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    F1, Da Masahiro Hasemi a Yuki Tsunoda: la storia dei piloti giapponesi in Formula 1

    Con l’arrivo di Yuki Tsunoda, il Giappone torna ad iscrivere un proprio pilota in Formula 1. Il promettente nipponico, classe 2000, sarà il nuovo alfiere della Scuderia Alpha Tauri Honda.

    Tsunoda è reduce da un ottimo 2020. Impegnato in Formula 2 nelle fila del team Carlin, ha ottenuto 3 vittorie ed il 3° posto finale in campionato, alle spalle di Mick Schumacher e Callum Ilott. La motorizzazione Honda ha facilitato l’approdo di Tsunoda in Alpha Tauri, tuttavia il pilota giapponese ha dimostrato in cadetteria ottime capacità e di valere un posto nella scuderia dell’orbita Red Bull.
    Tsunoda è solo l’ultimo pilota del Sol Levante ad essere approdato in Formula 1. La storia dei piloti nipponici in F1 è controversa. Il Paese asiatico ha alternato ottimi ma sfortunati piloti ad altri dalle dubbie qualità, pesantemente e oltremodo criticati dal proverbialmente arrogante pubblico europeo.
    Tutto inizia nel 1976. È il GP del Giappone, disputato sul tracciato del Fuji, quando debuttano per la prima volta nella storia della F1 ben tre piloti giapponesi. Stiamo parlando di nomi illustri del motorsport nipponico ed internazionale: Masahiro Hasemi, Kazuyoshi Hoshino e Noritake Takahara.
    Hasemi è al volante della valida (e bellissima) Kojima KE007-Cosworth DFV del Kojima Engineering, Hoshino è alla guida della privata Tyrrell 007-Cosworth DFV dell’Heros Racing, Takahara, infine, siede nell’abitacolo della Surtees TS19-Cosworth DFV del Team Surtees. Solo Takahara e Hasemi vengono classificati, rispettivamente al 9° e 11° posto.
    A quello stesso GP avrebbe dovuto partecipare anche Masami Kuwashima. Quest’ultimo prende parte alle qualifiche al volante della Williams FW05 del Walter Wolf Racing ma, per ragioni di sponsor, lascerà il posto ad Hans Binder.
    Nel 1975, tuttavia, era stato Hiroshi Fushida a tentare la fortuna in F1. Al volante della non competitiva Maki FC101C-Cosworth DFV del Maki Engineering, è presente a Zandvoort e Silverstone. In Olanda, qualificatosi con l’ultimo tempo, non prenderà parte alla gara a causa di problemi al motore. In Inghilterra, invece, mancherà la qualificazione.
    In occasione del GP del Giappone 1977, la pattuglia nipponica è nutrita e ben rappresentata. Takahara è al volante della Kojima KE009-Cosworth DFV del Kojima Engineering, Hoshino è impegnato con la vettura gemella gestita dall’Heros Racing, Kunimitsu Takahashi, infine, è alla guida della Tyrrell 007-Cosworth DFV del Meritsu Racing Team. Takahashi chiude la corsa al 9° posto, Hoshino all’11°.
    I piloti giapponesi, dunque, sono protagonisti di sporadiche apparizioni, specie in veste di “wild-card” nel GP di casa. Si tratta di piloti veloci, abili, in grado di lottare ad armi pari con i piloti che militano in pianta stabile in F1.
    A conferma della bontà della “prima ondata” di piloti giapponesi, ci viene in aiuto la vittoria tutta “Jap” alla 24 Ore di Daytona del 1992 (IMSA). A vincere la corsa, infatti, è l’equipaggio formato da Masahiro Hasemi/Kazuyoshi Hoshino/Toshio Suzuki, al volante della Nissan R91CP (Lola T91/30) del Nissan Motorsport International di classe LM.
    Satoru Nakajima è, di fatto, il primo pilota giapponese a militare stabilmente in F1. 74 GP effettivi disputati, 1 giro veloce in gara (Adelaide 1989, Lotus 101-Judd), 16 punti conquistati (nella sua epoca, vanno a punti solo i primi 6 classificati).
    Satoru è e rimarrà un’icona, un simbolo di un tempo, di un florido periodo storico. Nakajima porterà in gara la Lotus 99T-Honda (1987), la Lotus 100T-Honda (1988), la Lotus 101-Judd (1989), le Tyrrell 018 e 019-Cosworth (1990) e la Tyrrell 020-Honda (1991).
