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    F1 2023, GP Spagna: Mercedes prepara la lunga rincorsa

    2023 Spanish Grand Prix, Sunday – Jiri Krenekem >”Not bad” dicono da quelle parti. Sì perché questa decantata versione B della W14 Mercedes, apparsa già a Montecarlo, ma sperimentata per la prima volta su una pista provante quale Barcellona, non ha per nulla sfigurato… anzi. Tra il secondo posto di Lewis Hamilton e la terza piazza ottenuta da George Russell (partiva 12esimo), il pacchetto di aggiornamenti tanto atteso, in primis dallo stesso Lewis, ha risposto alla grande. Le frecce d’argento non solo hanno dato la paga ai diretti avversari (Ferrari e Aston Martin), ma sono state addirittura capaci di sconfiggere la RB19 dell’impalpabile Sergio Perez.
    Intendiamoci, per ora e forse per tutto il mondiale 2023, pensare di raggiungere e sfidare la Red Bull di Max Verstappen appare uno scenario utopistico (visti anche i 24 secondi di ritardo pagati alla bandiera a scacchi). Detto questo, di sicuro il team di Wolff, in una pista così rappresentativa dello stato dell’arte come il circuito Catalano, ha lanciato un grande messaggio alle dirette contendenti, candidandosi al ruolo di seconda forza.
    I feedback positivi sono arrivati anche dai piloti: “Sono consapevole che abbiamo qualcosa in cantiere per il futuro e per questo motivo mi auguro che almeno per la fine dell’anno potremo sfidare la Red Bull. Sono molto focalizzato sul fatto che l’anno prossimo avremo la macchina per competere fin dal primo giorno. E più continueremo a spingere questa vettura quest’anno, più questo avrà un impatto anche sul 2024, in un certo senso“, ha commentato Lewis Hamilton.
    Anche George Russell si è dimostrato molto entusiasta dei progressi della vettura: “Sono sorpreso di questo risultato. Partivo molto indietro, ma devo ringraziare il team perché mi ha dato una grandissima macchina. Guardando i tempi dei nostri competitor, Aston Martin e Ferrari, eravamo nettamente più veloci e questo è un bel segnale per il futuro“.

    Ma le buone notizie arrivano anche extra pista, sembrerebbe infatti imminente l’accordo tra Lewis e Toto per il prolungamento del contratto del 7 volte campione del mondo. “Ad oggi non ho ancora firmato nulla, nei prossimi giorni mi incontrerò con Toto Wolff, speriamo di riuscire a concludere qualcosa“, ha dichiarato Lewis. E pensare che qualche settimana fa il campione britannico era stato accostato insistentemente alla rossa.
    Insomma a Brackley sembra stiano accelerando un po’ su tutti i fronti. E chi lo sa… magari se da quelle parti avessero ascoltato dal principio Lewis, cestinando il vecchio disegno zero sidepods, forse ad oggi avremmo ancora un mondiale… LEGGI TUTTO

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    Gp Spagna F1 2023, le pagelle: Verstappen è sempre più una leggenda

    BARCELONA, SPAIN – JUNE 04: Race winner Max Verstappen of the Netherlands and Oracle Red Bull Racing celebrates on the podium during the F1 Grand Prix of Spain at Circuit de Barcelona-Catalunya on June 04, 2023 in Barcelona, Spain. (Photo by David Ramos/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool

    Il Gran Premio di Spagna ha offerto diversi spunti sul mondiale di Formula 1 e le sue gerarchie. Non tanto per la prima posizione, saldamente nelle mani di un Max Verstappen e della sua Red Bull semplicemente perfetti, quanto per chi sta dietro ai campioni del mondo. A partire da una rediviva Mercedes, più forte di una Ferrari anonima e un’Aston Martin stranamente in difficoltà. Tutto questo e molto altro nelle pagelle del week-end in terra catalana.
    VOTO 10 A VERSTAPPEN, SIMPLY THE BEST!
    Se a Monaco il suo era stato un week-end alla Senna, in Spagna veste i panni del miglior Schumacher. Pole, vittoria, giro veloce e tutta la gara in testa: un grand chelem che ribadisce, una volta di più, la superiorità di Max Verstappen e della sua Red Bull sul resto della griglia. Imbarazzante il confronto con Sergio Perez, ancor di più con le altre vetture. Mondiale senza storia, che può riservare record su record per il campione olandese, ormai lanciato verso il terzo titolo iridato consecutivo.
    VOTO 9 ALLA MERCEDES, RINATA IN SPAGNA CON LA W14B
    Il cambio di rotta della Mercedes, che di fatto ha prodotto una vera e propria versione B della W14, ha dato i risultati sperati. Le Frecce Nere sono di fatto la seconda forza del campionato. Il coronamento di un week-end tra alti e bassi, frutto di una qualifica abbastanza mediocre (Hamilton 5°, Russell 12°), arriva in gara: entrambi gli alfieri della casa anglo-tedesca ritrovano quel ritmo costante e competitivo con qualsiasi compound a disposizione, facendo presto un sol boccone di Carlos Sainz. Il doppio podio finale è la ciliegina sulla torta, che ridà morale e speranza di poter, entro la fine del campionato, lottare con la Red Bull per la vittoria.
    VOTO 8 A ZHOU, ARREMBANTE CON LA SUA ALFA
    Nell’equilibrio totale in vigore tra le squadre di metà griglia, a Barcellona emerge l’Alfa Romeo con Zhou. Il pilota cinese si rende protagonista di un bel fine settimana, risultando costantemente più veloce del più navigato compagno di squadra Valtteri Bottas e conquistando, con le unghie e con i denti, un nono posto di assoluto valore. Al termine di una gara molto coraggiosa, con un bel duello tutto asiatico con Yuki Tsunoda, dopo aver lottato persino con l’Aston Martin di Fernando Alonso. Che sia di buon auspicio per il futuro.
    VOTO 7 A TSUNODA, GIAPPONESE (A VOLTE TROPPO) CORAGGIOSO
    La grinta e il coraggio non mancano mai a Yuki Tsunoda, che sta pian piano diventando il leader dell’AlphaTauri. In Spagna, il pilota giapponese della scuderia di Faenza tira fuori gli artigli sin dal venerdì, trovando competitività e costanza nelle prestazioni. In gara, poi, è un costante duello con chiunque gli passi vicino: dal derby d’Asia con Zhou ad Alonso e Ocon, il cui incontro ravvicinato gli costa una penalità di 5″, che lo estromette dalla zona punti, facendolo scivolare al 12° posto. Peccato, avrebbe meritato la top-10.

