More stories

  • in

    Grigor Dimitrov su Jannik Sinner: “ non si può pretendere che vinca ogni torneo a cui partecipa”

    Grigor Dimitrov nella foto

    Grigor Dimitrov è stato parte di una generazione che ha portato sulle spalle il peso dei migliori della storia.
    Chiamato ‘Baby Fed’ da tutti per molti anni, il bulgaro ha imparato a convivere con le aspettative e ad accettare ogni grande successo con molta umiltà, situazione simile a quella vissuta da nomi come Jannik Sinner, Carlos Alcaraz e Holger Rune. Grigor ha inviato un messaggio di ottimismo riguardo le aspirazioni e i possibili successi di Jannik in un’intervista con La Gazzetta dello Sport: “Non ho alcun dubbio che Jannik vincerà presto un grande torneo. La sua crescita è costante e i suoi risultati lo dimostrano, ma non si può pretendere che vinca ogni torneo a cui partecipa”, ha concluso un tennista che sa molto di aspettative e pressione. LEGGI TUTTO

  • in

    Aggressione insolita a Barcellona: Grigor Dimitrov derubato di un Rolex da 70.000 euro

    Grigor Dimitrov nella foto – Foto Getty Images

    Grigor Dimitrov, ex numero 3 al mondo, ha subito un’amara delusione questo fine settimana ancor prima di scendere in campo per partecipare all’ATP 500 di Barcellona. Il tennista bulgaro, 33 anni, è stato vittima di un’aggressione piuttosto insolita nella città catalana mentre rientrava da un allenamento presso il club del torneo.
    Una moto si è avvicinata all’auto del tennista dell’est e gli ha chiuso lo specchietto retrovisore dell’auto. Quando Dimitrov ha allungato il braccio per cercare di rimettere a posto lo specchietto, lo stesso motociclista gli ha strappato l’orologio dal polso, un Rolex del valore di 70.000 euro. La notizia, diffusa dal giornale ‘Vanguardia’, dimostra come i malviventi avessero pianificato accuratamente il colpo.
    Dimitrov sfiderà il vincitore del match tra l’ecuadoriano Emilio Gómez e lo spagnolo Albert Ramos nel secondo turno del torneo spagnolo. LEGGI TUTTO

  • in

    Dimitrov: “Sono convinto di poter ancora vincere uno Slam”

    Grigor Dimitrov

    Grigor Dimitrov è stato per anni croce e delizia di molti appassionati. Il “baby Federer” ha probabilmente sofferto le molte attese riposte su di lui, come ideale continuazione della scuola di gioco classico. In realtà non è mai riuscito a colmare alcune lacune tecniche (anche per colpa di un continuo cambio di rotta e coach nelle fasi giovanili della sua carriera), arrivando comunque a giocare semifinali Slam e vincere un Master ATP issandosi sino al n.3 del ranking a fine 2017.
    Nonostante i 31 anni il bulgaro sta mostrando una buona forma al Queen’s, e si detto sicuro che la sua carriera è tutt’altro che finita. Il sogno di vincere uno Slam è quello che continua a motivarlo ogni giorno, e lui è sicuro che sia non solo un sogno ma una possibilità. Così ha parlato a tennishead.
    “Penso di poter vincere un Grande Slam. Ci ho creduto più volte nel tempo. Negli ultimi Slam ho ottenuto buoni risultati. Ora, sfortunatamente, devo affrontare giocatori molto, molto bravi nel secondo o nel terzo round per via della mia classifica, tuttavia, penso ancora che ci siano molte cose a venire. Penso di poter continuare a giocare e mantenere questo livello. Quando e dove potrebbe accadere? L’unica cosa su cui devo concentrarmi è come farò le cose da qui in poi”.
    In effetti ai prossimi Championship mancheranno molti big, potrebbe diventare un torneo appetibile per molti outsider.
    “Sappiamo quanto tutto possa diventare imprevedibile, come tutto possa cambiare di settimana in settimana, da punto a punto” afferma Grigori. “Sapere cosa devi fare ed essere consapevole di averlo già fatto significa che non ottenerlo può essere frustrante, ma sai che si tratta di piccole cose che non funzionano. Sono sul circuito da 13 anni, il che mostra una certa costanza, direi. Questo non è affatto uno sport facile e a volte si prende una strada diversa da quella che ci si aspettava. Dal mio punto di vista, la motivazione è ancora molto alta. Ci credo ancora, certo, perché da tanto tempo dai il massimo e vuoi vedere il risultato che arriva alla fine, ma sono comunque in grado di mettermi nelle condizioni di lottare per questo. Non si sa mai quale sia la settimana in cui tutto può andare bene”.
    Tre sono le semifinali Slam raggiunte in carriera da Dimitrov: Wimbledon 2014 (sconfitto da Djokovic), Australian Open 2017 (perse una grande partita contro Rafael Nadal), US Open 2019 (sconfitto da Daniil Medvedev). LEGGI TUTTO

  • in

    Il nuovo ministro della cultura della Bulgaria è stato campione nazionale di doppio con Grigor Dimitrov

    Grigor Dimitrov nella foto

    La vita può davvero prendere strade diverse. La prova di questo è un fatto estremamente curioso che riguarda il ministro della cultura bulgaro. Sicuramente vi starete chiedendo perchè stiamo parlando di una persona che occupa questa posizione in una pagina dedicata al tennis. Ma la verità è che Atanas Atanasov una volta era un promettente giocatore di tennis e ha anche giocato con Grigor Dimitrov.
    Ora dopo aver assunto il portafoglio della cultura nel governo bulgaro, Atanasov è ricordato nel mondo del tennis per qualcosa che è avvenuto quando aveva 14 anni. Ha formato una partnership con Dimitrov ed hanno vinto insieme il titolo nazionale di doppio del loro paese. Da quel momento in poi tutto cambiò e i due presero strade diverse.
    Atanasov continuò a giocare a tennis, ma lasciò quel sogno per sempre quando andò negli Stati Uniti per seguire altri sogni alla Whitman University di Washington. Ha ricevuto una borsa di studio e si è laureato in arti dello spettacolo. Oggi, oltre al lavoro di ministro, è attore e regista di documentari. LEGGI TUTTO

