo contrattuale. Il sette volte campione del mondo ha intavolato i primi confronti con Toto Wolff già a inizio stagione. Le posizioni erano un po’ distanti e, a questo punto, l’entourage di Hamilton ha pensato bene di giocare il Jolly di colore Rosso. I contatti con Maranello hanno portato a formulare le prime ipotesi per un suo passaggio in Ferrari nel 2024. Un irritato Wolff è stato così costretto ad alzare la posta, andando incontro ad alcune bizzarre richieste del suo pilota.
    La mossa di Hamilton è stata sicuramente un diversivo per crearsi un’alternativa anche se la verità è che Hamilton sta ancora in Formula 1 per puntare a vincere l’ottavo titolo. E questo può farlo, nel breve, solo con il suo attuale team. I soldi contano ma non più così tanto. L’attrazione verso la Rossa c’è ma non dovrebbe essere tale da far cadere l’inglese in tentazione.
    Wolff però, dal canto suo, ha dovuto muovere i suoi uomini per pianificare un piano B, nel caso in cui Hamilton dovesse “perdere la testa”. In cima alla lista dei nomi per affiancare George Russell, l’astuto Team Principal della Mercedes ha messo Carlos Sainz.
    I rumors circolati all’interno della Gestione Sportiva Ferrari su un possibile arrivo di Hamilton avevano infastidito molto lo spagnolo che, tra Austria e Gran Bretagna, non ha esitato a manifestare qualche disappunto verso il compagno e la squadra, decisa a “puntare tutto” su Leclerc.
    Qualora Hamilton non dovesse arrivare a Maranello, a rimetterci sarebbe ancora una volta solo la Ferrari che uscirebbe indebolita nei rapporti tra gli attuali piloti e nella fiducia dello spagnolo verso il team.

    Il secondo nome sulla lista di Toto è Lando Norris. L’attuale pilota McLaren è stato contattato anche se sarebbe un po’ più difficile strapparlo ad Andrea Stella.
    E qui entra in gioco però Fernando Alonso. Lo spagnolo è molto apprezzato dall’attuale Team Principal della McLaren. Non dimentichiamo che fu proprio Alonso a “portare” l’italiano della Ferrari in Inghilterra come suo ingegnere di pista, nel team di Woking.
    Anche per Alonso la “rottura” con Aston Martin non sarebbe così semplice da ottenere ma alcune clausole giocherebbero a suo favore. Inoltre Alonso non sarebbe tanto gradito ad Honda che, dal 2026, sarà fornitore della Power Unit al posto di Mercedes.
    E con Hamilton in Ferrari, Norris in Mercedes, Alonso in McLaren, per Sainz si aprirebbero le porte proprio dell’Aston Martin.
    Fanta mercato? Lo scopriremo presto, forse già al rientro dopo la pausa estiva tra il Gran Premio d’Olanda a Zandavoort e quello d’Italia a Monza. LEGGI TUTTO

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    F1, Le pagelle di metà stagione: Red Bull quasi perfetta, Ferrari deludente

    MIAMI, FLORIDA – MAY 07: Race winner Max Verstappen of the Netherlands and Oracle Red Bull Racing celebrates on the podium during the F1 Grand Prix of Miami at Miami International Autodrome on May 07, 2023 in Miami, Florida. (Photo by Mark Thompson/Getty Images) // Getty Images