    Due quarti posti: sono questi i migliori risultati colti da Satoru Nakajma in F1, rispettivamente al GP di Gran Bretagna 1987 e al GP d’Australia 1989.
    Contemporaneo di Satoru Nakajima è Aguri Suzuki. Altro pilota veloce ma che, all’epoca, viene erroneamente ritenuto come una sorta di “corpo estraneo” al mondo della F1, tradizionalmente occidentale e che considera i piloti del Sol Levante solo ed esclusivamente dei “kamikaze” paganti e raccomandati.
    Ma Suzuki, carta canta, è il primo pilota nipponico a salire sul podio di un GP iridato di F1. Lo fa in occasione del GP del Giappone 1990, quando conduce la sua Lola 90-Lamborghini al 3° posto.
    Prenderà parte a 64 GP effettivi, al volante di Lola LC88-Cosworth (1988), Lola LC89B e Lola 90-Lamborghini (1990), Lola 91-Cosworth (1991), Footwork FA13-Mugen Honda (1992), Footwork FA13B e FA14-Mugen Honda (1993), Jordan 194-Hart (1994), Ligier JS41-Mugen Honda (1995). 8 i punti totali conquistati.
    Da dimenticare la stagione 1989, trascorsa in seno al West Zakspeed Racing. La Zakspeed 891-Yamaha è bella ma non balla: il pilota giapponese colleziona 16 (e dico se-di-ci) non pre-qualificazioni consecutive. Dura la vita in F1 negli anni ruggenti…
    Parli di mancate pre-qualificazioni e spunta Naoki Hattori. Il pilota di Tokyo sfida la sorte al volante della Coloni C4-Cosworth in occasione dei GP del Giappone ed Australia. Due le mancate pre-qualificazioni in altrettanti tentativi.
    Ukyo Katayama. Un nome passato alla storia, un pilota che ha caratterizzato le griglie di partenza dei GP Anni ’90. Ben 95 sono i GP effettivi disputati dal buon Ukyo. Solo 5, tuttavia, i punti faticosamente conquistati. Katayama debutta in F1 in occasione del GP del Sudafrica 1992, per poi terminare la sua avventura nella massima formula nel 1997, col GP d’Europa.
    Nel 1992 è alla guida della Venturi LC92-Lamborghini, nel 1993 passa alle Tyrrell 020C e 021-Yamaha, nel 1994 è al volante della semplice ma ben concepita Tyrrell 022-Yamaha. Nel 1995, è la volta della iconica Tyrrell 023-Yamaha, nel 1996 chiude la lunga parentesi nella celebre scuderia britannica alla guida della 024-Yamaha. Il 1997 lo vede alla guida della Minardi M197-Hart gommata Bridgestone.
    Sarà proprio la Tyrrell 022-Yamaha del 1994 a consegnare a Katayama il miglior piazzamento in F1, il quale coincide con i due quinti posti colti rispettivamente ai GP del Brasile e San Marino. Nel medesimo anno, andrà a punti anche a Silverstone: 6° alla bandiera a scacchi.
    Il già citato Toshio Suzuki, nel 1993, disputa i suoi due unici GP di F1. Al volante della Larrousse LH93-Lamborghini, è al via dei GP del Giappone e d’Australia.
    Nel 1994, un altro pilota giapponese si affaccia nel circus iridato. È Ideki Noda, il quale prenderà parte, senza troppa fortuna, ai GP d’Europa, Giappone e Australia al volante della Larrousse LH94-Cosworth.
    Anni ’90, che anni! C’è spazio anche per Taki Inoue. Il pilota nipponico partecipa a 18 GP. La Simtek S941-Cosworth inaugura la sua breve carriera in F1: è il GP del Giappone. Nel 1995, ultima la sua prima ed unica stagione completa in F1 al volante della Footwork FA16-Hart. Discusso e criticato, Inoue porta a casa un onorevolissimo 8° posto al GP d’Italia.
    Nel biennio 1997-1998, è della partita anche Shinji Nakano. Egli si dimostra un buon pilota, sufficientemente veloce seppur impegnato con vetture non di prima fascia. Nel 1997, è al volante della Prost JS45-Mugen Honda, nel 1998 della Minardi M198-Cosworth. Chiude al 6° posto i GP del Canada e Ungheria 1997. Anche in Minardi sfiora la zona punti, terminando al 7° posto il GP del Canada.
