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    F1, livrea speciale per la McLaren: a Singapore e in Giappone in stile cyberpunk

    ROMA – In occasione del Gran Premio di Singapore e di quello in Giappone, in programma il weekend successivo, la McLaren ha pensato a una livrea speciale per la Formula 1. Il classico colore arancione della vettura di Woking sarà infatti accompagnato da inserti futuristici che si rifanno allo stile cyberpunk, con colori accesi e grafiche accattivanti. In particolare, sul telaio della MCL36 a farsi notare sarà il colore fucsia, che è il protagonista di questa iniziativa, ideata da “OKX”, primary partner della McLaren. 
    Le parole di Brown
    Anche i piloti sono coinvolti in questo progetti grafico, visto che per entrambi i fine settimana indosseranno tute che riprendono il tema proposto sulla vettura. I dettagli robotici sul vestiario di gara di Daniel Ricciardo e Lando Norris richiamano la campagna “Future Mode” lanciata da McLaren e “OKX”, che celebrano così la loro partnership. “È una livrea audace e vivace per le prossime gare in Asia. McLaren e OKX sono unite nel guidare avanti e lottare costantemente per andare oltre i propri confini, e la campagna ‘Future Mode’ è un’opportunità per difendere insieme questi valori sul nostro palcoscenico globale”, ha detto il CEO della McLaren, Zak Brown, a commento dell’iniziativa, che prevede anche il lancio di magliette in edizione limitata disponibili negli shop ufficiali della casa di Woking. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Marquez: “Sono contento, è stata una grande gara”

    ROMA – Partito da una stupefacente pole position, Marc Marquez è arrivato quarto al Gran Premio del Giappone, sedicesima tappa della MotoGp. Lo spagnolo, che non correva una gara intera dal Mugello, ha mostrato di aver riacquisito confidenza con la sua Honda e commenta, con queste parole riportate da “Marca”, la sua gara: “Sono molto contento di come è andato tutto il Gran Premio. Alla fine siamo riusciti a fare una grande gara. La cosa più significativa è che è stato un weekend molto produttivo e, soprattutto, migliore di quanto ci aspettassimo”. “È stata una gara molto importante – continua l’otto volte campione del mondo – perché è la prima che riesco a portare a termine dopo l’operazione, quindi è stato un buon modo per testare il mio braccio. Certo mi sarebbe piaciuto finire più in alto, ma realisticamente è stato un ottimo risultato”.
    Le parole di Marquez
    Per poco il “Cabroncito” non è riuscito nell’impresa di andare a podio, ma non era il risultato che lo premeva. Marquez inquadra così la sua domenica a Motegi: “Il mio braccio era stanco, ma non avevo dolore come nelle altre gare. Questo è molto importante per me. La gara è stata molto buona, soprattutto perché sono riuscito a mantenere un ritmo costante”. I problemi però non sono mancati: “Ho avuto un intoppo al primo giro, che è sempre il mio punto di forza. Poi ho cambiato mappatura e all’improvviso la moto ha iniziato ad andare bene. Non volevo fare niente di speciale. Era sufficiente finire la gara e sono contento di come è andato il weekend in generale”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, nessuna moto giapponese sul podio della gara di casa: è la prima volta dal 1963

    ROMA – Il Gran Premio del Giappone 2022 è destinato a entrare nella storia del Motomondiale. Dal 1963, infatti, anno in cui la classe regina è sbarcata nel paese del Sol Levante, una moto giapponese (Honda, Yamaha o Suzuki) si era infatti presentata sempre a podio. Questo fino a ieri, quando Jack Miller e Jorge Martin su Ducati e Brad Binder su KTM hanno chiuso davanti a tutti in MotoGp. Le due moto italiane e quella austriaca interrompono così una tradizione che durava da quasi sessant’anni e che certifica la bontà del lavoro dei tecnici europei.
    Team giapponesi in crisi
    D’altro canto, però, questa statistica conferma il momento delicato dei costruttori giapponesi. La Honda prova a mascherare i difetti della RC213V con il ritorno di un recidivo Marc Marquez, la Yamaha si aggrappa alle straordinarie capacità di guida di Fabio Quartararo, mentre la Suzuki si arrende e dice addio al Motomondiale. È questo lo scenario con cui le scuderie giapponesi devono fare i conti nel 2023, che si preannuncia anno di rifondazione per l’Ala Dorata e la casa di Iwata, che hanno garantito ai propri piloti una svolta dal punto di vista tecnico. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Marquez: “Grande gara a Motegi, braccio stanco ma non dolorante”