    Siamo nel pieno del cosiddetto summer shutdown, le due settimane imposte dal regolamento in cui le squadre chiudono le porte delle loro aziende per la pausa estiva. È il tempo dei primi bilanci, in cui i vertici dei team, inseguitori in primis, si focalizzano sulle migliorie da apportare al rientro, sia in ottica campionato, ma anche e soprattutto pensando alla stagione ventura. Proviamo dunque a dare una valutazione a ciò che ha raccontato la pista in questi primi dodici round stagionali.
    Red Bull: 9.5
    Dal momento che la squadra è in lizza per battere numerosi record e le gare in programma lo consentono eccome, il 10 ce lo teniamo per la fine della stagione. C’è poi il neo legato a Sergio Perez, che dopo un inizio infiammante di mondiale, è finito nell’ombra dopo il sorpasso di Verstappen a Miami. Nei round di Budapest e Spa il messicano sembra aver ritrovato la quadra per compiere ciò che gli chiede la squadra. Dall’altro lato del box risiede sul trono la perfezione in formato pilota. Il 2023 di Verstappen è iniziato e sta proseguendo nel segno di un solo ordine: dominare. Super Max si è mostrato perfetto in ogni condizione a bordo di una monoposto altrettanto impeccabile. Impossibile dividere in percentuale i meriti della RB19 e di Verstappen, quel che è certo è che il due (quasi tre) volte campione del mondo olandese, mostra una confidenza tale da far sembrare che stia guidando nel salotto di casa.
    Mercedes: 6
    2023 Hungarian Grand Prix, Friday – LAT ImagesQuello che ha mostrato la stella a tre punte nella prima metà del mondiale non è lo scenario che si prefigurava Toto Wolff nella scorsa pausa invernale. La Mercedes merita comunque la sufficienza dal momento che sembra poter avere la continuità necessaria per chiudere il campionato alle spalle dei dominatori incontrastati di casa Red Bull. Una sufficienza che vogliamo assegnare anche per l’ammissione di colpe da parte della stessa squadra, nei confronti della filosofia zero-sidepod, rivelatasi fallimentare. Come ha però ammesso lo stesso Toto, il team andrà in vacanza non senza grattacapi. A Spa è riemerso il problema del bouncing, che ha condizionato le prestazioni dell’ultimo anno e mezzo e che si pensava fosse arginato.
    Aston Martin: 8
    La scuderia di Lawrence Stroll è stata protagonista di uno degli step in avanti più importanti degli ultimi anni. Nel 2022 il team aveva chiuso come settima forza, beffato al fotofinish dall’Alfa Romeo. Per due terzi della prima parte di campionato l’Aston ha espresso performance da seconda forza e i sei podi di Fernando Alonso sono qui a dimostrarlo. Il pilota asturiano si è finalmente trovato nella realtà che cercava da tempo. Una vettura competitiva per chiudere a podio e che permettesse di mostrare costantemente la grinta e lo spirito combattivo di un 42enne più giovane che mai. Il voto potrebbe essere ancor più importante, se non fosse che gli aggiornamenti portati dal Canada in poi non stanno dando gli effetti desiderati. Mercedes e Ferrari hanno recuperato il gap che era emerso ad inizio anno, con la McLaren che si è aggiunta alla mischia.

