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    Domenicali: “Montezemolo esigente. Marchionne ti portava allo stremo”

    Stefano Domenicali, in una recente intervista al Corriere ha affrontato diversi temi tra i quali un “confronto” tra Luca di Montezemolo e Sergio Marchionne, alla guida della Ferrari in due diversi momenti.

    L’attuale Amministratore Delegato e Presidente della Formula 1 ha lavora sia con Montezemolo, a Maranello fino al 2014, che con Marchionne che ha preso il suo posto fino al 2018.
    “Montezemolo ha definito e connotato la Ferrari amando l’azienda e la squadra, un uomo molto competente che chiedeva tanto”, ha detto Domenicali che invece su Marchionne ha commentato: “Marchionne è il manager che ha salvato la Fiat, con un’intelligenza sopraffina e, per come l’ho conosciuto, un lavoratore incredibile. Come tutte le persone di qualità non sempre era facile lavorarci, perché ti portava allo stremo. Dovevi capire come gestire l’equilibrio tra la tua professione e la tua vita privata”.
    Passando ai ricordi di trent’anni passati nel mondo delle corse, Domenicali ha detto: “Personalmente ricordo la vittoria in Ferrari del campionato di Formula 1 nel 2000 a Suzuka in Giappone, così come non dimenticherò mai il 2008, quando vincemmo il campionato costruttori e perdemmo il campionato piloti all’ultimo giro dell’ultima gara. Sono momenti indimenticabili che nella loro durezza ti fanno crescere, altrimenti vuole dire che non sei uno sportivo in grado di migliorarti nei momenti di difficoltà”

    E parlando del pilota migliore di sempre, l’AD della Formula 1 non ha avuto dubbi nel fare il nome di Michael Schumacher: “In ogni epoca ci sono campioni irraggiungibili e, quindi, ogni stagione va contestualizzata, per quanto mi riguarda e per come l’ho vissuto a livello professionale e personale non ho dubbi: Michael Schumacher”.
    Leggi l’intervista completa su Corriere.it LEGGI TUTTO

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    Gp Miami F1 2023, le pagelle: Verstappen inarrivabile, Ferrari impresentabile!

    Il fine settimana in terra americana, sul circuito di Miami, va in archivio per la Formula 1. Un appuntamento che, ancora una volta, ha confermato lo strapotere di Max Verstappen e della Red Bull, dominatori incontrastati nonostante qualche intoppo in qualifica. Conferme anche dall’Aston Martin di Fernando Alonso, ad oggi l’unico vero antagonista, mentre è notte fonda per la Ferrari e un irriconoscibile Charles Leclerc. Questo e tanto altro nelle pagelle del Gp di Miami.
    VOTO 10 A VERSTAPPEN E RED BULL, DI UN ALTRO MONDO
    Anche a Miami va in scena il Max Verstappen show: gli errori inusuali che lo costringono al nono posto in griglia vengono cancellati da una gara incredibile, più che nella rimonta nel ritmo. Già, perché vedere un pilota fare giri veloci in successione dopo 40 giri, rimanda a domini di era britannica, non così lontani. Imbarazzante, in più, anche la ferocia con cui rimette Perez al suo posto, che dopo l’exploit di Baku e la pole di sabato, si ritrova di nuovo a semplice ruolo di “finto rivale”. Perché, in verità, non esiste nessuno capace di battere Max Verstappen.
    VOTO 9 AD ALONSO, VECCHIA VOLPE ANCHE IN AMERICA
    Il primo degli umani, che forse tanto umano neanche è. Fernando Alonso regala un’altra lectio magistralis di come essere una leggenda senza tempo della Formula 1: astuzia, visione della corsa ad ampio raggio, concretezza nella guida e, per ultimo, una comunicazione pungente come nessun’altra. A 42 anni da compiere si diverte come quel ragazzino di 24 che vinceva il suo primo mondiale. Ma soprattutto, continua il suo magic moment anche in termini di risultati: 4 podi e un quarto posto in 5 gare. Più di quanto raccolto negli ultimi 9 anni. El Plan.
    VOTO 8 A MAGNUSSEN, L’INCUBO DI LECLERC
    Quarto in griglia di partenza e, per 40 giri, davanti (e con merito) alla Ferrari di Charles Leclerc. Kevin Magnussen si ritrova a Miami, dopo un inizio di stagione complicato, trascorso perlopiù alle spalle del compagno Nico Hulkenberg. In Florida K-Mag ritrova fiducia nei propri mezzi e ottime capacità di guida, mettendosi dietro il monegasco per lunghissimi tratti della corsa, dopo duelli corpo a corpo che l’hanno visto quasi sempre vincitore. Alla fine porta a casa anche un punticino prezioso, giusto premio di un fine settimana solidissimo del danese.

