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    F1, per Hamilton Ferrari senza speranze: “Red Bull non sbaglierà”

    ROMA – Dopo appena una gara del Mondiale 2023, la Red Bull sembra già per molti pronta a dominare anche la nuova stagione in Formula 1. Già nei giorni scorsi George Russell aveva incoronato la scuderia di Milton Keynes e Max Verstappen come gli assoluti favoriti per portare a casa i titoli già conquistati nel 2022. Anche Lewis Hamilton, suo compagno di squadra in Mercedes, ha posizionato avanti a tutti il rivale di due stagioni fa per portare a casa questo campionato: “Quest’anno non credo che farà alcun passo falso, è un campione del mondo, quindi non metterei in dubbio la sua determinazione o la sua concentrazione – le sue parole riportate da “Race Fans” -. Penso che sarà concentrato come sempre e il nostro compito sarà quello di provare a raggiungerlo”.
    Verstappen davanti a tutti
    “Penso che avrà una grande fiducia – ha aggiunto Hamilton -. L’anno scorso hanno sviluppato una macchina straordinaria, hanno spazzato via tutti i record e non credo nemmeno che alla fine stessero spingendo. Eppure erano ancora molto avanti”. LEGGI TUTTO

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    Alonso, l’ennesimo cambiamento che potrà dare i suoi frutti

    portrait, TS-Live, Bahrain International Circuit, GP2301a, F1, GP, BahrainFernando Alonso, Aston Martin F1 Team, poses with his crash helmet

    La carriera di Fernando Alonso è forse quella che più di tutte, nella Formula 1 moderna, è stata caratterizzata da cambi di casacca repentini quanto clamorosi. Forse anche per questo, lo spagnolo nel paddock si è fatto la nomea di accentratore, poco adatto al ruolo di team player e molto concentrato su sé stesso. E forse è sempre  per questa stessa ragione che non è mai riuscito a conquistare quell’agognato terzo titolo mondiale che insegue ormai dal 2007. Il GP del Bahrain 2023, però, sembra averci consegnato un quadro ben diverso: che sia la volta buona per l’asturiano?
    Aston Martin, il lavoro paga
    La bomba era stata sganciata la scorsa estate, quando Alonso aveva annunciato il proprio passaggio alla scuderia di Silverstone, salutando l’Alpine. In molti avevano pensato ad un vero e proprio canto del cigno, l’ultimo colpo di coda nel Circus per una carriera comunque ricca di soddisfazioni anche in tante altre categorie.
    Il risultato di Sakhir, invece, sembrerebbe dare ragione ad un Alonso terzo al traguardo e autore di un paio di manovre da mostrare nelle scuole di pilotaggio su Hamilton e Sainz. E allora, attenzione, perché stavolta la mossa di Nando potrebbe essere foriera di ottimi risultati e di quelle soddisfazioni che sono mancate in passato, e spesso per colpe non sue.
    Enstone-Woking, andata e ritorno
    Anno 2006: Fernando Alonso da Oviedo, su Renault, ha appena ottenuto il secondo Titolo Mondiale consecutivo, battendo l’Armata Rossa Ferrari guidata da Michael Schumacher. L’asturiano decide di cambiare aria, e accettare il contratto da nababbo offertogli da Ron Dennis, patron McLaren, rimasta orfana di Kimi Raikkonen, successore designato del Kaiser a Maranello.
    Il terzo titolo pare a portata di mano, ma Fernando e il suo entourage non hanno calcolato la variabile impazzita rappresentata da quel velocissimo rookie che risponde al nome di Lewis Hamilton. Ben presto l’armonia tra i due si rompe, fino alle qualifiche del GP d’Ungheria, in cui Alonso in pratica tappa Lewis ai box, impedendogli di fare il proprio ultimo tentativo di prendersi la pole.
    Non può durare, e infatti non dura. A fine stagione, dopo che il titolo ha peso la strada di Maranello, Alonso decide di tornare sui propri passi, alla Renault. Il team ha ormai perso però la propria supremazia tecnica, e il biennio 2008-2009 diventa una specie di purgatorio (condito dal crash gate di Singapore) in attesa di passare al team che potrebbe regalargli la gloria e la leggenda.