    Tora Takagi debutta in F1 nel 1998. Anche nel caso di “Tora-Tora-Tora”, siamo di fronte ad un pilota all’altezza della Formula 1: un pilota che si qualifica e che termina 4 GP nei primi 10 classificati, talentuoso o meno, è in grado di guidare più che degnamente una monoposto di F1.
    Chiudere un GP in settima come in decima posizione, oggi, garantisce punti iridati, per il pilota e per il costruttore. Ma negli Anni ’90 no…
    Nel 1998, Takagi è alla guida della Tyrrell 026-Cosworth, nel 1999, infine, della Arrows A20-Arrows/Hart. Il suo miglior piazzamento in gara coincide con il 7° posto centrato al GP d’Australia 1999. A pieni giri e ad un soffio dalla zona punti.
    Con Takuma Sato, il livello dei piloti giapponesi subisce un evidente, innegabile passo in avanti. Veloce ma troppo presto scartato e dimenticato dalla F1, Sato prende parte a 90 GP effettivi. Jordan EJ12-Honda (2002), BAR 005-Honda (2003), BAR 006-Honda (2004), BAR 007-Honda (2005), Super Aguri SA05/SA06-Honda (2006), Super Aguri SA07-Honda (2007) e Super Aguri SA08-Honda (2008) sono le monoposto condotte in gara dal buon Sato.
    Il bottino totale è pari a 44 punti. Ad impreziosire la carriera di Sato in F1, senza dubbio, vi è il podio ottenuto in occasione del GP degli USA 2004, chiuso al 3° posto.
    Messo alla porta dalla F1 alquanto frettolosamente, Sato troverà fortuna negli USA. Si aggiudicherà due edizioni della 500 Miglia di Indianapolis, nel 2017 e 2020.
    Contemporaneo di Sato è Yuji Ide. Per Ide, l’avventura in F1 dura il tempo di 4 GP: siamo nel 2006, la vettura è la Super Aguri SA05-Honda.
    Più sostanziosa ma ugualmente fallimentare è stata la carriera di Sakon Yamamoto. 21 i GP effettivi tra il GP di Germania 2006 ed il GP della Corea del Sud 2010. Le monoposto condotte dal pilota nipponico sono la Super Aguri SA06-Honda (2006), le Spyker F8-VII/F8-VIIB-Ferrari (2007) e la HRT F110-Cosworth (2010).
    Con Kazuki Nakajima e Kamui Kobayashi possiamo a ragione parlare di “occasioni mancate”, di autentici “what if”. Il figlio d’arte e Kobayashi sono, indiscutibilmente, piloti di elevato valore, degni della F1 e che in F1 — se messi nelle ottimali condizioni — possono, potevano esprimere un enorme potenziale.
    Ma la storia non si scrive coi “se” e coi “ma”. Nakajima (36 anni) ha al proprio attivo 36 GP effettivi in F1 e 9 punti conquistati. Tra il GP del Brasile 2007 ed il GP di Abu Dhabi 2009, è al volante delle Williams FW29, FW30 e FW31 motorizzate Toyota. Il 6° posto agguantato al GP d’Australia 2008 è il suo miglior risultato in F1.
    Divenuto pilota ufficiale Toyota nel World Endurance Championship, conquisterà vittorie e apprezzamenti. Vincerà per ben tre volte la 24 Ore di Le Mans al volante della Toyota TS050 di classe LMP1: nel 2018 e 2019 dividendo l’auto con Fernando Alonso e Sébastien Buemi, nel 2020 assieme a Buemi e Brendon Hartley.
    Kobayashi (34 anni), dal canto suo, disputa 75 GP di F1, debuttando in occasione del GP del Brasile 2009 (Toyota TF109). Nel triennio 2010-2012 è in Sauber (Sauber C29, C30 e C31 spinte dal V8 Ferrari), nel 2014 — all’indomani della non particolarmente fortunata parentesi WEC con AF Corse — è alla guida della Caterham CT05-Renault.
    125 punti conquistati ma, soprattutto, un podio all’attivo: Kobayashi, infatti, chiude al 3° posto il GP del Giappone 2012.
    Rinnegato dalla F1, troverà fortuna nel WEC — in Toyota, al pari di Nakajima — e negli USA. Nel 2019 (con Fernando Alonso, Jordan Taylor e Renger van der Zande) e 2020 (assieme a Ryan Briscoe, Scott Dixon e Renger van der Zande) si aggiudicherà la 24 Ore di Daytona, al volante della Dallara/Cadillac DPi-V.R del Wayne Taylor Racing.
    Yuki, adesso tocca a te. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, John Elkann e il CDA si prendono ancora del tempo per la nomina del nuovo AD