    VOTO 7 A ALPINE, (REDI)VIVA E VEGETA
    L’appannamento delle ultime due gare ha lasciato spazio in casa Alpine a qualche riflessione spazzata via dall’ottima gara di Miami. E stavolta con entrambi i piloti; sì, perché sia Esteban Ocon che Pierre Gasly hanno offerto una prestazione di tutto rispetto, con un gran bel passo e una voglia di giocarsela anche con chi sta davanti. Al resto ci ha pensato il muretto con una strategia ben studiata. Ora l’obiettivo è continuare a crescere.
    VOTO 6 A MERCEDES, DR JEKYLL E MR HYDE
    Non è facile esprimere un giudizio sul week-end della Mercedes. In difficoltà irreversibili sin dal venerdì, in qualifica tira fuori il peggio di sé, relegando Lewis Hamilton addirittura al 13° posto in griglia. Un risultato durissimo da accettare, ma che nascondeva qualcosa: la “potenza della domenica” delle Frecce Nere. Già, perché in gara le cose cambiano in meglio: ritmo costante, soprattutto nell’ultima parte, superiore anche a quello della Ferrari. E alla fine, il quarto e sesto posto di Russell e Hamilton pone rimedio (parzialmente) a un week-end nato malissimo. Ma è chiaro che ci si attende molto di più.
    VOTO 5 A STROLL, IMPANTANATO NELLE RETROVIE
    Se l’anno scorso poteva essere una consuetudine uscire nel Q1, con l’Aston Martin di quest’anno sembra inaccettabile pensare per Lance Stroll di non entrare almeno nei primi 15. Una qualifica sottovalutata che, di fatto, ha compromesso tutto il week-end. Perché, poi, in gara non sono arrivati particolari sussulti; vero, il ritmo non era malvagio, ma tutti erano sullo stesso livello. E alla fine la zona punti non arriva. Con il compagno sul podio…
    VOTO 4 ALLA FERRARI, DI NUOVO NEL BARATRO
    Alla fine quella di Baku è stata una parentesi. Perché il reale valore della Ferrari è quello di Miami. Macchina incomprensibile, capace di stare al passo dei primi in alcuni momenti e incapace di superare una Haas in altri. Un rendimento talmente altalenante da far venire dubbi anche su quanto fatto dai piloti. Che, a onor del vero, ci hanno messo del loro per compromettere ulteriormente la corsa: Carlos Sainz con una sciocca penalità per eccesso di velocità nella pit-lane, Charles Leclerc con un week-end imbarazzante, costellato di errori in qualifica e mediocrità in gara. Non è tutto da rifondare ma poco ci manca: Imola non ammette figuracce.
    VOTO 3 ALLA MCLAREN, SPARITA NEL NULLA
    Melbourne e Baku sembravano aver riportato la McLaren almeno in una posizione più adeguata. Tuttavia Miami ha riportato tutti gli uomini di Woking con i piedi sottoterra, a scontrarsi con una realtà disastrosa. Quart’ultimo Norris e penultimo Piastri, una coppia di piloti a cui la qualità di certo non manca. Ma che questa macchina non è assolutamente capace di mettere in mostra, rischiando di far deprimere due talenti puri del Circus. LEGGI TUTTO

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    F1, Leclerc elogia l’approccio di Vasseur e lancia una frecciatina a Binotto

    In una recente intervista a as.com, Charles Leclerc ha elogiato l’approccio di Fred Vasseur, lanciando però anche una frecciata a Mattia Binotto.

    L’edizione online del quotidiano sportivo spagnolo AS ha intervistato il pilota monegasco della Ferrari. Alla domanda se Vasseur possa emulare quanto fatto da Jean Todt, Leclerc ha detto: “Non voglio paragonare Fréd (Vasseur, ndr) a Jean Todt, né me a Michael Schumacher, perché non sarebbe giusto, ma è quello che vogliamo ottenere con Fréd. Se penso di poter vincere un Campionato del Mondo con Fréd? Onestamente sento che è la persona giusta per riportare la Ferrari in testa. Sono stato solo con Mattia (Binotto, ndr) e Fréd, e posso dire che l’approccio è molto diverso. Fréd ha un’ottima visione di ciò che serve alla squadra per progredire e Fréd ha un grande occhio per capire come si possa progredire”.

