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    Hamilton e la pace con il team radio Ferrari: “Sei in P1. Davvero?”

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    F1, le prime volte di Lewis Hamilton: dall’esordio-show in McLaren nel 2007 all’incubo in Ferrari nel 2025

    Hamilton – credits: @Scuderia Ferrari Press Office

    Il Gran Premio d’Australia, prima tappa del nuovo mondiale di Formula 1, ha segnato il debutto ufficiale di Lewis Hamilton alla guida della Ferrari. Un fine settimana da dimenticare per il sette volte campione del mondo, chiuso con un mediocre 10° posto al traguardo e al termine di una corsa complicatissima, contraddistinta da una vettura mediocre e da scelte strategiche discutibili del muretto rosso. Questo risultato fa il palio con una qualifica chiusa, sì, all’8° posto, ma a pochi centesimi di distacco da Charles Leclerc. In sostanza, quello con il team di Maranello è stato l’esordio peggiore per il britannico alla guida di una nuova vettura, se posto a confronto con quanto fatto in McLaren nel 2007 e in Mercedes nel 2013.
    La prima volta in McLaren: quando il mondo scoprì Lewis
    Il primo approccio con la McLaren fece subito capire la pasta di Lewis Hamilton. “Allevato” dall’allora patron Ron Dennis, il pilota inglese si presenta a Melbourne con i gradi di scudiero di Fernando Alonso, due volte campione del mondo in carica. Eppure, sin dal sabato il nativo di Stevenage dimostra di poter battagliare da vicino con il più navigato compagno di squadra: in qualifica si piazza al 4° posto, ad appena 3 decimi dallo spagnolo, 2° e dietro al ferrarista Kimi Raikkonen.
    Tuttavia, a sbalordire il mondo è quanto si verifica in gara. In particolar modo in partenza, dove l’esordiente Lewis si concede il lusso di superare Alonso in curva 1 all’esterno, portandosi in terza posizione. E nel corso della gara, Hamilton riesce a tenere perfettamente testa all’iberico, rimanendogli davanti fino al 43° giro, momento della sua sosta ai box: Nando ne approfitta e, con due giri molto veloci, riesce a superare il suo compagno di squadra dopo la sua sosta per il rifornimento, artigliando con non poca fatica il 2° posto che manterrà fino al traguardo. Un primo assaggio, dunque, di una rivalità infuocata e che, nel corso della stagione, avrebbe completamente ribaltato le gerarchie iniziali.

    Il debutto in Mercedes: partenza a rilento, prima dei record
    Dopo cinque anni e il titolo mondiale conquistato nel 2008, Lewis Hamilton decide di accasarsi nel 2013 in Mercedes, prendendo il posto di Michael Schumacher. Il britannico, in ogni caso, approccia subito alla sua nuova avventura con lo spirito giusto, conquistando un grande 3° posto in qualifica nel primo Gp stagionale, sempre a Melbourne, alle spalle delle due Red Bull di Sebastian Vettel e di Mark Webber.
    Tuttavia, la Mercedes di quegli anni è una vettura che fatica molto sul passo gara, e infatti alla domenica la situazione cambia drasticamente: Lewis chiude al 5° posto, complice una gestione degli pneumatici non ottimale, che invece favorisce la Lotus di Kimi Raikkonen e la Ferrari di Fernando Alonso, che chiudono al 1° e al 2° posto. Un segnale di una stagione vissuta tra alti (pochi) e bassi (tanti), chiusa con una sola vittoria all’attivo (in Ungheria, a Budapest), ma propedeutica per instaurare quel rapporto solidissimo che caratterizzerà i successivi 11 anni, in cui il pilota inglese riscriverà tutti i record della storia della Formula 1, diventando il pilota più vincente di sempre. LEGGI TUTTO

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    F1, Ferrari e gli esordi dei super campioni. Ecco come è andata

    HAMILTON Lewis (gbr), Scuderia Ferrari SF-25, portrait during the Formula 1 Aramco pre-season testing 2025 of the 2025 FIA Formula One World Championship from February 26 to 28, 2025 on the Bahrain International Circuit, in Sakhir, Bahrain – Photo Antonin Vincent / DPPI – credit: @Scuderia Ferrari Press Office