    Si è tenuto ieri, martedì 2 febbraio, il Consiglio di Amministrazione di Ferrari per presentare i risultati finanziari del 2020.
    L’appuntamento poteva coincidere anche con la nomina del nuovo CEO, dopo le dimissioni di Louis Camilleri, per motivi personali, comunicate il 10 dicembre scorso.
    I tempi però non sono ancora maturi e un nome ancora non c’è.
    Il Presidente Esecutivo della Ferrari, John Elkann, che da dicembre ricopre anche Ad Interim il ruolo di AD, ha detto che la Ferrari sta lavorando per trovare un nuovo amministratore delegato, con l’obiettivo di avere “il migliore” a Maranello.
    Nella consueta conference call con gli analisti finanziari sui risultati 2020, Elkann ha sottolineato: “Vogliamo prenderci il tempo necessario per scegliere il migliore CEO possibile per la nostra società” LEGGI TUTTO

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    F1, Mattia Binotto ammette: So che il mio tempo in Ferrari non è infinito!

    Dopo la pessima stagione 2020, il numero uno della Ferrari Mattia Binotto ha ribadito di avere la “piena fiducia e il pieno sostegno” del presidente John Elkann e del vicepresidente Piero Ferrari, ma ha ammesso anche che il suo tempo in Ferrari non è “infinito” e che devono migliorare velocemente.
    Mattia Binotto è subentrato a Maurizio Arrivabene nel 2019, con la Ferrari che è aveva chiuso seconda nel campionato costruttori, dietro a Mercedes. Ma l’anno scorso la stagione è stata tra le peggiori della storia del Cavallino e il miserrimo sesto posto finale nella classifica costruttori può essere definito solo come un clamoroso fallimento!
    Nonostante questo, Binotto è rimasto al suo posto! Le dimissioni di Louis Camilleri dal ruolo di CEO Ferrari ha aiutato la sua permanenza ma la probabile prossima nomina di un nuovo AD potrebbe portare a qualche cambiamento!
    “Non ci sono cambiamenti nei nostri piani, nessun cambiamento in quello che è il nostro futuro”, ha detto Binotto. Come riportato da F1.com, il Team Princpal della Ferrari ha poi aggiunto: “So che il mio tempo non è infinito, certamente. Sono abbastanza consapevole del fatto che, come una squadra, abbiamo bisogno di fare bene e personalmente come Team Principal dovrò fare bene, nelle prossime stagioni”.
    Nel ricordare la stagione 2020, Binotto ha poi aggiunto: “Nel complesso, è stata una stagione molto intensa, densa, difficile per molti aspetti, dove le nostre prestazioni sono state inadeguate. Finire sesto nel costruttori è molto brutto, visto che era dal 1980 che non succedeva. Ma è una stagione in cui penso che abbiamo investito molto nel futuro. Stiamo cercando di creare le basi solide che sono necessarie per diventare molto competitivi e speriamo di aprire un nuovo ciclo per il futuro”.
    La Ferrari nel 2021, con l’arrivo di Carlos Sainz al posto di Sebastian Vettel, avrà insieme a Charles Leclerc una coppia di piloti molto giovane. Il futuro è loro, mentre quello di Binotto pare ormai abbia i giorni contati! LEGGI TUTTO

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    F1, Lewis Hamilton: Il mio obiettivo è l’ottavo titolo. Vicino il rinnovo con Mercedes

    Hamilton, in un’intervista esclusiva a Sport Week (Gazzetta), ha parlato dell’ottavo titolo definendolo “qualcosa di enorme”. La firma sul contratto per il rinnovo con Mercedes ancora non c’è ma pare ormai che sia questione di giorni!

    Il pilota inglese non ha ancora messo la firma sul rinnovo del contratto con la Mercedes ma come riporta Luigi Perna, firma dell’intervista esclusiva pubblicata sul settimanale Sport Week, se ne parlerà a breve.
    Intanto Hamilton non ha esitato a dire che, nonostante i sette titoli mondiali F1 vinti, può ancora migliorare come pilota: “Sono convinto di sì – ha detto il pilota inglese -. Il talento è quello che ci dà madre natura, ma le qualità tecniche possono sempre essere incrementate. Mi riferisco all’applicazione, all’utilizzo degli strumenti, alla comprensione della macchina e al modo in cui comunichi con gli ingegneri del team. Inoltre puoi affinare la preparazione fisica e ottimizzare l’utilizzo delle energie. Tutti aspetti su cui mi concentro per andare avanti”.
    E cosa vuol dire migliorarsi se non vincere l’ennesimo titolo: “L’ottavo titolo è una cosa enorme – ha detto Hamilton –, faccio fatica perfino a pronunciare il numero, però sarà l’argomento di cui tutti parleranno nel 2021 e l’obiettivo su cui focalizzerò i miei sforzi assieme all’incredibile gruppo di persone con cui ho lavorato finora. Ci aspetta una stagione durissima, ve lo assicuro, con la Red Bull che ha dimostrato di essere incredibilmente forte nelle ultime gare dello scorso campionato. Noi abbiamo continuato a usare la massima potenza dei nostri motori, ma loro erano comunque più veloci. Dovremo lavorare parecchio”.
    E con la frase “Ci aspetta una stagione durissimi”, Hamilton mette forse la parola fine ai dubbi sul rinnovo del suo contratto con Mercedes. A giorni quindi potrebbe arrivare la firma e l’annuncio.
    LA COPERTINA DI SPORT WEEK, IN EDICOLA CON GAZZETTA

    L’intervista a Lewis Hamilton su Sport Week ha toccato poi vari altri argomenti, dal razzismo al sociale, dai campioni del passato come Ayrton Senna e Michael Schumacher al suo rapporto con Toto Wolff. LEGGI TUTTO

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    F1 2021, McLaren MCL35M: Come sarà la nuova monoposto con motore Mercedes

    La McLaren sta preparando la stagione 2021 in maniera molto più impegnativa rispetto ai diretti competitors: la nuova vettura di Woking dovrà essere rivisitata in diverse aree per alloggiare il Power Unit Mercedes che, facendo posto al propulsore Renault, sancirà il ritorno in F1, dopo diversi anni,… L’articolo F1 2021, McLaren MCL35M: Come sarà la […] LEGGI TUTTO

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    F1, Vietato sottovalutare la McLaren-Mercedes: a Woking si preparano per il grande salto!