    Leclerc ha affrontato anche altri temi tra i quali il difficile inizio di stagione e il rinnovo di contratto con la Ferrari.
    “È frustrante in un certo senso – ha detto il monegasco, parlando delle prime tre gare – . C’erano molte aspettative per quest’anno e non siamo competitivi come ci aspettavamo. Ma abbiamo cercato di analizzare la situazione con Fréd (Vasseur, ndr) e con la squadra. Abbiamo capito alcune cose e a medio e lungo termine mi fido della visione di Fréd. Arriveremo alla lotta. La domanda è quando, vogliamo che sia il prima possibile. Ma so che la squadra sta andando nella giusta direzione e sono fiducioso che torneremo”.
    Alla domanda se sono necessarie garanzie e risultati, prima di parlare del suo prossimo contratto con la Ferrari, Leclerc ha precisato: “No, la fiducia c’è. Ma deve andare in due direzioni, se entrambi siamo felici di continuare, succederà. Ma è troppo presto per parlarne”.
    Intervista completa su as.com. LEGGI TUTTO

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    F1, velocità massima: la saetta di Baku è Lance Stroll ma che Williams!

    action, Baku City Circuit, GP2304a, F1, GP, AzerbaijanLance Stroll, Aston Martin AMR23L’uomo della velocità massima top a Baku nei rilevamenti alla speed trap è, a sorpresa, Lance Stroll con la competitiva Aston Martin alimentata dalla power unit Mercedes. Il pilota canadese ha battuto tutti, Red Bull compresa, emergendo in un evento più complesso del solito. Considerando, infatti, la presenza di due qualifiche nel weekend del Gp dell’Azerbaijan abbiamo pensato di stilare una classifica che potesse aggregare i picchi di velocità di queste due sessioni mediante il loro valore medio. Con 325,15 km/h di velocità media tra venerdì e sabato, Stroll ha preceduto la sempre velocissima Williams di Logan Sargeant e, a seguire, le due Ferrari SF-23 tra cui si è infilato Fernando Alonso. Sesta e ottava la Red Bull, con Perez ancora una volta davanti a Verstappen e sempre in testa nella generale di questo esclusivo Mondiale di F1 della maximum speed.
    I due alfieri del team che sta dominando il campionato sono stati più rapidi nei riscontri della velocità massima fatti registrare poco più avanti sulla linea del traguardo, ma sempre messi in riga dal sorprendente Sargeant. Quest’ultimo, nel shootout di sabato, ha lanciato la sua Williams fino a 346,5 km/h. Vettura che, ricordiamolo, monta la power unit Mercedes come Aston Martin. La monoposto della casa madre tedesca, invece, è apparsa molto più plafonata sia con Hamilton (11°) che con Russell, soltanto 16°. Il nostro dato di riferimento è rimasto quello dello speed trap per uniformità di valutazione. Molto buono continua ad essere il guizzo della Haas, in questa occasione settima con Hulkenberg. Ma ecco “l’ordine di arrivo” e le classifiche generali aggiornate.

    Classifica velocità massime del Gp dell’Azerbaijan
    (basata su velocità media tra le due qualifiche)
    1 Stroll 325,1
    2 Sargeant 323,4
    3 Sainz 322,3
    4 Alonso 322,0
    5 Leclerc 321,6
    6 Perez 321,0
    7 Hulkenberg 320,9
    8 Verstappen 320,5
    9 Albon 319,3
    10 Tsunoda 319,1
    11 Hamilton 318,5
    12 Piastri 318,4
    13 Ocon 318,3
    14 Magnussen 318,0
    15 Zhou 317,3
    16 Russell 316,8
    17 Norris 316,7
    18 Bottas 315,5
    19 De Vries 308,5
    20 Gasly 308,3
    Gp dell’Azerbaijan: velocità massime Qualifiche, per la gara

    Gp dell’Azerbaijan: velocità massime Qualifiche, per la Sprint LEGGI TUTTO

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    Ayrton Senna, 29 anni di saudade