    Ferrari: 4.5
    La presentazione in pompa magna con tanto di audace shakedown in mondovisione aveva creato non poche aspettative sulla stagione della rossa. Ma si sa, l’amore non è sempre rose e fiori e la decisione di presentare la monoposto a San Valentino è stata tutt’altro che benaugurante. L’obiettivo era quello di invertire la tendenza rispetto ad un 2022 non così brillante. A valle della prima metà di questa stagione, sono parecchi i tifosi che rimpiangono una F1-75 che aveva comunque ottenuto quattro vittorie stagionali. Le speranze del 2023 si erano già affievolite nella notte del Bahrain, per poi spegnersi del tutto nelle tappe immediatamente successive. Con la SF-23, Charles Leclerc e Carlos Sainz hanno raccolto complessivamente 123 punti in meno rispetto a quanto avevano ottenuto nella passata stagione dopo dodici GP. Se da un lato bisogna inchinarsi al lavoro eccellente che è stato compiuto a Milton Keynes, dall’altro bisogna riconoscere come tre podi in dodici gare rendano il bilancio più pesante di una leggera insufficienza.
    McLaren: 7
    Andrea Stella, Team Principal, McLarenUna valutazione che è quasi una media fra un inizio di stagione disastroso e un successivo miglioramento nel segno dell’eccellenza. Andrea Stella lo aveva professato in sede di presentazione a febbraio. La pazienza era il fattore chiave che aveva richiamato il neo team principal della scuderia di Woking. Hard work always pays off. Una frase che inquadra perfettamente il percorso compiuto finora dalla McLaren. Nelle prime gare la squadra in più occasioni è stata l’ultima forza della griglia. Gli aggiornamenti sopraggiunti fra Spielberg e Silverstone hanno regalato a Norris e Piastri un netto cambio di marcia. I risultati parlano chiaro: tre piazzamenti consecutivi a podio (fra GP e sprint) negli ultimi tre weekend prima della pausa. Una vettura che ha permesso anche l’esplosione del talento di Oscar Piastri. Il rookie australiano ha iniziato ad esprimere anche in F1 ciò che aveva prepotentemente mostrato nelle categorie propedeutiche. Gli ingredienti per un futuro roseo ci sono eccome.
    Alpine: 5
    Lo step in avanti compiuto dalla McLaren, ha relegato la scuderia transalpina in quella che profanamente possiamo identificare come “la terra di nessuno”. Un livello complessivamente più importante rispetto alle scuderie di terza fascia, ma non sufficiente per competere con il pacchetto di squadre che stanno dando una chiave di lettura alternativa al dominio Red Bull. Nei primi dodici appuntamenti sono arrivati un paio di lampi da parte dall’Alpine. Al sempre prestigioso podio di Monaco conquistato da Esteban Ocon, si è aggiunto il terzo posto di Pierre Gasly nella sprint di Spa, che ha una valenza simbolica anche più importante. Infatti ciò che lascia numerose incognite è la situazione al di fuori della pista. I dissapori che erano emersi nei mesi scorsi ai piani alti dell’equipe, sono esplosi proprio nel corso del fine settimana belga, con l’appiedamento di Otmar Szafnauer, Alan Permane e Pat Fry. Molti fra gli addetti ai lavori si sono chiesti il perché del comunicare dei licenziamenti a weekend di gara in corso, ma ciò riassume forse come il clima in casa Alpine sia tutt’altro che sereno.
    Williams: 6
    Il fatto che seguendo l’ordine dell’attuale classifica costruttori siamo arrivati a parlare delle Williams è sintomo del buon lavoro della squadra inglese. Dopo stagioni buie o quasi, James Vowles sembra aver impresso al team una piega positiva in ottica futura. In più occasioni la Williams ha dimostrato di poter dire la sua soprattutto in qualifica, ampliando le opportunità per conquistare i punti alla domenica. Uno dei jolly di questa prima parte di stagione della squadra è stato finora un brillante Alexander Albon. Il Thailandese gara dopo gara sta costruendo una confidenza sempre più solida con la vettura, un fattore che è valso finora quattro apparizioni in Q3 e tre chiusure a punti. A farne le spese è forse un Logan Sargeant che non sta disputando un buon anno di esordio. Il rookie statunitense è chiamato ad un’inversione di tendenza al rientro delle vacanze.
    Haas: 4.5
    Una prima parte di stagione lontana dai riflettori da parte della scuderia capitanata da Guenther Steiner. Seppur si siano presentate poche occasioni all’orizzonte, la squadra ha finora concretizzato poco. La velocità che si è vista a tratti sul fronte del giro secco, non è si rispecchiata nel passo gara. A farne le spese i due piloti, che spesso si sono dovuti arrendere alla concorrenza, pur senza aver commesso particolari sbavature o errori. Il duo Hulkenberg-Magnussen resta quello più adatto ad una squadra che necessita di piloti con un bagaglio tale da fornire le informazioni giuste per progredire. Un progresso che dal punto di vista tecnico finora non si è visto. Gli aggiornamenti portati in pista non hanno soddisfatto le aspettative della squadra.
    Alfa Romeo: 4
    Sicuramente non ci si aspettavano prestazioni di primo pelo, ma il fil rouge della prima metà di campionato dell’Alfa Romeo è stato tutt’altro che positivo. Soltanto nove punti conquistati in dodici gare, quattro dei quali sono arrivati nella gara d’apertura in Bahrain. Lo scorso anno i punti dopo 12 GP erano 51, salvo poi una brusca frenata nella seconda metà dell’anno. Una monoposto che ha messo in difficoltà anche un pilota di esperienza come Valtteri Bottas. Il finlandese sta faticando non poco a trovare la confidenza con la C43. Bottas da questo punto di vista sta pagando anche nel confronto con il compagno di squadra di Guanyu Zhou, che ha mostrato qualche lampo in più, seppur isolato. Un esempio è stato il weekend di Budapest, dove il cinese ha però vanificato un’ottima qualifica con un errore al via. Un’occasione mancata che avrebbe potuto portare una boccata d’aria fresca al team, quantomeno in termini di punti.
    AlphaTauri: 5
    Le difficoltà di comprensione della monoposto che spesso avevano accusato i piloti nella scorsa stagione, si sono riflesse anche in questa prima metà di campionato. Se la AT04 non ha dato finora l’impressione di poter imprimere un cambio di passo alla stagione del team faentino, non si può dire lo stesso sul fronte piloti. Nonostante una competitività che non può essere sufficiente, Yuki Tsunoda ha comunque avuto la possibilità di mostrare qualche bagliore in pista. Il giapponese ha agilmente messo alle sue spalle l’ormai ex compagno di squadra Nyck De Vries e si prepara ad affrontare l’esame del confronto con Daniel Ricciardo. La bocciatura di De Vries, per quanto figlia della severa politica Red Bull, potrebbe rivelarsi una scelta giusta anche in ottica futura. L’esperienza dell’australiano è ciò di cui il team ha bisogno sul fronte dei feedback per gli sviluppi. LEGGI TUTTO