    Il terzo posto nel campionato costruttori, ottenuto lo scorso anno, ha riportato la storica scuderia fondata da Bruce McLaren al vertice della Formula 1. Lì dove gli compete. Li dov’è quasi sempre stata. Il team più importante per storia e tradizione dopo la Ferrari, simbolo di grandi vittorie e grandi piloti. Carlos Sainz è stato un grande protagonista del ritorno della squadra ai piani alti, anche se ora ha lasciato Woking, direzione Maranello. Il suo sostituto è, però, Daniel Ricciardo, uno che, in quanto a determinazione, non ha nulla da invidiargli.
    L’ottimo score ottenuto la passata stagione è sì soddisfacente, ma per la McLaren ancora non abbastanza. Se il 2020 è stato ottimo, il 2021 deve essere l’anno della consacrazione. Delle conferme e dell’ulteriore miglioramento. Gli ingredienti ci sono tutti: un team principal come Andreas Seidl, che si è dimostrato davvero un’arma in più; i risultati gli danno ragione. Per non parlare della coppia piloti, la più simpatica ma anche la più agguerrita della griglia: quella formata da Ricciardo e da Lando Norris, che promettono battaglia ed emozioni a non finire.
    Poi la cosa più importante: il passaggio dalla motorizzazione Renault a quella targata Mercedes. Una mossa che permetterà alla McLaren di sfruttare un doppio vantaggio. Innanzitutto quello di poter usufruire di più cavalli rispetto alla Power Unit transalpina e, quindi, di fare quel passo in avanti per giocarsela finalmente con i top team. Ultima, ma non meno importante, la possibilità di riprogettare la vettura in alcune aree basilari, proprio sfruttando il cambio motore, mentre gli altri dovranno mantenere congelati gli sviluppi.
    Questo potrà rivelarsi fondamentale in vista delle economie del mondiale 2021. Il team di Woking potrà quindi apportare modifiche e ridisegnare totalmente la scatola del cambio e quindi l’intero retrotreno dell’auto, oltre che la fluidodinamica interna e la forma dei sistemi di raffreddamento. La nuova creatura McLaren si chiamerà come la sua predecessora, MCL35, ma con l’aggiunta di una M finale, quella di Mercedes. MCL35M. Solo una lettera in più, quindi, ma che vale molto, molto di più. Appuntamento il 15 febbraio per la presentazione ufficiale. LEGGI TUTTO

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    F1 2021, Le ultime novità sugli orari di Gran Premi e prove libere

    Le prime due sessioni di prove libere (FP1 e FP2) avranno la durata di un’ora. Il via delle gare confermato all’ora esatta e non più dopo 10 minuti!

    Liberty Media ha ufficializzato oggi gli orari di prove libere, qualifiche e gare. Come vi avevamo già anticipato, ci saranno novità.
    Le due sessioni di prove libere del venerdì saranno ridotte di mezz’ora, passando da un’ora e mezza a un’ora ciascuna. Altra novità, l’orario di partenza dei Gran Premi: si torna all’antico con il giro di formazione che scatterà all’ora esatta e non più dieci minuti dopo, come negli ultimi anni.
    Qui sotto potete trovare il Calendario completo con i 23 appuntamenti in programma per il Campionato Mondiale F1 2021. Alcune date e location sono ancora da confermare ma ora gli orari dei tre turni di prove libere, delle qualifiche e del via della gara sono ufficiali e definitivi.
    Calendario F1 2021: ORARI TV, ESCLUSIVE (SKY), DIRETTE (SKY e TV8) E DIFFERITE (TV8)