    Ferrari, la grande occasione persa
    Alonso sa che un pilota, se vuole entrare nell’Olimpo, deve vincere un titolo con la Ferrari. Ed è proprio quello che vuole fare nel 2010, quando inizia la sua avventura maranelliana. Le possibilità ci sono tutte, la macchina se la gioca alla pari con la Red Bull, ma una malaugurata gestione della strategia nell’ultimo GP di Abu Dhabi lo priverà della gioia più grande quando ormai sembrava a portata di mano.Fernando Alonso e Sebastian Vettel – Mondiale F1 2011La strada intrapresa a livello tecnico sembra quella giusta, e le aspettative sono molto alte. Purtroppo, però, negli anni successivi mai la Ferrari è in grado di dare a Fernando una vettura costantemente in grado di giocarsela con Vettel e la Red Bull. A picchi di entusiasmo unici (Silverstone 2011, Barcellona e Valencia 2012 per citarne alcuni), corrispondono ancora più delusioni cocenti e soprattutto una cronica mancata capacità di sviluppo della vettura da metà stagione in avanti, che di fatto taglia le gambe alle speranze mondiali nel 2012 e 2013.
    La storia di Alonso e la Ferrari si conclude con una delle stagioni più tristi in assoluto. Il 2014, anno di avvento dell’era turbo-ibrida, vede una SF14T brutta, lenta e inguidabile, quasi mai da podio. Fernando dice basta, e sposta l’attenzione ancora verso la McLaren, che con Honda mira a tornare grande. Non mancano i rimpianti per quello che avrebbe potuto essere e non è stato, ma Fernando è fatto così: inutile cercare di rianimare un rapporto ormai morto e sepolto con squadra e vettura.
    In McLaren il più grande buco nell’acqua
    Nel complesso, l’epoca forse più triste della carriera di Alonso in F1 è proprio quella che lo vede tornare in McLaren nel periodo meno prolifico della sua storia. È una costante di Alonso, quella di scegliere di trasferirsi in un team nel momento più sbagliato, almeno fino ad oggi. A Woking, infatti, i tempi di Dennis sono ormai passati da un pezzo, e la collaborazione con Honda si rivela foriera di problemi a non finire.Sono gli anni dei team radio passati alla storia (“GP2 Engine” su tutti) e dei continui guasti ad una macchina che sembra non volerne sapere di funzionare a dovere. Per riassaporare il gusto della competitività, deve guardare altrove, a Indianapolis (dove sfiora una clamorosa vittoria nel 2017 al debutto, prima che il motore, chiaramente Honda, vada in fumo) e a Le Mans, con la classica della Sarthe conquistata due volte con Toyota. A fine 2018, la decisione di salutare definitivamente McLaren appare inevitabile, così come quella di un periodo lontano dal Circus.
    Il ritorno con Alpine e l’avventura Aston Martin
    Dakar, Indy, Le Mans: avventure infinite e ricche di fascino, senza dubbio, ma il richiamo del Circus torna a farsi sentire con forza. Nel 2021, Alpine è un team in forte crescita, orfano di una prima guida come Daniel Ricciardo; Alonso si fa tentare, e accetta la sfida. Non andrà tutto secondo i piani, ma il biennio in Bleu ha il merito di mostrare che, a dispetto dei pareri da bar dei soliti detrattori, Fernando c’è ancora, e può lottare per qualcosa di grande.Ci crede lui, e soprattutto ci crede Lawrence Stroll che lo vuole al fianco del figlio Lance in un’Aston Martin completamente rinnovata in mezzi, uomini e struttura. È ancora presto per giudicare, ovvio, ma le premesse per un’inversione di rotta da parte di Alonso ci sono tutte. Che sia la volta buona? Che finalmente Fernando sia riuscito ad azzeccare il timing per passare nel team giusto? A fine 2023 avremo una risposta; fino ad allora, godiamoci questo splendido ultra-quarantenne che vuole continuare a divertirsi e vincere. LEGGI TUTTO

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    F1, I motivi delle dimissioni dell’aerodinamico Sanchez (Ferrari)

    David Sanchez ha rassegnato le dimissioni dalla Ferrari. Esperto di aerodinamica, ricopriva attualmente il ruolo di Head of Vehicle Concept della Scuderia di Maranello ed era in Ferrari da fine 2012.