    ROMA – Il Gran Premio del Giappone, sedicesimo appuntamento della MotoGp, ha visto Marc Marquez tornare a completare una gara. Lo spagnolo, che non disputava un Gp intero dal Mugello, ha mostrato di aver riacquisito confidenza con la sua Honda e commenta, con queste parole riportate da “Marca”, il suo quarto posto a Motegi: “Sono molto contento di come è andato tutto il Gran Premio. Alla fine siamo riusciti a fare una grande gara. La cosa più significativa è che è stato un weekend molto produttivo e, soprattutto, migliore di quanto ci aspettassimo”. “È stata una gara molto importante – continua l’otto volte campione del mondo – perché è la prima che riesco a portare a termine dopo l’operazione, quindi è stato un buon modo per testare il mio braccio. Certo mi sarebbe piaciuto finire più in alto, ma realisticamente è stato un ottimo risultato”.
    Marquez entusiasta
    Per poco il “Cabroncito” non è riuscito nell’impresa di andare a podio, ma non era il risultato che lo premeva. Marquez inquadra così la sua domenica: “Il mio braccio era stanco, ma non avevo dolore come nelle altre gare. Questo è molto importante per me. La gara è stata molto buona, soprattutto perché sono riuscito a mantenere un ritmo costante”. I problemi però non sono mancati: “Ho avuto un intoppo al primo giro, che è sempre il mio punto di forza. Poi ho cambiato mappatura e all’improvviso la moto ha iniziato ad andare bene”. “Non volevo fare niente di speciale. Era sufficiente finire la gara e sono contento di come è andato il weekend in generale”, ha poi concluso Marquez, che ora punta il Gran Premio della Thailandia. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Gp Giappone: nessuna moto di casa sul podio, è la prima volta nella storia

    ROMA – Ieri al Gran Premio del Giappone si è scritta la storia delle due ruote. Era infatti dal 1963, anno in cui la classe regina è arrivata nel paese del Sol Levante, che una moto giapponese (Honda, Yamaha o Suzuki) si presentava sempre a podio. Questo fino quando Jack Miller e Jorge Martin su Ducati e Brad Binder su KTM hanno chiuso davanti a tutti in MotoGp. Le due moto italiane e quella austriaca interrompono così una tradizione che durava da quasi sessant’anni e che certifica la bontà del lavoro dei tecnici europei.
    Sintomi di una crisi
    D’altro canto, però, questa statistica conferma il momento delicato dei costruttori giapponesi. La Honda prova a mascherare i difetti della RC213V con il ritorno di un recidivo Marc Marquez, la Yamaha si aggrappa alle straordinarie capacità di guida di Fabio Quartararo, mentre la Suzuki si arrende e dice addio al Motomondiale. È da queste considerazioni che il movimento motociclistico giapponese deve ripartire per ricostruire una reputazione che inizia a perdere lucentezza a causa dell’ascesa dei team europei. Il 2023 è dietro l’angolo e Yamaha e Honda devono dare segnali importanti per dimostrare come il calo di quest’anno sia stato solo un caso e non l’inizio di una pericolosa debacle. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Marquez: “Dolore gestibile, sarà difficile spingere in gara”

    ROMA – Non inganni il sesto tempo segnato da Marc Marquez alle libere 1 del Gran Premio del Giappone: il dolore al braccio c’è ancora. E lo dice egli stesso ai microfoni di “Sky Sport”: “Ho iniziato ad andare all’attacco sin dall’inizio. Guidavo abbastanza bene, ma ho sentito dolore, cosa che non è successa ad Aragon. Dobbiamo controllare questa cosa e sarà difficile fare tutta la gara spingendo, ma mi sento bene con la moto”. Il male al braccio però non è lo stesso di quello avvertito dopo l’operazione: “È diverso, mi mancano le forze a volte, ma è controllabile. Sono contento, ma non è facile pensare a tutte queste cose mentre guidi”.
    Suggerimenti alla Honda
    Il piazzamento incoraggiante di questa mattina però rimane. “La velocità c’è – ha infatti confermato Marquez – poi sappiamo che vi vogliono più gare per abituarmi”. Infine Marquez individua il problema della Honda: “Dall’inizio io ho indicato il punto debole della moto: la percorrenza. Ma questa pista non presenta tali caratteristiche. Le Honda infatti sono andate bene. Questi tracciati però sono solo una piccola parte e dobbiamo continuare a lavorare”. “Preferisco soffrire un po’ a Motegi per andare meglio in altre piste”, ha riassunto il “Cabroncito”, che spera questa volta di poter completare la gara senza problemi. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Marquez: “Il dolore c'è ma è gestibile. Non facile guidare così”