    Data GRAN PREMIO FP1 FP2 FP3 QUALI GARA TV*
    21 Marzo Gp Australia, Melbourne //// Posticipato al 21 Novembre ////
    28 Marzo Gp Bahrain, Sakhir 12:30 16:00 13:00 16:00 16:00 Sky
    18:00 18:00 TV8
    11 Aprile Gp Cina, Shanghai 05:00 09:00 06:00 09:00 08:10 Sky
    15:00 15:10 TV8
    18 Aprile Gp Emilia Romagna, Imola 11:30 15:00 12:00 15:00 15:00 Sky
    18:00 18:00 TV8
    02 Maggio Gp Portogallo, Portimao (TBC) 11:30 15:00 12:00 15:00 15:00 Sky
    18:00 18:00 TV8
    09 Maggio Gp Spagna, Barcellona 11:30 15:00 12:00 15:00 15:00 Sky
    18:00 18:00 TV8
    23 Maggio Gp Monaco, Monte Carlo 11:30 15:00 12:00 15:00 15:00 Sky
    18:00 18:00 TV8
    06 Giugno Gp Azerbaijan, Baku 10:30 14:00 11:00 14:00 13:00 Sky
    18:00 18:00 TV8
    13 Giugno Gp Canada, Montreal 16:30 21:00 17:00 19:00 19:00 Sky
    21:00 21:00 TV8
    27 Giugno Gp Francia, Le Castellet 11:30 15:00 12:00 15:00 15:00 Sky
    18:00 18:00 TV8
    04 Luglio Gp Austria, Spielberg 11:30 15:00 12:00 15:00 15:00 Sky
    18:00 18:00 TV8
    18 Luglio Gp Gran Bretagna, Silverstone 11:30 15:00 12:00 15:00 15:00 Sky
    18:00 18:00 TV8
    01 Agosto Gp Ungheria, Budapest 11:30 15:00 12:00 15:00 15:00 Sky
    18:00 18:00 TV8
    29 Agosto Gp Belgio, Spa 11:30 15:00 12:00 15:00 15:00 Sky
    18:00 18:00 TV8
    05 Settembre Gp Olanda, Zandvoort 11:30 15:00 12:00 15:00 15:00 Sky
    18:00 18:00 TV8
    12 Settembre Gp Italia, Monza 11:00 15:00 12:00 15:00 15:10 Sky
    18:00 18:10 TV8
    26 Settembre Gp Russia, Sochi 11:30 15:00 12:00 15:00 15:00 Sky
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    03 Ottobre Gp Singapore, Singapore 10:00 13:30 11:00 14:00 13:00 Sky
    18:00 18:00 TV8
    10 Ottobre Gp Giappone, Suzuka 03:30 07:00 04:00 07:00 06:00 Sky
    14:00 14:00 TV8
    24 Ottobre Gp USA, Austin 17:30 21:00 18:00 22:00 20:00 Sky
    23:00 21:00 TV8
    31 Ottobre Gp Messico, Città del Messico 17:30 21:00 17:00 20:00 20:00 Sky
    21:00 21:00 TV8
    07 Novembre Gp Brasile, Interlagos 15:30 19:00 16:00 19:00 18:00 Sky
    21:00 21:00 TV8
    21 Novembre Gp Australia, Melbourne 02:30 06:00 04:00 07:00 07:00 Sky
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    05 Dicembre Gp Arabia Saudita, 13:30 17:00 14:00 17:00 07:00 Sky
    15:00 15:00 TV8
    12 Dicembre Gp Abu Dhabi, Abu Dhabi 10:30 14:00 11:00 14:00 14:00 Sky
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    F1, Carlos Sainz: Non c’è posto migliore della Ferrari per vincere il mondiale!

    La prima intervista di Carlos Sainz da pilota della Scuderia Ferrari. Il pilota spagnolo ha le idee chiare e le sue motivazioni sono molto alte.