    Dopo dieci anni a Maranello, David Sanchez, classe 1980, originario di Pézenas in Francia, ha deciso di lasciare la Ferrari. Le dimissioni, rese note ieri, non sono correlate ai risultati dei test o del primo Gran Premio stagionale in Bahrain ma sono strettamente correlate a due fattori.
    Il primo è quello che ha portato all’uscita di Mattia Binotto dalla Ferrari, maturato dopo l’estate scorsa e finalizzato tra novembre e dicembre con l’ingaggio poi di Fred Vasseur. Il secondo è quello della promozione di Andrea Stella a Team Principal della McLaren.
    L’ingegnere italiano aveva conosciuto Sanchez in Ferrari dove hanno lavorato insieme per alcuni anni, prima del passaggio di Stella in McLaren nel 2015 con Fernando Alonso. Il Team Principal della McLaren avrebbe approfittato della situazione a Maranello, per prendere contatto con alcuni ingegneri, così come ci risulta abbiano anche fatto altri team, per strapparli alla Ferrari e portarli in Inghilterra.

    Lo scorso anno la F1-75 era comunque risultata una delle monoposto meglio riuscite del lotto e il reparto aerodinamico della Ferrari era comunque entrato nel mirino della concorrenza per strappare qualche “talento”. L’uscita di Binotto e la promozione di Stella hanno di fatto favorito tutto questo. LEGGI TUTTO

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    Kimi Raikkonen farà il suo ritorno nella NASCAR

    Kimi Raikkonen farà il suo ritorno nella NASCAR sul Circuit of the Americas, il 26 marzo.

    Kimi Raikkonen si unisce a PROJECT91 per un’altra partecipazione alla serie NASCAR sul Circuit of the Americas (COTA). Si tratta della sua seconda partecipazione al campionato di stock car ameircano, dopo il debutto con il team a Watkins Glen nell’agosto dello scorso anno.
    Questa volta Raikkonen correrà con la Chevrolet Camaro #91 schierata da Trackhouse di Darian Grubb, che ha vinto il titolo della NASCAR Cup Series con Tony Stewart nel 2011.
    Sarà la prima volta che Raikkonen correrà al COTA dalla sua ultima stagione in Formula 1, due anni fa. Il circuito texano è stato anche teatro della sua ultima vittoria in F1 nel 2018, con la Scuderia Ferrari.

    “Ho trascorso un periodo fantastico nella NASCAR – ha dichiarato Raikkonen -. C’era molto da imparare in un tempo molto breve, ma tutti erano molto disponibili, la competizione era una grande sfida. Correrò su una pista che conosco bene. Voglio divertirmi, ma anche fare il meglio possibile”. LEGGI TUTTO

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    Ferrari “fredda” e Leclerc leader, la ricetta di Domenicali per ripartire in F1

    ROMA – Analizzare i punti deboli ma soprattutto non farsi prendere dalle emozioni: questa la ricetta che Stefano Domenicali suggerisce alla Ferrari per non scoraggiarsi dopo l’incerto avvio di stagione di F1 nel GP del Bahrain; e un ruolo fondamentale lo dovrà avere anche Charles Leclerc, visibilmente frustrato dopo il problema occorso alla sua SF-23, e che potrebbe costargli caro in vista dei prossimi appuntamenti. “Penso che un grande atleta proprio in questi momenti debba avere la personalità per essere un punto di riferimento all’interno della squadra”, ha sottolineato Domenicali nell’intervista rilasciata a Sportmediaset. Secondo l’ex team principal del Cavallino, il monegasco deve prendere in mano la situazione, in quelli che sono gli anni più importanti della sua carriera: “Deve pretendere che la squadra metta a sua disposizione la miglior macchina possibile, ma al tempo stesso lui non può permettersi alcun tipo di errore. Lui deve essere molto pragmatico perché vincere con la Ferrari è qualcosa di straordinario e altre squadre in questo momento non gli possono dare la possibilità di lottare per la vittoria. Deve essere lui a trascinare la squadra, che sta attraversando sicuramente un periodo non facile”.  LEGGI TUTTO

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    F1, Vasseur alza la voce: “Non ci aspettavamo problemi di affidabilità”

    La Scuderia Ferrari è tornata a Maranello, dopo il non felice esordio stagionale in Bahrain. Con soli 12 punti all’attivo, grazie al quarto posto di Carlos Sainz, la delusione più grande è arrivata dal ritiro di Charles Leclerc mentre, a due terzi di gara, era in terza posizione.
    A 17 giri dal termine, il monegasco ha dovuto alzare bandiera bianca per un problema elettrico alla Power Unit che lo ha costretto al ritiro.
    Le parole di Fred Vasseur non lasciano dubbi sul fatto che, al suo arrivo, qualcuno gli aveva assicurato che i problemi di affidabilità alla Power Unit fossero superati: “Siamo delusi, e non potrebbe essere altrimenti. Sapevamo che avremmo dovuto fare i conti con il degrado gomme, mentre non ci aspettavamo problemi di affidabilità”.
    Il nuovo Team Principal della Ferrari ha “alzato la voce” oggi a Maranello, parlando di un terzo posto gettato al vento: “È un peccato per Charles – ha detto Vasseur -, perché nella prima parte di gara è riuscito a tenere un buon passo, e anche con il maggiore degrado che avevano sulla mescola Hard avrebbe potuto portare a casa un terzo posto che sarebbe stato un buon modo per cominciare la stagione”.
    La mancata affidabilità invece ha compromesso il risultato e, molto probabilmente anche i piani per i prossimi Gran Premi.

    Il Team Principal ha parlato anche della gara di Sainz: “Carlos è stato autore di una gara solida con un passo piuttosto costante, e ha fatto il massimo oggi portando a casa il quarto posto”.
    Dopo questo primo Gran Premio stagionale in Ferrari hanno sicuramente una fotografia molto più chiara della situazione e dei valori in pista: “Ora siamo consapevoli di avere una vettura buona sul giro da qualifica e sappiamo dove dobbiamo lavorare”, ha detto Vasseur che poi ha concluso dicendo: “C’è da migliorare tanto sulla gestione degli pneumatici e ovviamente è necessario fare in modo di non avere più i problemi di affidabilità che ci hanno penalizzato”.
    Il messaggio è risuonato forte e chiaro in tutti i reparti della Gestione Sportiva della Ferrari. Il lavoro è tanto e la strada è un po’ più in salita del previsto! LEGGI TUTTO

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    F1, Marko sul motore Ferrari: “Il più potente, ma non affidabile”

    ROMA – “La Ferrari ha il motore più potente di tutti, ma a cosa serve se non è affidabile?”. A chiederselo è Helmut Marko, facendo riferimento al Gran Premio del Bahrain, primo appuntamento del mondiale di F1. L’ex pilota, intervistato da Servus Tv, si è poi soffermato sulla doppietta di Red Bull, con la vittoria di Verstappen seguito da Perez, sottolineando: “In Bahrain ha fatto la differenza la nostra gestione gomme, ma c’è da dire che l’asfalto di Sakhir è particolare, per cui non è detto che riusciremo a ripeterci in questo modo lungo l’arco della stagione”.  LEGGI TUTTO

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    F1 Red Bull, Newey: “Nelle libere in Bahrain emersi problemi di affidabilità”

    ROMA – “Le FP1 ci hanno tolto il sorriso, perché abbiamo avuto un po’ di problemi, ma il team ha reagito bene. Abbiamo avuto un venerdì sera impegnato per venire a capo di questi intoppi: si è trattato di problemi nuovi e inaspettati dal punto di vista dell’affidabilità. Dall’esterno poteva apparire che tutto fosse a posto, ma in realtà la vettura non si comportava come il solito, la performance era cambiata sensibilmente”. Con queste parole, Adrian Newey ha raccontato il retroscena inquietante vissuto dalla Red Bull nel recente GP del Bahrain, concluso poi con una gara dominata e vinta da Max Verstappen, seguito da Sergio Perez. Il direttore tecnico del team austriaco, nell’ultima puntata del podcast F1 Nation, ha spiegato il problema di affidabilità emerso nelle libere, che ha fatto subito ripensare al Bahrain 2022, quando Red Bull raccolse un doppio ritiro: “Quello fu un vero e proprio incubo”, ha ricordato Newey. LEGGI TUTTO