    VOTO 6 A SAINZ, SALVA IL SALVABILE
    L’attesa in casa Ferrari per gli aggiornamenti portati in Spagna si è tradotta con un risultato mediocre, l’ennesimo. Un altro buco nell’acqua parzialmente ripianato da Carlos Sainz, che nonostante il risultato finale, alla fine non demerita nell’arco del week-end: costantemente più veloce di Leclerc, abile ad artigliare la prima fila in qualifica. Poi, però, i limiti della SF-23 rendono la gara di casa del pilota iberico un mezzo calvario, sverniciato prima dalle Mercedes e poi da Perez. Nonostante tutto non molla, e quantomeno si tiene dietro le Aston Martin. Meriterebbe (non solo lui) una macchina decente.
    VOTO 5 ALL’ASTON MARTIN, BOCCIATA A SORPRESA
    Poteva essere un’altra potenziale occasione per mettere pressione a Max Verstappen e alla Red Bull, e invece nella terra di Fernando Alonso, l’Aston Martin si rivela un fiasco. Davvero sorprendenti le difficoltà nel ritmo e nella velocità da parte della rivelazione del 2023, in particolare con lo spagnolo, davvero mai in grado di giocarsela con i primi. E addirittura battuto anche da Lance Stroll, a sua volta protagonista del miglior week-end di questa stagione. Un tempo sarebbero arrivati i fuochi d’artificio per un 6° e 7° posto, ora invece c’è amarezza; anche qui si capisce l’enorme salto in avanti di questa squadra. Assente, però, in Catalunya.
    VOTO 4 A PEREZ, SCHIACCIATO DAL PESO DI MAX
    Un po’ tutto il mondo confidava nel messicano al fine di poter contrastare un minimo lo strapotere di Max Verstappen. Ma evidentemente, Sergio Perez non ha semplicemente il talento per tenere testa al due (quasi tre) volte campione del mondo. Anche al Motmelò compromette il suo week-end con una qualifica horror, che lo vede uscire nel Q2 con un misero 11° posto. Poi in gara riesce a recuperare fino alla quarta posizione, ma senza alcun guizzo rilevante. E persino lontano dalle Mercedes. Di questo passo, anche il 2° posto nella classifica piloti è a rischio. E forse, non solo quello.
    VOTO 3 A LECLERC, CONTROFIGURA DI UN PREDESTINATO
    Definire un’agonia il fine settimana di Barcellona per Charles Leclerc sembra quasi un complimento. Avvilente il 19° posto in qualifica su un tracciato dove, nel 2022, aveva conquistato una delle pole position più belle della sua carriera. Sia chiaro, le responsabilità non possono essere solo sue, ma evidentemente, anche lui non ha dato il massimo, oltre a una Ferrari ormai incommentabile. E anche in gara, il suo rendimento è stato piuttosto anonimo, imbottigliato in un traffico da cui non è mai stato capace di uscire, portandolo all’11° posto finale. Al termine di una nuova, ennesima “battaglia” con il suo stesso muretto. Una vera e propria depressione, da cui non sembra esserci via d’uscita.
    VOTO 2 ALLA SFORTUNA DI NORRIS
    Il coniglio tirato fuori dal cilindro in qualifica, che ha portato Lando Norris al terzo posto, lasciava presagire un week-end degno della McLaren. Magari non per lottare per il podio, ma almeno per un piazzamento di rilievo in zona punti. Ebbene, nulla di tutto questo: il sogno dura una curva. Il contatto al via con Lewis Hamilton di fatto mette la parola fine su ogni ambizione del team e del pilota inglese, costretto a scivolare nelle retrovie. Un’enorme occasione persa; il ritmo in gara era anche molto competitivo. LEGGI TUTTO

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    F1, Fondi e canali venturi a confronto: Ferrari, Red Bull e Mercedes

    I tre incidenti di Sergio Perez, Lewis Hamilton e Carlos Sainz hanno permesso di mostrare gli inediti fondi delle loro monoposto: Red Bull, Mercedes e Ferrari.

    E’ avvenuto tutto tra venerdì e sabato. Nelle prove libere II, l’incidente del pilota spagnolo della Ferrari ha permesso di scattare alcune foto del fondo della SF-23. I fondi di Mercedes e Red Bull sono stati invece fotografati nella giornata di sabato, rispettivamente durante le prove libere III e le qualifiche.
    Le immagini di questa importantissima parte delle monoposto è qualcosa di veramente atipico e che ha permesso di mettere in evidenza alcune importanti differenze progettuali tra i tre team.
    Il design sviluppato da Adrian Newey è quello che sembra più ricercato ed estremo, con dei profili longitudinali che servono per incanalare al meglio i flussi verso l’estrattore posteriore e sigillare al meglio la vettura al suolo. Qualche concetto analogo anche sul fondo della Mercedes mentre quello Ferrari appare il più “semplice” e pulito.
    Qui sotto il tweet di Formula Data Analysis che mette a confronto i tre fondi

    Ferrari vs Mercedes va RedBull floors
    The plank wear pattern will be studied intensely by the other teams, as it tells you how the car changes its trim through the lap!
    RB’s floor is the most intricate and tri-dimensional (as @dr_obbs mentioned)#F1 #MonacoGP pic.twitter.com/NY72u9HuuW
    — 📈Formula Data Analysis (@FDataAnalysis) May 28, 2023

    Il tweet di Antonio Lobato con il fondo della Mercedes

    La foto que ningún equipo quiere que le hagan 🤦🏻‍♂️ pic.twitter.com/47fxQhdcFd
    — Antonio Lobato (@alobatof1) May 27, 2023 LEGGI TUTTO

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    F1, Nuova Mercedes W14: le prime immagini della versione B [ FOTO ]

    A Monaco debutterà la nuova Mercedes W14. Una vera e propria versione B della monoposto del team tedesco con importanti modifiche a pance, fondo e sospensioni.