  • in

    Indian Wells, il torneo delle sorprese

    Cameron Norrie

    Prima dell’avvio di questo Indian Wells “autunnale”, si pensava che il torneo potesse regalarci qualche sorpresa. La nuova collocazione, le diverse condizioni, molti giocatori già provati da 9 mesi di tennis spesso vissuti in ambienti complicati dalle regole anti-covid, un mix di elementi perfetti per creare una scossa. Tuttavia ritrovarsi al sabato mattina con in semifinale Dimitrov vs. Norrie e Fritz vs. Basilashvili, questo proprio no, era inimmaginabile. Oltretutto i due grandi favoriti ieri, Tsitsipas e Zverev, hanno pure perso “male”, Sasha con la chance di vincere, Stefanos con un match incomprensibile.
    Non serve perdersi in grandi ricerche per affermare che queste semifinali, oltre che sorprendenti, sono probabilmente quelle con in campo i tennisti “peggiori” rispetto alla classifica in un torneo di questa categoria, e se non lo sono in assoluto siamo molto vicini. È il segnale di un tennis che sta cambiando, senza la costante presenza dei big 3 (più Murray), ma anche di una sorpresa che ogni tanto ci sta. E meno male che nello sport accadono ancora, altrimenti sai che noia…
    Davvero difficile a questo punto pronosticare chi la spunterà, e forse è bello proprio per questo. Ognuno dei giocatori rimasti in gara ha dimostrato di essere in grande condizione, e di poter ambire al titolo. Solo Dimitrov in carriera ha già vinto un Masters 1000, nel 2017, il suo anno migliore, chiuso con il successo alle ATP Finals. Per gli altri sarà una occasione incredibile.
    Potrebbe essere un torneo decisivo per Norrie, tennista cresciuto in modo incredibile negli ultimi due anni. Attualmente il britannico è al 14esimo posto nella Race to Turin, con 1840 punti. Se vincesse IW, farebbe un balzo clamoroso, con sorpasso a Felix Auger-Aliassime e in piena lotta con Sinner e Hurkacz e Ruud per un posto al Masters. La semifinale vs. Dimitrov sarà una partita molto interessante. Grigor è tornato finalmente in piena efficienza atletica dopo un periodo gustato da vari problemi, e soprattutto sembra aver ritrovato fluidità e fiducia nel suo gioco. Il bulgaro ha sempre giocato bene, ma con quel tennis così complicato e non sempre molto incisivo, è riuscito a giocarsela contro i big solo nelle fasi di carriera in cui ha trovato la massima fiducia e la miglior condizione fisica. Alla fine gli è sempre mancato qualcosa per eccellere, un filo di velocità di braccio, un po di servizio, una difesa più stabile e meno funambolica, meno pause. Dopo anni di “vivacchiare”, ad Indian Wells potrebbe riprendersi un ruolo da protagonista. Norrie proverà a sbarrargli la strada cercando di non farlo creare, imponendo alti ritmi e buttandolo lontano dalla riga di fondo. La risposta al servizio di Cameron potrebbe essere il colpo decisivo: se annullerà il servizio del rivale, la sua grandissima fiducia e spinta da fondo campo potrebbero portarlo al successo. Se invece sarà Grigor a comandare le operazioni, avrà ottime chance per il successo.
    Fritz sta giocando il torneo della vita. Ieri dopo aver sconfitto Zverev ha dichiarato: “Non puoi allenare tutto questo, cosa vuol dire superare queste situazioni. Non le puoi simulare in un allenamento, devi fidarti del tuo tennis, di quello che stai facendo. Devi riuscire a mettere in campo, sotto la massima pressione e difficoltà tutto il lavoro svolto, riuscire a dare il massimo. Non sempre ci sono riuscito, stavolta è un sogno che si avvera. È difficile non emozionarsi per tutto questo. Ho lavorato molto duramente per tutta la mia vita per arrivare a giocare queste partite e provare queste emozioni”. L’”ammazza italiani” continua a volare. Serve bene, risponde profondo, è intenso e con pochi cali. È nella sua California, ha il pubblico, è “in-the-zone” come dicono da quelle parti, quindi può essere pericolosissimo per tutti. Basilashvili è un vero colpitore di potenza, può spaccare in due la pallina, ma ha bisogno di tempo per esprimere il suo miglior tennis. Forse ha approfittato anche delle condizioni piuttosto lente del torneo, davvero non così distanti da molti eventi sul rosso. Sarà una partita molto incerta, probabilmente l’americano è favorito, ma il georgiano resta un tennista con la potenza necessaria a completare l’impresa ed issarsi addirittura in finale. “Mi sto allenando bene da settimane, non sono sorpreso dal risultato”, ha dichiarato Nikoloz.
    Molti appassionati forse saranno non solo sorpresi, ma anche un po’ delusi dai quattro semifinalisti. In realtà, questo accade con frequenza nei momenti storici di passaggio. Questo torneo e molto altro conferma che stiamo attraversando esattamente una fase del genere. E non necessariamente dobbiamo ammirare “i soliti noti” per gustarci bel tennis ed emozioni.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO