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    MV Agusta Brutale 1000, il furto da 43mila euro è in realtà una truffa

    I dettagli fanno la differenza quando c’è di mezzo un reato. Grazie ai dettagli, infatti, è stato scoperto un centauro sessantenne del torinese accusato di truffa dopo aver denunciato il furto della sua MV Agusta Brutale 1000.
    43mila euro di valore
    Il motociclista, appassionato collezionista, aveva sporto denuncia per il furto della sua moto in edizione limitata e numerata il 25 maggio 2020, così l’assicurazione gli aveva liquidato 43.000 euro. La polizia, intanto, ha avviato un’indagine a riguardo e pian piano ha scoperto dettagli particolari. Tre mesi dopo la denuncia, un turista francese ha pubblicato su Facebook delle foto di una moto molto simile a quella rubata: il casco personalizzato nell’immagine, quindi pezzo unico, era identico a quello del centauro che aveva subito il furto, il quale nel frattempo pubblicava altre foto su una moto diversa ma con lo stesso casco. La carenata era sempre una MV Agusta, ma con targa diversa ad identificare una cilindrata inferiore: una Brutale 910.
    Moto sequestrata
    Il Pm ha chiesto informazioni a MV Agusta, scoprendo che sulla Brutale 1000 rubata era installato un gps legato al telaio. Rintracciando il segnale del gps, gli agenti hanno trovato la moto sparita, che in realtà era sempre rimasta nel garage del suo proprietario: il numero di telaio era stato abraso, ma il mezzo è stato sequestrato dalla polizia che ora indaga anche sugli altri modelli nel garage del collezionista truffaldino.
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    Ruba all’azienda per comprare auto e oggetti di lusso: arrestata 28enne

    Quattro anni come contabile di una cooperativa di Novara, impegnata nel settore dei ricambi auto, per un totale di un milione e mezzo di euro sottratti. A finire in manette una 28enne di Galliate, che con i soldi sottratti all’azienda nel corso degli anni aveva comprato auto, tra cui Mercede e Porsche cayenne, borse e scarpe di lusso.
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    Un giro di bonifici per migliaia di euro
    I fatti risalgono al settembre dello scorso anno, quando il titolare della cooperativa si è improvvisamente reso conto che i conti nelle casse della società non tornavano e non c’erano abbastanza fondi per riuscire a liquidare i soci con gli utili del mese.
    Scattato subito il campanello d’allarme, dopo una più attenta verifica i soci hanno scoperto un incredibile buco di 1 milione e mezzo di euro. Un patrimonio, che la giovane impiegata era riuscita a far sparire grazie ad alcuni escamotage.
    La 28enne, infatti, aveva elaborato un piano alquanto ingegnoso: dal conto della cooperativa emetteva diversi bonifici a favore di una seconda società di Genova, camuffati da regolari operazioni contabili, per poi riemetterli in favore suo e di una terza società di Galliate di cui le stessa risultava titolare.
    Società in liquidazione, lei denunciata per furto aggravato
    Una storia, questa, che putroppo non ha avuto un lieto fine per la società. La cooperativa, infatti, a causa del gigantesco furto non è più riuscita a rimettersi in piedi ed è stata costretta alla liquidazione, con la giovane ovviamente licenziata e denunciata per furto aggravato.
    Pulisce l’auto al cimitero, ecco perché rischia la multa LEGGI TUTTO

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    Denuncia il furto dello scooter per coprire la relazione “clandestina”

    Ha provato a nascondere la storia clandestina con una donna sposata, simulando il furto dello scooter e denunciandone anche la sparizione. Ma il 20enne di Piovene Rocchette, paesino in provincia di Vincenza, non è riuscito a portare avanti la farsa ed è stato presto scoperto dai carabinieri.
    Furto simulato, ma scoperto
    Il giovane si reca a una partita di calcio con il proprio scooter. Ma durante la gara, flirta un po’ troppo con una donna sposata, tanto da andare a casa di lei una volta terminato l’incontro sportivo. I due vengono beccati insieme dal marito rincasato prima del previsto, costringendo il giovane a darsi alla fuga e dimenticando di recuperare lo scooter parcheggiato nel cortile del condominio in cui abita la neo amante. Una volta arrivato a casa, a piedi, ha dovuto giustificare ai suoi genitori l’assenza del mezzo e così si è inventato il furto, poi denunciato – a carico di ignoti – dopo molte insistenze da parte della madre. La storia, però, non ha retto e ben presto i carabinieri sono risaliti alla verità. Adesso il 20enne è stato condannato per simulazione di reato.
    Furti moto a Milano: tre uomini arrestati, in piedi traffici per 100mila euro LEGGI TUTTO

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    Kyrgios infuriato su Instagram, hanno scassinato la sua auto

    Nick posa con la sua auto

    Nick Kyrgios si tiene “alla larga” dai campi di gioco, ma continua – stavolta suo malgrado – a far notizia. E’ lui stesso a parlarne, attraverso una storia sul noto social Instagram, in cui racconta con uno slang piuttosto colorito di aver subito un furto nella propria auto a Canberra, la città australiana in cui vive. Kyrgios, un paio di sere fa, ha trovato la propria fuoriserie sportiva con un vetro rotto. I ladri hanno rubato dal veicolo diversi oggetti, vestiti suoi e della fidanzata, e pure un portafogli, lasciato incautamente nell’auto dal tennista australiano.

    “Questo messaggio è per … la feccia di Canberra” racconta Nick nella storia, “sono arrivato alla mia macchina ed ho visto che l’hanno scassinata. Non c’è niente dentro. E’ una macchina da 350,000 dollari, speravo tu avessi più rispetto. Invece sei entrato dentro, ha rubato la mia roba, il mio portafogli. Cancellerò la mie carte di credito, ma fa lo stesso… Non vi ho fatto niente, non capisco. Siete spazzatura. Avete preso le cose per cui ho lavorato. Non prendo la vostra m*rda, non toccate la mia, mostrate un f*ttuto rispetto. Preferisco che bussate alla mia porta, vi metto del cibo in bocca. Posso darvi dei vestiti, posso anche farvi fare una doccia, ma non toccate le mie cose”.
    Kyrgios è stato incauto nel lasciare cose di valore all’interno della propria auto non custodita. Probabilmente confidava nell’ottima reputazione della sua Canberra, città è estremamente pulita, efficiente e molto sicura, con un tasso di criminalità bassissimo anche gli standard australiani. LEGGI TUTTO