    Qui sotto siamo in ingrado di mostrarvi le prime immagini (via @AlbertFabrega, @TeamLH44JAPAN) e le foto della nuova monoposto di Lewis Hamilton e George Russell fotografata oggi nel box Mercedes a Monte Carlo.
    Mercedes W14-B: le nuove pance

    Primera imagen de los muevos pontones de Mercedes.
    First image of the new Mercedes sidepods. #f1 #MonacoGP pic.twitter.com/su38hzjeDN
    — Albert Fabrega (@AlbertFabrega) May 24, 2023

    Mercedes W14-B: le nuove aperture delle pance

    サイドインパクト構造さえ動かせれば…それでも下側の部分は少しでもえぐろうとはした模様
    [📸:@AlbertFabrega] pic.twitter.com/n44Oo7iPBk
    — #TeamLH Japan (@TeamLH44JAPAN) May 24, 2023
    Mercedes W14-B: la nuova sospensione anteriore

    並べれば一目瞭然 pic.twitter.com/n5sx2DxOXp
    — #TeamLH Japan (@TeamLH44JAPAN) May 24, 2023 LEGGI TUTTO

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    Una Formula 1 a due facce, verso un’Imola che non c’è

    MIAMI, FLORIDA – MAY 07: Race winner Max Verstappen of the Netherlands and Oracle Red Bull Racing celebrates with the Red Bull Racing team after the F1 Grand Prix of Miami at Miami International Autodrome on May 07, 2023 in Miami, Florida. (Photo by Jared C. Tilton/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool // SI202305080173 // Usage for editorial use only //Il mondiale di Formula Uno 2023 è morto. Il decesso è stato accertato da addetti ai lavori e tifosi alle 23:03 (ora italiana) di domenica 7 maggio. Niente da aggiungere. Max si è ripresentato al max e ha pensato di dare una bella mazzata all’autostima di Checo Perez (unico possibile contendente al titolo).
    Quel Perez lì, che post qualifica aveva dichiarato: “Max mio unico avversario domani? In una gara normale no, perché a quel punto non dovrebbe avvicinarsi troppo a me, ma con le Safety Car e tutte le situazioni che possono verificarsi lo aiuterebbero sicuramente, così come accaduto a Jeddah. Quindi con una gara normale non mi aspetto di avere problemi con Max”. Ahi Checo, dichiarazioni invecchiate male, anzi malissimo. Perché questa è brutta, questa è dura da digerire. Quello di Max è un colpo perentorio, mortifero, di quelli che restano indelebili. La cavalcata di Miami è forse il frutto di una delle migliori gare nell’ormai lunga carriera del giovane olandese.
    E gli altri? A parte Alonso che gongola come un bambino al parco giochi, agli altri non resta che leccarsi le ferite.Ferite profonde, quanto incomprensibili. Sì perché in Ferrari si è tornati al tormentone del “dobbiamo capire” e in Mercedes si prega che la W14-versione B tanto attesa ad Imola finalmente funzioni, “ma non aspettatevi miracoli“, come ha dichiarato Toto Wolff.
    Ed ecco che, per un mondiale che non c’è, quello della domenica, esiste un mondiale irreale, ma realmente avvincente che si gioca di sabato. Lo show quindi si consuma ben prima delle presentazioni da wrestler dei piloti, delle ragazze pon pon e ben prima anche dei sorpassi e dei punti in gara. Mai infatti si era vista in Formula 1 una griglia così ravvicinata. Per capirci, al termine del Q1 di Miami il gap tra il primo, Max Verstappen, e l’ultimo, il padrone di casa Logan Sargeant era di soli 1.214 secondi. Parliamo di una qualifica in cui Kevin Magnussen, con la Haas, ha chiuso al quarto posto, in seconda fila. Stesso discorso vale per l’Australia in cui la differenza tra primo e ultimo, sempre nel Q1 era di 1.3 secondi.