    Dopo i primi 150 giri coperti tra l’intera giornata di ieri e la mattinata odierna, Carlos Sainz ha rilasciato la sua prima intervista da pilota Ferrari.
    Qui sotto il Q&A completo.
    Cosa significa per te l’arrivo alla Ferrari?
    “Quando avevo dieci anni andai al Gran Premio di Spagna a Barcellona ed ebbi la fortuna di incontrare uno dei miei eroi, Michael Schumacher, e di visitare il garage della Ferrari: l’atmosfera era semplicemente unica, non esiste nulla di simile. Quindi, credo che il modo più facile per descrivere cosa significhi per me essere parte della Scuderia è che si realizza un sogno di quando ero bambino! Detto questo, indossare la tuta rossa e guidare per questa squadra rappresenta molto di più: come pilota è un grande onore e una grande responsabilità che non vedo l’ora di iniziare e vivere”.
    Si dice che i bambini giochino sempre con le macchinine rosse: è stato così anche per te?
    “Verissimo! Avevo molte macchinine giocattolo rosse e anche il mio primo kart era tutto di quel colore. Oggi anche l’emoji che identifica su WhatsApp le macchine da corsa è rosso! Ogni pilota e ogni tifoso sa cosa rappresenta la Scuderia Ferrari e anche se non si è interessati al motorsport o se non piacciono in assoluto le automobili, si riconosce il marchio e si associa il colore rosso alla Ferrari”.
    Qual è la tua ambizione come pilota Ferrari?
    “Sin dal primo giorno in cui ho iniziato a correre in kart avevo due soli obiettivi in mente: diventare un pilota di Formula 1 e vincere il titolo mondiale. Dopo aver ottenuto il primo, tutta la mia energia e i miei sforzi sono indirizzati a cercare di raggiungere il secondo e non c’è un posto migliore della Ferrari per riuscirci. L’ambizione è di aiutare a creare un team vincente, riportare la Scuderia al vertice, dove deve essere, e conquistare il titolo iridato”.
    Il 2020 è stato un anno difficile per la tua nuova squadra: cosa ti fa pensare che il 2021 possa essere migliore?
    “Ogni squadra attraversa dei momenti difficili, fa parte della Formula 1, ma quello che conta è la capacità di reagire. La storia dimostra che i team che in passato hanno vinto sono in grado di tornare a essere competitivi. La Scuderia è la squadra più vincente nella storia del nostro sport e ci sono delle valide ragioni per questo: se ce n’è una che sulla griglia può ritornare al vertice, questa è la Ferrari. Ho piena fiducia nel progetto e anche se ci dovesse volere un po’ di tempo sono sicuro che, alla fine, la squadra ritornerà a vincere. Quel che è certo è che farò tutto il possibile per fare in modo che questo tempo sia il più breve possibile”.
    Insieme a Charles formerai la coppia di piloti più giovane della Scuderia dal 1968: è uno stimolo o una responsabilità in più?
    “Onestamente, non credo che l’età sia un fattore così rilevante. Semmai è l’esperienza che conta di più in questo sport. Ovvio che più anni hai e più esperienza hai accumulato ma ciò non vuol dire che tu sia necessariamente più veloce: ho solo 26 anni ma ho già alle spalle sei stagioni in Formula 1 e ho guidato per tre squadre prima di arrivare alla Ferrari. Charles ne ha 23 ma andrà a cominciare la sua quarta stagione, la terza con la Scuderia: conosce perfettamente la vettura e la realtà di Maranello. Quello che voglio dire è che, pur essendo una coppia così giovane, non siamo più dei debuttanti e comprendiamo bene che cosa significhi guidare per la Ferrari. Come ho detto in precedenza, non vedo l’ora di assumermi questa responsabilità in maniera positiva e sono sicuro che, insieme a Charles, sapremo dare alla squadra ulteriore motivazione, passione e voglia di vincere”.
    Cosa ti senti di dire ai tifosi della Ferrari nella tua prima intervista in rosso?
    “A tutti i fan della Rossa e alla squadra voglio garantire il mio totale e assoluto impegno. Condividiamo la stessa passione e possono stare sicuri che farò tutto il meglio per renderli orgliosi. Guiderò con tutto il mio cuore in ogni gara e lavorerò duramente lontano dalla pista per aiutare il team a migliorare più velocemente. Sono certo anche che abbiamo in comune l’ambizione di vedere la Ferrari tornare là dove deve essere e, con il loro supporto, sono convinto che ci riusciremo prima. È un grandissimo onore per me gareggiare per i migliori tifosi del mondo e sono impaziente di calarmi nell’abitacolo e correre insieme a tutti loro”. LEGGI TUTTO