    Ayrton Senna in the cockpit of the Williams FW16-Renault. Portrait. Photo: LAT Photographic/Williams F1.Le sue parole, le sue gesta, quel casco giallo che si muove a gran velocità affrontando le curve di Montecarlo. Sembra un manifesto futurista. Ayrton Senna era, invece, un pilota di Formula 1. E’ e sarà per sempre una leggenda, entrata nell’immaginario collettivo degli appassionati e non solo. Questa è la forza di un uomo che va oltre il confine di uno sport e diventa ispirazione per tante generazioni.
    Ma perché ancora, dopo 29 anni, il primo maggio continua a non essere solamente la festa dei lavoratori per chi coltiva la passione motoristica? Tutto riporta la mente a quel maledetto weekend. Al sole che batteva su un’Imola distratta. Ignara del fatto che, quanto stava per accadere, avrebbe cambiato per sempre la storia della Formula 1. Al venerdì l’incidente di Rubens Barrichello, il pupillo di Ayrton. Cattivo presagio. Al sabato, poi, la catastrofe. La triste morte di Roland Ratzenberger classico pilota operaio, a bordo di una modesta Simtek.
    Senna è colpito dall’incidente dell’austriaco. Turbato. Mentre riguarda le immagini alla tv nel box della Williams, qualcosa sembra essersi rotto in maniera definitiva tra lui e la Formula 1. Improvvisamente, non si tratta più di arrivare primo, di combattere col coltello fra i denti per la supremazia. “C’è solo un posto per il vincitore, non possono esserci più vincitori” affermava in un’intervista a cuore aperto. Adesso l’importante è sopravvivere, e quella paura che i piloti tengono sopita per non perdersi tra i fantasmi del rischio, torna a galla più prepotente che mai.
    Soprattutto in un’anima esposta come quella di Ayrton, attraversata da patemi e gioie in parti uguali. Con un sorriso sempre tagliato da una velata malinconia. Una solitudine dovuta alla diversità del suo essere. Quel sabato 30 aprile 1994 è stato il giorno dei pensieri. “Quello che faccio ha senso?” si sarà domandato tra sé e sé. Intanto, tra un dubbio e una certezza, viene domenica, 1 maggio. Il resto è storia ben nota. Ripercorrere quella giornata sarebbe ormai superfluo.

    Così, come ogni anno dal 1994 a questa parte, il 1 maggio è una festa dal sapore amaro. La morte di un pilota e di un uomo come Ayrton Senna fa entrare in un vortice di emozioni, di ricordi per chi c’era e di racconti per chi non ha fatto in tempo a vivere la sua epopea. Che sia stato o no il pilota migliore della storia poco importa. Se ne potrebbe discutere all’infinito senza mai arrivare ad una conclusione soddisfacente. Ma, in fondo, a chi importa?
    E mentre noi tutti invecchiamo, lui rimarrà giovane per sempre. Su Ayrton non graverà mai il peso degli anni. Ecco perché nei cuori dei tifosi e non solo, quel maledetto 1 maggio 1994 non è morto. Anzi, si è trasformato da pilota e uomo straordinario a leggenda senza tempo. Lassù, in un posto imprecisato, come fosse irraggiungibile. Intanto, in lontananza il motore Honda della sua McLaren che ruggisce tra le stradine di Montecarlo; il casco con i colori verdeoro e, infine, una canzone malinconica brasiliana. 29 anni di saudade… Ciao Ayrton, ovunque tu sia. LEGGI TUTTO

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    F1, Leclerc: “Mercedes? Non c’è stato contatto, almeno non per il momento”

    Charles Leclerc – credit: @Scuderia Ferrari Press OfficeAlla vigilia del Gran Premio dell’Azerbaijan, Charles Leclerc ha incontrato i media nel paddock di Baku. Il monegasco ha parlato della lunga pausa, del nuovo format del week end e della prove al simulatore.
    Su tutti gli argomenti però quello che ha fatto pià discutere è quello riguardante il suo futuro. La risposta un po’ sibillina del monegasco alla domanda diretta se ci fosse già stato un colloquio con Mercedes, è stata: “Non c’è stato contatto, almeno non per il momento” che, a nostro avviso, lascia intendere una disponibilità da parte di Leclerc da un lato e dall’altro pare essere un chiaro messaggio alla Ferrari sul suo rinnovo contrattuale.
    Leclerc non vede poi l’ora di risalire in macchina: “Tre settimane senza guidare dopo così poche gare sono veramente lunghe. Finalmente è arrivato il momento e sono contento di farlo qui a Baku, una delle mie piste preferite”.
    Il monegasco ha commentato il nuovo formato Sprint che debutta proprio a Baku: “Di sicuro l’eliminazione della seconda sessione di libere e l’introduzione delle qualifiche shootout con un solo treno di gomme per ogni fase aumenterà lo spettacolo così come il fatto che la Sprint sia diventata una gara a sé stante, il cui risultato non ha implicazioni sul Gran Premio vero e proprio. Credo che debba rimanere un formato limitato a poche gare durante la stagione, ma che questa formula possa essere azzeccata”.