    Poi però si va in gara la domenica, il giorno in cui si fanno i punti e non c’è partita, non c’è competizione.La Red Bull fa uno sport a parte in Formula 1 e Max fa uno sport a parte in Red Bull. Il team di Newey vola, mentre le altre arrancano, chi per problemi di set up, chi per gestione delle gomme e chi per entrambi. Morale: tranne la Red Bull, Max e Alonso sono tutti tristi. Wolff è nervoso, Vasseur non capisce, la Mclaren è sparita, l’Alpine è inaffidabile e le altre non esistono proprio. In più gli appassionati sono depressi, per capirci, quando parlo di appassionati non intendo quegli esseri indegni che affollano la finta spiaggetta di Miami. E in tutto questo, mi chiedo ancora per quanto Liberty Media e Stefano Domenicali riusciranno a far passare, nelle trattative con gli sponsor, la Formula Uno per uno sport competitivo.
    Suvvia amici, non ci resta che pregare in vista della prossima tappa, la nostra tappa, o meglio ancora cantare, storpiando Bennato:
    Seconda stella a destra, questo è il camminoE poi dritto fino al mattinoNon ti puoi sbagliare, perchéQuella è l’Imola che non c’è. LEGGI TUTTO

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    Horner e la battuta ironica sulla Ferrari dopo il flop di Miami: “Qualcuno le ha viste?”

    Horner e la stoccata alle rivali

    “Abbiamo ottenuto cinque gare in altrettante gare, più quella nella sprint race e quattro doppiette. Un avvio di stagione senza precedenti, che ci fa chiedere dove siano finite le altre squadre. Dove sono Ferrari e Mercedes? Qualcuno le ha viste? Sicuramente sono al lavoro per migliorare e nel corso dell’anno ci saranno degli aggiornamenti, ma per ora non si sono viste. Noi abbiamo una vettura che è partita nel miglior modo possibile, per questo non dovremo effettuare grandi cambiamenti”, ha spiegato il team principal della Red Bull Christian Horner durante un’intervista concessa a Sky Sport. LEGGI TUTTO

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    A lezione di vita dal professor Toto Wolff

    “L’Impero romano è caduto perché non aveva più territori da conquistare”. Così si esprimeva nel 2021 Toto Wolff, Ceo di Mercedes, in un’intervista a Insider, parlando dell’importanza delle motivazioni. Ora potete chiamarlo professore. Sì perché Toto, da poco entrato nell’albo d’oro dei miliardari di Forbes, si appresta a trovare nuovi stimoli reinventandosi docente della prestigiosissima Harvard Business School.Toto Harvard Visit – Paul Ripke

    IL CORSO
    Il super manager austriaco è stato infatti designato come Executive Fellow ad Harvard, dove terrà, da gennaio 2024, un corso dal titolo: “Mercedes Formula One: leading a high performance team”. Il ciclo di lezioni servirà ad aiutare i manager del futuro in tema di cultura organizzativa e leadership. A presiedere le lezioni, insieme a Toto, ci sarà la docente Anita Elberse, che, tra le altre cose, ha seguito da vicino le vicende del team Mercedes nella stagione 2021 (quella del finale show ad Abu Dhabi) pubblicando anche uno studio in merito, intitolato: “Toto Wolff and the Mercedes Formula One Team”.
    L’ESEMPIO
    L’ascesa del prof miliardario, al contrario di quanto si potrebbe sospettare, non è stata affatto semplice. Figlio di una madre polacca scappata dalle oppressioni della tramontante Unione Sovietica e orfano di un padre scomparso prematuramente per un male incurabile. Toto ha raccontato di aver subito degli atti di bullismo a scuola, quando a 12 anni venne deriso dai compagni di classe nel momento in cui si venne a sapere che i soldi della madre (anestesista) non bastavano a coprire le rette scolastiche. Insomma, un’infanzia dolorosa per Torger Christian Wolff (questo il suo nome completo) e una storia che facilmente possiamo associare a quella del suo pupillo Lewis Hamilton, entrambi condividono la fame di chi, dalla vita, non ha avuto nulla di garantito.
    IL PRECORSO
    Toto in gioventù ha provato a intraprendere pure la carriera da pilota correndo in Formula Ford, prendendo parte al FIA GT e ottenendo anche una vittoria alla 24 Ore del Nurburgring. A soli 22 anni ha addirittura avuto il coraggio di rifiutare un sedile in F1, proposto da uno sponsor, in sostituzione di Karl Wendlinger (vittima di un incidente a Montecarlo). Toto, consapevole di non avere la formazione del racer, non avendo passato l’infanzia sui kart, ha deciso di reinventarsi uomo d’affari.Nel 1998 infatti ha fondato la società d’investimenti Marchfifteen interessata al ramo della tecnologia e con i primi guadagni ha investito, tra le altre, in una realtà di management (in comproprietà con Mika Hakkinen), che lo porterà a rivestire la figura d’agente di diversi piloti di spicco, tra i quali l’ex Mercedes Valtteri Bottas.