    ROMA – Ancora problemi per Marc Marquez, che alle libere 1 del Gran Premio del Giappone ha avuto ancora dolore al braccio. Lo racconta egli stesso ai microfoni di “Sky Sport”: “Ho iniziato ad andare all’attacco sin dall’inizio. Guidavo abbastanza bene, ma ho sentito dolore, cosa che non è successa ad Aragon. Dobbiamo controllare questa cosa e sarà difficile fare tutta la gara spingendo, ma mi sento bene con la moto”. Il male al braccio però non è lo stesso di quello avvertito dopo l’operazione: “È diverso, mi mancano le forze a volte, ma è controllabile. Sono contento, ma non è facile pensare a tutte queste cose mentre guidi”.
    Le parole di Marquez
    Il pilota della Honda è stato però capace di piazzarsi sesto questa mattina. “La velocità c’è – ha infatti confermato Marquez – poi sappiamo che vi vogliono più gare per abituarmi”. Poi un’analisi sulla moto che senz’altro servirà alla Honda per progettare il 2023: “Dall’inizio io ho indicato il punto debole della moto: la percorrenza. Ma questa pista non presenta tali caratteristiche. Le Honda infatti sono andate bene. Questi tracciati però sono solo una piccola parte e dobbiamo continuare a lavorare. Preferisco soffrire un po’ a Motegi per andare meglio in altre piste”, ha concluso l’otto volte campione del mondo. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Marini: “Sono sorpreso, ho trovato subito il tempo qui”

    ROMA – Luca Marini ha segnato il quinto tempo nelle prove libere al Gran Premio del Giappone. Un risultato che ha quasi preso alla sprovvista il pilota MotoGp del team VR46, che sulle nuove piste di solito ha bisogno di più tempo per carburare. “Mi ha sorpreso trovare subito il tempo in una pista nuova per me. È stupefacente il pacchetto che ho a mia disposizione quest’anno, una volta trovata la quadra siamo sempre stati molto competitivi per entrare in top 10. Ora voglio finire la stagione al meglio, la Ducati è la moto migliore di tutte”, ha detto Marini ai microfoni di “Sky Sport”. “Non abbiamo ancora risolto il problema dell’accelerazione, visto la moto tende sempre a impennare. Perdo molto, soprattutto con le prime marce. È colpa della mia posizione sulla moto, ma d’altronde sono 20 centimetri più alto degli altri e cerco di fare la differenza in altre aree”, ha poi aggiunto il fratello di Valentino Rossi.
    Sul tifo in Giappone
    Scorrendo con lo sguardo le altre moto in pit-lane, Marini poi osserva: “Vedendo le forme dell’Aprilia, direi che prende molto spunto dalla Ducati, rielaborando in seguito. Mi incuriosisce sempre vedere le altre moto, così prendo ispirazione per migliorare la mia. La coda della mia moto mi piace molto con queste alette che non ha nessuno”. Marini commenta inoltre l’accoglienza ricevuta a Motegi: “Qui in Giappone c’è sempre un tifo incredibile e molto preparato. Ci riempiono di regali e sono molto disponibili ed educati. Adoro il Giappone e mi piace molto Motegi. La location non è il massimo, ma le gare extraeuropee mi divertono sempre tanto”. “Mi sto adattando sempre di più alla moto, la Ducati richiede uno stile di guida non naturale per me ed è una cosa su cui quest’anno ho lavorato moltissimo. Sto migliorando e piano piano mi sto sentendo sempre meglio. È sempre un lavoro di squadra e cerco di metterci del mio”, ha poi concluso Marini che quest’anno ha finora raccolto 91 punti. LEGGI TUTTO