    Leclerc, al pari del compagno di squadra Carlos Sainz, ha lavorato molto al simulatore durante la pausa e su questo ha così commentato: “Abbiamo fatto un lavoro esteso, che ci ha permesso di identificare alcune aree di sviluppo per la SF-23 e di analizzare in profondità le prestazioni di inizio stagione. Sappiamo di avere parecchio terreno da recuperare rispetto a chi è davanti, ma i prossimi passi da fare sono chiari e sono credo che lavorando come squadra possiamo riuscire ad arrivare dove vogliamo. Ho fiducia nelle persone e nel progetto e sono totalmente concentrato sul prosieguo di questa stagione”. LEGGI TUTTO

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    F1, In fuga dalla Ferrari. L’indiscrezione di Gazzetta: “Mekies lascerà Maranello”

    La Ferrari non attrae talenti, anzi, la contrario, anche Laurent Mekies sarebbe pronto a lasciare Maranello. L’indiscrezione è arrivata oggi su Gazzetta.it, in un articolo firmato dal giornalista Luigi Perna.

    Laurent Mekies, attuale Racing Director – Head of Track Area della Scuderia Ferrari, sarebbe il prossimo membro della Scuderia a lasciare Maranello. Dopo Mattia Binotto e David Sanchez, un’altra pedina importante dell’organigramma della squadra corse sarebbe in procinto di andarsene.
    La destinazione, stando a quanto scrive Perna, sarebbe già noto e importante. Il francese tornerebbe infatti in AlphaTauri per ricoprire il ruolo di Team Principal della squadra di Faenza. Mekies aveva praticamente iniziato la sua carriera in Formula 1 proprio in Minardi, dopo una breve esperienza in Inghilterra, alla Arrows.
    Nel team italiano, poi entrato nell’orbita di Red Bull, l’ingegnere meccanico rimase fino al 2014, anno in cui entrò a far parte della FIA, in qualità di direttore della sicurezza e responsabile dello sviluppo dell’Halo. Nel 2017 è stato nominato vicedirettore di gara della Formula 1.

    Un anno dopo però, si trasferì in Ferrari (settembre 2018) dove assunse il ruolo di Direttore Sportivo. Dal 2019 ha inoltre assunto la responsabilità del reparto Performance in pista e da ultimo quello di Racing Director.
    Anche se tutti dicono che i rapporti con Fred Vasseur siano buoni, da quanto abbiamo appreso invece tra i due ci sono stati screzi che hanno portato poi Mekies a decidere di prendere una strada diversa.
    Sempre secondo la Gazzetta, il francese potrebbe affiancare l’attuale Team Principal Franz Tost per poi sostituirlo in quel ruolo, forse già a partire dalla prossima stagione.

    Leggi l’articolo di Luigi Perna su Gazzetta.it LEGGI TUTTO

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    F1, A Baku il nuovo format con due sessioni di qualifiche

    I sei weekend con la Gara Sprint cambiano ancora: a Baku debutterà il nuovo format che prevede due sessioni di qualifiche, uno per la Sprint del sabato e uno per la Gara della domenica. Un’unica sessioni di libere, quella del venerdì.

    VENERDI’
    – Prove Libere I (FP1)– Qualifiche valide per lo schieramento di partenza della gara di domenica
    SABATO
    – Qualifiche (ShootOut), valide per lo schieramento di partenza della gara sprint di sabato– Gara Sprint
    DOMENICA
    – Gara
    Il format del Gran Premio dell’Azerbaijan sarà quello indicato qui sopra. Nella giornata di venerdì, i 20 piloti scenderanno in pista per la consueta sessione di prove libere. Nel pomeriggio andrà in scena la prima sessione di qualifiche che, a differenza di quanto accaduto fino ad ora, saranno valide per lo schieramento della gara di domenica e non più per la Sprint del sabato.

    La griglia di partenza della Gara Sprint sarà invece definito da una seconda sessione di qualifiche (denominate ShootOut) che si disputeranno sabato mattina. Nel pomeriggio, il programma prevede la Gara Sprint, il cui risultato non sarà più determinante per la griglia della gara domenicale.
    Domani sarà comunicata l’ufficialità di questo cambiamento regolamentare. LEGGI TUTTO