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    Ferrari approccia la pausa estiva per riordinare idee e macchina

    Mettere la testa al fresco dopo una stagione più che deludente è proprio quello che ci vuole per gli uomini in rosso; l’ultimo gran premio disputato, quello in Belgio, ha illuso i tifosi ferraristi con un podio frutto più di particolari circostanze che di un lavoro che finalmente dà i suoi frutti. Anzi, questi frutti sembrano proprio non arrivare, come se una metaforica estate ferrarista non sia mai esplosa davvero e, a questo punto, non esploderà mai.
    Il proclama è lo stesso da anni: “ci stiamo già concentrando per la macchina del prossimo anno”. Un eterno ritorno all’uguale che assomiglia più a una prigione che a una prospettiva di successo. Dopo le promesse di riscatto iniziale, tutto è finito presto in una bolla di sapone fatta di delusioni e amarezze. La SF-23 non è una macchina minimamente all’altezza della Red Bull, anche se c’è da dire che da questo punto di vista è in ottima compagnia.
    Ma non vale la scusa del “mal comune, mezzo gaudio“. Non c’è proprio nulla di cui rincuorarsi, altresì c’è da rimboccarsi le maniche e bagnarsi d’umiltà. La Ferrari non rappresenta più da anni il pinnacolo della Formula 1: per tutti non è un segreto, tranne che a Maranello. Il mese di agosto, quindi, servirà a tutto il team e all’ambiente per ricalibrare gli obiettivi a breve termine. Solo a piccoli passi si potrà tornare nelle posizioni che competono alla Ferrari e alla sua storia.