    In F1 Ferrari è mai come in questo Mondiale 2025 osservata speciale per le grandi aspettative create dall’arrivo a Maranello del pezzo da novanta Lewis Hamilton. Ma l’inizio di quella che aspira a diventare una leggenda da tramandare è stato estremamente deludente.
    Sia il sette volte iridato che il forte compagno Charles Leclerc non hanno potuto far meglio dell’ottavo e decimo posto con una vettura poco performante e una strategia impartita dal muretto box non certo azzeccata. Non è la prima volta, tuttavia, che la gara inaugurale della stagione di un campionissimo con il brand più famoso del mondo delude le attese. Anzi. Soltanto in due occasioni il fenomeno del momento ha battezzato il proprio esordio in tuta rossa con una sonante vittoria.
    Accadde nel 1956 e nel 2010, due epoche storiche tra loro lontanissime per contesto sociale e sportivo in ambito F1 ma, nello stesso tempo, molto vicine per l’entusiasmo generato dalle gesta dell’eroe di riferimento. Questo singolare primato appartiene a Juan Manuel Fangio e Fernando Alonso. Argentino il primo, spagnolo il secondo seppero portare la Rossa fiammante al successo nella loro prima volta con Ferrari nel Mondiale. A tal proposito furono i Gp d’Argentina e del Bahrain ad imprimere questo sigillo epico che sa di favola. Per dovere di cronaca bisogna evidenziare che in quella caotica e tradizionalmente torrida (all’epoca) gara di Buenos Aires di metà anni ’50, Fangio vinse assieme al bravo e sfortunato italiano Luigi Musso.

    Anche in quella fase primordiale della F1 Ferrari era sotto i riflettori. Sulla pista argentina successe che, per ordine dei box, lo stesso Musso dovette cedere la propria monoposto al celebre team mate ormai out per problemi al carburatore il quale riprese la gara e vinse in modo piuttosto avventuroso. All’epoca lo scambio della vettura era consentito.
    Molto meno fortunati di Fangio e Alonso furono invece Alain Prost e Michael Schumacher, entrambi costretti ad un mesto ritiro al primo confronto diretto con gli avversari a bordo della Ferrari di F1. Problemi al cambio e ai freni mandarono ko rispettivamente Alain e Michael.
    Buono ma non travolgente fu invece l’esito della prova inaugurale del Mondiale 2015 in Australia per Sebastian Vettel, che allora scrisse la sua prima pagina con il Cavallino. Il tedesco fu terzo dietro a Hamilton e Rosberg che guidavano le marziane Mercedes. LEGGI TUTTO

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    F1, GP Australia: il peccato mortale della Rossa

    Non sarà un gran premio a darci il quadro definito della stagione e tantomeno quello di Melbourne. Un circuito già atipico di per sé, condizionato quest’anno da un meteo proibitivo, che ha influenzato la gara e nascosto (in parte) le prestazioni delle vetture in pista. In questo quadro un po’ astratto, si coglie però un comportamento delle Ferrari, giunte ottava e decima in gara, non solo insufficiente, ma anche molto preoccupante.Leclerc, Vasseur e Hamilton – Credits: Ferrari

    LA SQUADRA
    Il sistema Ferrari ha mancato in toto il primo appuntamento mondiale. I tecnici della Rossa non sono riusciti a mettere in pista una vettura competitiva per l’intero weekend, faticando sia nel trovare un assetto efficace per qualifica e gara, sia nell’elaborare una strategia vincente in almeno uno dei due appuntamenti. È mancato infatti sia il giro veloce, che il passo gara. Nonostante la delusione, è difficile pensare che questa sia la prestazione pura della Rossa. Tuttavia, il fatto di non aver intravisto neanche un lampo ferrarista a Melbourne fa temere che il progetto di Maranello non sia così competitivo come ci era stato descritto.
    I PILOTI
    La responsabilità di questo flop però è da imputare principalmente alla coppia Leclerc-Hamilton, che è stata incapace non solo di comprendere la vettura e quindi di aiutare i tecnici nella ricerca del bilanciamento, ma anche di leggere la gara, consigliando la strategia corretta al muretto. Vero che Leclerc sicuramente gode di un certo credito e che l’aura di Hamilton, sette volte campione del mondo, si fa sentire. Tuttavia, chi è al muretto è pagato per prendere decisioni, non per limitarsi ad assecondare i piloti. Il feeling in pista è importante, ma chi lavora ai box o a Maranello ha accesso a dati, telemetrie e previsioni meteo, strumenti essenziali per anticipare e interpretare scenari che il pilota, dalla monoposto, non può cogliere.