    L’ASCESA
    L’imprenditore austriaco è entra nel Circus da azionista della Williams acquisendo nel 2009 il 15% del capitale della scuderia, per poi diventarne direttore esecutivo nel 2012. Anno a cui risale anche l’ultimo successo della storica scuderia britannica, con Pastor Maldonado nel GP di Spagna. La stagione successiva Wolff ha abbandonato il ruolo, ma non le quote di Williams (vendute poi nel 2016), approdando in Mercedes alla corte di Ross Brawn. Dopo un avvio balbettante delle frecce d’argento, la svolta è arrivata con l’introduzione regolamentare dei motori Turbo Ibridi e tra il 2014 e il 2021 il team di Brackley, capitanato da Toto, ha vinto ben 15 titoli iridati (otto Costruttori e sette Piloti), infrangendo quasi ogni record in F1. Nel 2020, prima dell’esplosione mediatica del Circus con Liberty Media e Stefano Domenicali, Toto è arrivato a possedere un terzo delle quote della scuderia Mercedes acquisendo anche l’1% di Aston Martin, team in forte ascesa (il valore delle azioni è aumentato del 15% in due anni).La rivista Forbes che lo identifica come il 2540° uomo più ricco al mondo, considera l’aumento del capitale di Toto frutto anche, se non soprattutto, del ruolo da protagonista nella serie tv Netflix “Drive to Survive”, che ha reso l’imprenditore austriaco una vera e propria celebrità, specie negli Stati Uniti.
    Insomma nonostante le poche gioie a livello sportivo degli ultimi tempi, Toto si dimostra un bell’esempio da seguire. E siamo sicuri che riuscirà a infondere questa attitudine versatile e vincente anche ai ragazzi di Harvard, affinché non facciano la fine dell’impero romano. LEGGI TUTTO

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    A Baku la Ferrari va a caccia di riscatto

    Dopo un mese di digiuno, forse necessario a causa dei fatti di Melbourne, torna la Formula 1. Lo fa in una location che ha sempre fornito gare spettacolari e colpi di scena a non finire. Quella di Baku, però, rimane una pista taboo per la Ferrari: nessuna vittoria per la squadra di Maranello che, per un motivo o per l’altro, non è mai riuscita a cavare un ragno dal buco in terra azera.
    Ed anche questo inizio di 2023 porta cattivi presagi in questo senso. Anzi, quello che i tifosi si aspettano è semplicemente una reazione rispetto al disastro delle prime tre uscite. Il ruolo di seconda forza è l’unico obiettivo realistico al momento e la Rossa ha il dovere di provarci, quantomeno.
    Si spera, insomma, che questi 30 giorni di nulla agonistico possano essere stati utili a capire meglio una difficilissima SF-23. Il team principal Frederic Vasseur, insieme a tutto il team, ci crede. La Rossa può tornare immediatamente dietro ad un’imprendibile Red Bull, soprattutto su un circuito con delle caratteristiche così particolari.

    Servirà, infatti, tanta velocità di punta, mista ad un’ottima trazione. La RB19 ci andrà a nozze. La Ferrari? Sarà decisamente un’incognita, considerando un assetto che ottimale che sembra impossibile da trovare. Inoltre, l’Aston Martin ed una Mercedes in crescita non staranno di certo a guardare.
    L’appuntamento del GP d’Azerbaigian per la Ferrari diventerà, quindi, la prima prova d’appello della stagione. La prossima sarà ad Imola e l’ultima, con tutta probabilità, in Spagna. Se i miglioramenti portati in pista dalla Rossa non sortiranno gli effetti sperati, allora si potrà davvero parlare di annus horribilis. A quel punto servirà una rigenerazione della squadra ed importanti cambiamenti nell’organico andranno effettuati. Anche in tempi brevi, per permettere di concentrarsi al meglio per il 2024. Intanto, però, c’è da migliorare questo magro 2023. LEGGI TUTTO