    Ecco perché l’obiettivo da raggiungere entro la fine della stagione è quello di mettere in pista un’auto con i giusti assetti, considerando che neanche i tecnici di Maranello riescono a capire la loro stessa creatura. Sembra paradossale, specie se si pensa che siamo arrivati al mese di agosto, ma questa è la situazione attuale, malinconicamente confermata anche dal team principal Frederic Vasseur.
    L’imminente rinnovo di Charles Leclerc potrebbe dare maggiore serenità sia alla squadra che ai tifosi, avendo la consapevolezza di avere ancora per molti altri anni un fenomeno alla guida e sempre più al centro del progetto. Certo, si dovrà risolvere la situazione di Carlos Sainz, ma lo spagnolo conosce bene, in cuor suo, la posizione che ricopre all’interno del team. La questione piloti, come sempre, rimane l’ultimo dei problemi della Ferrari.
    Un mese di vacanza e si torna a girare, a Zandvoort, a casa di Max Verstappen. Inutile dire chi vincerà. Invece, sarà molto importante una conferma della Ferrari come seconda forza: un altro podio, il secondo consecutivo, potrebbe dare slancio all’ultima parte di stagione della Rossa e far lavorare meglio la squadra in fabbrica, anche in previsione del 2024. Anche se questa Red Bull sembra avere un vantaggio talmente ampio che illudersi per l’anno prossimo sarebbe controproducente. LEGGI TUTTO

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    Aston Martin, esaurita la spinta iniziale resta solo Alonso

    Portrait, TS-Live, Red Bull Ring, GP2309a, F1, GP, AustriaFernando Alonso, Aston Martin F1 TeamDoveva essere la stagione del rilancio nelle posizioni nobili della classifica per Aston Martin, e per certi versi la è stata. Il terzo posto in classifica costruttori a metà 2023 è sicuramente un dato incoraggiante, viste le annate di purgatorio sportivo vissute in precedenza. Ma è fuor di dubbio che negli ultimi appuntamenti l’iniziale spunto sembra essere andato scemando, lasciando Fernando Alonso solo a lottare contro vetture ben più performanti.
    Un inizio di stagione incredibile
    Più di qualcuno, la passata stagione, vedendo Alonso accettare l’offerta di Lawrence Stroll, ha iniziato a pensare che dalle parti di Silverstone qualcosa stesse cambiando. E, in effetti, già dai primi test in Bahrain, con i tempi e soprattutto i sorrisi di Alonso sott’occhio, questo sospetto ha iniziato a prendere forme ben più definite. In sostanza, Aston Martin è da subito sembrata essere l’unica in grado di poter in qualche modo mettere i bastoni tra le ruote delle due Red Bull.
    E, in effetti, nei primi appuntamenti del Mondiale 2023 è stato veramente così. Sono ben sei i podi messi a referto fino ad ora da Fernando Alonso, vero valore aggiunto di questa squadra. Fino al GP del Canada, Aston Martin è sembrata essere nettamente superiore anche a Mercedes. Quando però i rivali hanno iniziato a sviluppare, a trovare nuove soluzioni sulle vetture, ecco che sono iniziati i problemi.
    Al ritorno dal nord America, ma già a partire da Barcellona, è parso evidente come la AMR 23 stesse iniziando a segnare il passo rispetto alle altre macchine in pista. E, in effetti, da quel momento in avanti, le difficoltà si sono fatte sempre più evidenti, con il minimo stagionale toccato in Ungheria, con il nono posto. Da qui, il sorpasso subito da parte del team di Brixworth: 247 punti contro i 196 di Aston Martin. In alcune occasioni (rare, per la verità), anche Ferrari è sembrata in grado di metterla in difficoltà, quando a inizio stagione era lontanissima.
    I piloti: Alonso è una garanzia, Stroll oggetto misterioso
    Che dire dei piloti Aston Martin? Di Fernando Alonso si è parlato e scritto tanto, forse troppo. Certo è che, a 42 anni suonati, il pilota asturiano resta uno dei migliori del lotto, e inizialmente pareva poter finalmente dire di aver vinto la sua ennesima scommessa. Sei podi sono certamente un bottino importante, che fa gola a tanti top drivers, e gli hanno concesso fino ad ora di issarsi al terzo posto in classifica Piloti con 149 punti.
    Certo, il mese di luglio è stato abbastanza difficile, complice il calo delle prestazioni rispetto ai rivali. Fernando però non molla, e vuole cercare a tutti i costi la vittoria in questo 2023. Accanto a lui, Lance Stroll non ha saputo sfruttare la crescita Aston Martin. Il canadese sembra essere sempre più smarrito; mai competitivo, va in vacanza con più di cento punti di distacco dal team mate. Non ci siamo certamente, e le voci che lo vogliono fuori dal Circus a partire dal 2024 si fanno sempre più importanti.

    Le prospettive: serve una ripresa rapida
    Difficile dire cosa riserverà la seconda parte di stagione al team in livrea British Green. Se si guarda ai primi mesi dell’anno, tutto pare roseo, ma in realtà il calo di luglio lascia più di una perplessità. Se Alonso e Stroll vogliono continuare a portare a casa risultati competitivi, vittoria compresa, tutta la squadra deve darsi una mossa importante, perché gli avversari non stanno fermi a guardare.
    In sostanza, Mercedes è il benchmark principale, ma Aston Martin non può perdere di vista il ritorno della competitività in casa McLaren, e anche della Ferrari, che probabilmente a Monza porterà un ulteriore step evolutivo per dare la caccia al secondo posto. Insomma, impossibile andare a prendere Red Bull, ma per il secondo posto nei Costruttori la battaglia è ancora apertissima. LEGGI TUTTO

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    Mercedes, decisamente la seconda forza del mondiale F1 2023

    A metà stagione 2023, all’interno del dominio della premiata ditta Red Bull-Verstappen, in seconda posizione spunta la Mercedes. Il team di Brackley, forte anche di un Lewis Hamilton molto più in palla rispetto alla passata stagione, è riuscito fino ad ora ad essere ben più costante dei rivali, trovandosi così ad essere il migliore degli inseguitori.2023 Belgian Grand Prix, Saturday – LAT ImagesProblemi del 2022 risolti solo in parte
    I punti raccolti fino ad ora da Mercedes in questo 2023 sono 247, praticamente la metà rispetto ai battistrada. Troppo pochi rispetto alle aspettative di Toto Wolff, che a inizio stagione aveva spronato i suoi uomini a tornare ad essere il benchmark, il punto di riferimento di questa Formula 1, che invece continua a viaggiare in una direzione diversa rispetto a quella presa dai tecnici di Brackley.
    C’è un dato molto importante da considerare: aver continuato con la filosofia zero-pod adottata a partire dalla passata stagione non ha pagato. La vittoria, anzi, la doppietta ottenuta al termine della passata stagione in Brasile aveva illuso James Allison e tutti gli uomini del reparto tecnico di essere sulla strada giusta, ma così evidentemente non era e non è tutt’oggi.
    La W14, almeno ad inizio stagione, ha dimostrato di avere risolto solo in minima parte i problemi del 2022, trovandosi in ritardo rispetto non solo a Red Bull, ma anche ad Aston Martin. Le evoluzioni portate a partire da Barcellona hanno migliorato la situazione in maniera sensibile, ma il porpoising resta presente e molto fastidioso per entrambi i piloti.
    I piloti: Lewis tornato su standard altissimi
    Chi si aspettava un Lewis Hamilton ormai rassegnato a fare da sparring partner rispetto al team mate ha dovuto ricredersi in questo 2023. L’inglese, infatti, sembra essere sicuramente più in palla del 2022, in cui ha terminato alle spalle di Russell. Alla pausa, Hamilton è il primo dei due Mercedes, in quarta posizione in classifica con 148 punti, staccato solo di una lunghezza rispetto ad Alonso. La pole position in Ungheria, ad oggi, è sicuramente la perla della stagione, che conta anche i podi in Australia, Canada, Spagna e Gran Bretagna.
    Non è stata una buona prima parte di campionato, invece, per George Russell. Il pilota di King’s Lynn, che veniva da un 2022 in cui aveva regolato il più esperto team mate, ha fatto tanta fatica ad adattarsi alla nuova vettura, soprattutto nella prima parte di stagione. I 99 punti racimolati, a pari con Leclerc, sono la dimostrazione di una difficoltà importante, evidenziata in particolare nella prima parte di una stagione fino ad ora priva di acuti.