    IL PECCATO MORTALE
    Poi ci sono le aspettative, il vero peccato mortale della scuderia di Maranello. Quelle che da quasi un ventennio trasformano ogni caduta in un dolorosissimo flop. Tra presentazioni faraoniche, proclami, fiumane rosse e mega eventi mediatici al castello Sforzesco, la Ferrari si lancia sempre nella stagione senza alcun paracadute.Tanto clamore, per poi vedere Hamilton discutere con l’ingegnere di pista su automatismi e funzioni dello sterzo che dovrebbero essere ormai consolidati. Un pluricampione del mondo non può restare bloccato dietro una Williams per più di mezza gara senza nemmeno tentare un sorpasso.
    Una Rossa che ormai patologicamente vede nel suo motto “Essere Ferrari” non un segnale identitario, ma un testardo limite ideologico di presunta superiorità. Arroganza che ti porta a non fermarti ai box, neanche quando a rientrare è un certo Max Verstappen. Arroganza che fa dire a Charles, nel post qualifica, che si è sacrificato il Q3 per una presunta superiorità in gara, come se gli altri fossero tutti dei polli. Insomma, non è tanto la prestazione a preoccupare, quanto la direzione. Perché presentarsi così non è solo sbagliato, presentarsi così è un peccato mortale. LEGGI TUTTO

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    La Ferrari di Hamilton e Leclerc con una star nel box: la riconoscete?

    MELBOURNE (AUSTRALIA) – Sale l’attesa per l’esordio della Ferrari di Leclerc e Hamilton nella nuova stagione della Formula 1. L’Australia, Melbourne, l’Albert Park saranno la cornice perfetta per la prima della Rossa. Le prove libere – le prime con la Ferrari – di Hamilton non sono andate come forse si aspettava il campione inglese, ma c’è ancora un po’ di tempo per sistemare gli ultimi accorgimenti prima di domenica 16 marzo, giorno della gara. Tra l’altro, il debutto dell’ex pilota della Mercedes in un GP con la Ferrari è filato via sotto gli occhi di Raye, pseudonimo di Rachel Agatha Keen, cantautrice britannica che nel corso dell’edizione 2025 dei Grammy Awards ha ricevuto ben tre candidature, tra cui quella di miglior artista esordiente. LEGGI TUTTO

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    F1, Minardi: “Leclerc è nervoso e attenti alla Mercedes”

    Gian Carlo Minardi, alla vigilia del Gran Premio d’Australia di Formula 1, ci “regala” il suo punto di vista su quali potrebbero essere le forze in pista in questo 2025. E su Leclerc dice: “E’ particolarmente nervoso”.Historic Minardi Day 2023

    “Quanto visto in Bahrain conta poco. Tre giorni sono veramente troppo pochi per capire le forze in campo anche perchè mancano dati fondamentali per analizzare i tempi con freddezza”. Ha esordito così Gian Carlo Minardi, nel suo “punto” prima del Gran Premio d’Australia su Minardi.it.
    Come per la maggior parte dei “commentatori”, anche Minardi ha avuto l’impressione che la McLaren abbia un vantaggio su tutto il resto del gruppo: “Per me hanno la macchina di riferimento. Sono ripartiti da dove avevano finito il 2024. Anzi, con un vantaggio leggermente più ampio”.
    Il manager di Faenza non esclude poi che qualche team possa fare un passo avanti nel 2025: “Sarà interessante vedere chi sarà l’anti-McLaren. Siamo alla fine di un ciclo tecnico ed è più facile fare un salto in avanti per chi era indietro, vedi Williams. Per questo mi aspetto un compattamento verso l’alto delle prestazioni. Da quanto si è visto, Mercedes è la vettura, insieme al team diretto da Andrea Stella, che ha fatto lo step evolutivo più importante, con tutti i “se” e i “ma” del caso. Per questo sarà da osservare attentamente fin dalle prove libere di venerdì”.

    Williams e Mercedes dunque potrebbero essere le sorprese in positivo della stagione che si aprirà a Melbourne con il Gran Premio d’Australia. E, a proposito di Mercedes, Minardi non poteva non parlare di Andrea Kimi Antonelli che lui conosce molto bene: “Sono tanti che in questi giorni mi hanno chiesto un parere su Antonelli. In questi anni ha dimostrato ampiamente tutto il suo valore tecnico e l’approdo in Mercedes è il frutto di questo lavoro incredibile. Non gli è stato, certamente, regalato nulla. Come sappiamo in questa F1 la vettura conta molto. Se sarà supportato dalla vettura ha tutte le carte in regola per fare bene fin da subito. Tutto l’ambiente però lo deve supportare senza mettergli troppa pressione addosso. E’ dal 1953 che l’Italia aspetta il suo Campione del Mondo”.
    Parlando della Scuderia Ferrari, dove quest’anno è arrivato Lewis Hamilton, Minardi ha detto: “Sono rimasto positivamente colpito dal suo (di Hamilton, ndr) approdo e dal suo atteggiamento positivo. Ha una motivazione incredibile. Di contro ho avuto l’impressione di un Leclerc particolarmente nervoso, ma d’altronde chi non lo saprebbe con un 7 volte campione del mondo al suo fianco?”. LEGGI TUTTO

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    F1, Leclerc parla del suo rapporto con Hamilton e svela cosa lo ha sorpreso!

    Charles Leclerc ha parlato del suo rapporto con Lewis Hamilton e ha svelato cosa lo ha sorpreso! Le parole del monegasco della Ferrari.Leclerc e Hamilton – credits: FerrariCharles Leclerc ha raccontato a Formula1.com la sua esperienza di lavoro con Lewis Hamilton alla Ferrari: il monegasco ha ammesso di essere rimasto “sorpreso” dalla somiglianza dei loro stili di guida, che considera un fattore positivo per la squadra.
    Durante i giorni di test in Bahrain, a Leclerc è stato chiesto cosa si prova nel vedere Hamilton vivere le emozioni che derivano dall’ingresso in Ferrari, cosa che lui stesso ha vissuto quando ha debuttato per la scuderia nel 2019: “È davvero bello vederlo”, ha risposto Leclerc che poi ha anche aggiunto: “Ovviamente è molto diversa la situazione in cui si trova Lewis adesso. Quando sono arrivato (in Ferrari, ndr), avevo fatto solo un anno in Formula 1 (con la Sauber, ndr), quindi tutto era ancora nuovo per me e dovevo imparare come funzionava una squadra come la Ferrari in Formula 1, anche se conoscevo la fabbrica e tutto il resto essendo stato nella Ferrari Driver Academy prima”.

    Leclerc non ha negato di aver “sofferto” un po’ la presenza ingombrante di una star come Hamilton: “Per me questo ha significato che l’off-season è stata un po’ più in ombra, ma mi sono divertito. Mi sono concentrato su me stesso e sto spingendo al massimo per essere pronto per la prima gara e non vedo l’ora che arrivi quest’anno. Spero di iniziare l’anno in modo più positivo rispetto all’anno scorso”.
    Dalle parole del mongasco trapela anche un po’ di timore di non essere all’altezza del suo nuovo compagno di squadra.
    Tornando al rapporto con Hamilton, Leclerc spera che possano “spingere nella stessa direzione”, dato che entrambi hanno in comune alcuni aspetti del loro stile di guida: “Sono rimasto sorpreso: il nostro stile di guida è molto simile”, ha ribadito il 27enne pilota al suo settimo anno a Maranello che poi ha anche aggiunto: “A entrambi piace spingere molto, soprattutto nelle entrate, e su questo siamo abbastanza simili”. LEGGI TUTTO