    Target minimo: restare in seconda posizione
    Posto che Red Bull oramai è imprendibile, il target della Mercedes F1 non può che essere mantenere la seconda posizione in campionato. “È frustrante andare in vacanza in questa situazione”, ha dichiarato Toto Wolff al termine del Gran Premio del Belgio a Spa. Sicuramente il livello non è quello che ci si aspettava, soprattutto perché sembra di rivedere in qualche modo il deludente 2022.
    I problemi sono stati risolti solo in minima parte; un dato positivo è certamente il recupero in piena forma di Lewis Hamilton, che ha estratto il massimo dalla sua vettura in pressoché tutte le occasioni. La passata stagione abbiamo assistito ad un recupero importante nelle ultime gare; vedremo se questo sarà il caso. La casa di Stoccarda, però, ad oggi deve guardarsi dal ritorno di una McLaren che sembra essere ritornata ad alti livelli.
    Non sarà dunque facile per gli uomini di Toto Wolff, che però fino ad oggi hanno avuto nella costanza di risultati un valore aggiunto importante. Le prime gare dopo la pausa saranno importantissime, anche per capire che direzione verrà presa in ottica 2024.
    Le ultime novità Mercedes, al GP del Belgio LEGGI TUTTO

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    F1, il grande valore umano nell’incredibile recupero McLaren

    Andrea Stella, Team Principal, McLaren

    Due o una sola McLaren? La domanda sorge spontanea analizzando questa prima metà di stagione 2023 di F1 che ha due soli padroni: Verstappen e Red Bull. Ma è anche un Mondiale in cui la gloriosa scuderia inglese che non vince un titolo dal 2008 ha dimostrato di essere la più resiliente e di avere la maggiore capacità di reazione per tirarsi fuori dalle sabbie mobili. Ad un inizio di campionato 2023 disastroso ha contrapposto un recupero poderoso nell’ultimo mese di Gp da far pensare a due vetture completamente diverse schierate in pista. Da qui il quesito iniziale.
    L’eccezionale risalita della McLaren che ha portato il team da posizioni di centro-basso schieramento lontane anni-luce dai primi fino a raggiungere e insidiare questi ultimi è una grande dimostrazione di valore umano. Evidenzia, in particolare, che quando in F1 si ha uno staff tecnico capace di riconoscere i problemi, che sa dove e come intervenire non c’è bisogno di aspettare l’anno successivo per tornare competitivi. Con due indovinati step di aggiornamenti alla MCL60 in rapida successione tra Austria e Silverstone, la monoposto di Norris e Piastri è diventata una saetta lottando improvvisamente per le posizioni di vertice.

    E pensare che alla prima gara di marzo in Bahrain questa stessa monoposto si schierò undicesima e diciottesima in griglia concludendo al diciassettesimo posto con Norris e ritirata con Piastri per noie elettriche. Le cose non sono andate molto meglio fino all’appuntamento del Red Bull Ring, se non per qualche sporadico bagliore di competitività in Spagna. Poi sono arrivate le modifiche e lo strabiliante salto di qualità. Dall’Austria i due piloti di Zak Brown hanno avuto in mano un mezzo che, gettato nella mischia, ha reagito in modo completamente diverso rispetto a prima su tracciati molto differenti tra loro. Se ci fosse un Mondiale che premiasse la reattività, McLaren lo avrebbe già vinto per distacco.
    Andrea Stella, ai microfoni di Sky Sport F1, dopo il Gp di Ungheria LEGGI TUTTO